CITAZIONE (Fifi Kuroba @ 26/2/2024, 10:47)
Questa.
Ripenso al racconto fatto dai santi pastorelli di Fatima, da santa suor Faustina… ecco, se uno vuol “vedere” l’inferno bene che legga quello che hanno detto coloro che l’hanno visto.
Non queste rappresentazioni dove il male è banalizzato e passa per bene. Il male è male. E una volta all’inferno non si torna indietro.
Diciamo che la recensione risulta un po’ di parte e scade nel moralismo, soprattutto se si valuta la fonte, ossia l'Associazione internazionale esorcisti.
Personalmente, posso dire di aver visto la serie senza pregiudizi e averla trovata interessante per alcuni aspetti e mediocre per altri; in sintesi:
1) le musiche e i relativi siparietti visivi sono spesso di ottima qualità e, a mio dire, il vero pregio della serie anche nel doppiaggio italiano, di rado fedele ai testi originali.
2) il messaggio di redenzione delle anime dei dannati è contemporaneo e del tutto slegato dal concetto cristiano e medievale (nel senso storico del termine) di libero arbitrio; basti pensare a Dante, il quale, persino nel fin troppo spesso frainteso canto V dell'Inferno, non vuole e non è in grado di concepire alcun tipo di "perdono" per i veri peccatori.
3) i singoli episodi sono scorrevoli, ma le trame risultano un po' lineari e prevedibili, per quanto siano presenti rilevanti eccezioni (in primis gli episodi 3 e 4, che reputo tra i migliori risultati dell'animazione degli ultimi anni).
4) la volgarità esasperata ed esasperante della serie, per quanto "contestualizzata" dall'ambientazione scelta, risulta a tratti intollerabile. Dal Paradiso, per esempio, mi sarei aspettato un totale controllo del turpiloquio; al contrario, persino a San Pietro (!) sfugge una parolaccia di troppo e ciò risulta un po' imperdonabile persino a un ateo come me.
5) la critica al bigottismo paradisiaco è, ancora una volta, da ricondurre alla realtà di oggi: il vero nemico non è la cristianità in sé, come certi detrattori hanno inteso o voluto far credere, bensì coloro che predicano bene e si comportano male, ossia gli ipocriti. Se si volesse cercare una debolezza in una simile scelta narrativa, oggi relativamente comune nella cinematografia, sarebbe stato senz'altro più indicato domandarsi la ragione per la quale esseri abietti come l'Adamo della serie siano stati ammessi e altri ben più dignitosi siano stati condannati alla sofferenza eterna.
Per concludere, alla luce delle innuverevoli discussioni in rete e della sua inattesa notorietà, mi aspettavo molto di più; tuttavia, affermare che le persone possano essere traviate dal messaggio veicolato è un po' ingenuo, visto che un prodotto simile è rivolto esplicitamente agli adulti, come potrebbero esserlo i Simpson o South Park, e di certo non ai bambini.
