Ecco qua... leggete e commentate, please * espressione cucciolosa alla gatto con gli stivali d Shrek*
Parte nona:
#entry413973409Takagi non si era mosso dalla stanza della sorella quella notte. Dopo aver smesso di piangere era talmente stanca che si era addormentata e malgrado le insistenze di Sato e dei suoi colleghi sul fatto che avesse bisogno di riposare e che ci avrebbero pensato loro, organizzando dei turni, per stare vicino a Sakura, lui rifiutò tassativamente.
In quel momento, la bimba di casa aveva bisogno di lui ed era certo che non avrebbe voluto nessun'altro se non lui, al suo fianco in quel brutto momento che ancora non era passato.
Aveva fatto la spola tra la sedia, il divanetto ed il piccolo bagno presente nella stanza.
Aveva avuto ragione infatti.
Non fu una notte tranquilla.
Sua sorella si era svegliata in preda agli incubi, urlando ed implorando che nessuno la uccidesse e che la lasciassero libera, e subito lo aveva cercato.
Ogni volta si era riaddormentata ed ogni volta si era svegliata in preda agli incubi.
Alla quarta volta che il suo sonno s'interrompeva per un brutto sogno, aveva chiesto ad un infermiera di portarle un sedativo.
Ormai erano le otto e mezza di mattina ed era ancora immersa nel sonno. Anche se sconvolta, in camice da ospedale, stanca e ferita... era un sollievo per Takagi averla di nuovo sotto gli occhi e sapere per certo che la sorella era una testimone e non un'assassina.
Non che avesse mai avuto dubbi a riguardo.
Avrebbe creduto alla sua colpevolezza solo se lei glielo avesse confessato.
In quel momento nella stanza entrò il piccolo Conan.
Takagi non si preoccupò nemmeno di chiedergli cosa ci facesse lì. Ormai c'era abituato a vedere quel ragazzino spuntare ovunque andasse nemmeno fosse stato un fungo dopo la pioggia.
Al contrario si sarebbe preoccupato se non l'avesse visto aggirarsi in posti non adatti ad un bambino tipo la scena di un efferato crimine.
' Come sta?''- chiese il bambino.
Takagi sospirò -'' Dopo che ha finito di raccontarmi tutto, è scoppiata a piangere e poi si è addormentata.''
Poi lui le aveva promesso che avrebbe preso l'assassino di Yuky e che quell'uomo non l'avrebbe più toccata.
E questo era sicuro di poterlo fare. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di far aumentare la pena dell'uomo che aveva fatto passare sua sorella per una feroce assassina per poi tentare di farle del male e per averla tenuta prigioniera.
Ma la cosa che lo aveva davvero sconvolto... erano le lacrime che aveva versato. Indubbiamente lacrime di sfogo, paura, sollievo... ma per la maggior parte del tempo non aveva fatto altro che borbottare tra i singhiozzi quanto fosse responsabile della tragedia.
Quella ragazza l'aveva solo usata, quasi certamente non l'aveva mai considerata un'amica... e sua sorella l'aveva pianta come se avesse perduto la migliore delle amiche, dandosi persino la colpa di quanto le era accaduto.
Anche Conan aveva ascoltato quella parte, poco prima che l'ispettore Megure chiudesse la comunicazione, ed era giunto ad una conclusione di cui era certo già da prima.
I Takagi erano incapaci di provare sentimenti come l'odio ed il risentimento. Forse un po' di rabbia, ma non durava mai molto...
Adulti che avevano conservato l'innocenza ed il candore dell'infanzia.
Takagi carezzò la fronte della sorella, ancora immersa nel sonno, a causa della stanchezza e dei sedativi che l'infermiera le aveva somministrato per aiutarla a calmarsi.
'' Mi chiedo... chi possa aver fatto una cosa del genere...''- fece il poliziotto.
'' Però è strano, non trovi?''- fece Conan -'' In genere la prima cosa da fare quando si ha un ostaggio è chiuderlo a chiave.
Da come l'ha raccontata Sakura, pare che quell'uomo o quella donna, l'abbia praticamente lasciata andare.''
Veramente non capiva... il colpevole si era dato un gran da fare per prendere Sakura, impedirle di prendere contatti con la polizia... perchè mai darsi tanto da fare e non preoccuparsi nemmeno di chiudere la porta a chiave?
Sakura aveva lottato quando l'assassino l'aveva aggredita nel vicolo, questo implicava chiaramente che non si sarebbe lasciata mettere in ginocchio senza aver nemmeno provato a scappare.
Doveva prevedere questa possibilità... ma non l'aveva fatto. Magari credeva che dopo parecchie ore senza mangiare e bere e costretta a stare in piedi le sue resistenze si sarebbero affievolite e che non avrebbe avuto la forza, ma qualcosa non quadrava.
'' Pensi che ci sia qualcosa sotto?''- chiese il poliziotto. Effettivamente era strano. Indubbiamente, Sakura era stata un'aggressione non premeditata perchè l'assassino non si aspettava che accorresse alle urla di Yuky, e dato che aveva usato le scale anti-incendio anzichè la porta principale questo non gli aveva permesso di scappare in tempo.
E non aveva potuto ucciderla come aveva fatto con Yuky perchè Sakura si era ribellata ed era poi scappata, cercando di rifugiarsi tra la folla... ma poi l'assassino l'aveva ripresa e portata via.
Perchè non l'aveva eliminata dopo averla portata in un posto isolato?
Non aveva senso, ma la versione fornita da Sakura era precisa e dettagliata, e i segni di difesa che aveva riportato e per cui era ricoverata le davano ragione.
No, lei era sincera, ne era certo.
'' C'è una sola spiegazione possibile...''- fece Conan -'' l'assassino voleva che tua sorella morisse, ma senza essere costretto ad ucciderla... per qualche strano motivo, non poteva riservarle un trattamento come quello riservato alla vittima.''
Uccidere senza commettere un omicidio... sembrava una specie di rompicapo.
In quel momento, la ragazza iniziò a mugulare e i due che le stavano tenendo compagnia capirono che stava per svegliarsi.
'' Ehy...''- la prese in giro il fratello -'' Lo sai che ore sono?''- le domandò come quando era ancora bambina ed usava questa frase per svegliarla quando doveva andare a scuola.
'' Sei rimasto...''- fece la ragazza sorridendo nel vedere che il fratello maggiore non si era mosso dal suo capezzale.
'' Come stai, Sakura?''- fece Conan con un'espressione dolce in viso.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa, non sapendo chi fosse quel bambino e cosa ci faceva nella sua stanza d'ospedale... poi però si ricordò di una gita che aveva fatto con il fratello, quando cinque mesi prima, mentre si trovava in licenza era tornato a casa da lei e dalla loro madre...
''... e così, quando Conan ha notato quel particolare, la soluzione del caso è venuta praticamente da sola.''- concluse Takagi prendendo un altro cucchiaio dalla sua porzione di riso al curry.
'' Roba da non credere... quanti anni hai detto che ha questo ragazzino?''- commentò Sakura, incredula che un bambino avesse notato un particolare così importante.
'' Sette... ti dirò, anch'io ero sorpreso la prima volta... è sveglio, acuto, intelligente, un ottimo osservatore... certe volte penso che potremmo affidargli tutta la baracca ed andarcene tranquillamente in pensione.''- rise il poliziotto.
'' Che simpatico frugoletto...''- fece Sakura con un sorriso tenero sulla faccia, immaginandosi quel piccolo Sherlock Holmes in miniatura -'' Mi piacerebbe conoscerlo.'' ( Questo si chiama chiamare la sfortuna a gran voce, sai? -nd me)
'' Tu devi essere Conan...''- fece la ragazza sorridendo stancamente, carezzando la testa del piccolo detective -'' è un piacere conoscerti, piccolo...''
Takagi sorrise.
Erano già diventati amici.
Dal momento che c'era Conan con la sorella, lui decise di uscire per prendere qualcosa da mangiare sia per la sorella che per il bambino.
Aveva preso dei dolcetti al bar dell'ospedale e già che c'era ordinò anche un caffè nero per sè.
Stava per iniziare a berlo, quando gli si avvicinò l'agente Chiba.
'' Takagi...''- lo salutò il collega ed amico -'' Come sta Sakura?''
'' Il medico dice che sta rispondendo bene alle cure, e che la spalla non ha riportato gravi lesioni... quel che mi preoccupa è la tempesta che ha qui.''- fece il poliziotto indicandosi la testa.
'' Che intendi dire?''- fece il collega.
'' Dopo che ha finito di raccontarmi tutto quel che è successo quella notte, ha iniziato a piangere disperata, imputandosi la colpa di aver permesso all'assassino di fare del male a Yuky... si è svegliata in preda agli incubi, urlando, almeno quattro volte. L'infermiera ha dovuto sedarla, per permetterle di dormire tranquilla per qualche ora.
Si è appena svegliata, adesso c'è Conan con lei... ero venuto qui per prendere qualcosa da mangiare per tutti e due.''
'' Meno male sono contento... che stia bene, non che sia stata vittima degli incubi.''
'' Tu invece? Qualche novità?''- domandò Takagi avviandosi con l'amico verso la stanza di Sakura.
'' Abbiamo trovato la borsa di Sakura. Quando l'abbiamo incontrata mentre vagava in direzione della questura non l'aveva... era stata buttata in un cestino dell'immondizia poco lontano dall'hotel e l'aveva presa un barbone che l'ha usata come cuscino.
Dentro c'era un set per il trucco, il portafoglio con i soldi ed i documenti, la tessera d'imbarco, ed anche l'arma del delitto.''
'' Avete trovato delle impronte?''
'' Solo quelle di Sakura. Probabilmente l'assassino portava i guanti o si era ricoperto le mani di smalto e tua sorella le ha lasciate quando lo ha tolto dal suo braccio. Inoltre ha lasciato le impronte sulla lama, non sull'impugnatura.''
Il volto di Takagi s'illuminò -'' Quindi adesso è scagionata da ogni accusa!!!''
'' Certo, ma prima dobbiamo trovare il posto in cui era tenuta prigioniera ed il suo aguzzino.''
'' Non è emerso nulla, per ora?''
Chiba dissentì -'' Per ora c'è solo la testimonianza di una coppia che sostiene di aver visto un uomo che aiutava una ragazza che non aveva l'aria di sentirsi troppo bene.''
'' E che hanno detto?!?''- fece Takagi talmente concitato tanto da far quasi cadere le cose che aveva comprato -'' Che faccia aveva? Come si è giustificato, come ha...''
'' Calmati...''- fece Chiba. Quando l'amico si agitava così era come aver davanti un'altra persona -'' Hanno chiesto se per caso ci fossero problemi, ma lui ha detto che era andato a riprendere la figlia ad una festa, che era ubriaca e non voleva che tornasse a casa in quelle condizioni e da sola.''
'' Ho capito, ma come l'ha riportata a casa quel tipo?''- chiese Takagi-'' C'era la fermata dei taxi, non hanno visto se l'ha caricata su un taxi o portata via con un'auto normale?''
Chiba dissentì.
'' C'è anche la possibilità che non fosse tenuta prigioniera in un posto troppo lontano dalla scena del crimine. L'ispettore Megure sta facendo controllare tutto il circondario da agenti in borghese.''
'' E non hanno fornito almeno un identikit?''- chiese ancora il poliziotto.
Chiba fece cenno di no con la testa.
'' No. Aveva gli occhiali con le lenti scure e un berretto calato sul viso... per questo sono venuto qui, per chiedere a Sakura se per caso ricorda qualche altro dettaglio.''
'' Capisco...''
'' Mi dispiace non poterla aiutare agente Chiba...''- fece Sakura rigirandosi tra le mani un bicchiere di plastica -'' ma era molto buio, quando ho provato a graffiargli la faccia ho notato che indossava un passamontagna o qualcosa del genere e non l'ho visto in faccia.''
'' E quando ti ha rapita?''- chiese Conan.
'' Ricordo di essere arrivata dall'altra parte della strada per prendere un taxi, ma prima che potessi raggiungere la fermata... ho sentito un pizzicotto alla base della nuca... e da lì devo aver perso i sensi perchè ricordo di essermi ritrovata in una stanza con le pareti in cemento e la porta di ferro.''- rispose la ragazza.
'' Questo posto... ''- chiese il fratello -'' sei in grado di descrivere la strada che hai fatto?''
Sakura scosse la testa in un cenno di dissenso.
Per un attimo stette in silenzio, quasi come se volesse cercare di trovare il coraggio per dire -'' Spiegarlo a parole è difficile, ma vi ci posso portare.''
'' No, non è necessario...''- fece Takagi immaginando quanto le fosse costato avanzare quella proposta -'' Troveremo quel posto da soli, non preoccuparti...''
'' Non riesco a descrivere la strada perchè non conosco bene la città...''- fece Sakura senza aver ascoltato le rassicurazioni del fratello -'' ma ricordo bene la strada che ho fatto e posso mostrarvela.''
Chiba, Takagi e Conan non erano affatto certi che Sakura volesse davvero tornare in quel posto.
Le si leggeva in faccia che la sola idea di ripercorrere la strada per tornare alla prigione da cui era scappata, le riempiva il cuore di paura, soprattutto per la possibilità di incontrare quell'uomo.
Eppure sembrava comunque così determinata...
Takagi intuì il motivo del perchè la sorella insisteva per accompagnarli in quel posto, malgrado fosse spaventata.
'' Sakura, ascolta.... non è colpa tua, va bene?''- cercò di consolarla il fratello -'' Non sei stata tu a pugnalare Yuky e non potevi prevedere la disgrazia...''
'' Allora diciamo che cerco di aiutarvi a riportare l'universo in equilibrio, va bene?''- fece la ragazza con un tono più deciso -'' Quell'uomo ha ammazzato una mia amica, mi ha tenuta prigioniera e ha cercato di uccidere anche me e come se non bastasse mi ha fatto passare per un'assassina che si è nascosta come un topo nel formaggio, il minimo che posso fare è darvi indizi e prove per trovarlo.''
Takagi un po' si meravigliò, ma alla fine decise che era meglio non contrariarla.
Sua sorella, come lui, era di indole mite e tranquilla e che quando assisteva ad una lite cercava di spendere delle parole per calmare le acque, ma quando si metteva in testa una cosa era impossibile farla ragionare.
Decisamente, la vittima non aveva capito nulla.
Aveva conosciuto sua sorella, lei la considerava tutt'ora una sua amica malgrado le bassezze che le aveva rifilato, voleva tornare nel posto che sarebbe potuto diventare la sua tomba malgrado fosse palese che era spaventata solo per aiutare la polizia a catturare il suo omicida...
E la vittima l'aveva definita una noiosa ammazzaserate e l'aveva scelta per andare a Tokyo perchè la considerava una ''ruota di scorta''.
Proprio vero.
La gente era stupida a volte.
Due ore dopo, il tempo per Takagi di parlare con i medici e di firmare dei documenti di assunzione di responsabilità, e Sakura era pronta per uscire.
Ad aspettare il poliziotto fuori dall' ospedale c'erano gli ispettori Megure e Shiratori. Era venuta anche Sato poco prima, ma si era diretta a passo svelto verso la stanza di Sakura.
Megure lo salutò con aria affabile.
'' Ragazzo mio, lasciatelo dire... hai un aspetto orribile.''- fece il poliziotto.
Takagi per tutta risposta sorrise.
'' Lo so... Sakura ha avuto gli incubi per tutta la notte... prima prendiamo quell'uomo e meglio sarà per tutti. Un assassino in meno per strada, una vittima a cui è stata resa giustizia e soprattutto mia sorella potrà iniziare a pensare di ricominciare una vita tranquilla.''
Megure annuì.
'' Comunque dopo la fine di questo caso, c'è una cosa importante che devi fare.''- lo informò il suo superiore.
'' E quale sarebbe?''- domandò Takagi incuriosito.
'' Prenderti qualche giorno di ferie. Vere però.''
'' Grazie, magari la prendo in parola.''- fece Takagi.
In quel momento vennero raggiunti dalle due donne.
Una era l'agente Sato, l'altra era Sakura.
La sorella si era cambiata ed indossava un maglia a righe orizzontali bianche e rosse, un paio di jeans chiari e delle scarpe da ginnastica bianche.
Takagi le guardò con aria interrogativa.
Non ricordava che la sorella avesse dei vestiti del genere.
Poi capì che doveva esserci lo zampino di Sato.
'' Ho pensato che, dato che la sua roba è ancora sotto sequestro, avrebbe avuto bisogno di qualche vestito. Spero di aver azzeccato la taglia.''
Sakura le rivolse un sorriso pieno di gratitudine.
Così era lei la donna di cui suo fratello si dichiarava da sempre innamorato...Miwako Sato, l'integerrima ed abilissima vice ispettrice di polizia.
Corrispondeva in pieno alle descrizioni che il fratello le aveva fatto.
D'altronde era un esperto quando si trattava di identikit.
'' Sono perfetti, la ringrazio signorina Sato.''- fece Sakura ringraziandola.
'' Già..''- fece Takagi guardando con occhi riconoscenti la sua donna -'' sei stata davvero molto gentile.''
'' Ma figuratevi...''- fece la donna -'' Ho approfittato del fatto che una mia amica che gestisce un negozio di abbigliamento mi doveva un piccolo favore.''
Detto ciò i poliziotti si misero in viaggio.
Shiratori si mise alla guida di un auto che parti prima dell'altra, sopra la quale vi erano Sakura seduta sul sedile accanto a quello del guidatore, e gli agenti Sato e Takagi seduti nei sedili posteriori, seguiti a ruota dall'auto con Megure e Chiba.
Per potersi recare nel luogo in cui Sakura era stata imprigionata, era prima obbligatorio tornare al punto esatto in cui Shiratori e Chiba avevano preso in consegna Sakura la mattina del giorno prima.
Da lì in avanti seguirono le indicazioni che la ragazza dava loro, fino ad arrivare ad una villetta abbandonata, lontana dal centro abitato.
Appena la vide, Sakura si strinse nel sedile ed abbassò gli occhi.
Megure se ne accorse quando sceso dall'auto si era avvicinato alla ragazza per chiederle se fosse sicura al cento per cento che fosse quello il posto.
Non formulò la domanda.
Lo sguardo che aveva valeva più di mille parole.
'' Sato, Chiba e Takagi con me. Shiratori, tu resta in auto con lei.''- ordinò l'ispettore.
Shiratori annuì.
'' Mi raccomando...''- fece Takagi con un'aria falsamente minacciosa all'indirizzo del collega -'' trattala bene.''
Shiratori rivolse un sorriso rassicurante al collega.
'' Vai tranquillo collega... la tratterò come una principessa.''
'' Beh, pare che staremo un po' di tempo assieme...''- fece Shiratori mettendo una mano nella tasca interna della giacca.
Ne tirò fuori una scatolina argentata -'' Vuoi delle caramelle?''
Sakura fece cenno di no con il capo -'' No, la ringrazio signor ispettore.''- e detto questo tornò a fissare fuori dal finestrino, stringendosi nel sedile.
'' Non devi preoccuparti. Lo prenderemo.''- le assicurò Shiratori. Poi aggiunse -'' Mi spiace per ieri mattina... mi rendo conto di essere stato un po' villano...''
'' Non si preoccupi...''- lo rassicurò la ragazza -'' Aveva dei validi indizi e soprattutto delle valide ragioni per mettermi sotto torchio.... in genere è questo che fanno i poliziotti seri.''
Quella che sembrava una rassicurazione accompagnata da un complimento somigliava più vagamente ad una freccia avvelenata.
Provò altri tentativi per entrare nelle sue grazie, ma Sakura rispondeva sempre in modo secco cosicchè ogni tentativo di espandere la conversazione finiva alle ortiche.
Non sapeva perchè ma aveva l'impressione di non starle troppo simpatico...
Ma forse si stava dimenticando di considerare l'inferno che aveva passato nelle ultime quarantotto ore.
Nemmeno lui avrebbe avuto voglia di fare amicizia in quel momento.
'' Accidenti...''- fece Takagi scendendo nel seminterrato che era stato la prigione di sua sorella per quasi due giorni.
Un normale seminterrato a prima vista... se non fosse stato per una stanzetta con le mura in cemento ed una porticina di ferro.
Tutto corrispondeva alla storia raccontata da Sakura.
Quando Sato entrò nella stanza seguita da Takagi e Megure, notarono che la stanza era completamente vuota. Nemmeno un materasso, un avanzo di cibo, un bicchiere, o qualcosa che indicasse che li c'era stato qualcuno...
Solo una colonna ai piedi della quale c'era una corda ruvida.
Sato s'inginocchiò per esaminarla.
'' E' sciolta, non rotta... come se qualcuno ci avesse lavorato pazientemente per sciogliere il nodo... e questo...''- Sato prese le sue pinzette ed una busta per le prove.
Con le pinzette afferrò qualcosa che assomigliava ad un filo, ma era di gran lunga più sottile.
Lungo e scuro.
'' E' un capello.''- fece Megure -'' Deve essere caduto a Sakura mentre lottava per sciogliere i nodi.''- se c'erano ancora delle riserve su chi dicesse il vero in quella storia, ora non c'erano più dubbi.
Sakura era decisamente innocente.
Takagi bussò sulle pareti in cemento -'' Non sono sicuro, ma ad occhio e croce direi che il muro è spesso quasi mezzo metro.''
Se sua sorella non fosse riuscita a scappare, quasi certamente sarebbe morta lì sotto. Anche se si fosse messa ad urlare e sbraitare nessuno l'avrebbe sentita.
Però ancora non capiva il perchè l'assassino non avesse fatto nulla per trattenerla... da quando era entrato in polizia non aveva mai visto nessun assassino comportartsi in quel modo assurdo.
Eppure l'aveva controllata... in un angolo in alto della stanza c'era una telecamera, quindi l'aveva marcata stretta durante la prigionia... sapeva che progettava di scappare e non aveva impedito che ciò accadesse?
Ma che razza di...
'' ISPETTORE!!!''- urlò Chiba entrando nella stanza dov'erano radunati i suoi colleghi con un quaderno in mano.
Dava l'impressione di essere bello pieno.
'' Cosa c'è da urlare?''- chiese l'ispettore Megure.
Chiba era pallido come un cadavere.
'' Stavo cercando degli indizi che potessero aiutarci a risalire al proprietario della casa...e nel sottofondo di un cassetto ho trovato questo quaderno. E' pieno di foto, descrizioni ed insulti...''
Megure prese in mano il quaderno ed una volta aperto anche lui e gli agenti Sato e Takagi sbiancarono.
Conoscevano bene le foto delle persone ritratte in quella specie di dossier fai-da-te.
Avevano preso le loro testimonianze, rassicurate che avrebbero punito il responsabile... e poi avevano passato tutto alla terza squadra investigativa, quella che si occupava di furti.
Adesso però era di loro competenza.
Yuky era stata ammazzata dall' Aggressore della Buonanotte. E Sakura per poco non aveva fatto la stessa fine.
Se prima era un affare della terza squadra, adesso trovare l'aggressore misterioso e metterlo dietro le sbarre era compito loro.
Edited by l'allieva di Sherlock Holmes - 21/5/2016, 19:57