Ci siamo, signore e signori: siamo infine giunti al punto cruciale
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FILE LIII
L'APPROPRIAZIONE
Il grammofono si ammutolì in pochi minuti.
La pioggia battente batteva sui capi del Dio e delle infime pedine che maledicevano il suo nome.
Solamente uno di loro aveva intuito l'inganno… ed Egli lo sapeva.
«Mi scuso per l’attesa; spero che almeno la musica sia stata di vostro gradimento. Del resto, come potrebbe essere altrimenti?»
L'immonda voce metallica rimbombava furiosamente all’interno della maschera di Carcassa, orribilmente maleodorante e marcia.
Heiji si gettò senza alcun avvertimento contro il nemico.
Il suo sangue macchiò velocemente la torre, mentre il corpo esanime, trafitto dall’aguzza katana dall'elsa argentata di Morte Rossa, crollava in seguito alla sconfitta.
«Sei un giovane irruente e maldestro… e, infatti, non sei stato scelto. Coraggio, Mouri: affronta il tuo destino!»
Conan, ancora sconvolto dalla probabile e imprevista morte dell’amico, era inchiodato alla sua attuale posizione.
Kogoro attendeva immobile, celando il suo sguardo di odio represso al bambino. La furia omicida pervadeva il suo organismo, riempiendone l'encefalo di visioni raccapriccianti e senza speranza.
La figura di Carcassa estrasse rapidamente una pistola e colpì Conan all’unico punto scoperto del collo.
Un tremendo sonno lo avvolse.
Il detective tentò di combattere il sonnifero che Morte Rossa gli aveva iniettato.
I suoi occhi socchiusi intravidero un atroce vestito di carne e sangue, intento ad assestare tremendi colpi al padre di Ran.
Mouri barcollò prima di inginocchiarsi.
La figura del celebre investigatore, che dava le spalle a Conan, pronunciò il nome della figlia prima di essere colpito da un altro calcio, che lo atterrò facendolo svenire.
Moriarty, che si era ormai liberato di ogni pericolo, si avvicinò con cautela a Shinichi Kudo.
«Ora siamo di nuovo soli… anche se lo siamo sempre stati.»
Lo Sherlock Holmes del Terzo Millennio trovò la forza per rispondere, combattendo con tutte le proprie forze per risollevarsi.
«So chi sei… sei un usurpatore, un codardo, uno sfruttatore. La “bomba al cobalto”… quante assurdità. Ti nascondi dietro alla menzogna e agli inganni: tu non sei un uomo… sei un mostro che non merita nemmeno di vivere.»
«Shinichi Kudo, il personaggio “buono” per eccellenza e strenuo difensore delle leggi, minaccia il “cattivo” di turno tentando di far apparire la realtà più tranquillizzante e dominabile: ciò è assolutamente paradossale. Credi che abbia sterminato tutti quegli esseri umani per il mio divertimento? Dovresti saperlo: nessuna mia azione è mai stata inutile. I miei servi erano solo pedine nelle mie mani: non affibbiarmi colpe che non ho.»
«Maledetto… io ho capito tutto. So che sei Morte Rossa: la tua insana passione per la musica classica, le tue movenze e le tue parole mi hanno solo dato la conferma di ciò che già sapevo. Voglio soltanto dirti che non v’è alcuna motivazione valida per ciò che hai fatto.»
Morte Rossa sorrise dall’interno della maschera.
Il calore lo opprimeva.
L’oscenità di quel costume intorpidiva la sua mente, facendolo apparire come un patetico luogo comune, un figlio dell’ignoranza.
Non riusciva più a sopportare una simile finzione.
Aveva dovuto attendere anni per potersi finalmente rivelare e la sua pazienza era ormai terminata.
Morte Rossa portò le mani verso l’alto e scatenò la vera essenza del suo piano.
Le pupille di Shinichi si dilatarono enormemente quando apparvero dinanzi ad esse i noti tratti del volto di Akira Dornez.
Edited by MAN_IN_BLACK - 15/7/2012, 20:59