Detective Conan Forum

Nessuno è perfetto, anche io ho un difetto!, I difetti del nostro Detective Conan^^

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Holmes™
view post Posted on 14/7/2014, 15:57 by: Holmes™     +17   +1   -1
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"Homo sum, humani nihil a me alienum puto"

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Intervengo anch'io, più per il gusto di farlo che per altro, visto che avete già evidenziato l'evidenziabile.

Lunghezza dell'opera. Estenuante. Ok, DC è un'opera commerciale, soggetta alle logiche editoriali. Ok, Gosho ha sempre avuto l'abitudine (deprecabile) di procedere a passo di bradipo con la trama, quindi potrebbe anche non stupire che con un ritmo simile si sia arrivati senza neanche accorgersi (ahah, come no) al volume 84. Gosho anche per raccontare la storia di Cappuccetto Rosso sarebbe in grado di riempire volumi interi (magari infilandoci qualche love story improbabile, del tipo nonnaxcacciatore, rigorosamente amici d'infanzia, ca va sans dire). Dicevo, conosciamo bene la ragione economica che sta dietro a numero 84 volumi, ma il problema della lunghezza non è tanto la lunghezza in sé, quanto i problemucci che si porta dietro (cfr. paragrafo "Da qualche parte qui sotto" del papiro commento).

Calo qualitativo generale. Che è un modo gentile e discreto per dire: i casi sono passati dall'essere gialli di buona (quando non ottima, in alcuni celebri occasioni) fattura a gialli degni dell'ispettore Vattelapesca sulla Settimana Enigmistica, o quasi. Semplicemente, non sono curati come una volta. Quando va bene sono solo forzati, quando va male sono irrealistici. Che per un giallo è la peggior critica che si possa fare. Sì, i casi forzati c'erano anche in passato, Gosho non è mai stato Agatha Christie, e non ho mai preteso che lo fosse. Ma le forzature di allora si facevano sempre perdonare in qualche modo: vuoi che il caso fosse straordinariamente coinvolgente da far passare in secondo piano le forzature (vedi HP, per citarne uno), vuoi che le forzature fossero dettagli di poco conto che, per quanto artificiose, non andavano a compromettere la qualità del caso nel suo complesso.
Come se non bastasse, Gosho non ha contenuto il calo qualitativo all'interno della componente più squisitamente poliziesca del manga, l'ha esteso anche ai casi mibbici, diventati non solo meno appassionanti di un tempo (e non c'è bisogno di scomodare HP o il Clash come termine di paragone, è sufficiente citare Incontro indesiderato o Il diario per capirci), ma compromessi da soluzioni narrative discutibili (e nessuno si sta riferendo all'intrusione di un certo gelataio in un certo Mystery Train). Finora, l'unico caso mibbico che mi è piaciuto dall'inizio della saga di Bourbon è il notturno dei detective. Gosho è riuscito persino a rovinare il ritorno di Shiho adulta (cosa che mi ha spinto ad assoldare tutte le vecchiette inquietanti che ha disegnato finora per scagliargli contro quante più maledizioni possibili)! Per non parlare dei molteplici (evitabili) ritorni di quell'altro, dove con "quell'altro" intendo proprio il megalomane che si crede Holmes solo perchè fa bella figura in confronto a Megure e a Goro.
Ad ogni modo, tutto ciò è colpa essenzialmente della lunghezza (nemmeno una Christie sarebbe riuscita a sfornare così tanti gialli in vent'anni mantenendo alta e costante la qualità), che dunque miete la sua prima vittima: la qualità dei contenuti.

Pessima gestione dei personaggi. Non so dire se Gosho lo faccia apposta, o non sia proprio capace. Non lo so, perchè guardo Ai e penso "Che grand'uomo questo Aoyama", poi guardo Kazuha e penso "ma che ca...". Non lo so, e siccome odio non sapere, preferisco risolvere la cosa dicendomi che Gosho non è che non sia capace, è solo che non ha voglia. Non ha voglia di caratterizzare i personaggi. Perchè diciamocelo, è più facile mantenere statico e immutabile un personaggio che compare due volte in dieci volumi, piuttosto che svilupparlo come si deve. Tutte le volte che appare, si hanno già le battute pronte, basta riciclare quelle della comparsata precedente.
Ma allora forse il problema è che in DC ci sono troppi personaggi, talmente tanti da far passare la voglia a chiunque di svilupparli. E perchè ce ne sono così tanti? In parte, sempre per la nostra amica lunghezza (l'allungamento del brodo è più agevole con new entries che provino a distrarre i lettori dai veri problemi dell'umanità, quali "boss dei mibbi" e "antidoto per l'aptx") che miete così la seconda vittima; ma in parte, è anche perchè è più facile inventarsi ex novo un personaggio per coprire un ruolo per il periodo di tempo necessario, per poi sbarazzarsene (vedi Eisuke) o renderlo anonimo e insignificante (vedi Camel, ma anche Tuttiglialtri), piuttosto che ingegnarsi a immaginare sviluppi narrativi che permettano una qualche evoluzione di personaggi già presenti (operazione applicata con successo solo ad Ai).
A proposito di Ai, veniamo alla vera nota dolente: Gosho non si limita a non saper/voler gestire bene personaggi tutto sommato secondari (sto bene anche senza una Kazuha caratterizzata, starei meglio senza Kazuha tout court, ma questo è un altro discorso), ma è riuscito anche a rovinare quelli che aveva costruito bene:
- Ai è probabilmente uno dei migliori personaggi di Gosho, quello a cui ha dedicato lo sviluppo più approfondito e riuscito, l'unico ad aver ricevuto una concreta maturazione in divenire. Una volta completata la sua evoluzione, Gosho ha preso e l'ha liquidata. Ai è diventata una DB, squisitamente cinica e dissacrante, ma è una DB. Compare quando compaiono i DB. E' praticamente estromessa dai casi importanti, nei quali si limita a fare da radar scova-mibbi, dispensatrice di antidoti per innamorati o poco più. Nell'unico caso in cui sembrava avere di nuovo un qualche ruolo di rilievo, è stata estromessa dal gelataio del chiaro di luna. Perchè? Perchè a Gosho non serve più.
- Jodie è passata dall'essere una gnocca affascinante e acuta, ad essere solo gnocca. E' ormai un agente del Bureau qualunque, piatta, dipendente da qualcuno più acuto di lei (nano malefico, Akai, Peppa Pig). Passa le giornate a cercare Su. Insomma, come rendere stupido e insipido un personaggio intelligente e ben fatto.
- Camel ha fatto la stessa fine di Jodie. Figheggia a fare il guidatore spericolato nel Clash, poi diventa il Vodka di Black, e tanti saluti.
- Ran. Persino Ran all'inizio non era così stupida, aveva un carattere più complesso, per quanto possa essere complesso il carattere di un personaggio nato per fare la Michelle Obama del protagonista, la first lady della situazione. Reagiva in maniera diversa ai vari casi, non si limitava a fare presenza e a fare l'urlatrice scopri-cadavere della situazione. Ed era anche un pochettino più acuta nel porsi dei dubbi sulla reale identità del nano malefico.
- Gin, l'unico mibbo chiaramente e inequivocabilmente cattivo e sveglio (Vermouth fa il doppio gioco, Bourbon non l'ho ancora inquadrato, Vodka, Chianti e Korn non li prendo nemmeno in considerazione), non è rovinato, ma ha perso spessore rispetto agli esordi, e ultimamente fa presenza, figheggia nella Porsche prosciugando le finanze del boss (che pure, lavorando nel mondo dello spettacolo, prende bene...), recita qualche poesia macabra a Shiho, sospetta di Vermouth, e ghigna. Essendo il rappresentante per eccellenza dell'organizzazione, vorrei che Gosho lo rendesse più attivo.

Il tempo non lo considero un difetto. Cioè, preferirei che Gosho avesse impostato il manga con una gestione dello scorrere del tempo più realistica e precisa, ma d'altra parte ciò avrebbe creato delle incongruenze e dei problemi nella storia dei personaggi difficilmente gestibili. Insomma, prendo il fatto che dopo vent'anni siano passati solo pochi mesi come uno dei diversi pretesti narrativi da accettare quando si segue DC, alla stregua del fantascientifico farmaco rimpicciolente, del detective dormiente e ventriloquo che lo mette in quel posto a tutti senza che nessuno faccia domande, degli aggeggi/armi di distruzioni di massa del dottor Agasa. Come il fatto che ovunque vada il nano si imbatta in un omicidio, anche nel paese Quinonciabitanessuno. Sono fattori irrealistici, è chiaro, ma senza i quali Conan non sarebbe Conan, e non sarebbe nemmeno un giallo. Semplicemente, il tempo è irrilevante ai fini della storia. Quando Gosho dice che sono passati pochi mesi, è come se dicesse "è passato x tempo, un po', scegliete voi, non mi interessa, l'importante è che non sia morto nessuno".

Le storie d'amore. Piaga del manga (uno shonen giallo, che col romantico non dovrebbe azzeccarci proprio niente). Anche qui, non è tanto la love story in sé a costituire un difetto, ma sono due problemi che affliggono le love story di DC a farle rientrare nella categoria dei difetti:
- La quantità spropositata di accoppiamenti in un'unica storia. Ma neanche in uno shojo di quelli più smielati si accoppiano così tante persone, tutte legate in qualche modo allo stesso protagonista. Di questo passo alla fine del manga la popolazione di Tokyo sarà quadruplicata con tutta la prole generata dai soli personaggi della storia. Ma davvero i giapponesi non vivono bene senza vedere Chiba che arrossisce davanti a Naeko? Un bel "chissenefregavoglioGin" non lo dice nessuno in Nippolandia?
- La reiterazione compulsiva dello stesso, identico schema, l'amore d'infanzia. Finchè si limita ai protagonisti, mi sta bene, anche perchè far risalire il legame affettivo all'infanzia rende la relazione ancora più solida e profonda (almeno teoricamente). Ma nella Tokyo di DC nessuno si interessa alla ricerca di un partner se non è un amico d'infanzia! Poi non è un caso che l'unica storia d'amore ben sviluppata del manga sia quella tra Takagi e Sato: è l'unica a non essere fatta con lo stampino!
Insomma, se la componente rosa di DC si fosse limita a Shinichi e Ran, Sato e Takagi, Goro ed Eri (e se la storia della prima coppia di queste non avesse dato adito a casi inutili come lo Shiragami) non sarebbe finita nei difetti dell'opera. Ma Gosho riesce sempre a rovinare tutto.

Altro. I difetti principali sono quelli sopra, quindi gli altri li raggruppo in un unico elenco: gli inutili ritorni di Shinichi (salvo solo il cavaliere nero), l'esistenza di Kazuha (davvero Heiji non poteva esistere senza la sua Ran?), la reiterazione ossessiva del 3 come numero sacro (sempre 3 sospettati, che sembra di giocare a Cluedo sempre con lo stesso schema, sempre 3 file per i casi standard, anche quando ne basterebbero due per liquidare la faccenda), i momenti "Voyager ragazzi" del tipo "Oggi impariamo com'è fatta una lenza da pesca" (odio le lezioncine inserite in una storia come momento didattico per i bambini, se voglio sapere com'è fatta una lenza da pesca me lo cerco su Wikipedia), l'eccessiva presenza della marmocchiaglia (rende il manga più infantile), Kazuha, la povertà d'inventiva sui moventi, la perdita dell'atmosfera dark dei primi casi.

E per fortuna ci limitiamo al manga.
 
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99 replies since 9/7/2014, 18:07   5768 views
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