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Il primo bacio, MiwaxTaru

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view post Posted on 20/9/2017, 21:52     +1   -1
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«Non vado in cerca di guai. Di solito sono i guai che trovano me.»

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oddio sono rimasta in suspense! bravissima^^ però, quando ho letto che alla fine Nabei ha fatto la cosa giusta, cioè quella di consegnarsi, ho capito che gli era rimasto un pizzico di buon cuore e che come hai detto tu è diventato grande troppo in fretta^^ quando ho letto che l'intervento era riuscito ero felice, ma quando ho letto la risposta, mi sono intristita un po', spero ancora che andrà tutto bene, anzi se Sato e io facciamo subito a pezzi il cecchino puoi darci una mano anche subito grr quanto lo odio quel tizio grr so che ci vorrà ancora un po'di tempo ma non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, mi piacerebbe molto saper scrivere come te^^ ancora bravissima^^
 
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view post Posted on 17/2/2018, 15:00     +1   -1
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Detective avanzato

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Non si era staccata dal suo capezzale per tutta la notte. Il bip dell'elettrocardiogramma era insopportabile, ma non si era mai mossa.
Quasi come se temesse che la sua assenza potesse determinare un finale tragico per quella storia. Aveva passato la notte a vegliarlo, tenedogli la mano immobilizzata da una fasciatura e a rinfrescargli la fronte leggermente accaldata per la febbre, senza mai cedere al sonno e alla stanchezza.
Più volte Sakura aveva tentato di darle il cambio, e solo dopo molti sforzi, l'ispettore Shiratori era riuscito a convincerla a tornare al suo alloggio per studenti e riposare un po'.
'' Non ti libererai facilmente di me, sai?''- fece Sato continuando a credere con tutte le sue forze che l'uomo fosse perfettamente in grado di sentirla -'' Perchè io.... dormirò qui, mangerò qui, se sarà necessario compilerò i rapporti qui... vivrò qui, fino a quando tu non aprirai gli occhi...''
Nel dir così, infilò una mano sotto il colletto della camicetta per tirar fuori una catenina alla quale era attaccato un oggettino come se fosse un ciondolo.
Se lo rigirò tra le dita quasi giochicchiando... quello era l'anello che qualche tempo fa, le aveva regalato Takagi. Da allora, per evitare pettegolezzi anzichè tenerlo al dito ne aveva fatto un ciondolo e lo portava sempre con sè, ovunque andasse, custodendolo gelosamente, quasi fosse una reliquia...
Quando Yumi le aveva detto che portare un anello in argento e turchese a sinistra le avrebbe allontanato sia la sfortuna che le zanzare, aveva fatto finta di crederle e di non essere a conoscenza di cosa significasse in realtà... ma l'aveva fatto apposta.
Sperava che il poliziotto, vedendola con quell'anello al dito andasse da lei e le chiedesse spiegazioni su dove provenisse, un modo come un altro per dirsi reciprocamente '' Amo solo te'', ma forse aveva sottovalutato la timidezza dell'uomo ed aveva l'impressione di averlo anche spaventato.
'' Se solo ti avessi detto chiaro e tondo che volevo passare il resto della vita con te...''- fece Sato baciandogli il dorso della mano offesa -'' quante sofferenze ci saremmo risparmiati... so di non essere la persona più facile del mondo... ma ti prego non lasciarmi.... io e Sakura, da sole come facciamo?''

Nel frattempo, in una vecchia pensione completamente ristrutturata e messa nuovo e trasformata in una residenza per studenti, Sakura apriva gli occhi.
Guardò l'orologio. Erano le otto del mattino, di nuovo troppo tardi anche solo per pensare di potersi preparare e fare colazione per essere in tempo a scuola.
L'ultima settimana non era stata molto prolifica per la scuola, ma si consolò pensando al fatto che se viveva in uno studentato era perchè aveva sempre avuto ottimi voti e che deteneva un record assoluto di presenza... se ne deduceva che il suo liceo, avrebbe potuto cavarsela da solo anche senza di lei.
E poi non era quella la cosa più importante in quel momento.
L'unica cosa che le premeva davvero era che suo fratello si ristabilisse completamente, che tornasse da lei, alla sua vita e al suo amato lavoro.
Si alzò, fece una doccia ed indossò un maglione a righe orizzontali bianche e rosse, un paio di jeans e delle scarpe da ginastica bianche.
Si spazzolò i capelli e scese per prendere almeno un caffè...
'' Ma che fai, mi fai gli appostamenti?''- fece Sakura vedendo l'ispettore Shiratori seduto al bancone del bar del convitto mentre sorseggiava un caffè.
'' No...''- fece l'ispettore -'' Volevo solo sapere come stavi...''
'' Come vuoi che stia?''- fece la ragazza versandosi una tazza di caffè e poggiando i soldi per la sua consumazione sul tavolo -'' Come una che ha il fratello in coma...''
'' Già... domanda stupida.''- fece il poliziotto.
'' Di la verita...''- indagò lei -'' C'è dell'altro vero? Non credo che ti saresti scomodato tanto per venire qui, solo per sapere come stavo... bastava una telefonata.''
'' Così mi raccontavi quel che volevi...''- fece l'ispettore. In effetti la ragazza ci aveva visto giusto... in parte.
In quei giorni non poteva negare di essersi affezionato alla sorella del collega, e che le era grato perchè grazie a lei si era reso conto che stava impedendo ai due colleghi di vivere un qualcosa che capitava una volta sola in tutta la vita e che di quel passo anche lui sarebbe stato infelice per sempre... ma c'era qualcosa che doveva dirle.
'' Ma pensavo di doverti informare riguardo alle indagini.''
La ragazza lo guardò sopresa.
Di che indagini parlava? Avevano una risposta per tutto: il movente degli omicidi seriali, il perchè di punto in bianco si erano interrotti, il movente di Nabei... era tutto scritto nel rapporto e nella confessione di Eiki Nabei.
Francamente non vedeva cos'altro ci poteva essere da scoprire in quel caso.
'' Di che stai parlando...?''
'' Qui?''- fece Shiratori alzandosi -'' Andiamo a fare una passeggiata... almeno prendi un po' d'aria fresca...''
...
...
...

'' Come?!?''- fece Sakura quando l'ispettore le ebbe spiegato cosa avevano scoperto non più tardi di alcune ore fa, mentre passeggiavano nel giardino del convitto per studenti -'' Nabei potrebbe invocare la legittima difesa?''
Tra la sorpresa per la notizia appena ricevuta, non potè fare a meno di rallegrarsi per l'uomo. Vero, aveva tolto ad una persona la propria vita e suo fratello per poco non ci lasciava la pelle, ma lei era sempre più convinta che se Hiramune fosse stato se non un brav'uomo, almeno un essere umano decente, quel caso non ci sarebbe stato e loro si sarebbero risparmiati un mucchio di sofferenze inutili.
Trovava più giusto sperare che un assassino come Nabei riuscisse ad avere la possibilità di ricominciare da capo una volta espiato che '' piangere'' la fine di uno spietato criminale.
'' Mentre refertavamo gli effetti personali di Hiramune...''- spiegò Shiratori -'' Abbiamo trovato nel tritadocumenti una ricevuta di un piccolo supermercato. L'orario di pagamento era antecedente alla sua morte.''
'' E che c'è di strano?''- fece Sakura.
'' Il fatto che nello scontrino ci fosse anche un fertilizzante per le piante.''- spiegò il poliziotto -'' Tieni presente che Hiramune abitava in un palazzo, che tra l'altro non aveva un appezzamento di terra sul tetto per coltivare piante o ortaggi, non aveva nemmeno piante sul balcone ed in casa e non c'erano libri sul giardinaggio nel suo appartamento.''
'' Quindi...?''- fece Sakura che iniziava a capire -'' Tu pensi che in realtà...''
'' Io penso che Hiramune si sia lasciato prendere dal panico quando a poche ore dalla perscrizione del suo ultimo crimine, ha ricevuto la tefonata di una persona che asseriva di avere un dettaglio importante e ha agito d'istinto.''
Ne era convinto. Hiramune si era sentito in pericolo al pensiero che vi era una persona che si era trovata sulla scena del delitto e che probabilmente aveva riconosciuto la sua voce e non aveva minimamente considerato che la testimonianza di un bambino in preda alla paura non sarebbe certo bastato a farlo incriminare e che dato che nessuno dei suoi vecchi compagni di gioco del sabato sera aveva parlato ai familiari dell'esistenza degli altri tre, non c'era uno straccio di prova a suo carico.
Ed ormai controllato dal terrore di essere scoperto e finire in prigione aveva deciso di liberarsi dell'unico testimone rimasto in vita, come era solito fare con le persone che potevano rappresentare una minaccia.
'' Inoltre, pronti per essere usati, in cucina...''- continuò Shiratori -'' Vi erano due bicchieri ed una bottiglia di vino ancora sigillata. E l'interno di uno dei due era completamente cosparso di quella sostanza per il giardinaggio. Se qualcuno ci avesse poggiato le labbra per bere... non avrebbe fatto una bella fine.''
Probabilemte, con la scusa di rilassarsi bevendo qualcosa, lo psicologo avrebbe avvelenato Nabei e non gli sarebbe stato difficile far credere che si era trattato di un suicidio.
Nabei non aveva amici nè parenti che potessero insinuare il dubbio che si fosse trattato di un delitto. Inoltre, Nabei aveva più volte ricevuto le pressanti visite dei giornalisti nei giorni precedenti al delitto che assieme alla rabbia per l'impossibilità di vedere l'assassino del padre in cella, poteva costituire un buon movente.
Inoltre, lo psicologo era del tutto ignaro che la sua '' prossima vittima'' aveva intenzione di toglierlo di mezzo, quindi Nabei lo aveva chiamato da una cabina telefonica per fissare l'appuntamento... perciò, anche se qualcuno avesse trovato poco convincente l'ipotesi del suicidio non sarebbe mai riuscito a collegare Hiramune alla morte di Nabei.
'' Il carnefice che diventa vittima e la vittima che si fa giustizia da sola...''- borbottò Sakura.
'' Già.''- fece Shiratori -'' Non potrà dire di aver agito per difendere la propria vita... ma l'intenzione di uccidere da parte di Hiramune c'era. Il giudice sarà clemente.... e una volta scontata la pena, potrà cominciare una vita nuova.''
Sakura sorrise.
Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe gioito per il fatto che un assassino avrebbe avuto una pena più mite... ma in quel caso ne era felice veramente.
D'altronde, era più sensato gioire per il fatto che Nabei avrebbe potuto ricominciare una nuova vita piuttosto che disperarsi per la perdita di uno spietato delinquente.
'' Beh.... allora... grazie. Di tutto.''- fece Sakura, spiazzandola.
'' E di cosa?''
'' Avevi promesso che l'avresti ritrovato... hai mantenuto la promessa... e mi sei stato vicino quasi come un fratello...''
Shiratori distolse lo sguardo imbarazzato. Si sentiva in colpa per quanto era accaduto. Vero, non aveva puntato una pistola contro Nabei ordinandogli di portar via Takagi e di certo non aveva detto ad un idiota del SIT di premere il grilletto... e non aveva spinto Takagi davanti a Nabei.... però... c'erano state due o tre volte in cui aveva sperato che sparisse. Fino a due settimane prima, tutto quello che voleva era levarselo dalle scatole per poter finalmente avere campo libero con Miwako... aveva sperato tante volte che si togliesse di torno... ma non in quel modo. Aveva sperato che s'innamorasse di un'altra donna o che venisse trasferito in un'altra città...
E il destino alla fine lo aveva accontentato... solo per fargli scoprire quale gravissimo errore avesse compiuto...
Sakura aveva avuto ragione nel fargli quella domanda... '' Anche se non dovesse tornare, a te quanto importerebbe da uno a dieci?''. Certo, non avrebbe gioito per la morte di un collega ma forse... non era nemmeno quello per cui avrebbe pianto disperatamente per giorni.
Non era un pensiero onorevole... ma quando aveva toccato con mano che Miwako non era affatto la persona che aveva sempre creduto essere... avrebbe voluto scomparire ogni volta che Sakura lo guardava con quegli occhi pieni di paura e disperazione.
Da quel momento aveva deciso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimediare a quell'errore, che si risolvesse nel migliore dei modi o meno.
'' Ad ogni modo...''- fece Shiratori -'' Considerami al tuo servizio, per qualsiasi cosa.''
'' Ah davvero? Allora ti dispiacerebbe darmi un passaggio in ospedale?''
...
...
...
Non ci fu bisogno nemmeno di chiederlo.
Il tempo di manifestare quel desiderio e di fermarsi a casa del fratello per recuperare dei vestiti puliti, e l'ispettore l'accompagnò all'ospedale centrale di Beika, dove Takagi giaceva ancora in stato d'incoscienza dopo un'operazione particolarmente difficile.
'' Non correre così, rischi di farti male...''- fece Shiratori cercando di bloccare la ragazza che era scesa dall'auto mettendosi a correre come una scheggia.
Detto fatto.
'' Ouch!''- fece Sakura finendo per terra dopo essersi scontrata con una donna -'' Ahia che male...''
'' Oh santo cielo, scusami tanto...''- fece la signorina Kobayashi avvicinandosi alla ragazza per aiutarla a rimettere nella busta le camice pulite che erano finite per terra.
'' Ma si figuri...''- fece Sakura rimettendosi in piedi -'' E' stata colpa mia, non ho guardato quello che c'era di fronte a me e...''
'' Te l'avevo detto di non correre...''- fece Shiratori quando finalmente riuscì a raggiungere la sorella del collega per poi arrossire di colpo quando notò che la giovane era in compagnia della maestra di Conan e dei suoi amici -'' Signorina Kobayashi... che piacere rivederla... che cosa fa da queste parti, non si sente bene...''
La docente sorrise -'' No, stia tranquillo... i bambini mi hanno informato che il detective Takagi era stato operato d'urgenza così ho pensato di passare per vedere come stava.... so che l'operazione è andata bene.''
'' Si...'' - fece Sakura -'' Adesso stiamo solo aspettando che si riprenda... ma il peggio per fortuna è passato.''
La docente sospirò di sollievo -'' Mi fa piacere... non ti trattengo oltre. Va pure da lui.''
Sakura annuì e corse via.
'' Posso... posso offrirle un caffè?''- chiese Shiratori.
Sumiko annuì.
Poco dopo, davanti ad una tazza di caffè, al bar dell'ospedale, i due iniziarono a parlare del più e del meno.
'' Lei e l'agente Takagi... siete molto legati?''- fece la signorina Kobayashi.
Shiratori non potè fare a meno di dirle la verità.
'' Beh... mentirei se dicessi che non lo considero un ottimo agente, una brava persona ed un gran lavoratore...''- fece Shiratori -'' ma se è per questo non posso nemmeno dire che tra noi ci sia un gran feeling.''
'' Come mai?''- fece la docente.
'' Ecco...''- rispose il poliziotto -'' Anche se abbiamo sempre cercato di impedire alla questione di influire sul lavoro... abbiamo avuto non pochi problemi di convivenza civile a causa di una donna.''
'' Si tratta dell'agente Sato, vero?''- fece Sumiko -'' Ha detto ai medici di essere la sua fidanzata.''
Il poliziotto annuì.
'' E ha ragione. Per molto tempo, non ho fatto altro che considerarlo come se fosse il terzo incomodo... qualcuno o qualcosa mandato dal destino per impedire che io e lei potessimo stare assieme... come nelle storie d'amore vecchio stampo... malgrado tutto e tutti alla fine l'amore vince sempre... ma ho commesso un gravissimo errore di valutazione.''- fece il poliziotto dandosi dell'idiota -'' L'ostacolo mandato dal destino... il cattivo della favola... non era lui. Ero io.''
Sumiko sobbalzò a quelle parole.
'' Per molto tempo, non ho fatto altro che mettergli i bastoni tra le ruote, volevo impedire a tutti i costi che le cose tra lui ed una nostra collega diventassero eccessivamente serie.... l'ho fatto perchè ero convinto che l'agente Sato fosse la donna che un giorno avrei dovuto sposare...''
'' Come, la donna che avrebbe dovuto sposare...? Non mi dirà che ha accettato un matrimonio combinato...''- fece la Kobayashi iniziando ad alterarsi un poco, un po' perchè non poteva credere che tuttora vi fossero ancora persone che combinavano i matrimoni e persone che accettavano passivamente la cosa come se si trattasse di dover cambiare disposizione dei mobili.... e un po' forse per paura e gelosia.
Shiratori sorrise -'' No.... quando ero ragazzino incontrai una ragazza che mi colpì moltissimo. Era bella, gentile e coraggiosa... era davvero una persona molto singolare, e da quel giorno mi è rimasta in mente.''
'' Ho capito...''- fece Sumiko -'' Ha creduto che quella bambina e l'agente Sato fossero la stessa persona...''
'' Già... mi sono lasciato ingannare perchè ho dato per scontato che con il suo coraggio ed il suo amore per la giustizia, non poteva essere diventata che un' agente di polizia...''- fece il poliziotto domandandosi dove stava scritto che una qualità non avrebbe permesso ad una persona che seguire una determinata strada.
Lui se la cavava egregiamente in cucina, ed era un grande appassionato di vini ed architettura, aveva una certa attitudine per il disegno architettonico... nulla gli avrebbe impedito di diventare un ottimo cuoco, uno stimato sommelier o persino un bravo architetto o in alternativa un bravo tecnico... ma aveva scelto una strada completamente diversa.
A mente lucida, non avrebbe mai '' decretato'' che la bambina dei suoi ricordi avrebbe dovuto essere per forza una rappresentante della legge... ma forse era stato più per il fatto che ormai disperava di poterla rivedere e per il fatto di non avere nulla in mano per poterla rintracciare.
'' Ma ho sbagliato. E... non ne vado per niente fiero, più di una volta ho sperato che sparisse dalla nostra vita...''- fece Shiratori con gli occhi bassi -'' Ma speravo solo che venisse trasferito in un' altra prefettura o che s'innamorasse di un'altra persona... ma mai, mai gli ho augurato una disgrazia.''
'' Lo so... ci credo.''- fece Sumiko -'' Alla fine... questa ragazza... l'ha ritrovata?''
Shiratori sorrise e mise una mano in tasca.
La ragazza impallidì nel vedere quello di cui si trattava.
Era una coroncina di fiori di carta, un po' spiegazzata, segno dei tanti anni passati ma poteva essere definita in ottime condizioni.
'' L'ho conservata per tutti questi anni, come un portafortuna.''- fece Shiratori.
''Oddio sei tu allora...''- fece Sumiko che ancora faticava a crederci. Il suo primo amore, che aveva sempre disperato di poter ritrovare, che ormai credeva sposato e con dei figli, felice con una famiglia... era lì. Davanti a lei. Che le stava dicendo che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensare a lei e che aveva sempre sperato di ritrovarla, un giorno non lontano.
Troppo bello per essere vero.
...
...
...
'' Sakura...''- fece Sato vedendo la ragazza entrare nella camera dove Takagi dormiva ormai da quasi un giorno.
'' Ciao... allora, dimmi, come sta?''- fece la giovane.
'' E' ancora privo di conoscenza.''- fece la poliziotta -'' L'infermiera dice che è normale... ma non riuscirò a stare bene finchè non lo sentirò parlare e non vedrò i suoi occhi aperti.''
'' Lo stesso vale per me.''- fece Sakura posando la busta con i vestiti puliti su una sedia -'' ma si riprenderà. Ha... ha superato di peggio. E ora merita di essere felice.''
'' Sakura...''
La giovane alzò una mano come per farle cenno di stare zitta -'' In questi giorni... ho avuto modo di conoscerti più da vicino... e ho capito perchè Taru si è innamorato di te. E lo appoggio.
Però so anche che hai il brutto vizio di tenere a distanza le persone che si getterebbero nelle fiamme dell'inferno per te, per proteggerle. Perciò, ecco come stanno le cose: io te lo lascio. Te lo affido. Ma se vengo a sapere che lo fai soffrire, ti assicuro... non ho paura di picchiare un poliziotto.''
Sata sorrise. Degna sorella di Takagi, non c'era che dire. Cerbiatti indifesi a vederli da fuori, ma in realtà combattevano come dei leoni.
'' Ti darò la mia posizione, in quel caso. Così ti risparmio la fatica di venirmi a cercare.''
Le due risero, e subito dopo sentirono il poliziotto mugulare e il fruscio delle coperte che si muovevano.
'' Takagi...''- fece Miwako avvicinandosi al letto.
'' Vado a cercare un dottore....''- fece Sakura correndo fuori dalla stanza.
---
---
'' Wataru....? Amore mio, ti prego svegliati... ce l'ha fatta... ancora uno sforzo e ci siamo.''- fece Sato tenendogli il viso tra le mani.
Il poliziotto mugolò di dolore prima di spalancare gli occhi.
Il sole era esploso in una stanza.
 
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view post Posted on 17/2/2018, 15:40     +1   -1
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Appena ho visto la notifica sono corsa subito a leggere, non vedevo l'ora ** bellissimo capitolo ** anche io sono contenta per Nabei ^^ e ora vado a cercare l'idiota del SIT e lo vado ad ammazzare per quello che ha combinato! E Shiratori sta cambiando un sacco, Sakura mi piace sempre di più e Takagi e Sato migliore coppia di tutti *^* appena ho letto che Takagi si è svegliato mi sono messa a sorridere di gioia *-* sono troppo carini, e mi piacciono un sacco ^^ E Sato ha ragione ^^ si vede che Sakura è la sorella di Takagi, forti e combattivi tutti e due, se fosse successo a me sarei crollata subito probabilmente...questo capitolo mi ha reso un sacco felice, mi piacciono un sacco le tue storie, mi piacerebbe saper scrivere come te ** e nulla, aspetto con ansia il prossimo capitolo, ancora i miei complimenti!<3
 
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view post Posted on 17/2/2018, 23:04     +1   -1
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- Ok... inspiri.... espiri.- ordinò il chirurgo che aveva operato Takagi.
Il poliziotto obbedì, seppur a fatica. La ferita pulsava dolorosamente ed ogni qualvolta che cercava di muoversi o qualunque movimento, volontario o meno lo faceva quasi urlare di dolore.
- Beh, che dire... sembra che vada tutto perfettamente... come si sente?-
- Mi fa un po' male il fianco....- fece Takagi - e mi sembra di aver preso un calcio da un mulo di due tonnellate.-
Il medico sorrise.
- Non faccio fatica a crederle... ha subito un intervento molto delicato mentre era febbricitante... ma ha reagito molto bene. Se ha la stessa forza durante la convalescenza, tra due settimane non avrà più bisogno di noi.- fece il dottore.
- Ottimo...- sorrise Takagi - senza offesa dottore, ma non ne posso quasi più di passare da una prigione all'altra e da un carceriere all'altro.-
- Non si preoccupi. La capisco.- fece il medico - Faccia il bravo, segua le istruzioni e potrà andare ovunque vorrà.-
- Bene...- fece Sato entrando - Perchè abbiamo un viaggio in programma.-
- Sato...- Takagi nel vederla arrossì di colpo. Sperò che sia il medico che la donna imputessero tale rossore alla febbre che non voleva ancora saperne di sparire.
Il medico li lasciò soli.
- Ciao...- fece Sato sedendosi vicino a lui - come stai?-
- Ora che sei qui, non sento quasi il dolore sai...- fece Takagi. La poliziotta lo abbracciò, quasi in lacrime.
- Mi sei mancato da morire...-
Il poliziotto ricambiò la stretta, malgrado bastasse questa a fargli un male cane - Anche tu... mi sono mancati i tuoi occhi... il tuo viso... mi appariva ogni volta che chiudevo gli occhi. E' stato questo a non farmi mollare, prima che Nabei decidesse di costituirsi.-
- Anch'io non ho fatto altro che sognare i tuoi occhi... questa bocca, queste mani... e ho avuto paura di non rivederti... che anche tu mi avresti lasciato sola...-
- No. Questo mai.
Io non ti lascerò mai. Almeno sino a quando non mi dirai tu di sparire dalla tua vita.-
Ecco, questa sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe fatto. Erano passati pochi giorni tra la scomparsa di Takagi ed il suo ritrovamento, ma per lei erano stati dei secoli. L'idea di doverlo allontanare, anche solo per proteggerlo, stavolta le faceva salire i conati di vomito. Indipendentemente dal fatto che Sakura l'aveva minacciata di picchiarla se per caso il fratello avesse sofferto a causa sua.
- Io non voglio che tu te ne vada. Io voglio stare con te. Per sempre.- fece Sato carezzandogli il viso - Voglio svegliarmi accanto a te, tutte le mattine. Voglio essere in disaccordo con te per tinteggiare la cucina o su come sistemare il salotto.... non voglio un solo viaggio con te. Tutti i giorni liberi, ogni festa, ogni vacanza... io voglio te. Solo te. Per tutta la vita.-
Stavolta fu Takagi a prendere l'iniziativa e la baciò.
Poco importava se entrava qualcuno.
...
....
....
Come preannunciato dal medico, dopo due settimane il poliziotto fu dimesso. Subito, come promesso a Sato, i due decisero di partire per il centro termale fuori città. Solo loro due. E nessun altro. In fondo, Sakura poteva dirsi emancipata, oltre ad essere una persona seria e responsabile, non aveva certo bisogno di essere controllata in ogni dove, in qualunque momento ed aveva già messo a verbale la sua deposizione per il caso Hiramune, quindi la sua presenza era inutile.
Il sovrintendente e l'ispettore Megure avevano insistito quasi perchè si prendesse qualche giorno di ferie. E ciò non poteva renderlo più felice data l'intenzione di fare un viaggio con la sua Sato.
Stava appunto finendo di sistemare le ultime cose quando sentì suonare il campanello.
- Arrivo.- fece il poliziotto aprendo la porta per poi maledirsi nello stesso istante.
Shiratori.
Ci mancava solo lui, pensò il poliziotto. Certo, gli era grato per come si era comportato con sua sorella... Sato e Megure gli avevano riferito che era stato vicino a Sakura per quasi tutto il tempo, persino quando era sotto i ferri o ancora privo di sensi... ma qualcosa gli diceva che non era una coincidenza vederlo sulla porta di casa alla vigilia del primo viaggio con Miwako.
- Ciao... passavo di qui e ho pensato di venire a vedere come stavi...- fece l'ispettore.
Certo, come no- pensò l'agente - potevi avere un po' più di fantasia, Ninzaburo.-
- Bene... ancora un po' malconcio, ma sto bene.-
- Hai... in programma un viaggio...?- chiese Shiratori vedendo le valige.
- Sì...- tentennò Takagi maledicendo la sorte avversa che lo perseguitava e che faceva si che alla sua porta bussassero le persone meno indicate nei momenti meno indicati - mia zia ha un brutto raffreddore e...-
- Non mentire. So dove stai andando e so pure con chi.- fece Shiratori - Tu e Sato dovete partire assieme per una gita romantica, vero?-
- Senti...- fece Takagi.
- No. Tu ascolta me.- fece l'ispettore - Non sono venuto qui a spiarti o metterti i bastoni tra le ruote... dovevo parlarti di una cosa molto, molto importante.-
Takagi lo guardò stranito, ma poi gli offrì - Ti va un caffè?-
- Volentieri.-
Lo fece accomodare in cucina e preparò il caffè.
- Ti chiedo scusa, ma ho solo questo da offrire... per cause di forza maggiore non ho ancora fatto la spesa.- fece l'agente versandolo nelle tazze.
- Tranquillo...- fece Shiratori girandosi tra le mani la tazza con il caffè.
- Allora? Di cosa volevi parlarmi?- chiese l'agente.
- Non è una cosa semplice... e alla fine ho paura che tu mi odierai. E non avresti torto... insomma, io al tuo posto lo farei.-
- Che hai combinato, di preciso?- fece Takagi sempre meno certo di averci capito qualcosa.
- Ok. Te lo dico senza giri di parole: vent'anni fa, mi sono innamorato di una ragazzina. Avevamo entrambi poco più di otto anni... era una bimba davvero deliziosa, ed era anche piena di grinta, coraggiosa, ma anche dolce e sensibile. Fu per merito suo se decisi di arruolarmi in polizia.-
- Ok... e allora?-
- Allora... quando ho visto Miwako nella prima sezione ho pensato che era un segnale dell'universo che ci urlava di stare assieme... ma ho commesso un errore. Molto stupido. E' per questo che... non mi sono comportato troppo bene con te.-
- Insomma mi stai dicendo che hai scambiato Sato per un'altra persona...- fece Takagi.
- Sì. E questa persona, che tu ci creda o no, è la copia esatta di Sato. Ci siamo ritrovati da pochissimo, ma per qualche strano miracolo... lei mi ha aspettato per vent'anni e mi ricambia di tutto.-
- E non ne sei felice?- fece Takagi che davvero non capiva lo sguardo mesto del collega. Aveva trovato una donna, anzi l'aveva ritrovata, una donna che aveva sempre amato e scoperto che per gli ultimi vent'anni non aveva fatto che amarlo e pensare a lui... e sembrava uno che aveva appena ricevuto un due di picche clamoroso.
- Certo... ma io mi vergogno.- spiegò l'ispettore - Per tutto quello che ti ho fatto passare, per le volte che ho sperato che tu andassi via, per il pressappochismo con cui ho trattato certe situazioni in cui avevi bisogno di aiuto... quando sei sparito per esempio, quasi non...- ricordava invece di come Takagi, quando lui era stato travolto da un'esplosione, fosse stato uno dei primi ad accorrere al suo fianco, per assicurarsi di come stesse, gli aveva persino tolto un pezzo di macchina dal torace per aiutarlo a respirare meglio, l'aveva trascinato via prima che la benzina prendese fuoco.
Anche allora erano rivali.
Con la differenza che lui non sapeva se si sarebbe fatto tanti scrupoli per aiutarlo.
- Forse io non merito il bene di nessuno...- fece l'ispettore.
- Non dire sciocchezze.- fece Takagi - Hai sbagliato. Come succede a decine di persone, in ogni parte del mondo. Tutti i giorni.- lo tranquillizzò l'agente più giovane - ma non tutte le persone che sbagliano, hanno l'umiltà di chinare la testa, ammetterlo e chiedere scusa.-
- Quindi... non ce l'hai con me?- fece Shiratori basito da quella reazione.
Takagi scosse la testa con un sorriso - Dovrei. Ma so che sei un uomo d'onore. Con un pessimo carattere, un po' troppo pieno di te, ma so che sei un brav'uomo. E poi, come faccio ad avercela con te, dopo che so come ti sei comportato con mia sorella?-
- Grazie...- e in un abbraccio quasi fraterno, tutto fu perdonato.
- Senti... a proposito di Sakura...- fece Takagi - Posso chiederti un favore?-
- Certo. Tutto quello che vuoi.- fece il poliziotto.
- Come sai, sto per partire con Sato per un breve fine settimana... so che non è tipo da farmi preoccupare, ma mi sentirei molto più tranquillo a sapere che ci sei tu con lei.-
- E' diventata quasi una sorella per me, non serve che tu me lo chieda.-
- Ah, giusto per mettere in chiaro due cose...- fece Takago con sorriso che andava dal sarcastico al minaccioso - Ti perdono, dimentico tutto, e salamecchi vari... ma se provi a fare il cascamorto con il mio bocciolo... ti farò avere bisogno del chirurgo plastico per il resto della tua vita.-
- Messaggio ricevuto.- fece l'ispettore alzando le mani in segno di resa.
...
...
...
- Allora mi raccomando...- fece Takagi abbracciando Sakura dopo aver caricato le ultime cose in macchina.
- Si, lo so.- fece la ragazza - Non fare tardi, telefona al minimo spostamento, non accettare niente dagli sconosciuti...-
- Sì. E per qualsiasi cosa, chiedi a Shiratori. Ok?- fece il poliziotto.
Sakura annuì - Va bene. Tu però rilassati e goditi la vacanza. Sato, mi raccomando...-
- Sta tranquilla.- sorrise la poliziotta - ci penso io a lui.-
Pochi minuti dopo, salirono in auto e Takagi mise in moto, pensando che non poteva esserci un finale più felice per quella storia. Era tornato a casa, vivo, dalle donne della sua vita.
Innamorato e ricambiato della creatura più meravigliosa di tutto l'universo.
I suoi carnefici avevano trovato un modo per essere felici: Shiratori si era fidanzato con la ragazza che aveva sempre amato ed avevano chiarito i loro dissapori e Nabei, grazie alla sua testimonianza e al fatto che aveva deciso di costituirsi si sarebbe fatto solo pochi anni di carcere, ed avrebbe avuto i permessi di lavoro.
Malgrado tutto, malgrado tutti... erano tornati alla vita, nel migliore dei modi.



Bene, con questo la storia si conclude. Sto pensando si sviluppare una rivisitazione degli episodi 681-683, con il personaggio di Sakura... che però non se la passerà molto bene. Grazie a tutti per aver letto e aver commentato
 
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view post Posted on 17/2/2018, 23:19     +1   -1
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«Non vado in cerca di guai. Di solito sono i guai che trovano me.»

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Bellissimo ** l'ho letta tutta ad un fiato e non vedo l'ora di leggere la prossima storia ** uh con gli episodi 681-683 che forte ** comunque sei bravissima ** e sono felice che Takagi si sia ripreso e che lui e Sato sono partiti insieme **
 
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19 replies since 9/9/2017, 19:58   775 views
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