bentornata simona!
buon pomeriggio. nonostante la mia salute non proprio a posto, eccomi qui per iniziare una nuova avventura. siamo a luglio (purtroppo solo nella ff), akira e shiho sono ufficialmente fidanzati, il commissario kudo è ancora vivo (con buona pace di hikaru)...cosa succederà?
LUGLIO- IO E TE...SEMPRE
Prima Parte
“Hai preso tutto?”
Il giovane guardò la valigia aperta sul letto. “Ho preso tutto.”
“Dai, spostati. Controllo io. Sicuramente avrai dimenticato qualcosa.”
“Ecco perché sei qui.”
Shiho sollevò lo sguardo dal contenuto della valigia, per posarlo sul suo ragazzo. “Ah, dunque, è a questo che ti servo?”
“Beh, no. Ci sono cose decisamente più piacevoli che fai per me.”
“Scemo.” Gli fece la linguaccia. “E comunque, hai dimenticato il borsello con sapone e shampoo. E i calzini.”
“Però i biscotti che mi hai fatto li ho messi.”
“Eh, certo. È quella la cosa più importante.”
Shiho andò in bagno a prendere il borsello, poi aprì il primo cassetto dell’armadio e recuperò una mezza dozzina di calzini. Sistemò tutto in valigia, e sorrise quando vide il polsino con le iniziali ricamate accuratamente ripiegato sopra la divisa gialla e blu. Lo accarezzò con dolcezza, prima di chiudere la valigia.
“Ecco fatto. A che ora parte il pullman?”
“Tra quaranta minuti.”
“Allora ci conviene muoverci, o lo perderai.”
“Non è necessario che mi accompagni. Devi studiare, hai un esame importante.”
“Posso prendermi una pausa, e ne ho davvero bisogno, credimi. Mi si sta fondendo il cervello!”
“Allora meglio che ti riposi.” Akira la afferrò da dietro e la abbracciò, baciandola sulla testa. “Non vogliamo certo che questo prezioso cervellino vada in tilt.”
“Questo esame è davvero difficile.” Shiho si voltò nel suo abbraccio e posò la testa sul suo petto. “Non ho mai avuto difficoltà con lo studio, e finora ho superato tutti gli esami a pieni voti.”
“Sei anche più avanti di tutti. Se continui di questo passo, prenderai la laurea prima del tempo.”
“Beh, è perché mi sento un po’ limitata.” ammise lei, arrossendo. “Studiare non mi è mai pesato, ma adesso non vedo l’ora di andare oltre...sento che il mio posto è da un’altra parte.”
“All’Istituto di Ricerca Avanzata di Tokyo?” Shiho sollevò la testa e annuì. “Negli ultimi mesi ci sei stata parecchie volte.”
Lei arrossì. “Beh, volevo solo...”
“Non c’è nulla di cui vergognarsi.” Akira le sorrise dolcemente. “Se sei così impaziente di realizzare qualcosa, significa che hai trovato la tua strada, no?”
“Si, è vero. Ma devo prima superare questo esame, altrimenti niente Istituto di Ricerca.”
“Ce la farai, ne sono sicuro.” Akira si chinò a baciarla sul naso. “Se hai bisogno di silenzio e tranquillità, vieni pure qui. Tanto le chiavi le hai, e praticamente è come se vivessi qui.”
“Penso che seguirò il tuo consiglio.” Si sollevò sulla punta dei piedi e lo baciò sul naso. “Andiamo ora, oppure il coach Sendo ti lascerà qui, e non è assolutamente possibile. Questo torneo è importante, e se farai bella figura entrerai definitivamente in prima squadra.”
Akira fece una smorfia. “Lo vedremo.”
“Tu sei bravo. Ce la farai sicuramente.” Si sciolse dal suo abbraccio, un po’ a malincuore. “Dai, andiamo.”
Uscirono dall’appartamento a pochi passi dalla Todai, che Akira aveva affittato un paio di mesi prima, e raggiunsero la palestra in cui si allenava la squadra di basket di cui il ragazzo faceva parte da ormai un anno. Nel cortile, un pullman nero attendeva con il motore acceso e il portabagagli aperto. I membri della squadra stavano arrivando alla spicciolata, chi da solo chi accompagnato, e c’era già una discreta folla riunita attorno al pullman.
“Non vedo il coach.” disse Shiho, mentre lui sistemava la valigia e salutava un paio di compagni che facevano lo stesso. Era il più giovane della squadra, ma non per questo il meno bravo.
“Oh, lui arriva sempre tardi.” disse il capitano della squadra, un certo Takumi. “Dovrebbe proprio trovarsi una moglie che gli dia una regolata... allora, Saito, sei pronto? Guarda che ci aspettiamo grandi cose da te.”
“Perché tu sei troppo vecchio per far vincere la squadra?”
“Ma senti questo che lingua lunga!” Takumi lo agguantò, serrando il braccio muscoloso attorno al suo collo, fingendo di volerlo strangolare. “Solo perché sei il cocco del coach! Abbassa la cresta, moccioso!”
“Sono anche il tuo cocco, però.” replicò Akira, con ironia.
“Ma questo non ti da il diritto di prendermi in giro. E poi guarda che non sono così vecchio!”
Akira sollevò un sopracciglio. “Ah, no?”
“Ehi!” Takumi lo stritolò. “Mi auguro che tu non faccia il galletto anche con la tua ragazza!”
“Non preoccuparti, lo tengo a bada.” garantì Shiho, con un sorriso. Akira si era integrato bene nella squadra, e il capitano lo aveva subito preso sotto la sua ala protettiva. “Oh, ecco il coach... ma quelle chi sono?”
Un uomo alto e affascinante, sui trentacinque anni, stava scendendo da un taxi insieme a due ragazze identiche e molto carine. Entrambe trascinavano un trolley.
“Oh, cielo! È mò queste che vogliono?” borbottò il capitano, con una smorfia. “Non verranno mica con noi, eh?”
“Credo di si.” disse Akira, senza scomporsi.
“Ma chi sono?” domandò Shiho, curiosa.
“Aki-kun!” esclamò una di loro, mollando la valigia e correndo verso di loro. Si aggrappò al braccio di Akira, con un gran sorriso. “Non sei contento? Ci siamo anche noi!”
“Ci divertiremo, vedrai!” esclamò l’altra, facendo il segno della vittoria.
“Piantatela, tutte e due.” le rimproverò il coach Sendo. Sembrava poco contento per la presenza delle due ragazze. “Siete qui solo perché la mia manager è malata, e perché vostra madre ha insistito. Ma se fate il vostro dovere, vi rispedisco a casa con il primo treno, intesi?”
“Intesi, coach!” esclamarono le due, all’unisono.
“Megu, staccati da Saito. Non è educato, davanti alla sua ragazza.”
“Oh.” Megu guardò immediatamente Shiho, che arrossì. “Sei la sua ragazza? Che carina!”
“Vieni anche tu con noi?” le domandò la gemella.
“Ehm...no. Io...vado all’università.”
“Sei una secchiona?” esclamò Megu, con una smorfia. Nonostante tutto, non si era ancora staccata da Akira. “Che noiosa!”
“E questo?” La sorella le prese la mano, fissando l’anello che brillava al suo dito. “È un anello di fidanzamento!”
“Oh, ti sposi, Aki-kun?” gli domandò Megu, sbattendo le ciglia con fare frivolo. “È un vero spreco che uno come te...”
come si è capito, altro salto temporale. è passato un anno dalla famosa partita con proposta di matrimonio. akira è entrato in squadra e shiho studia per laurearsi e andare a lavorare all'istituto di ricerca......ma l'autrice è un pò malefica, quindi ecco qui due galline al prezzo di una
se volete sapere cosa succederà in questa nuova avventura, vi aspetto domenica prossima^^