Secondo la scrittrice giapponese Marie Kondo, l’arte del riordino ci può trasmettere benessere mentale. Recentemente, però, il suo metodo, che ha portato prepotentemente il decluttering nelle nostre vite, è stato accantonato dalla stessa . Quindi, cosa manca alla filosofia del riordino? Il minimalismo!
Il minimalismo, contrariamente al sentire comune, non è l’avere poco o nulla , vivere in un ambiente asettico e vuoto, semmai è piuttosto uno ” stile di vita ” che porta a selezionare nei vari ambiti della vita umana non soltanto oggetti , ma anche relazioni. Si può selezionare trattenendo nella propria vita soltanto ciò che si ritiene appropriato , più giusto per noi. In ambito relazionale ci è capitato di partecipare ad un pranzo solo per “dovere” o per il coinvolgimento emotivo di altre persone . Quel momento, quella relazione, quell’ incontro ci ha soltanto fatto perdere tempo, non ci ha arricchito. La selezione ci permette di eliminare il superfluo e di mantenere il focus su ciò che conta realmente. Non si può stabilire a priori e in modo oggettivo ciò che è superfluo . Ci sono persone minimaliste che sentono che certi oggetti davvero sono qualcosa di inutile. Quando si avverte di essere sommersi da troppe cose inutilizzate, si sente il bisogno di tenere soltanto ciò che per noi ha un significato , è utile, ci trasmette gioia. Quindi, il minimalismo non significa vivere un’esistenza di rinunce, ma in modo più intenzionale .
Soprattutto nello shopping questa intenzionalità viene a mancare perché tendiamo ad impossessarci di ciò che ci piace , ma non tutto ciò che possediamo ci rende felici , anzi ci ruba solo spazio per il “nuovo ” . A tal proposito è da ricordare il fenomeno del ” tapis roulant edonico” che descrive la tendenza di ritornare ad un livello di soddisfazione o felicità precedente poiché ci adattiamo in fretta allo stato di euforia iniziale . Anche se siamo euforici all’acquisto, dopo un po’ subentra l’abitudine e quell’oggetto non ci dà più la stessa soddisfazione e desideriamo altro, in una sorta di ” horror vacui ” che ci porta a colmare vuoti che esistono solo nella nostra mente. Quello che possiamo fare è selezionare quello che abbiamo per categoria e fare una cernita di ciò che ci reca utilità per la vita quotidiana. Questa intenzionalità di scelta a cui il consumismo ci ha disabituati porta ad avere meno cose non perché dobbiamo eliminare, ma perché dobbiamo essere sicuri di ciò che vogliamo. In questo modo possiamo trarre beneficio poiché saremo circondati da cose importanti . Questo si traduce nella possibilità di accumulare meno rifiuti e quindi in un minore impatto ambientale . Questo cambiamento non deve essere radicale e rapido, ma può avvenire in varie fasi. Il riordino è ,però , diverso dal minimalismo in quanto avremmo una sensazione di spazio maggiore anche se riordinassimo cianfrusaglie , cose in ordine ma pur sempre inutili. Il minimalismo invece arreca benessere mentale poiché possediamo ciò che ci fa piacere . L’ambiente minimalista è rilassante perché ogni cosa non solo è al proprio posto, ma è essenziale , arreca pace, piuttosto che trasmettere un senso di caos.
Edited by la signorina kobayashi - 12/6/2023, 21:53
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, quindi direi che il mio prefe è il mojito, anche analcolico, ma solo perché è il più diffuso. Però il mandarinetto e il limoncello siciliano lo battono. Il lime è ottimo ma il sapore del limone o del mandarino è unico 
Quindi tutta la vita limoncello e mandarinetto <3
