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Il ritorno dell'Oscurità

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Mithian~
view post Posted on 22/8/2016, 21:09     +2   +1   -1




Noto con dispiacere che Shiho è sempre più intenzionata a perdonare quell'idioma di suo marito... <_<

Il top di questi capitoli comunque è Genta che fa a gara con Ayumi a chi ha la pancia più grossa! Ma una dieta no?
 
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view post Posted on 27/8/2016, 08:29     +1   +1   -1
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...IN SHIHO WE TRUST...
targ

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Eccoci giunti all'epilogo della storia. Con questi capitoli si conclude tutto il ciclo di "Il ritorno dell'Oscurità". Io mi sono molto divertito a scriverlo, spero che voi vi siate divertiti a leggerlo. Grazie per la pazienza e per avermi seguito, buona lettura e commentate le vostre impressioni finali.




Capitolo 21 Tanabata

Si giunse intanto al taglio della torta ed all’apertura dei regali. Tutto procedette come meglio poteva, la giornata fu meravigliosa ed emozionante. Poco prima della mezzanotte gli ospiti erano ormai sul punto di iniziare ad andarsene, quando Shinichi si pose sotto l’archetto dove Ran s’era sposata e prese il microfono richiedendo l’attenzione di tutti i presenti:

“Prima che voi andiate via e questo giorno si concluda, vorrei dire due parole ancora”, in effetti prima della torta aveva già tenuto un breve discorso in cui faceva le sue congratulazioni alla coppia e minacciava di atroci punizioni Toichi se avesse fatto soffrire Ran. Mio marito proseguì:

“Oggi è una data speciale per tutti noi! Non solo si sposano i nostri Ran e Toichi, ma ricorre il trentesimo anniversario delle mie nozze con la donna più meravigliosa del mondo, mia moglie Shiho”, sentii gli sguardi di tutti puntarsi su di me e capii che il piano congegnato dal diabolico trio (Yukiko, Shinichi, Ran) stava per giungere al suo culmine, mio marito riprese: “come ben sapete, questo ultimo mese ho dovuto, per il mio lavoro, farla soffrire come mai in vita sua. Shiho ha reagito, giustamente, in modo durissimo e m’ha chiesto il divorzio”, un mormorio di stupore s’alzò tra i presenti, moltissimi dei quali all’oscuro di questo fatto, “che lei voglia lasciarmi, lo comprendo. Il male che le ho fatto patire è stato atroce, io stesso l’ho in parte sperimentato in questi ultimi giorni in cui lei è stata in collera con me. Mille volte ha perdonato i miei atteggiamenti, mille volte ho promesso di non farlo più, mille volte ho infranto quel giuramento. Mi ha sempre perdonato, finora! Adesso siamo giunti al punto di non ritorno, al punto in cui potrei perdere tutto e non posso permetterlo. La nostra Ran aveva scelto questa sera, quella di Tanabata, perché le faceva piacere sposarsi nello stesso giorno dei suoi genitori, in concomitanza con il nostro trentesimo anniversario, il caso ha voluto che tale giorno si caricasse di altri significati a causa del mio comportamento.

Come tutti sapete, a Tanabata si festeggia la riunione di due amanti celesti, Altair e Vega, separati dalla Via Lattea. Qualcuno una volta mi fece notare che è la sera più romantica dell’anno; quel qualcuno era mia moglie, trent’anni fa, quando dovevamo scegliere il giorno delle nozze. Per questo ho scelto di fare un ultimo tentativo di riconciliazione qui ed ora, davanti a tutti voi!

So che t’ho delusa infinite volte, ma ti prego di perdonarmi per l’ultima volta; tu, magari, dirai che non ti fidi, ma ti darò la prova della bontà delle mie azioni. Qualche giorno fa mi hai rinfacciato che sposandomi sapevi che il mio lavoro sarebbe venuto sempre prima di te. Oggi voglio dimostrare che questo non è vero! Vi annuncio la mia irrevocabile decisione di dire addio alle indagini; da ora in poi mi dedicherò esclusivamente alla mia famiglia che ho troppe volte, colpevolmente, trascurato! Se il mio lavoro è la causa per cui devo perdere l’amore di mia moglie, preferisco rinunciarvi e recuperare la mia Shiho. Nulla è più importante di mia moglie; farò di tutto, purché lei ritorni da me!”, un brusio s’alzò da tutti. Io spalancai gli occhi incredula; Shinichi rinunciava alle indagini, al suo mondo, per me! Intanto mio marito proseguiva:

“C’è qui il prete che ha sposato nostra figlia, è disposto a darci la sua benedizione ed a farci nuovamente scambiare le nostre promesse nuziali! Voi tutti avrete notato che la mano sinistra di mia moglie è nuda; non ha la fede al dito. Ecco quell’anello, l’anello che le signore Kudo danno ai propri figli affinché sposino le loro fidanzate. Mia nonna lo diede a mio padre, mia madre lo diede a me trent’anni fa. Shiho lo passerà a Conan quando sarà il momento. Nessun’altra, prima di quel giorno, potrà indossarlo; solo tu, Shiho, sei la sua legittima detentrice”. Aveva estratto un astuccio dalla tasca e, apertolo, aveva mostrato a tutti l’anello che avevo indossato fino a qualche settimana prima e che avevo consegnato a Yukiko.

“Shiho, qui, davanti ai nostri familiari ed amici, ti chiedo se vuoi riunirti a tuo marito, dopo questa separazione: la principessa Vega vuole riabbracciare Altair e ripetere il miracolo di Tanabata? Shiho Miyano, mi vuoi sposare per la seconda volta?”, tacque e si mise in ginocchio tenendo l’anello nel palmo della mano. Tutti mi guardavano trattenendo il respiro; io, in compenso non riuscivo a bloccare le lacrime, riuscii solamente a mettere una mano davanti alla bocca. Mi avvicinai a Shinichi che, credo, stesse morendo dall’ansia; lo guardai negli occhi, allungai la mano e la posi davanti a lui. Poi dissi solo: “Sì!”. Scoppiò un boato di urla ed applausi, mentre mio marito infilava l’anello al mio anulare, s’alzava, mi abbracciava e baciava, ricambiato da me. Il prete s’avvicinò e disse:

“Se volete farlo entro il 7 dovete sbrigarvi, mancano dieci minuti a mezzanotte”.

Ci voltammo verso l’altare, mentre io mi asciugavo le lacrime, poi Shinichi iniziò a recitare la formula:

“Io, Shinichi, prendo te, Shiho, come mia legittima sposa, per amarti ed onorarti nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia, in ricchezza e povertà per tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi”.

“Io, Shiho, prendo te, Shinichi, come mio legittimo sposo, per amarti ed onorarti nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia, in ricchezza e povertà per tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi”.

Il sacerdote ci benedisse e, per la seconda volta, sposai Shinichi Kudo. Mio marito mi guardò dritto negli occhi, afferrò con delicatezza il mio volto e mi baciò.


I nostri amici e parenti erano in visibilio; applausi scroscianti ci sommersero mentre i nostri figli ci corsero ad abbracciare felici come mai in vita loro (anche Akemi, tanto sulle sue in ogni occasione, aveva gli occhi lucidi, disse che era un attacco d’allergia). La festa si protrasse quindi ancora; Ran si pose sotto il pergolato per effettuare il lancio del bouquet; tutte le signorine presenti s’accalcarono spintonandosi. Mia figlia si voltò di spalle e lanciò il mazzo che, dopo una lunga parabola, finì tra le braccia di Akemi: la mia secondogenita lo guardò con stupore e curiosità, come se fosse un insetto da studiare, Ethan, poco lontano, divenne pallido e, cercando di spostarsi, inciampò cadendo a terra. Non fu da meno mio marito che, all’idea di un’altra figlia che si sposava divenne molto nervoso. I neosposi avevano deciso di trascorrere la notte nella loro nuova casa e di partire per il viaggio di nozze, in Australia, il pomeriggio seguente. Data l’ora molto tarda, gli invitati decisero di congedarsi.

Kaito Kuroba s’avvicinò a me e Shinichi per salutarci:

“Domani parto per una tournée di due mesi; sono felice che tutto si sia risolto per il meglio per voi”.

“Anch’io sono contento che sia finito tutto!”, replicò sibillino mio marito guardandolo negli occhi.

“Sì, anche in quel caso tutto è andato come doveva, non c’era motivo di continuare”, rispose Kuroba che poi, voltatosi verso di me, aggiunse:

“Un gentile dono per la signora Kudo, con auguri di tanta felicità!”

Fece alcune mosse con le mani ed alla fine apparve un enorme mazzo di rose rosse, vere. Quindi compì un inchino e si diresse all’ingresso seguito dalla sua famiglia.

Mentre Yukiko e Yusaku andavano a casa con la Yonehara, vidi i nostri figli, Akemi e Conan, sparire con i loro rispettivi fidanzati. La cosa non sfuggì a Shinichi:

“Cosa significa questo?”

“Un giorno lo capirai!”

Mugugnò sommessamente mentre mi teneva sottobraccio. Gli addetti al catering stavano smontando ogni cosa, Ran s’era tolta le scarpe dell’abito, che le davano il tormento, e tornò in giardino scalza. Ci corse incontro e ci abbracciò nuovamente.

“Ditemi la verità”, chiesi ad entrambi, “avevate pianificato tutto con la complicità di Yukiko!”

“In origine avevo pensato che far vedere il tuo abito a papà l’avrebbe fatto rinsavire, ma quando s’è capito che eri tu la più difficile da convincere, nonna Yukiko, che custodiva il tuo anello, ha proposto questa azione. Inoltre, dal momento che le mie nozze coincidevano con la data del vostro trentesimo anniversario, abbiamo pensato che il tutto sarebbe stato di maggior effetto”.

“Avevo notato un’eccessiva teatralità in tutto quel discorso. L’aveva preparato tua madre?”

“No, la mamma m’ha suggerito di dire qualcosa, ma il resto l’ho improvvisato io. Ovviamente avevo parlato con il prete che era d’accordo nell’aiutarmi”.

“Insomma sono stata vittima di una congiura!”

“Una congiura d’amore, mamma!”, Ran mi diede un bacio poi corse da suo marito che la cercava per provvedere al pagamento del banchetto.

“Siete diabolici in questa famiglia!”, commentai. Shinichi ridacchiò e si grattò il naso.

“Ma davvero hai deciso di non lavorare più?”

“Lo prometto, da oggi sono in pensione. Quest’ultima avventura m’ha aperto gli occhi. Ti ho fatta soffrire, ti ho messa comunque in pericolo, abbiamo rischiato di morire ed io ho temuto che m’avresti abbandonato. Troppe emozioni per una sola indagine. Tra qualche giorno rilascerò un comunicato stampa ai giornali in cui do l’annuncio ufficiale; le avventure investigative dello Sherlock Holmes del XXI secolo si concludono qui. D’ora in poi mi dedicherò solo ed esclusivamente a te!”

Mi strinse in un forte e caldo abbraccio (quanto m’erano mancati i suoi abbracci!) ed iniziò a cullarmi incurante di tutto, dandomi bacetti sul collo.

“Ci sono ancora i camerieri in giro! Ci stanno osservando!”, obiettai.

“Lasciali guardare, magari imparano qualcosa! E poi … io questa sera non ho ancora ballato con mia moglie”, replicò, sfacciato come sempre. Poi aggiunse, timoroso: “hai dimenticato ciò che è avvenuto in questo mese?”

“Non potrò dimenticarlo mai … sei stato una carogna senza pudore! Diciamo che ho deciso di rinchiudere il ricordo di questa brutta storia, e la sofferenza che m’ha causato, in un cassettino in fondo al mio cuore e di buttare via la chiave. Solo così potremo ricominciare!”

“A proposito di ricominciare …”, e dicendo ciò infilò una mano nella mia camicetta, “è un mese che non ti tocco! Non voglio sentire rimostranze!”

“Non ti è bastato quello della Kawashima?”, lo punzecchiai.

“Figurati! Che me ne faccio di una bambina? A me serve una donna vera!”

“Anche se è ormai una vecchia?”

“Sei bella come il primo giorno che ti incontrai!”, continuava a baciarmi teneramente sul collo.

“Avevo l’aspetto di una bimba di sette anni, quella volta!”, ridacchiai sommessamente.

“Sai cosa voglio dire! Non c’è nessuna bella come te … e mai ci sarà!”

“Voglio crederti; ma se penso a come palpavi quella ragazza mi va il sangue alla testa!”

“Non essere sciocca; è stato solo lavoro, te l’ho già detto. E poi … da quanto ho capito … ce l’aveva rifatto ed io lo preferisco naturale!”

“Ma davvero? E come fai a dirlo?”

“Be’, al tatto si sente se …”, si bloccò e divenne pallido. Aveva capito d’aver rimestato discorsi e ricordi che era meglio far cadere nell’oblio. Io lo fulminai con lo sguardo e mi staccai da lui, allontanandomi di qualche passo. Rimase fermo, immobile come uno dei cadaveri che adorava tanto. Mi voltai verso di lui e gli dissi:

“Io vado a farmi un bagno … vieni con me?”

“Aspetto questo momento da un mese!”, commentò iniziando a correre.

Giungemmo in casa e, mentre salivamo i gradini, mi venne in mente una cosa:

“Dimmi un po’, spero che la signorina Kawashima abbia versato un onorario adeguato al casino che ha combinato!”

“Non ti preoccupare; ho chiesto una cifra da capogiro prima d’accettare di far soffrire mia moglie. L’assegno è in cassaforte, però potremo incassarlo solo quando la cliente avrà ottenuto il controllo dei suoi beni, quindi dovremo attendere qualche mese. Non sono mica stupido!”

Avevo i miei dubbi su questo, ma non glielo dissi. Shinichi si fermò in mezzo alla scala e si voltò verso di me:

“Ora che ci penso! Cosa significa che i tuoi alunni ti guardano con occhi lascivi?”

“Come, scusa?”

“Quando stavamo litigando vicino alla villa di Ami, tu mi dicesti che notavi che i tuoi alunni ti osservavano con sguardi da depravati!”

Cavolo, speravo che se lo fosse dimenticato, dopo tutti questi giorni. Cercai di salvare il salvabile, non volevo rovinare l’atmosfera rivangando cose dette in preda all’ira:

“Ti stavo prendendo in giro, ovviamente! Figurati se i miei alunni, con tutte le belle studentesse che girano, si mettono a guardare me! Ero furiosa per il tuo comportamento e speravo di renderti pan per focaccia. Tutto qui!”

Mi sembrò che c’avesse creduto.

“Allora, anche quando hai detto che sto mettendo pancetta, era per ferirmi nel mio amor proprio?”, mi chiese speranzoso. Lo guardai dritto negli occhi, con tutta la serietà di cui ero capace:

“No, quello è vero!”

Lo agirai e ripresi a salire le scale di corsa. In lontananza si udivano i fuochi d’artificio sparati per Tanabata nel parco Beika.




Capitolo 22 Si ricomincia

Princesse Grace Hotel, Agosto 2046

Caro Diario,

riprendo oggi in mano questi miei pensieri.

Trascorremmo una notte di fuoco, forse la migliore della mia vita (ma questo non lo ammetterò mai con lui, lo posso confidare solo a te); la mattina seguente ebbi un’enorme sorpresa.

Quando Shinichi mi portò il caffè ed io aprii gli occhi, vidi sul letto una scatola di boutique, riconobbi il marchio dell’atelier di Fusae. Lo aprii e rimasi senza parole: un meraviglioso abito da sera nero faceva bella mostra di sé; su di esso, poi, si trovava un’enorme parure, composta da un collier con tre giri di perle ed uno zaffiro celeste a forma di cuore che scendeva al centro incastonato da topazi blu, a cui si univa un paio d’orecchini ed un anello, anche questi con zaffiro celeste al centro e topazi blu ai bordi, ed un bracciale, pure di perle. Ero ammutolita; Shinichi si avvicinò e mi mise il collier al collo, poi mi disse:

“Con tutto il caos da me causato, rischiavamo di dimenticare il nostro anniversario: sono trent’anni che illumini la mia vita e questo modesto dono spero ti faccia comprendere l’importanza che tu rivesti per me. Ho scelto gli zaffiri celesti per ricordare il colore meraviglioso dei tuoi occhi che mi fanno naufragare come in un profondo oceano, blu come i topazi. Qualunque cosa abbia mai fatto o detto, non dimenticare che ti amo incondizionatamente e sono pronto a morire per te”.

Sentendo tali parole, devo ammettere, m’emozionai, quindi mi allontanai da lui e mi diressi all’armadio. Da uno dei miei cassetti estrassi un pacchetto, nascosto sotto una montagna di intimo femminile, e glielo porsi:

“Questo l’avevo preso alcuni mesi fa, in vista dell’anniversario. Me lo spedì tuo padre da Londra; spero che ti piaccia!”

Shinichi scartò il regalo e vide il retro di un libro, che pareva, dalla copertina, molto antico. Lo girò dall’altro lato e, leggendo il titolo, spalancò la bocca; gli spiegai:

“Questa è una copia della prima edizione originale de Il segno dei Quattro, pubblicata dalla Spencer Blackett di Londra nel 1890. Yusaku ha girato tutta la capitale britannica per trovarla; è un’edizione molto rara. Buon anniversario, amore mio!”

Mio marito mi guardò negli occhi e rispose:

“Buon anniversario, tesoro! Siamo solo all’inizio della nostra vita coniugale, dobbiamo vivere ancora altri mille anni insieme!”

“Come Altair e Vega?”, chiesi.

“Come Altair e Vega!”

Cosa potevo dire ancora per ricambiare una tal dichiarazione? Lo baciai con tutto l’amore e la passione di cui ero capace mentre egli mi stringeva al suo petto: così, finalmente, facemmo veramente pace e superammo quei giorni infernali.



Più tardi, gli Hattori ripartirono per Osaka con il treno, felici, come tutti, per come s’era risolta la questione. Heiji non perse l’occasione di burlarsi di mio marito per tutto il trambusto che aveva provocato e gli diede del pazzo scriteriato; come dargli torto? Kazuha mi salutò con enorme affetto, aveva le lacrime agli occhi al pensiero di quello che avevo passato; è sempre una cara amica, nonostante il tempo trascorso. Il treno, alla fine si mise in movimento.

Nel pomeriggio ci recammo al Narita tutti insieme per salutare gli sposini in partenza. Shinichi era un morto vivente, la sua bambina andava in viaggio con un altro uomo e lui non poteva impedirlo (ma perché i padri si legano così alle proprie figlie?).

“Ciao, bambina mia, buon viaggio e divertitevi”.

“Ciao, papà, ci sentiamo”. Poi, prima che Ran venisse a salutarmi, suo padre la tirò per un braccio, l’abbracciò stretta e le bisbigliò:

“Se quel tizio ti fa soffrire, mollalo e torna subito a casa, non c’è problema!”

Lo fulminai con gli occhi, Shinichi si fece piccolo piccolo:

“Era tanto per dire!”, si giustificò. Ran scosse la testa e poi mi strinse forte:

“Sono contenta che tu sia tornata a casa, mamma, non sarebbe villa Kudo senza di te”.

“Spero che anche tu abbia imparato quanto può essere difficile un matrimonio, figliola, non sempre è tutto rose e fiori, soprattutto con mariti come il mio. Ricorda d’essere paziente e cerca di smussare gli angoli che troverai sul tuo cammino”.

Ran annuì. Intanto Toichi salutava Shinichi che gli disse, con sguardo di fuoco, degno dello scontro finale contro Gin:

“Se farai soffrire mia figlia te la vedrai con me!”, mio genero spalancò gli occhi, mio marito proseguì “sono più di trent’anni che indago su delitti di ogni tipo; potrei farti sparire sul Fuji o nella baia di Tokyo, oppure far sembrare la tua tragica dipartita un suicidio, conosco mille modi per uccidere con un semplice filo da pesca ed altri mille modi per farti bere del cianuro, e tu nemmeno te ne accorgeresti! E sai quale sarebbe la cosa più divertente di tutto ciò? Che nessuno mi scoprirebbe mai … ci siamo capiti?”

Il ragazzo si preoccupò e si premurò di rassicurare il suocero in ogni modo (ma ditemi voi se devo vivere con un pazzo simile al mio fianco!). La coppietta, che aveva già salutato Aoko e Kaito, andati via quella mattina per la tournée, finalmente, partì. Ne approfittammo anche per salutare i miei suoceri che tornavano in America alcune ore dopo.

Ringraziai Yusaku, poi abbracciai con trasporto anche Yukiko che era stata l’ancora della famiglia in quel mese.

“Se mio figlio dovesse fare le bizze”, mi disse mia suocera, “telefonami e vengo a sistemarlo come si deve”.

Annuii, mentre Shinichi borbottava di non essere più un bambino che aveva bisogno della balia.



Tornammo finalmente a casa. Quella sera c’accomodammo in veranda a prendere il fresco (i nostri ragazzi erano fuori con amici, ma credo che fossero i rispettivi fidanzati, in verità).

“Hai davvero intenzione di andare in pensione?”

“Shinichi Kudo ha una parola sola; lo sai!”

“So anche che non sai opporti quando ti devi fare gli affari altrui; resisterai alle tentazioni?”

“Senza dubbio!”

“Una volta, uno scorpione si trovò in riva ad un fiume e non sapeva come guadarlo. Vide una rana e le chiese il favore di portarlo sull’altra sponda sul suo dorso. La rana era timorosa che lo scorpione la pungesse uccidendola, ma l’altro la rassicurò facendole notare che se l’avesse punta sarebbe morto pure lui, che non sapeva nuotare. La rana, rassicurata, accettò d’aiutarlo. Arrivati a metà del fiume, lo scorpione, però, la punse. La rana stava morendo e gli chiese perché l’avesse fatto, condannando a morte anche se stesso; lo scorpione le chiese scusa, ma non aveva potuto evitarlo: era la sua natura!”

“E che c’entra questo con noi?”

“Tu non puoi evitare di indagare; è la tua natura. Per questo non considero quello che hai detto sul tuo pensionamento come vincolante; se lo facessi e poi tu ricominciassi le tue indagini, la cosa ucciderebbe la fiducia che c’è tra di noi e forse il nostro matrimonio ne risentirebbe; mi sentirei tradita e presa in giro, preferisco, quindi, reputare nulli quei tuoi buoni propositi. Diciamo che ti sei preso le ferie dalle indagini, fino al prossimo caso che verrà a bussare alla nostra porta, e verrà di sicuro. Per me non conta che tu smetta davvero di investigare; ho apprezzato il gesto e te ne sono grata. Mi basta questo!”

“Sei sicura? Non è che poi te ne pentirai?”

“Preferisco essere realista e non illudermi: so che dovrò per sempre dividerti con i tuoi cadaveri e mi va bene così! Solo una cosa ti chiedo: promettimi che da ora in avanti non mi terrai nulla nascosto, mi dovrai sempre tenere informata di ogni cosa, soprattutto se riguarda me o la nostra famiglia”.

Shinichi non replicò, s’avvicinò e mi diede un bacio dolcissimo; fu la sua risposta.

“Mi domando come faresti senza di me; dove saresti ora se non m’avessi conosciuta?”, aggiunsi. Lui mi guardò e rispose:

“Se anche tu non fossi comparsa per caso nella mia vita, t’avrei scovata ovunque, Shiho!”

Rimasi senza parole; era la cosa più romantica che mio marito m’avesse mai detto, forse arrossii.



La mattina seguente, di buon ora, subito dopo colazione, Conan ci comunicò che avrebbe passato una settimana al mare nella villa di alcuni suoi “amici” dei tempi del liceo (in pratica andava ad Izu da Ayako; è curioso notare come Sonoko, che era tanto attenta a quello che combinavano i suoi nipoti da bambini, non avesse capito cosa facesse sua figlia!), preparò i bagagli ed uscì come un fulmine da casa.

Shinichi si avvicinò a me e disse:

“Per fortuna la nostra Akemi è posata e riflessiva come sua madre; non c’è nulla di avventato che possa fare per farci preoccupare, non ha preso l’esuberanza dei Kudo, ma la saggezza dei Miyano”.

Io ridacchiavo tra me pensando che, se avesse visto quello che avevo visto io in giardino una notte del mese prima, gli sarebbe venuto l’infarto. Proprio in quel mentre apparve la nostra secondogenita, con le valigie.

“E tu dove vai?”

“Alle Hawaii!”

“Come, scusa?”

“Sì, è tornata la calma, ho deciso quindi di andare un po’ nella nostra residenza hawaiana”.

“Va bene, suppongo che c’andrai da sola per lavorare! In effetti qui è stato un inferno”, cercava di convincersi suo padre.

“Sì, … più o meno!”, rispose sibillina lei. Suonò intanto il campanello, aprimmo ed apparve Ethan. Il ragazzo non s’aspettava di trovarci tutti all’ingresso ed impallidì; Shinichi lo guardò come se fosse uno dei tanti criminali che voleva far confessare:

“E tu che ci fai qui?”

“Ecco … ecco … sono venuto a prendere Akemi, l’aereo per le Hawaii parte tra quattro ore!”

“Ma che bravo ragazzo”, mi disse mio marito tutto compiaciuto, voltandosi verso di me, “accompagna l’amica all’aeroporto! Bravo, bravo proprio!”, e gli diede un paio di pacche affettuose sulle spalle.

“Ma che hai capito? Lui viene con me!”

“Ah, una vacanza di gruppo? Ed in quanti siete?”

“Solo noi due! Ciao paparino, ciao mammina!”, ci diede un bacio sulle guance ed uscì, Ethan fece un rapido inchino e la seguì.

“Mi … mi … vuoi spiegare?”

Io stavo morendo dalle risate a vederlo con quella faccia, cercai di recuperare la mia calma e dissi:

“Hai promesso di dedicarti di più alla famiglia … bene … credo che ce ne sarà bisogno. Vieni ti spiego un paio di cose sui tuoi figli!”



Fu dura per Shinichi superare lo shock, comunque ci riuscì. Ora è tempo di chiudere questo resoconto, caro Diario. Il resto del mese trascorse in assoluta calma; Shinichi, incredibile a dirsi, rifiutò tutti i casi che gli furono presentati da diversi clienti e dagli amici poliziotti; sembrava veramente deciso ad andare in pensione, con mia somma soddisfazione. Dal momento che i nostri ragazzi sono ormai autonomi, per allontanarci un po’ da Beika e per farsi perdonare la follia precedente, il mio maritino m’ha proposto un viaggetto in Europa che s’è tramutato nel nostro secondo viaggio di nozze. Attualmente siamo all’hotel “Princesse Grace” di Montecarlo, tra qualche giorno ci sposteremo in Italia, vorrei vedere la Sicilia dove nel viaggio precedente non siamo stati. Spero che … un urlo è giunto alle mie orecchie proveniente dal fondo del corridoio. Ho un brutto presentimento, devo interrompere la stesura.

Caro Diario,

il brutto presentimento s’è rivelato fondato: una delle ospiti dell’albergo è stata trovata morta nel bagno della sua camera, in circostanze che paiono molto strane, sarà di sicuro un omicidio (non sia mai che ci capiti un semplice suicidio o un banale incidente; non siamo così fortunati!). Indovina chi ho trovato per primo sulla scena del crimine?

Forse Shinichi ha rinunciato ai delitti, ma, a quanto pare, i delitti non rinunciano a lui! Ha resistito quasi un mese; credo che, come prova d’amore e di buona volontà, non gli potessi chiedere di più; non si può togliere l’acqua ad un pesce! Queste saranno le ultime note che apporterò a questo Diario; ho deciso infatti di formattare tutto questo testo, non vorrei che Ran, un giorno, scoprisse il segreto di suo suocero e del resto non voglio nemmeno che i miei pensieri più personali siano letti da altri.

Sei stato un buon amico in questi due mesi, caro Diario, m’hai aiutato e m’hai tenuto compagnia, ma è tempo ormai di dirti addio. Ecco, bussano alla porta della camera, entra mio marito con l’aria contrita di chi sa che sta per proporre una cosa che chiaramente mi contrarierà e che non dovrebbe domandare mai. Infatti Shinichi, come volevasi dimostrare, mi chiede di raggiungerlo in camera della vittima, devo dargli una mano con le indagini: si ricomincia!


FINE
 
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view post Posted on 28/8/2016, 16:43     +1   -1
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kudo che rinuncia alle sue amate salme? ma chi ci crede!!!!

alla fine shiho ha perdonato e sono tornati insieme... vabbè, era abbastanza prevedibile. spero che kudo abbia imparato la lezione e che si comporti bene d'ora in avanti.

io resto comunque sempre dell'idea che gli ci voleva la forca, altro che il divorzio!!!


grazie a te hikaru, mi sono divertita a leggere le tue storie!
 
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view post Posted on 28/8/2016, 20:22     +1   -1
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E la fan-fiction capolavorica finì.

Alla fine Shiho perdona il tonno, che naturalmente la condividerà con tutte le salme del mondo.

Akemi strepitosa nel finale ahahaha, il tonno non ha capito una cippa delle situazioni sentimentali dei propri figli ahahahah.
Conan il più grande cuccatore della fan-fiction se ne sta con Ayako.
 
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Mithian~
view post Posted on 25/9/2016, 21:07     +1   -1




Ed eccomi a commentare l'ultimo capitolo di una dell fanfiction più belle che io abbia mai letto, anche se con un mese di ritardo.

Non so bene per quale motivo Shiho abbia deciso di tornare con Shinichi (lei è masochista probabilmente!), spero comunque che lui inizi a trattarla come si deve!
Alla promessa che sarebbe stato lontano dalle indagini non ci credeva nessuno, e infatti... si vede proprio che sono i cadaveri che lo cercano! :lol:
La regina indiscussa di questo capitolo però è Akemi e la reazione di Shinichi è impagabile!
 
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