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Capace di uccidere?, La cosa più difficile per un poliziotto...

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view post Posted on 30/1/2016, 20:53     +1   -1
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Detective avanzato

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Sperando di non aver plagiato nessuno...

Parte prima:https://detectiveconan.forumcommunity.net/?t=58523993#entry413505914

'' La vittima si chiamava Yuky Sakawa, anni 19, originaria della città di Kyoto secondo i documenti rinvenuti sulla scena del crimine...''- fece l'ispettore Megure riferendo i dettagli del caso al detective Goro, rivolgendosi così inconsciamente anche a Conan/ Shinichi.
La polizia mortuaria stava portando via il cadavere proprio in quel momento: ragazza sui vent'anni, occhi chiari, capelli castani, carnagione olivastra che iniziava a diventare color cenere, vestita in modo elegante, come se la sera prima fosse andata ad una festa.
E con una ferita lasciata da un corpo contundente nello stomaco.
'' Secondo il medico legale, la vittima è deceduta tra le 21.00 e le 22.00 di ieri sera...''- fece rapporto l'agente Miwako Satou -'' e ha impiegato almeno venti minuti per spegnersi. A quanto pare il colpo le ha trafitto l'intestino.''
Ran rabbrividì a quella rivelazione e guardò la ragazza che ormai era chiusa in una sacca per cadaveri... per quello che ne sapeva, quella ragazza sarebbe potuta essere una sua compagna di scuola, una studentessa del liceo Teitan, persino una ragazza che stava vagliando l'ipotesi di iscriversi al suo club di karate.
C'era qualcosa di profondamente ingiusto a quel mondo se una ragazza della sua età finiva sul tavolo dell'obitorio...
Conan si rese conto di cosa stesse pensando la giovane e subito le si portò vicino per stringerle la mano, nel tentativo di confortarla un poco.
Ran gli sorrise con aria sollevata.
Che fortuna averlo accanto...
'' Potrebbe trattarsi di un omicidio per rapina?''- ipotizzò il detective Goro.
Megure dissentì.
'' No, questo lo escluderei...''- spiegò il poliziotto-'' accanto al corpo c'era la borsa della vittima con il portafoglio, il cellulare ed i suoi documenti, quindi non è stata una rapina. Potrebbe trattarsi di un accoltellamento casuale o di una discussione finita male...''
'' Scusate...''- fece il piccolo detective -'' Secondo voi, cosa ci faceva la vittima così lontana da casa?''
In fin dei conti, Yuky veniva da Kyoto ed era stata trovata nelle vicinanze di un albergo del quartiere di Beika e da quel che era risultato dalle indagini preliminari, i suoi genitori erano ancora nella sua città d'origine... che cosa ci faceva una ragazza così giovane, così lontana da casa e tutta sola?
'' Forse credo di aver capito...''- fece l'agente Takagi avvicinandosi con una busta per le prove in cui era contenuto un pezzo di carta colorato ed un badge plastificato -'' In questi giorni a Tokyo si tiene un concerto... suona una band molto apprezzata dal pubblico giovanile. Ho trovato sia il biglietto che il pass per il backstage in una delle tasche interne della borsa, immagino fosse venuta qui per assistere al concerto...''
'' Poveretta, non immaginava certo che assistere alla perfomance dei suoi idoli le sarebbe costato la morte.''- commentò il detective Goro.
Conan gli lanciò un'occhiata d'intesa. Però c'era una cosa che non gli tornava... il cadavere era stato rinvenuto sul retro dell'albergo, vicino ai cassonetti della spazzatura.
Cosa ci faceva la vittima in un posto del genere e per giunta vestita in maniera così elegante?
Doveva aver avuto un ottimo motivo per recarsi in un posto così polveroso, unto e sporco pur essendo vestita elegantemente, tacchi a spillo ed un trucco paragonabile a quello di un' attrice.
Di certo per incontrare qualcuno... e doveva essere una persona che conosceva bene, di cui si fidava e che riteneva incapace di farle del male.
Si domandava chi potesse essere... da quel che aveva capito, la vittima si trovava in città per un evento musicale e non conosceva nessuno in città.
La sua attenzione venne attirata da alcune macchie di sangue che si allontanavano dal corpo della vittima e che si dirigevano verso la strada.
Con tutta probabilità la vittima aveva capito di trovarsi in pericolo, era riuscita a portar via al suo carnefice il coltello o qualunque cosa fosse l'arma usata nell'omicidio e con le ultime energie era riuscita a ferirlo.
E poi questo era fuggito, confondendosi tra la folla e portando con sè l'arma del delitto.
Sarebbe bastato fare una ricerca negli ospedali per trovare una persona con una ferita compatibile con quella trovata sul corpo della vittima, per avere un primo sospettato.
Ma quello che la squadra investigativa ed il piccolo detective non potevano immaginare, era quanto sarebbe stato traumatico scoprire l'identità del potenziale assassino.

'' Ispettore...''- fece Shiratori interrompendo la riunione in corso tra l'ispettore Megure, gli agenti Sato e Takagi ed il detective Goro con la sua famiglia -'' sono arrivati i risultati della scentifica.''
'' Ah bene...''- commentò l'ispettore a capo delle indagini -'' il nostro assassino si è lasciato sfuggire qualcosa?''
'' Io penso che potremo parlare di un' assassina.''- commentò Shiratori.
'' Sta dicendo che è stata una donna ad uccidere la vittima?''- chiese conferma Ran.
Shiratori annuì e poi iniziò a spiegare.
'' Sul luogo del delitto sono state trovate alcune tracce ematiche. La maggior parte appartengono alla defunta, ma ve n'è una piccola parte che non apparteneva alla vittima... il DNA non è schedato, ma hanno isolato una coppia di cromosomi X nel sangue... la seconda persona presente nel vicolo dove si è consumato il delitto, è sicuramente una donna.
Inoltre, sotto le unghie della vittima hanno trovato dei frammenti di pelle il cui DNA corrisponde alla seconda traccia ematica trovata sulla scena del delitto.''
'' Proprio come sospettavo...''- borbottò tra sè e sè il piccolo detective. Eppure qualcosa non tornava... la dinamica era chiara con gli elementi che avevano a disposizione e rintracciare il killer non sarebeb dovuto essere così complicato visto che era ferito... ma era tutto troppo semplice e sentiva che c'era qualcosa di sbagliato...
'' E' tutto chiaro...''- borbottò Goro -'' L'assassina ha pugnalato la povera Yuky, ma questa negli ultimi venti minuti che ha passato su questa terra ha trovato la forza di aggrapparsi alla sua assassina con così tanta foga da graffiarla e cercando di fargliela pagare l'ha pugnalata.''
Eppure era strano... Yuky era in condizioni praticamente critiche, strano che avesse avuto la forza di strappare il coltello dalle mani della sua assassina per colpirla.
C'era qualcosa di poco chiaro, ora che ci pensava con più attenzione.
'' Inoltre...''- aggiunse Shiratori -'' pare che l'assassina sia stata ripresa mentre fuggiva.''
Fu un fulmine a ciel sereno.
'' Abbiamo la faccia delle sospettata?''- chiese l'agente Sato.
Shiratori annuì.
'' Si. La telecamera fuori dall'albergo ha ripreso una donna che si allontanava dalla scena del crimine in tutta fretta, con qualcosa che somigliava ad un coletto mentre cercava di nasconderlo nella borsa e pare avesse un braccio ferito.''- nel dir così tirò fuori il fotogramma in cui ( almeno supponevano) era stata immortalata l'assassina.
Si trattava di una giovane sui diciotto anni, capelli color castagna sistemati in una treccia ed occhi color cioccolato, carnagione olivastro scuro.
Indossava un paio di stivaletti neri con un lieve accenno di tacco, jeans a pois, un maglione bianco ed una giacca rossa.
Come predetto dall'ispettore Shiratori la donna in questione stava mettendo qualcosa in borsa ed aveva un braccio ferito.
Il fotogramma era stato ingrandito e reso molto visibile, in modo da dare agli investigatori una visione perfetta della faccia della donna ritratta nel filmato.
Takagi si avvicinò al collega per vedere meglio la sospettata... e quasi ebbe un infarto.
Divenne pallido come un cadavere ed i suoi occhi vitrei per l'incredulità.
'' L'orario corrisponde con quello del delitto...''- commentò Megure osservando il fotogramma, ma non portò mai a termine la frase in quanto si era accorto che uno dei suoi sottoposti non aveva propriamente quel che si dice '' Un ottimo aspetto''.
Anche gli altri presenti se ne resero conto.
'' Che cos'hai, non ti senti bene?''- fece Sato portandosi vicino al fidanzato con un'espressione preoccupata sul viso.
Takagi non rispose limitandosi a fissare ininterrotamente la foto.
Iniziò a traballare all'indietro, finendo a sedere sulla sedia presente nella stanza.
'' Takagi!''- gridarono all'unisono i poliziotti, i due ragazzi ed il detective.
'' Ti prego, dì qualcosa...''- lo implorò Sato.
'' Vado a prendergli un po' d'acqua, gli farà bene...''- fece Shiratori correndo fuori dalla stanza per ritornare poco dopo con un bicchere di plastica.
Takagi la buttò giù tutta in un fiato.
'' Non è possibile... non ci credo, non può essere vero...''- borbottò il poliziotto riferendosi al fotogramma.
Conan ebbe un' illuminazione.
'' Conosci la ragazza della foto, non è vero?''
Il poliziotto sospirò prima di rispondere.
'' Il suo nome è Sakura e ha diciotto anni. La conosco perchè è mia sorella minore.''
Sui presenti calò il silenzio.
La sorella di Takagi era la principale sospettata in un omicidio.
Solo che nessuno di loro poteva crederlo.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:53
 
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Parte seconda: #entry413572562


Takagi ci mise circa mezz'ora per riuscire a metabolizzare il fatto che sulla lavagna dove in genere segnavano le informazioni di rilievo per un omicidio, ci fosse la foto di sua sorella Sakura sotto la scritta '' SOSPETTATO'', ed in quella mezz'ora non aveva fatto altro che telefonare alla ragazza per avere una qualche notizia.
Sperava che gli rispondesse e gli dicesse che aveva una spiegazione, che non era stata lei... ma il telefono della ragazza sembrava morto.
Parola inappropriata dato il guaio in cui sua sorella si trovava al momento, ma era l'unica che rendesse bene la situazione.
'' E' inutile...''- fece l'ispettore Megure dandogli una pacca sulla spalla, mentre Takagi si accingeva a fare il sesto tentativo -'' non risponderà.''
Takagi sospirò, rassegnato.
Purtroppo era così.
'' Takagi...''- intervenne Sato con aria addolorata in viso -'' Tu... avevi idea del fatto che Sakura fosse a Tokyo e da quanto tempo, in quel caso?''
L'interpellato scosse la testa in un cenno di diniego.
'' Non lo sapevo. Non avevo idea che fosse a Tokyo...''- perchè non glielo aveva detto, benedetta figliola?
Le aveva parlato due giorni prima, le aveva chiesto se stava bene e cosa stava facendo e l'unica cosa che gli aveva fatto sapere era di star preparandosi per i test di ammissione all'università.
Non gli aveva detto che sarebbe venuta a Tokyo... in quel caso, indipendentemente dal motivo, avrebbe fatto in modo che stesse da lui ed impedito che si trovasse in questo pasticcio.
Eppure c'era qualcosa che non gli quadrava... sua sorella era stata sempre un tipo molto prudente, stava ben attenta a non cacciarsi nei guai, com'era possibile che fosse coinvolta in un omicidio?
La sua testa gli diceva che c'era senz'altro un modo per spiegare tutto, ma troppi elementi convergevano contro di lei. La sua presenza sul luogo del delitto nell'orario in cui la vittima spirava, lei che veniva ripresa con l'arma del delitto in mano mentre tentava di nasconderla, il fatto che malgrado avesse un braccio ferito non si fosse recata in ospedale per ricevere cure mediche adeguate... ed il fatto che anche se si fosse trovata in quel posto come testimone non si era ancora messa in contatto con la polizia, o quanto meno con lui...
Conan fissava un attimo la lavagna, un attimo l'amico poliziotto.
Avrebbe voluto dire che sua sorella era innocente e che era tutto un gigantesco equivoco, ma prima di dirlo avrebbe dovuto avere a sua disposizione almeno un indizio che potesse giustificare tale affermazione.
Cosa che al momento non aveva in mano.
C'era tutto quel che serviva alla polizia per formulare un' accusa.
In quel momento arrivò l'agente Chiba, che era stato precedentemente inviato dall'ispettore Megure all'hotel dove la vittima aveva alloggiato nel suo ultimo giorno di vita alla ricerca di informazioni.
Quando gli era stato riferito che stavano indagando sul coinvolgimento della sorella del suo collega ed amico gli era venuto quasi da chiedere se per caso non lo stessero prendendo in giro, ma alla fine...
Lo guardò con aria addolorata.
L'idea di dover riferire ciò che aveva scoperto non lo riempiva certo d'orgoglio, soprattutto per il fatto che non l'avrebbe scagionata.
'' Sakura è stata vista per l'ultima volta in albergo circa una mezz'ora prima dell'orario in cui è stato commesso l'omicidio. Poi è uscita a passo svelto e da quel momento l'unica volta che la si vede è quando la telecamera la immortala mentre si allontana dalla scena del crimine.''- fece Chiba abbassando gli occhi, tristemente -'' Mi dispiace, Takagi.''
Malgrado la paura, anzi il terrore e la preoccupazione, che albergavano nel suo cuore il poliziotto trovò la forza di sorridere per rincuorare l'amico.
Non era colpa sua se gli eventi avevano preso questa piega... non era mai colpa loro. Loro si limitavano a scoprire quali dinamiche umane avevano portato ad un omicidio.
'' Però...'' tentò Ran -'' non è detto che sia lei la responsabile del delitto... magari ha solo trovato il corpo...''
'' Ma se davvero è andata così...''- intervenne Goro -'' perchè non ha chiamato i soccorsi e non si è messa in contatto nemmeno con suo fratello? Perchè è scappata e non si fa vedere ne sentire?''
Conan dovette convenire con ogni sua parola.
Ammettendo anche che la sorella di Takagi avesse avuto la sfortuna di trovarsi sulla scena di un delitto, il minimo da fare sarebbe stato avvertire la polizia o chiamare un'ambulanza... invece erano quasi sedici ore che di lei non si avevano notizie ed il corpo era stato trovato da un lavapiatti che andava a gettare la spazzatura quel mattino presto ed era lui che aveva chiamato la polizia.
'' Scusa Takagi, ti risulta che Sakura e la vittima si conoscessero?''- chiese il piccolo detective.
Il poliziotto parve riscuotersi dai suoi pensieri e fece mente locale per ricordare se per caso tra le amiche della sorella ci fosse la vittima.
'' Non credo a dire il vero...''- rispose il poliziotto -'' Sakura non faceva molta vita sociale, anzi. Eravamo io ed un paio di sue compagne di scuola a trascinarla fuori casa.''
A quel punto Chiba s'intromise.
'' A dire il vero, io penso proprio che si conoscessero ed anche bene.''- fece il poliziotto -'' Alla reception hanno detto che hanno preso una camera doppia insieme e che sono arrivate nel pomeriggio di ieri.
E pare anche che abbiano avuto una lite, la sera stessa, poco prima che Yuky fosse assassinata.''
Takagi si alzò lentamente dalla poltrona come se fosse in trance.
'' Come sarebbe a dire una lite...?''
Chiba annuì.
'' Sì. Yuky ha chiamato al loro tavolo, mentre cenavano, il concierge dell'albergo e gli ha chiesto se per caso conoscesse un locale o una discoteca dove poter andare dopo aver finito di cenare... gliene aveva consigliato uno, ma tua sorella ha detto che avrebbe preferito astenersi.''
'' E come mai?''- chiese l'agente Sato.
'' Se volete posso spiegarvelo io...''- commentò l'agente Takagi -'' Sakura non ha mai amato le discoteche. C'è andata un paio di volte per delle feste di compleanno, ma dopo quasi dieci minuti dice di dover uscire per un po' perchè il volume della musica, le luci ed il fumo le fanno venire il mal di testa... francamente io dubito che sia venuta sino a Tokyo per un concerto.''
'' Può darsi...''- fece Chiba -'' ma non è l'unico motivo per cui voleva disertare la serata... Yuky le ha chiesto come mai non volesse andare, e come motiviazione ha detto di avere un fratello maggiore che lavorava a Tokyo e che non l'aveva avvertito del suo arrivo, perchè voleva fargli una sorpresa e che probabilmente, dato che abitava lontano dal loro albergo gli avrebbe chiesto di lasciarla dormire da lui.''
I presenti non poterono evitare di pensare che la sorpresa era perfettamente riuscita sebbene non fosse quello il modo in cui Sakura intendeva metterla in atto.
'' E a quel punto le due ragazza hanno litigato?''- chiese l'ispettore Megure.
'' Esatto.''- fece Chiba -'' La vittima si è messa ad insistere di voler andare a quel locale, di essere venuta per divertirsi e per un evento musicale, che avrebbe avuto un'altra occasione per vedere suo fratello... Sakura allora ha abbandonato la sala da pranzo dicendole di essere venuta per farle compagnia, ma che non ne poteva più di assecondare i capricci di una una bambina viziata. Da allora nessuno l'ha più vista.''
Conan aveva iniziato a rimuginare.
Da quel che era emerso finora Sakura sembrava essere coinvolta nell'omicidio sino alla punta dei capelli, eppure qualcosa gli diceva che era innocente.
'' Se avesse programmato di uccidere la vittima questo spiegherebbe perchè ha detto davanti al concierge e ad altri testimoni che quella sera aveva in programma di passare da suo fratello e di trattenersi lì per la notte... ma Takagi ha detto che non sapeva niente del fatto che Sakura fosse in città... perchè non ha portato il suo alibi fino in fondo?''
'' A questo punto è chiara la dinamica dei fatti, no?''- fece l'ispettore Shirtori attirando su di sè l'attenzione dei colleghi e dei visitatori presenti.
'' Con tutta probabilità, non era la prima volta che la vittima cercava di imporsi su Sakura costringendola a rivedere i piani per assecondare i suoi, ma magari stavolta Sakura ha perso le staffe e...''
Takagi scattò in piedi battendo le mani sul tavolo.
'' Spero che tu stia scherzando!!! Mia sorella non farebbe del male ad una mosca!!!''
Takagi aveva assunto un'espressione così aggressiva che Shiratori stesso si mise sulla difensiva.
'' Mi dispiace Takagi, ma è la cosa che più si avvicina alla verità... lo hai detto tu: a tua sorella non piaceva andare in discoteca o in posti in cui il volume della musica era troppo alto, però è venuta in città in occasione di un concerto.
Quasi certamente non era la prima volta che a Sakura saltava la mosca al naso a causa del carattere della vittima, non è così stupido pensare che in raptus di rabbia Sakura abbia perso la testa. E come se non bastasse, è dall'ora dell'omicidio che nessuno l'ha più vista nè sentita... tu puoi confermarlo, non è vero?''
Takagi trattenne un ringhio di disperazione e poi confermò l'ultima affermazione di Shiratori -'' Confermo quanto affermato in precedenza. Ho saputo della presenza di Sakura in città solo questa mattina.''
'' Scusate''- fece il piccolo detective -'' ma qualcosa non torna. Anche ammettendo che Sakura sia colpevole, e che abbia agito in preda ad un raptus, perchè non ha sfruttato l'alibi che si era creata?''
I presenti si voltarono a guardarlo.
'' Sakura poco prima del litigio aveva detto davanti a dei testimoni che sarebbe andata a trovare il fratello e che avrebbe passato la notte da lui, quindi un alibi ce l'aveva.
Perchè non l'ha sfruttato? E' la sorella di un poliziotto, avrebbe dovuto sapere che dato che aveva litigato con la vittima, avremmo indagato nei loro rapporti e che avremmo scoperto che non erano sempre rose e fiori, e quindi avrebbe cercato di costruirsi un alibi. E soprattutto sarebbe stata più attenta a non farsi vedere mentre fuggiva.''
'' Ha senso in effetti...''- borbottò Sato prendendo in esame ogni parola pronunciata dal bambino, ma questo non spiegava come mai non avesse ancora avvertito la polizia o come minimo suo fratello.
'' Magari non era il suo intento ucciderla...''- propose Shiratori -'' Magari voleva solo farle male, e quando si è trovata davanti alla consapevolezza di averla uccisa è andata nel panico, dimenticando di avere la possibilità di salvarsi con un alibi confermato dalla polizia e che probabilmente qualcuno poteva vederla... non è raro che un assassino commetta un errore soprattutto se la cosa non era programmata...''
'' SAKURA NON E' UN'ASSASSINA!!!''- Takagi gridò così forte che tutti gli occupanti della stanza si voltarono per vedere cosa fosse successo.
Shiratori capì di aver leggermente esagerato usando il termine '' assassino'' per rivolgersi alla sorella del collega.
Wataru Takagi era conosciuto da tutti come una persona di indole mite e tranquilla, e per questo la maggior parte delle volte veniva preso a benvolere dai colleghi ( eccetto quando questi ritenevano si prendesse un po' troppa confidenza con l'agente Sato), ma l'espressione che aveva sul volto in quel momento tradiva il ritratto che lo aveva sempre distinto tra tutti.
'' E comunque, questo è il momento in cui ci focalizziamo sulla vittima, su chi era, chi poteva avere dei motivi per odiarla e cosa l'ha portata a morire proprio in quel posto.''- sbottò l'agente.
Per un breve attimo, Chiba ebbe il timore che il collega avrebbe azzannato alla gola l'ispettore Shiratori e si frappose fra i due per tentare di calmare l'amico.
'' Takagi, capisco il tuo punto di vista...''- fece Megure -'' ma anche tua sorella, purtroppo rientra nella lista dei sospetti.''
'' Ma...''
'' Indagheremo in ogni direzione, fosse una pista che porta a dei problemi di denaro e droga o ad un pretendente respinto, ma anche le ostilità tra amiche devono essere prese in seria considerazione. Con il tuo permesso, vorrei mettere il tuo cellulare e la linea fissa sotto controllo. E se per caso prova a contattarti, te ne prego... avvertici.''
Dopo quell'ultima imposizione, che pareva più un consiglio, Takagi non disse più nulla e senza nemmeno chiedere il permesso si allontanò dall'ufficio con il passo tipico di una marcia funebre.
Megure non disse nulla ne tentò di fermarlo, capendo perfettamente come il detective si sentisse in quel momento, ma anche se avesse provato a fermarlo Takagi avrebbe ignorato ogni parola e continuato per la sua strada.
Non riusciva davvero a credere a quello che era accaduto... sua sorella era il sogno di ogni PM in quel momento. Iin possesso dell'arma del delitto, ripresa all'orario del delitto mentre si allontanava dalla scena del crimine, il suo DNA sotto le unghie della vittima, non andava sempre d'accordo con la vittima, avevano litigato poco prima della disgrazia ed in capo a due ore, quasi sicuramente, sarebeb stata dichiarata fuggitiva.
Avrebbe dovuto chiamare sua madre ed avvertirla di quanto era accaduto... ma avrebbe significato metterla in allarme e provacarle un infarto, quasi certamente.
Possibile che la sua sorellina fosse capace di uccidere per uno sgarbo?
Impossibile, se così fosse stato allora con tutti i dispetti che le avevano fatto da piccola a scuola, a quest'ora sarebbe stata in carcere per pluriomicidio.
Si era cacciata senza volerlo e soprattutto senza accorgersene in qualcosa di troppo grande per lei ed aveva paura di chiedere aiuto... doveva trovarla, ascoltare la sua versione e convincerla a dirlo ai suoi superiori.
Era l'unico modo per aiutarla.

Voi che ne dite? La sorellina di Takagi è o non è effettivamente colpevole di questo delitto?

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:53
 
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tipetto
view post Posted on 1/2/2016, 22:20     +1   -1




Secondo me no vai tu a fare la storia
 
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view post Posted on 3/2/2016, 22:28     +1   -1
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Parte terza: #entry413637492

Le analisi effettuate sui frammenti di pelle ritrovati sotto le unghie della vittima non lasciarono più dubbi.
Il DNA corrispondeva in parte con quello di Takagi, ma confrontandolo con un capello rinvenuto sulla spazzola che Sakura aveva portato con sè e lasciato in albergo...
Sakura pareva essere la killer che stavano cercando.
Solo che Takagi non ci credeva. Sua sorella era in genere una persona affabile e gentile con tutti, certo a volte come tutti gli esseri umani era preda di sentimenti negativi... ma in quei casi affrontava chi le stava sulle scatole ed aggrediva il malcapitato a parole, non a coltellate.
Ma c'erano molti fattori che non gli tornavano... ad esempio, cosa ci faceva sul retro dell'albergo all'ora del delitto? E perchè non lo aveva ancora contattato?
Guardò il cellulare per l'ennesima volta in quel quarto d'ora in cu iera rimasto seduto al tavolino di un cafè di Beika, ma ancora nessuna notizia della sorella scomparsa.
'' Signore, le porto qualcosa?''- gli chiese per la terza volta il cameriere.
'' No, la ringrazio, non voglio...''
'' Che ne dici di una cioccolata?''- Takagi guardò davanti a sè e vide immediatamente il piccolo Conan seduto al suo stesso tavolo.
'' E tu che ci fai qui?!?''- fece il poliziotto con gli occhi sgranati.
'' Io ti consiglio una cioccolata calda. Piace a tutti e qui la fanno davvero buona.''- fece ancora il piccolo detective.
Takagi sorrise.
In fin dei conti... era un peccato occupare un tavolo senza un motivo valido apparentemente.
'' D'accordo... per cortesia, mi porta due cioccolate con panna?''
Il cameriere si affrettò a segnare l'ordine sul taccuino e tornò all'interno del cafè.
'' Conan che ci fai qui?''
'' Beh, ero preoccupato per te... sei andato via più morto che vivo...''- e non era una cosa strana. In fin dei conti, aveva scoperto quasi per caso che sua sorella era implicata in un omicidio e risultava non raggiungibile -'' T u invece? Come mai sei qui?''
'' Beh...''- tentò Takagi -'' mi andava di prendere un caffè...''
'' Non è vero.''- lo contraddì Conan -'' Se fosse solo quello il motivo non saresti certo venuto in un cafè così distante dalla centrale di polizia, dove tra l'altro ci sono dei distribuitori automatici di caffè e bevande in lattina.
Inoltre è un po' che ti osservo e so che stai occupando un tavolo da quindici minuti mandando via il cameriere che per due volte è venuto a chiederti se volevi ordinare qualcosa.''
Takagi sospirò rassegnato.
Inutile, quel bambino era troppo sveglio per mentirgli... certe volte aveva come la sensazione che quel ragazzino non fosse un bambino normale...
Sveglio, acuto, intelligente, notava dettagli che spesso a loro sfuggivano... una volta era persino arrivato ad ipotizzare che quel ragazzino nascondesse un qualche segreto che per qualche motivo non poteva rivelare... alla sua età, l'unico grande segreto che aveva era quello di aver rotto un vaso mentre giocava in casa e di aver nascosto i pezzi sotterrandoli in un parco dove andava a giocare con i compagni di scuola.
'' C'è un motivo, se hai scelto proprio questo bar... con tutti quelli che hai superato venendo dalla centrale?''- insistè il bambino con fare pedante.
Alla fine sospirò -'' Io e Sakura ci venivamo sempre... ogni tanto capitava che venisse a trovarmi e venivamo sempre in questo cafè, per prendere qualcosa.
Inoltre, ci portava spesso mio padre quando venivamo qui tutti insieme per le vacanze estive.''
Per questo era andato proprio lì.
Quello era un posto in cui era facile che la sorella si presentasse, magari per prendere qualcosa da mangiare o da bere, o anche solo per usare un bagno.
Aveva pensato che se vi si fosse piazzato per un po', magari sarebeb stato fortunato abbastanza da riuscire a vederla ed avrebeb avuto una scusa per avvicinarla, parlarle e convincerla ad andare con lui alla polizia.
'' A proposito, non te l'ho mai chiesto... di cosa si occupano i tuoi?''
Takagi sospirò, stavolta malinconico e nostalgico -'' Mio padre era il proprietario di un piccolo maneggio a Kyoto che gestiva assieme a mia madre. Purtroppo quando io e Sakura avevamo la tua età e quella di Ran, nostro padre si è ammalato di un cancro al sangue e lo abbiamo perduto in poco più di un mese. Da allora è mia madre a mandare avanti il maneggio.''
Ed al capezzale di suo padre, aveva fatto una promessa. Essere il punto di riferimento maschile nella vita della piccola Sakura che non aveva nemmeno otto anni all'epoca dei fatti.
Non fu un grande impegno di cui farsi carico, perchè già da prima della malattia del padre, a causa del lavoro che assorbiva completamente i genitori si occupava di fare da baby sitter alla sorellina. Prepararle da mangiare, aiutarla a fare i compiti, e starle vicino...
Quando poi suo padre era morto, le era stato vicino più che mai, dandole sempre il buon esempio, insegnandole a decidere sempre per la cosa che sembrava più giusta... ricordava ancora il giorno che si era diplomato all'accademia di polizia.
Sakura era euforica ed orgogliosa del suo '' fratellone'', come lo chiamava sempre.
'' Io non posso credere che Sakura abbia davvero accoltellato una sua amica... per un piccolo disaccordo, poi...''
Conan parve convenire con lui.
Appena arrivato sulla scena del delitto aveva notato un particolare.
Sul retro dell'hotel, ovvero sulla scena del crimine, vi erano delle scale anti-incendio.
Per quanto potesse Sakura essere sconvolta e spaventata per quello che aveva fatto, era pur sempre la sorella di un poliziotto. Quindi sapeva bene cosa fare per non essere messa nel mirino d'azione della polizia.
Il fatto che fosse venuta in città per un concerto che tra l'altro non le interessava, lasciava presagire che avesse accompagnato la vittima con il preciso scopo di liberarsi di lei e pareggiare qualche conto...
Ma in quel caso sarebbe stata più fredda, invece di farsi prendere dal panico. Avrebbe potuto usare le scale anti-incendio per andare e venire dalla scena del crimine e simulare una rapina finita male, per poi passare la nottata a casa del fratello poliziotto, costruendosi così un ottimo alibi.
Ed avrebbe fatto in modo che l'omicidio avvenisse in ben altro luogo... no, c'erano troppe cose che non tornavano.
In compenso, c'erano molte cose che la condannavano.
'' Non preoccuparti, sono certo che c'è un valido motivo se non si è ancora fatta sentire. Ma lo farà. E molto presto.''
Takagi sorrise rincuorato.

'' Riconosci qualcosa?''- chiese Sato mostrando all'amato, rientrato in centrale con Conan, il trolley da viaggio in cui erano presenti gli effetti personali di Sakura.
Vestiti, borsa con le medicine e per l'igiene, fotocopie dei documenti, qualche romanzo poliziesco... tutto ancora perfettamente in ordine.
'' Sì, sono le cose di Sakura... alcuni di questi vestiti li indossava spesso.''- confermò il poliziotto.
'' Purtroppo, da questa perquisizione, sono emersi nuovi elementi incriminatori contro tua sorella...''- che Megure ricordasse non era mai stato così difficile comunicare i risvolti di un'indagine come in quell'occasione -'' Takagi, sono desolato... ma è necessario diramare un bollettino contro Sakura.''
Takagi impallidì a quelle parole. Se lo aspettava, ma non lo aveva mai creduto veramente possibile -'' Cosa?!? Ma è assurdo... lei non può credere che per uno stupido battibecco...''
A quel punto intervenne Shiratori, anch'egli con un'espressione addolorata e mesta in volto.
Vero, lui e Takagi in passato erano stati rivali in amore, prima che Shiratori scoprisse che aveva scambiato l'agente Sato con il suo primo, vero ed unico amore, ovvero Sumiko Kobayashi, e questa sua rivalità lo aveva portato a lanciargli spesso delle frecciatine avvelenate, mettergli contro la prima squadra investigativa e spesso a rompergli le uova nel paniere... ma malgrado tutto questo, lo aveva sempre considerato un ottimo poliziotto ed una bravissima persona.
'' Mi dispiace Takagi, ma purtroppo abbiamo trovato diversi messaggi ed e-mail nel portatile della vittima... e pare che quel battibecco alla sala ristorante dell'albergo non fosse il primo. E con tutta probabilità, nemmeno sarebbe stato l'ultimo.''
'' Ma questo è ridicolo... le liceali litigano di continuo, ma poi fanno sempre pace.''- cercò di difenderla il giovane agente -'' Ispettore, le giuro su quel che vuole, che mia sorella non è tipo da portare rancore per delle sciocchezze da adolescenti.''
'' Ti crediamo Takagi, ma stavolta non si trattava di un battibecco tra ragazzine...''- fece Megure -'' Ma venire usati come guardiano, essere il motivo per cui i genitori danno il permesso ad un'amica di andare in un'altra città e poi sentirsi dire che non puoi nemmeno fare una visita ad un parente, fa arrabbiare. E molto.''
'' Di cosa state parlando, non capisco...''- fece il poliziotto.
Stavolta fu Sato a prendere la parola.
'' Abbiamo chiamato i genitori di Yuky per avvertirli del fattaccio, stanno venendo qui per il riconoscimento.''- spiegò la bella poliziotta -'' Non abbiamo riferito che Sakura potrebbe essere coinvolta nel delitto per non agitarli... ma ci hanno riferito un particolare interessante. Hanno detto che la loro figlia amava divertirsi e fare le ore più impossibili, che a volte commetteva delle imprudenze in nome del divertimento... e le avevano vietato di venire a Tokyo per il concerto.''
'' Però alla fine è venuta lo stesso.''- fece notare Conan.
Shiratori annuì.
'' Sì, perchè le hanno detto che avrebbe avuto il permesso solo se fosse stata accompagnata da una persona seria e responsabile e che avrebbe fatto in modo che non si cacciasse troppo nei guai. E qui entra in scena Sakura.''- spiegò l'ispettore.
'' Prima di questa gita a Tokyo, Yuky non avesse chiesto a tua sorella di uscire per due mesi. Di rimando, quando era Sakura a chiederle di fare qualcosa insieme, Yuky asseriva di aver preso un impegno improrogabile.''
'' Quindi, in poche parole...''- fece Conan -'' Sakura non era con lei in veste di amica, ma come guardiano e controllore.''
Megure annuì, per poi lasciare di nuovo la parola a Sato.
La poliziotta riprese da dove aveva interrotto-'' I genitori di Yuky hanno detto che Sakura, alla proposta era entusiasta.
Sia perchè Yuky avesse pensato proprio a lei per andare a Tokyo, sia perchè aveva una scusa per fare visita a suo fratello maggiore...''
'' Per farla breve...''- chiuse Shiratori -'' Yuky non ha chiesto a Sakura di accompagnarla perchè la considerava la sua amica del cuore... dalle mail inviate dalla vittima, pare che l'abbia chiesto a lei perchè tra le loro coetanee ed amiche...''- aveva un po' di timore ad usare quelle parole davanti al collega, memore di come aveva reagito quando aveva usato il termine '' assassino'' per riferirsi a Sakura, ma stavolta aveva l'attenuante di star citando la vittima -'' Era l'unica che corrispondeva alla descrizione della noiosa ammazzaserate.''
Noiosa ammazzaserate, pensò Takagi con un moto di rabbia... solo perchè si divertiva in modo diverso dalle sue coetanee e perchè era sempre stata una ragazza responsabile.
'' Beh, non è detto che Sakura fosse a conoscenza di questo dettaglio...''- tentò ancora Takagi.
Megure dovette contraddirlo.
'' Mi dispiace Takagi, ma temo proprio che lo sapesse...''- fece il suo superiore -'' Avevano un computer in due e poco prima dell'omicidio tua sorella l'ha usato per spedire una mail a vostra madre e ad una sua amica...''
Quindi, Sakura avrebbe potuto benissimo sbirciare nelle mail della sua '' amica'', magari aveva trovato una mail in cui la vittima l'aveva praticamente dipinta come una '' ruota di scorta'' e la cosa quasi certamente non le aveva fatto piacere. Aveva chiamato la vittima per affrontarla, avevano iniziato a parlare, poi le cose erano degenerate, Sakura non ci aveva visto più... e le cose erano finite male.
Persino il piccolo detective per un attimo arrivò a credere che la sorella dell'agente Takagi fosse davvero colpevole di quel delitto.
Era una ricostruzione convincente, purtroppo.
'' No, non è vero, non ci credo, non è possibile...''- fece Takagi sempre più agitato.
Sato si avvicinò all'amato per cercare di abbracciarlo e magari calmarlo, ma il giovane si scostò, per poi allontanarsi con un passo svelto e deciso, ingoiando più volte per non scoppiare in una crisi isterica davanti a tutta la centrale.
'' Takagi, aspetta!!!''- fece l'agente Sato facendo per raggiungerlo.
La mano di Conan attorno al suo polso però glielo impedì.
'' Lascialo andare, Sato. Ha bisogno di tempo.''
Sato lo ascoltò, ma non poteva non pensare a quello che stava soffrendo il suo grande amore in quel momento.
Avrebbe voluto aiutarlo in quel terribile momento... come lui aveva fatto con lei. Capitava spesso che qualche collega l'avesse corteggiata, palesando interesse per lei, ma Takagi... lui era rimasto per lo più in disparte, e ci aveva messo una vita per trovare il coraggio di chiederle di uscire.
La sua timidezza era una delle tante cose che l'aveva fatta innamorare di lui... ma da quando le aveva impedito di abbassarsi allo stesso livello dei criminali a cui davano la caccia, impedendole di uccidere l'assassino di Matsuda... aveva capito che anche se a volte era un ragazzo imbranato, a volte pasticcione... era l'uomo migliore che si potesse avere l'onore di incontrare, e che essere amata da lui era un incredibile privilegio.
L'aveva salvata dal baratro in cui rischiava di cadere, l'aveva fatta tornare a ridere, divertirsi e a progettare di avere una vita normale malgrado il loro lavoro che spesso e volentieri non dava garanzie di poter realizzare dei progetti con altre persone...
Ma ora era lui ad aver bisogno di aiuto.
E lei non sapeva cosa fare per aiutarlo.
Avrebbe preferito conoscere Sakura in un'altra occasione, magari organizzando una cena tutti e tre assieme...e d invece la conosceva come sospettata di omicidio.
L'ispettore Megure era stato chiaro. Chiunque, da un detective della sezione investigativa ad un semplice vigile urbano, non avrebeb dovuto torcerle un solo capello ma avrebbe dovuto portarla alla omicidi in stato di arresto.
Sperava solo di non dover avere lei l'ingrato compito di ammanettarla e scortarla in centrale. Così come sperava che non toccasse a Wataru.
Sarebbe stato troppo doloroso, per entrambi.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:54
 
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Parte quarta: #entry413793479

Alla fine, in un modo o nell'altro era riuscito a dirglielo.
Era riuscito a sollevare la cornetta del telefono e dire a sua madre il pasticcio in cui si era venuta a trovare la sorella minore.
Com'era prevedibile, sua madre minacciò di far scoppiare una guerra.
Non sapeva nemmeno lui, come fosse riuscito a calmarla... a dir il vero lo sapeva, e non ne andava particolarmente fiero.
Aveva mentito. Aveva detto che per una prova che inchiodava Sakura come colpevole, ne aveva una che faceva sorgere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza e che presto avrebbero preso il vero assassino...
Balle.
Non aveva nulla che gli facesse affermare con sicurezza che la piccola di casa Takagi fosse innocente, tranne forse, il suo istinto da poliziotto e fratello maggiore.
Troppo poco.
Ma lui si rifiutava di credere che Sakura fosse la colpevole di quel delitto... anche se doveva ammettere, che se fosse stata un'altra persona non avrebbe esitato a credere che le cose si fossero svolte in quel modo.
La vittima non si era certo comportata da amica con la sua sorellina. Se fosse stata in vita e la sorella gli avesse detto di come si comportava spesso e volentieri quella ragazza, l'avrebbe certo presa da parte e le avrebbe fatto un bel discorsetto.
Ma a pensarci bene, se sua sorella scopriva di essere stata presa in giro si limitava a cancellare quella persona dalla sua vita, e non di certo a coltellate.
Aveva pensato a tutte queste cose mentre faceva una doccia, sperando che l'acqua portasse via anche la situazione che aveva scoperto oltre allo stress... ma non aveva funzionato ne per l'uno ne per l'altra.
Fuori aveva iniziato a piovere.
'' Spero solo che abbia trovato un posto per la notte...''- borbottò asciugandosi i capelli con un asciugamano bianco.
Istintivamente prese il cellulare e compose il numero della sorella, che aveva messo nelle chiamate rapide.
Gli rispose la segreteria.
Di nuovo.
Ma stavolta decise di lasciare un messaggio.
'' Ciao Sakura... ascolta, so che ti sei cacciata in un brutto guaio... ma rammenti come si suol dire? Per ogni problema, anche il più grave, c'è sempre una soluzione, basta volerla cercare... troviamola insieme. Richiamami quando senti questo messaggio, d'accordo? Vediamoci da qualche parte, qualsiasi parte... fai tu luogo ed orario, verrò subito. E ricordati... che ti voglio bene.''- detto questo chiuse la telefonata.
'' Per lo meno non si può dire che la stai nascondendo...''- fece una voce alle sue spalle.
Takagi trasalì quasi e quando si voltò vide Sato, la sua Sato, intenta ad apparecchiare la tavola per due ed ora che ci faceva caso nell'appartamento si era diffuso un inconfondibile odore di riso saltato con le uova.
'' Accidenti, ti ho spaventato?''- fece Sato.
'' E come hai fatto ad entrare?''- fece il poliziotto sorpreso di vedere la donna nel suo soggiorno.
In risposta, Sato tirò fuori una chiave.
Già, ora ricordava... era dal caso dell'uomo che fischiava durante il quale era rimasto ferito e ricoverato in ospedale, che avevano smesso di considerarsi amici che uscivano assieme senza impegno e da relazione '' Vediamo dove ci porta'', per considerarsi una coppia a tutti gli effetti.
Uscivano spesso a pranzo assieme, quando i loro turni liberi coincidevano organizzavano romantiche uscite, quando potevano riuscivano a passare il week end assieme anche se costretti a rimanere a Tokyo, ed il poliziotto le aveva fatto una copia delle chiavi di casa.
'' Lo so che volevi restare solo...''- fece Miwako raggiungendolo -'' se vuoi vado via, volevo solo assicurarmi che mangiassi qualcosa...''
Takagi sorrise.
Dove l'avrebbe trovata un'altra donna come Miwako Sato? Da nessuna parte. Lei era il classico esempio di come una persona fosse una sola su un milione.
Vero, in quel momento voleva starsene per fatti suoi... ma in quel momento realizzò che l'unica persona che voleva vedere, con cui voleva parlare era nel suo appartamento.
La abbracciò, stringendola a sè -'' Tu non mi disturbi mai... ti prego resta...''
'' D'accordo. Mettiti qualcosa addosso. Io metto il riso in tavola.''

'' E' buonissimo...''- fece il poliziotto mettendo in bocca una cucchiata della pietanza che Miwako aveva portato. Sapeva per certo che non poteva averlo preparato mentre era sotto la doccia, perchè la pentola in cui era contenuto non proveniva dalla sua credenza.
Aveva messo una polo blu notte e dei jeans chiari e sedeva di fronte alla fidanzata. Sato invece indossava un elegante tailleur viola.
Ma addosso a Sato, perfino i pantaloni di una tuta talmente brutta che il primo pensiero che veniva guardandoli era di giocare al piromane, sembravano un capo di alta moda.
Immaginava anche che non fosse opera sua... Sato aveva molte doti, bella, determinata, intelligente, indipendente e nella stra grande maggioranza dei casi non aveva bisogno di un uomo grande e forte che si occupasse di lei... ma per i lavori di casa ed il mestiere della massaia, lasciava molto a desiderare.
Però era stato un pensiero gentile e lo apprezzava molto.
'' Siete molto legati, vero?''- chiese Sato versandosi un bicchere d'acqua -'' tu e tua sorella, voglio dire.''
Takagi annuì.
'' Avevo l'età della figlia del detective Goro quando mio padre si ammalò di un male incurabile... se lo portò via talmente in fretta che nessuno di noi se lo aspettava. Prima di morire, mi chiese di fargli una promessa... occuparmi di Sakura. Passavo quasi tutto il mio tempo con lei e ci divertivamo come matti ad organizzare scherzi ai danni di amici e parenti o a giocare insieme.''
'' E dimmi, lei com'è?''- chiese Sato con palpabile curiosità e desiderosa di sapere di più sull'altra donna della vita del suo fidanzato.
'' Beh... è una normale ragazza che ha appena finito le superiori. Le piace leggere, scrivere, la musica le piace ma preferisce ascoltarla per conto suo senza il volume a palla ed andare a cavallo... e come tutte le sue coetanee è estasiata da tutte le possibilità che ha davanti. Ma c'è una cosa, sopra ogni altra, che mi porta a credere che lei non sia responsabile del delitto.''
'' Davvero? E quale?''- domandò la poliziotta.
'' Sakura ha un carattere aperto e tollerante la maggior parte delle volte. Non si lascia mettere sotto facilmente, ma nemmeno si mette a frignare senza ritegno per una sciocchezza... ma se si scopre tradita o delusa da qualcuno, la sua massima vendetta è ignorare quella persona... sarebbe uscita dall'albergo, mi avrebbe cercato in centrale e mi avrebeb chiesto se per cortesia poteva stare da me...''
'' Ti dirò, nemmeno io penso che Sakura sia colpevole... ma devi ammettere che ce ne sono di prove contro di lei. Ripresa con l'arma del delitto in mano, opportunità, movente...''- fece Sato. Inutile dire che con tutte queste prove a carico, sua sorella sarebbe stata giudicata colpevole e condannata ancor prima di giungere in tribunale.
Si alzò di scatto ed andò a fissare la pioggia che cadeva per impedire a Sato di vedere che i suoi occhi si stavano rimpendo di lacrime.
Si sentiva inutile... non era riuscito a proteggere Sakura, ed adesso era là fuori, da qualche parte, sola, spaventata...
'' La troveremo...''- fece Sato abbracciandolo da dietro cincendogli la vita con le sue braccia per rincuorarlo -'' La troveremo, lei ci darà la sua versione dei fatti e vedrai che tutto si sistemerà.''
Takagi si voltò, abbracciandola nuovamente, ed in breve nessuno dei due seppe più fare a meno l'uno della bocca dell'altra.
Se solo i loro colleghi avessero scoperto come era finita quella serata in casa di Takagi, avrebbero voluto la testa del poliziotto, ma al momento a lui questo non importava.
Gli importava solo che la persona più importante della sua vita fosse lì ad aiutarlo a non cadere in quello che certamente era uno dei momenti più bui della sua vita.

Fu una sopresa per il poliziotto scoprire che malgrado fossero le otto passate, Sato fosse ancora in casa sua.
Lui aveva aperto gli occhi in quel momento e la sua amata era ancora lì con lui.
Essere a casa a quell'ora, per lui non era un problema, dato che era il suo giorno libero, ma si stupì che Sato fosse ancora lì.
Eccezion fatta per quando aveva un febbrone così alto che le impediva di mettere a fuoco anche solo la faccia di chi le stava davanti ed il suo giorno di libertà, Sato deteneva il massimo record di presenze in centrale.
Poi dopo un po' capì. Si era presa una giornata per non lasciarlo solo. Se non altro per essere con lui in caso avesse deciso di andare a caccia di risposte da solo, impedendo così di cacciarsi in qualche guaio.
Ne era sempre più convinto.
Quella donna era unica ed ancora faticava a credere che fosse la sua donna.

'' Ed ora dove andiamo?''- chiese Takagi una volta che l'auto della poliziotta fu uscita dal parcheggio.
'' Dimmelo tu. Dove andrebbe Sakura?''- l'esperienza le aveva insegnato che per trovare un sospettato in fuga, la cosa migliore da fare era entrare nella sua testa, pensare come lui... ed era più facile se si aveva accanto una persona che conosceva molto bene il sospetto in questione e che aveva un ottimo motivo per trovarlo prima di chiunque altro -'' Tu la conosci bene, c'è qualche posto in città in cui si sente al sicuro?''
Il poliziotto si portò pollice ed indice della mano destra sotto al mento per concentrarsi -'' Uhm... fammi pensare...''
'' Non dovremmo investigare sulla vittima, prima?''- fece una vocina alle loro spalle.
I due poliziotti lanciarono un grido e per poco Sato non finì fuori strada a causa dello spavento.
'' CONAN?!?''- fecero all'unisono.
'' Che diavolo ci fai tu qui?!?''- domandò il poliziotto reduce dallo spavento che il bambino aveva causato loro.
'' Ran era preoccupata per te e mi aveva mandato a portarti una crostata per risollevarti il morale, quando vi ho visti uscire insieme e ho pensato che steste andando ad investigare...''- e da lì la storia si scriveva praticamente da sola.
'' Capisco...''- borbottò Takagi.
'' Sai, forse non ha tutti i torti...''- riflettè Sato -'' a causa del fatto che Sakura si sia trovata in questo pasticcio, non ci siamo ancora premurati di capire chi era la vittima... se aveva dissapori con qualcuno, nemici o qualcuno che la odiava abbastanza da usarla come puntacoltelli...''- in poche parole non avevano battuto tutte le piste che potevano essere la spiegazione di quel delitto.
'' Ti va se prima facciamo qualche domanda, e poi andiamo a cercare tua sorella?''- fece il piccolo detective all'indirizzo del poliziotto.
Takagi ci pensò un attimo: la sua priorità era trovare Sakura prima che qualcuno potesse farle del male o che la situazione peggiorasse ancora, ma a pensarci bene... era stato lui stesso a dire che avrebbero dovuto concentrarsi sulla vittima invece di dare per scontato il risultato dell'inchiesta e forse avrebbe trovato qualche indizio o prova che avrebbero discolpato la sorella.
'' D'accordo, andiamo...''

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:55
 
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Parte quinta: #entry413817812

A sentire la deposizione raccolta da Shiratori interrogando i genitori della vittima, Yuky era stata a Tokyo solo una volta in tutta la vita e lì non avevano amici o parenti.
E l'unico posto in cui erano state entrambe il giorno dell'omicidio nonchè il primo dei quattro giorni previsti per la loro piccola gita, era l'hotel in cui allaggiovano e fuori dal quale era stato commesso l'omicidio.
Se era successo qualcosa, era da lì che dovevano partire...

'' Certo che mi ricordo di Yuky... come dimenticarla?''- fece il gestore dell'albergo in cui le due ragazze avevano preso una doppia quando gli agenti Sato e Takagi mostrarono una foto che ritraeva la vittima in compagnia di Sakura.
Erano entrambe sorridenti ed indossavano una gonna che arrivava fino al ginocchio, grigia, pieghettata, una camicia bianca, una cravatta rossa ed una giacca verde smeraldo. L'uniforme del liceo frequentato dalle due ragazze fino a poco tempo fa, ed in quella foto sembravano più unite di due sorelle.
'' Quindi la conosceva bene?''- domandò l'agente Sato.
'' Sì.''- fu la risposta -'' I suoi genitori fanno parte di una piccola compagnia teatrale che ogni tanto organizza recite di beneficienza. L'anno scorso ne hanno organizzata una proprio in questo hotel, e con loro c'era anche la figlia. Anche lei recitava in un numero comico.
Ma la sua amica non l'avevo mai vista prima dell'altra sera.''
Takagi non se ne stupì.
La loro madre era stata sempre un tipo apprensivo, specie dopo la scomparsa di suo marito. Quando le disse che aveva superato il test di ammissione per l'accademia di polizia, lui era entusiasta e lo riferì subito alle due donne della sua vita, ovvero a Sakura e alla madre.
La sorellina era felicissima per lui, sua madre invece si era quasi messa a piangere... in fondo era comprensibile. Aveva già perso il marito a causa di una brutta malattia, l'ultima cosa che voleva era sentirsi telefonare per essere informata che qualcuno le aveva strappato suo figlio.
Per un po' era stato sul punto di rinunciare, ma poi sua madre gli disse che qualsiasi cosa lui avrebeb deciso di fare della propria vita, lei lo avrebbe sostenuto in modo incondizionato.
Immaginava che dopo il suo trasferimento a Tokyo sarebbe stata più apprensiva con la figlia più piccola... l'unico motivo per cui la madre le aveva permesso di andare a Tokyo era perchè sapeva che ci sarebbe stato lui a darle un' occhiata ci scommetteva.
Certo, se almeno una delle due si fosse degnata di informarlo...
'' Comunque non è stata certo la sua performance a farla notare, quella sera.''
'' Ah davvero?''- fece Conan con candore infantile -'' e come mai allora?''
Solo allora l'uomo si accorse del bambino e gli rivolse un sorriso.
'' Qui vedo anche un giovanissimo poliziotto o sbaglio?''
Takagi rise nersosamente e gli scompigliò i capelli -'' Sì, è il vincitore del concorso Passa una giornata con la polizia e poi te ne accorgerai...''
Conan sorrise, stando al gioco.
'' Ciò che voglio dire...''- fece il gestore ritornando serio -'' è che quella ragazza senza dubbio si faceva notare. Dopo lo spettacolo a cui ha preso parte, lei, i genitori ed il resto della comitiva si sono fermati a cena... e ad un certo punto quella ha piantato un capriccio che in fede mia, nemmeno mio nipote di due anni avrebbe fatto.''
'' Che ha combinato, si può sapere?''- fece Takagi.
'' Dopo lo spettacolo i suoi genitori ed il resto della compagnia avevano deciso di passare il resto della serata al circolo ricreativo dell'albergo. Lei ha iniziato a dire che progettava di andare in un locale che aveva scoperto durante il tragitto dall'aereoporto all'hotel e che avrebbe voluto andarci.
I suoi le avevano detto che non era il caso, soprattutto a causa di una serie di aggressioni in città che avvenivano appena faceva buio... e lei ha dato di matto.''
'' Mi sta dicendo una una ragazza di diciotto anni si è messa a fare i capricci solo perchè i genitori le avevano negato un'uscita?''- fece Sato con aria scettica e stupita al contempo. Francamente non si stupiva più di tanto.
Anche quando aveva l'età di Sakura e della vittima, le era capitato di incontrare persone sui vent'anni e che manifestavano la maturità di un dodicenne.
E poi c'erano le persone come Conan, incredibilmente giovani e che per legge erano quelle a necessitare di una guida, che si dimostravano di una maturità ed iun acume sorprendente.
'' Altro che capricci...''- continuò quello -'' Ha iniziato dire che era giovane, che aveva diritto di divertirsi e che non potevano pretendere che si murasse viva da qualche parte solo perchè in giro c'era un matto che si divertiva ad usare il primo malcapitato come sacco da allenamento.''
'' Una bizza da bambina viziata in piena regola...''- commentò Conan.
'' Sì, i suoi le hanno detto che doveva smetterla con il suo atteggiamento di dare scontato tutto e tutti, ma alla fine hanno dovuto accontentarla e chiedere ad uno dei nostri dipendenti di accompagnarla, solo per evitare che mettesse il muso e per farla stare zitta... ed ora che mi fa pensare, la persona che l'ha accompagnata, al ritorno, era molto risentita.''
'' E come mai?''- chiese Takagi. Ok, non avrebbe dato torto alla sorella nemmeno se fosse stata lei.
'' Non so dirglielo... so solo che Reiko ha confidato ad alcune colleghe che non avrebbe più fatto la baby sitter per clienti del genere.''- aggiunse l'uomo -'' E' la persona che si occupò di lei quella sera... la trovate a sistemare la camera 304, se volete farle qualche domanda.''
L'agente Sato ringraziò ed era pronta a raggiungere la suddetta stanza per fare qualche domanda a Reiko.
Se aveva avuto un dissapore con la vittima in passato, magari questa le aveva fatto uno sgarbo anche il giorno dell'arrivo in hotel.
La prima volta aveva lasciato perdere, ma la seconda magari...
'' Che può dirmi dell'altra ragazza, invece?''- domandò l'agente Takagi.
'' Beh non c'è molto da dire, l'ho per poco intravista... posso solo dire che non faceva che guardarsi intorno, curiosa. Mi ha fatto l'impressione della tipica ragazza di campagna che arriva nella grande città... francamente non mi pareva il tipo in grado di fare del male a qualcuno.''

'' Non posso dire di essere felice che abbia fatto quella fine...''- fece Reiko Tsubaragi, anni 22, mentre cambiava le lenzuola di una stanza al quinto piano. Aveva i tratti nippo-americani, occhi verdi, vaporosi capelli biondi e come tutti i dipendenti indossava la divisa dell'albergo ed un badge di riconoscimento.
Era studentessa alla facoltà di giurisprudenza e lavora part time in hotel per pagare la retta universitaria, l'affitto e bollette varie. In genere faceva la cameriera, ma capitava spesso che facesse dei lavori extra per arrotondare.
La sera in cui Yuky aveva fatto una scenata, l'anno prima, le avevano offerto una mancia consistente per fare la parte dell' '' Amica Sobria'', ovvero accompagnare la vittima per locali stando attenta che non combinasse guai o che non facesse la sciocca.
Aveva accettato di buon grado l'incarico, ma quando era tornata aveva confidato ad alcune colleghe che era la prima ed ultima volta che accettava di fare la baby sitter ad una ragazzina arrogante e viziata.
'' Ma non posso nemmeno dire di essere addolorata per la sua scomparsa.''
'' Ne deduco che la vittima non le andasse a genio...''- fece l'agente Sato. Beh, una persona che si comportava come una reginetta a cui tutto pareva dovuto raramente si faceva apprezzare.
'' Può dirlo forte. Ai clienti maleducati ci si fa l'abitudine, ma avrei voluto stamparle un destro in faccia.''
'' Che le aveva fatto, si può sapere?''- domandò Takagi.
Reiko non si fece pregare -'' L'avevo accompagnata in un locale poco distante dall'albergo. C'era dell'ottima musica jazz ed era un posto molto carino. Appena arrivate, per non starle tra i piedi mi sono allontanata da lei, ma stavo sempre nei paraggi per controllare la situazione.
Ad un certo punto, nel locale è arrivato un mio compagno di corso, ed abbiamo scambiato qualche parola. Gli avevo detto che ero lì per lavorare e lui stava per salutarmi, quando quella ci ha raggiunto...''- e qui divenne livida di rabbia -'' e gli ha detto che non ne valeva la pena... che chiacchierasse con una cameriera, e che meritava di meglio... mi ha umiliata davanti a tutti, e davanti ad un mio amico per giunta... avrei voluto prenderla a schiaffi davanti a tutti, per insegnarle un po' di educazione e di rispetto.''
'' Capisco...''- fece l'agente Sato -'' comprendo il suo risentimento, ma a questo punto la legge mi impone di considerare l'eventualità che lei sia coinvolta. Dov'era tra le nove e le dieci della notte scorsa? Mi risulta che abbia staccato prima quel giorno.''
'' E infatti ero al Beika Central Hospital.''- rispose lei chiudendo una scatola dove aveva messo delle lenzuola-'' Mio fratello minore ha compiuto gli anni e quindi avevo chiesto di uscire prima per andare a casa dei miei per festeggiarlo e sono stata dai miei dalle nove di sera e mi sono fermata a dormire lì... quindi non sono stata io a far fuori quell' insopportabile ragazzina...''
A quel punto Takagi mostrò la foto in cui erano ritratte sia la vittima che la sorella.
'' Riconosce la ragazza della foto?''
'' Come no... sono arrivate insieme e mi sono stupita che ci fosse qualcuno che riuscisse a sopportarla. Stavo uscendo dalla stanza attigua alla loro con della biancheria sporca, mentre loro stavano entrando nella loro... la sorpresa di rivedere quell'antipatica era tanta che ho lasciato cadere tutto... e la sua amica mi ha aiutato a riprendere tutto e a rimetterlo nel cesto. Il sole e la luna, praticamente.''
'' E' stata l'unica volta che l'ha vista?''- chiese il piccolo Conan.
'' No.''- fece la ragazza sorridendo alla vista del bambino-'' Stavo per scendere nella stanza del personale per cambiarmi ed andare dai miei dopo aver controllato una stanza sul loro stesso piano, quando l'ho vista tornare in camera sua... aveva il volto rosso come un pomodoro e pareva fumasse... per un attimo mi sono domandata se fosse il caso di chiamare i pompieri oppure un cuoco.''
I due poliziotti si lasciarono sfuggire una risata alla battuta.
'' E che ore erano?''- chiese l'agente Takagi pregando con tutto il cuore che sua sorella fosse in ben altro luogo al momento in cui la vittima era stata pugnalata a morte.
'' Mi faccia pensare...''- fece la ragazza portandosi una mano sotto il mente -'' Sì, erano le otto e mezzo. Lo so perchè tenevo spesso d'occhio l'orologio. Per deformazione professionale le ho chiesto se per caso potessi fare qualcosa per lei... e lei mi ha risposto che aveva avuto da dire con una ragazzina viziata. Ho capito subito che si stava riferendo a chi so io e le ho dato subito tutta la mia solidarietà.
E lei ha aggiunto che la fortuna di molte persone è che la maleducazione e la mancanza di tatto non siano illegali o ce ne sarebbe di gente in prigione. Subito dopo è entrata in camera ed è stat l'ultima volta che l'ho vista... è stato un colpo leggere sul giornale di stamattina che era accusata di omicidio e che era fuggita.''
Maledizione... Sakura era tornata in camera alle otto e mezzo di sera. Ma il medico legale aveva collegato l'ora del delitto tra le nove e le dieci.
C'era una mezz'ora in cui Sakura era sparita dalla vista di qualsiasi testimone. Non se ne stupiva però date le circostanze.
Sua sorella era sempre stata così, fin da piccola. Se litigava con qualcuno, fosse un' amichetta di scuola, un ragazzino dispettoso del quartiere o anche la loro madre quando erano in disaccordo si chiudeva da qualche parte, rifugiandosi in un libro o comunque in qualcosa che le tenesse occupata la mente per calmarsi.
Spariva per un po' di tempo e poi tornava calma e serena.
Francamente, gli tornava strano che avesse pugnalato una persona dopo essersi nascosta per un po', per calmarsi.
E conoscendola, non era credibile che avesse sbirciato nelle mail di un'altra persona... ergo, il movente non stava in piedi.
'' Ed ora dove vai?''- domandò Sato nel vedere che il fidanzato usciva a passo svelto dalla stanza.
'' A parlare con il concierge. Questa faccenda non sta in piedi.''- fu la spiegazione.
Conan si infilò subito dietro il poliziotto.

'' E' stata la vittima a chiamarmi al loro tavolo... mi ha chiesto come si raggiungeva una discoteca. Ha detto che la lontanzanza non era un problema, bastava che fosse un bel posto. Stavo per andarmene quando la sua amica mi ha chiesto delle informazioni.''- riferì l'uomo.
'' Che cosa le ha domandato?''- domandò il poliziotto.
'' Mi ha chiesto di indicarle come si raggiungeva la centrale di polizia partendo dall'albergo. Mi pareva strano che mi facesse una domanda del genere, così le ho domandato se per caso si fosse accorta di un furto nella stanza o se avesse dei problemi per cui voleva l'intervento della polizia... ma lei mi ha sorriso e mi ha spiegato che suo fratello maggiore era un poliziotto che lavorava a Tokyo, e che voleva andare a trovarlo.''
'' Ed allora è scoppiato il pandemonio.''- aggiunse Conan.
'' Puoi dirlo forte ometto...''- fece il concierge sorridendo all'indirizzo del piccolo detective-'' la vittima ha avuto da ridire e più che arrabbiata, sembrava seccata e meravigliata che la sua amica avesse fatto un programma senza consultarla.''
Takagi si sentì il latte alle ginocchia. Come cavolo aveva fatto sua sorella a frequentare una persona del genere senza mandarla in quel posto ogni volta che la vedeva, e si meravigliava pure che non gliene avesse mai parlato... le aveva chiesto mille volte se stava bene, se c'era qualcuno che le dava fastidio, perchè cavolo non glielo aveva riferito?
In quel caso, avrebbe preso il primo volo per Kyoto solo per fare un bel discorsetto con quella ragazzina e consigliarle di abbassare i toni.
Se solo lui o Sakura si fossero azzardati ad avere un atteggiamento simile, anche solo per fare uno scherzo, come minimo i loro genitori li avrebbero rimessi in riga prima ancora di dar loro il tempo di dire '' Ah''.
'' Le ha detto di essere venuta per divertirsi, che avrebbe avuto altre occasioni per vedere suo fratello e che quella sera sarebbero andate in discoteca... la sua amica si è arrabbiata e francamente non la biasimo. Sembrava più un comando che una proposta ad uscire. Allora lei si è alzata di scatto dicendo... Mio fratello ed io a causa del suo lavoro riusciamo a vederci solo alle feste comandate o a sentirci su internet, quindi se non ti dispiace stasera preferisco andare a trovarlo. Sempre meglio che fare da guardiano ad una ragazzina viziata!!!
Era furiosa... a quel punto si è alzata da tavola e nessuno l'ha più vista.''
Tranne quando verso le dieci meno dieci era stata ripresa dalla telecamera, mentre si allontanava dalla scena del crimine.
Quando i due poliziotti ed il ragazzino uscirono dall'albergo, non erano sicuri di aver fatto dei passi avanti nelle indagini, o comunque non erano convinti di aver fatto passi avanti per scagionare Sakura dalle accuse che le pendevano sul capo.
Tutto quello che avevano scoperto sinora era che la loro vittima si divertiva a fare la principessina viziata, ad umiliare persino una persona che faceva lo straordinario per lei e che più che chiedere il permesso per fare certe cose lo dava talmente scontato che nemmeno si scomodava a chiederlo e che a quanto pare s'infastidiva se qualcuno a lei vicino pensava con la sua testa.
Inoltre, Sakura non aveva un alibi valido. Alle 20.30 di quella sera era tornata in camera, va bene, ma per quanto tempo vi era rimasta?
E che cosa aveva fatto nei cinquanta minuti che precedevano la registrazione che faceva di lei la sospettata perfetta?
E soprattutto... dov'era in quel momento? Megure aveva diramato un bollettino, i loro colleghi la stavano cercando con l'ordine preciso di non torcerle un capello, ma senza risultato.
'' A questo punto penso sia il caso di andarla a cercare...''- propose Sato aprendo la portiera dell'auto e mettendosi al posto di guida.
Ammettendo per un attimo che la colpevole del delitto fosse proprio Sakura, forse era meglio che fosse suo fratello a trovarla per primo, a chiederle la sua versione dei fatti e in quel caso a convincerla a dire tutto alla polizia.
Takagi annuì e prese posto in auto. Lo stesso fece Conan.
'' Scusate...''- fece il piccolo Detective ricordandosi di un dettaglio-'' di cosa parlava il gestore dell'albergo, riguardo a quelle aggressioni?''
Fu Sato a rispondere.
'' I genitori di Yuky avevano ragione a pensare che sarebbe stato più saggio che la figlia restasse con loro in albergo, perchè in quel periodo a Tokyo, c'era un'ondata di aggressioni a scopo di rapina.
Le vittime per la maggior parte erano donne tra i venti e i quarant'anni, aggredite poco prima o poco dopo la mezzanotte.''
'' Già.''- confermò Takagi -'' Venivano aggredite dove capitava, ma molto spesso le aggressioni avvenivano in luoghi isolati nei quali nessuno sarebbe andato senza una buona ragione. L'aggressore misterioso le picchiava per un po', e le lasciava lì, ma non prima di aver aperto loro il portafogli ed essersi appropriato dei loro contanti.''
'' Vi sono state vittime?''- chiese ancora il piccolo detective.
I due agenti dissentirono all'unisono.
'' Per fortuna nessuna di loro perse la vita o fu in serio pericolo...''- spiegò l'agente Sato -'' Qualche osso rotto, delle contusioni, tanta paura e qualche banconota. Fu questo lo scotto da pagare per coloro che erano finite nel mirino dell'aggressore.''
'' E poi...''- concluse Takagi -'' come le aggressioni ed i pestaggi erano cominciati, alla stessa velocità sparirono. Ormai è un anno che quel tipo non si fa vedere o sentire. In un anno ha terrorizzato quasi venti donne e molte altre avevano paura persino di uscire per fare una passeggiata.''
Conan iniziò a rimuginare su quanto gli avevano detto Sato e Takagi riguardo alle aggressioni... tutte le vittime di quell'uomo erano state aggredite spesso e volentieri in un luogo isolato e dove pochi sarebbero andati senza un valido motivo.
Yuky era ben truccata e molto elegante la sera della sua morte, questo significava che al di là di quel che Sakura avrebbe detto o fatto lei sarebbe andata comunque dove aveva deciso di andare.
Ma non aveva senso lo stesso... certo, malgrado alti e bassi, la vittima si fidava di Sakura e quindi per costei non sarebbe stato un grande problema attirarla in quel vicolo per farla fuori, ma con l'atteggiamento da prima donna che tutti avevano imputato alla vittima, Sakura avrebbe dovuto sapere che una persona del genere non avrebbe mai messo piede in quel posto.
Anche ammettendo che fosse lei la colpevole dell'omicidio, non le sarebbe stato difficile convincerla a raggiungerla in camera loro o ai servizi.
E non poteva averla uccisa in camera loro e buttato il corpo giù dalla finestra. Secondo il rapporto del medico legale, la vittima aveva delle ferite da difesa oltre alla coltellata che le aveva squarciato l'intestino condannandola a venti minuti di agonia prima di morire, ma non aveva altri traumi che indicavano un villipendio di cadavere o ematomi post mortem.
E se così fosse stato, la scientifica avrebbe trovato tracce ematiche nella stanza, dei segni di lotta, trovato una prova che Sakura l'aveva contattata prima dell'omicidio, e soprattutto la presunta assassina sarebeb stata immortalata mentre usciva dall'albergo, non dal vicolo...
C'era un'altra possibilità... ovvero che qualcun'altro avesse assassinato Yuky, Sakura si fosse accorta di quanto stava accadendo ed aveva cercato di fare qualcosa, ma l'assassino aveva reagito, Sakura era scappata non perchè fosse sconvolta dall'accaduto ma perchè stesse cercando di sfuggire all'assassino.
E se dopo quasi due giorni nessuno l'aveva ancora vista o sentita...non voleva allarmare Takagi perchè era già abbastanza scosso di suo, ma a dar retta a quella possibilità... vi era una probabilità molto alta che Sakura fosse morta.
Sperava di essere in errore, per quella volta.
Meglio un colpevole in libertà che un innocente in prigione o sotto terra.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:55
 
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Ed eccomi qua con il nuovo capitolo della mia storia... domani ho un esame universitario, quindi se mi lasciaste un commentino d'incoraggiamento sarebbe fantastico :)
#entry413853406
Parte sesta:

Per il resto del pomeriggio, i due poliziotti non fecero altro che cercare la ragazza.
La cercarono in tutti i posti che a detta di Takagi per lei rappresentavano un posto sicuro: il cafè dove il giorno prima il fratello aveva passato un'ora e mezzo sperando di vederla, il parco e più precisamente il punto intorno al lago delle carpe, ed una libreria nel quartiere Beika.
Nessuno l'aveva vista o sentita, e non compariva nemmeno in un filmato.
Pareva essersi dissolta con una bomba fumogena nemmeno fosse stata un ninja di rara bravura.
'' Maledizione Sakura, perchè non mi chiami?''- borbottò il poliziotto dopo aver controllato, per l'ennesima volta da quando era cominciata quella storia, il display del suo cellulare per vedere se c'erano chiamate di sua sorella -'' Sto cercando... di aiutarti.''
Sato lo guardò preoccupata.
Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto poter fare qualcosa per aiutare il suo amato a non sopportare quel peso... ma l'unico modo che aveva per aiutarlo era non lasciarlo solo e trovare la ragazza.
Solo che in quel caso, essendo una sua superiore oltre che la fidanzata, se l'avesse trovata avrebbe dovuto metterle le manette ai polsi e scortarla in centrale, dove i loro colleghi l'avrebbero torchiata come un serial killer.
Nessuno, nemmeno Wataru, avrebbe potuto rimproverarla per aver fatto il suo lavoro, ma lei non avrebbe mai potuto perdonarsi per il fatto di essere lei a causargli un simile dolore.

Essendo il suo giorno libero, Takagi avrebbe potuto benissimo tornarsene a casa e cercare di calmarsi un poco, ma decise di andare ugualmente in centrale con Sato per sapere dall'ispettore Megure se per caso c'erano novità.
'' Purtroppo non c'è ancora nessuna notizia riguardo a tua sorella...''- lo informò il suo superiore con aria addolorata -'' Voi invece, avete scoperto qualcosa?''
Fu Sato a rispondere essendo colei che tra i poliziotti che avevano investigato quel pomeriggio all'hotel erano in servizio -'' Sappiamo che la vittima aveva un carattere dispotico e capriccioso, che aveva avuto da discutere con una dipendente dell'albergo l'anno passato, che quando voleva fare una cosa dava il permesso per scontato tanto che faceva una scenata se per caso qualcuno si azzardava a negarglielo.''
A quel punto intervenne Shiratori che dalla sua postazione aveva ascoltato ogni parola -'' Se aveva questo atteggiamento, molte persone avrebbero avuto quel che si dice un valido movente per toglierla di mezzo.'' - poi si rivolse a Sato-'' Ho ricevuto il tuo messaggio, e posso dirti che l'alibi della cameriera è confermato. Ed anche la storia raccontata dal gestore corrisponde a verità: i genitori di Yuky confermano che la figlia aveva un carattere altalenante. Alternava momenti di maturità a momenti in cui sembrava una bambina viziata che non voleva sentire ragioni... ma purtroppo, delle persone che conoscevano bene il suo carattere fino al punto di esserne infastidite e che avevano l'opportunità di farla fuori... Sakura era l'unica.''
'' No, è assurdo...''- borbottò Takagi -'' Io la conosco bene, e vi posso assicurare che non farebbe del male ad una mosca.''
'' Noi ti crediamo Takagi...''- fece l'ispettore Megure -'' Ma hai visto anche tu dalle testimonianze e dalle registrazioni che la situazione di tua sorella è tutt'altro che rosea. Inoltre, come se non bastasse sono due giorni che nessuno la vede o la sente... tu puoi confermarlo vero?''
Takagi si sentì punto sul vivo, da quella velata mancanza di fiducia, ma fece finta di niente -'' Se avessi saputo dov'è Sakura non sarei certo andato in giro per tutta la città a cercarla, le pare?''
Megure annuì.
Dio solo sapeva quanto odiava aver dovuto chiedere al suo sottoposto la conferma di non sapere dove si trovasse in quel momento sua sorella, ma il mestiere del poliziotto non solo era un lavoro di grande responsabilità ma anche infame a volte.
Doveva assicurarsi che nessuno gli stesse mentendo, facendo credere di mettere in dubbio persino l'onestà della persona migliore che conosceva.
E Wataru Takagi era la persona migliore che conosceva. Un ragazzo pasticcione, imbranato alle volte, ma allo stesso tempo era anche un ragazzo buono, gentile, onesto e con un senso della giustizia cristallino. E se gli si dava il giusto imput era perfettamente in grado di risolvere da solo un caso molto complicato.
La prima volta che l'aveva visto aveva pensato che era troppo buono per quel mestiere e che si sarebbe fatto ammazzare durante la prima settimana di serivizio attivo sul campo, ma poi si era dovuto ricredere. A volte combinava guai, ma era pur sempre uno dei migliori agenti con cui aveva mai lavorato.
E tra tutti gli agenti che aveva ai suoi comandi, era l'unico ad essere riuscito a realizzare un vero e proprio miracolo, salvando una persona che per lui era l'equivalente di una figlia.
Sato era stata una persona molto sfortunata con le persone... aveva perso suo padre quando era molto piccola, un professore delle superiori a cui era molto legata ed il suo coach... poi si era innamorata del detective Matsuda, che aveva eroicamente scelto tra il salvarsi e salvare decine di vite umane, di salvare le ultime, gettando ancora di più Miwako Sato in un baratro.
Da allora, la poliziotta aveva iniziato a chiudersi a riccio, impedendo a chiunque di avvicinarsi a lei e a negarsi la possibilità di amare ed essere felice.
Ma da quando aveva iniziato a frequentare Takagi, aveva ricominciato a vivere.
E non avrebbe potuto essergli più grato.
Per questo, anche se non poteva dimostrarlo apertamente, soffriva molto per la situazione in cui il suo sottoposto si era ritrovato.
Se la sorella del poliziotto fosse effettivamente stata colpevole di omicidio, non solo sarebbe finita in prigione... ma anche la carriera di detective di Takagi sarebbe andata in malora.
'' Credimi Takagi...''- fece l'ispettore Shiratori- '' Nessuno di noi vorrebbe credere che tua sorella possa aver commesso questo reato, ma le hai viste le prove...''
'' Già, ma se il movente crolla allora è tutto da rivedere.''- fece il poliziotto -'' Il concierge dell'albergo ed una cameriera hanno detto che alle otto e mezza Sakura ha abbandonato la sala da pranzo ed è salita in camera. Posso dire con certezza che Sakura si è rinchiusa in camera perchè era arrabbiata e quando è in quelle condizioni, si chiude da qualche parte per calmarsi.
Secondo te, una persona che si è appena calmata dopo un'arrabbiatura commette un omicidio?''
'' Ha ragione...''- riflettè Sato-'' Se davvero fosse stata arrabbiata con l'amica''- sottolineo questa parola con il segno delle virgolette a mezz'aria tanto per sottolineare il fatto che la vittima tutto fosse stata per Sakura, tranne che un' amica -'' Avrebbe seguito l'impulso del momento. Uno schiaffo davanti a tutti, una mala parola contro di lei... la miglior vendetta contro una persona del genere sarebbe stata questa.''
'' E poi c'è un'altra cosa che non torna...''- si proferì Conan, parlando e mettendo in chiaro i suoi dubbi -'' E' la scena del crimine che solleva parecchie domande.''
I poliziotti lo fissarono con aria interrogativa.
'' Sakura la conosceva bene, giusto? Ora poniamo che lei sia colpevole. Per ucciderla doveva fare in modo di non avere testimoni e convincerla a seguirla nel posto in cui poi sarebbe morta... ma Sakura conosceva bene il suo carattere, ergo che non sarebbe stato semplice attirarla nel vicolo dietro l'albergo. Sarebbe stato più logico chiederle di raggiungerla in camera.''
'' Avrebbe senso...''- fece Megure -'' Ed avrebbe potuto disfarsi del corpo lanciandolo dalla terrazza della stanza.''
Sato intervenì-'' Ma in quel caso il medico legale avrebbe riscontrato degli ematomi post mortem sul corpo e il corpo sarebbe stato rinvenuto in una posizione diversa da quella in cui è stato trovato. E ci sarebbero state tracce ematiche nella stanza.''
Ad onor del vero, a pensarci con più attenzione era la scena del crimine ad essere strana: era un posto isolato, questo sì, ma era anche sporco e vicino ai cassonetti dell'immondizia... anche se Sakura avesse chiesto alla vittima di incontrarla lì, questa si sarebbe sicuramente rifiutata, o comunque non ci sarebbe andata vestita per una serata.
Ora restava da capire come le due ragazze ci fossero arrivate.
'' Ispettore, abbiamo trovato qualcosa nella camera della vittima e della sospettata...''- fece l'agente Tome della polizia scientifica, arrivando con un fascicolo di fogli.
Takagi non sapeva cosa volere in quel momento.
Una parte di sè voleva sapere cosa ci fosse di nuovo nell'indagine sperando che fosse un indizio che scagionava la sorella o che almeno facesse sorgere il ragionevole dubbio, ma dall'altra avrebbe preferito vivere nell'ignoranza temendo che fosse una prova contro di lei.
'' Sulla terrazza abbiamo trovato dello strano liquido. L'abbiamo analizzato e pare che fosse un tè al limone in lattina.''- nel dir così mostrò anche l'oggetto appena nominato, sigillato in una busta per le prove -'' Proviene dal freezer presente nella stanza, ed anche se in piccola parte è presente la saliva di Sakura Takagi.''
'' Quindi ha bevuto qualcosa prima del delitto...''- fece Sato maledicendo il fatto che il corpo fosse stato trovato diverse ore dopo l'omicidio e quindi anche la chiamata alla polizia fosse stata fatta dopo ore.
Se qualcuno avesse scoperto il corpo e fatto la telefonata alla polizia sul momento, avrebbero trovato la lattina ancora fredda dato che si trovava in un piccolo frigorifero e sarebbe stato più facile dimostrare che Sakura era in camera mentre la vittima veniva uccisa.
'' La lattina era per terra e dalla posizione in cui l'abbiamo trovata...''- fece l'agente mostrando una foto della lattina in questione.
Dalla posizione in cui si trovava, non sembrava che fosse caduta accidentalmente.
Anzi, era più probabile che fosse stata proprio Sakura a lasciarla cadere.
''... pare che la prima parte a toccare il pavimento sia stato il fondo della lattina.''- chiuse l'agente Tome.
'' Come se chi la teneva in mano si fosse spaventato e per la paura abbia allentato la presa sull'oggetto fino a farlo cadere.''- sottolineò Conan -'' e qui si apre un'altra ipotesi.''
'' Quindi, secondo voi...''- fece Shiratori -'' Sakura si arrabbia, va in camera per darsi una calmata e già che c'è prende qualcosa da bere... esce sulla terrazza, assiste indirettamente all'omicidio e va sulla scena del crimine... ma se non è stata lei perchè è fuggita con l'arma del delitto? Perchè non ha chiamato aiuto? E soprattutto, visto che secondo questa ricostruzione è una testimone perchè non ha ancora contattato nessuno?''
'' Magari non può.''- fece notare Conan -'' Poniamo caso che l'assassino fosse ancora nel vicolo dove è morta Yuky, che Sakura l'abbia colto in flagranza di reato e che l'abbia anche visto in faccia.. quasi sicuramente quell'uomo si sarà spaventato, l'ha aggredita, ma Sakura è riuscita a sfuggirgli. Lui l'ha inseguita ed è riuscito a riprenderla.''
'' Ma...''- lo contraddì Shiratori -'' Se fosse andata così, le registrazioni avrebbero mostrato anche il colpevole che le correva dietro. Però i nastri parlano chiaro. L'unica persona ad uscire da quel vicolo è stata Sakura.''
Takagi aveva ascoltato si e no qualche parola, con lo sguardo perso nel vuoto.
Non sapeva quale delle due ipotesi gli piaceva di meno. Se Sakura fosse stata colpevole sarebbe di certo finita in prigione a vita, anche se lui e i suoi colleghi l'avessero aiutata a cercarsi qualche attenuante.
Ma c'era un'altra ipotesi, costruita grazie ad una lattina di tè rovesciata... che Sakura avesse cercato di soccorrere la vittima e fosse scappata, non perchè fosse una colpevole sconvolta da quanto aveva appena fatto e per la paura della prigione, ma perchè era una testimone di un atroce delitto. E quindi pericolosa.
E se era vero che il vero assassino l'aveva ripresa dopo che era fuggita... si poteva spiegare il perchè fosse sparita e nessuno l'avesse più vista ne sentita.
Odiava pensarlo... ma poteva essere morta.
'' No... Sakura ti prego... dimmi che sei viva...''- pensò tremando come una foglia.
No, la sua sorellina non poteva essere veramente morta... era impossibile che lo fosse... era lui il poliziotto in famiglia. Le possibilità che rimanesse ferito o addirittura ucciso per mano di qualcuno erano maggiori per lui.
Lei invece era una ragazzina di appena diciotto anni e a quell'età doveva uscire con le amiche, magari avere un fidanzato, fare progetti per il futuro...
'' E comunque, se fosse davvero una testimone, non avrebbe avuto alcun bisogno di portar via l'arma del delitto.''- aggiunse Shiratori. Non voleva credere nemmeno lui all' eventualità che la sorella del collega fosse un' omicida ma aveva capito anche lui che se non era l'assassina allora era più facile che fosse una vittima.
E forse sarebbe stato meglio che fosse finita in galera che a marcire al cimitero.
'' Continuiamo a cercare...''- fece Megure -'' Non può essere scomparsa. Ed appena trovata, portatela qui, ma senza farle del male.
Sospettata o meno ha il diritto di difendersi.''
Shiratori annuì e si allontanò.
'' Ispettore, per favore, posso andare a casa...?''- fece Takagi, completamente dimentico di non essere in servizio quel giorno e pertanto libero di andarsene come e quando voleva.
Megure annuì e con lo sguardo chiese a Sato di accompagnarlo a casa e di non lasciarlo solo.
Rccomandazione inutile.

Non aveva detto una parola per tutto il viaggio. Non riusciva a smettere di pensare all'eventualità che Sakura fosse irreperibile perchè deceduta.
Si sentiva un vero fallimento... come uomo, amico, poliziotto e adesso anche come figlio e fratello maggiore.
Non aveva impedito che il suo partner, amico e mentore Wataru Date perdesse la vita in un incidente stradale ed aveva permesso che la sua memoria venisse infangata, non aveva capito cosa volesse dire nei suoi ultimi secondi di vita... lo aveva deluso. E lui che confidava nel fatto che sarebbe diventato un ottimo poliziotto.
Adesso aveva deluso sia suo padre che sua sorella. Aveva promesso al padre che si sarebbe occupato di lei e non l'aveva fatto.
Aveva promesso alla sua sorellina che non le sarebbe capitato nulla di male finchè sarebbe stato in circolazione e non c'era riuscito.
Tutti. Aveva deluso tutte le persone che per lui contavano.
Ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa, a breve avrebbe deluso anche Miwako.
Appena arrivato a casa era andato in camera sua e da una specie di scatola dei ricordi aveva tirato fuori una specie di braccialetto.
Alcune perline bianche infilate con un nastro azzurro. Su alcune perline c'erano delle lettere che formavano la parola ''Nii-chan'' ( Fratellone).
Se lo ricordava bene quel braccialetto... era stata una Sakura quattordicenne a regalarglielo, quattro anni prima, quando era appena diventato un poliziotto e gli avevano annunciato che l'avrebbero trasferito a Tokyo.
Glielo aveva dato come portafortuna, era un regalo di una ragazzina ma per lui contava moltissimo ed ogni tanto, quando la sorellina gli mancava, lo metteva al polso.
Fu esattamente quel che fece, nella speranza che quell'articolo di bigiotteria fatto in caso lo aiutasse a ritrovarla.
Sempre che non fosse già morta.
'' Ti prego, fa che sia viva...''- fece stringendo i pugni. Sato andò a sedersi accanto a lui sul divano, per abbracciarlo.
'' Fatti coraggio, amore mio...''- pensò la poliziotta stringendolo a sè come se avesse paura che qualcuno o qualcosa potesse portarglielo via da un momento all'altro.
Takagi ricambiò la stretta, appoggiando la testa sulla spalla della poliziotta e da quando era cominciata quella brutta storia si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
'' Non ce la faccio più... ti prego, aiutami...''- supplicò il poliziotto tra i singhiozzi.
Sato gli carezzò i capelli, baciandolo sulla guancia, per confortarlo -'' Sta tranquillo... la troveremo. Daremo una spiegazione a tutto, vedrai...''
O almeno sperava.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:56
 
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Parte settima: #entry413889502

Alla fine si era addormentato.
Aveva singhiozzato per quasi tutta la notte, senza calmarsi nemmeno per un attimo. Poi finalmente, verso l'alba, il sonno lo aveva colto e se l'era portato con sè.
Sato gli rimase accanto per tutto il tempo e quando fu certa che dormisse profondamente, lo coprì con una coperta.
Malgrado la primavera fosse quasi alle porte, le notti della città di Tokyo erano ancora un po' fredde.
In genere non si comportava in maniera così sdolcinata... Takagi aveva il potere di portar fuori il suo lato più tenero, più dolce, a volte quasi materno, che aveva deciso di seppellire accuratamente dentro di sè.
Non era che non le piacessero i gioielli, i vestiti eleganti, e la possibilità di essere corteggiata da qualcuno...ma lei era entrata in polizia per proseguire quello che suo padre aveva cominciato, ovvero servire la giustizia.
Anche se questo avrebbe voluto dire essere una donna in un mondo di uomini.
E lei aveva deciso, tassativamente, fin dal suo primo giorno di servizio che mai, per nessun motivo, si sarebbe fatta vedere una ragazzina debole, indifesa o bisognosa di aiuto. Fosse stato un collega o un criminale... aveva deciso che non avrebbe permesso a nessuno di pensarla come una ragazza di cui doversi preoccupare, nemmeno per scherzare.
Alla fine questo suo atteggiamento aveva giovato molto alla sua carriera. Difatti, era la più giovane detective della polizia di Tokyo.
Ma era impossibile mantenere quell'atteggiamento con Wataru: dolce, innocente, buono fino all'inverosimile... sembrava che i sentimenti negativi non lo avessero mai sfiorato, proprio come un bambino.
In quei giorni il destino era stato davvero infame con lui, come solo una volta lo era stato sinora.
Avevano scoperto un cadavere, un omicidio, decine di indizi e prove che metterevano sua sorella minore con le spalle al muro... e come se il destino non si fosse accanito abbastanza su di lui, adesso c'era la possibilità che la ragazza fosse innocente ma scomoda testimone e quindi potenzialmente morta.
Questo avrebbe spiegato il perchè nessuno sapeva che fine avesse fatto.
'' Sakura...''- borbottò Takagi ancora immerso nel sonno.
Sato uscì dalla stanza del poliziotto, per non disturbare il suo sonno e preparare qualcosa di commestibile per colazione.
O almeno ci avrebbe provato.
Qualsiasi cosa pur di non disturbare il sogno che stava facendo il fidanzato. Magari stava sognando Sakura, viva ed illesa... un peccato rovinargli un bel sogno in quel modo.

'' Mi mancherai, Taru...''- fece una ragazza con l'uniforme da liceale e con i capelli acconciati in una treccina uscendo assieme da un maneggio -'' Sei sicuro di non poter restare per la gara podistica?''
Il poliziotto le carezzò la testa come se volesse scusarsi.
'' Mi dispiace, ma ho finito le ferie proprio ieri e per questa sera devo essere in centrale.''- non poteva dire di essere felice per il dover tornare in città, se non per il fatto che a Tokyo c'era Miwako ad attenderlo.
Però gli dispiaceva dover lasciare la sua sorellina, di nuovo.
Da quando l'avevano trasferito a Tokyo, riusciva a tornare a casa per il compleanno della madre, della sorella, per le feste di natale o per altre occasioni del genere, che però erano molto rare.
Il duro lavoro del poliziotto.
'' Magari potresti venire a trovarmi tu, dopo il diploma, ti pare?''- fece accarezzandole una guancia-'' Una vacanza premio dopo la maturità. Tokyo è una bellissima città, dopo tutto.''
'' Me la fai tu da guida turistica? Tra un killer e l'altro, magari...''- lo prese in giro la sorella, scatenando la risata di entrambi.
Meglio salutarsi così che con lacrime ed abbracci tristi. Ma prima di andare c'era ancora una cosa che il poliziotto doveva fare.
Infilò la mano in una tasca interna della giacca e ne tirò fuori una catenina d'argento alla quale era appeso un piccolo campanello.
'' Per il tuo diploma.''- spiegò il poliziotto mettendoglielo al collo -'' e ricorda... se sei nei guai, fosse anche che non riesci ad aprire un barattolo di maionese, suonalo ed io correrò subito da te.''
Poco dopo, si sentirono due rumori che suscitarono nel poliziotto sensazioni di paura e terrore vivo.
Il primo fu un tonfo.
Come di qualcosa che cadeva dall'alto da un' altezza non definita.
Istintivamente, il detective si voltò per vedere cosa fosse accaduto, ma intorno a loro era tutto calmo e tranquillo.
Poi udì il suono di un campanello.
Quando si girò nuovamente verso la sorella, sgranò gli occhi dalla paura.
Sakura aveva assunto un visetto triste e malinconico, le guancie rigate dalle lacrime, ma non era quello a spaventarlo tanto da fargli venire gli occhi vitrei.
Sua sorella stava scomparendo sotto i suoi occhi... a poco a poco che i secondi passano, la ragazza diventava sempre più inconsistente, quasi come se stesse divenendo uno spettro davanti a lui.
Provò ad afferrarle la mano, quasi per trattenerla... ma fu come cercare di stringere del fumo in una mano.
'' Sakura!!!''- gridò terrorizzato.
'' Sayonara, Nii-chan...''- dette queste ultime parole, la ragazza si dissolve del tutto.
'' Dimmi dove sei, vengo a prenderti!!!''

'' Sakura!!!''- Takagi si svegliò di soprassalto, saltando subito a sedere sul letto e respirando affannosamente.
Un sogno. Solo un sogno misto ad un ricordo...
Magari fosse stato solo un sogno.
Era la verità... Sakura era sparita, non sapeva do'vera, non sapeva se era viva, non sapeva dove cercare...
La sua attenzione venne richiamata da uno strillo femminile ed un inconfondibile odore di bruciato.
'' Ci manca solo che mi prenda fuoco la casa, dopo si che sono a posto..''- pensò il poliziotto saltando giù dal letto per correre in cucina.
Uno spettacolo che aveva del comico e del tragico allo stesso tempo.
Da una padella si stava levando un vero e proprio incendio



'' Non sapevo che le uova fossero materiale infiammabile...''- borbottò Sato ancora scioccata per quanto aveva fatto ed assistito.
'' Le uova no...''- spiegò Takagi finendo di domare il piccolo incendio -'' Ma il manico della padella sì... se volevi farle flambè, obiettivo raggiunto.''
Sato abbassò la testa, mortificata.
Voleva farlo sentire meglio, non fargli fuori la cucina o intossicarlo con delle uova immangiabili... di certo prima o poi avrebbe dovuto chiedere a Wataru di venire a casa sua perchè sua madre voleva conoscerlo in via ufficiale.... promemoria, quella sera era meglio ordinare qualcosa al take away o andare al ristorante.
'' Scusami tanto, mi dispiace tanto, credimi...''
Takagi però non era irritato per quel piccolo disastro, anzi... sapeva che Miwako l'aveva fatto per tirargli su il morale, anche se con scarsi risultati, ma rimaneva comunque un gesto carino... come faceva a non apprezzarlo?
Rovesciò le uova ( o meglio quel che ne rimaneva) in un piatto e buttò la padella carbonizzata nella spazzatura.
Poi sorrise alla poliziotta per tranquillizzarla.
'' E' solo una padella... niente che non si possa sostituire. E poi mi piacciono di più flambè.''
Sato si lasciò sfuggire una risata.
Come si faceva a non innamorarsi di lui?
'' Per lo meno, adesso sai a cosa vai incontro se decidi di venire a cena da me...''
'' Vorrà dire che avrò più scuse per portarti a cena fuori.''
In quel momento suonò il cellulare di Sato.
Conan.
'' Sì, dimmi Conan...''- e qui gli occhi della poliziotta prima si illuminarono, per poi dare al volto un' espressione di incredulo terrore -'' Cosa? Ma ne sei sicuro? Ma come può essere... sì, arriviamo subito.''
Takagi la fissava terrorizzato.
Sperava solo che non fosse arrivata la notizia ormai certa della morte di sua sorella.
Non l'avrebbe mai potuto sopportare.
'' Cosa è successo?''- chiese quando finalmente riuscì a trovare il coraggio.
'' E' Sakura... l'hanno trovata....''- fece la poliziotta.
Takagi iniziò a tranquillizzarsi.
Sato era seria, questo sì, ma se avesse dovuto comunicargli il decesso di sua sorella, sarebbe stata più coinvolta, più empatica, non avrebbe trovato le parole giuste, l'avrebeb abbracciato per consolarlo.
'' Sakura o...''
'' No. E' viva.''
Takagi sospirò di sollievo.
La prima buona notizia di tutta quella brutta storia.
'' Shiratori e Chiba l'hanno appena arrestata e portata in centrale. Con l'accusa di omicidio, sottrazione di arma del delitto, abbandono della scena del crimine...ed aggressione a pubblico ufficiale.''
Takagi cadde dalle nuvole.
Ma che diavolo le avevano fatto i professori che le avevano rilasciato la licenza liceale? Sul fatto che fosse stata incastrata per omicidio non ci pioveva, ne era certo, ma l'aggressione ad un poliziotto...

'' Ma come è possibile che...?''- chiese Sato mentre con Takagi e Conan si dirigeva nella stanza dove Shiratori e Chiba avevano portato la piccola Takagi, dopo averle messo le manette ai polsi.
Non avevano perso tempo. Appena saputo che sua sorella era in centrale e nei guai fino alla punta dei capelli, il poliziotto si era vestito in fretta e si era precipitato con la fidanzata, al lavoro, per accertarsi della situazione.
Takagi era incredulo.
Non solo la accusavano di omicidio, ma adesso sostenevano addirittura che avesse aggredito un poliziotto per sottrarsi all'arresto.
'' E' così purtroppo. L'hanno trovata a due isolati dalla centrale.''- spiegò l'ispettore -'' Shiratori l'ha avvicinata, le ha detto che doveva voltarsi e lei si è rifiutata asserendo di essere innocente.''
'' Perchè lo è!!!''- sbottò Takagi -'' Ne sono convinto, mia sorella non ha fatto niente di male, è solo un malinteso che adesso chiariremo!''
No, non avrebbe creduto mai che sua sorella fosse un'assassina.
Solo se lo avesse sentito dalla sua bocca.
Ed in quel caso... la gioia di saperla viva sarebbe stata così grande che l'avrebbe aiutata di certo. Magari trovandole un buon avvocato a costo di impegnarsi casa e pensione futura, a trovarle delle attenuanti... tutto.
'' E' quello che ho detto anch'io...''. fece Megure -'' Ma quando Shiratori le ha detto che avrebbe spiegato tutto in centrale, ha iniziato a dare di matto, urlando di essere innocente, che l'avevano incastrata e lo ha preso a pugni sul torace.''
'' Quella è disperazione, non aggressione.''- puntualizzò Conan.
Megure annuì prima di aggiungere -'' Vero, ma per calmarla è stato costretto a farla girare e metterle le manette... e lei gli ha sferrato un calcio in un ginocchio.''
'' Cosa che ora che ci penso avrei voluto fare io, un po' di tempo fa...''- ma questo Takagi lo tenne per sè.
Ora l'importante era aiutare Sakura.

Sakura era chiusa nella stanza degli interrogatori con Chiba e Shiratori ad interrogarla.
Era vestita nello stesso modo in cui era scomparsa, i capelli trasandati, pallida come un cencio per la disperazione.
Chiba aveva deciso di rimanere con la scusa di assistere Shiratori nell'interrogatorio, quando invece il suo intento era cercare di calmare la ragazza che da quando li aveva incontrati era in stato di agitazione.
Le aveva portato un bicchiere d'acqua per calmarsi e questa lo aveva tracannato tutto in un fiato, avidamente.
'' Se è stato un incidente, se è stata legittima difesa...''- fece Shiratori cercando di convincere Sakura a confessare il delitto -'' renderai tutto meno complicato. I giudici ne terranno conto.''
La ragazza si mise le mani nei capelli dalla disperazione.
'' Io non posso confessare, perchè non sono stata io. Non ho ucciso Yuky!!!''
In quel momento la porta della sala degli interrogatori si spalancò, ed entrò proprio il detective Takagi incurante delle proteste dell'ispettore Megure e con alle spalle, il piccolo Conan e la bella Miwako Sato.
'' Taru...''- fece Sakura con i lucciconi agli occhi, vedendo il suo fratellone.
L'interpellato corse subito ad abbracciarla.
Malgrado la situazione, era contento di vederla davanti a sè, illesa.
'' Per fortuna stai bene....''- borbottò Takagi.
'' Taru, aiutami...''- lo supplicò la sorella -'' te lo giuro, non l'ho uccisa io!!!''
'' Lo so, ti credo... tranquilla, adesso sistemiamo tutto...''- nel dir così le depose un bacio sulla fronte, e solo allora si rese conto che la sorella scottava come una macchina tenuta sotto il sole di mezzogiorno.
'' Shiratori, Sakura ha la febbre alta, credo proprio che dovrai aspettare che si sia rimessa per...''- non terminò la frase perchè la sorella si era accasciata sulla sedia su cui il collega l'aveva fatta accomodare, pallida come un cencio, gocce di sudore che le imperlavano la faccia ed iniziava a lamentare cefalea, nausea e brividi.
Takagi non si stupì di questo, in fin dei conti aveva dormito al freddo ed al gelo per un paio di notti, e poteva dire per esperienza personale che non era un toccasana.
'' Takagi, toglile la giacca!''- fece il piccolo Conan preso da un terribile sospetto.
I poliziotti lo guardarono basiti.
'' Toglile la giacca, svelto!!!''- ordinò il bambino sempre più agitato.
Takagi, seppur poco convinto, obbedì e tolse la giacca rosso scarlatto alla sorella.
Il braccio a cui era stata pugnalata era tutto sporco di sangue rappreso.
'' La ferita è infetta...''- fece Conan -'' Non è stata medicata come si deve, e adesso sta andando in setticemia. I sintomi sono gli stessi di una normale influenza. E' necessario portarla subito all'ospedale, prima che l'infezione raggiunga cuore, cervello e reni.''
Takagi divenne pallido come un lenzuolo dopo quella dettagliata spiegazione riguardo al malessere della sorella ed il terrore di perderla s'impadronì di lei.
'' Sato, chiama subito un'ambulanza, presto!!!''- ordinò Megure. La donna però aveva già intuito che la sorella del suo amato non fosse esattamente al massimo della forma e si era già premurata di chiamare i soccorsi.
Ora si trattava solo di pregare che arrivasse in tempo.
Takagi nel frattempo aveva coperto la sorella con la giacca. Non poteva fare molto, anzi non poteva fare quasi niente per lei, ma vederla tremante di freddo era troppo per non cercare di tenerla al caldo, per quanto possibile.
Anche Chiba fece lo stesso con la sua.
'' Tranquilla, bimba... l'ambulanza sarà qui tra poco... tieni duro...''

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:56
 
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Ottavo capitolo...
Commentino? Anche piccino piccino picciò? :(
Parte ottava: #entry413915237


'' Omicidio, abbandono della scena del crimine, resistenza all'arresto ed aggressione a pubblico ufficiale...''- commentò Conan riepilogando a voce alta i reati di cui la sorella di Takagi era accusata, mentre attendeva con il resto del gruppo l'arrivo di un medico dal pronto soccorso che potesse informarli al meglio delle condizioni della giovane -'' Mi spiace dovertelo dire, ma se non troviamo qualcosa per scagionarla... tua sorella si farà dai trent'anni all'ergastolo.''
Takagi divenne ancora più pallido di quanto non fosse già a causa della preoccupazione, a quelle parole.
Purtroppo era vero.
Tutto convergeva contro la piccola Sakura... movente, arma trovata in suo possesso, mancanza di alibi... però la sorella gli aveva assicurato, in lacrime ed in preda ad una disperazione che non credeva possibile, che era innocente e lui le credeva.
Una prova, o anche un semplice indizio che dimostrava che non poteva essere stata lei.
Trovare una cosa del genere.
Sarebbe bastato.
'' Io posso chiudere un occhio e non sporgere alcuna denuncia per l'aggressione...''- si offrì Shiratori. In fin dei conti, forse non era nemmeno più sicuro che la si potesse definire aggressione... lo stato di estrema agitazione in cui si trovava Sakura e la sua reazione forse eccessiva era imputabile al fatto che avesse una ferita al braccio che se non medicata in tempo, avrebbe potuto farla finire sul tavolo dell'obitorio entro la fine della giornata.
Takagi lo ringraziò con lo sguardo.
Almeno non avrebbe dovuto preoccuparsi di quello...
Erano passate due ore da quando l'avevano portata in ospedale, ed ancora nessuno si degnava di uscire per dir loro qualcosa.
Anche il detective Goro era stato informato della svolta nelle indagini grazie a Conan e si era precipitato subito in ospedale per avere notizie, e soprattutto per vedere come stava Takagi, visto che era il più coinvolto emotivamente in quella brutta storia.
Sperava solo che con la ripresa di Sakura la ragazza avrebbe dato loro delle spiegazioni.
Anche se fosse stata colpevole, per lo meno, Takagi avrebbe smesso di torturarsi in quel modo.

'' Come?''- fece Takagi sorpreso dopo il resoconto del medico. Per fortuna, l'infezione era ancora al primo stadio e l'avevano presa in tempo, ed avevano assicurato ai presenti che con delle cure adeguate e qualche giorno di riposo si sarebbe ripresa completamente.
Il che aveva provocato un'ondata di sollievo nei cuori dei presenti, ma le rivelazioni fatte dal medico aggiunsero nuovi interrogativi a quella vicenda oscura.
Il medico aveva infatti confidato loro di aver eseguito una radiografia alla spalla destra di Sakura.
''Si.''- conferò il medico -'' Quando le abbiamo tolto la camicetta per medicarle la ferita, abbiamo notato un grosso livido sulla spalla destra, ed abbiamo eseguito una radiografia per assicurarci che l'articolazione non fosse danneggiata.''
'' E secondo lei...''- fece il piccolo Conan -'' come può essersi procurata quel livido?''
Shiratori avanzò un'idea -'' Magari mentre scappava è scivolata e si è fatta male.''
Il medico dissentì.
'' No, perchè il livido era collocato dietro. E dal tipo di abrasione posso dire che può esserselo fatto solo grazie a qualcuno che l'ha spinta e tenuta a terra. Ed aveva anche dei segni sulle braccia che sembrano essere lasciati da una fune.''
Adesso sì che la situazione cambiava da come si era presentata all'inizio.
L'ispettore Megure porse al medico il rapporto del dipartimento di medicina legale che aveva effettuato l'autopsia sul corpo della vittima.
'' E' possibile che la vittima l'abbia aggredita per autodifesa?''- domandò il poliziotto.
Il dottore studiò attentamente il fascicolo prima di pronunciarsi.
'' Non nego che per disperazione la vittima si sia aggrappata alla signorina Sakura...''- fece il dottore-'' ma dubito fortemente che con una simile ferita all'intestino, sia stata in grado di spingerla a terra in quel modo. Piantarle l'arma del delitto nell'avambraccio poi...''
Takagi si sentì sollevato nel sentirsi dare quella notizia.
Quella era la prova che gli serviva per scagionarla dalle accuse. Un referto medico che accertava che la vittima per quanto terrorizzata e disperata non avrebbe mai potuto procurarle le ferite per cui era ricoverata.
Lo ringraziò con una stretta di mano quando il luminare si congedò da loro.
'' Questo cambia le carte in tavola.''- fece Sato felice come non mai per il fatto che la sorella di Takagi fosse stata in parte scagionata -'' Eera irreperibile fino a stamattina perchè era in ostaggio, non perchè era colpevole.''
'' Riassumiamo i fatti...''- fece il detective Goro -'' Sakura si accorge che sta succedendo qualcosa di brutto e si precipita a controllare. Trova l'amica in fin di vita e tenta di soccorrerla.
L'assassino però si trova ancora sulla scena del misfatto e l'aggredisce. Prima la spinge a terra, immobilizzandola, e tenta di liberarsi anche di lei pugnalandola. Ma Sakura si porta le braccia davanti al busto e alla faccia, forse per proteggersi, forse per paura... ad ogni modo riesce a liberarsi del suo aggressore, prende con sè l'arma del delitto e scappa. Ma prima ancora che possa decidere cosa fare...''
''... l'assassino la riprende e la tiene prigioniera.''- concluse Conan. Incredibile a dirsi, ma Goro sembrava aver ricostruito perfettamente la dinamica dei fatti che avevano preceduto la scomparsa di Sakura.
'' Ma non ha alcun senso...''- fece Shiratori -'' Se era una testimone così pericolosa perchè invece di tenerla prigioniera con il rischio che scappasse, cosa che poi è avvenuta, non l'ha...''
Non concluse la frase perchè i presenti avevano iniziato a guardarlo con lo stesso sguardo di un serial killer pronto a mietere vittime.
'' Dì la verita...''- fece Takagi con un'espressione scettica ed un tono di voce sospettoso -'' Non è che mentre l'arrestavi le hai fatto qualcosa e lei ha pensato di rimetterti in riga?''
Shiratori gli rispose, sentendosi punto sul vivo -'' Ma per chi mi hai preso, si può sapere?''
'' Guarda che una volta le insinuazioni e le frecciatine, per non parlare degli interrogatori aggressivi, erano il tuo cavallo di battaglia.''- gli rammentò Takagi memore di tutte le volte che l'ispettore gli aveva messo i bastoni tra le ruote quando cercava di avere un appuntamento o di restare solo con Sato, o di quando era lui ad essere messo sotto torchio da lui o dai suoi amici nemmeno avesse commesso qualche imperdonabile reato.
'' Può darsi, ma dovresti sapere che sono un gentiluomo.''
A quel punto Sato si mise tra il fidanzato e l'ex pretendente per evitare che il litigio degenerasse.
'' Adesso calmatevi.''
'' Sato ha ragione.''- si aggregò Megure -'' Dobbiamo essere grati del fatto che Sakura sia viva e che ci sia la possibilità che sia stata messa in mezzo.''
Shiratori e Sato annuirono.
'' Appena si sentirà un po' meglio, le faremo alcune domande come persona informata dei fatti...''- propose Sato, ma il fidanzato la bloccò.
'' Non so se sarà così semplice...''- fece il poliziotto attirando su di sè l'attenzione dei colleghi, di Conan e di Goro.
'' Perchè dici questo?''- fece il detective Goro -'' Dato che sa chi è l'assassino e che la polizia la cercava perchè la sospettava di omicidio, la cosa più naturale è raccontare tutto quel che sa.''
Takagi per tutta risposta fece una domanda a Shiratori -'' Che cosa le hai detto di preciso, durante l'interrogatorio?''
Il poliziotto ne fu sorpreso, la la sua risposta non si fece attendere.
'' Le ho chiesto di darci una spiegazione, e che se avesse collaborato, magari confidandoci che era stato un incidente o che aveva ucciso la vittima per legittima difesa, allora le cose sarebbero state più semplici.''
Chiba confermò ogni parola, ma così facendo...
'' Quindi, le hai fatto capire che la polizia la riteneva colpevole di omicidio... se adesso la interroghi di nuovo, penserà che non le credi e che userai ogni parola che dirà contro di lei... la conosco, lei si chiude a riccio con le persone che le dimostrano ostilità.''
'' Allora credo che l'unica persona che può scoprire qualcosa, contando sulla sua fiducia...''- propose Conan -'' sia anche quella che la conosce meglio.''
In poche parole, Takagi avrebbe dovuto interrogare sua sorella minore.
Il suo sguardo lasciava intendere che l'avrebbe fatto... ma a modo suo però.

Il poliziotto tornò a casa per farsi una doccia e cambiarsi i vestiti, approfittando del fatto che a tenere compagnia a sua sorella era rimasta Sato, e poi si incamminò verso il Beika Central Hospital, e durante il tragitto fece una sosta al cafè preferito da lui e dalla sorella per prenderle un pezzo di torta al cioccolato.
Il medico gli aveva spiegato che la sorella presentava anche un principio di avitaminosi e che in quel momento, qualsiasi cosa le avrebbe dato nuove energie.
L'ispettore Megure gli aveva dato un badge rosso perfettamente identico a quello che lui, Sato e tutta la prima divisione portavano appuntato sulla giacca.
Solo che questo era un microfono camuffato ed i suoi tre colleghi, Conan ed il detective Goro si erano sistemati, con il permesso del direttore dell'ospedale, nella stanza attigua vuota in ascolto.
Un po' si sentiva in colpa verso la sorella che ne aveva già passate tante, ma si consolava pensando che in fin dei conti lo stava facendo per il suo bene.
Quando entrò nella stanza della sorella, la trovò sveglia.
Il camice bianco dell'ospedale, un ago nell'avambraccio a cui era collegato un tubicino di plastica fissato ad una flebo, ed il volto pallido e malinconico.
Però si illuminò quando vide entrare nella stanza il fratello maggiore.
'' Taru...''- fece la ragazza alzandosi leggermente a sedere, buttando le braccia in avanti per abbracciarlo.
'' Ehy...''- fece il poliziotto posando il pacchetto del cafè sul comodino e rispondendo all'abbraccio- '' Come stai, piccola?''
'' Per essere accusata di omicidio, essere scappata da un assassino ed essere andata a tanto così dal rivedere papà...''- fece Sakura riadagiandosi sul letto -'' direi bene.... lo credi anche tu?''
Non aveva bisogno di specificare a cosa si riferisse.
'' Ci credo solo se lo sento dire da te.''-fece Takagi mettendole sulle ginocchia la torta che aveva comprato per lei-'' Raccontami com'è andata. Nei minimi dettagli.''
Sakura annuì ed iniziò a mangiare la torta che il fratello le aveva portato con la forchetta di plastica che era assieme al dolce.
'' Io e Yuky avevamo appena finito di cenare...''- iniziò a spiegare la ragazza -'' stavamo aspettando il dolce ed il caffè, quando Yuky ha chiamato il concierge dell'hotel per chiedere informazioni. Voleva sapere se c'era una discoteca degna di questo nome in città e come raggiungerla.
Io invece ho chiesto come raggiungere la centrale di polizia, perchè non conoscevo la strada da fare partendo dall'albergo e volevo farti una sorpresa... l'ho spiegato a Yuky...''
'' Ma lei non era d'accordo, vero?''- fece Takagi.
'' Puoi dirlo forte.''- fece Sakura mandando giu un boccone -'' Ha detto che era venuta per divertirsi e che potevo vederti un'altra volta...''- in fin dei conti, per quella ragazza, i soldi parevano crescere sugli alberi, ma lei malgrado se la passasse bene grazie al maneggio che la madre aveva ereditato dal marito morto non era in condizione di spendere chissà quanti soldi per andare e venire da Tokyo -'' Allora si, lo confesso: le ho detto che secondo me non era altro che una ragazzina viziata con la fissa di dover decidere per la vita di tutti e me ne sono andata per non dire di peggio.''
'' Te ne sei andata in camera per calmarti un po', giusto?''- fece il poliziotto.
Sakura annuì.
'' Esatto. Anche se lei non era d'accordo, avevo deciso comunque di passarti a trovare ma non mi andava di rivederti dopo quasi cinque mesi con il muso. Sono andata in camera, ho spedito delle mail ad alcuni amici a Kyoto, ho fatto una doccia per darmi una calmata e mi sono cambiata i vestiti.''
Takagi non l'aveva interrotta nemmeno una volta. Per ora, tutto corrispondeva alle indagini che avevano fatto.
'' Stavo per uscire dalla camera ed avevo deciso di chiamare un taxi per venire in centrale. Avevo già preso la borsetta e me l'ero messa alla spalla, quando mi è venuta sete. Ho aperto il minifrigo che avevamo in stanza e ho preso una lattina di tè al limone e me ne sono andata sulla terrazza.''
Takagi si tenne pronto.
L'orrore era dietro l'angolo.
'' Ho sentito un urlo prevenire dal vicolo sotto il balcone e la voce di Yuky che chiedeva di essere lasciata stare... l'urlo è stato così forte che ho fatto cadere la lattina. Ero certa che fosse accaduto qualcosa... così sono scesa usando la scala anti-incendio.''
E qui la domanda sorgeva spontanea.
'' Perchè hai usato le scale anti-incendio invece dell'uscita principale?''
'' Perchè ero preoccupata per quello che avevo sentito ed anche con l'ascensore ci avrei messo comunque troppo. Non sapevo cosa era successo e ho pensato che fosse meglio usare la soluzione più veloce.''
'' E poi che è successo?''
'' Quando sono arrivata nel vicolo dietro l'albergo l'ho vista... era a terra, con un tagliacarte piantato nell'intestino... mi sono inginocchiata e l'ho presa tra le braccia. Lei mi si è aggrappata al collo, graffiandomi... le ho detto che sarebbe andato tutto bene, dovevo solo chiamare un' ambulanza e la polizia...e qualcuno a quel punto mi ha afferrata per le spalle e spinta contro il muro.''
'' Hai visto chi era?''- chiese Takagi. Per lo meno le tessere del puzzle stavano andando al loro posto.
Avrebbero dovuto trovare delle prove concrete per il procuratore, ma ci avrebbero pensato.
E poi forse, già le avevano. Il referto medico del dottore che aveva visitato Sakura quel giorno che dichiarava che la ragazza era stata aggredita da qualcuno in pieno possesso delle forze con tanto di lastre e documentazioni varie.
'' No... era buio e quando ho cercato di graffiargli la faccia per difendermi ho sentito che sulla guancia aveva qualcosa di lana... credo indossasse un passamontagna. Mi ha appoggiato un ginocchio sullo stomaco per tenermi ferma ed una mano sulla bocca per impedirmi di mettermi a gridare. Poi ha tolto il tagliacarte dallo stomaco di Yuky e me lo ha puntato.''
'' E tu ti sei protetta come potevi con le braccia, giusto?''
Sakura annuì.
'' E' stato istintivo. Ho sentito un dolore lancinante al braccio, e sempre istintivamente gli ho mollato un calcio.''
Takagi commentò tra il sarcasmo e l'incredulo.
'' E' solo una mia impressione o sei diventata leggermente più violenta, sorellina?''
L'interpellata lo guardò male.
'' Avrei voluto vedere te al mio posto...''
Takagi sollevò le mani in segno di resa -'' Rilassati piccola, stavo scherzando.''
Sakura sbuffò e riprese il racconto-'' Quando l'ho colpito si è sbilanciato e ne ho approfittato per scappare.''
'' Però hai portato con te l'arma del delitto... perchè l'ha presa?''
'' Era molto buio quindi non sapevo se avesse o meno i guanti o se per caso avesse messo qualcosa sulle mani per non lasciare impronte. E nel caso fosse stato a mani nude e senza protezione alcuna, quasi certamente si sarebbe portato via il coltello. Per questo l'ho tolto dal mio braccio e l'ho preso...
Il mio intento era prendere un taxi, arrivare alla polizia e raccontarvi tutto...''- la ragazza si tenne la testa con le mani.
Da quel momento tutto diventava confuso fino ad un certo punto.
'' Poi non ricordo... so solo che mi sono ritrovata in uno stanzino con le pareti di cemento.''
Takagi si era fatto un'idea.
Con tutta probabilità, la sorella era riuscita ad arrivare dall'altra parte della strada ma anche l'assassino aveva fatto altrettanto ed una volta raggiunta doveva averla drogata.
Una ragazza che si accasciava per terra a quell'ora e in mezzo ad una strada affollata non passava certo inosservata, ma il suo assalitore poteva sempre dire che era un'amica che quella sera aveva alzato un po' troppo il gomito e che si stava organizzando per riportarla a casa, visto che non si reggeva in piedi.
Non avrebbe avuto il minimo problema a portarla via davanti a tutti e senza destare il minimo sospetto.
'' Quando mi sono svegliata mi sono ritrovata in una stanza con le pareti in cemento, ed ero legata ad una specie di colonna. Sono stata in quelle condizioni per due giorni.''
'' E ti ha lasciata lì? Senza cibo nè acqua?''- fece Takagi incredulo che qualcuno avesse potuto fare una cosa simile, ad una ragazza così giovane.
Ma a ben vedere... nemmeno l'uomo che tempo addietro lo aveva sequestrato aveva dimostrato più umanità.
In fin dei conti... lui voleva farlo soffrire. E c'era riuscito benissimo anche se alla fine era uscito vincitore da quella lotta.
'' Esatto.''- confermò Sakura abbassando gli occhi -'' Credo che avesse progettato di lasciarmi lì a morire di stenti... forse era questo il suo piano.''
A questo punto, il poliziotto dovette convenire con quanto affermato da Shiratori: l'assassino non sapeva quanto Sakura avesse visto, per quanto ne sapeva poteva averlo anche riconosciuto, per quale motivo l'aveva rapita invece di ucciderla?
Sarebbe stato più logico... davvero non capiva che motivo aveva avuto per mantenerla in vita, anche se doveva ammettere che la cosa non gli dispiaceva affatto.
'' Ma come hai fatto scappare, non capisco...''
'' Onestamente?''- fece Sakura -'' Non lo so nemmeno io... so solo che mi aveva legata, messa in quella stanza con la porta di ferro e le pareti in cemento... pensavo che mi avrebbe costretta a rimanere lì finchè non fossi morta di fame e di sete... ho passato parecchio tempo a lavorare sui nodi finchè non hanno ceduto... sono corsa alla porta e ho spinto... mi ci è voluto un po' ma alla fine l'ho aperta ed appena fuori sono scappata.''
Qui il volto di Sakura si fece scuro e gli occhi le si riempirono di lacrime.
'' Stavo andando alla polizia a dire cosa era successo quando il tuo collega mi ha detto che dovevo andare in centrale per l'omicidio di Yuky e quando mi ha messo le manette...''
'' Un po' per disperazione, un po' per l'agitazione causata dalle tue condizioni fisiche gli hai dato un calcio.''- concluse Takagi.
Finalmente conosceva la verità.
Sakura scoppiò a piangere.
'' Ma ha ragione... sono stata io. E' tutta colpa mia, se non mi fossi arrabbiata con lei, se fossi rimasta con lei... a quest'ora sarebbe viva.''- nel dir così poggiò il capo sul petto fraterno iniziando a singhiozzare.
Wataru la lasciò sfogare.
Aveva passato due giorni davvero infernali e l'accoglienza riservatale dalla polizia non aveva certo agevolato le cose.

Megure e gli altri presenti nella stanza accanto avevano sentito ogni parola, ma quando Sakura scoppiò a piangere chiusero ogni comunicazione con Takagi.
'' Ispettore... cosa facciamo adesso?''- chiese l'agente Sato.
Il poliziotto ci pensò su per un attimo e poi fece -'' Se Sakura aveva in mente di prendere un taxi per la questura significa che doveva arrivare dall'altra parte della strada rispetto all'hotel.
Trovate un testimone, nastri di video sorveglianza che riprendono un uomo o una donna che aiuta Sakura sotto l'effetto di calmanti e se la infila davvero in un auto, numero di targa e ricostruiamo il tragitto.''
'' Me ne occupo io.''- fece Chiba uscendo in fretta dalla stanza.
'' Avverto la questura che Sakura non c'entra niente con l'omicidio, ispettore?''- fece Shiratori.
'' Sì, penso sia meglio...''- ma Conan li bloccò.
'' Non credo sia una buona idea, ispettore Megure.'''
Goro lo guardò con aria torva-'' E sentiamo, come mai?''
'' Perchè se l'assassino scopre che Sakura ha raccontato tutto alla polizia, cercherà di scoprire dove si trova. In fin dei conti, parliamo della testimonianza della sorella di un poliziotto...''
Conan s'interruppe, come se la sua mente fosse attraversata da un'illuminazione improvvisa, mentre Megure riconosciuto che Conan aveva ragione, incaricò Sato di organizzare dei turni di guardia alla stanza della ragazza, di fare in modo che ci fosse sempre qualcuno con lei e che chi entrava o usciva fosse perquisito.
Conan iniziò a rimuginare su quanto aveva ascoltato... la porta della prigione di Sakura non era chiusa a chiave.
Quando si aveva un ostaggio, la prima cosa da fare era chiudere tutto a chiave per impedire all'ostaggio ogni via di fuga.
Forse credeva che la corda fosse sufficiente e che a causa della mancanza di cibo e di acqua sarebbe stata troppo debole per tentare la fuga... ma se aveva rapito una ragazza che era risultata così combattiva durante il loro primo incontro, gli pareva strano che non avesse preso precauzioni.
E poi, colpevole o meno, presente o meno sulla scena del crimine, si sarebbe sempre trattato di una ragazza scomparsa e la polizia avrebbe indagato sulla sua sparizione e sarebbe stato presto scoperto.
Si domandava se per caso il fatto che Sakura avesse un fratello in polizia non avesse avuto peso in questa vicenda.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:57
 
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Giuly-chan_03
view post Posted on 13/2/2016, 19:53     +1   -1




Bellissima !!!
Te lo avevo detto anche come messaggio privato ma te lo ridico !
Mi piace moltissimo questa storia e tu scrivi davvero benissimo !!!
Non vedo l'ora del prossimo capitolo
 
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view post Posted on 14/2/2016, 22:15     +1   -1
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Ecco qua... leggete e commentate, please * espressione cucciolosa alla gatto con gli stivali d Shrek*
Parte nona: #entry413973409

Takagi non si era mosso dalla stanza della sorella quella notte. Dopo aver smesso di piangere era talmente stanca che si era addormentata e malgrado le insistenze di Sato e dei suoi colleghi sul fatto che avesse bisogno di riposare e che ci avrebbero pensato loro, organizzando dei turni, per stare vicino a Sakura, lui rifiutò tassativamente.
In quel momento, la bimba di casa aveva bisogno di lui ed era certo che non avrebbe voluto nessun'altro se non lui, al suo fianco in quel brutto momento che ancora non era passato.
Aveva fatto la spola tra la sedia, il divanetto ed il piccolo bagno presente nella stanza.
Aveva avuto ragione infatti.
Non fu una notte tranquilla.
Sua sorella si era svegliata in preda agli incubi, urlando ed implorando che nessuno la uccidesse e che la lasciassero libera, e subito lo aveva cercato.
Ogni volta si era riaddormentata ed ogni volta si era svegliata in preda agli incubi.
Alla quarta volta che il suo sonno s'interrompeva per un brutto sogno, aveva chiesto ad un infermiera di portarle un sedativo.
Ormai erano le otto e mezza di mattina ed era ancora immersa nel sonno. Anche se sconvolta, in camice da ospedale, stanca e ferita... era un sollievo per Takagi averla di nuovo sotto gli occhi e sapere per certo che la sorella era una testimone e non un'assassina.
Non che avesse mai avuto dubbi a riguardo.
Avrebbe creduto alla sua colpevolezza solo se lei glielo avesse confessato.
In quel momento nella stanza entrò il piccolo Conan.
Takagi non si preoccupò nemmeno di chiedergli cosa ci facesse lì. Ormai c'era abituato a vedere quel ragazzino spuntare ovunque andasse nemmeno fosse stato un fungo dopo la pioggia.
Al contrario si sarebbe preoccupato se non l'avesse visto aggirarsi in posti non adatti ad un bambino tipo la scena di un efferato crimine.
' Come sta?''- chiese il bambino.
Takagi sospirò -'' Dopo che ha finito di raccontarmi tutto, è scoppiata a piangere e poi si è addormentata.''
Poi lui le aveva promesso che avrebbe preso l'assassino di Yuky e che quell'uomo non l'avrebbe più toccata.
E questo era sicuro di poterlo fare. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di far aumentare la pena dell'uomo che aveva fatto passare sua sorella per una feroce assassina per poi tentare di farle del male e per averla tenuta prigioniera.
Ma la cosa che lo aveva davvero sconvolto... erano le lacrime che aveva versato. Indubbiamente lacrime di sfogo, paura, sollievo... ma per la maggior parte del tempo non aveva fatto altro che borbottare tra i singhiozzi quanto fosse responsabile della tragedia.
Quella ragazza l'aveva solo usata, quasi certamente non l'aveva mai considerata un'amica... e sua sorella l'aveva pianta come se avesse perduto la migliore delle amiche, dandosi persino la colpa di quanto le era accaduto.
Anche Conan aveva ascoltato quella parte, poco prima che l'ispettore Megure chiudesse la comunicazione, ed era giunto ad una conclusione di cui era certo già da prima.
I Takagi erano incapaci di provare sentimenti come l'odio ed il risentimento. Forse un po' di rabbia, ma non durava mai molto...
Adulti che avevano conservato l'innocenza ed il candore dell'infanzia.
Takagi carezzò la fronte della sorella, ancora immersa nel sonno, a causa della stanchezza e dei sedativi che l'infermiera le aveva somministrato per aiutarla a calmarsi.
'' Mi chiedo... chi possa aver fatto una cosa del genere...''- fece il poliziotto.
'' Però è strano, non trovi?''- fece Conan -'' In genere la prima cosa da fare quando si ha un ostaggio è chiuderlo a chiave.
Da come l'ha raccontata Sakura, pare che quell'uomo o quella donna, l'abbia praticamente lasciata andare.''
Veramente non capiva... il colpevole si era dato un gran da fare per prendere Sakura, impedirle di prendere contatti con la polizia... perchè mai darsi tanto da fare e non preoccuparsi nemmeno di chiudere la porta a chiave?
Sakura aveva lottato quando l'assassino l'aveva aggredita nel vicolo, questo implicava chiaramente che non si sarebbe lasciata mettere in ginocchio senza aver nemmeno provato a scappare.
Doveva prevedere questa possibilità... ma non l'aveva fatto. Magari credeva che dopo parecchie ore senza mangiare e bere e costretta a stare in piedi le sue resistenze si sarebbero affievolite e che non avrebbe avuto la forza, ma qualcosa non quadrava.
'' Pensi che ci sia qualcosa sotto?''- chiese il poliziotto. Effettivamente era strano. Indubbiamente, Sakura era stata un'aggressione non premeditata perchè l'assassino non si aspettava che accorresse alle urla di Yuky, e dato che aveva usato le scale anti-incendio anzichè la porta principale questo non gli aveva permesso di scappare in tempo.
E non aveva potuto ucciderla come aveva fatto con Yuky perchè Sakura si era ribellata ed era poi scappata, cercando di rifugiarsi tra la folla... ma poi l'assassino l'aveva ripresa e portata via.
Perchè non l'aveva eliminata dopo averla portata in un posto isolato?
Non aveva senso, ma la versione fornita da Sakura era precisa e dettagliata, e i segni di difesa che aveva riportato e per cui era ricoverata le davano ragione.
No, lei era sincera, ne era certo.
'' C'è una sola spiegazione possibile...''- fece Conan -'' l'assassino voleva che tua sorella morisse, ma senza essere costretto ad ucciderla... per qualche strano motivo, non poteva riservarle un trattamento come quello riservato alla vittima.''
Uccidere senza commettere un omicidio... sembrava una specie di rompicapo.
In quel momento, la ragazza iniziò a mugulare e i due che le stavano tenendo compagnia capirono che stava per svegliarsi.
'' Ehy...''- la prese in giro il fratello -'' Lo sai che ore sono?''- le domandò come quando era ancora bambina ed usava questa frase per svegliarla quando doveva andare a scuola.
'' Sei rimasto...''- fece la ragazza sorridendo nel vedere che il fratello maggiore non si era mosso dal suo capezzale.
'' Come stai, Sakura?''- fece Conan con un'espressione dolce in viso.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa, non sapendo chi fosse quel bambino e cosa ci faceva nella sua stanza d'ospedale... poi però si ricordò di una gita che aveva fatto con il fratello, quando cinque mesi prima, mentre si trovava in licenza era tornato a casa da lei e dalla loro madre...

''... e così, quando Conan ha notato quel particolare, la soluzione del caso è venuta praticamente da sola.''- concluse Takagi prendendo un altro cucchiaio dalla sua porzione di riso al curry.
'' Roba da non credere... quanti anni hai detto che ha questo ragazzino?''- commentò Sakura, incredula che un bambino avesse notato un particolare così importante.
'' Sette... ti dirò, anch'io ero sorpreso la prima volta... è sveglio, acuto, intelligente, un ottimo osservatore... certe volte penso che potremmo affidargli tutta la baracca ed andarcene tranquillamente in pensione.''- rise il poliziotto.
'' Che simpatico frugoletto...''- fece Sakura con un sorriso tenero sulla faccia, immaginandosi quel piccolo Sherlock Holmes in miniatura -'' Mi piacerebbe conoscerlo.'' ( Questo si chiama chiamare la sfortuna a gran voce, sai? -nd me)

'' Tu devi essere Conan...''- fece la ragazza sorridendo stancamente, carezzando la testa del piccolo detective -'' è un piacere conoscerti, piccolo...''
Takagi sorrise.
Erano già diventati amici.
Dal momento che c'era Conan con la sorella, lui decise di uscire per prendere qualcosa da mangiare sia per la sorella che per il bambino.
Aveva preso dei dolcetti al bar dell'ospedale e già che c'era ordinò anche un caffè nero per sè.
Stava per iniziare a berlo, quando gli si avvicinò l'agente Chiba.
'' Takagi...''- lo salutò il collega ed amico -'' Come sta Sakura?''
'' Il medico dice che sta rispondendo bene alle cure, e che la spalla non ha riportato gravi lesioni... quel che mi preoccupa è la tempesta che ha qui.''- fece il poliziotto indicandosi la testa.
'' Che intendi dire?''- fece il collega.
'' Dopo che ha finito di raccontarmi tutto quel che è successo quella notte, ha iniziato a piangere disperata, imputandosi la colpa di aver permesso all'assassino di fare del male a Yuky... si è svegliata in preda agli incubi, urlando, almeno quattro volte. L'infermiera ha dovuto sedarla, per permetterle di dormire tranquilla per qualche ora.
Si è appena svegliata, adesso c'è Conan con lei... ero venuto qui per prendere qualcosa da mangiare per tutti e due.''
'' Meno male sono contento... che stia bene, non che sia stata vittima degli incubi.''
'' Tu invece? Qualche novità?''- domandò Takagi avviandosi con l'amico verso la stanza di Sakura.
'' Abbiamo trovato la borsa di Sakura. Quando l'abbiamo incontrata mentre vagava in direzione della questura non l'aveva... era stata buttata in un cestino dell'immondizia poco lontano dall'hotel e l'aveva presa un barbone che l'ha usata come cuscino.
Dentro c'era un set per il trucco, il portafoglio con i soldi ed i documenti, la tessera d'imbarco, ed anche l'arma del delitto.''
'' Avete trovato delle impronte?''
'' Solo quelle di Sakura. Probabilmente l'assassino portava i guanti o si era ricoperto le mani di smalto e tua sorella le ha lasciate quando lo ha tolto dal suo braccio. Inoltre ha lasciato le impronte sulla lama, non sull'impugnatura.''
Il volto di Takagi s'illuminò -'' Quindi adesso è scagionata da ogni accusa!!!''
'' Certo, ma prima dobbiamo trovare il posto in cui era tenuta prigioniera ed il suo aguzzino.''
'' Non è emerso nulla, per ora?''
Chiba dissentì -'' Per ora c'è solo la testimonianza di una coppia che sostiene di aver visto un uomo che aiutava una ragazza che non aveva l'aria di sentirsi troppo bene.''
'' E che hanno detto?!?''- fece Takagi talmente concitato tanto da far quasi cadere le cose che aveva comprato -'' Che faccia aveva? Come si è giustificato, come ha...''
'' Calmati...''- fece Chiba. Quando l'amico si agitava così era come aver davanti un'altra persona -'' Hanno chiesto se per caso ci fossero problemi, ma lui ha detto che era andato a riprendere la figlia ad una festa, che era ubriaca e non voleva che tornasse a casa in quelle condizioni e da sola.''
'' Ho capito, ma come l'ha riportata a casa quel tipo?''- chiese Takagi-'' C'era la fermata dei taxi, non hanno visto se l'ha caricata su un taxi o portata via con un'auto normale?''
Chiba dissentì.
'' C'è anche la possibilità che non fosse tenuta prigioniera in un posto troppo lontano dalla scena del crimine. L'ispettore Megure sta facendo controllare tutto il circondario da agenti in borghese.''
'' E non hanno fornito almeno un identikit?''- chiese ancora il poliziotto.
Chiba fece cenno di no con la testa.
'' No. Aveva gli occhiali con le lenti scure e un berretto calato sul viso... per questo sono venuto qui, per chiedere a Sakura se per caso ricorda qualche altro dettaglio.''
'' Capisco...''

'' Mi dispiace non poterla aiutare agente Chiba...''- fece Sakura rigirandosi tra le mani un bicchiere di plastica -'' ma era molto buio, quando ho provato a graffiargli la faccia ho notato che indossava un passamontagna o qualcosa del genere e non l'ho visto in faccia.''
'' E quando ti ha rapita?''- chiese Conan.
'' Ricordo di essere arrivata dall'altra parte della strada per prendere un taxi, ma prima che potessi raggiungere la fermata... ho sentito un pizzicotto alla base della nuca... e da lì devo aver perso i sensi perchè ricordo di essermi ritrovata in una stanza con le pareti in cemento e la porta di ferro.''- rispose la ragazza.
'' Questo posto... ''- chiese il fratello -'' sei in grado di descrivere la strada che hai fatto?''
Sakura scosse la testa in un cenno di dissenso.
Per un attimo stette in silenzio, quasi come se volesse cercare di trovare il coraggio per dire -'' Spiegarlo a parole è difficile, ma vi ci posso portare.''
'' No, non è necessario...''- fece Takagi immaginando quanto le fosse costato avanzare quella proposta -'' Troveremo quel posto da soli, non preoccuparti...''
'' Non riesco a descrivere la strada perchè non conosco bene la città...''- fece Sakura senza aver ascoltato le rassicurazioni del fratello -'' ma ricordo bene la strada che ho fatto e posso mostrarvela.''
Chiba, Takagi e Conan non erano affatto certi che Sakura volesse davvero tornare in quel posto.
Le si leggeva in faccia che la sola idea di ripercorrere la strada per tornare alla prigione da cui era scappata, le riempiva il cuore di paura, soprattutto per la possibilità di incontrare quell'uomo.
Eppure sembrava comunque così determinata...
Takagi intuì il motivo del perchè la sorella insisteva per accompagnarli in quel posto, malgrado fosse spaventata.
'' Sakura, ascolta.... non è colpa tua, va bene?''- cercò di consolarla il fratello -'' Non sei stata tu a pugnalare Yuky e non potevi prevedere la disgrazia...''
'' Allora diciamo che cerco di aiutarvi a riportare l'universo in equilibrio, va bene?''- fece la ragazza con un tono più deciso -'' Quell'uomo ha ammazzato una mia amica, mi ha tenuta prigioniera e ha cercato di uccidere anche me e come se non bastasse mi ha fatto passare per un'assassina che si è nascosta come un topo nel formaggio, il minimo che posso fare è darvi indizi e prove per trovarlo.''
Takagi un po' si meravigliò, ma alla fine decise che era meglio non contrariarla.
Sua sorella, come lui, era di indole mite e tranquilla e che quando assisteva ad una lite cercava di spendere delle parole per calmare le acque, ma quando si metteva in testa una cosa era impossibile farla ragionare.
Decisamente, la vittima non aveva capito nulla.
Aveva conosciuto sua sorella, lei la considerava tutt'ora una sua amica malgrado le bassezze che le aveva rifilato, voleva tornare nel posto che sarebbe potuto diventare la sua tomba malgrado fosse palese che era spaventata solo per aiutare la polizia a catturare il suo omicida...
E la vittima l'aveva definita una noiosa ammazzaserate e l'aveva scelta per andare a Tokyo perchè la considerava una ''ruota di scorta''.
Proprio vero.
La gente era stupida a volte.

Due ore dopo, il tempo per Takagi di parlare con i medici e di firmare dei documenti di assunzione di responsabilità, e Sakura era pronta per uscire.
Ad aspettare il poliziotto fuori dall' ospedale c'erano gli ispettori Megure e Shiratori. Era venuta anche Sato poco prima, ma si era diretta a passo svelto verso la stanza di Sakura.
Megure lo salutò con aria affabile.
'' Ragazzo mio, lasciatelo dire... hai un aspetto orribile.''- fece il poliziotto.
Takagi per tutta risposta sorrise.
'' Lo so... Sakura ha avuto gli incubi per tutta la notte... prima prendiamo quell'uomo e meglio sarà per tutti. Un assassino in meno per strada, una vittima a cui è stata resa giustizia e soprattutto mia sorella potrà iniziare a pensare di ricominciare una vita tranquilla.''
Megure annuì.
'' Comunque dopo la fine di questo caso, c'è una cosa importante che devi fare.''- lo informò il suo superiore.
'' E quale sarebbe?''- domandò Takagi incuriosito.
'' Prenderti qualche giorno di ferie. Vere però.''
'' Grazie, magari la prendo in parola.''- fece Takagi.
In quel momento vennero raggiunti dalle due donne.
Una era l'agente Sato, l'altra era Sakura.
La sorella si era cambiata ed indossava un maglia a righe orizzontali bianche e rosse, un paio di jeans chiari e delle scarpe da ginnastica bianche.
Takagi le guardò con aria interrogativa.
Non ricordava che la sorella avesse dei vestiti del genere.
Poi capì che doveva esserci lo zampino di Sato.
'' Ho pensato che, dato che la sua roba è ancora sotto sequestro, avrebbe avuto bisogno di qualche vestito. Spero di aver azzeccato la taglia.''
Sakura le rivolse un sorriso pieno di gratitudine.
Così era lei la donna di cui suo fratello si dichiarava da sempre innamorato...Miwako Sato, l'integerrima ed abilissima vice ispettrice di polizia.
Corrispondeva in pieno alle descrizioni che il fratello le aveva fatto.
D'altronde era un esperto quando si trattava di identikit.
'' Sono perfetti, la ringrazio signorina Sato.''- fece Sakura ringraziandola.
'' Già..''- fece Takagi guardando con occhi riconoscenti la sua donna -'' sei stata davvero molto gentile.''
'' Ma figuratevi...''- fece la donna -'' Ho approfittato del fatto che una mia amica che gestisce un negozio di abbigliamento mi doveva un piccolo favore.''
Detto ciò i poliziotti si misero in viaggio.
Shiratori si mise alla guida di un auto che parti prima dell'altra, sopra la quale vi erano Sakura seduta sul sedile accanto a quello del guidatore, e gli agenti Sato e Takagi seduti nei sedili posteriori, seguiti a ruota dall'auto con Megure e Chiba.

Per potersi recare nel luogo in cui Sakura era stata imprigionata, era prima obbligatorio tornare al punto esatto in cui Shiratori e Chiba avevano preso in consegna Sakura la mattina del giorno prima.
Da lì in avanti seguirono le indicazioni che la ragazza dava loro, fino ad arrivare ad una villetta abbandonata, lontana dal centro abitato.
Appena la vide, Sakura si strinse nel sedile ed abbassò gli occhi.
Megure se ne accorse quando sceso dall'auto si era avvicinato alla ragazza per chiederle se fosse sicura al cento per cento che fosse quello il posto.
Non formulò la domanda.
Lo sguardo che aveva valeva più di mille parole.
'' Sato, Chiba e Takagi con me. Shiratori, tu resta in auto con lei.''- ordinò l'ispettore.
Shiratori annuì.
'' Mi raccomando...''- fece Takagi con un'aria falsamente minacciosa all'indirizzo del collega -'' trattala bene.''
Shiratori rivolse un sorriso rassicurante al collega.
'' Vai tranquillo collega... la tratterò come una principessa.''

'' Beh, pare che staremo un po' di tempo assieme...''- fece Shiratori mettendo una mano nella tasca interna della giacca.
Ne tirò fuori una scatolina argentata -'' Vuoi delle caramelle?''
Sakura fece cenno di no con il capo -'' No, la ringrazio signor ispettore.''- e detto questo tornò a fissare fuori dal finestrino, stringendosi nel sedile.
'' Non devi preoccuparti. Lo prenderemo.''- le assicurò Shiratori. Poi aggiunse -'' Mi spiace per ieri mattina... mi rendo conto di essere stato un po' villano...''
'' Non si preoccupi...''- lo rassicurò la ragazza -'' Aveva dei validi indizi e soprattutto delle valide ragioni per mettermi sotto torchio.... in genere è questo che fanno i poliziotti seri.''
Quella che sembrava una rassicurazione accompagnata da un complimento somigliava più vagamente ad una freccia avvelenata.
Provò altri tentativi per entrare nelle sue grazie, ma Sakura rispondeva sempre in modo secco cosicchè ogni tentativo di espandere la conversazione finiva alle ortiche.
Non sapeva perchè ma aveva l'impressione di non starle troppo simpatico...
Ma forse si stava dimenticando di considerare l'inferno che aveva passato nelle ultime quarantotto ore.
Nemmeno lui avrebbe avuto voglia di fare amicizia in quel momento.

'' Accidenti...''- fece Takagi scendendo nel seminterrato che era stato la prigione di sua sorella per quasi due giorni.
Un normale seminterrato a prima vista... se non fosse stato per una stanzetta con le mura in cemento ed una porticina di ferro.
Tutto corrispondeva alla storia raccontata da Sakura.
Quando Sato entrò nella stanza seguita da Takagi e Megure, notarono che la stanza era completamente vuota. Nemmeno un materasso, un avanzo di cibo, un bicchiere, o qualcosa che indicasse che li c'era stato qualcuno...
Solo una colonna ai piedi della quale c'era una corda ruvida.
Sato s'inginocchiò per esaminarla.
'' E' sciolta, non rotta... come se qualcuno ci avesse lavorato pazientemente per sciogliere il nodo... e questo...''- Sato prese le sue pinzette ed una busta per le prove.
Con le pinzette afferrò qualcosa che assomigliava ad un filo, ma era di gran lunga più sottile.
Lungo e scuro.
'' E' un capello.''- fece Megure -'' Deve essere caduto a Sakura mentre lottava per sciogliere i nodi.''- se c'erano ancora delle riserve su chi dicesse il vero in quella storia, ora non c'erano più dubbi.
Sakura era decisamente innocente.
Takagi bussò sulle pareti in cemento -'' Non sono sicuro, ma ad occhio e croce direi che il muro è spesso quasi mezzo metro.''
Se sua sorella non fosse riuscita a scappare, quasi certamente sarebbe morta lì sotto. Anche se si fosse messa ad urlare e sbraitare nessuno l'avrebbe sentita.
Però ancora non capiva il perchè l'assassino non avesse fatto nulla per trattenerla... da quando era entrato in polizia non aveva mai visto nessun assassino comportartsi in quel modo assurdo.
Eppure l'aveva controllata... in un angolo in alto della stanza c'era una telecamera, quindi l'aveva marcata stretta durante la prigionia... sapeva che progettava di scappare e non aveva impedito che ciò accadesse?
Ma che razza di...
'' ISPETTORE!!!''- urlò Chiba entrando nella stanza dov'erano radunati i suoi colleghi con un quaderno in mano.
Dava l'impressione di essere bello pieno.
'' Cosa c'è da urlare?''- chiese l'ispettore Megure.
Chiba era pallido come un cadavere.
'' Stavo cercando degli indizi che potessero aiutarci a risalire al proprietario della casa...e nel sottofondo di un cassetto ho trovato questo quaderno. E' pieno di foto, descrizioni ed insulti...''
Megure prese in mano il quaderno ed una volta aperto anche lui e gli agenti Sato e Takagi sbiancarono.
Conoscevano bene le foto delle persone ritratte in quella specie di dossier fai-da-te.
Avevano preso le loro testimonianze, rassicurate che avrebbero punito il responsabile... e poi avevano passato tutto alla terza squadra investigativa, quella che si occupava di furti.
Adesso però era di loro competenza.
Yuky era stata ammazzata dall' Aggressore della Buonanotte. E Sakura per poco non aveva fatto la stessa fine.
Se prima era un affare della terza squadra, adesso trovare l'aggressore misterioso e metterlo dietro le sbarre era compito loro.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:57
 
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Giuly-chan_03
view post Posted on 15/2/2016, 14:44     +1   -1




Wow !
Sono felice che sakura stia bene !
non vedo l'ora di sapere chi è il killer <_< <_< capitolo bellissimo come sempre aspetto il prossimo :rolleyes: :rolleyes:
 
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view post Posted on 15/2/2016, 22:03     +1   -1
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Detective avanzato

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Parte decima: #entry414003852

'' L' Aggressore della Buonanotte?''- fece Ran.
Sato, Takagi e Megure erano andati all'agenzia investigativa del detective Goro per riferirgli i risvolti delle indagini e magari per chiedergli aiuto per riuscire ad identificare e trovare il loro uomo.
Gli raccontarono che Sakura era riuscita a portarli al posto in cui stata rinchiusa dopo essere stata rapita, che il capello trovato nella prigione apparteneva a Sakura, che vi erano delle registrazioni in cui la ragazza tentava disperatamente di liberarsi e che nella casa avevano trovato il dossier con le foto e le descrizioni delle vittime delle aggressioni risalenti all'anno prima.
'' Esatto.''- confermò Megure -'' Lo chiamavano tutti così perchè aggrediva esclusivamente donne, poco prima o poco dopo la mezzanotte. Le picchiava, le abbandonava in luoghi isolati e rubava loro soldi e gioielli.''
'' E a quanto pare adesso non gli basta più spaventare le vittime e derubarle. Diventa sempre più violento.''- commentò Sato.
'' Sembra che abbiamo a che fare con un individuo che non sopporta il genere femminile...''- fece Goro dopo aver letto gli appellativi piuttosto coloriti che quel tale aveva imputato ad ognuna delle sue vittime -'' cosa sappiamo di lui?''
'' Poco o niente purtroppo.''- rispose Takagi -'' prima di venire da lei abbiamo spulciato di nuovo ogni singolo dossier riguardo a quelle aggressioni... ma come Sakura nessuna di loro l'ha visto in faccia. ''
'' E' molto furbo.''- fece Sato -'' Fa in modo che le sue vittime lo incontrino in posti dove c'è scara visibilità, non parla mai e sta sempre molto attento a non farsi vedere. Anche quando ha rapito Sakura... l'ha aggredita alle spalle, e poi l'ha rinchiusa in quella stanza. Dalle registrazioni che ha fatto pare che non sia mai andato a farle visita e la scinetifica non ha trovato tracce che ci aiutino a stabilire la sua identità.''
'' L'unica cosa che possiamo dire di questo tizio...''- fece Conan -'' è che serba rancore verso le donne, e deve essere un tipo molto insicuro che le aggredisce perchè vuole sentirsi potente.''
'' In effetti, anche noi avevamo ipotizzato un profilo simile...''- fece l'ispettore con il grado più alto -'' ma finora non aveva ancora ammazzato nessuno, perciò il caso è stato affidato alla terza squadra.''
'' A maggior ragione, dato che si tratta di un aggressore seriale e che adesso è diventato un omicida...''- fece Goro riflettendo con attenzione -'' Avrebbe dovuto essere più cauto visto che esisteva una persona che avrebbe potuto dare l'informazione decisiva per arrestarlo.''
'' Tanto più che si tratta della parola della sorella di un poliziotto.''- fece Megure -'' Avrebbe dovuto sapere che la polizia avrebbe creduto alla sua testimonianza più che a quella di chiunque altro.''
'' Magari non poteva farle del male...''- propose Conan attirando così l'attenzione di tutti gli adulti presenti nella stanza.
'' Ma che sciocchezze vai dicendo, moccioso?''- lo rimproverò subito Goro -'' Sakura lo aveva colto sul fatto mentre commetteva il delitto, ne aveva di motivi per desiderare che quella ragazza lasciasse questo mondo.''
'' Vero, ma non l'ha fatto. Magari perchè sapeva a cosa sarebbe andato incontro se per caso avesse ucciso anche Sakura, ti pare?''- fece Conan -'' Se avesse ucciso la sorella di un poliziotto, in città si sarebbe scatenata la caccia all'uomo.''
'' Ha ragione...''- commentò Ran -'' Perchè mai ha tenuto in vita per poi lasciar andare una testimone così pericolosa?''
'' Dimenticate un dettaglio.''- fece Goro con aria di sufficienza -'' In genere gli assassini non chiedono ai loro testimoni se hanno parenti tra le forze dell'ordine... dubito fortemente che quel tipo sapesse che Sakura e l'agente Takagi condividessero un legame di parentela.''
'' Tanto più che al telegiornale è stato detto solo che per l'omicidio, l'unica sospettata era un' amica della vittima.'' - aggiunse Megure -'' Il sovrintendente Matsumoto, quando l'ho informato della vicenda, ha espressamente ordinato che non venissero rivelati dettagli sull'identità della sospettata.''
In poche parole gli unici a sapere che la sorella di Wataru Takagi era coinvolta nel delitto in prima persona, erano i poliziotti che investigavano sul caso ed il detective Goro e la sua famiglia.
Nessuno sapeva il nome della sospetta in fuga o se avesse familiari in città da interrogare per sapere dove potesse essere andata.
Misura precauzionale presa per proteggere il corpo di polizia ed anche Takagi: se si fosse saputo in giro che la sorella di un detective era una potenziale assassina, i giornalisti come minimo gli avrebbero fatto le poste sia al lavoro che sotto casa, una commissione interna avrebbe messo ai voti se fosse o meno il caso che continuasse a lavorare al caso, per non parlare di quello che sarebbe accaduto alla sua carriera.
Per fortuna adesso erano saltate fuori le prove lampanti, inferte dallo stesso omicida, che la ragazza era innocente.
'' A dir la verità...''- fece Sato -'' qualcuno che era al corrente del fatto che Sakura e Takagi avessero un legame, esiste.''
L'ispettore e il detective sgranarono gli occhi dalla sorpresa.
'' Dovete sapere che il giorno prima che Sakura fosse arrestata...''- spiegò la poliziotta -'' Io, Takagi e Conan siamo andati ad investigare all'hotel dove le due ragazze alloggiavano.
E ci sono almeno tre persone che erano al corrente del fatto che Sakura è la sorella di un poliziotto.''
Takagi annuì e tirò fuori la sua agenda per cercare l'appunto che aveva preso quel giorno in hotel, quando erano andati in hotel per cercare di capire quale fosse stata la dinamica che poteva spiegare il delitto.
'' Allora... abbiamo Toshiro Sukaragi, 54 anni. E' il direttore dell'albergo. Conosceva la vittima in merito ad una scenata fatta da Yuky l'anno scorso in quello stesso albergo e conosceva Sakura. Quando è andato a controllare la prenotazione ha notato l'omonimia e ha commentato '' Scommetto l'hotel che è sua sorella''. Io però non ho dato conferma di ciò.''
'' Hai fatto molto bene.''- lo appoggiò Megure.
'' La seconda persona potrebbe essere Reiko Tsubaragi.''- continuò Sato -'' Ha 22 anni, lavora part time come cameriera per pagarsi la facoltà giurisprudenza ma capita molto spesso che faccia dei lavoretti speciali, tipo interpretare la parte dell' Amica Sobria per qualche cliente e che ha avuto un diverbio con la vittima proprio l'anno scorso e pare che non fosse stata trattata troppo bene da questa, quando il giorno dell'omicidio si sono riviste.''
'' Conosceva Sakura perchè a detta di Reiko erano compagne di sventura ed avevano scambiato qualche parola a riguardo...''-aggiunse Takagi -'' ma francamente... nulla di quello che ha detto Reiko lasciava ad intendere che Sakura le avesse confidato che aveva un parente in polizia.''
'' Giusto.''- fece Megure -'' Tanto più che la ragazza ha un alibi di ferro. All'ora dell'omicidio non era in hotel e ha passato tutta la notte in casa dei genitori.''
'' E poi c'è il concierge dell'Hotel.''- fece Conan -'' Lui è l'unico a cui Sakura abbia effettivamente detto che suo fratello maggiore era un poliziotto.''
'' Akira Suemoto, anni 30.''- fece Takagi leggendo le generalità dell'uomo in questione -'' e sapeva che Sakura era mia sorella, perchè poco prima del litigio e di alzarsi da tavola, lei aveva chiesto informazioni su come raggiungere la centrale di polizia dall'albergo. E quando lui ha chiesto se per caso dovesse andare a fare una denuncia lei ha detto che aveva un fratello che lavorava in polizia e che voleva fargli una sorpresa.''
'' Non è detto che sia lui però...''- tentò Ran.
I presenti la guardarono.
'' Che intendi dire figliola?''- le domandò suo padre.
'' E' solo un' ipotesi...''- fece la ragazza -'' ma nella sala ristorante di un hotel c'è sempre un via vai di camerieri e di clienti... magari qualcuno passava proprio in quel momento e ha sentito tutto.''
'' Accidenti, speriamo di no...''- fece Megure -'' altrimenti individuare il sospettato rimane un' impresa impossibile.''
'' No''- fece Conan pensando tra sè e sè -'' L'assassino è sicuramente uno di quei tre. Io, Sato e Takagi siamo andati a fare domande su di lei e Sato ha dato loro ad intendere che Sakura era sospettata.
E il giorno dopo, nemmeno a farlo apposta, la ragazza è riapparsa.''- no, non poteva trattarsi di una coincidenza.
L'assassino era una di quelle tre persone, e partendo dal presupposto che si trattasse di una persona che ce l'aveva a morte con il genere femminile, era logico concentrare i sospetti su Sakuragi e Suemoto.
Una di quelle persone aveva assassinato Yuky ed era stata costretta a rapire Sakura perchè era riuscita ad allontanarsi dalla scena del crimine e l'aveva rapita.
Data la lontananza del posto era logico supporre che aveva fatto il tragitto in auto e se era un dipendente dell'albergo per lui sarebbe stato facile accompagnare la ragazza in quel posto e tornare indietro.
Magari progettava di eliminare il testimone in un luogo isolato per poi fermarsi quando si era accorto che quella persona aveva dei legami con la polizia.
Meglio lasciarla in un seminterrato a marcire lasciando che fossero gli stenti aiutati da una ferita infetta a fare il suo lavoro.
Poi però aveva cambiato idea.
Doveva aver saputo dai media e poi da loro che il suo ostaggio era la principale indiziata, aveva sentito dal notiziario riguardo agli indizi raccolti ed aveva pensato che se Sakura era arrivata sulla scena del delitto come una fastidiosa seccatura poteva rivelarsi un utile capro espiatorio.
Non immaginava certo che la contusione alla spalla che le aveva procurato l'avrebbe scagionata.
'' Ad ogni modo credo sia utile risentire quelle tre persone.''- suggerì Goro -'' Ed in particolar modo il direttore dell'albergo ed il concierge. Il primo aveva il sospetto che Sakura fosse legata alla polizia ed il secondo lo sapeva con certezza.''
I poliziotti si dichiarono d'accordo con lui e fecero per andarsene.
Mentre anche Takagi si apprestava ad uscire dall'agenzia, Ran lo fermò.
'' Scusa Takagi, non te l'ho ancora chiesto...''- fece la karateka -'' Sakura come sta?''
'' Ho firmato i moduli per l'assunzione di responsabilità in ospedale e fino a quando non sarà finita questa storia starà da me. L'ispettore Megure ha chiesto a Chiba di accompagnarla al mio appartamento e di tenere d'occhio il condominio fino al mio ritorno.''- spiegò il poliziotto -'' Fisicamente sta abbastanza bene. Fortunatamente il colpo alla spalla non era niente di grave e l'infezione è stata presa in tempo, ma psicologicamente è molto provata.''
'' Non me ne meraviglio...''- fece Ran -'' Ha assistito alla morte di una persona che conosceva, ha rischiato di morire per mano dell'assassino e come se non bastasse è stata accusata di omicidio... senti, quando la vedi, portale i miei saluti.''
Takagi annuì con un sorriso.
'' Ti ringrazio Ran, lo farò. Le farà senz'altro molto piacere.''

Finalmente quella giornata massacrante era finita.
In genere non si lamentava mai delle ore lavorative, ne di quando toccava a lui occuparsi delle scartoffie malgrado non fosse la parte del lavoro che preferiva, e nemmeno quando qualche collega geloso che ormai il '' mite Takagi'' facesse coppia fissa con la donna più benvoluta ed ammirata della prima squadra investigativa faceva i salti mortali per affibiargli un turno di notte, per ripicca, ma quel giorno voleva solo tornare a casa.
Sakura era rimasta sola in casa per tutto il giorno. L'ispettore Megure aveva appurato che posto più sicuro della casa di un poliziotto non avrebbe potuto trovarlo e quindi aveva dato il suo benestare quando Takagi aveva chiesto di poterla ospitare dato che nel suo appartamento c'era una piccola camera per gli ospiti, ma per la sua sicurezza le aveva chiesto di non uscire di casa e di non usare il telefono.
Chiba era stato di guardia fuori dal palazzo del collega per tutto il giorno assieme all'agente Horita, e mentre questi restava in macchina, il primo era salito all'appartamento per assicurarsi che andasse tutto bene.
'' Tua sorella è un fiore.''- lo aveva rassicurato l'amico quando Takagi era rientrato a casa con la scatola di una pasticceria sottobraccio.
Ad ogni modo, in quel momento voleva solo starle vicino il più possibile oltre che trovare l'uomo che aveva cercato di farle del male.
Quando arrivò in casa, lo accolse un inconfondibile odore di spezzatino di carne.
Quando arrivò in cucina trovò la sorella indaffarata ai fornelli.
I capelli erano lasciati liberi sulle spalle ed indossava una camicetta da donna bianca, un cardigan nero, dei jeans e degli stivaletti neri con un lieve accenno di tacco, con un grembiule.
La tavola era apparecchiata per due.
'' Sei ospite...''- fece Takagi mentre la sorella dava gli ultimi ritocchi al riso al curry che aveva preparato durante il pomeriggio -'' e poi sei ancora convalescente. Non dovresti lavorare.''
La ragazza non lo ascoltò e fece due porzioni.
'' Sì invece... conoscendo le tue abilità in cucina, sono certa che vai avanti a scatolette e piatti pronti... e poi è il minimo.''
'' Il minimo?''- domandò il fratello stranito da quell'ultima affermazione.
'' Sì... per scusarmi. Di tutti i casini che ti ho combinato di recente. Non era questa la sorpresa che avevo in mente quando...''
Nemmeno lui era stato felice di incontrarla in quelle circostanze, ma che si sentisse in colpa per qualcosa di cui non era responsabile...
'' Sakura, non mi hai combinato nessun casino te lo assicuro...''- certo, si era preoccupato e ad un certo punto aveva temuto di dover indagare sul suo omicidio, ma non c'erano state quel che si diceva grosse complicazioni.
La cena passò abbastanza silenziosamente. Si sentiva solo il rumore della forchetta sul piatto.
Al termine del pasto, Takagi mise sul tavolo due tazze di caffè nero e la torta che aveva comprato quel pomeriggio e la divise in due.
Sua madre lo avrebbe quasi sicuramente linciato se avesse saputo che lui e sua sorella si erano mangiati una torta in due, ma il cioccolato a volte era l'unica cosa che faceva sorridere la sorella.
Era il loro piccolo, grande segreto. Quando uno dei due stava male per qualcosa, fosse una delusione d'amore, un grattacapo sul lavoro, un problema di difficile soluzione, un brutto voto a scuola o la paura di aver fatto qualcosa di male e doverlo confessare alla madre, allora l'altra aveva il dovere implicito di comprare una torta e di mangiarla assieme.
Era una sorta di rituale che usavano l'uno con l'altra per ricordarsi a vicenda che avrebbero sempre potuto contare sul sostegno reciproco.
'' Ti posso fare qualche domanda?''- fece Takagi mettendo in bocca un boccone di torta.
Sakura per tutta risposta rispose con un -'' Domanda da fratello o da poliziotto?''
'' Una via di mezzo.''- non voleva darle l'impressione che Megure o qualche collega gli avesse detto di carpirle informazioni, soprattutto perchè non era vero, in secondo luogo non voleva fare il bis di Shiratori.
E comunque c'erano delle cose che voleva chiarire per conto suo.
'' Avanti, spara.''
'' Ok...''- fece il poliziotto -'' La cameriera con cui hai scambiato qualche parola la sera in cui ti hanno rapita ed è morta Yuky... avete parlato di qualcosa in particolare?''
'' No. Ho solo detto che certe volte, ad avere a che fare con Yuky, mi sembrava di fare la baby sitter e che se non fosse che essere sgradevoli non è un crimine, le prigioni del paese esploderebbero per sopraffolamento.''
'' Quindi lei non sapeva che hai un fratello in polizia, non gliel'hai detto?''
Sakura fece cenno di no con il capo.
A questo punto, l'ipotesi che l'omicida fosse il gestore o il concierge si faceva sempre più corposa.
'' Andavate d'accordo?''- chiese ancora Takagi -'' Tu e la vittima intendo dire...''
'' A volte.''- fece Sakura -'' a scuola quando c'era da fare un lavoro in coppia o in gruppo, trovavano sempre il modo di metterci insieme... dicevano che eravamo entrambe molto intelligenti e che con la mia capacità di scrivere ed il suo modo di presentare, formavamo una grande squadra. Una coppia vincente ed affiatata a dire di tutti.''
'' Solo che era semplice apparenza e nulla di più, dico bene?''- fece Wataru.
Sakura annuì. Negare era inutile, soprattutto con un poliziotto -'' Quando non lo decidevano gli insegnanti, se si trattava di un progetto in cui c'era bisogno di scrivere un articolo o inventare, era lei che faceva i doppi salti mortali per essere messa a lavorare con me. Ci spartivamo voto e complimenti da compagni di classe e professori, ma finiva sempre che io facevo tutto il lavoro di testa e lei ci metteva sopra il suo nome.''
'' Un po' come fanno gli artisti la cui vena creativa si è esaurita con i ghost-writer.''- non potè fare a meno di pensare il poliziotto.
Eh sì, quella ragazzina si sarebbe meritata una signora ramanzina. Possibile che i suoi genitori non avessero mai colto uno dei suoi capricci come un'occasione per insegnarle un po' di rispetto?
'' Non è stata certo la migliore amica che speravo fosse quando l'ho conosciuta... ma ti giuro che mai, per nessun motivo, avrei voluto che accadesse una simile disgrazia.''- fece Sakura abbassando gli occhi.
Takagi allungò un braccio per prenderle la mano, in segno di conforto.
'' Sta tranquilla. Lo so. E non è colpa tua.''- cercò di consolarla il fratello -'' so che ti senti responsabile di quanto è accaduto a Yuky e che pensi che se fossi rimasta con lei adesso le cose sarebbero diverse... ma l'unico responsabile è l' Aggressore della Buonanotte. E' lui che andrà in prigione per aggressione, omicidio, rapimento e tentato omicidio.''
'' Però se invece di andarmene per fatti miei...''- continuò Sakura.
'' Non si vive per fare contenti gli altri.''- fece il fratello -'' Di vita, ne abbiamo una sola. E se la metti a disposizione degli altri, un giorno potresti pentirtene. Fai sempre la cosa che sul momento ti sembra quella giusta, dopo averci riflettuto, ed andrà tutto bene.''
A quel punto Sakura abbandonò il suo posto ed andoò praticamente a sedersi in braccio al suo fratellone, che prontamente l'abbracciò.
Le era mancata in quei due giorni quella sensazione.
La sensazione di qualcuno che aveva la ferma intenzione di proteggerla... in quei giorni aveva avuto solo tanta paura, tenuta a bada solo dalla speranza e dalla volontà di vivere.

Quella sera, Sakura si addormentò sul divano mentre guardava la tv con il suo adorato fratellone.
Il film era pieno d'azione, ed aveva anche una trama interessante, ma lei era così stanca che ad un certo punto si addormentò profondamente.
Fu proprio suo fratello a portarla nella stanza che aveva sistemato per lei e a metterla sotto le coperte. Come faceva spesso quando era bambina e finivano per cenare insieme perchè la madre era occupata al maneggio di famiglia e rientrava tardi.
Stette un po' lì a guardarla, mentre dormiva. Aveva un'aria così innocente e serena... sperava solo che per quella notte gli incubi decidessero di lasciarla in pace.
Comunque aveva deciso di lasciare le porte delle stanze da letto aperte, per quella notte, in modo da poter accorrere subito se per caso la sorella avesse urlato.
Le carezzò la fronte come se quel gesto avesse il potere di impedire agli incubi di darle fastidio, prima di andarsene.
'' Stai tranquilla sorellina... quell'uomo non ti toccherà più.''


Bene colleghi e colleghe investigatrici, nel rispetto delle regole di DC abbiamo tre sospettati.
Chi sarà stato secondo voi?
Leggete e commentate :lol: :wub:

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:58
 
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Giuly-chan_03
view post Posted on 16/2/2016, 17:20     +1   -1




Bel capitolo come sempre
"L'aggressore della buonanotte" é un nome perfetto per uno così <_< <_<
Secondo me il killer è... La ragazza non credo quindi uno dei due uomini... Ma quale dei due penso sia troppo presto per dirlo...
Ti sei inventata un'omicidio pieno di colpi di scena !!!! Bravissima... Io non ci sarei riuscita ;) ;)
Come sempre aspetto il prossimo capitolo :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
 
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view post Posted on 17/2/2016, 15:44     +1   -1
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Detective avanzato

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Parte undicesima: #entry414051886

'' Mi dispiace lasciarti sola per tutto il giorno... di nuovo.''- fece Takagi avviandosi verso la porta di casa seguito dalla sorella.
Altrochè se gli dispiaceva... avrebbe dovuto restare a casa con lei, starle vicino, e invece... gli sembrava quasi di essere diventato lui il suo aguzzino.
Era scappata da una prigione... e per poco non la rinchiudevano in una prigione vera. Fortunatamente erano saltati fuori elementi che l'avevano scagionata dalle accuse, ma adesso era costretta a stare chiusa in casa per tutto il giorno, perchè se l'assassino l'avesse vista in giro avrebbe cercato di finire il lavoro per farla stare zitta.
Cercava di consolarsi pensando che la lasciava sola per trovare la persona che aveva ucciso Yuky, che l'aveva rapita e quasi uccisa nonchè fatta passare per una spietata assassina per restituirle al più presto la libertà...
'' Non preoccuparti per me, Taru, io starò bene.''- lo tranquillzzò la sorella sorridendo -'' Mi terrò compagnia con qualche film, mettendo un po' di ordine... me la saprò cavare.''
Certo, non era comunque tranquillo ad andarsene da casa lasciandola sola per farsi vivo solo per l'ora di cena o giù di lì...
'' A proposito... ''- fece mettendo una mano in tasca per tirarne fuori un piccolo oggetto rettangolare e scuro -'' Tieni.''
'' Ma questo è...''- fece Sakura prendendolo in mano.
'' E' un telefono usa e getta.''- spiegò Takagi -'' Il tuo telefono è disperso e Megure ha detto che non puoi usare il fisso... così te ne ho preso uno usa e getta. Per qualche giorno andrà bene.''
Qualche giorno...
Avrebbe voluto chiudere quella storia entro quel giorno o il giorno seguente al massimo. Ne erano già passati di giorni infernali da quando era iniziata quella brutta storia... la sola prospettiva di doverne aspettare altri dava la nausea ad entrambi.
'' Ma non finirai nei guai per avermelo dato?''
'' Tranquilla, i cellulari usa e getta non sono rintracciabili se spenti. Se hai bisogno di qualcosa, anche solo di parlare con me se ti senti spaventata chiamami... e mi raccomando...''
'' Sì, lo so...''- fece Sakura schioccandogli un bacio sulla guancia -'' Non aprire la porta a nessuno. Stai tranquillo... e poi c'è l'agente Chiba qua sotto.''
Takagi sorrise.
Sì, era un pensiero in meno.
Dopo averla salutata per l'ultima volta uscì di casa, salutò Chiba ed Horita già appostati e si diresse verso la centrale di polizia.

'' Ehy ragazzi...''- fece Takagi salutando Sato e Shiratori entrando nella sala attigua alla stanza degli interrogatori.
L'ispettore Megure, su suggerimento di Goro, aveva convocato le tre persone che sospettavano essere a conoscenza del fatto che Sakura fosse legata alla polizia e che quindi potevano anche essere i principali sospettati di omicidio.
Al momento stava risentendo la signorina Reiko.
'' Ciao Takagi...''- gli andò incontro la fidanzata abbracciandolo -'' Come stai? E tua sorella?''
Takagi sorrise rassicurante.
'' Sta bene. Un po' provata, ma sta abbastanza bene, per fortuna.''- era la verità. Era rimasto sveglio, in appostamento pronto ad intervenire al minimo grido o rumore sospetto, ma quella notte era stata abbastanza tranquilla.
Sakura aveva dormito come un sasso per tutta la notte.
'' Meno male... tu invece? Sei un po' pallido...''
'' Non è niente tranquilla... è solo mancanza di sonno.''- ed anche fretta di chiudere il caso, ma questo lo tenne per sè.
Shiratori gli si avvicinò e gli porse una lattina di caffè nero.
'' Ne ho prese due per errore... te ne cedo una.''- fece l'ispettore sforzandosi di essere amichevole.
Takagi all'inizio era titubante, raramente era abituato ad essere trattato in maniera amichevole dall'ispettore Shiratori, ma dal suo fidanzamento con la maestra di Conan, doveva ammetterlo, non era più così sgradevole averlo intorno.
Prese la lattina, la aprì ed iniziò a berla a piccoli sorsi.
Dal vetro poteva vedere che al momento era la cameriera che aveva avuto un alterco con la vittima ad essere interrogata.
'' E' stata convocata anche lei?''
Shiratori annuì.
'' Sì...''- fece l'ispettore -'' Per ora è l'unica ad avere un alibi attendibile. E' andata via dal lavoro poco prima dell'omicidio e dalle nove a mezzanotte passata della sera del delitto, è rimasta sempre in compagnia dei genitori, del fratello e di altre persone intervenute alla festa del fratello.
Vi è un'ampia documentazione di foto e video con tanto di orario.''
'' Quindi, tecnicamente, per ora è l'unica a potersi considerare in salvo.''- commentò Takagi svuotando la lattina che il collega gli aveva regalato.
Shiratori annuì.
'' Già, anche perchè stando al medico che si è occupato di Sakura in ospedale...''- aggiunse l'ispettore -'' Tua sorella è stata aggredita da qualcuno molto più forte di lei e in pieno possesso delle forze. Io escluderei che...''
Sato lo fulminò cono lo sguardo.
'' La differenza biologica è irrilevante.''- fece l'investigatrice -'' Vi ricordate il caso della donna martello, qualche mese fa?
Dalla violenza e dall'efferatezza delle aggressioni, eravamo convinti al cento per cento che il responsabile fosse un uomo. E poi, sorpresa sorpresa, si è scoperto che invece la responsabile era una donna.
Uomo o donna è irrilevante... con la giusta dose di risentimento, rancore ed aggressività chiunque può diventare un assassino.''
Takagi annuì.
Ricordava bene il caso affrontato subito dopo... il figlio di una delle vittime di un serial killer si era fatto giustizia da solo uccidendo l'assassino di suo padre. E per poco non aveva ucciso anche lui.
Avrebbe ucciso anche Sato, ne era sicuro... raramente i criminali lasciavano liberi gli ostaggi che li avevano visti in faccia, figurarsi se erano poliziotti poi... anche se di conseguenza, era destino che si ritrovassero alle calcagna tutta la polizia della città per l'omicidio di un poliziotto.
Anche uccidere una persona legata ad un poliziotto comportava una coalizzazione simile... il fatto che Sakura fosse tornata viva lo riempiva di gioia, ed il fatto che sia lui che i suoi colleghi avessero le prove della sua innocenza ancora di più... ma dato che non era stato reso noto questo fatto nè che fosse stata ricoverata per delle ferite che avrebbero potuto ucciderla, per l'opinione pubblica, sua sorella era una criminale che si era data alla macchia.
E per un avvocato d'accusa sarebbe stato un giochetto da ragazzi dire che si era ferita da sola e che stava cercando di incolpare qualcun'altro.
Scoprire chi fosse l'assassino e metterlo spalle al muro era la massima priorità.
'' E' il fatto che lei sia l'unica con un vero alibi a renderla estranea ai fatti, non il fatto di essere una donna.''
'' Va bene, Va bene...''- fece Shiratori alzando le mani in segno di resa -'' ma non ti arrabbiare...''
'' Dai vostri discorsi...''- s'intromise Takagi interrompendo il filo dei suoi pensieri -'' Mi pare di capire che il gestore ed il concierge non abbiano un alibi valido.''
Shiratori e Sato annuirono.
'' Già.''- fece la poliziotta -'' Il gestore asserisce di essere stato per quasi tutta la sera nel suo ufficio a redigere scartoffie, contabilità dell'hotel e altre carte che gli hanno portato via parecchio tempo.''
Shiratori invece si occupò di comunicare al collega l'alibi del concierge -'' Il signor Suemoto invece asserisce di essere stato per tutto il tempo nel magazzino perchè doveva incontrarsi con una ragazza... che però non si è presentata, ed erano entrambi soli... Sakura ti ha raccontato qualcos'altro?''
Takagi dissentì.
'' No. Mi ha solo detto che lei e Yuky andavano d'accordo a tratti, e che spesso e volentieri Sakura era una ghost-writer.''
I due lo fissarono con aria interrogativa.
'' Che intendi dire?''- chiese la poliziotta.
'' Sakura ha sempre amato molto la letteratura straniera e le storie popolari e molto spesso si diletta a scrivere qualche favoletta o racconto breve, per diletto...''- ricordava ancora che quando aveva otto anni, la sua insegnante aveva diviso la classe in gruppi per far scrivere ai suoi alunni un libro con un racconto a più mani. Sakura si ritrovava con i suoi amichetti una volta a settimana per la stesura, i disegni e la rilegatura... il loro lavoro fu il più bello di tutti. E gli altri bambini dissero che il merito andava quasi tutto alla sua sorellina che aveva avuto diverse buone idee.
Una cosa che nessuno si aspettava visto che in genere, Sakura stava quasi sempre in disparte e non si pronunciava mai.
'' I suoi insegnati adoravano i suoi temi, e Yuky consapevole di ciò quando c'era un lavoro da fare in coppia in cui era richiesta la fantasia e la capacità di scrivere, faceva sempre in modo di essere messa con lei. Sakura faceva il lavoro di testa...''
''... e poi la vittima lo firmava con il suo nome.''- concluse Sato.
'' E la cosa immagino non le facesse piacere...''- aggiunse Shiratori -'' ti rendi conto, vero, che dire una cosa del genere avvalora la tesi che sia stata lei a commettere il delitto?''
'' Come sarebbe?!?''- fece Takagi impallidendo di colpo -'' Sakura è stata aggredita e tenuta prigioniera. Le hai viste le registrazioni...''
'' Sì, le ho viste.''- fece Shiratori -'' E so che Sakura non ha fatto nulla di male. Ma prova a metterti nei panni di un giudice o di un avvocato dell'accusa... per il secondo sarebbe molto facile dire che Sakura ha inscenato sia il suo ferimento che il sequestro e che per puro caso abbia scelto come nascondiglio il posto in cui l'Aggressore della Buonanotte si nascondeva.''
'' Ma c'è un referto medico che attesta che mia sorella è stata realmente aggredita!!!''- Takagi quasi urlò. Non poteva credere di aver fatto tutta quella strada per rischiare di tornare al punto di partenza... e non poteva dire ne Ah ne Bah, perchè in fin dei conti il collega aveva ragione.
Il lavoro dei poliziotti era mettere dentro i criminali, quello degli avvocati era rivoltare la frittata con l'arguzia dialettica per farli uscire.
Ma Sakura non era una criminale.
'' E comunque ti pare possibile che una pur di scagionarsi arrivi a mettere in pericolo la sua stessa vita?''- fece ancora Takagi riferendosi alla ferita che la sorella aveva riportato al braccio. Anche ammettendo che fosse stata lei e che avesse inscenato tutto, sua sorella non era un' inetta.
Sapeva che persino i graffi più insignificanti potevano diventare molto dolorosi o mortali se non medicati in tempo.
E sulla strada che dichiarava di aver preso per andare alla polizia, prima di essere rapita, c'era una farmacia ed un minimarket.
Non le sarebbe stato difficile nascondere il braccio ferito e comprare l'occorrente per medicarsi.
Ed al di là di tutto questo...
'' Il ragionamento non fa una grinza, ma i giudici ti chiederebbero chi la sta difendendo... il fratello premuroso e preoccupato o il poliziotto integro?''- fece Shiratori.
Sato non aveva pronunciato nemmeno una parola in quel frangente.
Avevano ragione entrambi. Le era già capitato in passato di scoprire che quella che sembrava la prossima vittima di un assassino spietato tutto era fuorchè una vittima minacciata ed era l'omicida stesso o che un assassino si mettesse in pericolo mortale pur di sviare i sospetti.
Le ferite da aggressione di Sakura giocavano a suo vantaggio... ma a giocare contro di lei era il fatto che fosse un ostaggio misteriosamente lasciato libero, che il fantomatico omicida non avesse fatto nulla per fermarla malgrado sapesse che stava tentando la fuga, inoltre aveva dei dissapori con la vittima... ruota di scorta ed amica sfruttata a scuola.
Wataru non l'avrebbe certo lasciata sola se fosse finita al banco degli imputati, ma essendo il poliziotto il fratello maggiore dell'imputata, l'accusa avrebbe ritenuto poco credibile la sua testimonianza, malgrado tutto il dipartimento avrebbe dato garanzia che Wataru Takagi, tra tutti loro, era l'unico che non sarebbe mai stato in grado di mentire.
Però... era propensa a dare ragione anche al fidanzato riguardo all'innocenza di Sakura.
Non la conosceva bene, questo era assodato, ma l'aveva guardata e scrutata a lungo quando in ospedale le aveva portato un cambio.
Aveva gli stessi occhi di Wataru.
Grandi, limpidi, sinceri e pieni di dolcezza e sincerità. Non erano gli occhi di un'assassina spietata, fredda e calcolatrice.
No, era impossibile. Si rifiutava di credere che nel ritratto appena abbozzato di Sakura vi fosse una donna nelle cui vene scorreva lo stesso sangue di Takagi.
E poi il fatto che Sakura si fosse '' nascosta'' proprio nel rifugio di un pericoloso aggressere... no, non poteva trattarsi di coincidenze.
Però, come Takagi aveva riferito loro, le piacevano molto i libri e le belle storie, e si divertiva anche ad inventarle... un avvocato avrebbe potuto insinuare in qualsiasi giuria il dubbio che dunque fosse anche abile alla mendacia.
In quel momento uscì l'ispettore Megure che fu abbastanza sorpreso di vedere lì anche l'agente Takagi.
'' Pensavo che ti saresti preso qualche giorno di vacanza...''
'' No, non posso... ho promesso a Sakura che avremmo trovato il colpevole e non posso deluderla... è saltato fuori qualcosa?''
L'ispettore fece cenno di no con il capo.
'' Stiamo ancora verificando i loro alibi, ma al momento non è saltato fuori niente di rilevante.'' - lo informò Megure.
Una coltellata in piena regola... due sospettati con un alibi vacillante ed in compenso la possibilità che contro sua sorella si scatenasse il ragionevole dubbio.
Ma Sakura non era un'assassina... ne era certo. Non era capace di fare del male a nessuno... e se proprio qualcuno le urtava il sistema nervoso al massimo lo aggrediva a parole o lo cancellava dalla sua vita.
'' Stai tranquillo...''- fece Megure mettendogli una mano sulla spalla, ignorando il turbine di paura e terrore che in quel momento stava scuotendo il suo sottoposto -'' Il caso di tua sorella è all'attenzione di tutto il dipartimento. Vedrai che lo prendiamo.''
'' Certo, signore... la ringrazio.''
'' Ma sei certo di sentirti bene?''- fece l'ispettore notando solo ora il pallore quasi mortale del suo sottoposto -'' Sei molto pallido...''
'' No, non è nulla...''- minimizzò il poliziotto ostentando benessere -'' è solo un po' di stanchezza... una boccata d'aria e starò subito meglio...''
Nel dir così cercò di allontanarsi, ma alla fine del corriodio venne stoppato da alcuni suoi colleghi. Okumura, Takano, Fujimaki, Nakamura ed altri che ogni tanto si divertivano a metterlo sotto interrogatorio per sapere i dettagli del suo rapporto con l'agente Sato.
La buona notizia è che erano diventati decisamente più sopportabili, da quando Shiratori si era fidanzato con la signorina Kobayashi e aveva dato loro il benvervito.
Ma non era proprio dell'umore giusto.
'' Posso esservi utile?''- fece cercando di non essere troppo scortese.
'' E' vero che Miwako si è fermata a dormire a casa tua il giorno che abbiamo iniziato ad indagare sull'omicidio?''- fece Fujimaki con un tono tutt'altro che amichevole.
'' Bada di non mentire, abbiamo le prove.''- fece il detective Nakamura.
'' Allora non c'è bisogno che io parli...''- fece Takagi -'' ora se permettete...''- disse tentando di allontanarsi.
Ma uno di loro gli bloccò un polso, cercando di trattenerlo.
'' Non ti consiglio di fare il furbo, nè di usare quell'aria da innocentino...''
'' Sapete che vi dico?''- adesso era troppo, poteva sopportare quel giochetto in qualsiasi momento, ma in quel momento proprio no -'' Che se avete tutta questa energia e voglia di mettere pressione ad un colpevole, perchè non la usate per qualcosa di produttivo?
Perchè in caso ve ne voste scordati, c'è un assassino a piede libero, una ragazza è morta e al momento c'è un innocente che oltre ad essere in pericolo rischia anche la galera...ed è un caso vero. ''
I suoi colleghi, davanti a quella sfuriata, non dissero niente e quando Takagi si allontanò nessuno fece niente per trattenerlo ancora, basiti da quanto era accaduto.
Takagi era una persona di indole mite e tranquilla, a volte quasi remissivo... i bambini che avevano fondato la squadra dei giovani detective lo adoravano per questo e lo consideravano una sorta di fratello maggiore, e in genere anche quando lo prendevano in giro per Sato o lo mettevano sotto torchio si limitava a dare qualche risposta vaga o ad aspettare che si stancassero, ma non si era mai rivoltato in quel modo.
'' Ma che gli è preso?''
'' E chi lo sa... non si è mai comportato in questo modo.''
'' Sarà davvero Takagi o durante la notte l'hanno preso gli alieni e sostituito con un replicante?''
'' Magari ha solo esagerato con il caffè...''
Shiratori si unì ai commenti dei suoi ex compagni dell'operazione '' Rompiamo le uova nel paniere a Takagi''.
'' Invece ha ragione lui.''- gli agenti lo guardarono basiti.
Prima Shiratori era la persona che più di tutti loro si era impegnata per impedire un qualsiasi rapporto particolarmente confidenziale tra il poliziotto e la beniamina della centrale... poi di punto in bianco, si era innamorato perdutamente di un'altra donna ed aveva abbandonato il loro commando che ora si trovava senza un leader e capitava ogni tanto che prendesse persino le difese dell'ex rivale.
'' Abbiamo un omicidio da risolvere e nel caso non troviamo qualcosa che coinvolga qualcun'altro nella faccenda o qualcosa che avvalori la storia di Sakura, quella ragazza finirà in prigione a vita, se non peggio...''- inutile dire che per omicidio plurimo era prevista la pena di morte. Fortunatamente, non era il caso di Sakura, ma da ex potenziale giurista non aveva potuto trattenersi -'' E non occorre che sia io a ricordarvi cosa succede ai poliziotti i cui parenti hanno una condanna per omicidio sulle spalle. Mettete da parte queste sciocchezze e facciamo il nostro lavoro. E soprattutto, almeno fino a quando non saremo riusciti a vederci chiaro... lasciatelo in pace.''
Il discorso pareva aver fatto effetto. Mentre l'ispettore si allontanava, poteva vedere i suoi colleghi abbassare lo sguardo, con aria colpevole.
Sì, dovevano risolvere il caso.
Per il bene di tutti.
Di Sakura, di Takagi, per il dipartimento... avevano tutti da perdere in quella storia. Anche se qualcuno più di altri.

Dopo la sfuriata che aveva fatto davanti ai suoi colleghi, era andato a sedersi alla sua scrivania a riesaminare tutto il dossier del caso per cercare la prova che impedisse a qualcuno di insinuare l'ipotesi che Sakura avesse inventato tutto per copertura, sperando che nessuno lo disturbasse.
La foto dell'arma del delitto era quella su cui aveva focalizzato tutta la sua attenzione.
Un tagliacarte sporco di sangue. Sulla lama c'era sia il sangue di Yuky che quello di Sakura. La scientifica aveva trovato si le impronte di sua sorella su quel corpo contundente, ma sulla lama. Anche ammettendo che la sorella fosse colpevole, trovava molto strano che avesse protetto le mani per non lasciare impronte e non l'avesse fatto per togliersi il tagliacarte dalla ferita.
Ma in tribunale avrebbero detto che faceva parte della sua recita che consisteva nel fingersi vittima perseguitata e sviare i sospetti.
Francamente però, lui non ricordava che Sakura fosse in possesso di un simile oggetto. Guardava la foto dell'arma del delitto che il suo cellulare, con il numero selezionato. Il numero del telefono usa e getta che aveva dato a Sakura.
Era tentato di chiamarla, per sapere come stava e per chiederle se per caso aveva già visto l'arma del delitto prima di allora... solo che per lei sarebbe stato logico supporre che quella domanda implicava che non era ancora fuori dal mirino delle indagini.
Ed era inutile chiedersi come avrebbe reagito.
Male.
In fin dei conti, lei si era confidata con lui, si fidava di suo fratello e lui le aveva assicurato che l'unico caso in cui lui avrebbe creduto alla sua colpevolezza sarebbe stato quando e se lei lo avesse confessato.
Se adesso le avesse telefonato per chiedere se avesse già visto l'arma del delitto, avrebbe rischiato di apparire come un ipocrita ai suoi occhi...
E non aveva il coraggio di chiamare la madre per chiederle se qualcuno avesse regalato un tagliacarte a Sakura o se per caso non l'avesse comprato la sorella stessa.
Era già abbastanza preoccupata per quella situazione, ed era riuscito a calmarla per puro miracolo, non era il caso di spaventarla di nuovo, magari per nulla...
Ma forse esitava così tanto a chiamare la genitrice perchè aveva paura di scoprire qualcosa che poteva incriminare la sorella...
'' Ehy...''- malgrado desiderasse essere lasciato solo con i suoi pensieri, era sempre una gioia avere Miwako intorno -'' volevo accertarmi che stessi bene. Prima con i ragazzi sei esploso... è tutto a posto?''
Takagi annuì.
'' Si stavano divertendo a prendermi un po' in giro... e ho detto loro di smetterla. Non avevo voglia di ridere o scherzare...''
'' Sta tranquillo... presto risolveremo tutto.''- lo rassicurò Sato -'' Non può essere una coincidenza che tua sorella fosse proprio nel rifugio di un aggressore seriale...''- ma era strano che un rapitore colpevole di omicidio lasciasse libero un ostaggio così pericoloso.
'' Le ho dato un cellulare usa e getta per chiamarmi in caso avesse bisogno di aiuto...''- le confessò il fidanzato -'' Vorrei chiamarla... ma se lo faccio e le chiedo qualcosa riguardo all'arma del delitto penserà che io non le credo...''
'' Ed è vero?''
'' Santo Cielo, no.''- fece Takagi -'' so che non farebbe mai una cosa simile, e so per certo che non monterebbe mai una storia del genere... lei le storie le mette in scena solo sulla carta. E soprattutto non mi farebbe mai una cosa del genere.
E poi... c'è un altro motivo che mi impedisce di chiamarla...''
'' E sarebbe?''
'' Le ho assicurato che l'avrei creduta colpevole solo se me l'avesse confessato lei... e non voglio apparire come un ipocrita ai suoi occhi.''
'' Credi che tua madre saprebbe dirti se tua sorella aveva qualcosa del genere?''
'' Forse... quasi certamente la valigia l'hanno preparata assieme... e a giudicare dalla fattura del tagliacarte...''- fece Takagi mostrandole la foto -'' sembra più un regalo che un oggetto acquistato d'impulso o perchè ne aveva bisogno.''
Forse qualche amico o parente le aveva regalato quell'oggetto per congratularsi per il diploma o come augurio per l'università... di certo sua madre era al corrente se qualcuno le aveva fatto un regalo per quel passo così importante.
'' L'ho chiamata per tranquillizzarla... se adesso la chiamo e le chiedo se per caso le risulta che Sakura aveva portato con sè una potenziale arma... potrebbe prenderle un infarto.''
Sato ci pensò su un attimo.
C'era un modo per capire se Sakura avesse raccontato loro delle bugie o la sacrosanta verità...ma non era una cosa da poter essere fatta per telefono.
'' Chiama Chiba e chiedigli di accompagnare Sakura qui.''
Takagi la guardò con aria interrogativa.
'' Fai come ti dico. Andrà tutto bene... è solo una piccola conferma.''

Rieccomi qua.

Pensavate che i guai per Sakura e Takagi fossero finiti eh?
Spero che vi sia piaciuto.

Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:59
 
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