Detective Conan Forum

Posts written by Spyro17

view post Posted: 13/6/2011, 18:55     Passaparola musicale - Giochi e quiz
anche questa non è male...
provate a sentire: i don't know you anymore dei savage garden
view post Posted: 13/6/2011, 16:06     Passaparola musicale - Giochi e quiz
non è male.... non è il mio gusto, ma non è male io vi propongo questa: iron dei woodkid


canzone colonna sonora del trailer di assassin's creed revelations
view post Posted: 10/6/2011, 13:48     [FOCUS ON] Un'anteprima di karma ed amicizia - Anime
Che ficata la parodia di guerre stellari stile anime giapponese!!!!!!!
ma come ha fatto conan da una foto a ricavare tutto sulla vita dell'uomo è un mistero XD
view post Posted: 9/6/2011, 22:13     +1[Focus On] Il fantasma di Konpira - Anime
CITAZIONE (TheKid @ 9/6/2011, 15:23) 
CITAZIONE (AlwaysAi @ 9/6/2011, 14:47) 
Vorrei tanto scoprire come ha fatto Conan, piccolo com'è, a salire fino a lassù per prendere la cassa audio wireless.

Me lo sono chiesto anch'io... Conan probabilmente a 7 anni è già campione mondiale di salto in alto :1st:

no kiddo ti sbagli. In realtà conan è campione di parkour XDXDXD
view post Posted: 7/6/2011, 02:34     auguri sherry4869 - Buon compleanno
papà: spy che fai cn il pc alle 3 di notte?
io: una cosa importante....

sì questa è una cosa importante. mi hai chiesto tu in persona di farla e nn ho potuto dire di no.... non ho preparato sorprese quest'anno, ma spero che questo desiderio esaudito sia abbastanza...
vhiudo veloce senno domani la prof d'inglese mi sega...
:bday: :bday: :bday:
view post Posted: 4/6/2011, 14:38     Cura e ferisci i personaggi di DC - Giochi e quiz
curo il liquore (XD) e ferisco sonoko
Shinichi Kudo 37
Hiroshi Agasa 23
Suzuki Sonoko 3
Hattori Heiji 46
Tsuburaya Mitsuhiko 36
Tōyama Kazuha 11
Satō Miwako 23
Vermouth 30
view post Posted: 30/5/2011, 13:44     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
Capitolo 5 - dead men walking


Napoli 1502.

Il primo senso che tornò a me fu dolore alla nuca. Subito dopo arrivò l’udito.
- Hai fatto un buon lavoro mia apprendista- sentii dire da Cesare
- grazie maestro- rispose una voce che assomigliava straordinariamente a Saskia.
- va’ dagli assassini e dì loro quello che ti ho detto -
Aprii gli occhi. Notai subito che tutto il mio armamentario e i miei vestiti mi erano stai sottratti sostituiti da una semplice tela grezza. Ero in ginocchio e i miei polsi erano legati tra loro dietro ad un palo alle mie spalle. A sorvegliarmi c’erano vari soldati disposti a caso per tutto il campo. In quel momento osservai che il campo non era in città, ma era poco più fuori di essa infatti un cartello indicava che si stava entrando a Napoli. Da una grande tenda rossa alla mia sinistra vidi uscire due persone: Cesare e Saskia. La seconda aveva uno zaino da cui vedevo uscire il fodero della mia spada.
Saskia. C’era qualcosa di strano in lei, ma che fosse una traditrice non l’avrei mai immaginato! Se lei è una falsa allora anche machiavelli che le va sempre dietro lo è! Cavolo devo avvertire Ezio. Palpai il nodo che teneva uniti i polsi per cercare un modo di districarlo.
Nel farlo Cesare si accorse che ero sveglio e dopo aver congedato la doppiogiochista venne “ a salutarmi”.
- Mi basta affondare per ucciderti- mi ribatté puntandomi la mia lama celata alla gola.
- Che aspetti allora?-
- Sei ansioso di incontrare tuo padre, vedo. Non ti preoccupare lo incontrerai presto, ma prima mi devi fare un favore-
- Io un favore a te? Solo quando l’inferno gelerà!-
- Non hai scelta piccoletto, mi aiuterai comunque, volente o nolente-

Strada per Roma il giorno dopo 1502.

Marciavo imperterrito attorniato dai soldati di Cesare a cavallo. Anche se avessi voluto, come al solito non avrei potuto scappare. Non solo perché avevo una corda al collo tenuta da due soldati che si posizionavano ai miei fianchi ma anche perché la corda che legava tra loro le mie gambe era lunga solo una ventina di centimetri.
Le mani erano legate saldamente al gomito del braccio opposto il tutto dietro alla schiena. Anche ammesso che fossi riuscito a prendere un coltello sarebbe stato inutilizzabile. Non avendo più i calzari sentivo il suolo duro e le rocce pungenti. Avevo i piedi a pezzi. E non solo quelli; nonostante la fierezza con cui rispondevo agli insulti dei soldati o del popolo anche il mio spirito andava rompendosi.
Sentii la corda al collo tirare e mi accorsi che il gruppo si era fermato. E poi lo vidi: spavaldo, sul suo cavallo Cesare galoppava attorno al suo esercito ordinando di fermarsi. Fece un giro completo e poi si fermò davanti a me. Le guardie lo fecero passare e poi ci circondarono di nuovo. Alcuni bruti alle mie spalle mi fecero inginocchiare dandomi con le loro lance un forte colpo al ginocchio. Nonostante il dolore non emisi nemmeno un sordo gemito. Un altro bruto si avvicinò e tirandomi per i capelli mi costrinse a guardare Cesare in faccia.
- Di che umore adesso? Sei pronto a collaborare?-
- Te l’ho già detto: non aiuterò mai un pallone gonfiato come te - gli gridai esibendo il mio tipico sguardo fiero. Lui reagì dandomi un forte colpo in faccia con il manico del frustino che usava per governare il suo cavallo.
-Vedo che i bollenti spiriti non si sono ancora placati. Mi fa piacere. Legategli le mani a ramo più robusto di quell‘albero e usatelo come manichino per i vostri allenamenti. Ma ricordate: mi serve vivo- ordinò prima di allontanarsi andando in una taverna. I capitani di Cesare fecero quanto richiesto e anche di più. Organizzarono una gara di lancio di pietre a cui tutti i soldati presero parte. Stesero un lungo palo fra rami di due alberi e legarono i miei polsi al palo. Strinsero la corda alle caviglie e vi legarono un pesante masso in modo che non avessi potuto muovermi per evitare le loro pietre. I primi a testare la mira furono i soldati più giovani. Nessuno di loro mi prese perciò furono eliminati dal torneo. Poi fu il turno degli arcieri e li furono dolori: molti mi presero e solo pochi furono eliminati. La situazione cominciò a peggiorare quando incuriosito dalle urla Cesare tornò dalla taverna. Vedendo il torneo decise di prendervi parte, ma essendo il capo si passò il lusso di usare non le pietre, ma le frecce. Decise di darmi la possibilità di oscillare per evitare i dardi. La catena alle caviglie fu riallungata a 20 cm e il masso pesante fu tolto. Lui incoccò la freccia nella balestra e prendendo la mira scoccò. Io attesi l’ultimo istante prima di schivarla. Fatto questo lo derisi. Lui si arrabbiò e incoccò altre frecce. Osservò il movimento oscillatorio che avevo assunto e ne approfittò. Poiché non potevo darmi la spinta con le cortecce degli alberi mi diedi una spinta con i fianchi. La punta della freccia strappò la pezza di tela grezza che avevo indosso, ma per fortuna non mi colpì.
- E’ troppo difficile per te prendermi? -
- Non provocarmi piccolo idiota-
- Altrimenti che fai? Chiedi aiuto al papa?-
Preso dalla furia ordinò di pestarmi a sangue, ma di tenermi in vita. Ero troppo prezioso per lui. Dopo avermi circondato ogni soldato mi riempì di botte. Alla fine mi lasciano a terra sanguinante e pieno di lividi. Le corde e le guardie mi impedirono di muovermi.
Una decina di minuti dopo Cesare uscì dalla taverna e trattenne i suoi dal picchiarmi. Provavo dolore in ogni parte del corpo e mi capitò anche di sputare sangue. Mi trovavo con le ginocchia e la mano destra a terra e fissavo l’erba verde macchiata dal rosso. Riprendevo fiato quando il terreno si scurì. Alzai la testa e lo vidi, ghignate con l’armatura scintillante, Cesare troneggiava su di me compiaciuto del lavoro dei suoi uomini.
Si inginocchiò così da essere alla mia altezza.
- Saskia mi ha detto delle tue doti e ho avuto anche l’occasione di vederle. Tu sei di sicuro il migliore fra gli assassini. Al tuo confronto Saskia è polvere. Se continui a sostenere gli assassini il tuo destino è segnato, ma ti basta dire di no e avrai non solo salva la vita, ma anche un ruolo di potere al mio fianco-
- Perché dovrei schierarmi con chi ha ucciso i miei genitori? Devo a Ezio la vita, non a te-
- L’Auditore è un’ erbaccia che va strappata se vogliamo che la pace trionfi!-
- Le nostre idee sono troppo lontane perché tu possa convincermi con le tue parole da serpente-
- Faresti meglio a ripensarci-

Quando fu ora di ripartire, dopo che Cesare e i suoi soldati si furono saziati, ricominciò la marcia straziante. Sotto un potente sole che anticipa l’estate camminavo a rilento, anzi venivo letteralmente trascinato.
- Saremo a casa molto presto miei prodi! Presto potrete gioire con le vostre mogli del successo ottenuto catturando la belva-
Un ‘ovazione si alzò dopo la sua frase, ma poi si zittirono tutti e io lo vidi alla mia destra. Mi osservò anche lui e in tono dispregiativo mi consigliò di godermi i miei ultimi giorni di vita. Non gli riposi. Sprecare fiato sarebbe stato inutile. Lui sorrise. Forse aveva inteso il mio silenzio come un segno di cedimento. Tornò alla testa dell’esercito e ci fece arrivare ad un ostello successivo prima di notte.
L’edificio non era molto grosso: era un convento abitato da soli quattro monaci. L’abate aprì a Cesare che gli sussurrò qualcosa all’orecchio poi ordinò ai suoi soldati di portarmi nella stalla. Il luogo era umido e le travi di legno sembravano pronte a cadere in ogni momento. C’erano una decina di box, ma solo pochi di essi ospitavano cavalli. Uno dei tre bruti che mi portavano aprì la porta di un box vuoto e mi gettarono dentro come fossi un sacco di spazzatura. La paglia sparsa sul pavimento affievolì un po’ la caduta. Dopo aver richiuso la porta del box se ne andarono lasciandomi al buio. In tutta la giornata non avevo mangiato ne bevuto nulla e il mio stomaco reclamava il suo pegno. Cercai di prendere sonno, ma era tutto inutile. I crampi dello stomaco non mi lasciavano pace. Così mi presi il tempo per riflettere; chiusi gli occhi e rivissi la scena del giorno prima riflettendo sul mio comportamento: cosa avevo sbagliato? Era forse sbagliato che Cesare pagasse per quello che mi aveva fatto?
Mentre ero immerso in questi pensieri sentii la porta della stalla aprirsi e chiudersi subito dopo. Una persona aprì la porta del box in cui mi trovavo. Grazie alla candela che aveva in mano potei vederla. Era una donna dai capelli ramati, lunghi e due occhi azzurri. Indossava un abito lungo completamente bianco e indossava un cappuccio simile alla testa di un’ aquila. La donna aveva in mano due ciotole marroni. Si avvicinò e posò a terra ciò che aveva in mano. Mi mosse delicatamente osservando con attenzione i vari lividi e le varie strisce di sangue. Tentai di allontanarmi. Non mi fidavo.
- Calmati Eliuca, eka weohnata néiat haina ono (non voglio farti del male ND SkyDragon)-
Le sue parole mi colpirono profondamente.
- Chi sei tu? Come conosci la lingua di mio padre?-
Non rispose. Mi aiutò a mettermi seduto e prese una delle due ciotole che conteneva acqua. Me la avvicinò alla bocca e in quel momento il mio orgoglio fu più forte della sete. Voltai la testa come a dirle che non volevo bere. In realtà mi vergognavo che una donna mi facesse bere.
Ancora con un flebile sussurro mi rimproverò nella lingua di mio padre che dovevo mettere da parte il mio orgoglio. Sapeva che avevo lo stomaco vuoto. Riavvicinò la ciotola e io bevvi.
Quando ebbi finito mise da parte la ciotola e prese la seconda che conteneva avanzi di cucina. Era un brodo dorato con del riso dentro. Lei prese una cucchiaiata e io assaggiai il piatto. Mi era piaciuto e lo finii in poco tempo. Bevvi in seguito ancora un po’ d’acqua rinfrescante.
- Stai meglio ora?-
- Molto meglio. Dimmi chi sei. -
- Meno sai meglio è-
- Tu sai tutto di me, conosci anche la lingua segreta di mio padre. Chi sei in realtà?-
Lei prese un ciondolo che portava al collo e me lo mostrò. C’era la A degli assassini ed era tenuta in mano da una magnifica bestia alata, un drago.
Riconobbi il simbolo a prima vista. Prima che potessi chiedere qualsiasi cosa lei mi disse che avrebbe mandato un messaggio al gran maestro e poi, riprese le ciotole e la candela e chiuso a chiave il box uscì. Rimasto solo al buio in compagnia dei cavalli addormentati mi sdraiai per terra per riposare un po’ e vinto da Morfeo mi addormentai.

A svegliarmi fu un forte colpo nello stomaco. Appena aprii gli occhi vidi che mi trovavo ancora nella stalla e che il mio acerrimo nemico troneggiava su di me.
- Ti sei svegliato finalmente! Chi l‘avrebbe mai detto che il migliore tra gli assassini di Ezio Auditore fosse un dormiglione!-
Tutti scoppiarono in una sonora risata. Il capo mi afferrò per la maglietta e mi fece avvicinare a lui pericolosamente. Mi lanciò verso i suoi bruti che mi presero evitandomi una caduta. Questi presero le corde presenti nel box che servivano per legare i cavalli e mi immobilizzarono. Poi uscirono dalla stalla dando a Cesare una frusta. Non prometteva bene.
- Stamattina è un brutta giornata per me. I miei uomini sono stati accusati di aver rubato cibo dalla dispensa durante la notte -
- Cosa c’entro io in tutta questa storia?-
- Questa è un ottima domanda, ma dovresti rispondermi tu! So per certo che chiunque abbia rubato ti ha aiutato e questo ne è la prova!- urlò raccogliendo da terra e mostrando il cucchiaio di legno che avevo usato la sera prima - Parla assassino, chi ti ha aiutato?!-
- Quel coso era qui già da prima che voi mi rinchiudeste-
- BUGIARDO! - sbraitò sferzandomi la schiena con la verga.
Un dolore inimmaginabile prese possesso delle mie membra. Mi morsi la lingua per evitare di urlare. Non gli potevo dare questa soddisfazione.
- Confessa! Chi ti ha portato del cibo?-
- Non ho mangiato nulla stanotte-
Cesare fece sibilare la frusta nell’aria ancora una volta prima di colpire esattamente lo stesso punto di prima. Questa volta gli diedi involontariamente la soddisfazione di vedermi cadere in ginocchio. Ancora una volta mi morsi la lingua e aspettai il colpo successivo. Sentii la frusta schioccare di nuovo, ma non avvertii nessun colpo.
Vi era solo la voce di una donna. Alzai la testa. Non mi ero sbagliato. La donna della sera prima era tornata. Ora non aveva gli abiti da assassina, ma sembrava piuttosto una monaca. Parlò con Cesare onorandolo e gli disse che ero innocente. Si ricordava di me. Dormivo qui quando arrivò. Il cucchiaio era suo e lo aveva perso la notte scorsa. La sua bugia parve convincere il castigatore.
- Ti è andata bene assassino, ma non sarai così fortunato la prossima volta-
Cesare uscì dalla stalla e io mi concedetti un attimo per osservare meglio la mia salvatrice.
- Grazie- sussurrai.
- Eltanin mi è spirato fra le braccia, non perderò anche te- mi confessò poco prima che entrassero le guardie di Cesare. Le guardie mi liberarono dalle funi ma mi portarono via di peso. Io guardai la ragazza e lei guardò me facendomi segno che mi avrebbe tenuto d’occhio.
La marcia fu esattamente come il giorno prima. Nei momenti di pausa i soldati potevano sfogare la loro rabbia su di me e lo facevano con gioia. Godevano a vedermi soffrire mentre io facevo di tutto per non dargli questa impressione.
Di primo pomeriggio si avvistarono lontano le torri di guardia dei Borgia. Aumentammo il passo e arrivammo a Roma al tramonto. Attraversando le vie principali della città, Cesare le aveva scelte apposta per umiliarmi agli occhi del popolo, arrivammo a Castel Sant’Angelo. Ad aspettare Cesare sul ponte vi era suo padre, il papa, e sua sorella scortati dai una ventina di guardie papali.
Dopo che la famiglia Borgia si fu salutata calorosamente Cesare presentò al papa e a sua sorella Lucrezia la sua preda.
Le guardie mi portarono avanti al fianco di Cesare e mi costrinsero a stare in ginocchio.
Il papà un uomo piuttosto molto paffuto indossava la solita veste rossa e dorata, simbolo del potere della chiesa e stringeva in mano il bastone papale.
- Quindi tu saresti il figlio del drago dorato- rammentò il papa mentre si avvicinava a me toccandomi il collo con la mano sinistra avvolta in un guanto rosso -Mi lusinga la possibilità di giustiziarti. Sai cosa mi lusingherebbe ancora di più? Che tu mi aiutassi a catturare uno ad uno tutti gli assassini-
Sorrisi.
- Sei un povero stolto se credi che ti aiuterò-
- Mi piaci ragazzo. Ammiro il tuo coraggio, ma sul patibolo non ti servirà a nulla-
Poi il papa si rivolse al popolo presente vicino al ponte rivelando il luogo dove sarei andato a morire: il Colosseo.
Cesare ha commentato il luogo come ottima scelta e ora sempre sotto la sua scorta mi sta portando nel luogo prescelto.



Commento di SkyDragon:
Questo capitolo, il più lungo che io abbia mai scritto per questa ff, era nato molto prima del suo predecessore.
Ho sempre saputo che Eliuca si sarebbe cacciato nei guai, ma non sapevo dove, ne come, ne quando.
All’inizio doveva essere catturato a Parigi, poi a Venezia, poi a Forlì in seguito ad una missione con Caterina Sforza, ma poi in onore ad una mia amica che vi abita ho optato per Napoli.
Nell’ultima riga si legge “scelta e ora sempre sotto la sua scorta mi sta portando” non è un errore di battitura, ma è il momento in cui Eliuca ripensa a tutto ciò che ha vissuto. Siamo nel presente ormai. Ciò che avete letto finora è come Eliuca è arrivato fino al patibolo.
Chissà se sopravvivrà…
Il traditore inizialmente doveva essere Machiavelli, ma poi è arrivata Saskia (nata dalla mia prof di latino) e… o insomma potete immaginare.
Saskia è un personaggio della storia “ Laura Leander e l’anello del serpente di fuoco”
Ho parlato fin troppo! XDXDXD
Avete domande?

view post Posted: 10/5/2011, 15:46     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
Capitolo 4 - una preziosa lezione…

Roma 1502.
Quegli ultimi due anni furono piuttosto monotoni, infatti li trascorsi tra allenamenti e missioni varie, ma mi permisero di scalare la vetta della gilda. Nonostante la tenera età ero già un assassino temuto e rispettato. Assassino lo ero di fatto, ma non di nome. Ero ancora un apprendista agli occhi dei maestri, soprattutto di Machiavelli e di Saskia, la pupilla di Machiavelli. Non mi capitava mai di incontrare maestra Saskia, ma chi la aveva come insegnate raccontava che fosse una serpe; Era così severa che se una missione non era compiuta come la avrebbe realizzata lei allora era considerata fallita. Mi raccontavano inoltre che aveva un modo di parlare che lei stessa definiva aulico e pretendeva che anche gli altri parlassero come lei. Mi augurai di non essere mai la sua spalla in qualche missione, ma le mie preghiere non furono esaudite.
Una volta a notte tarda di ritorno da una missione conclusa con successo sentii Ezio e Machiavelli discutere riguardo alla nomina di assassino completo. Erano decisioni dei grandi perciò non prestai molta attenzione fino a che non pronunciarono il mio nome.
- Credo che Eliuca sia pronto- affermò Ezio
- Stai scherzando vero?- gli rispose l’altro di getto - è solo un ragazzo-
- Ammettilo ha talento -
- Ha talento è vero, ma per cacciarsi nei guai-
- E’ successo una volta sola. Da allora è migliorato molto-
- Visto che sei così sicuro della sua maestria non ti dispiacerà mandarlo in missione da solo a Napoli -
- Quella missione è ancora troppo difficile per lui da solo-
- Allora manderò Saskia con lui per aiutarlo. Vogliamo entrambi vedere sul campo le sue qualità. Se supererà le nostre aspettative avrà la nostra benedizione -
- E sia -
- Partiranno dopodomani -
I due poi si separarono andando rispettivamente nelle loro camere.
Non potevo crederci. Se avessi stupito Saskia sarei diventato un suo pari! La cosa mi rallegrava e mi terrorizzava al tempo stesso: proprio lei doveva accompagnarmi?! Per forza la più pignola tra tutti i maestri?! Poteva andarmi peggio?
Il giorno dopo ricevetti da Ezio la notizia della prova finale, anche se non era necessario dirmelo. Durante la giornata preparai le sacche con tutto ciò che mi serviva per partire. Andai dal medico, dal fabbro e al mercato a comprare ciò che mi mancava.
Fatti i bagagli andai nella scuderia a preparare il mio baio destriero.
- Sapevo di trovarti qui - mi voltai di scatto e vidi maestro Volpe.
- Ho saputo che sosterrai la tua prova finale. Convincere Saskia non sarà per niente facile -
- Lo so maestro, ma farò di tutto per sorprenderla-
- Cerca di non cacciarti nei guai, ma se ci dovessi finire lancia un uccello da me dopo aver legato alla zampa la prima cosa che trovi. Io e gli assassini faremo il possibile per aiutarti -
- Lo farò maestro. Comunque ho fatto la mia brutta figura una volta, non intendo ripetere tale evento- cercai di rassicurarlo invano. Lui pareva pensieroso, come turbato da qualcosa. Gli riferii le mie impressioni su di lui e lui rispose che non si fidava di Machiavelli e questo era risaputo nella gilda.
- Mi sembra strano che abbia voluto richiamare Saskia dalla sua missione per fare a te da esaminatrice- disse dopo un lungo silenzio
- Maestro Machiavelli è sempre misterioso-
- Ultimamente però mi sembra accecato da quella donna-
- Cosa intendete maestro?-
- Pensa sempre a lei, parla come lei, ragiona come lei e ogni volta fa riferimento a Saskia. Qui gatta ci cova. Dammi la tua parola che terrai gli occhi aperti-
Annuii.

Napoli, una settimana dopo anno 1502.
Cullato dal trottare del mio fido destriero e con la compagnia di Saskia arrivai a Napoli. La mia accompagnatrice trottava taciturna a fianco a me sul suo cavallo nero. Non aveva emesso fiato durante tutto il viaggio se non per ordinare il cibo ad una taverna dove ci eravamo fermati la notte.
- Maestra, esattamente qual è la nostra missione?-
- Dobbiamo trovare un attore con cui Lucrezia Borgia ha avuto dei rapporti e al quale ha affidato una chiave di riserva di Castel Sant’angelo. Dobbiamo ottenere quella chiave-
- Non sembra così difficile-
- Povero stolto, mai sottovalutare il nemico- disse con un accento di superiorità nei miei confronti che va ben oltre il rango di maestro e allievo. Mi rese nervoso, ma non lo diedi a notare. Dopo essere entrati in città facemmo un giro a cavallo per ispezionarla. Era molto più piccola rispetto a Roma, ma la immaginavo ancora più piccola.
Chiedemmo informazioni a chi viveva lì e loro ci risposero cortesemente che la città aveva una pianta circolare. Le vie principali erano disposte a croce e una era quella che avevamo attraversato per arrivare li da Roma.
- Sa per caso dove si trova l’attore Pietro?-
- siete fortunati! Deve esibirsi stasera. Ora starà facendo le prove nel teatro al centro della città. Percorrete quella strada – ci indicò il sentiero alle nostre spalle.
Forse un vento benevolo stava cominciando a soffiare.
- Grazie buon uomo- gli risposi mentre gli donavo qualche fiorino.
- è stato un piacere per me - replicò lui rigirando i soldi fra le mani.
Ci allontanammo dal nostro benefattore seguendo la strada indicata.
Arrivammo al centro della città e l’imponente teatro si elevò di fronte a noi. Era la struttura più grande che avessi mai visto dopo il Colosseo. Scesi da cavallo e mi diressi verso l’entrata della struttura. Una guardia imperiale sulla porta mi fermò poiché non ero un attore.
- in realtà venivo proprio da voi perché mi sono perso – mentii - stavo cercando mio zio Pietro e so che si trova qui in zona-
La guardia mi osservò e gettò un occhiata alla mia accompagnatrice. Fatto ciò mi rispose:
- mi dispiace, ma il tuo parente è uscito proprio poco fa ed è andato di là- indicò una via secondaria e completamente buia
- perché dovrebbe nascondersi?-
- non vorrai mica che un attore della sua fama venga assalito vero? A volte nemmeno le sue guardie del corpo riescono a trattenere i fan-
- grazie! Lo raggiungo subito!-
Raggiunsi la strada nella penombra di due edifici. Mi ispirava poca fiducia l’informazione ottenuta, ma non potevo fare altrimenti.
Notai delle sporgenze su una delle due case che delimitavano la via e ne approfittai per raggiungere i tetti.
Da quell’altezza l’obbiettivo non mi sarebbe potuto sfuggire. L’avrei notato come un falco nota la sua preda.
Quello che mi aveva detto la guardia si rivelò esatto: un uomo camminava seguito da due bruti. Lui guardò verso i tetti per evitare di essere seguito e in quel momento lo vidi in faccia: era proprio come Saskia lo aveva descritto: i capelli castano scuro arrivavano sino alle spalle. La sua corporatura non era grossa, ma era solo alto.
Mi allontanai dal bordo per non farmi vedere. Lui abbassò lo sguardo e continuò la sua camminata.
Controllai intorno: non vi era nessuno in giro e non vi erano altre guardie nei paraggi.
Il momento mi pareva perfetto. Piombai dall’alto su quei soldati ignari uccidendoli in un solo colpo grazie alla doppia lama celata. Il mio obbiettivo si accorse solo ora di me, ma non fece in tempo a scappare perché lo avevo afferrato per il collo della giacca e lo avevo costretto con le spalle al muro.
- Cosa vuoi da me?-
- Dammi la chiave di Castel sant’Angelo. So che ce l’hai-
- Se te la do Lucrezia mi ucciderà-
- Da chi preferisci essere ucciso per essa?- gli domandai mostrando la lama celata.
- Va bene! Va bene! Prendila, ma non uccidermi!-
Appena mi diede il tanto agognato oggetto lo lasciai. Lui fuggì e io osservai quell’anticaglia. Era grossa di ferro e piuttosto pesante, ma almeno era nelle mie mani. Questo esame finale era stato troppo semplice! Da come lo descrivevano maestro Ezio e maestro Machiavelli mi aspettavo una cosa impossibile!
Mi voltai per uscire dal vicolo, ma c’era una brutta, bruttissima sorpresa ad aspettarmi: un intero esercito aveva le armi sguainate. Vi erano soldati papali, bruti, balestrieri, di tutto e di più. Inizialmente non mi preoccupai: erano troppi per voler acciuffare un singolo fanciullo.
- Che piacere vederti faccia a faccia Eliuca Draconis figlio di Eltanin-
Non conoscevo questa voce, ma non mi piaceva. Era fredda, tagliente come una lama e avvolgente come un boa costrittore. Proveniva da dietro le mie spalle così mi voltai. Vidi l’ultima persona che mi aspettavo di vedere:
indossava un armatura in metallo che rappresentava in alto rilievo alcuni angeli che ne guardavano un altro disegnare con le ali una croce. Gli spallacci reggevano un mantello rosso che arrivava quasi fino ai piedi. Al fianco portava una spada con un elsa elegante e raffinata. Gli antibracci e le cavigliere erano anch’essi in metallo, ma non erano decorati.
Portava la barba, corta come i capelli. I suoi occhi erano marroni, ma erano freddi come il ghiaccio. Il suo cuore, ammesso che l’avesse, doveva essere di pietra. Riconobbi la persona che avevo di fronte nonostante non l’avessi mai vista prima d’ora: era Cesare Borgia.
Mi ricordai delle parole che mi disse Ezio il giorno in cui mi propose di divenire uno dei suoi:

- Chi è il mandante dello sterminio della mia famiglia?-
- una persona pericolosa, molto potente: Cesare Borgia-

Avevo davanti l’uomo che aveva fatto assassinare la mia famiglia. Me l’aveva portata via con tale brutalità che non ebbi mai l’occasione di dare loro l’ultimo saluto.

Ti assicuro che lo prenderemo-
- vorrei ucciderlo con le mie mani-
Lui capì che ero sconvolto per la perdita.
- anche io- confessò - ma non è ora il momento-
- e quando lo sarà?-
- presto. Te lo prometto-

Era giunto il momento di vendicarli, finalmente.
- Non so come tu mi abbia trovato, ma so che ti sei scavato la fossa da solo!-
- Come pensi di uccidermi assassino? Io ho un esercito mentre tu sei solo-
- Non sapevo fossi così codardo da nasconderti dietro ad un esercito per un solo uomo-
- Come mi hai chiamato?! Prendetelo!-
Gli eserciti avanzarono da entrambe le parti. Batterli tutti sarebbe stato impossibile, ma dovevo raggiungere Cesare, dovevo vendicare i miei.

-quando sei in un combattimento contro molti è sempre meglio scappare che affrontarli-

Le parole di Ezio mi rimbombarono nella testa. Ma non potevo dargli ascolto: avevo l’occasione di vendicare i miei, non potevo perderla!
Scalai il muro da cui mi ero buttato poco prima mentre i soldati correvano per fermarmi. Le guardie papali tentarono la mia stessa impresa mentre i bruti non ci provarono neanche.
Corsi sul tetto per tenere d’occhio il mio obbiettivo. Era da solo finalmente. Balzai su di lui, ma egli rispose prontamente allontanandomi con la spada. Dovetti parare il suo colpo con la lama celata che andò distrutta.
Le guardie tornarono alla carica saltando dai tetti o raggiungendoci via terra. Di loro non mi importava, se stavano buoni e fermi era meglio, ma li avrei uccisi se necessario.
- Affrontami Cesare! O sei troppo coniglio per farlo?-
- L’hai voluta tu assassino! Morirai per mano mia come morirono i tuoi genitori!-
Lui si fece avanti attaccando con la sua spada lucente. Risposi parando con la mia e contrattaccando.
L’esercito assistette a veloci scambi di stoccate, affondi e parate. Anche le improvvisazioni non erano rare.
Alla fine dopo parecchi assalti riesco a cogliere Cesare alla sprovvista e riesco a disarmarlo.
- E’ finita- confermai puntandogli l’arma alla gola.
- Sei molto bravo assassino, ma non ancora abbastanza-
- Che diavolo blateri? Mi basta affondare per ucciderti!-
- Cosa aspetti allora?-
La sua domanda mi colse di sorpresa ma gli risposi a tono:
- Vorrei soltanto che tu avessi sofferto di più- gli ruggii contro mentre mi preparavo al colpo finale.
Il mio cuore accelerò i suoi abbattiti. Il tempo mi parve rallentare. Stavo per farlo. Stavo per compiere la mia missione. Ezio sarebbe stato fiero di me. Tutti gli assassini lo sarebbero stati. Sarei diventato il loro idolo. Sarei…
Provai un forte dolore alla nuca. Poi assaggiai il nero vuoto dell’incoscienza.


Commento di Sky:
Ecco che aggiungo questo nuovo particolare il mio commento personale. lo so questo capitolo non è per niente descrittivo, ma poi capirete perchè.
Ho scelto Napoli perchè una mia cara amica abita proprio lì e perchè è abbastanza vicina a Roma.
Il prossimo capitolo è il più lungo fin'ora scritto e come sapete è stato scritto molto prima di questo.
Lo posterò settimana prossima se vi va bene, ma per ora vi lascio e cerco di studiare che ho due materie sotto pesanti e due leggere.
Aggiungo le domande al chap ovvero se avete domande anche stupide sulla storia chiedete pure.

per esempio: perchè hai scelto il nome Eltanin per il padre di Eliuca? Eltanin è il mio drago preferito della storia "la ragazza drago" e dovevo dedicargli qualcosa.


view post Posted: 5/5/2011, 13:56     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
CITAZIONE
Quando posti, Spyro? :3

Visto che me lo chiedi non posterò! XD
Il capitolo che sto scrivendo ora il 4 è quello fin'ora più difficile da scrivere. e forse dovrò dividerlo in due chap... ancora non so.
Per ingannare l'attesa del capitolo se avete domande riguardo alla storia sarò più che lieta di rispondervi.
Vanno bene anche domande stupide a parte--->
CITAZIONE
Quando posti, Spyro? :3

view post Posted: 30/4/2011, 21:05     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
Fifi il poremio era stabilire il nomedi una giovane assassina aiutante del piccolo eroe... che nome suggerisci?
view post Posted: 29/4/2011, 16:50     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
CITAZIONE
Sul nome... Eliuca... se letto al contrario viene Acuile... una pronuccia davvero simile a quella di Aquile...
Ma per il resto non mi viene in mente altro...

O_O
Abbiamo un vincitore!
esatto fifi hai indovinato!
ho creato il nome Eliuca un bel po' di tempo fa ed era il nome di una razza aliena nell univarso di Star wars.. dopo lo trasferii a questa ff perchè le aquile sono gli animali simbolo degli assassini ( vedi il salto della fede) solo che non potevo scrivere Eliuqa in italiano non sarebbe accettato così ho cambiato la Q in C...
view post Posted: 28/4/2011, 21:05     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
ma anche no...
ritenta sarete più fortunate...
Spyro basta parlare se no finisci che vuoti il sacco!
view post Posted: 28/4/2011, 20:59     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
sbagliate entrambe... è molto molto pià vicina
view post Posted: 28/4/2011, 20:30     Assassin's fiction - Non-Conan FanFic
* passa palla di polvere*
npon credevo fosse così difficile...
questo "contest" è stato aperto anche ai miei lettori di EFP ( ovvero una lettrice)
Altro indizio nato dalla messaggiata con lei:

CITAZIONE
-il nome 'Eliuca' non esiste, ma inventato potrebbe avere qualche significato particolare

su questo hai ragione!
CITAZIONE
-potrebbe essere un composito ( ovvero due nomi uniti )

No
CITAZIONE
-mi ricorda moltissimo un nome di origine greca e uno di origine rumena

No. non provare con il latino ne con il rumeno, non arriveresti a nulla. la lingua del nome è molto più "attuale e vicina" di quello che pensi.
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