Buongiorno a tutti quanti,
incredibile, ma vero: torno con un capitolo a solo un giorno di distanza dal primo! Comunico subito che la cadenza, per questo periodo sarà quotidiana, mentre, quando ricominceranno i soliti impegni sarà a cadenza settimanale, nei week end molto probabilmente, ma non temete cercherò di essere sempre preciso, per quanto mi è possibile!
Ringrazio le miei due amiche nonché stimabili lettrici che hanno subito commentato, grazie infinite! Mi fa un immenso piacere, davvero!
Adesso basta con le parole e continuiamo con la storia,
a voi!
CAPITOLO 2
- Non è possibile!- Strillò la ragazza dai capelli ramati dall’altro capo del filo.
- Lo so, Shiho … è successo, però! Sono in pericolo!-
La ragazza non riusciva a credere a ciò che il detective stava dicendo e si mise subito a sedere sulla sua poltrona della casa del professor Agasa che in quel momento era fuori.
- Shinichi io … io … sono preoccupata!-
A chi lo stava dicendo! Shinichi tremava e aveva le mani tutte sudate, ma con la ragazza giunse alla conclusione che doveva andare al Teatro dell’Opera dove proprio in quel periodo stavano dando “Romeo e Giulietta” il balletto di Prokofiev.
- Shinichi! Non andare, ti prego!-
- Devo, Shiho, devo! Non posso assolutamente stare qui con le mani in mano a non fare niente! Sono dei miei amici e non posso abbandonarli!-
La decisione fu dura, ma anche la scienziata con gli occhi colmi di rabbia, paura e lacrime acconsentì e dichiarò di volerlo seguire in quella impresa, per quanto il detective non fosse del tutto contento di quell’idea e cercò di persuaderla.
- No, Shiho, rimani a casa, per favore! Me la caverò da solo!-
Non ci fu molto da discutere, la ragazza con i capelli ramati non ne voleva sapere e immediatamente rispose:
- Vengo anche io. Voglio vederli ancora un’altra volta, voglio partecipare anche io e voglio porre fine a questa storia!-
La stessa Shiho non credeva alle sue parole, perché anche al solo pensiero di trovarsi di nuovo davanti Gin, Chianti e gli altri membri dell’organizzazione si sentiva persa, smarrita e in panico, con il respiro pesante e rotto dai singhiozzi delle sue lacrime amare che le scivolavano sul volto pallido.
- E’ tutto pronto?- Chiese l’uomo mettendosi addosso il completo elegante, compreso il papillon nero e posizionandolo bene sul collo.
- Certo, Capo, tutto pronto!-
La risposta venne data da un uomo alto, spallato con una mandibola quadrata e due grosse lenti da sole sugli occhi: Vodka, il quale si sentiva un po’ a disagio a trovarsi davanti al Boss un’altra volta, dopo dieci anni di prigionia.
Il suo compare Gin, al contrario, era contento, spietato e teneva in mano la pistola, come una vecchia compagna, un’amica che le era sempre stata fedele e non vedeva l’ora di scatenarsi, ma la voce del Boss, pacata e molto forte li fece trasalire.
- Non voglio che ci siano troppi disordini!-
- Come, Capo? Non dobbiamo uccidere Shinichi Kudo?-
Il Boss scoppiò in una perfida risata, voltandosi con in mano un fiore bianco e grande che si stava infilando dentro l’occhiello con precisione.
- Assolutamente no! Shinichi Kudo non mi preoccupa. Posso ucciderlo in qualsiasi momento, senza alcun problema! Voglio che sia lì ad assistere al mio … - li guardò e sorrise, correggendosi - al nostro trionfo!-
- Cosa ha in mente, Capo?-
Era la voce di un altro membro minore dell’organizzazione che curava la porta nel caso qualcuno volesse vedere il Capo.
- Domani alla replica di “Romeo e Giulietta” avremmo la crema della crema e il mio compito è quello di prendere in mano la situazione, tutto qui.-
Le domande erano tante e nessuno capiva le mosse dell’astuto Boss, il quale fischiettava la sua solita canzone con fare molto contento e sorridendo alla sua immagine riflessa nello specchio. Se si guardava un pochetto verso il basso, nell’angolo di destra, si poteva benissimo intravvedere riflesso anche il pupazzo di Conan che sorrideva maligno.
- Non vi preoccupate, miei cari! Domani sarà una bellissima giornata e di sicuro sarà indimenticabile! Voglio tutti presenti al mio trionfo!-
- E’ per questo che ci ha liberati?- Chiese Gin con grande curiosità, sentiva che per il Boss lui non contava più niente, come se fosse ancora in prigione.
- Mio caro Gin, ti voglio in prima fila per i compiti che sto per assegnarti! Sei il mio fidatissimo braccio destro, lo sai benissimo!-
Gin sorrise malignamente e annuì al suo Capo che però sembrava diverso, aveva occhi strani, come se nascondessero qualcosa e non si riuscisse a penetrare oltre le pupille per poterne vedere l’anima.
- Dunque, prestatemi tutti la massima attenzione, - iniziò ad alzare il tono di voce e dirigersi verso la sua scrivania di mogano - tutto sarà pronto domani e non possiamo fallire!-
Shiho fissava il muro davanti a sé, ma non lo guardava, perché i suoi occhi proiettavano i ricordi di dieci anni prima, quando era riuscita finalmente e creare l’antidoto contro quel maledetto farmaco e lei e Shinichi erano tornati adulti, sotto gli occhi della povera Ran, rimasta sconvolta per almeno due mesi prima di poter accettare tutto. Il ricordo che la tormentava però era quello di Vermouth, la quale si trovava sopra davanzale della finestra e sorrideva alla scienziata con aria sconfitta e amareggiata. I capelli, non più biondi, ma sporchi di polvere e sangue le coprivano gli occhi stanchi, mentre la voce le rimbombava nella testa …
“Mi spiace, Shiho, mi spiace davvero per tutto, ma credo che noi siamo destinati a vederci altrove. Non in questo mondo forse, ma prima o poi ci rivedremo ancora.”
“Dove pensi di andare, eh?”
“Tranquilla, piccola, non ho intenzione di morire qui a Tokyo!”
E scappò dalla finestra come se avesse delle ali, sparendo nel caos della città senza farsi mai più rivedere.
Che fosse tornata alla carica, adesso?