buon pomeriggio a tutti!
siamo giunti alla fine di questa lunga avventura di gennaio (anche perchè siamo a febbraio, ormai. si, la battuta era pessima).
lasciate perdere le mie cavolate, e gustatevi il finale di questa giornata di compleanno un pò particolare...
GENNAIO- UN COMPLEANNO PARTICOLARE
Dodicesima Parte
Il personale dell’albergo fu molto disponibile, quando seppero che Akira aveva la febbre. Una ragazza con le lentiggini li accompagnò in camera, mentre dalla reception chiamavano il dottore, che arrivò pochi minuti dopo: l’uomo visitò il ragazzo, gli somministrò un antibiotico e lasciò uno sciroppo, nel caso la febbre fosse salita.
“Vi lascio il mio numero di telefono, se succede qualcosa chiamatemi.”
“Grazie, dottore.” Shiho lo accompagnò alla porta, e la richiuse dietro di lui. Poi tornò vicino al letto. “Come ti senti?”
“Uno schifo.”
“Una buona notte di sonno ti rimetterà in piedi.”
“Che sfiga. Proprio oggi dovevo ammalarmi?” sbottò lui, passandosi una mano sul volto.
“Perché mi hai aspettato per tre ore sotto la neve, al freddo.” mormorò Shiho, con un sospiro. “Se non avessi fatto ritardo...”
“Avevo già il raffreddore da qualche giorno, e non mi sono curato.” disse lui, evitando il suo sguardo. Poi le prese la mano. “Non è colpa tua, Shiho.”
“Potevi dirmelo che stavi male.”
“Beh...” Si grattò la punta del naso, a disagio. “Ci tenevo.”
La ragazza sorrise, divertita dal suo imbarazzo. “Dicevi che i compleanni non ti interessano.”
“Ma se lo passo con te, è diverso.” ammise lui, tra i denti. “E poi, domani pomeriggio siamo tutti dai Kanzaki.”
Shiho spalancò gli occhi. “Lo sai?”
“Ovvio.”
“Chi te lo ha detto?” borbottò Shiho, contrariata.
“Shirai e Akemi.”
“Quelle due pesti!”
“Ma lo sapevo già.”
La giovane Kudo sospiro. “Nagase?”
“Naturalmente.
“Doveva essere una sorpresa.
“Farò finta di essere sorpreso.”
“Sempre che tu ti regga in piedi.”
“Diavolo.” borbottò Akira, sospirando.
“Sono certa che guarirai. Mi prenderò io cura di te.” Sorrise, sforzandosi di essere seria. “Peccato però che non potrò più vederti con questo bel pigiamino rosso.”
“Ti prego, non ricordarmelo.” Emise un sospiro. “Lo sapevo che non dovevo chiedere a mio padre di comprarmi un pigiama.”
“Sembri l’assistente di Babbo Natale.”
“Shiho.”
La giovane Kudo nascose una risatina dietro la mano, poi si alzò. “Mentre il dottore ti visitava, sono scesa nella hall e ho comprato qualcosa.”
“Da mangiare?”
“Non dirmi che hai fame?” esclamò, perplessa. “Comunque si, ho preso qualcosa da mangiare. E poi, anche il necessario per la notte per me, non ho avuto il tempo di passare a casa a prendere il mio zainetto.”
“Hai preso una vestaglia sexy?”
“Non hai la forza di alzare una mano, figuriamoci per fare altro!” esclamò lei, divertita.
“L’ho detto che sono sfigato.” sospirò lui, melodrammatico. “Almeno mi farai da infermiera.”
Lei rise, poi andò in bagno per fare una doccia e mettersi il pigiama. Telefonò alla madre per dirle che andava tutto bene, poi tornò da Akira: teneva gli occhi chiusi, ma appena lei si arrampicò sul letto, li aprì.
“Scusa. Stavi dormendo?”
“Mi riposavo.”
“Come ti senti?”
“I medicinali fanno effetto. Anche se mi sta venendo sonno.”
“Allora ci faremo una bella dormita... ma non resisto fino a domani. Posso darti il mio regalo?”
“Sono proprio curioso di sapere cos’è.”
La ragazza prese il pacchetto, e osservò con impazienza Akira che lo scartava e sollevava il coperchio della scatola. Si godette appieno la sua espressione incredula. “Ma...è la divisa ufficiale dei Los Angeles Lakers! Completa!”
“Già.”
“Oh. Oh.” fu tutto quello che riuscì a dire il giovane, mentre guardava il contenuto della scatola. “Dove diavolo l’hai trovata?”
“Beh, cercando un po’ qua ed un po’ la. Ho avuto fortuna.” Fece una smorfia. “Anche se effettivamente oggi non abbiamo avuto molta fortuna.”
“Ma cosa è successo?”
“Io e Kiki siamo andate a prendere il tuo regalo, ma appena entrate in negozio c’è stato un omicidio. L’ispettore assegnato era un idiota, e non voleva mollarci così io e Kiki abbiamo risolto l’omicidio, e...”
“Aspetta un attimo.” la interruppe Akira, smettendo di guardare la divisa. “Tu e Kiki cosa?”
“Abbiamo risolto il caso.” ripeté Shiho, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “In realtà ha fatto tutto Kiki, si stava annoiando. Io l’ho solo aiutata.”
“Degne figlie di vostro padre, insomma. Poi, che è successo?”
“Come se non bastasse, quando siamo uscite dal negozio abbiamo scoperto che nevicava, che avevo dimenticato il cellulare, che i telefoni non funzionavano e che i treni non partivano.”
“Che brutta giornata hai avuto.” mormorò Akira, sollevando la mano e accarezzandole la guancia. “E tutto per il mio regalo. Mi dispiace per averti urlato prima. Ero...preoccupato. Stavo impazzendo, non sapevo se ti fosse successo qualcosa, ho cominciato a pensare i peggiori scenari possibili...ho perfino pensato che avessi cambiato idea e volessi mollarmi.”
“Anche io ho pensato che tu volessi mollarmi, visto quello che ho combinato.”
“Io non ti mollerei mai.”
“Nemmeno io.” disse Shiho, con un gran sorriso.
“E dopotutto, il compleanno non è del tutto rovinato, no?” mormorò lui, prendendole la mano e sfiorandole l’anellino con un dito. “Ora ti chiederei un bacio, ma con questa febbre...”
“Vorrà dire che saremo malati insieme.” mormorò Shiho, con un sorriso, abbandonandosi contro di lui ed unendo le labbra alle sue, per un dolce bacio che cancellò tutti i dubbi, i timori e le incertezze di quella strana giornata.
alla fine, alla faccia di hikaru e delle sue maledizioni, akira e shiho hanno avuto la loro serata, anche se un pò diversa da come avevano programmato. e sempre alla faccia di hikaru, akira ha anche dormito con la sua dolce fidanzata...
gennaio è finito, quindi ora c'è febbraio....e con febbraio, cosa arriva per gli innamorati?
vi aspetto lunedì prossimo per una nuova avventura