| Assassinio sul Nilo è il primo film che ho visto quest'anno. Aspettavo di vedere la trasposizione cinematografica del celebre giallo, dal momento che non ho visto la sua antenata cinematografica. L'ambientazione di questo giallo mi ha sempre affascinato : una nave da crociera, all'interno della quale di volta in volta i personaggi fanno la loro apparizione. La storia dell'amicizia tra la ricca e viziata Linette e la "Cenerentola "Jacqueline dai tratti fiabesca viene "sconvolta" dall'incontro fatale tra Linette e il fidanzato dell'amica Jacqueline ,Simon Doyle. Dietro suggerimento di Poirot che teme una possibile ritorsione di Jacqueline, diventata rivale di Linette, la luna di miele si svolge a bordo di un battello. Tra il gruppo di invitati troviamo lo stesso Poirot e il suo braccio destro Bouc, accompagnato dalla madre. L'incipit del film si apre con uno scorcio in b/n sulla Prima Guerra Mondiale, di cui Poirot è protagonista, ed è da considerarsi " eziologico" del suo vissuto e del suo character design : il viso del futuro detective è rimasto deturpato a seguito di un'esplosione e per questo, dietro suggerimento della giovane fidanzata, ha scelto di farsi crescere i baffi per celare le ferite . Questo episodio ci consegna l'immagine del detective ferito non solo nel corpo, ma anche nell'animo, dal momento che a seguito di quell'incidente aveva deciso di vivere accanto all'amata per il resto dei suoi giorni, ma il destino beffardo gli aveva riservato un altro dolore più grave di quello fisico: la prematura morte della ragazza. Di qui comprendiamo la disposizione d'animo del detective nell'indagare sul possibile colpevole della morte della ricca ereditiera Linette. Un caso a prima vista " banale" , dal momento che ha come situazione precedente il triangolo amoroso. Jacqueline è diventata " stalker" della nuova coppia e possibile assassina di Linette, solo lei può trarre apparentemente beneficio dalla morte dell'amica. Ed è proprio questo punto cruciale a farci riflettere sul significato delle azioni dei protagonisti. Il finale carico di emozioni ci conduce al senso ultimo della storia che, dietro l’implacatura del giallo, nasconde il melodramma doloroso che riflette sull’amore e sugli atti estremi a cui può condurre fino alla cieca follia dell' annientamento. Proprio su questo riflette Poirot, vittima egli stesso di un amore perduto che gli ha sconvolto l'intera esistenza. Inoltre, apprendiamo che il detective è coinvolto contemporaneamente in un'altra indagine, incaricato dalla madre di Bouc , preoccupata per il figlio, tutto preso dalla nuova fiamma: una cantante dalla pelle nera. Alla donna non andava bene né il mestiere né l'etnia del nuovo amore del figlio. Il desiderio di condurre una vita normale è sconvolto dagli eventi in cui Poirot si trova coinvolto controvoglia. Far luce sui misteri è il suo mantra per poter soddisfare il desiderio di Verità che lo libera dalle brutture della vita, che ci costringe spesso a mentire per non cadere nel mirino dell'opinione pubblica. Poirot scopre, infatti , la relazione omosessuale clandestina tra una nobildonna e la sua sedicente cameriera. In "Assassinio sull’Orient Express" , lo stesso regista ci aveva presentato la figura del detective, impegnato nell'ossessiva ricerca della Verità in modo quasi maniacale, qui assistiamo, invece, direttamente al dramma vissuto da Poirot, devastato dall’orrore della guerra e vero protagonista nelle trincee .
Edited by la signorina kobayashi - 18/3/2022, 15:18
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