Volume nella media, come gli ultimi.
Si comincia con il caso della
Donna rossa. Dovrò andare a rileggermelo in futuro perché credo di essermene persa qualche pezzo. E sì che mi ero riletta il primo file una settimana fa proprio in vista della ripresa! Stranamente ho trovato alcuni elementi piuttosto prevedibili: per esempio, che la polvere bianca attaccata alla manica di Sera fosse sale e che in qualche modo avesse contribuito a far galleggiare i pomodori (a proposito dei pomodori che erano nella vasca sin dall'inizio, ma Ran e Sonoko hanno la cataratta?! Come hanno fatto a non vederli?! Vabbè che l'acqua era verde...), e che l'assassina fosse l'amica dai capelli bianchi, che sapeva chi fosse Sera ancor prima che gliela presentassero. Mai mi ero trovata davanti a indizi così palesemente buttati in faccia al lettore.
Poi dicevo, il caso devo rileggerlo, perché che ci fosse un'amante con il tizio morto in passato non l'avevo proprio colto.
Il secondo caso è quello dello
scrittore di romanzi d'amore (scrittore che da giovane era tanto caruccio, ora invece è un pelatone dall'aria mafiosa). Spenderò due parole sulla trama del romanzo che sta scrivendo: "Il telefono, il mare e io". Mi è piaciuta assai! Molto tenera e interessante, a mio parere, un libro così lo leggerei. Ma, anche qui, elementi prevedibili: la morta era la bambina delle elementari che aveva suggerito la trama e per questo voleva lavorare tanto al romanzo del suo maestro, ed era sempre lei la cameriera venuta a portare il vino all'inizio del caso. Si nota subito che lo stile di Aoyama differisce per i personaggi principali piuttosto che per le semplici comparse. Sorvolerò sul trucco (fattibile? Mah) di questo omicidio avvenuto per un malinteso. Fatemi capire: lui l'ha uccisa perché si era convinto che lei volesse soffiargli il romanzo (o roba simile), ma quando mai lei l'aveva dato a intendere? Si è fatto un film mentale e ha agito di conseguenza? Ma allora sei scemo.
Sullo
scambio di droga sorvolo, non perché fosse un brutto caso, ma perché sono sconvolta da Conan e Heiji che sanno a memoria ogni singola fermata, nell'ordine, di tutta la linea metropolitana delle rispettive città. E risolvono un caso per telefono.
Come salto pure l'ultimo file, in cui comincia un caso ambientato nel passato che reintroduce il buon Shinichi. Ah, i tempi andati.
Passando invece allo
special report, l'ho apprezzato molto. È sempre interessante apprendere della nascita dei personaggi e di come lavora il maestro Gosho. L'intervista, però, come previsto e come dev'essere, non risponde a nessuna delle domande fondamentali: serve solo a rammentare al lettore che ci sono questa e quest'altra cosa che devi tenere a mente, nel caso le avessi perse per strada durante gli ultimi 82 volumi (vedasi il diario di Itakura e l'ultimo ps di Akemi, per quanto mi riguarda).
In conclusione: volume che non si eleva rispetto ai precedenti e che, sorprendentemente, si rivela quasi peggio per gli indizi nascosti male o non nascosti proprio. I casi son due: o mi è venuto l'occhio di falco, o Aoyama sta perdendo smalto a tocchi.
La trama è leggermente avanzata, aggiungendo un nuovo tassello: la "sorella minore da fuori territorio", che sono curiosa di scoprire chi sia. Vista così, punterei sulla madre di Sera sotto APTX, imparentata con Yukiko (così si spiega anche come mai Sera e Shinichi si conoscano già).
Aoyama veleggia speditamente anche verso le sottotrame romance, regalandoci momenti sexy con Ran che perde la salvietta e Heiji che si dichiara (più o meno) a Kazuha. Per non dimenticare Shinichi e Ran all'acquario, ma per questo ci vediamo a dicembre, al prossimo volume.