Detective Conan Forum

Nero Scarlatto ~, Nuova fiction su Detective Conan!

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view post Posted on 23/1/2010, 21:54     +1   -1
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The Dark One

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uh, finalmente! che bello! un nuovo capitolo, e molto interessante!

pazzia ossessiva di gin a parte(se lo prendo, lo stendo sotto un bel camion con doppio rimorchio :grrr: ), non mi aspettavo l'amicizia tra la belmotta e la mamma di shiho.
piccola curiosità scema. nella scena in cui elena myano saluta la belmotta con la mano sul pancione, chi c'era nella pancia di mamma myano? ai o akemi?

continua così, star!
però prima spara ai db!!!!!!!
 
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ShinxShio 4ever
view post Posted on 24/1/2010, 09:01     +1   -1




Belliissimo,come sempre
 
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-----Shiho Miyano -----
view post Posted on 9/2/2010, 21:17     +1   -1




*-* troppo bello anche questo capitolo (scusa se commento dopo dirca due settimane da quando l'hai postato XDXDXD)
T_T mamma mia, non mi piace quando la puccia piange ç_ç menomale che c'è shin *O*
 
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view post Posted on 14/2/2010, 19:24     +1   -1
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Grazie a tutti ragazzi per i commenti positivi, vi ringrazio tantissimo! ^^

Vi devo anche chiedere un enorme scusa per avervi fatto aspettare molto, un po' per lo studio, un po' per la settimana in Inghilterra...
Scusatemi davvero, prometto che scriverò uno o due capitoli questa settimana. ^^

Comunque, faccio un breve riassunto:
Ai (Shiho) è riuscita a creare un antidoto all'Apotoxina, facendo tornare grande Conan (Shinichi) che, dopo un caso, si mette insieme a Ran.
Gin invece convince il capo, che è suo padre, a far rientrare Sherry (Shiho/Ai) nell'Organizzazione, cosicché lui può finalmente realizzare una sua ambizione, cominciando a pensare ad un modo per rapirla.
Nel frattempo, Shinichi e Ran si accorgono che il bene che provavano uno verso l'altra era un bene fraterno e quindi si lasciano nello stesso giorno in cui arriva una nuova professoressa che sembra sapere tutto su Shinichi e Shiho. Inoltre, il primo comincia a provare sentimenti profondi per la seconda.

Vi siete gustati l'antipasto?! Perché ora arriva il piatto principale: La trama ha REALMENTE inizio!!!

Capitolo 14
Piano Attuato, Verso Tokyo



«Vodka, preparami la macchina...»
«Perché fratello?»
«Devo attuare il piano di cui ti parlavo un po' di tempo fa, ricordi?»
«D'accordo, vado subito fratello...» rispose con tono piuttosto piatto:«Vuoi andare da solo?» chiese poi in tono impercettibile.
«Sì... È una cosa che preferirei far da me... Grazie.» e l'uomo si allontanò dalla parte opposta dove Vodka si stava dirigendo.

~ ~ ~



Fermò subito la sveglia con un colpo netto di mano, il giovane detective liceale Shinichi Kudo, per evitare di svegliare la dolce ragazza al suo fianco, la quale, per sua immensa fortuna, era ancora tra le braccia di Morfeo. Aveva quello sguardo pacifico, che si alternava ad uno sguardo un po' preoccupato, come se stesse sognando qualcosa di molto spiacevole. Il respiro era quasi impercettibile, anche se ella aveva la bocca semi-aperta.
Si alzò piano dal letto, andando in bagno per lavarsi e per cambiarsi, per poi scendere a fare la colazione sia per lui, sia per Shiho, la quale, entrando in cucina a passo lieve, lo spaventò salutandolo, facendogli fare un piccolo salto:«Shiho, mi hai fatto prendere un colpo! Volevo lasciarti dormire con tranquillità...»

«Shinichi, io non dormirò mai sonni tranquilli, finché ho l'Organizzazione alle mie spalle.» esclamò la giovane in tono un po' duro mentre si dirigeva verso i fornelli per aiutare il moro.
«Prometto che riuscirò a sconfiggerla: ora non son più solo, ho Kaito Kid al mio fianco.» le sorrise con aria rassicurante mentre le mani fredde di lei sfioravano le sue per prendere la padella per fare un'ottima colazione Inglese:«Shinichi?!»
«Dimmi.»
«Anche io voglio stare al tuo fianco mentre lotti contro gli Uomini in Nero...» disse Shiho mentre si scostava una ciocca di capelli da un occhio:«... È successo tutto per colpa mia, tu non devi essere coinvolto in fatti che mi riguardano...»
«Shiho, ho promesso di proteggerti e lo farò. Poi ci sono dentro anche io: sono il ragazzo che potrebbe distruggere l'Organizzazione...» proferì in tono dolce, per evitare di farla arrabbiare, cosa che non riuscì ad evitare:«MA SEI SCEMO OPPURE NO?! Guarda che loro non scherzano mica! E non voglio perderti!» disse, senza accorgersi delle parole che diceva, riflettendoci col senno di poi: l'aveva detto, ora le avrebbe chiesto spiegazioni sull'ultima frase e doveva dirgli che lo amava.

Tuttavia non fu così:«Shiho, tu non ti rendi conto, ma anche io ho una paura enorme di perderti... Sei un'amica unica, come te non ce ne saranno mai. E anche se hai ucciso indirettamente qualche persona, sappi che sei buona, e la dimostrazione sta nel fatto che sei riuscita a pentirti di tutto quello che hai fatto.»
«Questa è la cosa più carina che mi abbiano mai detto in vita mia...» esclamò con tono felice e sorridendogli:«... Grazie.» e poi appoggiò il bacon e le uova sui piatti messi in tavola, per mettere dopo la padella nel lavandino per sciacquarla e metterla nella lavastoviglie.
Si sedettero e cominciarono a fare colazione, guardandosi ogni tanto di sfuggita negli occhi, come se avessero paura del contatto, anche se sapevano che era tutta timidezza.

Quando ebbero finito di far colazione e di lavare i piatti, il cellulare di Shinichi squillò:«Pronto?!»
«Hey Shinichi! Come va?!» era la voce del suo rivale-amico Heiji Hattori:«Hey Heiji! Tutto bene, te?!»
«Bene, ma con me non devi usare la tua vera voce...»
«Heiji, grazie ad Ai, te la ricordi vero?! La bambina che stava sempre al mio fianco...» disse quasi perdendosi in chiacchiere:«Ehm, comunque, grazie a lei son tornato com'ero prima. Faceva parte dell'Organizzazione! È lei che ha ideato il farmaco che mi ha fatto regredire allo stato bambino...»
«Aaah, capito...» esclamò Heiji stupito:«Comunque, io e Kazuha stavamo pensando di venire a trovarvi stasera, te e Ran...»
«Va benissimo! Ma io e Ran ci siamo lasciati, non eravamo fatti l'uno per l'altra...» esclamò in tono un po' triste:«In ogni caso, sono felice di essere tornato grande...» ridacchiò un po':«A che ora arriverete?!»
«Ehm, potresti venirci a prendere te alla stazione?! Arriveremo per le sei e mezza, sette di questa sera...» sorrise:«Non c'è problema, verrò a prendervi a quell'ora...» rispose Shinichi felice.
«Grazie Shinichi! A stasera, allora?!»

«A stasera!» e riattaccò il telefono, per poi rivolgersi alla ragazza che si stava asciugando le mani con un panno:«Stasera vengono a trovarci Heiji e Kazuha...»
«Ho sentito!» esclamò sorridente:«Dunque ci vuole una cena un po' speciale...» fece una pausa:«Potrei cucinarla io?!» domandò rivolta al ragazzo che, senza pensarci su due volte, fece un cenno di assenso:«Ottimo... Allora... Che cosa vorresti mangiare?» chiese, sempre rivolta a lui.
Ci fu un attimo di silenzio, dove il giovane stette pensando a cosa potevano mettere sotto i denti quella sera. Ci voleva qualcosa di buono, di sostanzioso e di particolare. Voleva qualcosa di Italiano:«Shiho..?»
«Pensato?!»
«Sì, sai cucinare Italiano?!» domandò nella speranza di ricevere una risposta positiva:«Beh, dipende da cosa mi chiedi di cucinare...»
«Ehm... Lasagne al forno?! Mia madre, andando in Italia, mi ha detto che sono una delizia!» esclamò con fare sicuro:«Uhm, potrei farcela...» disse Shiho un po' dubbiosa:«Faccio mente locale per vedere se mi ricordo gli ingredienti e come si fa... Al limite posso sempre vedere nella biblioteca...» uscì dalla cucina e andò in biblioteca, dov'era sicura che ci fosse qualcosa riguardo all'arte culinaria, così da scriversi gli ingredienti e poi uscire nel pomeriggio per fare la spesa.

Nello stesso istante, Shinichi squadrava la ragazza, pensando a quanto fosse carina mentre scriveva e quanto si stesse impegnando per farlo felice. Se l'avrebbe persa, non sa che dolore poteva provare.
Era arrivato mezzogiorno, quindi era tempo di rimettersi ai fornelli e di cucinare. Shiho aveva terminato la lista della spesa, cosicché nel tardo pomeriggio poteva andare a prendere le cose che aveva bisogno per cucinare. Nel primo pomeriggio avrebbe studiato un po', anche se era periodo di vacanza.
«Shinichi... Lascia fare a me. Avrai una mente geniale, ma ai fornelli sei un disastro!» esclamò Shiho mentre osservava il ragazzo fare danni in cucina solo per fare del ramen:«O... Ok, ma che faccio nel frattempo?!» domandò.
«Beh, potresti apparecchiare la tavola, per esempio...» sorrise:«Comunque, per la cena... Vuoi che la paghi io?!» domandò mentre si riposava un po' il braccio nel frattempo che il ramen si scaldava:«SEI MATTA?!» sbottò il giovane mentre disponeva i piatti:«La pago io. Non ho problemi!» le sorrise mentre prendeva i bicchieri dalla credenza, inspirando un po' del profumo che aveva addosso la ragazza.
«Se proprio non hai problemi... Va bene!» esclamò felice la giovane, servendo il ramen in tavola e rimettendo la pentola nel lavandino dell'enorme cucina.

Egli credeva che lei fosse un'ottima cuoca e un'ottima amica. Anche Ran lo era, ma con lei si trovava meglio, forse perché, anche se ironicamente, ella gli diceva ciò che pensava e, secondo lui, la verità andava sempre detta, anche se sicuramente lei non gli aveva detto tutta la verità riguardo all'Organizzazione: c'era qualcosa di più sotto, e doveva estorcerle le informazioni il prima possibile.
Finito il pranzo e lavati i piatti, Shiho si rifugiò in biblioteca a studiare mentre Shinichi prima chiamò Ran per farle sapere che Kazuha ed Heiji sarebbero venuti a trovarli, poi andò dal dottor Agasa per sperimentare il nuovo gioco e per passare un po' di tempo in sua compagnia, per poi andare a prendere Heiji e Kazuha in stazione. Lasciò le chiavi di casa e i soldi alla ragazza cosicché, una volta terminato lo studio, poteva uscire per andare a far spesa.
Quando Shinichi fu fuori, la ragazza si mise comoda sulla sedia della biblioteca. La testa china sui libri, lo sguardo che scorreva veloce su ogni singola lettera, rileggendo e rileggendo per memorizzarsi la sua materia no: la storia.
Quando vide che sull'orologio furono le quattro e mezza, decise di alzarsi e di andare a fare la spesa. Si sistemò per bene e uscì di casa, chiudendo porta e cancello principale. Tirando fuori il cellulare dalla borsa, sia per la fretta, sia per distrazione, non si accorse che le chiavi caddero esattamente davanti al cancello. Voltate le spalle alla casa, se ne andò tranquillamente.

Ma era ignara che presto qualcosa di non molto piacevole sarebbe accaduto.

~ ~ ~



«Vodka, hai terminato di prepararmi la macchina?!» domandò un uomo al suo compare che stava finendo di passare lo straccio sul vetro per toglierci la polvere:«Ora ho finito, fratello...»
«Dammi le chiavi...» ordinò, ricevendole quasi subito:«Fratello, sei sicuro di non voler compagnia con lei?!»
«Sì, sono sicuro!» sbottò:«Ora vado...» aprì l'auto e la accese, facendo scoppiettare il motore.
Mia adorata Sherry, presto sarai ancora tra di noi... Tra le mie braccia...


Capitolo 15

Edited by shiningstar ~ - 19/2/2010, 23:23
 
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view post Posted on 14/2/2010, 21:41     +1   -1
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quelle chiavi cadute per terra non mi piacciono proprio.......cattivo presagio <_<

e nemmeno i progetti di gin :gun:

che dolci i due shi che mangiano insieme, come una coppietta di sposini........e la puccia che fa la mogliettina premurosa :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

non preoccuparti, star, non ti picchiamo....anche se ci hai fatto aspettare un pò!
 
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view post Posted on 19/2/2010, 23:21     +1   -1
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Beh, un commento è meglio che niente. x°D
Grazie! ^^

CITAZIONE
piccola curiosità scema. nella scena in cui elena myano saluta la belmotta con la mano sul pancione, chi c'era nella pancia di mamma myano? ai o akemi?

Stavo più pensando ad Akemi: La gioia del primo figlio credo che sia tanta! ^^

Beh, questo capitolo conterrà dei ricordi... Ma lo dovete leggere per sapere che tipo di ricordi sono. ^^

A voi!

Capitolo 15
Dolci Ricordi tra i Luoghi di una Villa



Scese dalla macchina e si diresse verso quella casa che gli suscitava ricordi dolci ma che, al solo pensare che lì dentro ci vivesse la sua preda con un altro, gli faceva venire un sapore amaro in bocca.
Non era una giornata particolarmente soleggiata, le nubi erano biancastre, quasi grigie, segno che di lì a poco doveva avvenire una tormenta di neve che avrebbe messo in ginocchio tutte le strade di Tokyo, ma non la volontà dell'uomo, il quale frugò nell'interno del suo impermeabile nero, ne tirò fuori un pacchetto di sigarette, ne accese una e prese a fumare, assaporando già l'istante in cui avrebbe rivisto la sua ossessione.

Aveva parcheggiato la macchina piuttosto distante dall'abitazione del giovane detective, così da non farsi né sentire, né vedere dalla ragazza, facendole così una, come la definiva lui, “piacevole sorpresa”.
Appena davanti al cancello, sentì un rumore metallico. Abbassato lo sguardo, notò le chiavi che la giovane, accidentalmente, aveva fatto cadere. Le raccolse e infilò quella più grande nella serratura del cancello, aprendolo. Fece la stessa cosa con la porta di casa, entrandoci.
Era esattamente come se la ricordava: grande e molto bella, l'unica cosa di diverso che c'era era la pulizia, che non aveva mai visto prima in quella casa. Continuava a fumare mentre, con tranquillità, camminava in giro per la casa per vedere se ci fosse qualche segno della presenza della giovane.
Salì le scale che portavano alle camere, entrando per prima cosa in quella di Shinichi: il letto era in ordine, la stanza anche, quello era un segno quasi sufficiente della presenza di Sherry; tuttavia non era quello che cercava, voleva vedere il colore ramato/castano chiaro dei suoi capelli, anche solo uno, per poterne assaporare il profumo del balsamo di rosa che, di solito, metteva.
Andò nell'altra camera, quella dei coniugi Kudo, immaginandosi diverse scene tra lei e quel ragazzino mentre facevano altre cose di cui è meglio non parlarne, al ché gli montava su una rabbia distruttiva che gli stava facendo consumare in tutta fretta la sigaretta che aveva appena tirato fuori. Era la terza ed era arrivato in quella casa giusto da dieci minuti.
Andò in bagno, ma lì non c'erano altro che prodotti maschili per il corpo, i quali fecero intuire all'uomo che la ragazza non abitava lì, per cui volse le spalle alla vasca e scese ancora le scale, andando in cucina per prendersi un bicchiere d'acqua, dopodiché uscì dalla cucina e si diresse verso il salotto, appoggiando una lettera indirizzata a Shinichi di cui per ora non sappiamo il contenuto.

Camminò ancora in quella villa, per poi ricordarsi di una stanza in particolare, dove c'era stato con la sua preda. Dopo due minuti di cammino, la trovò: era la biblioteca. Notò i vari libri di scuola sparsi sulla scrivania, le matite e i residui della gomma da cancellare appoggiati sopra. Spiò uno di quei libri e notò la scrittura fine ed elegante di una donna: della sua donna, per la precisione. Poco più distante, un capello, uno dei suoi: lo afferrò e lo esaminò con fare estasiato: doveva essere passata di lì per studiare in santa pace. Voltò le spalle alla scrivania e vide dinnanzi a lui un enorme scaffale, alto circa tre metri, i libri tutti rilegati, colorati di rosso carminio, blu oltremare e di verde smeraldo con scritte in oro o argento. Ne scorse alcuni di questi: Il Mastino dei Baskerville, Uno Studio in Rosso, La Valle della Paura e tanti altri, tutti di genere giallo-poliziesco. Ma non c'erano solo romanzi: c'erano anche varie tipologie di libri culturali, a quanto pare, la famiglia Kudo doveva essere proprio una famiglia molto acculturata, a giudicare dai libri che possedevano.
Quella libreria non era solo una semplice libreria per lui: era un luogo pieno di ricordi...

~Flashback~



«Che stai facendo?!» chiese Gin alla ragazza che, con fare solitario, stava guardando i libri in cerca di uno su cui poter studiare:«Niente di ché, sto solo cercando un libro da prendere in prestito... Sai, mi servirebbe per studiare per finire il farmaco...»
«Le Cellule e la Loro Morte, titolo interessante, non trovi?!» domandò retoricamente l'uomo.
«Sì...» rispose la ragazza, allungandosi per prendere il libro:«Accidenti, non ci arrivo!» l'uomo la scansò e disse:«Lascia fare a me.» proprio quando lui sollevava il braccio, lei lo abbassava, facendo così innalzare un'aria profumata di rosa: era quello il suo profumo? Così buono, così provocante, così eccitante... Scosse la testa, prese il libro e glielo sbatté tra le braccia:«Ottimo, ora possiamo andare...» disse con fare risolutivo l'uomo.
«Gin?!» lo chiamò.
«Che c'è ora?!»
«Grazie.» gli sorrise con sincerità.

~ Fine Flashback~



Poco tempo prima, infatti, era andato proprio in quella casa per cercare informazioni sul ragazzo, per vedere se fosse morto o meno. Il suscitare di questo ricordo, gli fece riflettere che forse la sua ossessione per la giovane era proprio cominciata da quel momento, da quando aveva sentito il suo dolce profumo, e con la sua ossessione per la ragazza, c'era anche l'affetto del fiore per eccellenza: una rosa di colore rosso.
Scosse la testa come fece allora, per poi girare i tacchi e andare in salotto: voleva riposarsi un po', aveva camminato troppo.
Accese la televisione, soffermandosi su un canale dove si mostrava come si poteva cucinare l'onigiri [Palline di riso], cosa che a lui non è che interessasse molto. Cambiò canale, soffermandosi su un documentario sulla botanica, inquadrando proprio quei fiori che a lui piacevano tantissimo: le rose rosse nelle quali ci intravide anche quella ragazza che gli piaceva tanto quanto quei fiori.

Di nuovo, scosse la testa per togliersi ancora i pensieri su quella ragazza, spense la televisione, sistemò per bene la lettera, in modo tale che Shinichi la vedesse e la leggesse e si alzò in piedi, stiracchiandosi le ginocchia.
Prese una sigaretta e si mise a fumarla fuori, nel cortile. L'unica cosa che non era ancora stata messa a posto era proprio quel luogo: il cortile dove, poco tempo prima, sempre nello stesso giorno della nascita della sua ossessione, la ragazza era seduta su una sedia e stava leggendo sotto il ciliegio di casa Kudo.

~Flashback~



«Stai già leggendo questo libro?!» domandò incuriosito l'uomo.
«Ovviamente. Sai, vorrei lasciarglielo prima di dimenticarmene, quindi studio già adesso.» disse la ramata senza mai staccare lo sguardo dal libro:«È proprio un piccolo prestito, dunque...»
«Già... Non voglio che si sappia che noi siamo stati in quest'abitazione... I genitori del defunto potrebbero preoccuparsi...» esclamò la ragazza con tono dolce, sempre leggendo il libro.
«Quindi, sei sicura che sia morto?!»
«Dubiti forse delle mie capacità?!» domandò in tono cinico.
«No, sei la migliore scienziata che l'Organizzazione abbia mai avuto...» sospirò, prese una sigaretta e se l'accese:«... Quindi credo che se tu sostieni che quel detective da strapazzo sia morto, significa che è davvero così...» dicendo questo, si appoggiò all'albero.
«Da quando mi riempi così tanto di complimenti?!» esclamò cinicamente:«Bah, non è che sia poi più di tanto interessata alla tua risposta...» chiuse il libro con forza:«Andiamo... Ho già studiato il capitolo che mi interessava...» disse, voltando le spalle all'uomo, facendogli arrivare una vampata del suo profumo.

~ Fine Flashback~



Dopo un po' che stette lì a fissare con fare silenzioso, si stancò di aspettare la ragazza, per cui girò i tacchi, aprì la porta sul retro, attraversò la casa, soffermandosi ancora un po' davanti alla biblioteca, dove assaporò per l'ultimo istante il ricordo di lei girata di spalle, per poi dirigersi verso l'uscita inspirando dolcemente l'aria impregnata di fumo che era rimasta in quella casa, per poi abbassare la maniglia ed uscire, mettendo un piede fuori dalla porta aperta e trovandovi davanti una ragazza dai capelli ramati, vestita con un cappotto nero, una gonna rosa chiaro e gli stivali lunghi marroni chiaro. Ella alzò lo sguardo azzurro-grigio, il quale era decisamente preoccupato e timoroso verso l'uomo dal viso totalmente eccitato. Oh no... fu il primo pensiero di lei.
«Sherry...»



Capitolo 16

Edited by shiningstar ~ - 21/2/2010, 17:28
 
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ShinxShio 4ever
view post Posted on 20/2/2010, 14:43     +1   -1




Oddio e ora???Gin n
on mi toccare Shiho altrimenti....grrr
 
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Sherry 4869
view post Posted on 20/2/2010, 19:03     +1   -1




Gin maniaco!<--lo ammazzo!

Scsa per non aver commentato subito ma sono impegnatissima!
 
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ShinxShio 4ever
view post Posted on 20/2/2010, 20:53     +1   -1




Ti imploro,anche se hai aggiornato da pochissimo,AGGIORNA!!!!Sono a dir poco curiosissima al punto di controllare ogni 2 minuti!!!E hai aggiornato solo ieri!!!!
 
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view post Posted on 20/2/2010, 21:26     +1   -1
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CITAZIONE (shiningstar ~ @ 19/2/2010, 23:21)
Stavo più pensando ad Akemi: La gioia del primo figlio credo che sia tanta! ^^

era solo per sapere! grazie star!


non avevo mica visto che avevi aggiornato ieriXD

cmq, gin sempre più maniaco....e temo che ora sherry vivrà dei momenti davvero terribili!
povera puccia nostra!

 
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view post Posted on 21/2/2010, 17:27     +1   -1
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Grazie a tutti per i commenti splendidi... Ma son sicura che, dopo questo capitolo, mi odierete a morte. xD

CITAZIONE
Ti imploro,anche se hai aggiornato da pochissimo,AGGIORNA!!!!Sono a dir poco curiosissima al punto di controllare ogni 2 minuti!!!E hai aggiornato solo ieri!!!!

o.o Esagerata!!! xDDD

Comunque, l'espressione di Shiho alla vista di Gin è circa questa: Click!
E quella di Gin appena vista Shiho è questa: Click!
Tanto per farvi un'idea. xD

Ma bando alle ciance! Questo capitolo è intitolato come uno dei miei episodi preferiti dove, guarda caso, ci sono esattamente questi due personaggi, protagonisti di questo capitolo. ^^


Capitolo 16
Incontro Indesiderato



Era inginocchiata per appoggiare la spesa a terra per poi aprire la porta, quando ad un tratto si vide apparire proprio dall'entrata della casa un paio di scarpe color nero che, purtroppo, conosceva fin troppo bene. Gli occhi di lei si sgranarono dallo stupore, misto con la paura e, pian piano, prendendosi coraggio, volse il volto verso l'alto, andando ad incontrare quello di lui, gioioso ed eccitato. Il primo pensiero fu Oh no... seguito poi dal tono entusiasta dell'uomo:«Sherry...»
Balzò in piedi e indietreggiò pian piano, le mani lungo i fianchi mentre l'uomo si appoggiava delicatamente allo stipite della porta, guardandola con il suo solito sguardo:«Mia cara Sherry, non sei felice di potermi rivedere?!»
«N... No... È l'ultima cosa che vorrei...» rispose quasi sottovoce:«... Perché sei qui?!»

«Per una ragione ben precisa... Ma prima vorrei dirti che non sono mai riuscito a dimenticarti...» si tolse dallo stipite e, con fare lento, camminava verso la ragazza:«... Non ho mai dimenticato il tuo profumo, i tuoi occhi... Ma soprattutto, non ho mai dimenticato il tuo viso che vorrei vedere impallidire dalla paura...» esclamò Gin eccitato, quasi come se fosse riuscito a incastrarla, come se l'avesse finalmente presa e torturata come desiderava fare:«Non riesci a parlare, vedo... Sarai troppo emozionata nel vedermi...» disse ancora:«Comunque, sono qui perché ci servi ancora, mia adorata...»
«I... In cosa, vi servirei ancora?!» fu l'unica cosa che riuscì a dire mentre indietreggiava man mano che l'uomo avanzava. Il suo volto stava pian piano diventando pallido dalla paura, come voleva l'uomo stesso il quale proferì:«Ci servi per completare il farmaco della vita... E per perfezionare quello della morte...»
«Non ci sono già abbastanza scienziati per questo?!» domandò sapendo già, in cuor suo, la risposta.
«Ovviamente, ma tu sei l'unica che ha la mente giusta per terminarlo...» le sorrise, quasi come per invitarla ad avvicinarsi a lui:«Mia cara, vieni con me...»
«M... Mai...»
«Vieni o muori...»
«No, non verrò mai con te!» si voltò e cominciò a correre mentre Gin estraeva la pistola da sotto il suo impermeabile nero, ci mise il silenziatore e prese ad inseguirla mentre tentava di prendere bene la mira.

Dal cielo cominciarono a cadere dei fiocchi di neve, i quali si posavano sul terreno ignari di quello che succedeva. Le nuvole non erano poi tanto grigie, si avvicinavano più ad un bianco sporco.
L'uomo rise malignamente:«Sherry! Te lo ricordi quella volta al Beika City Hotel?!» rise ancora mentre sparava freneticamente con la pistola:«Anche allora nevicava! È proprio il destino che vuole farti morire di una morte teatrale!» con un colpo di pistola, le prese la spalla la quale cominciò a sanguinare copiosamente. Gin sorrideva alla visione del sangue sulla neve, gli dava quel senso di eccitazione.
Continuava a correre nonostante il dolore alla spalla che stava tenendo con molta fatica. Bruciava, il dolore era lancinante, non ce la faceva davvero più; ma la voglia di correre lontano era più forte di ogni altra cosa, la volontà di fuggire da quell'uomo era la priorità assoluta, non si sarebbe arresa facilmente: poteva spararle ancora, ininterrottamente, non importava, lei non si sarebbe arresa.

Il cielo si stava facendo sempre più scuro mentre i lampioni si accendevano, illuminando i piccoli fiocchi di neve che cadevano sul terreno. Nevicava da pochi minuti ma già aveva lasciato qualche centimetro. Questa patina innevata veniva macchiata di rosso a causa del sanguinare della spalla.
Le strade erano deserte, nessuno aveva il coraggio di uscire in quella tormenta. I negozi erano chiusi poiché era domenica, quindi anche se avesse urlato con tutte le forze, nessuno l'avrebbe aiutata.
Forse era meglio così, se fosse morta in quel preciso istante, nessuno sarebbe stato più in pericolo a causa sua, Shinichi non sarebbe più stato preoccupato di salvarla, di proteggerla, non sarebbe più stato a rischio di morte: già, morire in quell'istante, avrebbe voluto dire espiare ogni singolo peccato, ogni singola colpa.
Un altro sparo, stavolta diretto alla nuca, ma che per fortuna sfiorò la guancia tagliandogliela. Strinse i denti per evitare di urlare mentre correva ininterrottamente. Dietro di lei sentiva ancora Gin che la pedinava e che, irrimediabilmente, rideva. Udiva delle parole, parole di una persona parecchio insana che erano indirizzate a lei:«N... Non ce... La farai a correre... Ancora a lungo!!! Sei... Sei ferita!!!» seguite da una risata malvagia. Tuttavia continuava, non voleva fermarsi: la corsa sarebbe terminata solo quando l'avrebbe deciso lei stessa e nessun altro.
Un altro sparo la colpì, stavolta sul braccio.

In lontananza, il rintocco delle campane di una chiesa: erano le sei di sera e il cielo era già del tutto oscurato, come se fosse notte fonda.
Per sbaglio, Gin cadde continuando a sparare in sua direzione, grazie a quest'accidentale caduta, avrebbe potuto riposare nascosta in un vicolo. E così fece: corse fino ad un vicolo lontano e si appoggiò al muro inspirando ed espirando profondamente per riprendere fiato. No... Non è possibile... Spero che sia solo un incubo... Non può avermi trovato... Ma soprattutto, come ha fatto a sapere che io ero a casa di Shinichi?! C'è... C'è qualcosa sotto... Forse, forse quella professoressa... Sì, forse è per colpa sua che sono finita in questa situazione... pensò mentre stringeva i denti per evitare che il dolore l'assalisse:«Sherry, vieni fuori! Mi sono rialzato e continuerò a darti la caccia... Sai che sono stanco pure io di correre?!» sentiva in lontananza:«Mia adorata, vorrei essere lì a curarti come si deve, freddandoti con un solo colpo...» aggiunse l'uomo per poi ridere come un pazzo.
La ragazza chiuse gli occhi e respirò profondamente, quando poi li riaprì, si trovò davanti il platinato:«Eccoti qui... Ora non mi sfuggirai!» lei sgranò gli occhi e si rimise a correre ma si dovette subito fermare: le aveva sparato alle ginocchia, facendola cadere in avanti mentre il sangue che colava si stava propagando per la distesa innevata:«Ragazza... Corri veloce... Ma non è servito granché...» rise ancora.

Quanto aveva corso?! Minuti?! Ore?! Giorni?! Non lo sapeva, ma la stanchezza era davvero molta:«Gin... Uccidimi... Sarò un peso in meno...» esclamò la giovane in seguito alla disperazione:«No, non ti ucciderò... Se... Se ci servi ancora... Non posso ucciderti...» disse l'uomo affannato, guardandola dall'alto negli occhi:«Una piccola curiosità, per caso hai... Hai detto qualcosa... A quel ragazzino?!» domandò sempre affannato.
«No... N... Nulla... Non ho... Avuto il cora... Il coraggio...» rispose ansimante.
«Ma che brava... Vedo che un briciolo di buonsenso ti è rimasto...» esclamò sarcastico Gin:«Per questo... Non ti ucciderò... Anche perché, lo ripeto, ci servi ancora...» le sorrise eccitato.
Probabilmente era il momento giusto per fare quello che avrebbe voluto farle: era distesa, senza forze, ansimava e il sangue, il quale si era fermato e incrostato, donavano alla scena che aveva in mente un non sapeva ché di eccitante. Ma lui decise che non era ancora il momento di prenderla e di torturarla a dovere: prima doveva curarla, doveva farla lavorare per il farmaco della vita che serviva all'Organizzazione:«Spiegami...» a queste parole, l'uomo si destò dai suoi pensieri:«Che vuoi che ti spieghi, mia adorata?!»
«Spiegami... Perché vi servo ancora?!»
«Vedo che hai la memoria corta, Sherry...» esclamò l'uomo ironico:«... Ci servi perché hai il giusto cervello e le giuste basi per far sì che il farmaco venga completato...»

«Ma... Ci sono scienziati... Migliori di me...» disse la ragazza affannata:«... Insomma, a dirla tutta io non sono la migliore!»
«Quando ancora non eri una traditrice, lo eri, mia cara...»
Era una sera buia, il vento gelido soffiava ed impattava il volto di una ragazza dai capelli ramati. La neve prendeva a scendere dal cielo e si posava dolcemente sulla giovane, la quale tremava infreddolita. Era stesa sull'asfalto gelato, coperta di sangue a causa degli spari ricevuti da un uomo che era al suo fianco. Respiravano a fatica per colpa dell'aria fredda, appena inspiravano, sembrava che mille aghi perforassero i loro polmoni.
Un lampione solitario illuminava il tutto. L'espressione del platinato era soddisfatta e allo stesso tempo eccitata mentre lei era stanca e affaticata. Gin si chinò su di lei, le accarezzò il viso guardandola negli occhi stanchi, assaporando il suo profumo, dicendole:«È giunta l'ora di abbassare le tue difese, mia cara... È giunta ora di tornare dalla luce all'ombra...»
«No... Non voglio...» esclamò in modo stanco:«Preferirei morire qui...»
«Stai zitta... Appena ti sarai ripresa, festeggeremo con un bicchiere di Bordeaux, il vino rosso per eccellenza...» sospirò continuando ad accarezzarle il viso, sorridendole:«... A nume di candela, con una rosa di colore rosso, il nostro nuovo incontro dopo tanto tempo...» inspirò profondamente.
«Per me è più un... Incontro indesiderato...» esclamò la giovane la quale, sia per stanchezza, sia per il troppo sangue perso, svenne.

L'uomo allungò le braccia e la prese in braccio per portarla via, nel covo dei corvi, dove ogni luce si spegne.


Capitolo 17

Edited by shiningstar ~ - 27/2/2010, 23:31
 
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Sherry 4869
view post Posted on 21/2/2010, 18:20     +1   -1




O_O!Gin, cosa hai intenzione di fare alla NOSTRA Shiho Miyano?Guarda che se fai qualcosa di sbagliato ti ammazzo!
So, che hai postato adesso ma ti chiedo una cosa:continua presto o ti amamzzo come Gin!(scherzo ovviamente!)
 
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Caitlin{
view post Posted on 21/2/2010, 20:36     +1   -1




Omonima ho letto il prologo ed il primo capitolo..Complimenti!! bella bella, mi piace un sacco! Sei migliorata dall' ultima volta che ho letto le tue fic ^__^ e anche se sarò lenta per via degli impegni continuerò a seguirla <33 x x
 
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~Hinata~
view post Posted on 21/2/2010, 20:47     +1   -1




Stupendo Bravissima
 
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view post Posted on 21/2/2010, 21:32     +1   -1
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ma è...ma è.....è un capitolo bellissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
non ho parole per desciverlo, mi sembra quasi di riuscire a percepire un'atmosfera quasi magica ed una dolce malinconia.....mi sembra di poter entrare nei panni di sherry, sentire quello che prova, la paura, il terrore, la rassegnazione, la stanchezza.................

nei panni di gin non mi metto.....ma cosa vuole fare alla nostra pucciola, quel maldetto!!!!!!!!!
giù le mani, maniaco!!!!!!!!!!!

sono curiosa di leggere come continua, e soprattutto che cosa farà quell'idiota di un gurzo!

 
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