| Giorno1 Parte2
Ayumi continua a fissare le spalle di Conan. La maestra sta spiegando il corpo umano, una lezione interessante, se non fosse che Ayumi trova interesse solo nel guardare Conan. Il bambino sta guardando fuori dalla finestra, e accortosi dello sguardo di Ayumi, si volta a guardarla e le sorride. La bambina ha una reazione quasi isterica: si agita, fa cadere il righello, poi l’astuccio, continuando a ridere fintamente. “ che figuraccia!” pensa, dopo che Conan si volta a causa di una sgridata della maestra. -signorino Edogawa, la prego di stare attento-
-sono a casa!- Conan sbatte la cartella sul divano e accende immediatamente la tv Ran, non sente le parole del bambino, poiché intenta a scrivere una lettera sul tavolo della cucina, pensando ad alta voce, e grattandosi ogni tanto la testa “non voglio che tu…no, cosi no! allora… vediamo, se scrivo…spero che tu possa…” -…ops…Conan?!- dice di sorpresa con un tono di voce acuto, per l’arrivo improvviso del bambino in cucina. - ciao Ran!- saluta prendendo una bottiglia d’acqua dal frigorifero. Ran nasconde la lettera nella tasca dei jeans -Ehm…mi ha telefonato Heiji. Abbiamo ricevuto l’invito di nozze. Fra 6 giorni- dice esaltata. “come se non lo sapessi” pensa Conan. sono passati 20 giorni dalla cattura del serial killer che tentò di uccidere Ran. Da allora tutto procedeva nel migliore dei modi, senza avvistamenti di Fbi, Cia e organizzazione. Anche Goro non era molto impegnato nel lavoro. Negli ultimi 15 giorni aveva avuto solo 5 clienti, con casi di rilievo minore. Sembrava che l’arrivo delle feste natalizie avesse reso tutti più buoni. Ma questa apparente calma, non poteva durare a lungo. - ehm, senti Conan…ti andrebbe uno di questi giorni andare in centro a comprare qualche regalo?- chiede Ran alzandosi, con le mani dietro la schiena. - non puoi andare con Sonoko?- risponde lui, poi bevendo a canna dalla bottiglia. - si ma…vedi, il fatto è che mi serve un parere di un ragaz… cioè di un uomo...ehm un bambino.- Conan nota ancora una volta lo strano modo di fare e parlare di Ran. Non riesce a guardarlo negli occhi, e più di una volta era capitato che si incespicasse sulle frasi, come in quel momento. -mi serve il tuo parere per un regalo ad un ragazzo. E poi in questi giorni Sonoko è impegnata col suo fidanzato quindi…- -fidanzato? Direi piuttosto “uno dei tanti”- scherza Conan,il quale poi fa mente locale delle parole di Ran, e rimane di stucco .-u-un ragazzo?- -si…quindi un consiglio da parte tua è meglio di niente. Poi già che ci siamo, potremmo prendere qualche regalo per le nozze di Kazuha ed Heiji, dato che ci hanno invitati…e avremmo un ruolo importante! Eheh- -stai scherzando vero?- Conan manda di traverso l’acqua e inizia a tossire. - oh, no. Me lo ha detto al telefono Heiji proprio stamattina. Io sarò damigella d’onore di Kazuha e tu sarai il portatore degli anelli. Non è fantastico?- Conan si passa una mano sul viso “ ti odio Heiji”. Tra le dia, vede lo sguardo di Ran su di sé. I due si fissano reciprocamente per qualche istante. Ritorna alla mente di entrambi la mattina, svegliati uno abbracciato all’altro. Dopodiché, distogliendo lo sguardo imbarazzati, fanno finta di fare tutt’altro e vanno in direzioni diverse.
Una figura, seduta su un’alta e morbida poltrona rosso fuoco, sta accarezzando il suo amato Kelis, un cane di razza. - mi desideravi Boss?- chiede Gin allo schienale della poltrona. una nuvola di fumo si leva da dietro la sedia. - si Gin. vedi c’è un piccolo problema. Vermouth mi ha recentemente riferito che ha avuto con te qualche battibecco riguardante alcune commissioni che dovevate svolgere assieme. Ti risulta?- - si. Ma sono stati litigi di lavoro, noi non…- - ti pregherei di evitare questi…’litigi di lavoro’- Gin distoglie lo sguardo dal retro della sedia e si stiracchia il collo “maledetta Vermouth” –hai qualcos’altro da dirmi?- - si. Per quanto mi stai a cuore la nostra Vermouth, sto notando in lei un certo cambiamento…umano, se posso cosi definirlo. Le ho assegnato un compito della massima importanza, e vorrei che tu e Vodka la seguisse, o meglio, la aiutasse. Naturalmente senza litigi- le ultime parole assomigliano ad una minaccia. Gin a denti stretti acconsente e chiede il lavoro da svolgere. Il Boss ruota lentamente la sedia sorridendo e continua ad accarezzare il cane con l’altra mano. Alla vista di quel sorriso crudele, Gin sente qualcosa muoversi nello stomaco. -te lo dico subito Gin…-
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