buon pomerggio!!!!! no, anche oggi non è natale, solo che non so cosa fare ed allora aggiornoXD
VondyKudo: grande!!!!!
rinnovo l'invito a tutti voi ad andare in libreria e comprare il mio libro(alla feltrinelli c'è di sicuro! se non c'è, ve lo ordinano senza problemi!)
e dopo le comunicazioni di servizio(a proposito, visto il lavoretto dell'adm a fine pagina del foro?)
passiamo alla fiction. ragazzi, non mi maltrattate il povero eric, che mi serve ancora!
e dopo questo appello, vi lascio alla fic.....
SECONDA PARTE
Cinque
Tre giorni dopo l’agriturismo si ritrovò invaso da turisti giapponesi. Shiho, più silenziosa che mai, divenne inquieta. Quella lingua e quei visi le riportavano alla mente voci e volti che non volevano saperne di scomparire. Ogni volta che credeva di aver dimenticato, loro tornavano, più prepotenti che mai. E da quando era in Irlanda, avevano cominciato a farle visita nei sogni. Per questo, da qualche notte dormiva male e si sentiva sempre stanca.
Perché non mi è concesso un attimo di pace? Perché non posso semplicemente chiudere gli occhi, e dimenticare tutto?“Helena, attenta.”
Eric afferrò il vassoio, riuscendo ad evitare che i piatti sporchi si rovesciassero a terra. Shiho arrossì appena, mortificata. “Scusami. Ero...”
“Hai l’aria stanca.” Eric le tolse il vassoio dalle mani, passandolo ad un’altra cameriera. “Ti senti poco bene?”
“No, no...è solo che...”
“Questi giapponesi sono chiassosi, vero?” Le sorrise, e Shiho si ritrovò a ricambiare. Sapeva davvero come tirarle su il morale. “Però sono anche simpatici, sebbene il loro inglese sia davvero pessimo!”
“Beh, almeno andranno d’accordo con Rufus.”
“Oh, il nostro cuoco è super felice di poter far sfoggio della sua pronuncia perfetta...e di capire finalmente quando i clienti si complimentano con lui!” Si scambiarono un sorrisetto complice, poi Eric le posò la mano sulla spalla. “Senti, qui Lucilla e Patty possono finire da sole, e Rufus le aiuterà. Hai bisogno di una bella passeggiata e di sana aria irlandese.”
“Non credo che...”
“Ti prego, Helena. Solo una passeggiata, non chiedo altro...verrà anche Meg, e giuro che non farò nulla che possa infastidirti.”
“Non mi corteggerai?”
“Parola di scout.” giurò lui solennemente, intrecciando le dita. Dopotutto, una cavalcata le avrebbe fatto bene. Anzi, forse le avrebbe schiarito le idee e l’avrebbe aiutata a scacciare il sottile senso di angoscia che da qualche tempo la tormentava. Era stato Eric ad insegnarle ad andare a cavallo, una settimana dopo averla assunta. Shiho non avrebbe mai immaginato che le avrebbe dato una simile sensazione di pace e libertà; il cavallo lanciato al galoppo, il vento che le frustava il volto impedendole quasi di respirare, terra ed orizzonte che diventavano una cosa sola. Era piacevole, e le faceva dimenticare perfino il suo nome.
Quel giorno non cavalcò fino allo sfinimento, ma ebbe comunque lo stesso effetto. E poi, Meg era terribilmente ciarliera, e le raccontava un sacco di storielle su elfi e fate che facevano i dispetti ai poveri turisti.
“Papà, ci fermiamo al lago?” chiese ad un certo punto la bambina, dall’alto del suo pony color crema. “Voglio dare da mangiare alle anatre!”
“Hai portato il pane?”
“Si, papà!” esclamò lei, sventolando il sacchetto colmo di briciole.
questo eric....è insistente, cavolo!!!!!
ed i fantasmi giapponesi(specie due) tormentano la nostra povera shiho....
finita anche la seconda parte. vi aspetto giovedì, con l'inizio della terza^^