Detective Conan Forum

Ookami wa shinde inaidesu

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Sherry <3
view post Posted on 7/2/2012, 20:14     +1   -1




:P
 
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shiho miyano vineyard
view post Posted on 3/3/2012, 20:32     +1   -1




ciao detective vincenzo bellissima fic. ma quando aggiorni voglio sapere cosè successo a vermouth spero che sia viva
 
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view post Posted on 4/3/2012, 12:05     +1   -1
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ciao detective vincenzo bellissima fic. ma quando aggiorni voglio sapere cosè successo a vermouth spero che sia viva

grazie shiho sono contento che ti piaccia la fic ^^ ,spero di aggiornare presto, ma ho il blocco dello scrittore e non ci riesco :P

Edited by detective vincenzo - 4/3/2012, 15:35
 
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view post Posted on 4/3/2012, 15:34     +1   -1
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Vi prego di perdonarmi per il gigantesco ritardo, ma ora che ho ritrovato l'ispirazione riuscirò a sorprendervi in modi inaspettati ;)
Ma per ora godetevi il capitolo ;)

Capitolo 12: “Problemi di coppia”

Kazuha guardò Hiroshi andarsene insieme alla nuova arrivata che si faceva chiamare Irene.
Rivolse lo sguardo verso Heiji quel tanto che bastava per capire che non si stava affatto trattenendo.
Kazuha arrossì notando l’erezione che premeva sui pantaloni del ragazzo, che, dal canto suo, sembrava troppo preso dal sedere della nuova arrivata per imbarazzarsi.
Kazuha si alzò indignata e si diresse in camera sua e di Heiji senza emettere un suono, il che fece diventare Heiji, che la guardò andar via, più preoccupato che mai.
Kazuha prese a guardare il vuoto fissando un punto non ben precisato della stanza, mentre i suoi occhi si stavano cominciando a riempire di silenziose lacrime che, ancora una volta, nessuno avrebbe sentito o asciugato, intanto nell’altra stanza Shinichi ed Heiji si guardavano stupiti, ma la più stupita era Shiho che non riusciva a capacitarsi dell’ignoranza di quei ragazzi in materia di sentimenti.
D’un tratto decise di alzarsi ed andare da Kazuha conscia oramai del fatto che quei due non ci avevano capito niente e che niente avrebbero mai capito.
Shiho aprì leggermente la porta, che non era chiusa a chiave, diede un rapido sguardo alla stanza di Heiji e Kazuha e intravide quest’ultima con le spalle appoggiate al muro.
Capì immediatamente che stava piangendo non solo dai tremiti che le percuotevano sempre più prepotentemente le spalle, ma perché lei per prima era passata in quella fase dell’amore e poteva benissimo comprendere ciò che Kazuha provava in quel momento, lei aveva sempre voluto essere sola in quei momenti, ma sapeva che un po’ di compagnia sarebbe stata utile alla ragazza.
Guardò l’orologio da polso che Shinichi le aveva regalato un anno e mezzo prima e si avvicinò alla ragazza che era ancora riversa a piangere con le spalle poggiate al muro.
Si sedette al suo fianco e, in silenzio, cercò di pensare a qualcosa da dire, non aveva questo genere di esperienze, di solito era sua sorella a consolare lei e non il contrario.
“Grazie” cercò di sorriderle Kazuha, Shiho sorpresa si voltò lentamente verso di lei
“Non ho ancora fatto niente…” disse Shiho
“Grazie lo stesso, so che sei venuta qui almeno per consolarmi, ed è per questo che ti ringrazio” le sorrise ancora malinconicamente Kazuha
“Sai, Kazuha, mia sorella Akemi diceva sempre che la vita è fatta di giustizie ed ingiustizie e che non c’è una via giusta da intraprendere ne una sbagliata l’importante è fare ciò che noi crediamo giusto… e io credo, ce accetti un consiglio che dovresti proprio farla pagare a Heiji un’ altro po’ che ne dici?” le chiese Shiho facendole l’occhiolino.
“Sai credo che tu abbia ragione, che ne dici se lo costringo a chiedermi scusa?” Disse Kazuha alzandosi ed asciugandosi le lacrime
“E come? non ha ancora capito di averti offesa…” domandò Shiho
“Oh credimi lo capirà” le fece l’occhiolino Kazuha.
Intanto nell’altra stanza Shinichi ed Heiji cercavano di capire cosa fosse preso a Kazuha, o almeno Heiji cercava ancora di capirlo, mentre Shinichi glielo spiegava da mezz’ora.
“Te l’ho detto è gelosa!” disse Shinichi per l’ennesima volta
“E per cosa dovrebbe esserlo scusa?” chiese Heiji confuso
“Ma sei stupido? Cos’è l’eccitazione ti toglie la capacità di ragionare?” si esasperò Shinichi “Perché non provi a capirlo da solo?” detto questo andò via anche lui lasciando Heiji da solo
“Shinichi asp…” ma lui se ne era già andato.
Intanto le nuvole cominciavano ad addensarsi su Tokio, il meteo aveva predetto pioggia continua per i prossimi 3 giorni.
Kazuha uscì dalla sua stanza insieme a Shiho, e per poco non si scontrò con Shinichi che era andato a cercarle.
Dallo sguardo di Shiho, Shinichi capì che avevano in mente qualcosa, ma preferì non fare domande e ,facendo loro l’occhiolino, andò verso il bagno per farsi una doccia fredda.
Il celo era sempre più scuro, mentre il sole veniva nascosto dalle nubi Hiroshi e Irene parlavano del loro primo incontro.
Hiroshi non era sicuro di ciò che provava nei confronti di Irene, era ancora troppo attaccato a Kazuha.
Irene però ricordava il sentimento che l’aveva tenuta legata ad Hiroshi per tutto il tempo in cui erano stati separati.
Non aveva mai creduto nelle leggende, ma doveva ammettere che quella volta sembrava che il filo rosso* li avesse legati fin dalla nascita.
Kazuha entrò nel salotto dove Heiji era seduto ancora intento a cercare di capirci qualcosa.
Quando vide la ragazza scatto in piedi cercando di guardarla negli occhi, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo, uscendo fuori in giardino.
Heiji non riusciva a capacitarsi della fredda indifferenza con cui Kazuha lo aveva trattato.
La seguì fuori fermandosi a pochi metri da lei.
La pioggia cominciò a cadere leggera, Heiji prese la sua giacca e cercò di coprire Kazuha, ma lei la rifiutò con un movimento brusco delle spalle continuando a guardare il cielo.
Heiji la guardò ancora sorpreso mentre la pioggia continuava a scendere mescolandosi con le invisibili lacrime della ragazza che aveva di fronte.
La prese per le spalle e la voltò bruscamente.
“Ehi!” si lamentò Kazuha “Ma che diavolo ti è preso?!”
“Perdonami, ti prego” cominciò Heiji “Non volevo farti arrabbiare” la abbracciò mentre la pioggia scendeva sempre più copiosa.
Intanto dalla porta-finestra che conduceva al giardino Shinichi e Shiho guardavano inteneriti la scena.
“Ti odio, Heiji ti odio…” queste parole colpirono Heiji come un coltello al cuore “Ti odio, perché non riesco mai ad arrabbiarmi con te, ti odio, perché ti Amo.” Confessò Kazuha bagnando, insieme alla pioggia la spalla del ragazzo, con le sue lacrime.
“Ti amo anch’io Kazuha” Heiji le alzò il viso guardarla negli occhi.
I loro volti si avvicinarono e si unirono in un bacio casto ed atteso da entrambi.
Hiroshi e Irene avevano guardato la scena dalla finestra.
Hiroshi mise un braccio attorno alla vita della ragazza al suo fianco cercando di calmare la gelosia che lo attanagliava.

Los Angeles news

Novità sull’incendio di casa Vineyard: un cadavere è stato ritrovato, dal test della dentatura sembra si tratti del cadavere si Sharon Vineyard figlia della celeberrima Chris Vineyard.
Il resto della famiglia non è ancora stato ritrovato.
 
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shiho miyano vineyard
view post Posted on 4/3/2012, 17:22     +1   +1   -1




bessissima la parte con shiho che tenta di consolare kazuha.Anche la parte di heiji e kazuha è tenera .No non puoi far morire vermouth.Lei è immortale.
 
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view post Posted on 4/3/2012, 21:20     +1   -1
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bessissima la parte con shiho che tenta di consolare kazuha.Anche la parte di heiji e kazuha è tenera .No non puoi far morire vermouth.Lei è immortale.

Grazie ^_^ . contento che ti sia piaciuto il capitolo, per quanto riguarda
Vermouth, beh vedremo.... :shifty:
 
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Sherry <3
view post Posted on 5/3/2012, 23:43     +1   -1




Bellissimo capitolo!!! *--* che carini Heiji e Kazuha!!! Continua presto mi raccomando!!!
 
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view post Posted on 15/3/2012, 22:27     +1   +1   -1
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Capitolo 13: "ritorno in scena" parte 1

Shinichi e Shiho si erano finalmente riusciti a ritagliare uno spazio di tranquillità in mezzo alla baraonda che invadeva la loro casa da ormai una settimana a quella parte, ma la loro tranquillità non sarebbe dovuta durare a lungo.
Irene entrò nella camera come una furia "Presto abbiamo scoperto un possibile luogo di ritrovo dell'organizzazione" e usci altrettanto velocemente.
Shinichi e Shiho scesero di malavoglia dal letto e si incamminarono verso il salotto dove Heiji e Kazuha li stavano aspettando mentre Irene chiamava Hiroshi.
"Salve ragazzi" li salutò Heiji i due risposero con un semplice cenno del capo.
Shinichi prese il telecomando della televisione e la accese per sapere ciò che succedeva nel mondo fuori di quella casa.
La prima notizia fu, purtroppo, la più sconvolgente la giornalista stava annunciando in diretta mondiale la morte dell'attrice Sharon Vineyard figlia della celeberrima Chris Vineyard.
Shinichi divenne bianco come un lenzuolo non appena sentì pronunciare il nome di Vermouth.
Tutto il suo autocontrollo andò a farsi benedire, mentre crollava sul divano dietro di lui, sorretto in parte da Shiho in parte da Heiji, mentre Kazuha guardava preoccupata insieme ad Irene ed Hiroshi che erano appena arrivati nella stanza.
"Sh-Sharon. Cosa ti hanno fatto..." disse Shinichi prendendosi il volto tra le mani, intanto Irene aveva alzato il volume.
"Una fuga di Gas si pensa sia la responsabile dell'esplosione in casa Vineyard, ancora dispersi sono il fidanzato e la figlia dell'attrice..." Shinichi si alzò e scaraventò un cuscino contro la TV rompendone lo schermo, per poi lanciare un'urlo che fu sentito da tutto il vicinato.
"S-Shinichi... stai bene?" chiese preoccupata Shiho ormai sbiancata anche lei sia per la reazione del marito che per la morte di Vermouth.
"Sì.... Sì sto bene" disse Shinichi tenendole la mano e facendo vari respiri profondi per calmarsi "Allora Irene dicevi che c'erano novità..."
Tutti fissarono Shinichi per un momento, ma poi in un tacito scambio di sguardi tutti capirono ciò che il detective stava passando.
"Sì, abbiamo rintracciato una telefonata, a nord di Tokio, e, sopo averla decriptata, siamo riusciti a risalire alla fonte, un' hotel comprato da un'anonimo privato anni fa, che, nonostante avesse chiuso la sua funzione di hotel, aveva tenuto tutti i dipendenti. Strano non trovi?" chiese Irene
"Sì, troppo strano." annuì Shinichi
Tutti capirono ciò che voleva dire tutto questo puzzava di Trappola, ma era la loro unica pista da mesi e dovevano seguirla.
Quel pomeriggio arrivarono a casa loro anche Shuichi e Jodie.
Entrambi erano tristi per la perdita di Vermouth, ma cercavano tutti di dare il loro meglio per poterla vendicare in fretta.
"Allora è deciso il piano sarà questo: Mentre Jodie e gli altri agenti di F.B.I e C.I.A saranno fuori a controllare il perimetro, Io, Shuichi, Heiji, Hiroshi, Kazuha, Shiho ed Irene entreremo nell'edificio e li cattureremo tutto chiaro?" Tutti annuirono in silenzio al riassunto fatto da Shinichi e nessuno osò controbattere "Ci riusciremo, vedrete" annunciò infine Shinichi "Adesso andate tutti a riposare abbiamo bisogno di riposo se domani vogliamo far sì che il piano vada in porto."
Tutti annuirono in silenzio ancora una volta e tornarono alle loro case.
La mattina dopo erano già tutti fuori casa di Shinichi e Shiho, pronti per attuare il loro piano.

scusate la cortezza del capitolo ma sono molto stanco e poi questo è solo un capitolo di passaggio il prossimo sarà più lungo e anche più importante di questo non preoccupatevi ;)
e scusatemi ancora per il ritardo :P



 
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view post Posted on 2/4/2012, 22:15     +1   -1
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Ok, Ammetto di stare eccessivamente tralasciando questa Fic, e senza un valido motivo, per cui voglio chiedere scusa a tutti voi che la leggete per questo mio inappropriato comportamento, cercherò di farmi perdonare con un capitolo speciale, più lungo del solito, che arriverà con certezza
entro la fine di Aprile.
So che è un lungo periodo di attesa, ma vi prego di perdonarmi ancora una volta, in modo che io possa poi sorprendervi alla fine del mese.
:)
 
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view post Posted on 25/4/2012, 18:18     +1   -1
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Ecco il nuovo capitolo, un po in anticipo, spero non vi dispiaccia :P


Capitolo 13: “Ritorno in scena” parte 2
Arrivarono al vecchio Hotel di buon’ora, decisero tuttavia di aspettare la sera per un migliore effetto sorpresa.
“Questa storia mi puzza…” Disse Akai annusando l’aria
“Già sono d’accordo…” annuì Heiji
“Guardate non c’è nemmeno una guardia, e ci sono varie finestre rotte…” Si preoccupò ancora di più Shinichi.
Mentre i nostri eroi aspettavano in macchina si scatenò un temporale incredibilmente forte, la pioggia batteva sui vetri degli appartamenti poco lontani dal luogo d’incontro dell’organizzazione cui dovevano recarsi.
Shiho aveva chiesto espressamente una stanza separate dalle altre per lei e Shinichi, aveva bisogno di parlargli.
“Shinichi…” Cominciò lei “Come ti senti?”
“Ma che razza di domande sono?” chiese Shinichi simulando divertimento
“Rispondi” si fece seria Shiho
“Bene, non preoccuparti, sto bene, la nostra preoccupazione primaria ora è attaccare e sconfiggere totalmente l’organizzazione” disse questo volgendo lo sguardo fuori dalla finestra
“Chissà perché, ma io non ci credo” disse Shiho ironica.
Shinichi rabbrividì quando Shiho lo strinse a se da dietro, mentre lui ancora guardava le goccioline di pioggia sul vetro.
“Perché non mi dici come stai davvero?.... Siamo sposati, ricordatelo” Shiho batté più volte le palpebre per ricacciare indietro le lacrime Shinichi se ne accorse e decise di gettare la spugna, non era mai riuscito a resistere a quei tristi e dolci occhi verdi, che tanto amava.
“E’ vero, non sto affatto bene” disse sedendosi sul letto, dopo essersi staccato da Shiho “la morte di Vermouth non era di certo ciò di cui avevo bisogno ora, voglio dire, prima ero preoccupato per lei, certo, ma non mi aspettavo che l’avrebbero uccisa così a sangue freddo…” Shinichi emise un profondo sospiro
“Spero solo che la sua famiglia sia salva….” Shinichi si era aperto completamente a Shiho che in risposta lo aveva abbracciato per consolarlo.
In quel momento Shinichi avrebbe voluto che il tempo si fermasse, arrossì come se fosse la prima volta che aveva abbracciato Shiho, ancora nei pani di Ai.
Rispose all’abbraccio, trattenendo Shiho come se avesse paura che avrebbe finito per sgusciare via da quell’abbraccio andandosene per sempre.
Entrambi sospirarono in silenzio cercando, con quell’abbraccio, di sciogliere l’ansia che aveva cominciato a salire in loro da quella mattina, dovuta, probabilmente, al crescendo di sensazioni che stavano affrontando in quell’ultimo periodo.
“Ti amo, Shinichi” sospirò Shiho, come la prima volta che lo aveva detto a se stessa, quando aveva, infine, capito di amare soltanto colui che, secondo lei, non sarebbe mai stato suo.
“Anche io ti amo, Shiho” Shinichi lo disse più in fretta, come se avesse paura che quelle parole sarebbero sfuggite al suo controllo e sarebbero andate via, volando in controluce a quel tramonto che squarciava le nuvole.
Intanto nell’altra stanza Akai si stava guardando allo specchio, ricordando il suo primo incontro con quel boss di cui, non fosse stato per Vermouth anni dopo, non avrebbe mai saputo il nome.

Era una fredda giornata di Dicembre, Il natale era ancora lontano, però, come d’altronde ogni anno, le luci che illuminavano le strade di Tokio e il freddo che attanagliava la città davano già l’aria natalizia.
Moroboshi Dai, alias Shuichi Akai, si stava incamminando per i freddi e bui corridoi di uno dei tanti covi dell’organizzazione criminale più potente del mondo.
Un fulmine squarciò il celo, mentre Akai si dirigeva, imperterrito, verso il secondo incontro più importante della sua vita.
Accarezzò la porta in legno scuro che si era, finalmente, trovato di fronte. Bussò due volte e aspettò che lo invitassero ad entrare.
La voce di un uomo dall’altra parte della porta lo spinse ad accomodarsi.
Attorno ad un tavolino con alcune bottiglie di alcolici sopra, c’erano radunati i più importanti membri dell’organizzazione.
Gin, Vermouth, Assenzio e Caintreau.
Dietro una scrivania di mogano, nera come il buio che la precedeva, c’era seduto un uomo di cui nono conosceva né volto né nome, sapeva soltanto che era chiamato “Boss” da alcuni e “Quella persona” da altri.
“Benvenuto Moroboshi Dai, appena arrivato e già sento parlare così bene di te, sono lusingato che un uomo della tua arguzia abbia deciso di unirsi a noi, e sono sollevato nel sapere che non abbiamo un nemico della tua portata, ma prego siediti.” Concluse la voce con un tono affabile che non convinse per niente Akai.
“Boss, ancora non sono convinto che un novellino….” Cominciò Assenzio, ma venne fermato dal boss
“Non mi interessano le tue convinzioni assenzio, piuttosto dimmi cosa ne pensi mia cara Angel.” Disse il boss rivolgendosi a Vermouth
Shuichi Akai credette, per un momento, che si fosse rivolto ad’ un’altra persona presente nella stanza e che lui non aveva ancora notato. Questo perché gli sembrava impossibile chiamare una donna come Vermouth “Angel”.
“Ti dirò” incominciò Vermouth mandando in fumo tutte le congetture di Akai. “Non credevo fosse così affascinante” sorrise maliziosa la donna.
“Pfff…” sbuffò Gin infastidito
“Cosa c’è Gin? Qualcosa ti dà fastidio?” sorrise lei parlando con una finta nota di gentilezza.
“Direi che è meglio che sedi il tutto prima che scoppiate come l’ultima volta…” Si intromise il boss “Passiamo a questioni più importanti ora: quale sarebbe il nome adatto al nostro nuovo amico? Sul tavolo c’è il solito metodo ci sono quattro bottiglie, dategli una pistola.” Disse il boss indicandolo, ma ancora nascosto nell’ombra.
“Bene Moroboshi, spara ad una delle bottiglie, senza leggerne il nome, e quella che prenderai segnerà il tuo nome nell’organizzazione, e l’inizio della tua nuova vita.” Shuichi Akai prese la pistola che Gin gli stava porgendo, sparò alla bottiglia più a destra.
Vermouth si alzò e lesse ad’ alta voce l’etichetta sulla bottiglia: “Benvenuto, Rye” e sorrise maliziosa.


Shuichi Akai inserì la pistola nella fondina sulla caviglia, nascondendola con il pantalone, si guardò allo specchio un’ultima volta, per poi scendere nella hall dell’albergo dove tutti lo aspettavano.
Shinichi e Shiho avevano un brutto presentimento a riguardo, ma ormai era troppo tardi per annullare la missione.
Era notte fonda e le nuvole, tornate poco dopo il tramonto, come se volessero donare alla città la vista di quel magnifico spettacolo, prima di tornare ad occupare il cielo dei cittadini.
Tutti i presenti entrarono nell’edificio, proprio nel momento esatto in cui aveva ricominciato a piovere, quando, all’improvviso, il telefono di Shinichi vibrò nell’oscurità, gli era arrivato un messaggio, per fortuna, aveva disattivato la suoneria, ma la luce dello schermo che aveva aperto per spegnere il cellulare gli fece guadagnare un’occhiata scocciata da tutto il gruppo.
Il testo del messaggio gli fece, invece, cambiare idea e, sempre più bianco, passò il telefono agli altri del gruppo che lo guardavano preoccupati dall’espressione che aveva assunto, il messaggio recitava così :
“E’ una trappola, andatevene e subito !” Ma la cosa più spaventosa di tutto il messaggio era il numero da cui proveniva, infatti il mittente del messaggio era : Sharon Vineyard.
Il gruppo si guardò attorno sconsolato, ma era oramai troppo tardi.
Le luci si accesero all’improvviso rivelando loro che erano circondati dagli uomini dell’organizzazione.
Clap…
Il gruppo si guardò intorno cercando una via di fuga impossibile da trovare
Clap…
Shuichi Akai si guardava ancora intorno in cerca di una soluzione, poi sentì il rumore di qualcuno che batteva le mani.
Clap…
“Bene, bene. Chi avrebbe mai immaginato, che avrei trovato il gruppo al completo proprio qui ed ora, tutti in un colpo: L’agente Saintemillion, Rye” sorrise bastardo nel pronunciare quel nome “ Shinichi Kudo, e la nostra traditrice Sherry”
“Assenzio…” enunciò Shuichi Akai, dando a tutti la conoscenza di quel nome “Credevo di averti ucciso con quattro colpi alla schiena, eppure sei ancora vivo vedo…” Lo provocò Akai.
“La fortuna, seppur solo a volte, aiuta. E poi sono vivo da decenni più di te, credevi davvero di avermi ucciso?” Una risata roca e inquietante uscì dalla bocca di Assenzio
“Beh, lo speravo” gli sorrise Akai
“A-Assenzio….” Balbettò Shiho “C-Come ho fatto a non accorgermene?” si incolpò.
Shinichi le strinse la mano per rassicurarla.
“i due piccioncini si stringono la mano prima di morire!” rise uno degli uomini che li circondavano, causando una risata di gruppo, che fu repentinamente messa a tacere dalla voce di Assenzio “SILENZIO!!!”
Le voci si spensero una ad una, e l’inquietudine più totale calò ancora su quell’hotel che sarebbe dovuto essere abbandonato da tempo oramai immemore.

“Toglietemi solo una curiosità….” Ricominciò L’uomo in nero “Come vi è sembrata la morte di Vermouth?” Un sorriso sadico gli sfigurò il volto, segnato dal barlume di una pazzia così consunta da essersi rafforzata, in quel piccolo strato mentale di sanità ,che ancora imperniava la mente di Assenzio.
La vista delle espressioni arrabbiate del gruppo gli bastò come risposta “Bene, ora potete anche ucciderli….” Detto questo Assenzio si voltò e fece per andarsene, quando le luci della hall si spensero ancora.
“A terra…” Una voce sibilò nelle orecchie del gruppo, una voce stranamente camuffata.
Non ci pensarono due volte a contestarla e, non appena ebbero toccato terra una pioggia di proiettili invase il cerchio di uomini attorno a loro, senza lasciare che nemmeno una parola avesse il tempo di uscire dalle loro bocche i proiettili li uccisero tutti.
“MA CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO ?!!!” La voce di Assenzio risuonò nella hall e le luci si accesero come comandate da quel tono di voce imperioso.
La luce mostrò che attorno al corpo del gruppo non era rimasta anima viva, tutti gli uomini in nero che li circondavano erano stati uccisi dalle pallottole e il sangue era sgorgato fino a raggiungere i piedi di Akai, Irene e Shinichi, che erano i tre più esterni.
Una figura nera indossante un abito da sera maschile era voltata verso l’uscita dando le spalle alle altre persone presenti in sala.
“E tu chi sei?” Domando Assenzio cercando di controllare la sua rabbia.
“Chi?” Una voce modificata fece la sua entrata in scena, mentre l’oscuro figuro era ancora voltato verso le porte a vetro dell’entrata ad osservare la pioggia che batteva sui vetri.
“Sono soltanto, Me…” Si voltò, mostrando ai presenti nella stanza la maschera che indossava.
Una sorriso a V appiattita copriva la parte inferiore, mentre dli occhi inarcati all’insù, come se la maschera stesse ridendo, la rendevano ancor più inquietante.
“BASTA CON LE CAZZATE…” Urlò Assenzio, che sembrava aver ormai perso quell’ultimo briciolo di sanità mentale che lo aveva tenuto calmo fino a quel momento “CHI DIAVOLO SEI?!!!” Urlò ancora in preda all’ira.
“Se ci tieni a saperlo, per usare una citazione, permettimi, in nome del più consueto nomignolo, di accennarti al carattere di questa Dramatis Persona…” Si inchinò togliendo il cappello a cilindro nero che aveva, fino ad allora, coperto la parte superiore della maschera, mostrando la parrucca che gli copriva i capelli.
Il mantello, anch’esso nero sventolò alle sue spalle mostrando le due pistole, inserite nelle fondine ai lati del pantalone.
“Io sono quello che per molti può essere considerato un giustiziere, ma preferisco il termine Vendicatore, sono una persona, che, stanca dei soprusi del crimine, è venuta a troncare la vostra esistenza per sempre.
Non ho un’nome: sono e basta.
Non ho un’età: sono un’ideologia che esiste da sempre.
Non ho un volto: faccio parte dell’immaginario comune.
Ma se proprio volete nominarmi in mia assenza, potete chiamami: V.” La figura si avvicinò ad Assenzio e, con un balzo, si aggrappò alla ringhiera dell’impalcatura sulla quale Assenzio lo guardava immobile.
Si avvicinò all’uomo in nero e fece per prenderlo alla gola con la mano destra coperta da un guanto di velluto nero.
Un proiettile colpì la ringhiera distraendo la figura con il braccio ancora alzato verso Assenzio.
V Guardò verso il basso e scoprì che ad aver sparato il colpo era stato Shinichi Kudo.
“Shinichi Kudo…” La figura lo guardò assumendo un tono di voce pensante, che si riconosceva anche dal camuffamento di quest’ultima “Perché vuoi salvarlo? Chi più di te ha sofferto per causa loro? Chi più di te e tua moglie Shiho? Perché vuoi salvarlo?”
“Per la stessa ragione per cui tu vuoi ucciderlo!” Disse deciso il detective facendosi avanti in quella carneficina che si trovava attorno “Per un’idea, un’idea incompresa, l’idea dell’omicidio, io non posso comprenderla.
Certo posso comprenderne le ragioni, ma non il gesto, quello non lo capirò mai!” La decisione nelle parole del detective era irremovibile.
V saltò dall’impalcatura, e si mise di fronte al detective “E per questo ti rispetto…” Disse sorprendendo tutti e voltandosi verso l’uscita “Per cui non lo ucciderò davanti a te, ma sappi che te ne pentirai” Cominciò a camminare verso l’uscita ma venne interrotto a metà strada dal detective
“E’ una minaccia?” Chiese gonfiando il petto orgoglioso
“No, prendilo come avvertimento. Io non uccido chi non lo merita…” Detto questo aprì le porte dell’albergo ed uscì fuori sotto la pioggia battente.
I presenti rilasciarono il fiato trattenuto fino a quel momento “Allora? Dov’è Champagne?” La voce di Akai ruppe il silenzio venutosi a creare, risvegliando Assenzio dalla trance in cui era caduto.
“Morto, a quanto sembra…” Disse con tutta tranquillità l’uomo prima di rientrare da dov’era venuto lasciando tutti a bocca aperta…

Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Per V mi sono rifatto un po a me stesso, un po a V per Vendetta ed un po all'assassino di still life (solo per gli abiti, e nemmeno tanto :P)
 
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view post Posted on 28/5/2012, 21:30     +1   -1
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Ci avviciniamo sempre più al gran finale :D...

Capitolo 13: “Ritorno in scena” parte 3


Il gruppo ritornò a casa di Shinichi con in mano fondamentalmente nulla.
Ciò che era successo quella sera aveva spiazzato tutti: Prima il messaggio dal cellulare di una persona che doveva essere morta, poi l’apparizione di V quel losco individuo, e poi Assenzio che dice che Champagne è morto.
“Ma che diavolo sta succedendo?!!” chiese Shinichi una volta che tutti entrarono in casa.
Prima che qualcuno potesse rispondere con un semplice non lo so, il campanello della porta suonò a lungo.
Shinichi andò ad aprire e ciò che vide sulla soglio lo sorprese facendolo rabbrividire.
“Forse posso rispondere io alla tua domanda” Vermouth alias Sharon Vineyard entrò dalla porta d’ingresso sorprendendo tutti i presenti, che la tempestarono di domande non appena la videro, lei li zitti con un cenno della mano e tutti andarono a sedersi in salotto.
“Come ho detto sarò io a spiegarvi ciò che sta succedendo..” riprese in tono grave “Comincerò con lo spiegarvi come faccio ad essere ancora viva.
Cominciamo col dire che il corpo trovato in casa mia era quello di una domestica che stava pulendo la casa durante la mia assenza.
L’organizzazione a quanto pare non lo sapeva e ha fatto esplodere la casa pensando di uccidere me e tutta la mia famiglia, quando l’ho capito ho dovuto nascondere mia figlia e John e far sì che si credesse che io ero morta in quella casa, così corruppi un medico legale per fargli dare un falso esito del controllo dell’impronta dei denti, una volta che lo fece fu liquidato dall’organizzazione.
Scoperto questo decisi di trasferire la mia famiglia dall’altra parte del continente e tornai qui.
Sapevo che avreste visto la notizia della mia morte così sono riuscita ad indagare nel buio, ho scoperto il vostro piano e vi ho avvertito del pericolo, ma era già troppo tardi.
Quando ho raggiunto l’albergo e ho visto quel V che vi salvava, mi sono calmata e mi sono nascosta ancora, per quanto riguarda la morte di Champagne è una falsa informazione che Assenzio vi ha dato, chiunque sia V non ha ancora trovato Champagne, e lui è ancora vivo…” concluse il suo racconto con un sospiro.
Il primo ad avere una reazione fu Shinichi, le si avvicinò lentamente e la indicò con un dito, permettendo ad alcune ciocche di capelli di nascondergli gli occhi “Tu, ti rendi conto di ciò che mi….” Si trattenne su quest’ultimo pezzo per poi ricominciare a parlare “ che ci hai fatto passare? Ne hai la più pallida idea?!!” disse con voce fredda e monotona
“Pensavamo che fossi morta!!!” urlò in preda alla rabbia, prima di tuffarsi verso di lei ed abbracciarla calorosamente, con sorpresa di tutti “Sono contento che tu non lo sia” le disse sorrido a contatto con la sua spalla.
“Non sai quanto lo sia io” sorrise anche lei prima che gli abbracci di tutte le persone in sala la soffocassero, Shinichi riuscì a sottrarsi a quegli abbracci e notò che Shiho era l’unica a non essersi mossa dal suo posto.
“Come stai?” le chiese porgendogli un bicchiere d’acqua preso dal vassoio che lei stessa aveva portato poco prima.
“Non l’ho sentito, non ho sentito Assenzio e per poco non morivate tutti…” la sua voce non era arrabbiata né triste era solo fredda, come se si fosse richiusa in se stessa, e non avesse molta voglia di uscire a rifare capolino nel mondo che la circondava.
“Vieni!” Shinichi la prese per mano e la tirò verso la porta avvertendo gli altri con un semplice “Noi usciamo!” guadagnandosi varie occhiate stupite
La portò in un luogo che entrambi conoscevano bene
“Ricordi questo posto?” le chiese facendola voltare a guardare il panorama di Tokio che si poteva osservare dalla panchina su cui erano seduti
“Sì, mi ci hai portata dopo il nostro primo appuntamento…” Sorrise malinconica al ricordo di quei momenti.
“Cosa ti turba Shiho, non dovresti pensarci troppo, nemmeno Akai è riuscito a sentire Assenzio, eppure anche lui di solito li riconosce i membri dell’organizzazione…” Shinichi cercò di tranquillizzare Shiho cingendole le spalle con un braccio.
“Non è questo…” rispose fredda
“E allora cosa?” le chiese Shinichi preoccupato di tutta quella sua freddezza
“Non sono nemmeno riuscita ad agire, non ho fatto la minima mossa per evitare che tutto ciò che è successo accadesse, non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo…” la ragazza abbassò il volto permettendo alle ciocche ramate dei suoi capelli di coprirle gli occhi così da nascondere alla vista del ragazzo le indelebili lacrime che le stavano rigando le guance.
Shinichi aveva capito benissimo che stava piangendo, ma sapeva anche che in occasioni del genere era meglio lasciare che Shiho combattesse da sola contro i fantasmi del suo passato
“Pensavo di aver superato tutto” sussurrò più a se stessa che al detective “Pensavo di essermi lasciata alle spalle questa brutta storia, pensavo che l’organizzazione non mi avrebbe intralciato di nuovo, pensavo che, anche in caso fossero tornati con te al mio fianco sarei riuscita a ribellarmi, almeno una volta, senza che il pensiero di fuggire sconsolata, e magari di provare a suicidarmi mi potesse anche solo sfiorare la mente, ma anche se c’eri tu, niente ha impedito a quell’uomo di far rinascere in me la paura dell’organizzazione, e di farmi rivivere ciò che ho provato a causa di Gin, non posso tornare indietro Shinichi, non posso” Shiho alzò la testa e Shinichi non fu minimamente sorpreso di vedere che al posto delle lacrime, negli occhi di Shiho si faceva largo una nuova convinzione, una voglia di vendetta che Shinichi le aveva visto negli occhi solo un’altra volta, quando davanti a Gin aveva perso il controllo su se stessa, ma stavolta Shinichi sapeva che Shiho sarebbe stata ben più fredda e razionale di quando si era ritrovata la vita del biondo dagli occhi di ghiaccio nelle sue mani.
“Vieni, torniamo a casa…” le sussurrò Shinichi prendendole la mano e portandola insieme a lui verso l’ingresso del parco.
Intanto a casa di Shinichi Vermouth stava spiegando come aveva scoperto che si trattasse di una trappola
“In realtà, non l’ho scoperto nel vero senso della parola…” ammise imbarazzata, Shuichi appoggiato al muro della stanza sorrise sommesso accendendo la sigaretta che si era portato alla bocca poco prima
“Cosa vuoi dire?” chiese Jodie, spazientita oramai dal fumo passivo che Shuichi le stava imponendo, andò anche ad aprire la finestra lanciando uno sguardo fulminante a quest’ultimo che non fece niente più che stringersi nelle spalle sorridendo
“Ecco…” riprese Vermouth “Sono stata avvertita da un biglietto anonimo che ci sarebbe stata una brutta sorpresa per voi, all’hotel, così ho indagato un po’ utilizzando i miei vecchi contatti e ho scoperto il tutto, ma quando vi ho avvertito era troppo tardi ed eravate già lì, ora è necessario che io non esca di qui, l’organizzazione, o ciò che ne resta, non sa ancora che io sono viva, e soprattutto non sanno che sono sulle loro tracce il che è un vantaggio non indifferente, e al contrario di Shinichi, io ho i miei informatori fidati, che mi aggiornano ogni qual volta c’è n’è bisogno.”
Non appena finì di parlare Shinichi e Shiho rientrarono in casa, entrambi con un ombra negli occhi che non avevano quando erano usciti, ma che riuscirono abilmente a tentare di nascondere “Allora Vermouth, ti và un caffè?” chiese Shiho sorridendo un po’ tirata
“Sì, grazie…” rispose un po’ sorpresa la donna
“Aspetta…” era stata Irene a parlare “Tu sarai anche un’informatrice importante per noi, ma io non ho alcuna intenzione di lasciarti gironzolare lontana da sguardi indiscreti…”
“Per favore Irene…” cercò di interromperla Shinichi, ma senza risultati
“Per me rimani sempre una donna senza scrupoli, che potrebbe ucciderci tutti quando vuole chiaro?!” disse Irene concludendo con un: “Perciò ti tengo d’occhio…”
Vermouth sorrise semplicemente a quell’esternazione “E così, sei tu Irene… Mi avevano detto che eri sulle mie tracce, ma non mi aspettavo che fossi così fiera e orgogliosa, devo ammetterlo mi hai sorpresa, ed è una cosa difficile da fare soprattutto con me” Vermouth le fece l’occhiolino
Irene si voltò verso Hiroshi di scatto e tornò al suo fianco….
 
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Capitolo 14: "L'inizio della Fine"

V guardò fuori dalla finestra le nuvole che si diradavano pensando che tra non molto tutto sarebbe finito.
Si voltò verso lo specchio sorridendo sornione all'immagine che lo specchio gli restituiva sapendo che quello, oramai non era più il suo viso.
Indosso la maschera, il mantello e preparò le pistole prima di uscire nella fredda notte.

Shinichi si svegliò di soprassalto quando una corrente di aria fredda entrò nella sua stanza, Shiho non era al suo fianco.
Guardò verso la finestra e notò che era spalancata e che sul vetro esterno c'era attaccata una busta il cui sigillo recava una V scritta in stile Old English.
Sì affacciò dalla finestra, ma era tutto immobile, soltanto in quel momento Shinichi si accorse di essere solo nella stanza, un sensazione di paura lo pervase subito, arrivò a pensare che Shiho fosse stata rapita da V.
Scese le scale dopo aver indossato un jeans ed una felpa, ma per sua fortuna, trovò Shiho addormentata sul divano con una tazza di tè fumante sul tavolino lì vicino, notò che aveva ancora i vestiti addosso, ma decise comunque di non svegliarla, la coprì con un plaid e sorrise confortato.
Guardò il volto di Shiho e arrossì pensando che nonostante fossero sposati la scienziatina lo sorprendeva ancora con la sua bellezza, i capelli ramati di Shiho erano sparsi sul cuscino sopra al quale aveva appoggiata la testa, e sembravano quasi dorati alla luce della luna che filtrava tra le finestre.
Shinichi si tastò la tasca per controllare se aveva ancora la lettera trovata nella sua stanza, la prese e diede alla busta un'occhiata migliore.
Non c'erano segni di riconoscimento se non la lettera V sul sigillo.
Decise di aprirla, ma una volta fatto ciò che lesse lo convinse a svegliare tutti in casa…

V era per strada, la luce pallida della luna sembrava essere lì come un riflettore per la persona nascosta sotto la maschera, arrivò davanti ad una porta con due uomini vestiti di nero che lo fissavano straniti –Due guardie eh, non me l’aspettavo…- pensò V sorridendo.
“EHI!!! Chi va là?!?” urlò la guardia a sinistra, ma prima che potesse estrarre la pistola un proiettile gli perforò il cranio dalla sua destra, lo stesso proiettile andò poi nell’orecchio dell’altra guardia che cadde a terra morta poco dopo la prima.
V ritornò davanti alla porta e la spalancò con un calcio, all’interno il buio era totale, e l’unica cosa che faceva luce era una lampadina dismessa che serviva ad illuminare a malapena la fine del corridoio, che svoltava a destra, V accese la torcia che aveva in mano e illuminò ogni singolo centimetro del corridoio in cerca di trappole, ma non ne trovò nessuna, avanzò fino all’angolo e poi salì le scale che gli si presentavano davanti.
Un rumore di passi lo sorprese “Bene Bene” disse un’omo emergendo dall’ombra di fronte a lui “non ti aspettavo così presto V”
“Caintreau, è da un po’ che non ci vediamo, pensavo che Assenzio ti avesse già ucciso…” V sorrise da sotto la maschera
V alzò lo sguardo davanti a se e vide che Caintreau non era cambiato di una virgola, i capelli marroni erano sempre spazzolati all’indietro e i suoi occhi neri erano più freddi che mai.
“Chi? Quell’idiota? Ma per favore, sai bene che potrei farlo fuori senza problemi… Detto questo direi che si può incominciare…” disse Caintreau prendendo due pistole dalle fondine ai lati del pantalone.
“Decisamente, sarà molto divertente…” Assentì V prendendo le sue pistole
Due colpi risuonarono nell’aria, ed ebbe inizio uno degli scontri più sanguinolenti mai avvenuti.

Shinichi mostrò la lettera ad Akai che si era precipitato in cucina poco dopo che Shinichi lo aveva svegliato insieme a tutti, il biglietto recitava così:
Signor Detective, sono sicuro che tu stia leggendo questo biglietto insieme agli altri quindi sarò breve ed eviterò inutili preamboli, io sono la giustizia, il giustiziere, il giudice e la giuria tutti insieme, io sono V, e sto andando a fare giustizia, non hai molte possibilità di incontrare il boss vivo, a meno che tu non ti sbrighi ad andare a questo indirizzo…
Poi c’era l’indirizzo di un vecchio ospedale abbandonato da anni.

“Allora che facciamo?” disse Shuichi rivolgendosi agli altri, fu Shinichi il primo a rispondere con “Io ci vado, ora e subito, e se volete seguitemi, non ho intenzione di lasciare che Champagne muoia così facilmente, dovrà pagare per ciò che ha fatto…”
Gli altri annuirono e si “prepararono per uscire”.
Arrivati all’indirizzo dato loro da V trovarono una porta spalancata e due guardie morte a terra, salirono al piano superiore, ma sembrava essere solo un corridoio dato che non c’erano porte ed era completamente vuoto, tranne che per un ascensore in fondo al corridoio.
Ci entrarono dentro e premettero l’unico tasto rimasto, quello del 25° piano del palazzo.
Arrivati lì lo spettacolo che si presentò loro davanti fu spaventoso, decine di corpi maciullati dai proiettili si esibivano ai loro piedi e davanti a loro, alla fine del corridoio, una porta di mogano nera era leggermente aperta, all’interno c’era una scrivania con dietro ampie vetrate, all’improvviso dalle vetrate li colpì una luce accecante e sentirono il rumore di pale che giravano, davanti a loro c’era un Black Hawk d’assalto e all’interno dell’elicottero, precisamente alla mitragliatrice c’era Assenzio che esibiva un sorriso completamente pazzo.
Quando capirono cosa stava per succedere Shinichi e la sua squadra si nascosero immediatamente dietro i mobili che sembravano più resistenti, Assenzio cominciò a sparare, ben presto tutti nella stanza capirono che rimanere lì li avrebbe condotti ad una morte certa, nel frattempo da lontano cominciavano a sentirsi le sirene dalla polizia.
Uscirono dalla stanza sotto lo sguardo sadico di Assenzio e si rifugiarono nella porta più vicina, davanti a loro c’erano una rampa di scale ed una porta, sulla porta c’era scritto in nero ARMORY, Shuichi Akai sorrise e si avventurò all’interno della stanza, mentre gli altri attendevano che uscisse sentivano ancora il rumore delle pale dell’elicottero, poco dopo Akai uscì con un bazooka Stinger appoggiato sulla spalla
“Non vorrai…” esclamò Jodie
“Oh sì lo voglio proprio fare…” sorrise Akai appoggiando il lanciarazzi al muro e accendendosi una sigaretta.
Shinichi e gli altri salirono su per le scale arrivando al tetto dell’edificio mentre il Black Hawk ancora li cercava in basso
“Ehi Shu!” chiamò Shinichi “Quanti colpi hai?”
“Abbastanza…” sorrise Akai guardando la scatola di munizioni che si era portato dietro
“Bene perché ci serviranno, non dovresti avere problemi a mirare al rotore posteriore, ma sono sicuro che tu voglia colpire Assenzio dritto al petto, quindi buona fortuna” Shinichi gli fece l’occhiolino
“Noi scendiamo a cercare V e Champagne, ti aspettiamo” disse Irene cominciando a scendere le scale
“Sarò io che mi ritroverò a dover aspettare voi…” Disse Akai stringendo la sigaretta trai denti e sparando il primo colpo in modo che sfiorasse l’elicottero e andasse a sbattere vicino al muro provocando un’esplosione che ustionò la faccia di Assenzio.

Intanto V e Caintreau avevano spostato il loro scontro al quarto piano per avere una superfice più ampia su cui divertirsi.
Furono sparati decine e decine di proiettili, prima che entrambi rimanessero con un solo colpo.
“Proprio come ai vecchi tempi eh Caintreau?” disse V
“Già hai proprio ragione” sorrise Caintreau
Entrambi uscirono dai loro nascondigli e si puntarono le pistole addosso a vicenda “Facciamo a chi prende il punto più vita?” chiese V sadicamente
“Sì per me va benissimo…” assenti Caintreau ancor più sadicamente
Furono sparati due colpi ed entrambi i pistoleri rimasero in piedi per un paio di secondi prima di cadere a terra
“Sembra che abbia vinto io…” Disse V tenendosi la spalla
“Già… proprio come ai vecchi tempi, non sono in grado di fronteggiarti” sorrise Caintreau tenendosi una mano sullo stomaco perforato da una pallottola di V
“Beh addio, vecchio amico ci rivedremo all’inferno e lì il diavolo ci farà lottare per sempre…” V sorrise e fece per andarsene lasciando Caintreau in punto di morte
“Aspetta… Mi accenderesti l’ultima sigaretta, V?” sorrise Caintreau andando ad appoggiarsi vicino ad una colonna.
V si avvicinò e accese con il suo accendino l’ultima richiesta di Caintreau, che morì poco dopo sussurrando “Addio… V”
 
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-Sherry-
view post Posted on 7/7/2012, 16:02     +1   -1




beh, mi sono letta tutto d'un fiato da dove ero fino a qui xDD
e ci ho messo tre giorni ò.ò
beh.. mi piace :3
secondo me sei anche migliorato nella scrittura ^^

ma tu hai la passione per il sigillo 'V' xDD
l'avevi messo anche nella 'stagione' precedente :3
tralasciando, molto.. particolar eil chap, mi è piaciuto tanto ^^
aggiorna presto eh u.u
 
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view post Posted on 7/7/2012, 20:48     +1   -1
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CITAZIONE
beh, mi sono letta tutto d'un fiato da dove ero fino a qui xDD
e ci ho messo tre giorni ò.ò
beh.. mi piace :3
secondo me sei anche migliorato nella scrittura ^^

ma tu hai la passione per il sigillo 'V' xDD
l'avevi messo anche nella 'stagione' precedente :3
tralasciando, molto.. particolar eil chap, mi è piaciuto tanto ^^
aggiorna presto eh u.u

ah allora non faccio così schifo, ora posso tirare un sospiro di sollievo xD

Si il sigillo V è elegante :sisi:

beh ora che ho una lettrice aggiornerò più spesso ovvio u.u
 
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view post Posted on 17/7/2012, 16:59     +1   -1
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Capitolo 15 :"The end is Near"

Shinichi raggiunse i sotterranei dell'ospedale in compagnia di Jodie, Irene e Shiho Heiji e Kazuha infatti erano rimasti a pattugliare l'edificio
Lì, davanti a loro, si apriva un vero e proprio labirinto.
Seguirono la strada che sembrava essere la principale, fino a quando raggiunsero una porta nera che dava su un ampio spazio a forma circolare con otto porte che davano in direzioni diverse, sul tetto della stanza, che era illuminata da una decina di torce, si poteva leggere:
Se la via volete trovare, verso la stanza reale dovete andare, ma attenzione, perché un errore vi costerà la possibilità di tornare

"Che significa?! chiese Jodie rileggendo la scritta
"Ehi guardate qui c'è una mappa..." rispose Irene guardando sul muro alla loro destra
"... Capisco..." dice Shinichi sorridendo
"Hai capito dove dobbiamo andare?" chiese Irene stupefatta dalla velocità di ragionamento del detective
"Certo... guardate la mappa" dice Shinichi cominciando a spiegare la soluzione dell'indovinello "Attorno alle porte sono scritte delle lettere vedete? ai fianchi della porta qui a destra, sono scritte la lettera K e la lettera G, l'indovinello ci chiedeva di trovare la stanza reale, se aggiungiamo IN in mezzo alle due lettere si ottiene la parola KING che significa re in inglese, quindi dobbiamo entrare in quella porta..." disse fieramente Shinichi
"Però ottima deduzione, allora è per questo che ti chiamano Lo Sherlock Holmes del terzo millennio..." Sorrise maliziosa Irene
"eheheh... Grazie" arrossì Shinichi "Ma ora andiamo avanti" continuò tornando serio e aprendo la porta, dietro vi era un'altro corridoio illuminato a malapena il che rendeva il tutto più inquietante, Shinichi andò per primo seguito da Shiho, arrivati alla fine del corridoio una porta di mogano nera si ergeva minacciosa davanti a loro, Shinichi la sfondò con un calcio, ma non poteva immaginare ciò che c'era dall'altro lato...

Shuichi Akai ricaricò lo stinger il più in fretta che poté poi riprese la mira, aiutandosi con il mirino elettronico che era stato montato sul bazooka, mirò dritto al centro del petto di assenzio, che intanto mirava a lui con la mitragliatrice gaitling che era stata montata sull elicottero, ma nessuno dei due sparò...

"Sembra che siamo arrivati ad un punto morto..." urlò Akai per sovrastare il rumore delle pale dell'elicottero
"Già sono d'accordo con te Shu..." sorrise sadico Assenzio "Forse dovremmo chiarire il tutto davanti ad una bella tazza di the" disse l'uomo in nero scoppiando in una sonora risata, mentre la sua faccia sembrava essersi sciolta a causa dell'ustione, che però non sembrava infastidirlo minimamente
"Sembra che tu abbia davvero la pelle più dura di quello che sembra" lo prese in giro Akai "Però gli sfregi rimangono anche a te" completò sorridendo sadicamente
"Brutto figlio di Puttana!!" urlò assenzio cominciando a sparare verso Akai, quest'ultimo scartò a destra proprio nel momento giusto riuscendosi a nascondere dietro un muretto, accovacciandosi e mirando verso Assenzio col lancia missili, il colpo però sfiorò le pale dell'elicottero esplodendo più in là
"Mancato" sorrise Assenzio, mentre dava il tempo a Shuichi di ricaricare "Che ne dici di riprovare?" chiese Assenzio divertito, il primo che colpisce l'altro vince no? allora fammi vedere che sai fare Rye"
Shuichi Akai ricaricò lo stinger mettendoselo in spalla, preparati a morire Assenzio, disse Shuichi sparando il razzo che parti proiettandolo all'indietro per il contraccolpo particolarmente forte.

"Heiji..." lo chiamò Kazuha con un filo di voce
"Cosa c'è?" rispose Heiji andando verso di lei
"Guarda su questo computer c'è scritto qualcosa..." disse Kazuha indicando lo schermo dell'unico computer acceso
Sono al 4° piano
V

"Lo ha fatto davvero così semplice?" chiese Heiji stupito
"Beh forse non aveva voglia di fare qualcosa di complicato..." disse Kazuha
"Non ne ho idea andiamo al 4° piano, magari lo troviamo davvero lì... comunque stai attenta è probabile sia una trappola" disse Heiji voltandosi verso Kazuha
"Che fai ti preoccupi per me?" chiese Maliziosa Kazuha
"Ma che dici?!?" arrossì Heiji "Voglio solo evitare di dire a tuo padre che sei morta nel covo di un organizzazione criminale..."
"Si come no..." Kazuha si avvicinò ad Heiji e gli diede un veloce quanto leggero bacio a fior di labbra prima di andare avanti...

Shinichi rimase ammutolito quando capì che dall'altra parte della porta non c'era champagne, ma Vodka che gli puntava una pistola alla testa "Questo è per Gin" disse prima di sparare a Shinichi, Shiho però fu più veloce e si piantò tra lui ed il proiettile che la colpì alla gamba...
"Shiho NO!!!" aveva urlato Shinichi poco dopo, mentre Irene sparava un colpo narcotizzante per far addormentare Vodka
"Non sembra che la ferita sia grave..." disse Irene controllandola "ma dev'essere bendata e disinfettata o potrebbe infettarsi in un posto come questo" Corse a prendere una bottiglia di liquore lì vicino senza leggerne nemmeno il nome e la verso sulla ferita di Shiho che digrignò i denti per non urlare "Lo so, brucia un po...." sorrise Irene prima di bendarle la ferita con un pezzo della maglietta si Shinichi che aveva prontamente strappato
"Un po? è un eufemismo!" protestò Shiho
"Già ma almeno non dovrebbe infettarsi..." rispose a tono Irene
"Per fortuna, non era niente di Grave" sospirò Shinichi "Grazie Irene" le sorrise prima di aiutare Shiho ad alzarsi "Beh direi che Champagne non è qui, forse sarebbe meglio andarsene, prima che qualcuno si faccia male sul serio..." disse Shinichi guardando Shiho
"No!" esclamò quest'ultima "Non devi preoccuparti per me continuiamo ad avanzare, sono sicura che Champagne sia qui, lo sento...." disse Shiho cercando di convincere Shinichi
"Uffa... e va bene..." si arrese, non voleva cominciare un litigio lì sotto quindi continuarono a camminare verso l'altra porta presente nella stanza

Il razzo lanciato da Shuichi colpì il rotore posteriore facendo cominciare a far ruotare vorticosamente l'elicottero su se stesso e facendolo precipitare al suolo le pale si spezzarono colpendo l'asfalto e il carburante cominciò a fuoriuscire, mentre le scintille causate dall elicottero si espandevano e andavano a incendiarlo, dando fuoco anche all'elicottero
"AKAI!!!!" Urlò Assenzio poco prima che l'elicottero esplodesse
Akai si portò una sigaretta alla bocca e la accese con evidente soddisfazione... "Fanculo Assenzio, hai perso"

Heiji e Kazuha si sorpresero non poco quando scoprirono che V li stava davvero aspettando al 4° piano
"Vi stavo aspettando, sono qui per dirvi di lasciarmi fare il mio lavoro una volta che Shinichi avrà parlato con Champagne, voglio che lui sia mio, scendete nei sotterranei e diteglielo, ricordate di prendere la porta a destra..."
" E se invece io ti sparassi qui e subito e la facessimo finita?" chiese sprezzante Heiji
"Non ci riusciresti, e poi sarei io a dovervi uccidere, il che sarebbe uno spreco dato che io non uccido chi non se lo merita..." disse V voltandosi verso Heiji che gli puntò una pistola alla testa, cercando di capire chi si celasse dietro quell'imperscrutabile maschera che lo inquietava così tanto....
 
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113 replies since 7/10/2011, 21:42   5924 views
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