Mesi, Shiho chan One Shot

buon pomeriggio a tutti.
oggi anticipo con l'aggiornamento, perchè domani sono un pò impegnata.
vi lascio subito con il pezzo di oggi, in cui succederà che.....

AGOSTO- SORPRESE D'ESTATE

Terza Parte

Prese la cornice, accarezzando dolcemente il volto del ragazzo. Che ormai non era più un ragazzo. È incredibile che siano passati già cinque anni da quando si è trasferito nella nostra scuola, e tutto ha avuto inizio. Eravamo come cane a gatto, ora invece ci amiamo alla follia. Ho sempre creduto di essere una ragazza seria e posata come la mamma- come Akane- e invece quando sono con Akira perdo la testa e mi comporto in modo impulsivo...basta vedere come mi sono sposata! Da un giorno all’altro, firmando dei semplici moduli al municipio, senza cerimonie e senza festeggiamenti. Solo una cena a casa dei nonni, con i parenti e gli amici più cari.
Ma non si era mai pentita di quella scelta. L’anno appena trascorso era stato stupendo. Lei e Akira vivevano insieme, si svegliavano insieme, andavano a dormire insieme. Lei si comportava da mogliettina premurosa e lo viziava, lui era un marito perfetto, che la aiutava nelle faccende di casa e ascoltava i suoi sproloqui su questa o quella ricerca, anche se non ci capiva praticamente niente.
Direi che siamo felici insieme, e che non ci manca proprio niente...
Guardò la postazione accanto alla sua, vuota. Le dispiaceva di non vedere Naeko tutti i giorni, era stata la prima persona ad accoglierla al suo primo giorno di lavoro, e il signor Masaoka l’aveva affidata a lei i primi tempi in cui era entrata all’Istituto di Ricerca Avanzata di Tokyo come ricercatrice di laboratorio. Erano trascorsi quattro mesi da quel giorno, e ora si era inserita perfettamente, ma Naeko le sarebbe mancata, era un’amica e una collega straordinaria. Beh, ma tra qualche mese tornerà... e ora che ci penso, non le ho fatto un regalo per il bambino!
“Accidenti! Devo chiedere alla mamma di accompagnarmi a sceglierne uno, non so assolutamente nulla di bambini!”
Prese l’agenda che teneva nella borsa, per controllare se aveva qualche impegno di lavoro. Mercoledì c’è la conferenza alla Todai, ma nel pomeriggio dovrei essere libera. Se anche la mamma è libera...
Prese la matita e scrisse baby shopping con mamma, seguito da un punto interrogativo. Poi la sua attenzione si spostò sul segno rosso accanto al numero tredici. Lo fissò un momento, poi un brivido le scivolò lungo la schiena. Ora che ci penso...il mese scorso... Corrugò la fronte, cercando di ricordare, ma ogni tentativo fu vano. No, non è possibile. Sicuramente mi sbaglio.
Eppure... due mesi prima aveva preso una brutta bronchite, che l’aveva costretta a letto tre settimane e l’aveva obbligata a prendere dei forti antibiotici per combattere l’infezione. E il medico le aveva detto…
Ma poi mi sono dimenticata, e non ci ho più pensato, quando sono tornata alla mia vita di sempre. Avevo un sacco di lavoro da recuperare, e poi la squadra di Akira è stata promossa in categoria , e siamo andati a festeggiare al mare, io e lui da soli. Due giorni in cui praticamente siamo rimasti chiusi in camera a...
“No!” esclamò a voce alta, chiudendo l’agenda con un colpo secco. “No, figuriamoci! Figuriamoci se sono incinta!”
Scosse con forza la testa, riponendo nella borsa l’agenda e inforcando gli occhiali.
No, tutte paranoie! Torna al lavoro, Shiho, e non distrarti!

Erano ormai le cinque quando uno dei colleghi più anziani le fece presente che era tempo di smettere e tornare a casa. Shiho non protestò e accettò di buon grado il consiglio, aveva un mal di testa feroce, e gli occhi le bruciavano a furia di scrivere formule e numeri.
Ma appena fu fuori dall’Istituto ed ebbe salutato un paio di colleghe che chiacchieravano all’ingresso, la sua mente tornò repentina su certi pensieri che aveva soffocato con il lavoro.
“Figuriamoci!” sbottò mentre di avviava verso la fermata del bus, facendo voltare qualche testa.
Ricacciò quei pensieri in fondo alla mente e decise di passare per il supermercato. Avrebbe preparato una cenetta con i fiocchi ad Akira, e poi lo avrebbe consolato per le partite perse. Potrei anche fargli un dolce. Lui adora i dolci.
Ma una volta al supermercato, quando ebbe riempito il carrello con tutti gli ingredienti che le servivano per un buon curry e un tiramisù, i suoi piedi la condussero nel reparto riservato alle donne, dove campeggiava ogni genere di prodotto femminile.
“E al diavolo!” sbottò, afferrando una scatoletta rettangolare e buttandola nel carrello. “Tanto vale togliersi il pensiero!”
Una volta a casa, ripose la spesa e poi si chiuse in bagno, portando la scatola con sé. La fissò a lungo, avvertendo l’ansia che cresceva.
“Non posso essere incinta.” ripeté, per l’ennesima volta. Alla fine, con mani tremanti, rimosse la confezione e rimase a fissare il bastoncino. E se lo fossi? Se lo fossi davvero? Se dentro di me stesse crescendo il bimbo di Akira?
Si guardò il ventre, ovviamente piatto, poi tornò a fissare il bastoncino. Non c’era modo di saperlo, se prima non faceva il test.
“Bene! Go, Shiho!”
Trenta secondi dopo, posava il bastoncino sul lavello con mani tremanti. Le istruzioni dicevano che doveva aspettare almeno quattro minuti per avere l’esito. Non ho il coraggio di guardare, però...
Si sedette sul pavimento, abbracciandosi le ginocchia.
Se fosse positivo, significherebbe che...sono incinta. Io e Akira aspettiamo un bambino. E...poi? Cosa succederà? Abbiamo appena vent’anni, siamo sposati da poco, abbiamo il lavoro a cui pensare e tanti progetti...e se Akira volesse andare a giocare in America? Come farà, con un bambino piccolo? Non potrà più andarci. Si arrabbierà con me, mi odierà, smetterà di amarmi...
“Shiho? Ehi, Shiho? Dove sei?”
La porta del bagno si aprì. Lei sollevò la testa, e attraverso il velo delle lacrime vide il volto di Akira, i lineamenti contratti in un’espressione preoccupata.
“Ehi, ma che fai li per terra?” Il giovane corse subito a inginocchiarsi accanto a lei, posandole le mani sulle spalle. “Stai male? Di nuovo l’influenza?”
Lei scosse la testa. “No, io...sto bene. Credo.”
Akira corrugò la fronte. “Che significa credi?”
“Non ho il coraggio di guardare. Se poi fosse positivo, io...io...”
“Ma di che parli?”
“Di...quello.”
Indicò con un cenno del capo verso il lavandino. Akira si raddrizzò, sempre più perplesso, seguendo la direzione del suo sguardo. Vide il bastoncino, la scatola accanto, impallidì e si voltò verso Shiho.
“È...quello che penso?”


un baby saito in arrivo?
oppure sono tutte paranoie di shiho?

per scoprirlo, appuntamento alla prossima settimana

Splendido capitolo

Shiho incinta

Certo che non ci hanno pensato un attimo a sposarsi e ora forse un figlio

Sono davvero curiosa di leggere il seguito xD

buon pomeriggio a tutti. di nuovo con un giorno di anticipo perchè non so davvero che fare^^

eravamo rimasti con una domanda: si o no?
lo scopriremo nel capitolo che segue....

AGOSTO- SORPRESE D'ESTATE

Quarta Parte

Lei si strinse nelle spalle. “Il mese scorso ho saltato il ciclo. Non me ne sono nemmeno accorta.”
“Ma tu prendi la pillola.” mormorò Akira, sempre più pallido.
“Ti ricordi quando due mesi fa mi è venuta la bronchite e il dottore ha detto che gli antibiotici erano forti, e che potevano annullare l’effetto degli altri farmaci?”
“Ah, si. L’avevo dimenticato.”
Akira aveva l’espressione allucinata. Sembrava aver visto un mostro a tre teste, e Shiho avvertì una fitta d’angoscia al petto. “Mi dispiace.”
“Cosa?”
“Mi dispiace.” mormorò, trattenendo a stento le lacrime. “Rovino sempre tutto. Ora se io...”
“Eh?” Akira sbatté le palpebre, fissandola perplesso. “Ma che stai dicendo?”
“Quella sera, quando guardavi la partita dell’NBA...” Sollevò la testa di scatto, le lacrime che le scorrevano lungo le guance. “Mi dispiace! Di colpo, ti ritrovi con una moglie e forse un bambino, e...tu sei un bravissimo giocatore, potresti far carriera ovunque, anche in America...ma se io adesso... mi dispiace tanto! Non volevo che accadesse, non pensavo che...”
“Tesoro, ma io non voglio andare in America.” Le braccia di Akira la strinsero, dolci e amorevoli. “Perché ti sei messa in testa quest’idea?”
“Beh, tu...tu hai detto...” singhiozzò lei, contro il suo petto. “Pensavo che...”
“L’America è il sogno di tutti i giocatori di basket, perché l’NBA è la massima espressione di questo sport. Ma io non voglio andarci, sto benissimo nella mia squadra.”
“Ma...ma...”
“È un sogno che hanno tutti gli appassionati, e anch’io l’ho avuto. Ma poi si cresce, e le priorità cambiano.” La scostò da sé, prendendole il volto tra le mani e asciugandole le lacrime. “Ora le mie priorità siete tu, e... beh, questo bambino, se c’è davvero.”
“Akira.” Lei ebbe nuovamente voglia di piangere. “E se...ci fosse?”
“Beh, non lo sapremo mai, se non guardiamo il test.”
“Oh, non ne ho il coraggio!” esclamò lei, aggrappandosi alle sue braccia.
“Allora guardo io.” Allungò il braccio e prese il bastoncino. “Come funziona questa cosa?”
“Sulle istruzioni c’è scritto che se la linea diventa blu, niente. Se invece diventa rosa...” Shiho colse il pallore sul suo volto e l’espressione quasi ebete. “Che c’è? Che colore è?”
Lui non rispose, limitandosi a fissare il bastoncino.
“Akira?”
Il giovane si riscosse, ma non parlò. Voltò il bastoncino verso di lei. Shiho vide la linea: era rosa.
“Oddio...” sussurrò, sbarrando gli occhi e portandosi le mani alla bocca. “Sono...sono...”
“A quanto pare.” mormorò lui, ugualmente incredulo e sconvolto.
“Sono...”
“Eh, già.”
“Akira?”
“Mh?”
“Ehi!” esclamò lei, tirandogli la maglietta. “Di qualcosa!”
“Non so...che dire.” sussurrò lui, continuando a fissare il bastoncino. “Ma questi cosi funzionano davvero? Cioè, sono sicuri? Al cento per cento? Oppure possono sbagliarsi? C’è da fidarsi davvero di queste linee?”
“In effetti, nelle istruzioni dicevano di ripeterlo due volte. E comunque, per essere proprio sicuri, bisogna prenotare al più presto una visita dal ginecologo.”
“Allora faremo così.”
Shiho annuì. “Si, naturalmente. Anche se...”
Akira sollevò la testa. “Cosa?”
“Anche se...” Le sue guance si colorarono di rosso. “Credo che...sia giusto. Io...lo sento.”
“Allora credo sia proprio così.” Akira posò il bastoncino e le prese le mani, sorridendole con dolcezza. “A quanto pare, tra qualche mese non saremo più da soli.”
“Già.” sussurrò Shiho, e scoppiò a piangere. “Oh, Akira, come faremo? Siamo così giovani, e il lavoro... dovremo cercare una casa più grande! Questa è troppo piccola, e i bambini richiedono spazio, e tante cose che...”
“Calma, tesoro.” Le strinse le mani, trasmettendole forza e sicurezza. “Un passo alla volta. Prima accertiamoci che sia vero.”
“E...e dopo? Ho una paura matta, non so se ce la faremo.”
“Ma certo che ce la faremo. Siamo insieme, no? E abbiamo le nostre famiglie ad aiutarci, qualunque cosa succeda.”
“A mio padre verrà un infarto.” Shiho tirò su col naso, accennando un tremulo sorriso. “Però non può farmi la predica, aveva diciassette anni quando sono nata.”
“Vedrai che sarà felice per noi. Come tutti.”
“E tu, Akira? Lo sei?” gli chiese, con ansia. “Un bambino non era certo nei nostri progetti, non così presto.”
“Ma ora c’è. E io farò il possibile per prendermi cura di lui e proteggerlo...mi prenderò cura di entrambi, vedrai.”
“Non ne dubito.” mormorò lei, rifugiandosi nel suo abbraccio. Non doveva aver paura. Qualunque cosa fosse successa, l’avrebbero affrontata insieme.


quindi, pare che presto akira e shiho avranno un pargolo.... immagino la faccia del commissario kudo
sarebbe da immortalare (e anche i successivi tre infarti)

se volete sapere se kudo ce la farà, o ci lascerà (finalmente) le penne, vi aspetto con il prossimo aggiornamento lunedì 18, perchè nel fine settimana sarò impegnata con i torino comics, quindi è già tanto se mi ricorderò di respirare

l'autrice si offrirà di fare da baby sitter al divino pargolo, così "coso" avrà tutto il tempo di allungare le mani

kudo... beh, di kudo, non me ne frega una cippa

Incominciamo bene! Certo che se Akira mostra tutto questo entusiasmo




Ormai ce lo siamo persi, non si riprenderà più dallo choc




Questo è sicuro




Buon fine settimana ai comics