S.H.

S.H.

Capitolo I

Mi fermo davanti alla lapide, la neve caduta la sera prima comincia a ricoprire tutto, con quel manto bianco che lo ricopre anche il cimitero sembra avere una parvenza di vita.
Osservo la piccola foto nella cornice.
Quando l'ho scelta credevo che fosse quella che dava più giustizia al suo sorriso.
Ma nulla può anche solo essere considerato la lontana e sfocata ombra di quel sorriso.
Mi ha salvata, mi ha dato una nuova vita, ma ha perso la sua nel tentativo.
Il giorno del funerale nessuno era riuscito a trattenere le lacrime, anche Goro era stato costretto ad andarsene.
Oggi è... anzi era il suo compleanno, dovrei abituarmi al fatto che se ne sia andato.
Amor ch'a nulla amato amar perdona
I versi di Dante mi risuonano nella mente li sussurro fra me e me, in quel momento, poco prima che la stanza esplodesse, poco prima che la trasmittente smettesse di emettere alcun tipo di segnale lui aveva detto: "Mi spiace Shiho... Ti Amo"
Nessun'altro stava ascoltando e nessun'altro l'ha mai saputo, neanche io sono sicura di quelle parole, forse era solo l'ennesimo gesto di pietà, l'unico ed ultimo modo che aveva per rendermi felice anche nel momento più triste della mia vita.
Voglio crederci, avrei voluto che tutti lo sapessero, ma poi ho incontrato gli occhi di Ran e non ho pronunciato parola.
Sento dei passi sulla neve, non mi volto, so già chi è.
"Shiho... Anche tu qui?"
"Sei sorpresa?"
"No"
Sento il braccio di Ran passarmi sulle spalle, fa la sorella maggiore, ma so fin troppo bene che lei è l'unica ad aver sofferto quanto me, so fin troppo bene che nessuna di noi due ha superato la sua morte.
Quando hanno recuperato il cadavere da quel posto infernale non abbiamo neanche voluto vederlo, era rimasta solo cenere comunque.
"Oggi avrebbe compiuto 23 anni"
Sento le lacrime ma le trattengo, sento la mano di Ran stringermi la spalla, sento la neve che ricomincia a cadere, sento il dolore della tua perdita, sento un nodo allo stomaco, penso che ho fame e mi sorprendo che mi venga in mente questo, sento il rumore del traffico in lontananza, sento l'abbraccio di Ran, sento le sue lacrime sulla mia spalla, sento anche il suo di dolore.
E' passato un anno, ma è come se fosse passato un solo giorno.
Faccio segno a Ran e andiamo verso l'uscita, ci salutiamo e quando mi volto vedo qualcun'altro sulla tua tomba, forse un vecchio amico, non mi interessa.
Entro in macchina e me ne vado.


Guardi la tua stessa tomba, sorridi e piangi.
Sei lo Sherlock Holmes del terzo millennio dopotutto


No comment questa volta, le long sono tornate, mi mancava mettere mano ad una storia

Grazie Ele, mi mancavano i tuoi commenti **, detto questo aspetto con ansia il prossimo capitolo della tua fic, e ti dedico pure il secondo della mia, che tanto sei l'unica che mi legge u.u


Capitolo II

L'aria fredda della mattina pungeva la pelle dell'ispettore Megure, impegnato nella suo solito esercizio fisico.
Shinichi Kudo era morto da un anno e la giustizia giapponese aveva subito un duro colpo, il numero di arresti era diminuito, ma non il numero di crimini, i casi irrisolti si accumulavano sulla scrivania del suo ufficio.
Quando si trovava di passaggio Hattori lo aiutava come poteva, ma non poteva, ovviamente, farlo a tempo pieno.
Spesso l'ispettore finiva inevitabilmente col pensare che se avesse fatto qualcosa, se avesse capito prima che il piccolo Conan era in realtà Shinichi, forse sarebbe finita diversamente.
Fu bloccato nel mezzo dei suoi pensieri da una voce che conosceva fin troppo bene
"Ispettore..." si volto e l'uomo che lo aveva salutato si tolse il cappello.
L'ispettore credeva di avere le allucinazioni e dovette sedersi su una panchina per evitare di cadere a terra svenuto.
Shinichi Kudo era lì in piedi davanti ai suoi occhi, vivo e vegeto, non c'erano dubbi a riguardo quegli occhi non potevano appartenere a nessun'altro.
"S-Shinichi..."
"Ok, lo ammetto, sono stato un po troppo teatrale, si sente meglio?" Un pugno lo colpì in piena faccia
"Sì, ora sì" sospirò l'ispettore mentre si massaggiava la mano
Shinichi sorrise passandosi la mano sulla guancia
"Che significa tutto questo Shinichi?!?"
"E' una lunga storia ispettore"
"Ho tempo"
Shinichi si prolungò in un dettagliato racconto della sua finta morte e del successivo anno.
"Capisco, ma perchè sei qui? cioè perchè sei venuto da me?"
"Beh in realtà è stato un caso, stavo solo passeggiando per il parco quando l'ho vista e non mi sono trattenuto, stavo andando dal professore"
"Dal professore?"
"sì perchè?"
"Pensavo saresti andato da Ran prima o da Shiho"
"Ma passiamo ad altro!" cambiò discorso Shinichi "Coma va al dipartimento?"
"Da quando ti sei finto morto" si schioccò le dita l'ispettore "I casi non diminuiscono, ma gli arresti sì, eri- anzi sei, una risorsa importante"
"Beh, ora sono tornato ispettore, e andranno tutti in galera, non si preoccupi"
"Ora devo andare Shinichi, ti aspetto in commissariato e farò finta che tu non abbia commesso un reato"
"Alla prossima ispettore"

grazie, sono sempre felice di leggere un tuo commento alle mie fic


Awww grazie mille per i complimenti ^^ sono felice di piacerti come scrittore, spero ti piacerò anche dopo il mutamento di stile, già in questa fic sto tentando qualche piccola modifica, man mano si evolverà, spero in meglio
Per quanto riguarda il resto questo capitolo ti piacerà vedrai :3


Capitolo 3

Il campanello di casa Agasa suonò un paio di volte
Se ci fosse Shinichi Pensò il professore riuscirebbe a capire lo stato d'animo della persona che ha bussato, due pressioni, corte e ravvicinate. Se non va di fretta è preso dall'ans... Il professore aprì la porta guardò chi aveva suonato e svenne venendo trattenuto da Shinichi

Quando riaprì gli occhi era steso sul divano col colletto della camicia sbottonato e un bicchiere di brandy vicino alle labbra
"Beva professore, la rimetterà in sesto, forse non sarei dovuto apparire così all'improvviso... AHI!" Agasa aveva tirato un ceffone a Shinichi prima di mettersi a sedere
"Sei un idiota!" Non era una frase detta con tono genitoriale, come quando un padre rimprovera il figlio, Agasa era davvero arrabbiato "Hai la più pallida idea di cosa abbiano passato quelle due ragazze? quello che tutti abbiamo passato?!?"
Shinichi abbracciò il professore che lo strinse di risposta e con voce rotta dal trattenere il pianto chiese: "Perchè?"
"Ricorda perchè Sherlock Holmes si dovette fingere morto per due anni?"
"L'organizzazione?"
"Avevo bisogno di distruggere ogni piccola parte rimasta, ora è finita, completamente distrutta, fino all'ultimo uomo che ne faceva parte o era pagato da loro, tutti finiti in carcere, questa storia è piuttosto lunga è sicuro di volerla sentire?"
"No, non ancora, quello che voglio sapere adesso è quando andrai da Ran, quando andrai da... Shiho"
"Ho paura"
Il professore si accigliò e si alzò in piedi "Lascia che ti dica una cosa Shinichi, non c'è niente, nessuna scusa, nè alcuna verità che possa anche solo eguagliare ciò che quelle due ragazze hanno passato in questi anni, credo che tu debba incontrarci tutti al più presto possibile, farò un paio di chiamate, ma prima..." il professore tirò uno scappellotto a Shinichi "Sei un idiota!"

Dopo qualche ora Agasa era riuscito a riunire tutti gli interessati.
"Professore perchè siamo qui?" chiese Ran preoccupata dall'ammontare di persone presenti nella stanza
"Professore..." bastò un'occhiata di Shiho per far capire ad Agasa che la ragazza aveva già intuito, più che un intenzione quella di shiho era una speranza, l'ultimo bagliore rimasto.
L'ultimo spiraglio a cui appendersi.
D'altronde l'aveva fatto Sherlock Holmes, l'aveva fatto Shuichi Akai, poteva averlo fatto anche lui.
"Sì, Shiho" Shinichi entrò nella stanza "Sono ancora vivo"
Un silenzio di ghiaccio calò sui presenti.
Lo Sherlock Holmes del 3° millennio era tornato.

Edited by detective vincenzo - 3/12/2014, 21:44

scusa, anche rileggendolo come al solito non me ne sono accorto D:
EH se nasci tonno non puoi morire mica salmone
E poi metti che Shiho abbia deciso di imparare a difendersi e Ran le stia insegnando il karate ._. shinichi sarebbe più che morto u.u
E ora goditi il prossimo capitolo u.u

Capitolo 4

Shuichi Akai si appoggiò alla portiera dell'auto, la penombra del parcheggio nascondeva il suo volto che venne illuminato dalla luce della fiamma dell'accendino.
Il fumo della sigaretta si sollevava e scompariva nell'aria fredda della notte.
Shinichi Kudo si avvicinò al lato opposto dell'automobile "Ne hai un'altra?" Il fiato condensato si alzò dalle labbra del ragazzo mentre si sfregava le mani.
"E' un brutto vizio" Shuichi si rimise il pacchetto appena aperto in tasca "No, mi spiace, era l'ultima"
"Ci sono quasi" Sorrideva mentre spiegava a Shuichi come fosse arrivato alla soluzione dell'enigma composto dai membri dell'organizzazione "Politici, poliziotti, agenti dell' F.B.I. e della C.I.A, Mafiosi, Camorristi. Erano dovunque"
"Tornerai quando tutto sarà finito?"
"Sì... Voglio rivederla"
"La piccola scienziata è cresciuta Shinichi"

Ed ora eccola lì, la "piccola scienziata" come l'aveva definita Akai, Con lo sguardo felice ed arrabbiato allo stesso tempo.
Shinichi spostò lo sguardo su Ran che invece aveva uno sguardo diverso, vuoto, triste, arrabbiato "Venendo qui di nuovo le ho impedito di andare avanti" si disse Shinichi
"N-Non è possibile" esclamò Shiho rompendo la cappa di asfissiante silenzio che si era venuta a creare "Ti ho..." prese un respiro e continuò "Ti ho visto esplod- Ti ho visto esplodere" Gli occhi le si erano riempiti di lacrime mentre il professore le accarezzava paternalmente la schiena.
"Beh, non era vero, io-" Goro lo interruppe
"Non mi importa"
"Cosa?" chiese Shinichi sorpreso
"Non mi importa di come sei sopravvissuto, racconta questa storia in privato a quelli a cui importa" Si avvicinò a Shinichi alzando la mano come a volerlo colpire al volto, poi di scatto lo abbracciò "Sono contento che tu sia vivo Bamboccio"
Shinichi sorrise e ricambiò l'abbraccio "Ma non è me che devi convincere ad accettare questa situazione" disse facendo un cenno con la testa verso Ran "non voglio sapere che intenzione hai nei suoi confronti, ma ti conviene non farla soffrire, altrimenti giuro che ti spezzo le ossa una ad una" sorrise freddamente e prese la mano di Eri che, dopo aver fatto l'occhiolino al giovane detective, lo seguì fuori dalla porta.
"Chi lo sapeva?" Ran parlò freddamente come una belva pronta a saltare sulla preda
"L'F.B.I e nessun'altro" risposta sbagliata.
La mascella le si irrigidì per un secondo poi tornò apparentemente calma "Io non ti ho aspettato Shinichi. Non ho intenzione di tornare ai tempi in cui eri Conan, voglio andare avanti con la mia vita, non posso rimanere ancorata a te come se fossi sempre stato qui al mio fianco"
"Capisco..." a Shinichi mancò la forza di rispondere, per un secondo smise di respirare.
Era contento, ma triste allo stesso momento: Ran l'aveva superato.
"Io... Mi spiace Ran, non ti chiedo di rimanere ancorata a me, non potrei sopportare di trasportarti a fondo. Quello che chiedo qui è il tuo perdono, il tuo e quello di... Shiho"
"Come dissi quando mi rivelasti che Conan e Shinichi erano la stessa persona non c'è niente di cui perdonarti Shinichi, ci hai protetti o per lo meno hai protetto le nostre vite"
"Shiho, io..." Guardò la donna di fronte a lui negli occhi e smise di parlare, non una lacrima era caduta, le aveva combattute e ricacciate indietro e ora gli restituiva uno sguardo fiero e forte.
Era bellissima.
"Voglio sapere come hai fatto Kudo"
Shinichi sospirò
"Non sono mai stato in quella casa, i miei occhiali, il mio skate e la mia spilla erano lì, io no. Ti parlavo da qualche kilometro di distanza, quando la bomba è esplosa ho distrutto il telefono e l'ho getta-"
"Era vero? Quello che mi hai detto era vero?"
"ogni singola parola"
Shiho si alzò e usci dalla stanza, Shinichi la sentì singhiozzare nell'altra stanza
"Ma non capisco" disse Ran "Noi ti abbiamo visto entrare, come sei uscito senza che ce ne accorgessimo?"
"Nessuno doveva accorgersene, Shuichi mi ha aiutato ad uscire dal lato opposto della casa senza che voi poteste notarmi, la bomba c'era davvero, ma io e l'F.B.I. l'avevamo previsto, anche quando ho detto che Gin era riuscito a colpirmi alla gamba e che non riuscivo a camminare, non era la verità, quando sono arrivato lì Gin era già morto, così ho sparato un colpo con la sua pistola e poi ho finto di sparare a Gin. Il resto era stato calcolato, abbiamo disarmato una parte della bomba, così saremmo stati liberi di uscire dalla porta sul retro poi sono fuggito con lui e abbiamo aspettato che la bomba esplodesse."

Ogni singola parola Shiho alzò la testa guardandosi allo specchio, si asciugò le lacrime ed eliminò il trucco che le era colato sul viso "Ogni Singola Parola" si ridisse, marcando ogni lettera.

"Shiho, posso entrare?" la voce di Shinichi la risvegliò da quella sorta di trance.

E dopo le feste e l'influenza e gli impegni post riabilitazione dai pranzi di 86 portate con panettoni da 42 chili si torna col capitolo 5

Capitolo 5
"Entra pure" Shiho si guardò allo specchio un'ultima volta e poi si voltò verso Shinichi che chiuse la porta alle sue spalle
"Hai qualcosa da dirmi?" Shiho ruppe il silenzio che si era venuto a creare nella stanza con una voce che doveva essere fredda e controllata ma che comunque tremò impercettibilmente
"Mi..."
"No! non dire che ti dispiace, non hai fatto qualcosa di male, hai fatto quello che dovevi per proteggerci tutti, ma io non lo sapevo, perchè non me ne hai parlato Shinichi? Perchè non l'hai detto a me? Perchè non l'hai detto a Ran?"
"Non sapevo se vi stessero tenendo sotto controllo oppure no, se vi avessero trovato? se avessero scoperto che ero ancora vivo? vi avrebbero uccisi tutti per farmi venire allo scoperto!"
"Non mi importa! Eravamo partner! Me lo avevi promesso Shinichi, mi avevi promesso che non ci sarebbero stati più segreti fra di noi! Io mi ero fidata di te!"
Shinichi fu colpito da quello parole come se fossero state coltelli incandescenti "Mi spiace Shiho, ma non potevo dirtelo, non volevo metterti in pericolo più di quanto non eri già stata per anni, non volevo lasciarti qui, sapendo che ero ancora vivo a guardare le persone che più ami soffrire per la mia morte senza poter dire che in realtà ero vivo, saresti davvero riuscita a non dirlo a Ran?"
Shiho abbassò lo sguardo cercando di ricacciare le lacrime che si presentavano prepotentemente nei suoi occhi.
Shinichi la strinse a se facendole appoggiare la testa sulla sua spalla "Mi spiace Shiho, mi sei mancata"
Shiho si strinse al detective lasciando scorrere le lacrime che si portava dentro da troppo "Mi sei mancato anche tu Shinichi, ogni parola?"
"Ogni parola" sussurò Shinichi sorridendo
"Non sono mai riuscita a risponderti" Shiho si strinse ancora di più a Shinichi
"Non devi farlo ora se non ci riesci"
"Ti amo anche io Shinichi, ti ho sempre amato"
Il dolce sapore delle labbra di Shiho si mescolò con quello salato delle sue lacrime quando i due chiusero ogni spiraglio di distanza che c'era fra di loro
"Sono ancora arrabbiata comunque" Affermò Shiho separandosi dal detective


Questo capitolo è un pò corto rispetto al solito, ma è perchè volevo che fosse solo incentrato su shiho e shinichi e sul momento in cui effettivamente si parlano per la prima volta dopo il ritorno di shinichi, dal prossimo ci sarà un po più d'azione prometto, il nostro caro detective tornerà al lavoro molto presto :3

AGGIORNAAAAA
Ho adorato la tua storia, spero che tu la continui