buongiorno a tutti! oggi, dopo tanto tempo ho dormito un pò di più la mattina...che poi mi sono cmq alzata presto per andare al mercato con mia mamma! non ho trovato nulla di vestiario, ma in compenso ho trovato del pancarrè senza lattosio, quindi oggi dopo tanto tempo toast!!!! siiiiiiii!!!!!!
si, lo so, a voi non vi interessa^^
mi metto subito d'impegno, andiamo con la fic^^
eravamo rimasti alla nostra puccia grande che era stata sorpresa dalle doglie, ed ovviamente il suo assillante e sfigante maritino era a giocare con i cadaveri. ma qualcuno è arrivato in suo soccorso, chi sarà mai? scommetto che non lo avreste mai immaginato, ma è....
QUARTA PARTE
Sollevò la testa, osservando attraverso il velo delle lacrime l’uomo fermo sulla soglia. La sua sorpresa durò solo un istante: un attimo dopo, Akai le era accanto, aiutandola a sostenersi. “Hai le doglie?”
“Si. Si.”
“Ti porto subito in ospedale. Sono in macchina.”
“Come...come mai sei qui?” gli chiese Shiho, mentre uscivano di casa con passo lento.
“Mi serviva un fascicolo per un caso, ed alla centrale mi hanno detto che lo aveva Kudo.” Corrugò appena la fronte, chiudendosi la porta alle spalle. Una fitta colse la donna, costringendola a piegarsi in due: istintivamente gli prese la mano, e lui attese con pazienza che fosse passata. “Ce la fai ad arrivare alla macchina?”
“Temo...di no.”
L’uomo non si scompose, la sollevò in braccio con facilità e la portò alla sua auto. Partì a razzo, e cinque minuti più tardi era all’ingresso dell’ospedale: chiamò a gran voce due infermieri che stavano chiacchierando vicino all’ingresso, mentre apriva la portiera per farla scendere.
“Akai...”
“Chiamo subito Kudo, ed aspetto che arriva.” disse l’uomo, cogliendo la sua espressione. Uno degli infermieri tornò con una sedia a rotelle, e l’altro la aiutò a sedersi sopra. Shiho fece una smorfia, ed afferrò il braccio di Akai.
“Per favore...vieni con me.”
“Non...” cominciò l’uomo, poi incrociò i suoi occhi spaventati e le prese la mano. “Finché non arriva kudo.”
Dieci minuti dopo, le contrazioni erano diventate più forti e ravvicinate. Il dottore era arrivato di corsa nella stanza in cui era stata sistemata ed attaccata ad una macchina che segnalava i suoi segni vitali e quelli del bambino. Il dottore le assicurò che tutto procedeva bene, e che presto il bambino sarebbe nato.
“Non si preoccupi, signora Kudo. Tra qualche minuto sarà pronta e le faremo l’epidurale.”
“A...aspetti.” sussurrò Shiho, sollevandosi a fatica. “Non...non può nascere, non...”
“Signora, si calmi, per favore.” Il dottore si alzò e la indusse gentilmente a rimettersi giù tra i cuscini. “La dilatazione è quasi completa, non manca molto al parto.”
“No, no...” sussurrò la donna, con voce tremante. “Questo bambino...non può nascere. Non... non può nascere...”
“Signora...”
“Non...non voglio che nasca senza suo padre.” sussurrò la giovane donna, afferrando la sbarra del lettino per contrastare il dolore della contrazione. “Lui...deve essere qui con me. Non...non voglio farlo senza...senza di lui...”
“Arriverà a minuti.” disse Akai, tentando di tranquillizzarla.
“No, lui...è fuori Tokyo. Non...non ce la farà...”
“Sarà qui, ne sono sicuro. Ha detto che avrebbe preso l’elicottero.” la rassicurò ancora Akai, tralasciando di dirle che quando gli aveva telefonato era andato nel panico più totale.
“Ma...” Una contrazione più forte delle precedenti le mozzò il respiro. Il dottore si affrettò ad infilarsi i guanti ed il camice verde, osservando l’infermiera che controllava i monitor e le tastava il pancione.
“È pronta?” chiese, ed al cenno dell’infermiera indossò anche la mascherina. “Preparate l’epidurale. E lei, signora, adesso deve calmarsi ed ascoltarmi. Dobbiamo far nascere suo figlio.”
“No, no.” sussurrò Shiho, serrando le gambe.
“Non possiamo aspettare." Scambiò un’occhiata con Akai, che la afferrò con gentile fermezza per le spalle e le impedì di muoversi. L’infermiera le scostò il camice sulla schiena e le fece l’epidurale: Shiho avvertì una puntura, un lieve dolore, e dopo qualche istante il farmaco cominciò a fare il suo effetto. Il dottore aiuto l’infermiera, e si sistemò davanti a lei. “Ora, signora, appena sente la contrazione spinga con tutte le sue forze.”
Shiho era terrorizzata. Il dolore era stato soffocato dal medicinale, ma non era quello a spaventarla. Era di nuovo in un ospedale, era un luogo che non evocava bei ricordi. Di nuovo senza di lui, in procinto di partorire suo figlio.
Non ce la farò mai. Non posso farcela...“Forza, signora. La contrazione sta arrivando...respiri profondamente, e spinga.”
“No, io...” Ma quel bambino non era della sua stessa idea, e voleva nascere subito. E lei non poteva certo impedirglielo né contrastarlo, perciò strinse con forza la mano di Akai e seguì le direttive del medico. La contrazione passò, e lei si lasciò cadere sul lettino, ansimante e con gli occhi chiusi.
Non ce la farò mai, pensò prima dell’arrivo di un’altra ondata di dolore.
Shinichi... dove sei?
shiho, molla quel tonno e sposati akai!!!!!!!!!
che uomo^^
me lo immagino troppo con la scuffia in mezzo a dottorini ed infermieri, che non sa bene come comportarsiXD cmq, chi meglio di lui poteva accogliere la nuova akemi?
ed immagino anche kudo che riceve la telefonata "tua moglie sta partorendo"...e lui che svieneXD
povera puccina, non ha bei ricordi degli ospedali, il primo parto per lei è stato un pò un trauma, tutta sola e spaventata...ma ora? ce la farà kudo a rimettersi in piedi dopo lo svenimento e raggiungre la sua amata sofferente e spaventata?
per saperlo, vi aspetto domenica