| FILE XLIV VENDETTA: «Punizione.» La maschera della Morte Rossa gridò senza freni per farsi udire dalle sue guardie e dai cultisti sopravvissuti all’attacco alla fabbrica, in cui i poliziotti, poche ore prima, avevano fatto irruzione per liberare il prezioso prigioniero in seguito a un lungo scontro. «Dov’è Carcassa? Pretendo che si presenti al mio cospetto», domandò con preoccupazione. Il sacerdote incappucciato mormorò con timore l’ammissione della sconfitta totale. «Purtroppo non siamo stati in grado di ritrovarlo… sembra che sia svanito; probabilmente è rimasto ucciso negli scontri.» «No! Non è possibile! Non può essere vero! Lui era immortale!» La tetra figura afferrò la mazza chiodata che recava sulla schiena e sfracellò, in preda alla disperazione e alla furia, il cranio del sottoposto, che scivolò orribilmente in mezzo alla folla accalcata. «Era il…» La voce s’interruppe. «I membri dell’Organizzazione pagheranno per questo… so che è stata la sgualdrina dell’Anokata a rivelare la nostra posizione. La Morte troncherà le loro inutili vite e frantumerà le loro ossa, divorandole prima di spezzare le esistenze di tutti i familiari, ormai ridotti a larve inconcludenti e grottesche di fronte alla voracità insaziabile del culto!» Il modulatore vocale tradì un’impetuosa e insana ira. «Bruciate, sterminate! Radete al suolo ogni laboratorio e ogni edificio e sbranate tutti i servi di quella banda d’illusi! La caduta del più grande fra gli eroi dell’universo sarà vendicata con il sangue!» Gli avvoltoi esultarono e si precipitarono di nuovo verso l’armeria, ansiosi di fare a pezzi gli insulsi corvi traditori. Il temporaneo comandante congedò le sue guardie personali, ordinando a queste ultime di spegnere le luci per rimanere completamente da solo. L’uomo palesò la propria identità alle tenebre e cominciò a sussurrare tristemente. «Questa sarà la nostra ultima azione… e il nostro dono più grande.»
Grida risuonarono all’interno della camera sotterranea, mentre i cultisti decapitavano e squartavano gli scienziati degli uomini in nero. Una donna inciampò durante la corsa verso l’uscita. Una mano poderosa la afferrò, mentre l’aria era ancora impregnata dalla musica di Maybe degli Ink Spots, che gli studiosi avevano posto come placido e tranquillizzante sottofondo durante il lavoro. Una mostruosa e distorta voce risuonò nel tetro vuoto del corridoio. «Senti? “Forse”… ormai credo sia la parola più adatta per rappresentare la vita. Che cosa speri di sapere? Anche analizzando ogni elemento di questo mondo, rimarresti comunque una bestia ignorante e ottusa… nulla cambierà. Il vuoto dell’universo riderà per sempre dei tuoi patetici sforzi… vita e morte: credi che esistano? Dove finisce l’una e dove comincia l’altra? Il Dio mi ha rivelato la verità, trascinando la mia mente pigra oltre i limiti prestabiliti della civiltà e deridendo giustamente la mia condizione umana. Bene e male… tutto ha perso il suo significato. Nulla rimane… soltanto la Morte Rossa s’innalza sul mare di nebbia, rinnegando ogni azione e pensiero in nome dell’eternità.» Le lenti oscure distorcevano l’espressione contorta e innaturale della vittima, che si dimenava a causa del terrore. «Non avere paura… non stai vivendo. La parola stessa comunemente sfruttata per indicare il pensiero della morte è abusata e scontata. Tu credi davvero di avere idea di cosa sia la vita? Essa è solo un’illusione dell’uomo, utilizzata ignobilmente per imbrigliare il torrente della continuità universale.» Gli occhi terrorizzati della donna scorsero una maschera vitrea che raffigurava l’Incubo di Füssli e comprese cosa la attendeva. «Tutto muta… nulla cambia.» La pistola mitragliatrice della maschera della Morte Rossa penetrò all’interno della bocca della donna e fece fuoco. Il sangue scarlatto inondò le mattonelle, giungendo a contatto con le numerose pozze rosse che già si erano formate. Il Trench nero si sdraiò sul pavimento e pianse, mescolando le lacrime con l’essenza umana ormai dispersa in tutto l’edificio.
Altrove, i capi degli uomini in nero ghignavano malevoli, disinteressandosi delle futili e sacrificabili esistenze dei membri minori, mentre i loro piani contro il culto della follia procedevano come avevano previsto.
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