Detective Conan Forum

Posts written by "Quella Persona"

view post Posted: 11/3/2016, 22:31     +1Quello schifo di albero - FanFic
Ciao Shiho Miyano,
ho appena finito di leggere la tua fanfic e ti lascio un mio modesto parere.

Parto col dirti che a me la Fic è piaciuta perché ha uno stile che colpisce parecchio e che non annoia, però ci sono delle cose che dovrebbero essere sistemate, come per esempio alcuni tempi verbali che andrebbero corretti e qualche passaggio che andrebbe descritto leggermente meglio, oppure ampliato.

Ciò ho apprezzato è stato anche il fatto che all'interno della storia si trovano tantissimi riferimenti a cose che accadono ai giorni nostri rendono quindi la storia molto gradevole da leggere, suscitando anche la familiarità con determinati eventi o citazioni, come Frozen per esempio.

Lo stile graffiante e a volte anche irriverente però deve sempre essere lavorato in un periodo che sia più simile alla sintassi scritta che non alla sintassi parlata, quindi rendere la frase più "letteraria" e meno "dialogata", questo è una critica legata più appunto alla forma scritta, perché se fosse un monologo teatrale sarebbe davvero bellissimo perché è molto spontaneo, ma questa spontaneità causa nel lettore un po' di scombussolo non capendo più di cosa si stia parlando o chi sia a pensare una certa cosa.

Per il resto posso dirti che è semplice, impressionante e vi sono molte immagini! Riesci a costruire una grande quantità di immagini visive e questa è una capacità molto rara: quando si legge bisogna produrre con la mente delle immagini, come se fosse un film mentale e devo ammettere che qui vi sono riuscito, perché questa decisione e questo stile diretto permette di focalizzare bene la situazione e ciò che vi accade, ma ti consiglio di lavorarci molto su questo aspetto per fornire immagini belle e anche formate con periodo corretti e piacevoli da leggere che non creino quel sconquasso nel lettore che deve rileggere il periodo per comprenderlo bene a fondo.

Che dire per il resto? A me è piaciuto, mi ha attratto molto il titolo, anche questo diretto.

Bel lavoro, complimenti!
view post Posted: 24/2/2015, 22:48     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buonasera a tutti miei cari lettori,
ebbene sì, arrivo in ritardo, lo so benissimo, chiedo scusa, ma purtroppo questi sono stati dei giorni un po' difficili, innanzitutto la scomparsa del grande Ronconi e poi altri impegni, ma vi ringrazio comunque per i bellissimi complimenti che avete lasciato! Lo apprezzo molto, ma adesso voglio solo soddisfare la vostra curiosità!
Buona lettura,
a voi! :D

CAPITOLO 11


Tre tocchi rapidi di bacchetta e poi le mani del direttore d’orchestra si alzarono, mentre il sipario rosso si apriva lentamente. Le note dell’orchestra cominciarono ad invadere la platea e fu subito silenzio tra il pubblico, dato che il palco iniziò ad illuminarsi e i ballerini cominciavano ad entrare in scena. Tutti erano a bocca aperta nel vedere la fantastica scenografia e le movenze dei ballerini che sembravano angeli che si muovevano in paradiso, senza sapere di trovarsi al portone dell’inferno.
Il Boss era davanti alla porta bianca e i suoi due scagnozzi avevano appena premuto il grilletto delle loro pistole, facendo esplodere i volti delle due guardie che erano fuori dalla porta.
- Perfetto. Sipario aperto, si comincia!-
Esordì il Boss mettendo la mano sopra la maniglia e tirandola verso il basso, entrando nel palchetto, dove non volava neanche una mosca e regnava il silenzio e anche il buio.
Nessuno si accorse di nulla, per qualche istante sembrava tutto normale, ma poi altri due colpi sparati col silenziatore e due tonfi e l’Imperatore si voltò per vedere cosa stava succedendo e si trovò davanti il Boss dell’organizzazione nera. Il Primo Ministro si alzò in piedi per dire qualcosa:
- Ehi, ma chi diavolo …-
Venne però subito preso dal braccio di Gin, il quale con un coltello affilatissimo tagliò la sua gola, lasciando cadere il corpo sotto gli occhi tremanti e impauriti dell’Imperatore, il quale si trovò le scarpe immerse nel sangue del Primo Ministro.
- Salve, Vostra Maestà.-
Sibilò l’uomo vestito in nero con la rosa all’occhiello buttandosi sulla seda sopra la quale prima vi era il Primo Ministro. L’Imperatore fissava quell’uomo con fare spaventato, ma cercava di mantenere la calma, sapeva benissimo che se avesse urlato sarebbe stato freddato da Vodka, che aveva la pistola puntata alla sua testa.
- Penso che dobbiamo parlare di cose importanti, noi!-
Minacciò il Boss con una mano sopra il calcio di una pistola in ferro, una rivoltella che era illuminata dai pochi lampi luminosi che venivano dal palcoscenico.

- Hanno cominciato!-
Esordì a bassa voce Yusaku che aveva seguito tutta la scena e adesso doveva assolutamente avvertire suo figlio che si trovava al palchetto, senza essersi accorto di nulla!
L’incubo era iniziato a sarebbe stato lo scontro finale tra tutti quanti. Di sicuro uno dei due schieramenti doveva uscire vincitore e l’altro perire. Chi avrebbe vinto quell’ultima battaglia.
Yusaku vide Gin che si stava togliendo la maschera con fare soddisfatto e anche Vodka pareva sudatissimo, ma contento, mentre l’Imperatore era impassibile, con gli occhi fissi sul palcoscenico dove i ballerini danzavano ignari di ciò che stava succedendo.
view post Posted: 22/2/2015, 13:54     +1Addio Luca Ronconi - Notizie

LUCA RONCONI: UN INNOVATORE, UN MAESTRO E UN GRANDE ARTISTA.




E' venuto a mancare, all'età di 81 anni il celebre regista e attore teatrale Luca Ronconi, una pietra miliare della nostra cultura, un uomo che ha fatto del Teatro la sua vita e un uomo che lo ha rinnovato. Di grande importanza storica per chi pratica teatro e per chi ama questo mestiere! E' stato un grandissimo maestro, che sempre ha portato nel Cuore la passione per l'arte drammatica, pulendola e dandole nuovo aspetto. Non sempre le sue opere sono state apprezzate, non sempre i suoi esperimenti sono andati a buon fine, ma senza dubbio sono sempre serviti a migliorarlo, fino a quando Strheler non lo prese come assistente regista e poi gli affidò la direzione del Piccolo Teatro di Milano.
Fino alla fine ha continuato a seguire i propri lavori e sempre con grande presenza ha cercato di dare il meglio per la scena, appassionando intere platee.
Il suo ultimo spettacolo,di ben 5 ore e mezzo, scritto da Stefano Massini "Lehman Trilogy" è ora in scena nella sala del Piccolo Teatro Grassi di Milano.
Grandi condoglianze sincere a tutta la famiglia!

Non dimenticherò mai il giorno in cui la incontrai casualmente, maestro! E' stato un piacere conoscerla!
Ci mancherà tanto,
un saluto.

Edited by Fifi Kuroba - 1/6/2015, 18:20
view post Posted: 21/2/2015, 20:06     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buonasera a tutti quanti,
sono contento che il capitolo vi sia piaciuto e spero che questa Fic continui a soddisfarvi e a piacervi! Adesso continuo con la storia. I minuti passano e il sipario si deve aprire .... ma si aprirà per davvero?
Buona Lettura a tutti voi! :D

CAPITOLO 10



La gente attendeva davanti al sipario storico che raffigurava una battaglia. Un esercito contro l’altro che stava per combattere per ottenere la vittoria. I cavalli, le armature e i volti dei personaggi erano realistici, sembravano davvero tutti in tensione, prima che l’inferno si fosse scatenato sul campo di battaglia, ma ovviamente la gente non vedeva l’ora che quella tela si alzasse e sparisse dalla loro vista per poter vedere lo spettacolo vero e proprio.
L’Imperatore stava seduto al suo balcone, con aria rigida, respirando l’aria che aveva attorno: aveva freddo, stranamente, come se qualcosa non stesse andando come avrebbe dovuto.
Il Primo Ministro fissò l’Imperatore e allungò il collo verso di lui, per potergli parlare nell’orecchio
- Tutto bene, Vostra Maestà?-
- Certo, tutto bene.-

Shiho scese le scale, tra le dita si rigirava quel foglio di carta, ormai tutto stropicciato: aveva freddo, anche lei. C’era qualcosa che non andava in quel posto e proprio in quell’istante un uomo gli diede una spallata e lei cadde a terra. Shiho alzò subito lo sguardo dolorante, perché aveva battuto la schiena e vide una mano tesa verso di lei. La donna la prese d’istinto, si aggrappò ad essa e non appena fu sollevata e si trovò con gli occhi dentro lo sguardo dell’uomo rimase stupita: non lo conosceva, eppure quegli occhi le dicevano tantissime cose.
- Mi spiace.- si limitò a dire l’uomo prima di continuare il suo cammino, lasciando sola la scienziata che continuava a guardalo con aria perplessa e si chiedeva, a bassa voce:
- Chi sei tu?-

- Shiho non è ancora tornata e tra un minuto inizia la rappresentazione!-
Il Dottor Agasa era particolarmente seccato da quella cosa e si appoggio alla balaustra del palchetto, sbuffando e borbottando qualcosa sotto i baffi bianchi e folti.
Ran stava guardando Shinichi, il quale era intento a osservare bene tutta la platea e tutti i luoghi a lui visibili da quel posto: che cosa stava cercando non lo sapeva nemmeno lui, ma era tutto troppo normale per poter essere vero. La musica dei “Cavalieri” l’aveva benissimo riconosciuta, ma non sembrava esserci nessuna traccia degli Uomini in Nero! Che si fosse sbagliato?
- Tutto bene?-
La voce soave di Ran raggiunse l’orecchio del detective il quale si voltò e le sorrise, annuendo alla sua domanda, senza dare una risposta ben precisa, un semplice oscillamento del capo e tutto era finito.
Le luci cominciarono ad abbassarsi e sipario storico spariva in alto, lasciando posto al sipario in velluto rosso, ancora chiuso, ma in procinto di aprirsi.

- Bene, sta per iniziare!-
Disse il Boss tutto contento, festeggiando con i suoi due uomini migliori. I suoi occhi malvagi erano pieni di soddisfazione e continuarono a camminare per i corridoi, mentre i commessi dicevano loro di andare al loro palchetto.
- Sì, ci siamo persi, ma adesso ci andiamo.-
La risposta del Boss era tanto naturale da non insospettire nessuno, ma adesso tutto era pronto e il sipario storico era alzato, stava per iniziare un’altra rappresentazione.
- Continuiamo!-
Camminarono per altri quindici metri quasi fino a trovarsi a pochissimi passi dal loro punto di inizio.
Le luci stavano per spegnersi del tutto.
Trenta secondi all’apertura del sipario rosso.
view post Posted: 20/2/2015, 11:00     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Eccomi miei carissimi lettori,
prima di tutto, come al solito, un grazie enorme ai vostri commenti sempre gentili e sempre così apprezzati dal sottoscritto per la loro sincerità! :D
Passo subito con il capitolo di oggi e spero che vi piaccia ...
Si aprirà davvero il sipario?
Buona lettura!

CAPITOLO 9



- Lo hai visto?-
L’uomo annui a sua moglie che fingeva di tenere gli occhi contro il sipario, aspettando che il telo rosso si alzasse o si aprisse.
- Come ti è parso?-
- Molto in ansia.-
- Lo immaginavo!-
Yukiko fece un cenno ad una persona che aveva alzato gli occhi verso di lei e sorrise poi all’uomo che aveva seduto a fianco che però era in procinto di andarsene. La cosa era evidente in quanto teneva una gamba tesa, pronto per alzarsi e correre via dal palchetto della donna.
- Yusaku dobbiamo tenere gli occhi aperti.-
- Hai visto qualcuno che non sarebbe dovuto essere qui?-
La donna annuì e raccontò al marito il suo incontro con Sharon fuori dal Teatro dell’Opera, quindi il marito annuì pensoso e provo a cercarla in mezzo alla folla, ma la donna gli fece notare che da quando lei aveva varcato la soglia del Teatro non l’aveva più vista. Che se ne fosse andata? Sharon però non era il tipo da andare via, lasciando una missione incompiuta.
- Stiamo attenti!- sentenziò infine lo scrittore alzandosi e richiudendosi alle spalle la porta del palchetto.
Dieci minuti all’apertura del sipario.

Il Boss camminava per i corridoi quasi vuoti del Teatro e sentiva tutte le porte chiudersi velocemente con le persone che parlavano ad alta voce, facendo commenti oppure discutendo su come sarebbe stato il balletto, dato che Herbert Derek era un grandissimo regista di balletti, un coreografo amato da tantissimi spettatori, sia nella sua Patria Natale: l’Inghilterra, sia all’estero e soprattutto in oriente.
- Ci siamo quasi … state bene attenti voi.-
Vodka annuì senza dire nulla, mentre Gin fece un ghigno ed emise anche un rantolo di sofferenza sotto la maschera che stava diventando parte della sua stessa carne, ormai.
- Capo siamo sicuro che funzionerà?-
- Sono stufo di guardarmi sempre da tutto e tutti, adesso o la va o la spacca!-
I tre uomini continuarono a camminare tranquilli per i corridoio rossi e bianchi fatti di legno e cemento, sorridendo a volte alle persone con cui incrociavano gli occhi. Potevano sembrare tre persone qualunque, eppure erano degli spietati assassini e non solo: due evasi di cui aveva parlato la televisione tutto il giorno e il Boss dell’organizzazione Nera, l’uomo che il Mondo intero si stava chiedendo dove fosse finito o se fosse ancora vivo.
Otto minuti all’apertura del sipario.

- Spero che tu stia scherzando, Kudo!-
- Assolutamente no, Shiho!-
- Come diavolo fai a startene lì seduto fingendo di essere venuto per davvero a vedere il balletto?-
Shiho lo rimproverava con occhi seri, guardandolo storto e digrignando i denti. Un’espressione di dissenso totale sul suo volto. Ran la guardava e decise di intervenire.
- Credo che … infondo non è ancora successo nulla!-
- Ran, ragiona! Se stiamo qui siamo un facile bersaglio!-
Il professor Agasa vide che il palchetto dove erano stati messi, in terza fila e lateralmente era molto esposto ad eventuali attacchi da tutte le parti, ma sempre meglio che essere in platea ed essere colpito dall’alto.
- Ai …- la donna sentendo quel nome lo fulminò con lo sguardo, come se avesse detto una parolaccia o una bestemmia: - chiedo scusa, Shiho, devi comprendere che non possiamo davvero fare niente, adesso.-
La scienziata si calmò in quel momento e allentò la presa, sospirando e rilassando i muscoli facciali, voltando le spalle ai tre e andando verso la porta. Non appena mise la mano sopra la maniglia la mano di Shinichi la bloccò. I due si guardano intensamente negli occhi, sfidandosi a vicenda, ma Shiho non aveva intenzione di perdere.
- Cosa fai?-
La voce di Shinichi era grave e non ammetteva obiezioni, ma ovviamente si era messo contro un mulo molto più testardo di lui.
- Ho intenzione di uscire un momento, se me lo permetti, a vedere come è la situazione …-
Si guardano molto intensamente per altri trenta secondi, poi Shiho, con la mano sinistra, dato che la destra era sulla maniglia, bloccata dalla mano del ragazzo, alzo il dito indice, molto vicino al naso del ragazzo, al quale si incrociarono gli occhi per vedere l’unghia appuntita della donna.
- Stammi a sentire: non ho intenzione di avere un baby sitters appresso questa volta, quindi lasciami uscire da questo palchetto e vedere cosa sta succedendo qua fuori …-
- Va bene.-
Shinichi non poté fare nulla e la donna lasciò quel piccolo palco teatrale, andando nel corridoio rosso e guardandosi un po’ a destra e un po’ a sinistra, senza vedere nessuno. Neanche un anima che girava senza meta alla ricerca del suo palco. Nessuno in giro, solo un grande silenzio rotto dal rimbombo della gente che parlava e dalle ultime porte che si chiudevano alle spalle degli spettatori.
Cinque minuti all’apertura del sipario.
view post Posted: 18/2/2015, 11:35     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buongiorno miei lettori,
oggi prima del previsto pubblico il capitolo che spero vi possa piacere e intrigare anche un po'!
Vi ringrazio tantissimo per i bellissimi complimenti lasciati e spero che questa Fic riesca a farsi appassionare passo dopo passo.
Buona lettura! ;D

CAPITOLO 8


Shiho guardava il foglietto che aveva in mano e continuava a chiedersi chi fosse la donna che era in bagno con lei, se lo avesse lasciato proprio ella o forse era già lì e non se n’era accorta … qualunque sia stata la conclusione rimaneva il fatto che il biglietto c’era e non si poteva ignorare. Chi mai lascerebbe un biglietto con sua scritta la parola attenzione in un bagno?
La ragazza uscì dalla toilette e vide che Shinichi stava discutendo con il professor Agasa, molto preoccupato per la sorte che attendeva loro in quel Teatro.
- E se fossero qua … -
- Professore se è venuto qui per farmi perdere tempo o lamentarsi può anche andare via!-
- No, rimango, ma sto solo cercando di metterti in guardia, zuccone!-
Quel richiamo risuonò nel corridoio del teatro e tutti si voltarono verso la coppia comporta dal detective e dallo scienziato che sorriso alle persone che si erano voltate per vedere cosa stava succedendo.
Shiho camminò verso di loro e si mise in tasca il biglietto, provando a riflettere e ricordare il volto della donna che era con lei … niente! Non aveva in mente nulla, solo il vestito si ricordava: rosso! Era qualcosa che la riportava indietro … si ricordava un vestito rosso, simile a quello della donna, ma chi lo portava? Che rompicapo! Forse non era neanche per lei il biglietto …

- Shinichi Kudo!-
La voce squillante che aveva richiamato il detective era partita da una bocca piegata a sorriso, di un uomo, di mezza età, con indosso un bellissimo completo nero, con dei guanti bianchi alle mani e una grossa rosa all’occhiello che gli dava quel tocco di gran classe, come anche i capelli pettinati all’indietro e gli occhi color nocciola, molto profondi che scrutavano il volto del ragazzo, il quale era meravigliato … conosceva quell’uomo, lo aveva già visto, ma non si ricordava bene dove …
- Sono Ideoki Hunda, banchiere e proprietario delle banche Hunda, si ricorda di me?-
- Ah, sì …- Shinichi si avvicino all’uomo e gli strinse la mano, aveva un ricordo molto sfocato di lui che pian piano prendeva vita nella sua testa … - certo che mi ricordo di lei … -
- E come avrebbe fatto a dimenticarsene? Quell’evento finì su tutti i grandi giornali del Mondo: sparatoria ai Grandi Magazzini Hunda. Fu molto seccante per me perdere tutti quei prodotti, ma comprendo benissimo le ragioni.-
Shinichi annuiva e ascoltava l’uomo che parlava come se tutto fosse stato normale, come al solito, come se una sparatoria fosse la cosa più ovvia che potesse capitare in un Grande Magazzino.
- Certo, ricordo … mi spiace molto.-
Shinichi rispose a tutte le sue domande come se fosse stato su un altro pianeta e infatti Ran lo fissava stranita: perché si comportava in quel modo? Shiho era troppo impegnata a ragionare sul biglietto, quindi aveva lo sguardo distaccato dall’uomo: davanti ai suoi occhi scorreva solo quella parola, come il titolo di coda di un film … “Attenzione” “Attenzione” …. a che cosa, però?
- Spero di non averla disturbata troppo. Complimenti per la sua carriera e spero che possa continuare!-
- Grazie infinite, signore!-
Shinichi rispose allegro a quel complimento e continuò poi proseguendo il lungo corridoio bianco e pieno di statue in legno di musicisti e ballerini. Il bancario lo osservò andare via, tutto soddisfatto, poi continuò la sua strada.

Shinichi e la sua truppa fecero pochi passi prima di inciampare in un altro signore, vestito molto similmente all’uomo prima incontrato. Le rose bianche devono andare molto di moda, pensò il ragazzo mentre fissava l’uomo che parlava dinnanzi a lui con fare molto allegro e si congratulava con lui dei casi che aveva risolto, poi si accorse di Ran e un bagliore attraversò lo sguardo dell’uomo, che abbassò subito il tono di voce e chiese:
- La signorina Mori, presumo …-
- Sono io … -
- Mi spiace incredibilmente per quello che è successo a suo padre … un detective davvero in gamba, penso che verrà sempre ricordata come una mente brillante!-
Ran fece un inchino e sorriso all’uomo, senza dire nulla: che cosa poteva dire dopotutto? Di certo non poteva confessare che dietro a tutti quelle brillanti spiegazioni c’era il ragazzo che l’uomo aveva davanti.
- Bene, spero che il balletto sia di vostro gradimento!-
- Scusi, - disse Shinichi prima che l’uomo poté allontanarsi - il suo nome?-
- Ha ragione, non mi sono presentato, che stupido che sono, davvero, scusi moltissimo detective. Il mio nome è Tanji Hokaru.-
- E’ stato un piacere!-
- Oh, anche per me!-

Il Boss si voltò verso l’uomo mascherato che aveva un espressione particolarmente adirata: Gin odiava la maschera gli dava fastidio, tirava la pelle e faceva sudare, ma il Boss non sembrò preoccuparsene.
- Hai visto?-
- Cosa?- riuscì a sibilare l’uomo, sperando che da lì a poco tutto sarebbe cessato e che il suo volto potesse di nuovo sentire l’aria fresca.
- L’idiota se ne è andato tutto contento! “detective qui e detective là”, santo Cielo quanto è sciocco!-
- Capo, possiamo sbrigarci?-
L’uomo sospirò felicemente, inghiottendo con le sue narici quanta aria poteva e poi, ingrossando il petto e guardandosi attorno come un vero potente disse a volte alta:
- Il grande giorno è arrivato!-
I tre uomini proseguirono veloce verso il loro obiettivo che molto probabilmente si era già accomodato al palco e stava aspettando che il sipario si aprisse e il balletto incominciasse.
Sarebbe stata una melodia fantastica quella suonata, senza dubbio! Una melodia bellissima e il balletto avrebbe coinvolto tutti.
Solo venti minuti all’apertura del sipario.
view post Posted: 17/2/2015, 11:07     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Carissimi lettori,
grazie infinite per i bellissimi commenti che lasciate ai miei capitoli e spero proprio che la Fic vi possa prendere sempre di più!
Grazie mille!
Passo subito al nuovo capitolo, in quanto devo scappare e sono di frettissima!
A voi! :D

CAPITOLO 7



Le porte del teatro si stavano per aprire, ma prima che questo potesse accadere una bellissima macchina si fermò davanti a un tappeto lunghissimo rosso e dorato. Gli occhi di tutti erano fissi sulle portiere della vettura e sull’uomo che stava andando ad aprire la portiera del passeggero per far scendere l’uomo più potente del Giappone: l’Imperatore in persona, il quale mise subito il piede sul tappeto, mostrando forza e determinazione, uscendo dalla macchina con un grande sorriso, nonostante i terribili avvenimenti. La folla non appena vide la sua figura iniziò ad inchinarsi ed applaudire. Solo in quel preciso istante e dopo aver fatto passare Sua Maestà le porte si poterono aprire e il popolo seguì il suo sovrano dentro il teatro e insieme avrebbero condiviso un destino.
- L’Imperatore in persona al balletto?-
- Credo lo faccia per fare impressione …- quelle parole erano di Shiho che aveva gli occhi bassi, mentre alle sue spalle c’era Ran che sembrava aver perso tutta la sua grinta.
- Tutto bene?-
Lei alzò lo sguardo e vide Shinichi sorridere, come se niente fosse. Lei rispose a quel sorriso con un inchino con la testa, dicendo che andava tutto a meraviglia e che dovevano sbrigarsi.

Il telefonino dentro il taschino della giacca squillò e l’uomo prese il cellulare con la mano destra, premendo il tasto verde.
- Sì?-
- E’ dentro, confermato!-
L’uomo dall’altro capo del telefono annuì e rispose con molta freddezza:
- Certo, l’ho visto e lo sto tenendo d’occhio, non mi scappa!-
- Bene. Fammi sapere.-
La chiamata si interruppe senza alcun saluto e l’uomo continuò a camminare, seguendo il proprio soggetto con fare molto tranquillo, ma all’improvviso venne fermato e perse di vista la persona che stava seguendo e la cosa lo seccò moltissimo!

Il Primo Ministro si accomodò accanto al suo Imperatore e lanciava sorrisi a chiunque alzasse gli occhi verso il balcone reale che dava proprio sul palcoscenico, con la vista migliore che si potesse avere.
- E’ saggio Vostra Maestà, farsi vedere in pubblico?-
- Certo. La situazione è sotto controllo. Ho informato tutti gli agenti di stare attenti. Possiamo goderci in pace lo spettacolo.-
Il Primo Ministro non era d’accordo e continuava a scrollare la testa, guardando il tessuto rosso che ricopriva tutto il balcone reale, infastidendo in quel modo l’Imperatore che non perse in nessun modo la calma e si limitò a sorride a coloro che aveva vicino a quelli che alzavano lo sguardo verso di lui.
- La smetta di comportarsi in questo modo, sembra ridicolo! Pensi a sorridere e non alle avversità: non può capitarci nulla qui.-

- Scusate devo andare in bagno!- Shiho si fermò un momento e varcò la porta bianca dei servizi dove c’era la donna con la gonnella nera, classica.
Shiho si fermò davanti agli specchi: non c’era nessun nella toilette: lei e la sua immagine riflessa nello specchio, fiera e stanca, ma anche con tanta grinta sulle spalle.
Silenzio, solo silenzio e niente altro. Il suo respiro era pesante perché stava annegando nei ricordi, mentre si guardava fissa nei suoi stessi occhi, sussurrandosi:
- Lei lo sa … lo ha visto!-
In quel momento si accorse di non essere sola perché lo sciacquone fece rumore dentro la stanza, come se fosse una bomba e Shiho si rimise a posto, fingendosi di guardarsi il vestito e i capelli ramati lucenti, poi fece scena tirando fuori dalla borsetta una piccola matita da portarsi vicino agli occhi, mentre una donna con il vestito rosso e i tacchi alti neri si avvicinava ai lavelli, lavandosi le mani e sorridendo alla sua bela immagine riflessa nello specchio.
Shiho non guardava niente, era troppo impegnata a fingere, ma poi sentì la porta chiudersi e allora rilassò il braccio e abbassò lo sguardo e vide un foglietto piccolo abbandonato sul bordo del lavandino. Non sapeva che cosa fare, ma lo prese e lesse cosa c’era scritto sopra:
“Attenzione”
view post Posted: 15/2/2015, 20:24     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buonasera a tutti,
sì, oggi sono in ritardo, ma purtroppo gli impegni domenicali mi hanno impedito di pubblicare fino ad adesso.
Grazie mille per i bellissimi commenti lasciati e spero che il seguito vi possa proprio piacere! :D Grazie mille! Mi sono mancati tantissimo i vostri commenti, sempre belli e sinceri!
Adesso continuiamo,
Buona lettura! :D

CAPITOLO 6


Le automobili si fermavano a pochi metri dal Teatro dell’Opera per poter parcheggiare negli unici posti liberi ancora disponibili. Alcune persone, invece, avevano avuto la brillante idea di andare a vedere “Romeo e Giulietta” balletto di Prokofiev diretto da Herbert Drake, a piedi, mostrando i loro abiti nuovi comprati apposta per l’occasione.
Il Boss stesso aveva comprato un abito nuovo per quella grandissima occasione e per fare bella figura, mentre accanto a lui una voce si lamentava silenziosamente.
- Nessuno mi ha mai obbligato a mettermi una maschera!-
- Gin, fai silenzio … sopporta per un po’, ricorda che sei un evaso!- L’uomo con il bellissimo cappotto nero, lungo, con i bottoni bianchi salutava la gente stringendo mani e dando baci sui visi delle belle signore che lo fermavano, senza sapere chi fosse realmente. Gin e Vodka stavano accanto a lui, sorridendo falsamente a chiunque rivolgesse loro la parola: facevano fatica con la maschera che tirava loro la pelle.

- Che diavolo ci fa lei qui?- Strillò Shinichi non appena vide due grossi baffi attaccati ad un volto grassoccio e molto amichevole.
- Cosa ci faccio qui? Shinichi voglio darti un mano!-
Il professor Agasa era preoccupato per i ragazzi che fin da bambini aveva accudito. Non poteva starsene a casa a guardare tutto, oppure in un auto a sorvegliare le persone: voleva agire anche lui questa volta e quindi guardava Shinichi come un uomo che non vuole rinunciare a nulla, molta determinazione e sangue freddo.
- Shiho, come hai potuto portarlo qui?-
- E’ stato lui a chiederlo. Ho soltanto acconsentito.-
Shinichi dovette accettare la presenza di quell’uomo nella sua compagnia, ma grazie al Cielo adesso erano tutti uniti: Shinichi, Ran, Shiho e il professor Agasa, pronti ad entrare per vedere il balletto e capire che cosa il Boss ha architettato, anche se il detective sudava freddo, perché poteva aspettarsi qualsiasi cosa.

Sharon stava ferma all’angolo della strada, guardava con occhi pieni di preoccupazione il detective che si trovava a pochissimi metri da lei. Sembrava una mamma in pensiero per il proprio figlio.
- Sharon!-
Quella voce fece subito voltare la donna, la quale rimase paralizzata davanti alla sua collega: Yukiko, la quale l’aveva subito riconosciuta e la stava guardando con sospetto, mentre l’attrice americana sembrava un pesce fuor d’acqua, una bambina chiamata alla cattedra per una difficile interrogazione.
- Non so chi lei sia, ma penso abbia sbagliato persona …-
- Non fare la tonta con me, Sharon! Ti ho riconosciuta! Conosco solo una persona che sa mascherarsi bene come me: sei tu!-
Sharon dovette subito arrendersi alla donna, la quale sorrideva tutta contenta per averla smascherata. L’attrice americana abbassò subito gli occhi e provò a dire qualcosa, ma la donna giapponese la interruppe subito alzando il dito indice della mano destra e scuotendoglielo davanti al naso, sorridendo.
- Non dire nulla, so che cosa vuoi fare e so anche chi si trova qui in questo momento …-
- Come fai a sapere che lui è qui?-
- Ti ricordo che mio marito è lo scrittore di gialli più amato del mondo e ha subito fiutato il pericolo …-
A quelle parole Sharon buttò subito un’occhiata sulla folla come se stesse cercando qualcuno, ma senza distogliere lo sguardo continuò a parlare …
- Anche Yusaku è qui?-
- Precisamente … stiamo tutti tenendo d’occhio Shinichi, a quanto pare … o tu sei qui per conto del tuo Capo. Te lo dico solo perché in quel caso … - la donna americana sentì contro il suo collo qualcosa di freddo. Era ferro ciò che aveva puntato contro l’osso della spina dorsale e quindi si irrigidì di colpo, talmente tanto che Yukiko poté sentire i muscoli tesi al di là della canna della pistola: - mi sa che sarei costretta ad ucciderti!-
Sharon in quel momento, di scatto, si voltò e colpì il polso della donna, mettendola contro il muro, ma Yukiko non disse nulla, neanche urlò, si limitò a guardare negli occhi la sua collega attrice.
- Non ti immischiare …-
I due sguardi erano uniti freddamente, ma stavano parlando, si raccontavano una storia e si scambiavano opinioni.
- Ti ho capito!-
Concluse in questo modo l’attrice giapponese, premendo il grilletto e facendo uscire fuori dalla canna della pistola una bandierina con su scritto “bang”, la donna americana fece un passo indietro, con la fronte grondante di sudore, mentre Yukiko rideva divertita:
- Questa volta sei stata fortuna, ma la prossima temo di no!-

Ran si fermò lasciando andare avanti gli altri, ma Shiho si interruppe subito e si voltò a guardare la ragazza rimasta indietro, quindi si avvicinò a lei.
- Che hai?- disse freddamente - Non stai bene?-
La ragazza alzò il capo e la guardò severamente, ma la scienziata non si scomponeva, anzi, reggeva benissimo lo sguardo, anche se in quel momento avrebbe voluto essere dietro il professor Agasa, sentendolo fare tutte le sue considerazioni sul caso e sulla pericolosità di tutta quella questione.
- Che intenzioni hai?-
- Che intendi dire?-
- Lo sai cosa intendo … Vi ho visti …-
Shiho sapeva benissimo a cosa alludeva Ran, ma in quel momento forse era meglio non toccare l’argomento: dieci anni sono lunghi, sono tanti e le cose si possono dimenticare.
- Continuiamo, non vorrei che restassimo indietro.-
Shiho diede le spalle alla ragazza con i capelli bruni che sventolavano a causa del vento. Ran alzò lo sguardo e vide la forma di Shiho camminare davanti a lei e raggiungere Shinichi e il professore e con un filo di voce, quasi fosse davanti a un quadro neoclassico riuscì solo a sussurrare poche parole:
- E’ bellissima.-
view post Posted: 14/2/2015, 10:58     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Carissimi lettori,
un nuovo capitolo postato che spero sia di vostro gradimento, anche se torniamo nel cupo dell'azione. Vi ringrazio per i bellissimi complimenti fatti al precedente capitolo e sono contento che sia stato di vostre gradimento, grazie infinite davvero! Vedremo come la storia procede, adesso continuiamo senza perderci in chiacchiere inutili....
Buona lettura, miei cari!

CAPITOLO 5



La stanza era fredda e sudicia e le catene ai polsi dei ragazzini facevano male, tanto male e graffiavano la loro pelle, sporcandola di sangue rosso che si seccava subito diventando marroncino, formando quelle croste fastidiose che non appena si rompono bruciano fortemente.
I tre ragazzi erano stanchi e stremati, come se li avessero seviziati per giorni, invece non era stato loro torto un capello, se non il fatto di averli incatenati in quella stanza buia, senza avere la minima idea di dove potessero essere.
La bella Ayumi con gli occhi stanchi, rossi dalle lacrime cercò un sussurro di voce per sapere se i suoi compagni fossero vivi, oppure stessero per morire, anche se lo stomaco del ben piazzato Genta brontolava sempre più forte.
- Ragazzi … ragazzi … -
Quelle parole risvegliarono Mitsuhiko che era sospeso da ore in un insopportabile dormiveglia. La mano del ragazzo cercava quella della ragazza, ma senza successo.
- Ragazzi, siete svegli?- Ripeté più forte la ragazza, emettendo anche dei forti colpi di tosse.
- Sì, ci sono, almeno io … - era il brontolio di Gente, guidato dal lamentarsi del suo stomaco: - non potrebbero darci almeno qualche cosa da mangiare. Sto svelenendo dalla fame!-
- Questa volta ti devo dare ragione, Genta: anche io sto morendo di fame!-
Era la voce flebile e quasi impercettibile di Mitsuhiko a lamentarsi in quel modo, ma il cibo non era l’argomento di cui Ayumi voleva parlare:
- Per quale motivo ci hanno portato qui?-
- Non lo so … chissà che cosa ci faranno … -
- Non ricordate niente di quando ci hanno rapiti?-
Ayumi sembrava la più lucida dei tre e guardava sia alla sua destra Genta e alla sua sinistra Mitsuhiko, il quale stava cercando di ricordare, ma senza troppo successo …
- Eravamo fuori scuola, abbiamo preso la solita strada, ma poi il nulla assoluto! Ricordo solo l’uomo elegante che ci veniva incontro … -
A quelle parole Ayumi ebbe come un’illuminazione e alzò il capo, guardando davanti a sé come se vedesse quell’uomo arrivargli vicino un’altra volta:
- L’uomo … - disse piano, fissando dritta: - Certo! Che mai ci farebbe un uomo vestito in quel modo in un quartiere come quello che attraversiamo noi per andare a scuola?-
- Magari andava a mangiare da Isoka, lì fanno dei ravioli al vapore favolosi!-
- Sai, Genta, - cercò di farlo ragionare l’altro ragazzo con lo sguardo basso: - Non credo proprio che quell’uomo si trovasse lì per Isoka … -
- E tu cosa ne sai?-
- E’ un dato di fatto: se vai a mangiare vestito in quel modo da Isoka o sei un pazzo o vuoi farti spennare vivo … sai come è fatto il caro Isoka … -
Ayumi non riusciva a pensare con quei due che facevano teorie su come Isoka potesse spennare vivo quell’uomo, a lei interessava proprio di quell’uomo elegante, con un perfido sorriso che si avvicinava loro, come un membro di qualche organizzazione criminale … un bagliore, un lampo di un ricordo, come se qualcosa l’avesse colpita: aveva già visto quell’uomo, ma non si ricordava dove, in un ricordo passato nella sua testa, ma non riusciva a collocarlo. Lo vedeva in piedi, con le mani sulla giacca, mentre guardava in un punto preciso, ma non riusciva a collocarlo in nessuno luogo, solo rosso intorno a lei …
- Ragazzi, chiunque ci abbia portato qui lo abbiamo già incontrato in passato!-
- E chi sarebbe?- Chiesero in coro i due ragazzi, curiosi di saperlo: nessuno di quelli che conoscono avrebbe motivo di tenerli chiusi in una stanzetta buia e fredda come quella.
- Non ricordo, ma so benissimo che da qualche parte lo abbiamo già incontrato.-
Genta emise un sospiro e si addormentò, mentre Mitsuhiko continuava a fissare Ayumi, che nonostante i capelli sporchi e il viso stanco e pallido era ugualmente bellissima. La ragazza si voltò a guardarlo e lo colse sul fatto: occhi sognanti e un sorriso dolce, che subito si tramutò in un’espressione seria e in degli occhi bassi. La ragazza sorrise al ragazzo e cercò di prendergli la mano, ma per pochi millimetri non vi riusciva, non riusciva a toccargli nemmeno la punta delle dita.
- Chissà se qualcuno sa di noi.- sussurrò la ragazza guardando in avanti, mentre, come un sadico aguzzino, il pupazzo di Conan li fissava dall’alto, da una piccola finestrella sopra di loro, che non potevano vedere.
view post Posted: 13/2/2015, 10:59     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buongiorno a tutti quanti voi,
un altro capitolo, come promesso! Sono contento che vi sia piaciuto quello precedente e vi ringrazio tantissimo per le belle parole che state spendendo per questa Fic! :D Vedremo che cosa combinerà Sharon ...
Be', Collega, in effetti è vero, ma come sai ho sempre amato l'idea del grosso fiore all'occhiello per il Boss ;D
Adesso per soddisfare la vostra curiosità, continuiamo ...
Buona Lettura a tutti quanti!

CAPITOLO 4


La ragazza camminava in avanti e indietro, mentre il ragazzo si stava mettendo le scarpe con precisione, come se stesse disegnando un triangolo con il righello.
- Vengo con te!-
- Non se ne parla nemmeno, Ran!-
L’ammonimento del ragazzo giunse rapido all’orecchio della ragazza che si volto verso di lui con sguardo molto profondo e lacrime di rabbia che spingevano per uscire e graffiare le sue guance.
- No, vengo con te!-
- Vado solo io, Ran!-
- Non credere di andare solo tu,- quell’altra voce, un pochino più roca e profonda giungeva da un’altra persona che si trovava appoggiata allo stipite della porta con i capelli ramati scompigliati sul capo - verrò io con te!-
- Shiho!- Esclamò Shinichi come se non l’avesse vista mai in vita sua, con occhi pieni di stupore.
- Se viene lei vengo anche io!- Ribatté la ragazza, mentre fulminava con lo sguardo la bellissima donna che stava facendo dei passa in avanti nella stanza, per andarsi a sedere sul divano grigio.
- Per me va bene!-
- No!- Esplose Shinichi - Sono io che decido! E dico che voi due rimanete qui!-
Shinichi sapeva benissimo che non poteva dissuaderle, quindi si mise l’anima in pace, ma continuò a lottare, sperando in un miracolo, ma la cocciutaggine delle due era incredibilmente più forte delle sue mille preghiere.
- Ragazze è pericoloso!-
- Davvero? Che occhio! Non ho mai affrontato un pericolo in vita mia!- sogghignò Shiho divertita e prendendo il telecomando del televisore, giocherellandovi. Il sarcasmo di Shiho era una cosa che a Shinichi dava particolarmente fastidio, quindi sospirò profondamente:
- Va bene, Shiho, tu vieni!-
A quelle parole Ran sbottò come un matta, guardando prima Shiho e poi Shinichi, completamente rossa in viso, come se la sua temperatura corporea fosse subito salita e la testa le stesse per esplodere brutalmente!
- Come lei sì ed io no? Ti ricordi quello che per colpa TUA ho dovuto passare? Eh? Ti ricordi le raffiche di proiettili e il sangue di mio padre contro di me, mentre stava cercando di respirare? Mi dici che non posso perché è troppo pericoloso … - le scesero delle lacrime amare, mentre il suo viso riprendere una colorazione normale, rosea, - Shinichi dice che è pericoloso, mentre a Conan non ne importava nulla se la sua amica Ran si trovava in quel postaccio umido e freddo, sporca e senza vedere la luce da giorni … -
Il ricordo di quel tremendo posto e di quelle orribili situazioni spinse Shinichi a voltarsi verso le due. Ran era in lacrime, piena di rabbia e anche di stanchezza, Shiho invece era tranquilla, ma pensosa, come se sopra di lei la Morte stesse stendendo un velo caldo, che lei sentiva e provava a farsi trasportare via da quella sensazione. Erano diverse, certo, ma incredibilmente simili nei comportamenti, nel modo di porsi nelle cose: combattive e fiere fino alla fine!
- Va bene, vi porto con me! Se però dico di andarvene, lo fate!-
- Va bene, ci sto!-
- No.- Rispose secca la donna dai capelli ramati che si alzò dal divano andando verso la finestra.
- Andrò via quando vorrò io, sono stanca di prendere ordini dalle persone! Non fare questo, fai quello, oppure quell’altro ancora … basta! Farò io quello che devo e quello che voglio. Essere libera, solo questo mi importa!-
Seguirono degli istanti di pausa, nei quali Shiho sospirò tre volte pesantemente, come se intimasse gli altri due di continuare a parlare, ma sia il ragazzo che la ragazza con i capelli sciolti e le lacrime secche sul viso non si dicevano nulla, come se fossero in imbarazzo, come se fossero stati scoperti mentre facevano insieme qualcosa di brutto, che non dovevano fare. Gli occhi di Ran erano fissi sul pavimento della stanza, mentre quelli di Shinichi guardavano oltre la spalla di Shiho, la quale si voltò di scatto, come se non avesse altre alternative e mostrò loro delle strisce di carta colorata:
- I biglietti ci sono: andiamo all’Opera!-
view post Posted: 12/2/2015, 09:38     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buongiorno a tutti quanti,
ed eccomi con un altro capitolo! Vi ringrazio per i bellissimo complimenti che mi avete fatto, sapete che sono felicissimo di leggerli!
Collega, come al solito mi precedi con le domande, quindi oggi ti accontenterò con un capitolo riguardante proprio lei: Vermouth! Sperando che sia di gradimento a tutti quanti.
Sono rimasto indietro con gli spoiler, maledizione, ma ho fatto un po' di ricerche dopo quello che hai scritto e ho trovato cose molto interessanti ... chissà che non vi sia una comparizione inaspettata

Detto questo continuo con la storia,
Buonelettura a tutti quanti!

CAPITOLO 3



Le labbra erano socchiuse e permettevano ad un filo d’aria di muoversi e produrre una musichetta che risuonava nella stanza vuota, mentre la rosa bianca all’occhiello del’uomo profumava e lui annusava l’intenso profumo che vi era nell’aria, mentre giocherellava con la sua penna, guardando verso la porta in legno, chiusa, come se aspettasse qualcuno.
- Sapevo che saresti entrata dal passaggio segreto.-
Quelle parole uscirono non appena la persona chiamata in causa ebbe chiuso lentamente la porta di cui solo lei e lui erano a conoscenza.
- Sei tanto prevedibile, Sharon. Pensavi forse di poter fregare me?-
La donna venne in avanti e una lama di luce emessa dal lampadario in cima al soffitto ne illuminò una parte del volto perfetto, rovinato qua e là da qualche piccolissima cicatrice, fattasi quando i vetri di quell’orribile posto, dieci anni prima vennero abbattuto con una scarica di proiettili.
- Sapevo che mi avresti aspettato fischiettando, giocando con la tua penna e fissando la porta. Anche tu per me non hai segreti, caro.-
- Caro,- rimarcò l’uomo dolcemente - che bello sentirtelo dire, davvero! Con quel tuo tono da serpente poi acquisisce un significato freddo, spietato, di quelli che piacciono tanto a me. Bando alle ciance: sei con me o contro di me, Sharon?-
- Perché vuoi continuare?-
- Non sta bene rispondere ad un domanda con un’altra domanda. Prima voglio uno risposta io, mia cara … sono tanto affezionato a te e non sopporterei l’idea di doverti fare del male, anche se tu mi hai abbandonato a quel che ricordo.-
Il Boss ha una lunga memoria e un colpo come quello di Sharon non poteva di certo dimenticarlo, un’onta tremenda nei suoi confronti lasciarlo in balia delle pallottole della polizia, mentre lei se ne scappava via con la ricetta dell’ APTX, per distruggerla definitivamente.
Sharon allungo la gamba e si fece in avanti: era del tutto illuminata e i suoi capelli luccicavano colpiti dalla lampadina, mentre i suoi occhi erano spenti, come se l’anima di Sharon fosse stata succhiata via.
- Sono qui per farti un’offerta!-
A quelle parole il Boss si illuminò e abbandonò la sedia sulla quale era seduto per alzarsi in piedi e muovere due passi verso la donna, con un grosso sorriso sulle labbra
- Un’offerta? E’ parecchio interessante come cosa … spero che non vorrai dissuadermi dal fare quello che sto per fare … sai benissimo che è quello a cui ho sempre mirato e che una volta ripreso il potere …- non terminò la frase perché veloce come una lepre che fugge dal predatore lanciò contro la porta una freccetta, come a far capire alla sua compagna che ottiene sempre ciò che vuole.
- Comunque sia,- continuò - dimmi: quale offerta mi proponi?-
- E’ molto semplice: lascia stare le persone che ti hanno fermato dieci anni prima e continua sulla tua strada. Non ti impedirò di prendere il potere, ma voglio solo che tu lasci in pace tutte quelle persone che dieci anni prima hai incontrato sul tuo cammino!-
- Ehm, vorrai dire le persone che hanno ostacolato il mio cammino …- il Boss si fermò con la testa bassa, toccandosi il mento con le falangi superiori degli indici e poi, senza guardare in faccia la donna che aspettava in un risposta disse:
- Sai, lo farei anche molto volentieri, ma non posso! La tua offerta è rifiutata … -
- Cosa?-
- Mi hai sentito! Sei diventata sorda per caso?-
- Ti prego, lascia in pace i ragazzi … -
- Non sono più ragazzi: sono uomini e donne! Sei tu quella che è rimasta tale, dannata per sempre: neanche l’inferno ti vuole! Sarai costretta a guardare la gente invecchiare, mentre tu continuerai a vivere false vite, fino a quando non ce la farai più e sarai costretta a …- e mimò il segno di una pistola che spara contro la tempia.
- Sei tu il mostro!-
- Per lo meno io l’ho sempre ammesso, mia cara Sharon … dunque … - l’uomo tornò dietro la scrivania e si mise a scrivere qualcosa su un foglio bianco, continuando con tono molto da dirigente ad una riunione - se non sei con me in questa faccenda credo proprio che dovrò … - non fece in tempo a finire la frase perché la donna era scomparsa sotto i suoi occhi, come un fantasma, un ricordo materializzato per pochi istanti in un tempo e in uno spazio e poi sparito.
Il Boss si alzò dalla sedia della sua scrivania e fece quattro passi per arrivare alla finestra che dava sulla vista della città di Tokyo. Il volto pensoso dell’uomo si rifletteva sui vetri della finestra, mentre dalla gola arrivava un ronzio che precedette delle parole sussurrate:
- Non ho capito: sei con me o contro di me, Vermouth?-
view post Posted: 11/2/2015, 11:11     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buongiorno a tutti quanti,
incredibile, ma vero: torno con un capitolo a solo un giorno di distanza dal primo! Comunico subito che la cadenza, per questo periodo sarà quotidiana, mentre, quando ricominceranno i soliti impegni sarà a cadenza settimanale, nei week end molto probabilmente, ma non temete cercherò di essere sempre preciso, per quanto mi è possibile!
Ringrazio le miei due amiche nonché stimabili lettrici che hanno subito commentato, grazie infinite! Mi fa un immenso piacere, davvero! :D
Adesso basta con le parole e continuiamo con la storia,
a voi!

CAPITOLO 2



- Non è possibile!- Strillò la ragazza dai capelli ramati dall’altro capo del filo.
- Lo so, Shiho … è successo, però! Sono in pericolo!-
La ragazza non riusciva a credere a ciò che il detective stava dicendo e si mise subito a sedere sulla sua poltrona della casa del professor Agasa che in quel momento era fuori.
- Shinichi io … io … sono preoccupata!-
A chi lo stava dicendo! Shinichi tremava e aveva le mani tutte sudate, ma con la ragazza giunse alla conclusione che doveva andare al Teatro dell’Opera dove proprio in quel periodo stavano dando “Romeo e Giulietta” il balletto di Prokofiev.
- Shinichi! Non andare, ti prego!-
- Devo, Shiho, devo! Non posso assolutamente stare qui con le mani in mano a non fare niente! Sono dei miei amici e non posso abbandonarli!-
La decisione fu dura, ma anche la scienziata con gli occhi colmi di rabbia, paura e lacrime acconsentì e dichiarò di volerlo seguire in quella impresa, per quanto il detective non fosse del tutto contento di quell’idea e cercò di persuaderla.
- No, Shiho, rimani a casa, per favore! Me la caverò da solo!-
Non ci fu molto da discutere, la ragazza con i capelli ramati non ne voleva sapere e immediatamente rispose:
- Vengo anche io. Voglio vederli ancora un’altra volta, voglio partecipare anche io e voglio porre fine a questa storia!-
La stessa Shiho non credeva alle sue parole, perché anche al solo pensiero di trovarsi di nuovo davanti Gin, Chianti e gli altri membri dell’organizzazione si sentiva persa, smarrita e in panico, con il respiro pesante e rotto dai singhiozzi delle sue lacrime amare che le scivolavano sul volto pallido.

- E’ tutto pronto?- Chiese l’uomo mettendosi addosso il completo elegante, compreso il papillon nero e posizionandolo bene sul collo.
- Certo, Capo, tutto pronto!-
La risposta venne data da un uomo alto, spallato con una mandibola quadrata e due grosse lenti da sole sugli occhi: Vodka, il quale si sentiva un po’ a disagio a trovarsi davanti al Boss un’altra volta, dopo dieci anni di prigionia.
Il suo compare Gin, al contrario, era contento, spietato e teneva in mano la pistola, come una vecchia compagna, un’amica che le era sempre stata fedele e non vedeva l’ora di scatenarsi, ma la voce del Boss, pacata e molto forte li fece trasalire.
- Non voglio che ci siano troppi disordini!-
- Come, Capo? Non dobbiamo uccidere Shinichi Kudo?-
Il Boss scoppiò in una perfida risata, voltandosi con in mano un fiore bianco e grande che si stava infilando dentro l’occhiello con precisione.
- Assolutamente no! Shinichi Kudo non mi preoccupa. Posso ucciderlo in qualsiasi momento, senza alcun problema! Voglio che sia lì ad assistere al mio … - li guardò e sorrise, correggendosi - al nostro trionfo!-
- Cosa ha in mente, Capo?-
Era la voce di un altro membro minore dell’organizzazione che curava la porta nel caso qualcuno volesse vedere il Capo.
- Domani alla replica di “Romeo e Giulietta” avremmo la crema della crema e il mio compito è quello di prendere in mano la situazione, tutto qui.-
Le domande erano tante e nessuno capiva le mosse dell’astuto Boss, il quale fischiettava la sua solita canzone con fare molto contento e sorridendo alla sua immagine riflessa nello specchio. Se si guardava un pochetto verso il basso, nell’angolo di destra, si poteva benissimo intravvedere riflesso anche il pupazzo di Conan che sorrideva maligno.
- Non vi preoccupate, miei cari! Domani sarà una bellissima giornata e di sicuro sarà indimenticabile! Voglio tutti presenti al mio trionfo!-
- E’ per questo che ci ha liberati?- Chiese Gin con grande curiosità, sentiva che per il Boss lui non contava più niente, come se fosse ancora in prigione.
- Mio caro Gin, ti voglio in prima fila per i compiti che sto per assegnarti! Sei il mio fidatissimo braccio destro, lo sai benissimo!-
Gin sorrise malignamente e annuì al suo Capo che però sembrava diverso, aveva occhi strani, come se nascondessero qualcosa e non si riuscisse a penetrare oltre le pupille per poterne vedere l’anima.
- Dunque, prestatemi tutti la massima attenzione, - iniziò ad alzare il tono di voce e dirigersi verso la sua scrivania di mogano - tutto sarà pronto domani e non possiamo fallire!-

Shiho fissava il muro davanti a sé, ma non lo guardava, perché i suoi occhi proiettavano i ricordi di dieci anni prima, quando era riuscita finalmente e creare l’antidoto contro quel maledetto farmaco e lei e Shinichi erano tornati adulti, sotto gli occhi della povera Ran, rimasta sconvolta per almeno due mesi prima di poter accettare tutto. Il ricordo che la tormentava però era quello di Vermouth, la quale si trovava sopra davanzale della finestra e sorrideva alla scienziata con aria sconfitta e amareggiata. I capelli, non più biondi, ma sporchi di polvere e sangue le coprivano gli occhi stanchi, mentre la voce le rimbombava nella testa …
“Mi spiace, Shiho, mi spiace davvero per tutto, ma credo che noi siamo destinati a vederci altrove. Non in questo mondo forse, ma prima o poi ci rivedremo ancora.”
“Dove pensi di andare, eh?”
“Tranquilla, piccola, non ho intenzione di morire qui a Tokyo!”
E scappò dalla finestra come se avesse delle ali, sparendo nel caos della città senza farsi mai più rivedere.
Che fosse tornata alla carica, adesso?
view post Posted: 10/2/2015, 18:51     La Setta dei Poeti Estinti - Off topic
AMLETO: Essere, o non essere, questa è la domanda:
se sia più nobile per la mente patire
i colpi e i dardi dell’atroce fortuna
o prendere le armi contro un mare di guai
e resistendovi terminarli? Morire, dormire –
niente più; e con un sonno dire fine
all’angoscia e ai mille collassi naturali
che la carne eredita; questo è un compimento
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare, ah, è qui l’incaglio.
Perché in quel sonno di morte quali sogni sopravvengano,
liberati che ci siamo di questa spirale mortale,
deve farci indugiare; ecco il riguardo
che rende la calamità così longeva.
Perché chi sopporterebbe le scudisciate e gli scherni del tempo,
il torto degli oppressori, l’ingiuria del presuntuoso,
gli strazi di un amore disprezzato, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e i calci
che il merito paziente si prende dagli indegni,
quando potrebbe darsi da solo la sua pace
con un semplice pugnale? Chi si caricherebbe di fardelli,
per grugnire e sudare sotto una faticosa vita,
se non fosse per il fatto che il timore di qualcosa dopo la morte,
l’inesplorato paese dal cui confine
nessun viaggiatore ritorna, confonde la volontà,
e ci fa tollerare quei mali che abbiamo
piuttosto che ricorrere ad altri a noi ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti vili,
e così la tinta naturale della risoluzione
è ammorbata dalla pallida sfumatura del pensiero,
e le imprese di grande elevazione e momento
con questo sguardo deviano i loro corsi
e perdono il nome di azione. Ma, calmati adesso,
la bella Ofelia. – Ninfa, nelle tue orazioni
siano rammentati tutti i miei peccati.

Certo, tutti conoscono la primissima frase, ma la parte più importante del monologo vi è al centro: una cosa bellissima! :D
view post Posted: 10/2/2015, 14:28     Suona, orchestra! Suona! - FanFic
Buongiorno a tutti quanti voi,
dopo un lunghissimo periodo di assenza sono tornato a pubblicare FanFiction ed inizio subito, come al solito, con un mio esperimento di scrittura che voglio sottoporvi, sperando che vi piaccia!
Non spreco troppe parole per la presentazione, ma vi auguro una buona lettura e ringrazio in anticipo, come sempre, chi sarà così gentile da commentare.
Un saluto e a presto.

CAPITOLO 1



Notte fredda e senza stelle nel cielo, nuvolosa che preannunciava un terribile evento.
La città continuava la propria vita in maniera silenziosa, perché la maggior parte delle persone dormivano e le poche che erano in giro camminavano o rasente ai muri o con la testa bassa, sentendo solo il ticchettio delle proprie scarpe contro il marciapiede.
Poco lontano dalla città si udì un tonfo strano, profondo e sinistro: era un’esplosione!
L’uomo con i lunghi capelli bianchi, sporchi e il volto scavato ormai dai lunghi dieci anni di prigionia si incammino verso lo squarcio enorme contro la parete. Arrivato al buco si mise a guardare il cielo nuvoloso e i pezzi di edificio caduti in basso, che avevano schiacciato le guardie e ferito molte altre persone e scoppiò a ridere di gusto, come se non vedesse l’ora che succedesse quella cosa.

- Maestà non possiamo non avvertire la popolazione!- Sbottò il Ministro contro l’Imperatore seduto dietro la sua scrivania con gli occhi tremanti.
- Va bene, lascerò una dichiarazione.- I giornalisti poco dopo furono nella Sala Conferenza del Palazzo Imperiale e l’Imperatore entrò dando l’aria di sapere cosa fosse successo e di come combattere la minaccia. Doveva dare l’impressione che non fosse successo nulla e che tutto fosse tranquillo, come sempre.
- Buongiorno a tutti.- cominciò con un tono solenne, ma anche molto sbrigativo, - Dalla prigione di Massima Sicurezza di Tokyo ci hanno informato che cinque prigioni sono evasi l’altra sera a causa di un’esplosione che ha fatto saltare in aria le mura delle prigione.-
- Chi sono i cinque evasi?-
- C’è pericolo per il Giappone?-
- Come hanno fatto a far saltare in aria una struttura di Massima Sicurezza?-
Quelle domande piovevano come un’ondata di frecce contro l’Imperatore, il quale si trovava accecato dai flash che lo colpivano agli occhi.
- Dunque,- continuo un po’ tremante - Il nostro governo si sta mettendo in comunicazione con gli altri Capi di Governo e sta cercando di avvisarli del pericolo. Gli evasi sono i membri dell’Organizzazione Nera!-
Silenzio. I flash smisero di illuminarsi i giornalisti abbassarono i microfoni e i registratori e i loro occhi si riempirono di paura, mentre l’Imperatore si trovava negli schermi televisivi con la fronte sudata e gli occhi del suo popolo puntati addosso.

- Cosa?- Esclamò Shinichi Kudo facendosi andare di traverso il caffè che stava bevendo. Ran vedendolo tossire corse subito da lui e gli diede delle pacche sulla schiena, sempre con gli occhi rivolti verso il volto pallido dell’Imperatore.
- Shinichi, tutto bene?-
- Hai sentito Ran? Vuol dire che Gin, Vodka, Chianti e altri sono fuggiti dal carcere di massima sicurezza!-
A quelle parole Ran si mise a tremare e una valanga di ricordi la travolse, mentre cercava un posto dove mettersi a sedere: non capiva nulla, si vedeva lei, chiusa in una stanza con accanto quell’uomo, Gin, che le puntava la pistola alla testa prima che Conan, ovvero Shinichi la salvasse, beccandosi una pallottola nel braccio, però!
Da lontano, la piccola Ran, sentiva delle voci come se fosse stata sott’acqua, poi riemerse con la mente e riuscì a udire distintamente:
- … devo avvisare subito Shiho!-
Non fece in tempo a prendere il mano il telefono e digitare il numero che il televisore fece un rumore strano e comparvero delle linee elettrostatiche. Non poteva essersi rotto il televisore e nemmeno le trasmissioni potevano essere state interrotte, ma ciò che apparve qualche secondo dopo fu impressionante e terribile.
Due occhi tondi di plastica fissavano Shinichi oltre lo schermo: un pupazzo da ventriloquo di Conan! Ran appena lo vide si lasciò scappare un urlo e cadde dalla sedia, cercando un punto dove scappare, trovandosi con le spalle contro la parete. Shinichi fissava il pupazzo che stava lentamente girando la testa in legno e sorrideva maligno, non appena aprì leggermente la bocca si udì la voce di Conan modificata, resa metallica:
- Ciao Shinichi, ti ricordi di me? Siamo stati amici un tempo? Oppure sei così cresciuto in questi anni da dimenticarti anche gli amici più cari ed intimi?- Il pupazzo emise una risata elettronica minacciosa: - L’intervento del nostro imperatore è stato molto commuovente, eccezionale, degno di lui, anche se ho visto la paura nei suoi occhi. Paura che dilaga tra il popolo giapponese! Nei tuoi occhi è presente il vero terrore, Shinichi Kudo!-
- Fallo smettere!- Strillò Ran, ma Shinichi la zittì con un gesto delle mani.
- Shinichi ti aspetto per la resa dei conti. Mi hai tolto tutto e mi hai tolto i sogni di gloria, ma nonostante questo non hai mai saputo chi sono io. Ti aspetto. Nel frattempo me ne starò qui a giocare con i miei amici!-
Shinichi non appena vide la telecamera muoversi e inquadrare la squadra de Detective Boys legati ad una parete sudicia con lo sguardo basso e gonfio di lacrime sentì una tremenda rabbia salire dai piedi alla testa, colpendo bene il Cuore, mentre una strana musica, molto conosciuta e forte rimbombava in quel luogo. La telecamera riprese ancora il volto di Conan.
- Ti aspetto, altrimenti sarò costretto a giocare all’assassino con i miei amici, sono tanto simpatici quando si impicciano nei luoghi in cui non dovrebbero mettere piede!-
Il televisore trasmise un’altra volta le scariche elettrostatiche e poi si sintonizzò sul canale dove l’ Imperatore stava risponde alle domande dei giornalisti che si erano ripresi dallo shock.
- Quello … - sussurrò il detective guardando verso il pavimento - era la musica della “Danza dei Cavalieri” di Prokofiev.-
1521 replies since 2/3/2012