buon pomeriggio a tutti!
e buon san valentino! oggi splende il sole in quel di torino, e facciamo il pieno di dolci! ieri era il compleanno di mio padre, e mia mamma ha fatto la crostata^^
domani....al lavoro!!!!
deamatta: molto bene!!!!!!! brava!!!!!!!
hikaru: ah, beh! quindi la prova è su tre giorni? cioè, devi andare tutti e tre i giorni, o ne basta uno?XD
passiamo al capitolo! direi che d'ora in avanti nessuno più lancerà maledizioni al povero eric(che ha salvato la pelle)...e direi anche che il pezzo di oggi è più che adatto al san valentino^^
TERZA PARTE
Tre
Ma cosa ci faceva li? Sotto la pioggia, bagnata fradicia, a fissare quella villetta bianca al di là della strada. Da quanto tempo era ferma lì, come una stupida? Sarebbe morta di polmonite, ma non le importava. Aveva fatto un lungo viaggio per essere lì, davanti a quella casa. Oltre quelle mura, c’erano loro...c’era lei.
Era tardi, sicuramente stavano dormendo. Le sembrava quasi di sentire i loro respiri, di vedere i loro volti abbandonati nel sonno.
Era arrivata a Tokyo facendo un lungo giro, quasi a voler rinviare quel momento. Il momento in cui sarebbe stata finalmente davanti a lei, a guardare quel viso che a lungo aveva cercato di allontanare dai suoi pensieri. Ed a guardare anche quell’altro viso, che per quanto si sforzasse non era mai riuscita a dimenticare.
Aveva paura, per questo non attraversava la strada e suonava il campanello. Temeva che non la volessero, che la rifiutassero, che un’altra persona avesse preso il suo posto...che lei avesse una nuova mamma.
Una madre che non la abbandonerebbe mai, come ho fatto io...Strinse le dita gelide attorno alla borsa. Aveva paura, ma non voleva tornare indietro ora che era arrivata fino a lì.
Voglio vederla... Inspirò a fondo, dominando il terrore, e si mosse: un passo dopo l’altro, lentamente, per dare modo al suo cuore di smettere di martellarle nel petto, per abituarsi all’idea di quello che stava facendo.
La casa era avvolta nel silenzio. Il cancelletto era aperto. Shiho percorse il breve viale che conduceva alla porta d’ingresso. Qui si fermò, nuovamente preda della paura.
E se non mi volessero? Se ci fosse già lei a prendersi cura di loro? A prendere il mio posto? Inspirò nuovamente a fondo, e prima che potesse ripensarci sollevò la mano tremante e sfiorò il campanello con la punta delle dita.
Dai, Shiho. Non devi scappare proprio adesso...Sfiorò ancora il campanello, accentuò la pressione, e nel silenzio della notte risuonò l’allegro trillare. Quel suono la spaventò, e per un momento ebbe l’impulso di voltarsi e fuggire: dovette imporsi di restare ferma al suo posto.
Non devo più scappare...Il silenzio che seguì fu terribile, angosciante. La pioggia continuava a cadere incessante, ma lei non la sentiva. C’era solo il battito del suo cuore, che le rombava nelle orecchie e la stordiva. Si accorse di trattenere il respiro in quegli istanti di interminabile attesa.
Forse non c’è nessuno. O forse dormono così profondamente che non sentono...Poi udì dei passi. Il cuore rischiò di uscirle dal petto, ma ancora una volta Shiho combatté e vinse l’impulso di fuggire via. Altri passi, più vicina, una luce che si accendeva, la porta che si apriva lentamente. Shiho trattenne il respiro, rischiando quasi di soffocare davanti a quel volto che tante volte aveva provato a cancellare, inutilmente.
È come lo ricordavo. Ma si vede che è cresciuto...Lui aggrottò le sopracciglia, ancora non la vedeva. Shiho strinse le mani attorno alla borsa, e fece un passo avanti: era nervosa, spaventata, ma non voleva andarsene. Avanzò ancora, lentamente, finché fu nel cono di luce dell’ingresso. Allora lui sussultò, incredulo, serrando le dita attorno alla maniglia fino a sbiancarsi le nocche. Non sapeva come interpretare la sua reazione, ma doveva andare avanti.
“Ciao.” mormorò con un filo di voce, la gola serrata dall’emozione. Era così forte che quasi non riusciva a respirare. L’avrebbe cacciata? L’avrebbe trattata con disprezzo? Sarebbe arrivata anche lei, richiamata dal trambusto improvviso? Deglutì a vuoto, stringendo ancora la borsa. “Non dici niente?”
“E cosa dovrei dirti?” Lui sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Si trasse da parte, e Shiho avvertì un sussulto: era preda di mille emozioni diverse, che non sapeva come contrastare. E nemmeno lo voleva. Per una volta, desiderava dimenticare tutto quello che era razionale e lasciarsi trasportare dalla parte più emotiva. “Entra in casa. Ti bagnerai tutta.”
questo è il pezzo che preferisco della fic, oltre a quando shiho scopre di essere incinta.
ovviamente, chi ha già letto un posto nel mondo avrà notato che l'ultimo pezzo(quello del dialogo) è ripreso fedelmente dalla fiction precedente^^ solo che li veniva vissuto secondo la prospettiva di kudo, mentre qui viene vissuto seguendo i pensieri e le emozioni di shiho
ed avrete anche capito a chi si riferisse shiho quando diceva "lei"
non è mica finita qui! vi aspetto domenica, per sapere che succederà dopo. piccola sorpresina per tutti^^