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Contest Gennaio 2015, Scriveteeeeeeeeeee

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KiarettaScrittrice92
view post Posted on 5/1/2015, 18:55 by: KiarettaScrittrice92     +3   +1   -1
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Ok eccomi...
La mia traccia sarà scontata, ma cercherò comunque di renderla interessante ;)
Sono 57 righe... Nelle one-shot non sono mai troppo lunga... Spero davvero che vi piaccia ^_^

Per rivederti
Qualcuno mi stava scuotendo violentemente.
- Sveglia pigrona! Non vorrai fare tardi proprio oggi…
Era la voce di mia madre. Ci misi qualche minuto a connettere il cervello e capire di cosa stava parlando. Appena recepii il messaggio il mio corpo scattò come una molla e mi ritrovai fuori dal mio letto.
Era una splendida giornata di sole e mi sentivo davvero bene. Nulla sarebbe potuto andare storto quel giorno, o meglio quei giorni. Avevo organizzato tutto dall’inizio alla fine. Era da anni che aspettavo quel momento e doveva essere assolutamente tutto perfetto.
Dopo essermi lavata e cambiata ed aver preso la mia valigia, già pronta da giorni, diedi un lieve bacio a mia madre e la salutai. Sarei tornata una settimana dopo.

Sull’aereo il viaggio fu tranquillo, anzi direi divertente. Vicino a me avevo un gruppo di ragazzi mostruosamente simpatici. Con le mie stesse passioni, i miei stessi interessi e le mie stesse curiosità. Erano in sei. E subito mi accolsero nel loro gruppo, o meglio fui io ad attaccare bottone ed a trovarmi subito bene con loro. La ragazza vicino a me si chiamava Anta, era una ragazza solare, forse anche più di me, che sprizzava felicità da tutti i pori, anche quando quello che mi era sembrato fosse il suo ragazzo le lanciava frecciatine antipatiche. Lui si chiamava Denny, mai conosciuto un ragazzo più spiritoso e burlone di lui, qualsiasi cosa usciva dalla sua bocca, solitamente attraverso vocine strane, ridevano tutti. Poi c’era Fily, forse con lui mi son trovata meglio che con gli altri, è la tipica persona con cui sai fin da subito che puoi parlare di tutto e lui rimarrà sempre ad ascoltarti, insomma quello che si potrebbe definire un vero amico. Poi c’era Rika. Giuro quella ragazza ha un che di mostruoso. Non in senso brutto ovviamente. E’ una ragazza splendida ed elegante per aspetto, ma poi la senti parlare ed è diretta, tagliente e a volte davvero invadente. Eppure, sebbene ad ogni sua domanda di curiosità, arrossivo e balbettavo imbarazzata, le rispondevo, perché comunque sapevo dentro di me che di lei mi potevo fidare. Poi c’era Peppo, lui era il più timido di tutti, se ne stava zitto in disparte ed ascoltava. Parlava solo se strettamente necessario, ovvero se qualcuno gli rivolgeva una domanda che fosse più complicata di un “sì”, “no” o “non lo so”. Ed infine c’era Zer. Ragazzi miei, descrivervi lui è quasi impossibile. Avete presente quelle persone che appena ne senti la voce ti fanno venire i brividi alla schiena e pensi, questo ha un futuro come doppiatore? Ecco questo era Zer, ed oltretutto era anche un bel ragazzo, anche se ha parlato realmente poco di lui.
Quasi alla fine del viaggio, scoprii che stavano andando a Tokyo per uno speciale radiofonico chiamato “Radio Gurzo” e che avrebbero dovuto intervistare un certo Shinichi Kudo, che a quanto pare era molto famoso nella capitale nipponica.
Ci salutammo, ma mi feci dare il numero da ognuno, perché quel gruppo di amici non lo volevo assolutamente perdere.

Arrivata all’aereoporto di Tokyo rimasi un po’ spaesata. Era un luogo enorme ed io non ci ero mai stata, ma mi presi di coraggio e camminai oltre le porte scorrevoli di vetro, diretta alla fermata del pulman.
Avevo appuntamento con lui in una via precisa di Tokyo, e già da casa avevo visto che pulman avrei dovuto prendere per arrivarci.
Non mi ci volle molto per arrivare. All’incirca un’ora. Un’ora che passai ascoltando musica dal mio lettore mp3.

Ed ora sono qui. Sono scesa alla fermata da qualche minuto e continuo a guardarmi intorno. Nessuno. Forse sono in anticipo. Feccio per guardare l’orologio, ma mi ricordo di non essermelo portato, così mi rivolgo all’uomo vicino a me, che sembra stia guardando da un’altra parte, dandomi le spalle.
“Scusi, sa l’ora?” chiedo in un giapponese un po’ tirato.
Lui si volta e quasi mi viene un colpo al cuore.
I suoi occhi azzurri mi trafiggono come una freccia, e mentre entrambi capiamo chi abbiamo davanti, lui sorride ed io inizio a piangere.
Accidenti, non doveva andare così. Mi ero ripromessa che non avrei pianto davanti a lui e invece…
Senza dire niente allarga le braccia, e so benissimo cosa significa quel gesto. Mi ci tuffo dentro senza indugiare e lui mi stringe a sé.
“Mi sei mancato onii-san…” dico tra le lacrime che gli bagnano il cappotto bianco.
“Anche tu Kia-chan!” mi sussurra Kaito all’orecchio.

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 6/1/2015, 15:18
 
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