Detective Conan Forum

Halloween Week

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~$imø
view post Posted on 25/10/2015, 20:40 by: ~$imø     +6   +1   -1




Partecipo anche io, va', con un breve racconto (si spera *incrocia le dita*) a sfondo comico.

Era la mattina del 31 ottobre 2015. Conan, che come al solito si era autoinvitato dal dottor Agasa – un povero anziano che da più di un anno era vittima di scrocco minorile – stava beatamente dormendo nella camera da letto al secondo piano che Agasa gli aveva adibito per la notte. Era così assorto nel sogno in cui tutti gli invitati al suo party morivano che non si accorse che un uccello si posò delicatamente sul davanzale. Non passò molto prima che, investito da un’aura di negatività considerevole, cadde a terra stecchito.
Mentre nel suo sogno era in procinto di acchiappare il colpevole di un omicidio di massa, un rumore entrò nella sua testa. Un trillo, due trilli, tre trilli. Non voleva uscire dal suo bellissimo (si fa per dire) sogno. Nove trilli, dieci trilli, undici trilli. Si svegliò, ma non ne volle sapere di aprire gli occhi. Diciannove trilli, venti trilli, ventuno trilli. S’innervosì. Si alzò di scatto dal letto; indossò le sue scarpe speciali e, caricando il tiro alla massima potenza, spedì la sveglia lontana con un calcio. Non poté sapere che quella stessa sveglia viaggiò a una velocità tale che, scontrandosi con un dirigibile, fu in grado di recare molto di più che un innocuo danno. Così, qualche minuto dopo, mille persone si ritrovarono a precipitare da un altezza pari a centinaia di metri, aspettando di schiantarsi al suolo e morire.
Ma la cosa più drammatica era cha il nostro povero Conan aveva perso ore di sonno preziose!
Rammaricato perché sapeva che non sarebbe più riuscito a riprendere sonno, scese al piano di sotto. Mentre passava di fianco a un acquario e i pesci cadevano sul fondo privi di vita, il suo sguardo si posò sul calendario: era il 31 ottobre, halloween! La notizia lo resa più allegro. Fece dietrofront e, salendo le scale a carponi, arrivò fino alla stanza che condividevano Ai e Agasa. Spalancando la porta, colpì dritto in fronte il povero anziano, che cadde a terra svenuto provocando un leggero sisma.
«Haibara! Haibara! Haibara!» Ma la ragazzina non si destava.
Fu in quel momento che Conan notò Agasa e, con un ghigno malefico dipinto in volto, gridò: «Oh, no! Haibara, svegliati! Il dottore è… è… io non lo so, svegliati».
Ai fece come il suo amico le aveva detto, e si mise seduta sul letto mentre si strofinava gli occhi e sbadigliava. Intravide il dottore e stava per urlare, quando Conan la fermò: «Non ti preoccupare, è solo svenuto. Volevo che ti svegliassi».
La ragazzina trattenne tutti gli insulti possibili che le vennero in mente e si alzò per vedere come stava il dottore. Qualche minuto dopo si rialzò.
«Buongiorno, dottore. Sta bene?»
Agasa setacciò la zona in cui aveva preso il colpo e rispose: «Non lo so… Ho un rigonfiamento, ma, per quanto ne so, potrei avere anche una commozione».
«Niente che la possa far morire all’istante, bene! Può prepararmi la colazione».
Ai si portò una mano alla faccia a mo’ di facepalm. Conan la ignorò e scese allegramente di sotto, portandosi dietro una scia di quattro-cinque mosche morte.
Consumarono una gustosa colazione, servita da un Agasa così barcollante da sembrare quasi ubriaco. Dopodiché si andò a sedere al tavolo e tirò fuori una calcolatrice e decine di fogli: era fine mese, e fra bollette, tasse e i conti abnormi dei ristoranti che servivano anguille che avevano visitato negli ultimi mesi, la pensione del vecchio sembrava non bastare. Intanto Ai, con il suo cosmopolitan ancora in mano, si rivolse a Conan: «Allora, Kudo, si può sapere perché diamine mi hai svegliata?»
Conan, serissimo, guardò la ragazza dritta negli occhi. «Haibara» proferì, «oggi, finalmente, verremo a conoscenza del più grande segreto di Vermouth».
Ai lo fissò a sua volta. «Intendi dire…»
«Sì, proprio quello».

All’agenzia investigativa Mouri, intanto, quattro ragazze erano intente a preparare la colazione.
«Ran» disse Kazuha, «non sei eccitata per la festa di stasera?»
«Ehm, sì, un po’… credo».
«Come sarebbe a dire “credo”? E’ organizzata niente meno che dal tuo Shinichi!»
«Proprio per questo!» intervenne Sonoko. «E’ lui che la organizza. Perché andare a una festa di halloween con delitto quando potremmo passarla sul mio yatch?»
«Ma, Sonoko, Shinichi nell’invito non ha parlato di un delitto!»
«Argh, io ci rinuncio!» disse; poi tornò a fare l’arduo compito che stava svolgendo prima: mettersi lo smalto (certo, ridete, ma provateci voi a metterlo alla mano destra!).
«Comunque» continuò, «voi come vi vestirete? Io indosserò quel favoloso abito della scorsa volta; pensate, per l’occasione l’ho anche fatto accorciare di 12 centimetri! Cioè, in realtà ne volevo 11, ma la sarta ha sbagliato».
«Capita a tutti, anche ai migliori» osservò Ran.
«Già» acconsentì Sonoko. «E poi si divertirà a trovarsi un altro lavoro! Ma torniamo a noi. Tu, Sera, cosa indosserai? Oltre a un reggiseno molto imbottito, s’intende. Ran, Kazuha?»
«Non saprei…» rispose Ran. «Potrei vestirmi da fantasma, magari».
«Sì, perché no» le diede man forte Kazuha. «Potremmo farlo entrambe, e anche tu, Sera». La ragazza non parve molto contrariata. Sonoko, al contrario, le guardò con la fronte aggrottata.
«Fantasmi? E cosa ne uscirà, voi tre con un lenzuolo ciascuno addosso? Ma dov’è l’eleganza, il mistero, il fascino?»
«Saremo sotto un lenzuolo, più mistero di così» disse Kazuha ridendo.
Sonoko tirò un lungo sospiro. «A quanto pare dovremmo fare un salto a casa mia, per evitare che voi tre, le mie amiche, andiate a una festa di halloween vestite da casperine!»

Intanto, a villa Kudo, Conan, Ai, un Agasa in fin di vita e l’allegra combriccola degli scrocconi stavano sistemando al meglio la dimora che avrebbe ospitato la festa.
«Kudo, dimmi un po’: come mai non si vede Subaru?»
«Haibara, pensavo sapessi che non ho una Subaru… ho tre Ferrari, quattro Lamborghini, ma non una Subaru».
«Intendevo Okiya, idiota!»
«Ah, lui… non lo so. Ieri sera sono riuscito a rintracciarlo e deve aver accettato la chiamata per sbaglio, perché, prima che mi rispondesse, sentivo lui e Jodie lanciare qualche esclamazione come “oh, mio dio!” e cose così. Sono andati avanti per un bel po’, poi Okiya mi ha risposto e ha detto che lui e Jodie sarebbero venuti vestiti da poliziotta sexy e da criminale con tanto di manette solo se ce l’avessero fatta. Immagino siano molto impegnati con l’FBI, poveretti».
«Già, davvero impegnati, anche se a fare altro».
«Eh?»
«Niente, niente» disse Ai ridendo.
Diverse ore dopo, grazie anche all’aiuto di Heiji, Sonoko, Sera, Kazuha e Ran, sopraggiunti poco prima, la casa era pronta a ospitare un'enorme festa. Era tutto perfetto. Le decine di mosche, topi e scarafaggi che Conan aveva trovato misteriosamente morti erano stati usati come addobbi – e anche aggiunti su diversi piatti, all’insaputa di tutti tranne che di Conan; il corpo quasi senza vita di Agasa, trasformato in uno zombie che sembrava reale, era stato disposto ad arte all’ingresso; i dischi pornografici che Okiya aveva tentato di nascondere erano stati disposti lungo tutte le pareti per far sì che, una volta sera, le luci vi si potessero riflettere…
Tutti i presenti si congedarono, e si ripresentarono la sera, quando la festa sarebbe cominciata. Sonoko aveva fatto travestire Ran da vampira, Kazuha da Medusa e Sera da sposo (non aveva accettato il ruolo opposto) cadavere. Heiji e Conan avevano optato per i classici vampiri; i DB interpretavano i ruoli dei tre zii fantasmi di Casper; Ai, invece, era andata anche lei sul classico, con un vestito da strega. Alla festa, ovviamente, c’era tanta altra gente, rigorosamente travestita; e nessuno poteva dire di conoscere tutti i presenti.
Conan, però, sapeva che lei, Vermouth, non si era ancora presentata. Solo quando vide una sensualissima Catwoman parcheggiare la moto che le apparteneva il suo piano poté cominciare.
Premette un bottone su un telecomando e in cima alla scalinata apparve un ologramma davvero realistico di Shinichi. L’ologramma, dopo un lungo discorso, invitò tutti gli invitati a seguirlo al piano di sopra; essi obbedirono e cominciarono a salire, affollando le scale. Solo tre persone lo fecero: Conan, Ai e Vermouth, che nel frattempo era entrata. Conan, dall’altra parte della sala, camminò fino alla donna con fare sicuro.
«Vermouth».
«Silver Bullet. Sherry».
Ogni parte del corpo di Conan fremeva: stava per dare una risposta al suo più grande interrogativo su Vermouth. La sua mano destra scattò verso l’alto, e Vermouth fece per indietreggiare. Intanto, la testa di Ai era un mare di confusione, di domande, di emozioni, di incertezze. Cosa sta per fare? si chiese. Niente poteva prepararla a quello che stava per succedere. La mano di Conan si andò a posare sul seno di Vermouth, senza che nessuno dei presenti poté fare qualcosa.
«Ma sono vere!»
Lo schiaffo che ne seguì gli evitò di sentire tutte le imprecazioni della povera Ai.


Ho aggiunto qualche battuta più... diciamo "spinta", spero non siano contro il punto due del regolamento.


Edited by ~$imø - 26/10/2015, 15:28
 
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