Capitolo 4 - una preziosa lezione…
Roma 1502. Quegli ultimi due anni furono piuttosto monotoni, infatti li trascorsi tra allenamenti e missioni varie, ma mi permisero di scalare la vetta della gilda. Nonostante la tenera età ero già un assassino temuto e rispettato. Assassino lo ero di fatto, ma non di nome. Ero ancora un apprendista agli occhi dei maestri, soprattutto di Machiavelli e di Saskia, la pupilla di Machiavelli. Non mi capitava mai di incontrare maestra Saskia, ma chi la aveva come insegnate raccontava che fosse una serpe; Era così severa che se una missione non era compiuta come la avrebbe realizzata lei allora era considerata fallita. Mi raccontavano inoltre che aveva un modo di parlare che lei stessa definiva aulico e pretendeva che anche gli altri parlassero come lei. Mi augurai di non essere mai la sua spalla in qualche missione, ma le mie preghiere non furono esaudite. Una volta a notte tarda di ritorno da una missione conclusa con successo sentii Ezio e Machiavelli discutere riguardo alla nomina di assassino completo. Erano decisioni dei grandi perciò non prestai molta attenzione fino a che non pronunciarono il mio nome. - Credo che Eliuca sia pronto- affermò Ezio - Stai scherzando vero?- gli rispose l’altro di getto - è solo un ragazzo- - Ammettilo ha talento - - Ha talento è vero, ma per cacciarsi nei guai- - E’ successo una volta sola. Da allora è migliorato molto- - Visto che sei così sicuro della sua maestria non ti dispiacerà mandarlo in missione da solo a Napoli - - Quella missione è ancora troppo difficile per lui da solo- - Allora manderò Saskia con lui per aiutarlo. Vogliamo entrambi vedere sul campo le sue qualità. Se supererà le nostre aspettative avrà la nostra benedizione - - E sia - - Partiranno dopodomani - I due poi si separarono andando rispettivamente nelle loro camere. Non potevo crederci. Se avessi stupito Saskia sarei diventato un suo pari! La cosa mi rallegrava e mi terrorizzava al tempo stesso: proprio lei doveva accompagnarmi?! Per forza la più pignola tra tutti i maestri?! Poteva andarmi peggio? Il giorno dopo ricevetti da Ezio la notizia della prova finale, anche se non era necessario dirmelo. Durante la giornata preparai le sacche con tutto ciò che mi serviva per partire. Andai dal medico, dal fabbro e al mercato a comprare ciò che mi mancava. Fatti i bagagli andai nella scuderia a preparare il mio baio destriero. - Sapevo di trovarti qui - mi voltai di scatto e vidi maestro Volpe. - Ho saputo che sosterrai la tua prova finale. Convincere Saskia non sarà per niente facile - - Lo so maestro, ma farò di tutto per sorprenderla- - Cerca di non cacciarti nei guai, ma se ci dovessi finire lancia un uccello da me dopo aver legato alla zampa la prima cosa che trovi. Io e gli assassini faremo il possibile per aiutarti - - Lo farò maestro. Comunque ho fatto la mia brutta figura una volta, non intendo ripetere tale evento- cercai di rassicurarlo invano. Lui pareva pensieroso, come turbato da qualcosa. Gli riferii le mie impressioni su di lui e lui rispose che non si fidava di Machiavelli e questo era risaputo nella gilda. - Mi sembra strano che abbia voluto richiamare Saskia dalla sua missione per fare a te da esaminatrice- disse dopo un lungo silenzio - Maestro Machiavelli è sempre misterioso- - Ultimamente però mi sembra accecato da quella donna- - Cosa intendete maestro?- - Pensa sempre a lei, parla come lei, ragiona come lei e ogni volta fa riferimento a Saskia. Qui gatta ci cova. Dammi la tua parola che terrai gli occhi aperti- Annuii.
Napoli, una settimana dopo anno 1502. Cullato dal trottare del mio fido destriero e con la compagnia di Saskia arrivai a Napoli. La mia accompagnatrice trottava taciturna a fianco a me sul suo cavallo nero. Non aveva emesso fiato durante tutto il viaggio se non per ordinare il cibo ad una taverna dove ci eravamo fermati la notte. - Maestra, esattamente qual è la nostra missione?- - Dobbiamo trovare un attore con cui Lucrezia Borgia ha avuto dei rapporti e al quale ha affidato una chiave di riserva di Castel Sant’angelo. Dobbiamo ottenere quella chiave- - Non sembra così difficile- - Povero stolto, mai sottovalutare il nemico- disse con un accento di superiorità nei miei confronti che va ben oltre il rango di maestro e allievo. Mi rese nervoso, ma non lo diedi a notare. Dopo essere entrati in città facemmo un giro a cavallo per ispezionarla. Era molto più piccola rispetto a Roma, ma la immaginavo ancora più piccola. Chiedemmo informazioni a chi viveva lì e loro ci risposero cortesemente che la città aveva una pianta circolare. Le vie principali erano disposte a croce e una era quella che avevamo attraversato per arrivare li da Roma. - Sa per caso dove si trova l’attore Pietro?- - siete fortunati! Deve esibirsi stasera. Ora starà facendo le prove nel teatro al centro della città. Percorrete quella strada – ci indicò il sentiero alle nostre spalle. Forse un vento benevolo stava cominciando a soffiare. - Grazie buon uomo- gli risposi mentre gli donavo qualche fiorino. - è stato un piacere per me - replicò lui rigirando i soldi fra le mani. Ci allontanammo dal nostro benefattore seguendo la strada indicata. Arrivammo al centro della città e l’imponente teatro si elevò di fronte a noi. Era la struttura più grande che avessi mai visto dopo il Colosseo. Scesi da cavallo e mi diressi verso l’entrata della struttura. Una guardia imperiale sulla porta mi fermò poiché non ero un attore. - in realtà venivo proprio da voi perché mi sono perso – mentii - stavo cercando mio zio Pietro e so che si trova qui in zona- La guardia mi osservò e gettò un occhiata alla mia accompagnatrice. Fatto ciò mi rispose: - mi dispiace, ma il tuo parente è uscito proprio poco fa ed è andato di là- indicò una via secondaria e completamente buia - perché dovrebbe nascondersi?- - non vorrai mica che un attore della sua fama venga assalito vero? A volte nemmeno le sue guardie del corpo riescono a trattenere i fan- - grazie! Lo raggiungo subito!- Raggiunsi la strada nella penombra di due edifici. Mi ispirava poca fiducia l’informazione ottenuta, ma non potevo fare altrimenti. Notai delle sporgenze su una delle due case che delimitavano la via e ne approfittai per raggiungere i tetti. Da quell’altezza l’obbiettivo non mi sarebbe potuto sfuggire. L’avrei notato come un falco nota la sua preda. Quello che mi aveva detto la guardia si rivelò esatto: un uomo camminava seguito da due bruti. Lui guardò verso i tetti per evitare di essere seguito e in quel momento lo vidi in faccia: era proprio come Saskia lo aveva descritto: i capelli castano scuro arrivavano sino alle spalle. La sua corporatura non era grossa, ma era solo alto. Mi allontanai dal bordo per non farmi vedere. Lui abbassò lo sguardo e continuò la sua camminata. Controllai intorno: non vi era nessuno in giro e non vi erano altre guardie nei paraggi. Il momento mi pareva perfetto. Piombai dall’alto su quei soldati ignari uccidendoli in un solo colpo grazie alla doppia lama celata. Il mio obbiettivo si accorse solo ora di me, ma non fece in tempo a scappare perché lo avevo afferrato per il collo della giacca e lo avevo costretto con le spalle al muro. - Cosa vuoi da me?- - Dammi la chiave di Castel sant’Angelo. So che ce l’hai- - Se te la do Lucrezia mi ucciderà- - Da chi preferisci essere ucciso per essa?- gli domandai mostrando la lama celata. - Va bene! Va bene! Prendila, ma non uccidermi!- Appena mi diede il tanto agognato oggetto lo lasciai. Lui fuggì e io osservai quell’anticaglia. Era grossa di ferro e piuttosto pesante, ma almeno era nelle mie mani. Questo esame finale era stato troppo semplice! Da come lo descrivevano maestro Ezio e maestro Machiavelli mi aspettavo una cosa impossibile! Mi voltai per uscire dal vicolo, ma c’era una brutta, bruttissima sorpresa ad aspettarmi: un intero esercito aveva le armi sguainate. Vi erano soldati papali, bruti, balestrieri, di tutto e di più. Inizialmente non mi preoccupai: erano troppi per voler acciuffare un singolo fanciullo. - Che piacere vederti faccia a faccia Eliuca Draconis figlio di Eltanin- Non conoscevo questa voce, ma non mi piaceva. Era fredda, tagliente come una lama e avvolgente come un boa costrittore. Proveniva da dietro le mie spalle così mi voltai. Vidi l’ultima persona che mi aspettavo di vedere: indossava un armatura in metallo che rappresentava in alto rilievo alcuni angeli che ne guardavano un altro disegnare con le ali una croce. Gli spallacci reggevano un mantello rosso che arrivava quasi fino ai piedi. Al fianco portava una spada con un elsa elegante e raffinata. Gli antibracci e le cavigliere erano anch’essi in metallo, ma non erano decorati. Portava la barba, corta come i capelli. I suoi occhi erano marroni, ma erano freddi come il ghiaccio. Il suo cuore, ammesso che l’avesse, doveva essere di pietra. Riconobbi la persona che avevo di fronte nonostante non l’avessi mai vista prima d’ora: era Cesare Borgia. Mi ricordai delle parole che mi disse Ezio il giorno in cui mi propose di divenire uno dei suoi:
- Chi è il mandante dello sterminio della mia famiglia?- - una persona pericolosa, molto potente: Cesare Borgia-
Avevo davanti l’uomo che aveva fatto assassinare la mia famiglia. Me l’aveva portata via con tale brutalità che non ebbi mai l’occasione di dare loro l’ultimo saluto.
Ti assicuro che lo prenderemo- - vorrei ucciderlo con le mie mani- Lui capì che ero sconvolto per la perdita. - anche io- confessò - ma non è ora il momento- - e quando lo sarà?- - presto. Te lo prometto-
Era giunto il momento di vendicarli, finalmente. - Non so come tu mi abbia trovato, ma so che ti sei scavato la fossa da solo!- - Come pensi di uccidermi assassino? Io ho un esercito mentre tu sei solo- - Non sapevo fossi così codardo da nasconderti dietro ad un esercito per un solo uomo- - Come mi hai chiamato?! Prendetelo!- Gli eserciti avanzarono da entrambe le parti. Batterli tutti sarebbe stato impossibile, ma dovevo raggiungere Cesare, dovevo vendicare i miei.
-quando sei in un combattimento contro molti è sempre meglio scappare che affrontarli-
Le parole di Ezio mi rimbombarono nella testa. Ma non potevo dargli ascolto: avevo l’occasione di vendicare i miei, non potevo perderla! Scalai il muro da cui mi ero buttato poco prima mentre i soldati correvano per fermarmi. Le guardie papali tentarono la mia stessa impresa mentre i bruti non ci provarono neanche. Corsi sul tetto per tenere d’occhio il mio obbiettivo. Era da solo finalmente. Balzai su di lui, ma egli rispose prontamente allontanandomi con la spada. Dovetti parare il suo colpo con la lama celata che andò distrutta. Le guardie tornarono alla carica saltando dai tetti o raggiungendoci via terra. Di loro non mi importava, se stavano buoni e fermi era meglio, ma li avrei uccisi se necessario. - Affrontami Cesare! O sei troppo coniglio per farlo?- - L’hai voluta tu assassino! Morirai per mano mia come morirono i tuoi genitori!- Lui si fece avanti attaccando con la sua spada lucente. Risposi parando con la mia e contrattaccando. L’esercito assistette a veloci scambi di stoccate, affondi e parate. Anche le improvvisazioni non erano rare. Alla fine dopo parecchi assalti riesco a cogliere Cesare alla sprovvista e riesco a disarmarlo. - E’ finita- confermai puntandogli l’arma alla gola. - Sei molto bravo assassino, ma non ancora abbastanza- - Che diavolo blateri? Mi basta affondare per ucciderti!- - Cosa aspetti allora?- La sua domanda mi colse di sorpresa ma gli risposi a tono: - Vorrei soltanto che tu avessi sofferto di più- gli ruggii contro mentre mi preparavo al colpo finale. Il mio cuore accelerò i suoi abbattiti. Il tempo mi parve rallentare. Stavo per farlo. Stavo per compiere la mia missione. Ezio sarebbe stato fiero di me. Tutti gli assassini lo sarebbero stati. Sarei diventato il loro idolo. Sarei… Provai un forte dolore alla nuca. Poi assaggiai il nero vuoto dell’incoscienza.
Commento di Sky: Ecco che aggiungo questo nuovo particolare il mio commento personale. lo so questo capitolo non è per niente descrittivo, ma poi capirete perchè. Ho scelto Napoli perchè una mia cara amica abita proprio lì e perchè è abbastanza vicina a Roma. Il prossimo capitolo è il più lungo fin'ora scritto e come sapete è stato scritto molto prima di questo. Lo posterò settimana prossima se vi va bene, ma per ora vi lascio e cerco di studiare che ho due materie sotto pesanti e due leggere. Aggiungo le domande al chap ovvero se avete domande anche stupide sulla storia chiedete pure.
per esempio: perchè hai scelto il nome Eltanin per il padre di Eliuca? Eltanin è il mio drago preferito della storia "la ragazza drago" e dovevo dedicargli qualcosa.
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