Il primo è stato un caso come tanti, dimenticabile.
Sulla vicenda Mary-Vermouth: a parte il bacio lesbo fanservice, a quel punto Vermouth dovrebbe sapere a cosa può portare quel veleno, eppure da come si comporta non sembra proprio. E non pare neppure che stia facendo il doppio gioco.
Così adesso sappiamo che la trasferta a Londra non è servita solo per il momento romantico tra Shinichi e Ran, ma come hanno già fatto notare, il fatto che riconoscano subito quel bambino e facciano due più due è una grossa forzatura. Cavoli, sarebbero bastate due pagine di indagini perché tutto avesse più senso.
E adesso basta, parlatevi per favore!
Dal secondo caso per me si intuisce che Wakasa non è Rum: chi mai porterebbe nella tasca dei pantaloni il ricordo di una persona che ha assassinato? Strano che Amuro non si ponga la domanda.
L'indagine però è stata diversa dal solito: il morto si è davvero suicidato, suo fratello ha tentato di vendicarsi...ottima regia, peccato per alcune forzature, come lo smartphone della maestra nel secchio
e il finale con Amuro che si chiede se ha sognato.
Il terzo caso è il secondo di fila con i nostri non presenti sulla scena del delitto. Quante volte sarà successo? Simpatico il siparietto con Kogoro in stile ispettore Clouseau, ma che infame Conan!
E alla fine tornano i coniugi Kudo, con tanto di pessima pubblicità ai ristoranti italiani.
Il tizio alla porta sarà l'assassino? Troppo esagerato che Conan abbia già capito tutto, ma forse il caso promette bene.
Giudizio finale? Numero così così.
La questione Mary ormai è diventata assurda e irritante e i casi sono stati tutti normali, niente di che.
Ottima l'idea di far risolvere i casi senza stare sul luogo del delitto "in diretta", peccato che così ci siano stati troppi spiegoni, ad un certo punto la lettura si era fatta pesante, sarebbe stato meglio non farne due di fila.
E adesso sotto con il numero 100(sic!).