scusate, ma ho avuto ospiti a cena(la mia futura cognata) e ci siamo messi a parlare di vampiri e shugo charaXD e ikuto
shi star, tieni pure il tuo caro gin per guinzaglio, che ora aggiorno! ieri, dopo aver visto "kung fu panda 2" mi sono preparata il pezzo da mettere, così almeno oggi avevo meno lavoro da fareXD
dunque, bando alle ciance, e partiamo con il capitolo due!!!
in questo capitolo...beh, avremo il debutto del Barone della Notte e degli amici molto invadenti, ma tanto simpatici
ah, e poi c'è anche un'altra cosa....
AMICI INVADENTI
Prima Parte
Yusaku Kudo fece il suo ingresso in cucina con passo elastico, seguito dal cane, che gli era corso incontro non appena aveva percepito il suo odore e la sua presenza. Il volto di Yukiko si illuminò di gioia pura vedendo il marito, e lo raggiunse velocemente, cingendogli il collo con le braccia e stampandogli un sonoro bacio sulla guancia ruvida. Yusaku le cinse la vita con un braccio, e guardandoli Shinichi non poteva fare a meno di sorridere.
Ma come sono carini...e innamorati. Chissà se un giorno io e Ran saremo come loro...“Ciao tesoro, bentornato! Ho detto al nostro Shin- chan che non lo lasceremo più da solo...sai che il nostro cucciolo si è fidanzato?”
“Mamma!”
“Su, tesoro, ti ho già detto che non c’è nulla di cui vergognarsi!” Yukiko lo liquidò con un breve cenno della mano ed un sorriso abbagliante. “Non è meraviglioso, caro?”
“Oh, certo.” Yusaku annuì, un po’ distrattamente. Si sciolse gentilmente dall’abbraccio della moglie. “Shinichi, hai visto Haibara, oggi?”
Il giovane parve perplesso. “Beh...certo. Anche lei è tornata ad una vita normale.”
“Non ha avuto problemi con i documenti?”
“No. Tutto perfetto.”
“Bene. E com’è andata?”
“In che senso, scusa?”
“Nel senso, come si è comportata un’ex componente diciottenne di un’organizzazione criminale alle prese con la vita di tutti i giorni?”
“A parte le lezioni noiose, mi sembra bene.” rispose Shinichi, dopo un attimo di riflessione. Ricordò la sua espressione tranquilla mentre parlava con quei ragazzi della sezione accanto, ed ebbe un moto di fastidio. Ricordò i commenti entusiasti dei suoi amici, ed il fastidio aumentò. Scosse la testa, per scacciare quella strana sensazione. “Dimmi, papà...avrai deciso che tu e la mamma non vivrete più in America, ma non posso credere che hai rinunciato a scrivere i tuoi libri. I tuoi fan rimarrebbero delusi.”
“Non mi permetterei mai di deluderli...sto già mettendo giù qualche idea, e penso proprio che mi servirò della tua collaborazione.”
“Sarò ben lieto di aiutarti, papà!” esclamò Shinichi, con entusiasmo. Gli era sempre piaciuto affiancare suo padre nella realizzazione di un libro, soprattutto perché era di un genere che riscontrava la sua approvazione.
“Ehi, uomini Kudo, prima dobbiamo cenare, intesi?” li rimproverò Yukiko, bonariamente. Agitò il mestolo con espressione severa. “E mentre mangiamo non voglio sentir parlare di cadaveri, arma del delitto ed alibi...intesi?”
“Certamente, cara.” Si rivolse al figlio, con espressione entusiasta. “Ho recuperato un paio di vecchi fascicoli su casi irrisolti, mi sembrano un buon punto di partenza per il mio nuovo romanzo.”
“Si, papà. Ma...” Lanciò una breve occhiata in direzione di Yukiko. “Sarà meglio discuterne dopo, oppure la mamma ci lascerà senza cena.”
Il mattino seguente Shinichi venne svegliato dai richiami allegri della madre. Suono ben più piacevole della sua sveglia, ma comunque indesiderato.
Forse era meglio se non facevo così tardi ieri sera, pensò sbadigliando un paio di volte, insonnolito. Il richiamo di sua madre si ripeté, ed a Shinichi non rimase altro che alzarsi. Scese dal letto, sbadigliando ancora ed andò ad aprire le tende, inondando la stanza con la luce del giorno: il giovane strizzò gli occhi per abituarsi al cambio di atmosfera, poi fece scivolare la finestra e si ritrovò sul balcone. Si accorse che il sole era velato, perciò sollevò la testa per guardare il cielo.
Ci sono le nuvole. Spero non venga a piovere. Sospirò, passandosi una mano tra i capelli arruffati e stropicciandosi gli occhi, che involontariamente si posarono sulla casa accanto.
E che colsero immediatamente la figura dritta sul balcone, le mani appoggiate sulla ringhiera e la gamba leggermente piegata all’indietro, le dita nude dei piedi puntate contro il pavimento. Indossava solamente una leggera camicia da notte rosa pallido, con le bretelle sottili, la scollatura a V appena accentuata, il corpetto che scivolava lungo i fianchi morbidi ed i bordi che le sfioravano dolcemente le ginocchia. I capelli castani, accarezzati dalla lieve luce solare, erano accesi da una bellissima sfumatura ramata, e sollevati dalla sottile brezza scoprivano il profilo serio di lei, la linea del volto, la punta del mento, la delicata curva dell’orecchio, gli zigomi ben delineati, il neo poco dietro l’orecchio; la bocca rosea era lievemente schiusa, la fronte leggermente corrugata, ad indicare che lei era immersa nei suoi pensieri. Le palpebre erano socchiuse, ma non gli impedivano di vedere il colore dei suoi occhi: Shinichi si rese conto che in quel momento le sue iridi erano di un bellissimo azzurro intenso, quasi blu, e che avevano una sfumatura dorata che lo attiravano irresistibilmente.
Non riusciva a staccare gli occhi da lei, affascinato dalla grazia e dalla leggerezza che emanavano quella figura bianca e sottile. E dalla malinconia che traspirava da quel volto inondato di luce, da quegli occhi misteriosi, da quella figura flessuosa che appariva eterea. Shinichi aveva la sensazione di trovarsi davanti ad una creatura mitologica, effimera. Shiho Myano sembrava una ninfa dei boschi. Pelle diafana, occhi intensi, aria malinconia.
Assomiglia davvero ad una ninfa, una di quelle fatine leggere e delicate che nelle leggende antiche fanno impazzire gli uomini e li spingono a compiere imprese impossibili per un loro sorriso...una di quelle creature che ogni uomo desidererebbe proteggere...L’ennesimo richiamo di sua madre lo riportò con i piedi per terra. Ma che diavolo stava facendo? Che cosa si metteva a pensare? Scosse la testa, scacciando dalla mente quell’immagine dal suo cervello e rientrando in camera sua. Yukiko lo stordì di chiacchiere e di attenzioni, perciò il giovane non pensò più allo spettacolo a cui aveva assistito, finché non si ritrovò davanti al cancello del dottor Agasa. Shiho stava appoggiata al muro di cinta, la cartella posata ai piedi e le braccia incrociate sul petto, nel suo solito atteggiamento indifferente ed annoiato. Indossava la divisa del Teitan, ma a Shinichi tornò subito in mente la camicia da notte rosa pallido, la pelle così chiara da sembrare diafana, gli occhi azzurri intensi e malinconici, la lieve brezza che si insinuava dolcemente tra i capelli, muovendone le ciocche ramate.
Una fata dei boschi... In quel momento, Shiho voltò la testa ed i loro occhi si incrociarono. Shinichi si sentì incredibilmente in imbarazzo nell’essere stato scoperto a fissarla, ed arrossì fino alla punta delle orecchie.
“Te la prendi sempre comoda, eh? La mammina ti vizia davvero tanto, Kudo.”
“Mia madre non mi vizia.” borbottò Shinichi di rimando, sentendosi sempre più in imbarazzo. Aveva la sensazione che potesse leggergli nel pensiero, cogliendo l’immagine che si era stampata nella sua mente, e questo non gli piaceva.
“Dovresti esserne felice. Non tutti possono considerarsi fortunati come te.” replicò Shiho con espressione imperturbabile, ma da una lieve scintilla nei suoi occhi Shinichi comprese che non era indifferente all’argomento.
Mi dimentico sempre che lei è diversa da me...non è cresciuta con una famiglia, non sa cosa vuol dire avere una mamma ed un papà. La sola famiglia che ha conosciuto l’ha resa una criminale, un’assassina...non posso davvero immaginare come si senta Haibara. Certo, se lei si confidasse di più... Ma una rapida occhiata al suo volto ermetico gli suggerì che lei non intendeva andare oltre, che giudicava l’argomento chiuso. Shinichi perciò non insistette, e dopo qualche minuto vennero raggiunti da Ran e Sonoko: il giovane Kudo e la Suzuki furono impegnati in una lunga schermaglia verbale che Ran non riuscì ad arginare, perciò Shinichi non pensò più a Shiho ed al suo carattere solitario. Almeno fino all’ora di pranzo, quando si ritrovò nuovamente circondato dai suoi compagni chiacchieroni.
sono passati almeno quattro anni da quando ho scritto questo pezzo, ma ho ancora negli occhi l'immagine di shiho in vestaglia ed espressione malinconica...adoro questa donna!
commentate numerosi, se volete sapere cosa vogliono i compagni di kudo.
e shi- star, tieni al guinzaglio il tuo gin!!!!
anche a me non piace quando i genitori si impicciano, però ho adorato yukiko che metteva in imbarazzo il figlio...e come tu ben sai, siamo solo all'inizioXD la nostra yukiko non si ferma davanti a niente!!!!! (incoraggiata dalla sottoscritta, che come sai bene è piuttosto malefica nei confronti di kudo)
Sapevo che l'avevo scritta parecchio tempo la fan fic, ma non pensavo così tanto.