| bene...son tornata, e come promesso ecco la terza parte...fatemi sapere che ne pensate, ok?
3.
Erano soli, seduti uno di fronte all'altro, nel salotto a casa di Heiji... Kazuha era in cucina a preparare il caffè. Serio, il detective di Osaka, si rivolse all'amico.. “Allora, Shinichi...sputa il rospo... con tutto il lavoro che hai, sono certo che questa tua improvvisata non rientra in quella che comunemente definirei 'gita di piacere', o sbaglio?” Shinichi lo guardò, sul suo volto era disegnata una strana espressione..vi si leggeva..cosa? Paura? Determinazione? Stizza? Si, ma c'era anche qualcos'altro...qualcosa di profondo,viscerale..così nascosto da essere indefinibile... Heiji era perplesso..quell'espressione non lo convinceva.. Shinichi non seppe trattenersi e ruppe in un sorriso...il primo che gli illuminava il volto dall'incontro con Vermouth.. “dovresti guardarti allo specchio..saresti adattissimo nel ruolo di un comico!”disse ridendo, forse un po' troppo forzatamente..”tranquillo, non è successo niente di grave,è inutile che mi guardi con quel fare inquisitore! A dire il vero mi hanno chiamato alla questura di Kyoto per via di un delitto commesso da un loro cittadino qui a Tokyo...considerato che era fuori giurisdizione...poi Osaka mi veniva di strada...e ho pensato di venire a vedere come te la cavavi nei panni di novello sposo” mentì il detective di Beika, ammiccando maliziosamente. Il novello sposo, però continuò a guardarlo sospettoso...no, non poteva davvero credere, Shinichi, che lui si sarebbe fatto raggirare da una balla così mal costruita...del resto, scoprire la verità era quello che gli assicurava il pane quotidiano..ed era anche piuttosto bravo.. “Che idiota...sarai pure cresciuto, ma non hai ancora imparato a mentire...” Stavolta Shinichi rise davvero di cuore.. “Non ti si può nascondere niente! Ma come diavolo mi è venuto in mente di venire da te?!”sbuffò...poi, tornando serio “E' venuta a cercarmi Sharon Vineyard. Ti ricordi di lei? All'interno dell'organizzazione era conosciuta come Vermuth...” Heiji impallidì leggermente sotto il colorito scuro della sua pelle, ma rimase impassibile al racconto dell'amico. “ma guarda...questa si che è una sorpresa..” “Già,” disse serio Shinichi “ e indovina un po',vuole che indaghi su Gin..a quanto pare non si è suicidato.” Heiji, ancora un po' pallido, lo guardò furbescamente con un mezzo sorriso disegnato sul volto.. “Quale sarà il tuo onorario, per questa indagine? Deve averti offerto qualcosa di molto interessante per convincerti ad aiutarla..” A questa domanda, che voleva alleggerire un po' la tensione, l'uomo sbuffò..quasi indignato con se stesso..com'era vulnerabile, in fondo.. Lui, determinato, sagace, intelligente..lo Sherlock Holmes del secolo..aveva così tanti punti deboli! Era stato facile, per quella donna, costringerlo ad aiutarla...ma cosa ci poteva fare? Quella era la sua natura.. “Sta ricattando Aì” rispose con un sospiro “potrebbe farle del male, se mi rifiutassi di seguire il caso.” Il detective di Osaka lo osservò. Il volto sereno, l'espressione calda, amichevole e determinata... “sono con te, amico. Conta pure sul mio aiuto.” In quel momento, la porta del salotto si spalancò ed entrò Kazuha con tre tazze di caffè fumante. Ne porse una ciascuno ai due uomini e poi, con la sua tra le mani andò ad accoccolarsi accanto al marito che le circondò le spalle con un braccio, guardandola con tenerezza. Il suo viso era raggiante, illuminato da un'espressione appagata che solo una donna felice. L'atmosfera era cambiata, nel salotto...si era come alleggerita, al suo ingresso. E la serata continuò piacevolmente tra aneddoti divertenti sulla vita di coppia, e sogni... e speranze che addolcivano i cuori e rendevano il domani un po' più luminoso. Dopo la bella serata, Shinichi, si sentiva un po' più sollevato..forte anche della promessa dell'amico di aiutarlo.. Innestata la prima, accese il motore e partì, ad andatura relativamente tranquilla, verso casa.
TOKYO
Una ragazza sui 22 anni si aggirava solitaria per il campus della facoltà di chimica. Era appena uscita da una lezione chi chimica organica..aveva un'aria seria, lo sguardo perso..sembrava annoiata..per lei era tutto una sciocchezza.. un pro-forma. Quelle lezioni..avrebbe potuto tenerle tranquillamente al posto di quell'idiota del professore. Chimica organica era l'ultima materia prima della laurea. E poi, fra qualche mese, la discussione della tesi. La sua media, naturalmente, era eccellente. Tutti 30..molti corredati di lode e, probabilmente, si sarebbe guadagnata anche la mensione d'onore. Era molto popolare, in facoltà... benchè non desse retta quasi a nessuno..molto bella, con i capelli color dell'oro e gli occhi azzurri e un'intelligenza spaventosa.. Erano passati 15 anni da quando aveva ricominciato a vivere. Da quando aveva deciso di dimenticare il passato...l'organizzazione...di dimenticare tutto quello che era stato. Aveva deciso di non prendere l'antidoto....di rimanere per sempre Aì Haibara, ma ora..la sua vecchia vita era tornata prepotentemente a gettarla nella disperazione... Alta, flessuosa...intrigante. Era tornata adulta ad fianco del dottor Agasa che tanto tempo fa l'aveva accolta..quando era sola e disperata. 'Quel buffo ometto dai baffoni candidi' pensò sorridendo...come stava bene, con lui...era quasi come riavere un padre! no..non poteva dargli altre preoccupazioni..per questo aveva deciso di non parlargli dell'incontro avuto con Sharon Vineyard. A quel pensiero la sua espressione si incupì..'accidenti...e io che pensavo..'pensò con un sorriso amaro che la rendeva ancora più tristemente bella.. Pensava di essere tornata libera, con la sua morte..la morte del capo...si, si era liberata di lui, ma Vermouth...non si sa come, era riuscita a sopravvivere.. Ed ora la minacciava. Era brava..molto brava in quel genere di cose...ed era riuscita a sorprenderla quando lei aveva ormai abbassato la guardia. Quando amava ed era riamata. Ma come poteva uscirne, ora? Non poteva chiedere aiuto a nessuno..su questo non aveva dubbi. E non poteva neanche parlarne con lui..lui, che non sapeva niente del suo passato..che non conosceva Shiho miyano...che non sapeva dell'esistenza di Sherry..e che l'amava così profondamente. Immersa in queste riflessioni si diresse verso il luogo in cui lei aveva fissato il loro incontro. Vermouth era già lì. L'aspettava.. Le fece segno di salire 'proprio come allora...' pensò Aì e, tristemente, obbedì all'ordine. “I piani sono cambiati, Sherry.” disse, con un mezzo sorriso disegnato sul volto..gli occhi freddi puntati sulla strada. “non chiamarmi così!” Ribattè, piano, la ragazza..c'era panico nella sua voce.. Il sorriso di Sharon si allargò...la divertiva sentire quella particolare intonazione della voce...Era eccitante esercitare quel particolare potere su qualcuno.. “vedi, Sherry” continuò, marcando l'appellativo “da oggi non siamo più sole, nel nostro piccolo progetto...abbiamo un complice d'eccezione.” Le iridi azzurre della ragazza si allargarono. Guardò la donna con odio..avrebbe voluto colpirla, farle più male possibile...ucciderla. La odiava. Chiuse gli occhi, cercando di regolarizzare i battiti del suo cuore poi, in un sussurro chiese “Perchè? perchè lo hai coinvolto ancora?” La donna al volante soffiò sul viso della ragazza il fumo della sigaretta che teneva tra le labbra seducenti...poi tornò a guardare la strada. “Ho bisogno anche di lui. Sarà il nostro Cool Man ad organizzare le ricerche.”
Distretto di BEIKA
L'elegante vettura scura si accostò al cancello della villa Kudo; Come d'abitudine l'uomo, prima di entrare in casa, prese la posta dalla cassetta delle lettere. “Mmm...vediamo..allora...pubblicità..pubblicità..pubblicità..il gas..la corrente...e questo?” Tra le lettere e le bollette ricevute c'era un fogliettino piegato accuratamente in quattro parti..era stato strappato da un'agenda, ma i caratteri con i quali era segnata la data erano occidentali...dispiegò,incuriosito, il foglietto. Vergato con una scrittura sicura ed elegante...i caratteri giapponesi '...sono tornata. Chiamami' Erano le uniche parole tracciate. Il suo cuore mancò un battito. Era irrazionale, illogico...eppure...Shinichi Kudo sapeva a chi apparteneva quella grafia..lo sentiva. Era una certezza, non una supposizione, la sua.. Ran era tornata. Prese d'istinto il telefonino che, appena arrivato aveva poggiato sul tavolo e cercò in rubrica il numero al quale era associato il nome di Ran. Osservò meditabondo l'apparecchio per qualche minuto, pensando a quello che era stato...sembrava fosse passato un secolo , o forse...solo un' ora da quando la donna della sua vita gli aveva candidamente annunciato che sarebbe andata a vivere per un po' in Europa...era stato uno Shock tale.. la sua Ran..chissà quanto l'avrebbe vista cambiata...aveva seguito un po' la sua carriera..era stata brillante! Ed ora era tornata..l'aveva cercato. “mia piccola Ran,quanto mi sei mancata..” sorridendo spense il telefonino. L'indomani avrebbe dovuto fare una telefonata importante.
A qualche isolato di distanza, la donna che aveva invaso i pensieri, i sogni e le fantasie dello Sherlock Holmes del nostro secolo, si rigirò, mugugnando, sul letto nel quale dormiva placidamente.
allora? che ne pensate?
Edited by insospettabile - 21/4/2008, 23:20
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