buon pomeriggio a tutti. di nuovo con un giorno di anticipo perchè non so davvero che fare^^
eravamo rimasti con una domanda: si o no?
lo scopriremo nel capitolo che segue....
AGOSTO- SORPRESE D'ESTATE
Quarta Parte
Lei si strinse nelle spalle. “Il mese scorso ho saltato il ciclo. Non me ne sono nemmeno accorta.”
“Ma tu prendi la pillola.” mormorò Akira, sempre più pallido.
“Ti ricordi quando due mesi fa mi è venuta la bronchite e il dottore ha detto che gli antibiotici erano forti, e che potevano annullare l’effetto degli altri farmaci?”
“Ah, si. L’avevo dimenticato.”
Akira aveva l’espressione allucinata. Sembrava aver visto un mostro a tre teste, e Shiho avvertì una fitta d’angoscia al petto. “Mi dispiace.”
“Cosa?”
“Mi dispiace.” mormorò, trattenendo a stento le lacrime. “Rovino sempre tutto. Ora se io...”
“Eh?” Akira sbatté le palpebre, fissandola perplesso. “Ma che stai dicendo?”
“Quella sera, quando guardavi la partita dell’NBA...” Sollevò la testa di scatto, le lacrime che le scorrevano lungo le guance. “Mi dispiace! Di colpo, ti ritrovi con una moglie e forse un bambino, e...tu sei un bravissimo giocatore, potresti far carriera ovunque, anche in America...ma se io adesso... mi dispiace tanto! Non volevo che accadesse, non pensavo che...”
“Tesoro, ma io non voglio andare in America.” Le braccia di Akira la strinsero, dolci e amorevoli. “Perché ti sei messa in testa quest’idea?”
“Beh, tu...tu hai detto...” singhiozzò lei, contro il suo petto. “Pensavo che...”
“L’America è il sogno di tutti i giocatori di basket, perché l’NBA è la massima espressione di questo sport. Ma io non voglio andarci, sto benissimo nella mia squadra.”
“Ma...ma...”
“È un sogno che hanno tutti gli appassionati, e anch’io l’ho avuto. Ma poi si cresce, e le priorità cambiano.” La scostò da sé, prendendole il volto tra le mani e asciugandole le lacrime. “Ora le mie priorità siete tu, e... beh, questo bambino, se c’è davvero.”
“Akira.” Lei ebbe nuovamente voglia di piangere. “E se...ci fosse?”
“Beh, non lo sapremo mai, se non guardiamo il test.”
“Oh, non ne ho il coraggio!” esclamò lei, aggrappandosi alle sue braccia.
“Allora guardo io.” Allungò il braccio e prese il bastoncino. “Come funziona questa cosa?”
“Sulle istruzioni c’è scritto che se la linea diventa blu, niente. Se invece diventa rosa...” Shiho colse il pallore sul suo volto e l’espressione quasi ebete. “Che c’è? Che colore è?”
Lui non rispose, limitandosi a fissare il bastoncino.
“Akira?”
Il giovane si riscosse, ma non parlò. Voltò il bastoncino verso di lei. Shiho vide la linea: era rosa.
“Oddio...” sussurrò, sbarrando gli occhi e portandosi le mani alla bocca. “Sono...sono...”
“A quanto pare.” mormorò lui, ugualmente incredulo e sconvolto.
“Sono...”
“Eh, già.”
“Akira?”
“Mh?”
“Ehi!” esclamò lei, tirandogli la maglietta. “Di qualcosa!”
“Non so...che dire.” sussurrò lui, continuando a fissare il bastoncino. “Ma questi cosi funzionano davvero? Cioè, sono sicuri? Al cento per cento? Oppure possono sbagliarsi? C’è da fidarsi davvero di queste linee?”
“In effetti, nelle istruzioni dicevano di ripeterlo due volte. E comunque, per essere proprio sicuri, bisogna prenotare al più presto una visita dal ginecologo.”
“Allora faremo così.”
Shiho annuì. “Si, naturalmente. Anche se...”
Akira sollevò la testa. “Cosa?”
“Anche se...” Le sue guance si colorarono di rosso. “Credo che...sia giusto. Io...lo sento.”
“Allora credo sia proprio così.” Akira posò il bastoncino e le prese le mani, sorridendole con dolcezza. “A quanto pare, tra qualche mese non saremo più da soli.”
“Già.” sussurrò Shiho, e scoppiò a piangere. “Oh, Akira, come faremo? Siamo così giovani, e il lavoro... dovremo cercare una casa più grande! Questa è troppo piccola, e i bambini richiedono spazio, e tante cose che...”
“Calma, tesoro.” Le strinse le mani, trasmettendole forza e sicurezza. “Un passo alla volta. Prima accertiamoci che sia vero.”
“E...e dopo? Ho una paura matta, non so se ce la faremo.”
“Ma certo che ce la faremo. Siamo insieme, no? E abbiamo le nostre famiglie ad aiutarci, qualunque cosa succeda.”
“A mio padre verrà un infarto.” Shiho tirò su col naso, accennando un tremulo sorriso. “Però non può farmi la predica, aveva diciassette anni quando sono nata.”
“Vedrai che sarà felice per noi. Come tutti.”
“E tu, Akira? Lo sei?” gli chiese, con ansia. “Un bambino non era certo nei nostri progetti, non così presto.”
“Ma ora c’è. E io farò il possibile per prendermi cura di lui e proteggerlo...mi prenderò cura di entrambi, vedrai.”
“Non ne dubito.” mormorò lei, rifugiandosi nel suo abbraccio. Non doveva aver paura. Qualunque cosa fosse successa, l’avrebbero affrontata insieme.
quindi, pare che presto akira e shiho avranno un pargolo.... immagino la faccia del commissario kudo
sarebbe da immortalare (e anche i successivi tre infarti)
se volete sapere se kudo ce la farà, o ci lascerà (finalmente) le penne, vi aspetto con il prossimo aggiornamento lunedì 18, perchè nel fine settimana sarò impegnata con i torino comics, quindi è già tanto se mi ricorderò di respirare