buon pomeriggio a tutti. dopo la giornata di pioggia di ieri (il diluvio universale, praticamente), oggi splende il sole.
pronti per il nuovo aggiornamento?
morirà qualcuno, a parte kudo per mano di hikaru?
UNA VACANZA IN GIALLO
Quinta Parte
“Ehi! Ehi, aprimi! Aprimi!”
Colpi rumorosi alla porta. Poi di nuovo la voce, biascicata e piena di rabbia.
“Lo so che mi hai sentito! Aprimi! Apri questa maledetta porta!”
Shinichi sollevò lentamente le palpebre, e per qualche secondo pensò si trattasse di un sogno. Poi i colpi si ripeterono, e così le grida, perciò comprese che non era per niente un sogno.
“Mmm...chi è questo idiota?” mormorò Shiho, assonnata, muovendosi nel suo abbraccio.
“Un idiota morto.” borbottò Shinichi, irritato. A malincuore, sgusciò dalle coperte, indossò i calzoni e guardò la sveglia luminosa sul comodino: le tre e ventisette.
Io lo uccido questo...Aprì la porta con uno scatto.
“Allora, cosa...”
Ammutolì di colpo, quando si ritrovò a fissare gli occhi un po’ vacui di Yuzo Kaneshiro. Aveva i vestiti stropicciati, i capelli arruffati e le guance arrossate. Ed era visibilmente ubriaco.
“Signor Kaneshiro. Le serve qualcosa?”
L’altro lo fissò per un lungo momento con espressione ebete. “Uh...eh...io...cosa ci fa lei in camera mia?”
“In realtà, questa è la mia camera.” gli fece notare Shinichi, indicando il numero impresso sulla porta. “Credo che lei si sia confuso.”
“Oh...uh...” biascicò l’uomo, strizzando gli occhi. “Ho...sbagliato...”
“Si.”
“Uh...mi scusi...io...” Si passò la mano sul volto. “Mi scusi...il disturbo...non volevo...”
“Venga. La accompagno.” si offrì Shinichi, notando che faticava a stare in piedi. “Se non ricordo male, la sua camera è in fondo al corridoio.”
“Che succede?” gli chiese Shiho, che l’aveva raggiunto, dopo aver indossato la giacca da camera sulla camicia da notte rosa pallido.
“Il nostro signor Kaneshiro ha bevuto qualche bicchiere di troppo e ha sbagliato camera. Meglio che lo accompagni e mi assicuri che non disturbi nessun altro.”
“Lei è proprio un caro ragazzo, sa? Sua moglie è davvero fortunata, sa?”
“Venga, signore. Ha proprio bisogno di una buona notte di sonno.”
Shinichi lo sostenne mentre percorrevano il corridoio, rischiando di cadere un paio di volte perché l’uomo ogni tanto perdeva l’equilibrio e lo costringeva a tenerlo su a forza.
“Eccoci qua. Ha la chiave magnetica? Così non svegliamo sua moglie.”
Yuzo lo fissò con espressione vacua. “La...chiave?”
“Per aprire la porta.”
“Per aprire...la porta. Certo.” Con movimenti goffi, si frugò nelle tasche dei calzoni. “Non credo...l’ho dimenticata.”
Shinichi si rivolse alla moglie, che era rimasta sulla soglia della loro camera. “Tesoro, chiameresti la reception? Chiedigli che ci mandino qualcuno con il passepartout, perché il signore della 1537 è rimasto chiuso fuori, e...non è in condizioni ottimali.”
Qualche minuto dopo, un giovanotto alto e magro correva verso di loro sventolando una tessera magnetica.
“Ecco, signori.” disse, con il respiro affannato. Poi guardò Kaneshiro, appoggiato al muro con la testa ciondolante e gli occhi chiusi. “Sta bene?”
“Nulla che non si possa smaltire con un po’ di sonno, caffè e aspirina.” gli rispose Shinichi, con un sorrisetto ironico. L’impiegato non sembrava convinto, ma si accostò alla porta e fece scorrere la tessera nell’apposita fessura.
“Sicuro che non occorre un dottore?”
“Il nostro amico è ubriaco.” disse Shiho, senza mezzi termini. Sorrise divertita all’espressione sgomenta del ragazzo. “Dubito che un dottore possa aiutarlo.”
“Aiutami a portarlo dentro, ragazzo.” gli chiese Shinichi, lanciando un’occhiata eloquente alla moglie, che la ricambiò con uno dei suoi sorrisi obliqui. “Signora Kurata? Signora, sono Shinichi Kudo. Non vorrei spaventarla, ma suo marito necessita del suo aiuto.”
Entrarono, Shinichi e il ragazzo che sorreggevano l’uomo e Shiho che li seguiva.
“Signora, è sveglia? Non...”
Il giovane detective si bloccò all’ingresso del salottino. Accanto a lui, l’impiegato emise un gemito soffocato.
“Santo cielo! Ma che è successo qui?”
Entrambe le poltrone erano rovesciate, il tavolino di cristallo giaceva in mille pezzi sul prezioso tappeto. Le bottiglie sulla credenza erano state buttate per terra, anch’esse in mille pezzi. Le tende erano tirate, ma una delle finestre doveva essere rimasta aperta, perché le tende si muovevano lentamente.
“Shinichi...”
Avvertì la mano di Shiho sulla schiena, e annuì. “Restate qui. E fate silenzio.”
Insieme all’impiegato, adagiarono Kaneshiro su una delle sedie all’ingresso. Strinse per un attimo la mano della moglie.
“Stai attento.” sussurrò lei, ricambiando la stretta.
“Se succede qualcosa, esci subito di qui e chiama la polizia.”
Dopo un’ultima occhiata, si addentrò nel salotto. La lampada nell’angolo era rovesciata, ma era rimasta accesa, quindi gli permetteva di vedere dove metteva i piedi, e cogliere eventuali presenze. Il salotto sembrava deserto, nonostante le condizioni in cui si trovava. Shinichi lo esplorò con una lunga occhiata, ma non c’era nessuno, perciò con prudenza si avvicinò alla camera da letto. Afferrò la maniglia, ispirò a fondo e aprì lentamente la porta, sperando di non trovarsi davanti la solita tragedia.
Diversamente dal salotto, la camera era buia. Shinichi cercò a tentoni l’interruttore della luce, ma quando lo premette, non accadde nulla. Dannazione!
“Signora Kurata? Signora, mi sente? Sta bene?” provò a chiamare. “Sono Kudo, signora. Sta bene?”
Nessuna risposta. Solo il fruscio delle tende, che qui si muovevano in modo più evidente. Doveva esserci una finestra aperta.
Nonostante il buio, azzardò qualche passo verso il letto. Doveva accendere la lampada, non poteva continuare a brancolare nel buio. Ma arrivato a metà, i suoi piedi urtarono qualcosa. Shinichi si chinò a controllare, emise un’imprecazione, e senza indugi raggiunse il letto e accese la lampada sul comodino.
“Dannazione!” ringhiò, chinandosi nuovamente sulla figura che giaceva riversa per terra su un fianco. Era la signora Kurata, in camicia da notte, il lenzuolo attorcigliato tra le gambe. Teneva gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa. Quando si chinò su di lei, Shinichi avvertì un odore sottile ma deciso. Le cercò il polso, e dopo qualche istante, respirò con sollievo. Il battito c’è. Deve aver perso i sensi.
Si guardò rapidamente intorno, poi colse il fazzoletto a poca distanza dal corpo. Si chinò ad annusarlo.
Cloroformio, come pensavo. Ma perché? Un pensiero improvviso lo colse.
Vuoi vedere che...Si alzò di scatto, cercando la cassaforte. Era aperta. E completamente vuota.
“Shinichi?” La voce di Shiho gli giunse dal salotto. “Che succede?”
“Un furto.”
“La signora sta bene?”
“È stata addormentata. Chiama la sicurezza e fai avvertire il direttore. Serve anche un dottore.”
e la sfiga di kudo ha colpito ancora!!!
non è morto nessuno, ma come si dice, la notte è giovane, e c'è ancora tempo.
se volete sapere che succede, ci vediamo con il prossimo aggiornamento, che dovrebbe essere domenica prossima.
il condizionale è d'obbligo, perchè mia cognata ha la scadenza proprio domenica 12 quindi se il mio ricky decide di nascere proprio domenica, l'aggiornamento è spostato al lunedì