ragazzi, distratta dal bellissimo episodio di stasera di conan, mi stavo dimenticando di aggiornare!
ovviamente sono ironica, sul "bellissimo episodio"
oggi ci siamo svegliati tutti in bianco, stanotte ha nevicato. ma roba da poco, giusto uno strato sottile, infatti adesso è mezza sciolta. prossima settimana riposo, niente simone....e vi annuncio che la mia gita in fumetteria è andata moooolto bene!!!
ma passiamo al capitolo odierno. inizia la seconda parte, ed avevamo lasciato la nostra puccia alle prese....beh, con una situazione molto delicata....fiocco rosa o azzurro in casa myano?
vi avverto che l'ho letto oggi, e mi sono commossa^^
SECONDA PARTE
Uno
La donna prese in mano la situazione. Chiamò a gran voce una delle cameriera, dicendole di chiamare di ambulanza. Aiutò Shiho a radunare le sue cose e la fece sdraiare sul letto, massaggiandole la schiena e continuando a parlare per distrarla dal dolore e rassicurarla. L’ambulanza arrivò cinque minuti più tardi e la condusse in ospedale: la caricarono su una barella, ma Shiho quasi non si accorgeva di niente. Attorno a lei, sentiva voci e rumori, ma tutto le arrivava in maniera ovattata. L’unica cosa ben chiara era il dolore e la paura. Era sola, e stava per affrontare un’esperienza unica nella vita. Un’esperienza che solitamente veniva compiuta con parenti, amici, persone che ti volevano bene...ma lei no. Non c’era nessuno per lei.
Ho paura. Ho paura...“Signorina? Signorina, mi sente?” Un giovane dottore era chino su di lei, mentre qualcuno le toglieva i vestiti e le infilava un camice. “Signorina, ha una dilatazione di quattro centimetri. Dobbiamo prepararci, suo figlio nascerà presto.”
“Fa...fa male...”
“Si faccia forza. Ora le diamo qualcosa per il dolore, ma ho bisogno del suo aiuto per far nascere il bambino.”
“No, io...io non posso...non posso...”
“Signorina, mi ascolti.” L’uomo le posò la mano sulla fronte, parlandole con tono dolce ma deciso. “Il suo bambino sta per nascere. Ma non può farcela senza il suo aiuto. C’è qualcuno che vuole chiamare?
“No. Nessuno.”
“Il padre del bambino?”
Lei scosse la testa, restando senza fiato per la contrazione. Si aggrappò alle sbarre del lettino, pensando che sarebbe sicuramente morta.
Ho paura. Non ce la farò mai, non posso farcela... La contrazione passò, e si lasciò cadere sui cuscini con un sospiro. Il dottore parlava, ma lei non lo sentiva. La paura aveva preso il sopravvento. Piangeva, incurante di tutto, ricordando un volto che in tutti quei mesi aveva sempre respinto.
Dove sei? Dove sei? Ho paura, ho tanta paura...ho paura, Shinichi. Dove sei? Ho bisogno di te, Shinichi...Il travaglio fu lungo e doloroso. Senza più il muro che difendeva il suo animo, Shiho era in balia delle emozioni e della paura. Il dottore e le infermiere la assistevano, assicurandole che tutto sarebbe andato bene, ma lei non li sentiva. Voleva solo lui, desiderava che le stesse accanto, che le stringesse la mano e la confortasse. Voleva rivederlo, voleva tornare da lui, dimenticare il passato e gettarsi tra le sue braccia senza inutili scrupoli di coscienza. Non le importava che appartenesse ad un’altra, lo voleva tutto per sé. Come era già successo, in una notte di dolce passione in una baita tra i monti.
Shinichi, Shinichi...ho bisogno di te...All’ennesima contrazione, emise un grido di dolore, aggrappandosi alle sbarre del letto. Era sfinita, non aveva più la volontà di fare nulla. Sentì appena il dottore che le diceva qualcosa, la sua voce le arrivava ovattata; avvertì appena qualcuno che la toccava, girandola su un fianco. Un leggero bruciore alla base della schiena, e qualche minuto dopo il dolore era scomparso, permettendole di recuperare il contatto con la realtà.
“Le abbiamo appena fatto l’epidurale, ora non sentirà più nessun dolore.” Il dottore si stava infilando i guanti, ed aveva il volto coperto da una mascherina sterile. Due infermiere le sistemarono le gambe su appositi pedalini, coprendole con un telo verde. “Ora, quando glielo dico io, dovrà spingere... facciamo nascere questo bambino, così finalmente potrà vedere suo figlio.”
Shiho non aveva più forze, ma quando il dottore si sistemò davanti a lei e le disse di spingere, raccolse le ultime energie e spinse. Incoraggiata dal dottore e dalle infermiere, spinse ancora un paio di volte, ed alla quarta spinta avvertì qualcosa che le scivolava via tra le gambe.
“Ce l’ha fatta, signorina. Ce l’ha fatta.” disse il dottore, avvolgendo il neonato in un panno verde e passandolo all’infermiera. Pochi istanti dopo, la stanza era invasa dal pianto del bambino. Shiho si lasciò cadere contro i cuscini, sudata e senza più respiro. Sentiva quel suono rombarle nelle orecchie, nel cuore, nell’anima. Non riusciva a tenerlo fuori, la stava travolgendo come un fiume in piena.
Non riesco a farlo stare zitto. Non voglio, non voglio sentire...“Ha fatto un ottimo lavoro.” Il dottore si tolse i guanti e la mascherina. Un’infermiera si stava occupando della neo- mamma. “La bambina sta bene, l’ostetrica si prenderà cura di lei e gliela porterà in camera non appena sarà pronta.”
“Non voglio...” sussurrò Shiho, chiudendo gli occhi. Il dottore scambiò una veloce occhiata con l’infermiera. “Dottore, la prego...non voglio...non voglio...”
“D’accordo.” L’uomo si tolse il camice, scuotendo appena la testa. “Lei è sfinita. Si riposi, adesso, ne riparliamo più tardi.”
no, povera puccina!!!!
tutta sola a partorire la piccola, a sopportare paura e dolore....puccina
è davvero triste
e chi cercava?
se volete sapere cosa succederà alla piccola ed alla sua mamma, vi aspetto come sempre giovedì^^
e scopriremo che....