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| Sono avvolto da una tempesta di profumi. Si dice che se una cosa è bella, basta di per se. Perché allora questo uragano di odori e sapori? Non devo distrarmi. Sono qui per un motivo. Non attribuisco mai importanza alle voci che mi giungono, ma lascio volentieri che mi incuriosiscano. In questo vortice di sensazioni sono solo tre gli ingredienti che cerco. Dicono che per gustarsi un Blue Vortex non c'è clima migliore che un freddo secco, senza vento. Come oggi. Mi avvicino al bancone e chiedo il drink al barista. «Un Blue Vortex, per piacere» Non indugio lo sguardo sul caos di liquori che si staglia a pochi metri da me. Lascio che il panorama innevato e puntinato di persone mi colmi la vista. Inspiro ed espiro, e mi perdo negli sbuffi di vapore. Mi ricordano la mia cucina. Il mio curry. Arriva il drink, ringrazio. «Bene, grazie» Il blu elettrico non mi colpisce più di tanto. Inizio a sorseggiare, ma sto navigando nella banalità. Una conversazione di alcune persone a pochi passi da me annulla la dimenticabilissima poesia del drink che tengo in mano e cattura la mia attenzione. Altri mocciosi.
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