mi sono dimenticata di aggiornare ieri!!!!
pardon!!!!!!!
rimedio subito, e non vi trattengo con ulteriori chiacchiere.
ecco l'ultima parte di questa ff
MARZO- WHITE DAY
Decima Parte
“Ma ce l’hai.” mormorò Shiho, abbracciandolo. “La mia famiglia è anche la tua.”
“Tuo padre sarà d’accordo?”
“Oh, non preoccuparti per lui. La mamma ti ha già adottato. E anche Shi.”
“Allora sono fortunato.” mormorò lui, stringendola a sé. “Il temporale è passato.”
“Si. È vero.” Shiho si sciolse dal suo abbraccio, guardando fuori dalla finestra. Pioveva ancora, ma niente più tuoni. “E tu dovresti farti una doccia calda e cambiarti, prima che ti venga un raffreddore.”
“Dovresti farlo anche tu.”
“Non mi stai proponendo una romantica doccia a due, vero?”
“Beh, non proprio romantica...”
“Scemo.” Gli rifilò una piccola spinta, poi gli prese la mano e lo guardò ansiosa. “È tutto a posto tra noi, vero? Non sei arrabbiato con me, vero?”
“Tranquilla.” Le diede una pacca sulla testa, come faceva sempre quando era agitata. “Sicura di non voler fare la doccia con me?”
“No!” esclamò Shiho, ridendo.
“Peccato. Avevo in mente un paio di...”
“Akira!”
Lui sollevò le mani. “Quella torta sul tavolo...”
“L’ha fatta tua nonna.”
“Mh.” fu il suo commento, la fronte leggermente corrugata. “Ho una certa fame, in effetti.”
Shiho sorrise, guardando la porta del bagno chiudersi alle sue spalle.
Forse questo è un inizio... il primo passo.Il trillo allegro della sveglia strappò Shiho da un bel sogno. Allungò la mano per afferrare il telefono e la spense, rannicchiandosi nuovamente nel dolce abbraccio delle coperte. E di Akira.
“Ehi. Dobbiamo alzarci.”
“Mmm...” borbottò lui, nascondendo la faccia tra i suoi capelli. “È domenica mattina. Spiegami perché hai messo la sveglia.”
“Perché siamo alle terme. E perché alle cinque abbiamo il treno per tornare a Tokyo.”
La risposta di Akira fu un borbottio indistinto, ma dopo un momento lui scostò le coperte e sparì in bagno.
Mezz’ora più tardi, scendevano nella sala per fare colazione.
“Guarda, li c’è un tavolo libero.”
“No, aspetta.” Akira la prese per un polso, trascinandola verso Michiru. “Ho bisogno di un favore.”
“Certo. Mi dica pure, signore.”
“I proprietari sono già svegli?”
“Si, stanno facendo colazione nella saletta privata.”
“Puoi portarmi da loro?”
Shiho lo fissò incredula, ma il suo volto era inespressivo.
Trattenne il fiato, mentre Michiru li scortava alla saletta privata, dove sei paia d’occhi accolsero con stupore il loro arrivo.
“Ehi, Akira! Shiho!” esclamò subito Pam, allegramente.
“Mangiate con noi?” chiese Sou, diretto come sempre.
“Se non è un problema aggiungere due posti.” rispose Akira dopo un momento di pausa, fissando suo nonno con una strana luce nello sguardo. Il vecchio ricambiò lo sguardo.
“Ma certo che no!” esclamò Yoko, illuminandosi in volto. “Michiru...”
“Subito, signora.” disse l’efficiente ragazza, e sparì nella stanza accanto.
“Prego, accomodatevi.” li invitò Yoko, che conteneva a sento il suo entusiasmo. Lanciò un’occhiataccia al marito e alla figlia, poi tornò a sorridere ai due ragazzi. “Qui siamo soliti servire la colazione alla giapponese, ma se voi siete abituati altrimenti...”
“No, andrà bene.” disse Akira, sedendosi vicino a Sou. Shiho prese posto accanto a lui, trattenendo un sorriso. “Grazie per la torta. Era davvero buona.”
“Torta? Che torta?” chiese subito Sou. “Perché io non l’ho avuta?”
“Ne ho avanzata un po’.”
“Oh, splendido!” esclamò Sou, battendogli una pacca sulla spalla.
“Vi verranno le carie.” fu il commento ironico di Kei.
“Forse dovresti mangiarne anche tu un pezzo, ti servirebbe un po’ di dolcezza.” replicò il fratello, mostrandogli la lingua.
“Ragazzi, per favore.” li richiamò la madre. “Non fate i maleducati. Abbiamo ospiti.”
“Ma lui è di famiglia, no?” disse Sou, rivolgendo un gran sorriso ad Akira. Lui guardò la zia e poi il nonno.
Hanno la stessa espressione, notò Shiho, divertita.
Ecco da chi ha preso.
“Già.” rispose alla fine Akira, quasi con un sussurro. Shiho gli prese la mano che teneva serrata sul ginocchio, avvertendone il leggero tremito.
“Sei sicuro?” gli bisbigliò, in modo che sentisse solo lui.
“No.” rispose Akira, sorridendole e stringendole la mano. “Ma voglio provarci.”
E si conclude anche questa ff, ovviamente con il lieto fine. io già me li vedo akira e suo nonno battibeccare
ma non pensate sia finita qui, perchè vi aspetto domenica prossima con il mese di aprile. vi lascio un piccolo indizio: diciassette anni prima di questi eventi, in una notte di pioggia, qualcuno suonò il campanello di una casa avvolta dal silenzio portando........