E' andata come avevo previsto
. La legge elettorale favorisce in modo abnorme le coalizioni, anche se i partiti che ne fanno parte hanno programmi contraddittori e confusi. Ci aspettano anni duri, perchè è improbabile che con questi numeri le destre rinuncino per beghe interne all'occupazione di poltrone, cariche e titoli. La signora Meloni sarà primo ministro, Salvini andrà agli Interni, Tremonti o Bagnai all'Economia, Tajani agli Esteri etc. La mummia, pluripregiudicato, manifestamente affetto da demenza senile e rieletto comunque (grazie ai voti delle vecchiette
), potrà abilmente farsi eleggere presidente del senato per poi sperare che la natura lo porti a fare il Presidente della Repubblica. Va detto però che il partito dai più alti consensi è quello dell'astensione. Quando il 37% del Paese sceglie di non scegliere, i vincitori hanno poco di che vantarsi, a prescindere dal colore politico. Salvini politicamente sarà il valletto di Giorgia, ma è una scarsa consolazione anche questa. Cosa dirà il primo ministro quando si celebrerà il centenario della marcia su Roma o il 25 aprile? Probabilmente non dirà nulla e il post fascismo senza olio di ricino si riprenderà la sua rivincita
.
Dall'altra parte ci sarà la classica (miope) resa dei conti. Letta si dimetterà, il PD andrà a congresso ed eleggeranno Bonaccini segretario. Tutto come da copione. Poi, a seconda dell'ala del partito che prevarrà, si deciderà di fare l'accordo con gli stellati o con Calenda (probabilmente più con i primi che con i secondi). Travaglio giustamente gongola, perchè, essendo anche lui il miglior campione del proprio avversario (ricordiamoci che resuscitò lui la Mummia standosene zitto e impacciato mentre il suo avversario spazzolava una sedia e si salvava da sconfitta sicura) potrà attaccare il PD accusandolo di inettitudine e di aver fatto saltare l'accordo con i suoi pupilli. Conte del resto si è salvato raggranellando i voti dei percettori del reddito, che comunque la Meloni non smantellerà. Lo manterranno per evitare rivolte, condannando i poveri alla povertà (e al lavoro nero e all'evasione).
In ogni caso Letta può accusare solo se stesso. Avesse fatto l'accordo con Calenda, le destre avrebbero vinto comunque ma con una maggioranza molto meno forte. Invece gli ha preferito l'elettoralmente inutile di Maio e partiti con i consensi risicati come la Sinistra di Fratoianni e i Verdi di Bonelli. Risultato: tutti i seggi uninominali sono finiti in mano alle destre. Era un suicidio annunciato con le fanfare e così è andata a finire. Lo sapevano tutti nel PD, mentre Letta viveva delle sue pie illusioni
. Da notare comunque che Veltroni prese il 33% (mangiandosi però i consensi di tutta l'area progressista), Bersani il 25% (ante scissione), Renzi il 18% e ora Letta il 19%, appena un punto in più dell'acerrimo nemico. Il PD è ancorato a quel 20% di fedelissimi e da lì non si schioda. Perchè gli Italiani, nonostante tutte le belle parole che si possono pronunciare, sono un popolo tendenzialmente più di destra che di sinistra: è brutto dirlo ma è così. Lo sono sempre stati e confermano questa triste tendenza
.
Di tutti i risultati possibili, questo è probabilmente il peggiore per l'Italia. Le uniche consolazioni sono che almeno avremo un primo ministro donna e che le destre non hanno i numeri per cambiare ad libitum la Costituzione. Ma è poca roba, in confronto ai disastri che seguiranno. Debito alle stelle, corruzione che rienterà dalla porta principale, condoni, scudi fiscali, tassazione tutta rivolta a favorire i ceti alti, zero interesse per i piccoli progetti (che verrano trascurati a favore di spesso inutili grandi opere), per l'istruzione e ovviamente per l'ambiente. Lasciare la transizione ecologica in mano a personaggi che negano il cambiamento climatico e che preferiscono le piattaforme petrolifere ai pannelli solari è disastroso in sè
. L'esodo dei giovani e delle menti più brillanti proseguirà, mentre ci sarà una stretta sui diritti e nuove tragedie nel Mediterraneo. Quanto al PNRR, l'Italia diventerà presto un paria a livello europeo e il Piano di ripresa, già traballante, non avrà tutti gli effetti attesi. E Putin, assieme all'amico Orban, stappa lo champagne, perchè inevitabilmente il fronte atlantista ora ha una crepa che si chiama Italia. Il sostegno all'Ucraina ci sarà ancora, ma sarà molto meno saldo di prima. Nel concreto suppongo che l'Italia frenerà certe prese di posizione del Consiglio Europeo sulla difesa comune e rimanderà lo stanziamento di fondi per l'invio di nuove armi agli aggrediti.
Edited by devian95 - 28/9/2022, 23:33