| CAPITOLO 25 IN TRAPPOLA
Decidemmo di prenderci la rivincita, contro quei due, e di lasciar credere alla polizia che Kaito Kid fosse morto. Organizzammo un piano di azione, prima di tutto cercammo, aiutandoci con la memoria, di scoprire dov'era precisamente il loro covo. Poi preparammo le pistole e ci dirigemmo sul luogo. Eravamo due normalissimi ragazzi che si volevano vendicare di una serie di torti subiti, e anche se avevamo un po' di paura, eravamo sicuri e costanti. Arrivati sul posto però: - Kiaretta, ho paura di rivedere le loro facce... - Ehi, ehi, ci sono io con te ora, stai trnquillo... - Non ho mai sparato in vita mia - Neanch'io Kaito, ma ce la faremo Entrammo nell'edificio, e attraversammo un corto cooridoio, per poi arrivare a un bivio: - Divid... - No, non ci divideremo - lo interruppi io. - Non ce ne sarà bisogno... - disse una voce alle nostre spalle. Ci girammo, uno dei due uomini, quello più robusto era di fronte a noi... - Cercavate me? - chiese con un ghigno. Neanche il tempo di parlare che l'altro mi prese alla vita con un braccio e mi puntò la pistola alla tempia. Kaito tirò fuori la pistola, ma la sua mano tremava. - Prova a sparare - disse l'uomo robusto - e non rivedrai più la tua amica... - Non ascoltarlo, Kaito, uccidilo, vendica i tuoi genitori... Ma la sua mano tremava ancora di più. - Bene, caro il mio ladro - continuò l'uomo - ti lascio una scelta, vuoi risperimentare ciò che hai passato circa un mese fa, o preferisci vedere morire la tua amica? Il suo braccio si abbassò, la pistola gli scivolò di mano, e le lacrime cominciarono a scendere piano sul suo viso. - Kaito non fare lo stupido, sparagli in pieno petto a quel b******o...
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