buon pomeriggio a tutti. in questo pomeriggio piovoso di fine agosto, siete pronti a leggere questo capitolo?
APRILE- ALLA LUCE DELLE STELLE...
Undicesima Parte
Lei arrossì, sentendosi avvampare sotto il suo sguardo carezzevole.
“Lo so, ma... la mia insicurezza mi porta a questo. A farmi tremila filmini su quello che ti piace o no. E poi... Hagino sembra già una donna, e si comporta come tale. Io invece sembro una bambina, e mi comporto come tale. Quando dormiamo insieme, mi metto il pigiama rosa con i panda. Non indosso biancheria di pizzo. Non metto il costume normale perché mi vergogno, figuriamoci un bikini! Come potresti essere attratto da me, se...”
Il suo bacio la zittì. La pressione delle sue labbra era dolce, ma le trasmise tutti i sentimenti che nutriva per lei.
“Non sapevo come farti star zitta.” mormorò lui con espressione contrita, quando si staccarono. “Non voglio...sentire certe cose. Tu sei la migliore di tutte. È con te che ho scelto di stare, e non ho certo intenzione di lasciarti o guardare un’altra solo perché non ti metti il bikini o la biancheria di pizzo. Siamo intesi?”
Lei si asciugò le lacrime. “Va bene. Niente più filmini mentali da adolescente insicura.”
“Promesso?”
“Promesso.” rispose Shiho, riuscendo a sorridergli. “Oh, ma tu devi sederti! Non puoi stare in piedi!”
“Guarda che non sono moribondo.”
“E devi anche cambiarti, o ti verrà una polmonite.” Lo guardò con espressione che non ammetteva repliche, posando la foto sul cassettone e facendolo sedere sul letto. “Ma dico io, che ti è saltato in mente di andare con le stampelle nella neve?”
“In quel momento, non ero...lucido.”
Shiho nascose un sorriso, compiaciuta dalle sue parole. Pescò dal cassettone una maglia e un pantalone, guardò per l’ennesima volta la foto- non si sarebbe mai stancata- e tornò vicino a lui. Akira stava armeggiando con la cerniera del suo maglione, e lei sorrise quando lo sentì borbottare contro quell’aggeggio infernale.
“Ma che combini? L’hai fatta incastrare?”
Si chinò su di lui, riuscendo a disincagliare la cerniera. Poi lo aiutò a sfilarselo dalla testa.
“Dovrei cadere più spesso nella neve. Così la mia dolce fidanzata si mette a spogliarmi.”
Era una delle sue solite battute maliziose e ironiche. Shiho ci era abituata. Ma stavolta si ritrovò a fissare il torace di Akira, coperto solo dalla maglietta intima, e immaginò di allungare una mano per accarezzarlo. Sapeva com’era fatto, lui la abbracciava spesso, ma stavolta avrebbe voluto toccarlo senza vestiti addosso...
Avvertì un calore bruciante aggredirle il volto e gli girò bruscamente le spalle, con il timore che lui potesse leggerle nella mente.
Ma che mi metto a pensare?“Shiho? Che c’è?”
“N- no... n- niente...” balbettò lei, scuotendo la testa per scacciare l’immagine che si era formata nella sua mente.
“Sicura? Perché sei diventata tutta rossa?”
“No, io...”
“È per quello che ho detto prima?”
Lei scosse la testa con forza, ma evitò di voltarsi. “Certo c- che no! P- pensavo... si, p- pensavo di... ti prendo un asciugamano per a- asciugarti...”
“Aspetta, non... ahia!”
Shiho si voltò di scatto. Per la fretta di fermarla, Akira si era alzato dal letto facendo leva sulla gamba infortunata. Una smorfia di dolore si disegnò sul suo volto, mentre tentava invano di mantenere l’equilibrio. Shiho si protese in avanti per aiutarlo, ma il peso del ragazzo la trascinò indietro con lui, e finirono distesi sul letto, con Shiho che cadde rovinosamente su di lui.
“Akira!” esclamò dopo i primi attimi di confusione.
“Mi ero dimenticato della gamba.” borbottò lui, rilassando le braccia sul materasso. “Dannazione, che male!”
“Devo chiamare il dottore.”
“No. Preferisco che stai qui con me... certo, se mi togliessi il gomito dallo stomaco, tornerei a respirare.”
“Oh. Scusami!” esclamò lei, arrossendo. Tentò di sollevarsi, ma nella fretta scivolò e si ritrovò nuovamente lunga distesa su Akira, con il naso dolorante per l’impatto sul suo petto. “Ahia!”
“Ti sei fatta male?” le domandò, sollevandosi sui gomiti, e facendo forza sulle braccia riuscì a raddrizzare entrambi. Shiho si ritrovò così seduta sulle sue ginocchia, a massaggiarsi il naso.
“Che hai, i muscoli d’acciaio?”
“Mi spiace. Ti fa tanto male?”
“Si.” mormorò lei, con voce lamentosa.
“Vieni qui.” mormorò lui, togliendole la mano e sfiorandole la punta del naso con un tenero bacio. “Va un po’ meglio adesso?”
“Forse.” mugugnò lei, rossa in volto. “E a te come va la gamba?”
“Bene.”
“Forse dovrei alzarmi, e...”
“No, resta.” Lui la trattenne, afferrandola con gentilezza per la vita. “Non mi dai fastidio.”
Ci fu qualche momento di silenzio, in cui Shiho sentì il battito del suo cuore che sembrava rombare nella stanza.
“A cosa stavi pensando prima?”
“A...niente.”
“Shiho...è tutto a posto tra noi, vero?”
La giovane Kudo incrociò il suo sguardo. I suoi occhi splendevano di triste dolcezza. Commossa, gli prese il volto tra le mani. “Si. È tutto a posto.”
“Non volevo dirti davvero quelle cose.”
Lei scosse la testa. “Non importa.”
“Mi dispiace non aver saputo proteggerti da Hagino e dalla sua cattiveria.”
“Non importa.”
Akira esitò per un lungo istante. “Non ti ho detto di lei perché... pensavo avresti avuto una pessima opinione di me, se ti avessi detto che ero stato con una ragazza senza provare nulla per lei. E anche le altre con cui sono stato...”
“Non sei costretto a dirmi queste cose. Non voglio che tu ti senta obbligato, non voglio forzarti a fare nulla.”
“No. Non voglio che ci siano più segreti tra di noi, e non voglio più litigare con te. Mai più.” Posò le mani sulle sue. “D’ora in avanti, ci diremo sempre tutto. Per quanto potrebbe essere difficile, non nascondiamoci più niente. D’accordo?”
“D’accordo.” mormorò Shiho, chinandosi a sfiorargli le labbra con un leggero bacio.
tra shiho e akira è tornato il sereno, e sono di nuovo ciccipucci teneri e dolci come piacciono a noi (a parte uno)
vi aspetto la prossima domenica con l'ultima parte di questa ff, in cui succederà che.... *non ve lo dico*
ps. hikaru, ho cominciato a leggere la tua ff "ombre dal passato"