visto che tvb, che domani sarò abbastanza presa da once upon a time e game of thrones (e d'improvviso il lunedì diventa il giorno più bello della settimana), ma soprattutto perchè conquistata da quell' "escimi il capitolo" ....beh, ti esco il capitolo, lucia!!!!!!!!!!
dove eravamo rimasti?
ah si, alle terme, due sotto un futon.....
MARZO- WHITE DAY
Terza Parte
“Guarda, Akira! Non è meraviglioso?”
Shiho si fermò al limitare del porticato, sgranando gli occhi davanti allo spettacolo offerto dal giardino baciato dai raggi del sole.
“Non più di una tavola imbandita.” Il ragazzo la prese per mano, trascinandola via. “Vieni, ho una fame da lupi.”
“Uff! Non sei per nulla poetico!”
“Non quando il mio stomaco brontola.”
“A colazione hai mangiato un sacco! Non puoi avere di nuovo fame!”
“Sarà l’aria del posto.”
La sala da pranzo rispecchiava lo stile della locanda, come il resto dell’edificio. Tatami, kotatsu, un delizioso profumo di verdure al vapore, vasi delicati e splendidi quadri erano appesi alle pareti; ogni tavolo aveva una lampada panciuta, e altre erano disseminate per la sala, anche se adesso erano spente perché la luce del sole penetrava dalle porte scorrevoli lasciate aperte a mostrare il giardino e le sue meraviglie.
Shiho e Akira presero posto ad un tavolo nell’angolo, scortati dalla solerte Michiru, efficiente e silenziosa. La sala era piena, e guardandosi intorno Shiho riconobbe diverse persone che aveva incontrato quella mattina a colazione e alle terme.
“Hai visto quanta gente?” mormorò ad Akira, mentre lui consultava il menù.
“Ho sentito che offrono anche pacchetti low- cost, pranzo e terme. E che si mangia bene.” Corrugò la fronte fissando il foglio che aveva davanti. “Penso che prenderò un po’ di tutto.”
Shiho gli rifilò un’occhiataccia. “Ma sei venuto qui per mangiare o per le terme?”
“Per entrambi.” Inclinò la testa di lato. “E per stare con te.”
“Perché riesci a dire la cosa giusta al momento giusto?”
“Perché sono un genio.”
“Un genio poco modesto.” borbottò Shiho, con ironia. “Allora, che prendi? Tutto il menù?”
“Se possibile.”
“Allora non scherzavi affatto!”
“Certo che no. Pensavi di si?”
“Se continui a mangiare così, diventerai un ciccione!”
“Per mia fortuna, mia madre mi ha partorito snello e carino, a sua immagine e somiglianza. Una cosa buona nella sua vita l’ha fatto.”
Shiho non seppe come replicare. Akira non parlava mai di sua madre, che lo aveva abbandonato quando era solo un bambino. Il giovane non lo dimostrava, ma quel rifiuto doveva avergli fatto male più di quanto era disposto ad ammettere. E come se non bastasse, anche la famiglia di suo padre non lo aveva accettato. Troppo simile a sua madre.
Se solo avessi tra le mani quegli stupidi...“Ehm...scusate...”
Una voce sottile e incerta ruppe il corso dei suoi pensieri. Quando Shiho sollevò la testa, si ritrovò ad osservare una graziosa donnina di mezza età, con i capelli grigi legati in una crocchia e un kimono bianco con ricami azzurri. Le guance rugose erano arrossate e le dita sottili tormentavano nervose un piccolo ventaglio di legno. I suoi occhi scuri esprimevano ansia e un’emozione che non seppe definire, mentre si fissavano su Akira.
“Tu...ti chiami Akira?”
“Si.” rispose il giovane, dopo un lungo momento di silenzio, in cui la donna divenne ancora più impaziente.
“Akira...Saito?”
Shiho sussultò, ma il ragazzo rimase impassibile. “Si.”
“Tu sai chi sono?” gli domandò la donna, dopo aver esitato a lungo.
“Si.” Akira piegò la testa di lato. “Ti ho vista sulle foto dello zio Keiji.”
“Conosci questa donna?” gli domandò Shiho, notando che per un istante gli occhi di Akira si erano riempiti di rabbia.
“È la madre di mio padre.”
“La ma...” sussurrò Shiho, incapace di terminare la frase. Guardò Akira, il cui volto era tornato impassibile, e poi la donna. Aveva un volto dolce e gentile, e le parve impossibile che quella piccola nonnina avesse maltrattato e rifiutato suo nipote. Oltretutto, adesso lo stava guardando con occhi colmi d’amore, di gioia e di tristezza.
“Tu devi essere Shiho.” La donna si inchinò brevemente. “Yuri mi ha parlato molto di te.”
“Pia...piacere di conoscerla, signora Saito.” balbettò, scattando in piedi e ricambiando l’inchino.
“Chiamami Yoko, per favore.” La nonna di Akira sorrise, e di nuovo Shiho si chiese per quale motivo lei e il nipote non si frequentassero. Erano lampanti i sentimenti che provava per il ragazzo. “Allora, come vi trovate qui? Vi piace il posto?”
“È davvero splendido. Non avevo mai visto niente di simile prima d’ora. E i giardini sono favolosi!” esclamò la ragazza, con entusiasmo. poi lanciò un’occhiata al fidanzato. Non aveva più aperto bocca. “Anche lei è qui in villeggiatura con la sua famiglia, signora Yoko?”
“No. Questa locanda è nostra.” le rispose la donna. Perfino Akira parve sorpreso dalla notizia. “Ma si, siamo qui con tutta la famiglia. Mio marito trae benefici dalle cure termali: ha problemi alle gambe e sovente viene qui, e io lo accompagno. Ci sono anche mia figlia Shizuka e i miei nipoti.”
Shiho guardò Akira. Nessuna reazione. Poi guardò sua nonna. Pareva un po’ a disagio, forse perché avrebbe voluto trattenersi ancora a parlare con il nipote.
Ma non è che lui invogli alla conversazione. È rigido come uno stoccafisso, e per nulla amichevole...“Ehi, nonna. La mamma ti vuole in cucina.”
Un ragazzo si avvicinò al tavolo. Aveva più o meno la loro età, e sembrava la copia sputata di Kaoru, il fratello di Yuri.
“Sou, lui è Akira.” si affrettò a presentarlo la nonna, arrossendo appena.
“Oh. Il figlio dell’americana.” replicò il ragazzo, dopo aver guardato attentamente Akira. Che rimase ancora impassibile.
“Sousuke! Insomma!” lo rimproverò la nonna, bruscamente.
“Che ho detto?” Il giovane si strinse nelle spalle. “Io dovrei essere tuo cugino.” Poi guardò Shiho. “Anche tu sei mia cugina? Hai i capelli strani.”
“Lei è la mia ragazza.” rispose Akira, fissando freddamente il cugino.
“Io sono Sousuke Saito. Ma potete chiamarmi Sou.”
“Shiho Kudo.” si presentò Shiho. Le stava simpatico quel ragazzo spigliato e schietto, le ricordava tanto Akemi.
“Kudo? Dove l’ho già sentito questo nome?”
“Shiho è la figlia del vice- commissario Kudo, sezione omicidi di Tokyo.” puntualizzò Akira, e Shiho corrugò la fronte, chiedendosi il motivo del suo atteggiamento.
“Oh, cavoli!” esclamò Sou, emettendo un fischio sommesso. “Allora sei la nipote di Yukiko Fujimine e Yusaku Kudo! Non è che potrei avere un loro autografo?”
“Certo.” rispose Shiho, con un sorriso.
Ma mio padre lo conoscono tutti?“Sou, smetti di infastidire i nostri ospiti.” lo rimproverò la nonna. “Lasciamoli mangiare in pace, li abbiamo disturbati fin troppo.”
Il ragazzo si strinse nelle spalle. “Venite alla cena di stasera? È il compleanno della nonna.”
“Sou...” La donna gli lanciò un’occhiataccia, sbirciò Akira con espressione malinconica e poi accennò un sorriso avvilito. “Non dategli retta, non riesce a stare zitto quando dovrebbe. Vi lascio mangiare in pace, ragazzi. Buon appetito, e buona permanenza.”
ve lo dico, io amo alla follia sousuke saito!!!!
akira incontra la sua famiglia....ora avete capito perchè nello spoiler dicevo che il protagonista sarebbe stato lui?
sono malefica, lo soXD
se volete sapere come continua, e cosa succederà tra akira e la sua famiglia, vi do appuntamento a lunedì prossimo, se sopravvivo ai torino comics