| Nonostante Shiro cercasse disperatamente di assecondare la sua indole, mantenendo per tutto il tempo del colloquio uno stato di calma apparente, il suo cuore non poté non sussultare improvvisamente quando, udite le sue parole, Hogo, visibilmente stranito, aggrottò le sopracciglia in un'espressione severa e gli intimò subito dopo di proseguire il suo discorso. Adesso il Bianco, per stessa ammissione del Mizukage, aveva la sua piena attenzione, ma Shiro non era tanto sicuro che quella fosse una cosa positiva. In parole povere significava che da quel momento in poi l'uomo avrebbe analizzato attentamente e con fare critico ogni parola che sarebbe uscita dalla sua bocca, pronto ad emettere, nell'evenienza che quanto sentito non lo avesse soddisfatto del tutto, il suo giudizio severo. Perciò la prima cosa che gli balzò in mente fu quella che da quel preciso momento in poi, sarebbe stato meglio soppesare per bene ogni sillaba che avrebbe pronunciato. Fu per questo che dopo aver annuito silenziosamente alla precedente richiesta del Kage, si era preso qualche minuto prima di riprendere a parlare. Esordendo poi con un tono che risultasse il più calmo e chiaro possibile, non prima però di aver deglutito nervosamente.
"Ecco...le cose stanno così" Disse il Bianco mentre compiva un altro paio di passi in avanti, avvicinandosi ancor più alla scrivania su cui sedeva l'uomo, forse per risultare il più chiaro possibile. "Non so se è al corrente dei dettagli della mia missione, comunque le riassumerò in breve le specifiche" Aggiunse subito dopo, lasciando passare qualche secondo tra una frase all'altra, per non far perdere ad Hogo alcun passaggio. "Mi sarei dovuto recare nel piccolo Villaggio di Hanabira, non molto distante da Kirigakure, e collaborare con la giustizia locale, in capo alla persona del Sindaco, per giudicare una prigioniera. Si bloccò per qualche secondo, mentre il suo sguardo assunse un velo impercettibile di tristezza, forse perché era la prima volta che ripercorreva lucidamente nella sua mente gli avvenimenti che gli erano accaduti in quei giorni. Questa ragazza...la prigioniera...era l'unica e più probabile sospettata di aver causato alcuni disastri ambientali nel villaggio...a detta degli abitanti dello stesso, tramite la sua...stregoneria" Marcò volontariamente in modo quasi canzonatorio la pronuncia di quell'ultima parola, come per far capire in anticipo ad Hogo l'assurdità di quell'accusa. Riprendendo poco dopo a parlare. Dopo un primo interrogatorio con l'accusata allora, sospettando che vi fosse qualcos'altro dietro, ho svolto le mie indagini private, ricavando delle piste dalle informazioni ottenute da quell'incontro. Scoprendo in poco tempo che tutto quel processo, tutte quelle accuse erano una falsa...una macchinazione del sindaco, come da lui stesso confermatomi una volta messo alle strette, per incastrare la ragazza e condannarla a morte. Sfruttando la paura che quegli ottusi Si bloccò di colpo, quasi mordendosi la lingua. Non doveva mostrarsi troppo coinvolto se voleva convincere il Kage che la sua scelta fosse stata la più giusta. Sfruttando la paura che la popolazione provava per la "stregoneria" della ragazza, che altro non era che semplice controllo latente del Katon. Infatti ho scoperto in seguito che tale ragazza, di nome Yuri, altro non era che figlia di uno shinobi del nostro Villaggio, disperso in quel luogo durante il conflitto con Oto e ucciso brutalmente proprio dalla gente di quel posto.
Si bloccò, lasciando qualche secondo ad Hogo per immagazzinare tutte le informazioni ricevute fino a quel momento, senza mai distogliere però il contatto visivo con quest'ultimo, nonostante il timore reverenziale che contornava le sue parole, non aveva nessuna intenzione di mostrarsi poco determinato.
Dopo di che allora, nel giorno fissato per la condanna, mi sono diretto in comune Ripartì dopo qualche secondo, inizialmente con l'intenzione di mantenere lo stesso tono pacato avuto fino a quel momento, bloccandosi però di colpo non appena ebbe pronunciato le prime parole. Evidentemente, quanto accaduto in quel luogo quella mattina gli era tornato prepotentemente in testa con la violenza di un cazzotto, scuotendolo per qualche minuto. Per la prima volta da quando era entrato in quella stanza, distolse lo sguardo da Hogo, posandolo sulle sue mani aperte a palmo, che ora osservava con sguardo assente.
Il tutto durò però solo qualche minuto, dopo i quali, conscio dell'importanza che l'essere lucido rappresentasse per quello che stava facendo, si riprese completamente, ricominciando a parlare.
Vede Mizukage-sama... Il tono di voce di voce risultò diverso rispetto a prima, meno convinto, un misto tra il sincero e il rassegnato So BENE che per la riuscita della missione sarebbe stato più logico non intromettersi, assecondare la volontà di quel folle del sindaco, giudicare la ragazza colpevole e intascare la ricompensa. Conosco la filosofia del nostro Villaggio...il suo bene davanti tutto. Ma...nonostante questo... Interruppe il discorso, Abbassando nuovamente il capo. Rialzandolo con un gesto repentino qualche secondo dopo Non ce l'ho fatta!...mi dispiace... I muscoli facciali si erano contratti in un'espressione indecifrabile, e così come la voce anche lo sguardo era mutato in qualcosa di diverso, un qualcosa di decisamente meno freddo e più coinvolto emotivamente. Li ho sterminati TUTTI...dal primo all'ultimo. Il sindaco, le guardie, i carcerieri, il dottore...TUTTI! Tutti gli uomini che avevano collaborato a quella schifosa farsa. Li ho sgozzati, tagliati e trafitti con QUESTA stessa lama![Confessò con la voce ancora vibrante dalla rabbia, mentre stringeva saldamente l'impugnatura di Kamigiri, mostrandola al Kage.
Si sentì più libero non appena ebbe raccontato tutto, lasciandosi andare ad un sospiro sollevato.
Non ho avuto scelta... Aggiunse da li a poco con una ritrovata calma,dopo essersi ricomposto adeguatamente. Non potevo lasciare che quella ragazza innocente morisse ingiustamente, non potevo assecondare il piano di quei folli, non è nella mia natura.
Si pentì quasi subito di aver pronunciato quelle ultime parole con tanta leggerezza, preso dalla frenesia non le aveva ben soppesate. Quella parte di se che aveva appena confessato, poteva benissimo essere interpretata come una debolezza, e confessare una debolezza davanti il Kage non era certamente tra le idee più brillanti a Kiri. Poteva anche portarti alla morte. Perciò riprese subito a parlare, decidendo di cambiare alla svelta argomento.
E questo è quanto. Sono conscio di aver tecnicamente fallito la missione, nonostante la verità nascosta dietro quel processo, il richiedente della missione è morto, e il Villaggio non riceverà alcuna paga. E per questo sono pronto ad assumermi le mie responsabilità.
In realtà non era del tutto vero, nonostante Shiro infatti cercò di sembrare il più deciso e sincero possibile, era palese quanto sperasse di ricevere un giudizio il più clemente possibile. Non condivideva gli ideali del Villaggio, non considerava la sua decisione sbagliata, e morire o essere punito per quello gli procurato non poco fastidio. Ma fatto sta che non poteva farci nulla ora, ormai era in quella situazione e avrebbe anche dovuto recitare nella maniera più convincente per sperare di uscirne sano e salvo.
Nonostante questo però, come già accennato in precedenza, Prima di ricevere il mio giudizio, avrei una favore da chiederle. Lasciò qualche secondo al Kage per riflettere, mentre raccoglieva nuovamente le idee. L'unica vera vittima di tutto questo casino...è solo Yuri, la ragazza accusata ingiustamente dagli abitanti del villaggio. Vede...come le ho già accennato in precedenza era la figlia di uno shinobi del nostro villaggio, che prima di essere trucidato a tradimento da quella gente, è riuscito ad affidala ad una vecchina del posto. La ragazza, dopo aver assistito alla morte del padre, è cresciuta costantemente discriminata per il suo "dono", che per noi è semplice manipolazione del chakra, ma che l'ottusa gente di quel posto era sinonimo di sventure. Nonostante tutto questo, quel viscido vecchio del sindaco ha pensato bene di usarla come capro espiatorio per qualcosa che non aveva fatto, condannandola a morte. Dopo che ho fatto quanto le ho detto...l'unica cosa che rimaneva da fare era scappare il più velocemente possibile da quella fogna, così ho deciso di portare la ragazza con me qui al Villaggio. Era l'unica cosa che potessi fare. Attualmente è in ospedale, sotto le cure dei dottori. Era stata torturata...seviziata...picchiata...e umiliata per settimane. Era distrutta. sia fisicamente che psicologicamente. Dovette fermarsi per un po, arrivare fine alla fine di quel racconto gli aveva procurato una fitta opprimente al petto, considerando che il ricordo di quanto raccontato era ancora perfettamente vivido nella sua mente. Tutto ciò che le chiedo, Hogo-sama, è di lasciare rimanere la ragazza qui nel Villaggio. Sono conscio del fatto che sia una straniera, conosco la politica di Kiri al riguardo, so che è alquanto restia ad ammettere forestieri. MA...questa ragazza è pur sempre la figlia di uno shinobi MORTO per proteggere questo Villaggio. MERITA di poter ricominciare una vita qui...per tutto quello che ha passato... abbozzo un lieve inchino in avanti la prego Mizukage-sama Per poi tornare velocemente in piedi, posando nuovamente il suo sguardo bluastro in quello del Kage di ferro, sperando disperatamente e con tutto se stesso che quanto avesse appena detto, avrebbe fruttato un esito positivo, sia per lui...che per la ragazza.
Questo è quanto avevo da dirle Hogo-sama...adesso mi rimetto al suo giudizio.
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