Detective Conan Forum

Dance of Fate, dopo "L'Inseguitore Corvino" . . .

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view post Posted on 25/6/2012, 16:49     +1   +1   -1
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Grazie ancora di cuore a tutti ragazzi :wub:
ora ecco uno dei miei capitoli preferiti! spero vi piaccia e che vi emozioni. per scriverlo mi sono ispirata ad una canzone che mi piacerebbe ascoltaste ^^

Behind Blue Eyes

CAPITOLO 7: una piccola Oscurità e una grande Luce…

Venne pomeriggio inoltrato e a casa Agasa c’erano molti più individui della mattina.
Davanti al cancello vi era una macchina parcheggiata. Dentro l’abitazione cinque persone erano sedute sul divano, tutte intente ad osservare il bambino con gli occhiali, il quale era oltremodo scocciato per aver chiamato l’FBI, e aver coinvolto il suo amico Heiji, seduto di fianco a lui, spaparanzato per bene sul divano.
“Bene, ora che ci siamo tutti, vorrei spiegarvi il motivo per cui ho bisogno del vostro aiuto” disse, rivolgendosi a Jodie e James, seduti di fronte.
“ C’entra in qualche modo l’organazzione?” chiese la bella Jodie. Conan spostò lo sguardo su Ai, la quale lo guardò con uno sguardo che lo fulminò e lui annuì, ad occhi chiusi. A quel punto Lei scoppiò
“Lo sapevo! Ecco perché ieri eri conciato così! Si può sapere cosa ti passa per il cervello?” gli urlò lei, alzandosi dal divano.
“Ai…” la richiamò Agasa, facendola sedere.
“Ho bisogno che voi proteggiate tutte le persone che hanno avuto contatti con me.” La richiesta era semplice e schietta.
“D’accordo Conan, ma si può sapere cos è successo?”
“Mi dispiace, ma non posso dirvelo…”
“E come mai?” chiese seccata Ai
lui la guardò con uno sguardo severo
“Perché questa è una lotta tra me e loro e non voglio che vi immischiate.”
“Hm, comodo il signorino! rispose lei
“…Sei un incosciente…” sussurrò
“Andiamo Haibara, non vedo il caso di…”
“Ma ti rendo conto?? Gin potrebbe già averti scoperto e uccidere te o qualcun altro per vendicarsi! Non credere che dopo l’incidente sulla torre Tokyo, non sia sulle tue tracce…anzi…”
e qui Haibara assunse lo stesso atteggiamento minaccioso che ebbe al loro primo incontro e fece gelare il sangue nelle vene il povero Shin
”…Potrebbe averti già trovato e aspettando il momento opportuno, nascosto nell’ombra, pronto a sorprenderti e conficcarti una pallottola nel cervello.
O chissà, magari prima ucciderebbe la tua Ran…”
A sentir quelle parole gli venne in mente quell’incubo.

Gin e Vodka nascosti nello studio di Kogoro, Gin che lo assale, tappandogli la bocca e improvvisamente Ran comincia a chiamarlo e a scendere le scale.
Lui cerca di urlare, di liberarsi da quella presa forte e malvagia, ma è inutile.
Ran ,la sua Ran stava avviciandosi sempre più alla morte, e lui non poteva far niente.
Voleva urlarle di scappare, cercava in tutti i modi di liberarsi…
Ecco la sagoma della ragazza dietro il vetro , Vodka alza la pistola
La porta viene aperta…
L’ultimo urlo soffocato “Ran!!!!”
Il suo viso fa capolino dalla porta e Vodka pronto a sparare.

Ai stette a fissarlo, capendo dalla sua faccia di avergli fatto capire il messaggio.
“Sentite, adesso calmatevi.” Cercò di tranquillizzarli Jodie
“Senti Conan, sei soltanto un bambino, e anche se sei riuscito a cavartela sulla Torre Tokyo due giorni fa, non vuol dire che sarà sempre la stessa cosa.”
“Inoltre noi siamo agente dell l’FBI ed è il nostro compito. Mi dispiace Conan, ma non possiamo farti fare tutto il lavoro.” Rispose severo James Black, alzandosi in piedi.
Conan strinse i pugni dalla rabbia. Lo sapeva che non avrebbe mai dovuto chiamarli.
Heiji lo guardava, senza dire niente. Sinceramente comprendeva i suoi sentimenti, ma era troppo pericoloso, e aveva timore per l’amico che si cacciasse in qualche guaio o che non ce la facesse da solo.
Non seppe cosa dire, avevano ragione entrambi.
“No, mi dispiace!” a quel punto l’ex liceale si alzò dal divano con uno scatto tale che spaventò Hattori, assorto nei suoi pensieri.
“ Ho un po’ di conti in sospeso con quegli uomini, e poi conosco delle informazioni che voi non sapete!” si mise quasi ad urlare
“Cosa? Quali informazioni?” chiese James allarmato.
“Non importa…continuerò a svolgere le mie indagini da solo, vi chiedo solo di proteggere coloro che mi stanno attorno e di lasciarmi fare!” così Conan corse via senza lasciare il tempo ai presenti di fermarlo e la porta di casa sbattè violentemente.
Heiji si alzò e corse anche lui fuori per cercare di farlo ragionare.
Perché Shinici si comporta in modo così strano?’
Hattori si mise a correre per le vie del quartiere, ma dell’amico non c’era traccia.
Intanto fuori dalla grande casa, nessuno si era accorto che qualcuno li stava spiando da più fronti.
Uno di loro sorrise beffardo, contento che le sue deduzioni si erano rivelate esatte.
L’altro uomo se ne andò di soppiatto, aveva sentito abbastanza. Doveva preparare un buon piano.

Era giunta sera e a casa Agasa erano rimasti solo in tre, tutti preoccupati per Shinici.
Heiji era tornato a casa da pochi minuti, esausto dalla corsa del pomeriggio, in cerca dell’amico. Ma di lui nessuna traccia.
Si era seduto sul divano, vicino alla scienziatina, la quale leggeva un giornale come se niente fosse, ma si leggeva chiaramente nei suoi occhi che era molto arrabbiata con Shinici ed esigeva delle scuse.
Agasa intanto preparava la cena distratto e nessuno dei tre spiccicò parola durante tutta la serata.

Lui era lì, immerso nel buio e nel silenzio più totale. La casa grande era disabitata ormai da tantissimo tempo, che Shinici aveva perso il conto.
Da quanto tempo era rimpicciolito? Da quanto tempo non era più un Liceale, ma ben si un marmocchio delle elementari? Da quanto tempo aveva stretto nuovi contatti, aveva risolto nuovi casi al posto di Goro e soprattutto…da quanto tempo è che mentiva a tutti?
Già…lui era un Detective e un detective cerca sempre la verità…ma ora era lui a mentire a tutti, era lui il colpevole.
Già, si sentiva colpevole di tutto.
Si rannicchiò ancora più vicino al muro della sua stanza. Aveva bisogno di stare da solo e di riflettere.
Solo un piccolo raggio di luna entrava nella stanza e ne illuminava il letto, ormai vuoto da tempo.
Conan era lì, in un angolo rannicchiato per terra, ormai stanco. Sentiva il bisogno di urlare, di sfogarsi, di…vedere Lei…si, la sua Ran…quante bugie, quante menzogne…lei lo credeva in giro a risolvere casi e invece era lì, sempre acanto a lei, pronto a proteggerla da qualunque pericolo.
Ormai la sua identità di Shinici Kudo gli sembrava un ricordo lontano, lasciando il posto a Conan Edogawa, il bambino sveglio, il piccolo Detective…
Senza accorgersene, una lacrima iniziò a rigargli il suo visino da bambino, gli occhi nascosti dalla frangetta.
La rabbia e la delusione erano troppi.
“Maledizione!” tirò un pugno al muro, facendosi male alla mano, ma non gli importava nulla.
Improvvisamente sentì il cellulare vibrare nella tasca.
Lo prese e vide il nome di Hattori sul display. Non aveva voglia di parlare con nessuno, così lo lasciò squillare. Era la centesima volta che lo chiamava.
Passarono altri minuti, Conan non seppe dire quanto, quando improvvisamente sentì uno strano rumore provenire dal piano di sotto.
Il bambino si concentrò su quei nuovi rumori, erano dei passi.
Si nascose dietro il letto, attento a non far rumore e poi attese. I suoi battiti accelerarono e lui si maledisse per essere così agitato.
I passi, se pur felpati, si fecero più vicini e quindi più chiari all’udito.
“Shinici?” una voce familiare lo chiamò
A quel punto tirò un sospiro di sollievo e si alzò, la sua visuale ora poteva vedere l’amico del Kansai venuto a cercarlo. L’aveva trovato.
“Cosa ci fai qui?” chiese il bambino tranquillo.
Heiji assunse un espressione irritata
“Come che ci faccio qui? Ti ho cercato d’appertutto!”
“Be, eccomi qui…”
Conan si avvicinò all’ altra sponda del letto e si sedette per terra, di fianco al detective.
“Si può sapere che ti prende?”
Silenzio.
“Cos’è, vuoi scappare?” lo provocò
“Scappare? Io? Ma fammi il piacere!”
“E allora cosa prende al grande Shinici Kudo??”
“Lo sai cosa mi prende? No! Non lo sai cosa sto passando! Non sai come mi sento ogni giorno a mentire a tutti, a vivere una vita non mia!” Conan sbottò di colpo, gettò tutte quelle parole con rabbia e i suoi occhi stavano diventando lucidi.
Heiji gli andò vicino con uno scatto fulmineo, lo prese per il colletto e portò il suo viso vicinissimo al suo
“Stammi a sentire Shinici…ricordati che se non avessi mantenuto il tuo segreto, a quest ora probabilmente sarebbero tutti Morti! Capisci? Morti!
E’ vero, non so come ti senti, ma posso immaginarlo, ma ricordati…” mollò la presa e si alzò, voltandogli le spalle, poi aggiunse con voce più comprensiva
“Che in questa battaglia tu non sei solo…non puoi combattere questa battaglia da solo. Ormai siamo coinvolti tutti, io per primo e ti starò a fianco, qualunque cosa succeda…”
L’ex liceale rimase colpito dalle sue parola, poi la sua espressione cambiò in un ghigno e chiuse gli occhi. Le sue parole lo colpirono, una nuova luce si faceva strada nel suo cuore.
Sapeva che aveva ragione e che Heiji era come lui. Glie lo si leggeva negli occhi che ormai nessuno l’avrebbe fermato nell’aiutarlo in quella battaglia.
Capì che ormai erano giunti quasi alla fine, presto ci sarebbe stato uno scontro all’ultimo sangue e aveva bisogno di tutte le forze a lui disponibili per riuscire a fermare l’organizzazione.
Che stupido! Era stato un egoista! Erano coinvolte altre persone e se avesse fallito…avrebbero perso la vita! Doveva riuscire a fermarli, non solo per lui, ma anche per tutti quelli a cui voleva bene.
Doveva tornare a essere il liceale detective Shinici Kudo.
Heiji si sedette accanto al suo amico e vi comprese che aveva recepito il messaggio.
“Grazie Hattori…”
lui emise un ghigno soddisfatto.
“Certo hai dei modi piuttosto rudi, ma ho recepito il messaggio.”
“Be, l’importante è quello, no?” gli fece l’occhiolino
I due detective rimasero seduti li per terra, ognuno con i propri pensieri e la consapevolezza che presto ci sarebbe stata la battaglia finale.
Ora Shinici non è più solo…ma aveva accanto a se un compagno formidabile, che gli sarebbe stato vicino in ogni momento.
Quanti ricordi passati insieme! Ormai il loro legame era mistico, si potevano capire con una semplice occhiata. Erano due geni, due grandi Detective.
I nostri due eroi si alzarono e insieme si diressero verso la porta, pronti per una nuova battaglia.
 
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view post Posted on 25/6/2012, 17:35     +1   -1
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CITAZIONE
Gin e Vodka nascosti nello studio di Kogoro, Gin che lo assale, tappandogli la bocca e improvvisamente Ran comincia a chiamarlo e a scendere le scale.
Lui cerca di urlare, di liberarsi da quella presa forte e malvagia, ma è inutile.
Ran ,la sua Ran stava avviciandosi sempre più alla morte, e lui non poteva far niente.
Voleva urlarle di scappare, cercava in tutti i modi di liberarsi…
Ecco la sagoma della ragazza dietro il vetro , Vodka alza la pistola
La porta viene aperta…
L’ultimo urlo soffocato “Ran!!!!”
Il suo viso fa capolino dalla porta e Vodka pronto a sparare.

Il ritmo sferzante di questa scena vale tutto un capitolo da solo :aaah:!
Finalmente Conan ha capito la responsabilità che grava sulla sua persona e si metterà davvero all'opera :asd:, mentre Heiji si rivela giustamente un grande amico che comprende i sentimenti contrastanti che tormentano lo Sherlock del Terzo Millennio :sisi:.
Non c'è che dire: le caratterizzazioni ti stanno riuscendo bene :)!
Chissà chi li stava spiando, comunque :shifty:...
 
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view post Posted on 25/6/2012, 18:21     +1   -1
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Concordo con il mitico MAN_IN_BLACK, la parte scritta in corsivo e che lui ha riportato come citazione vale tutto questo capitolo, che è fatto davvero bene! :D Qui le parti dialogate sono tantissime e sono fatte davvero bene, forse le descrizioni si potevano un pochino più ampliare, ma lascia stare xD sono farneticazioni di uno che descrive troppo xD quindi questo capitolo, per concludere, mi è piaciuto tantissimo! E notò un grande miglioramento! *.*

Bravissima!!!
 
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view post Posted on 25/6/2012, 19:14     +1   -1
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Un capitolo davvero fantastico :clap: :clap:

Personaggi descritti benissimo, dialoghi molto belli; stupenda la parte di Heiji e Conan^^

Bravissima!!!
 
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view post Posted on 26/6/2012, 19:11     +1   -1
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*-* Ragazzi, sono tanto contenta che vi sia piaciuto!
In effetti è uno dei miei capitoli preferiti! e sono molto contenta, davvero, mi state dando la forza giusta per continuarla a scrivere!
ieri notte ho avuto un illuminazione...(xke di notte io non dormo,ma penso!)
vi avviso che questo capitolo è più corto rispetto al precedente ed è intermedio, non è molto importante...
Grazie a "Quella Persona" perchè hai ragione, accidenti! la mia pecca le descrizioni...sono pigra e ho smania di scrivere e farvela leggere xD mi impegnerò a farne molte di più. purtroppo ultimamente la mia vena artistica sen'è andata in vacanza...
bando alle ciance, ecco a voi l'ottavo capitolo!!! ^-^

CAPITOLO 8: Preludio…

Come richiesto da Conan, ora ogni uomo dell’FBI sorvegliava a distanza e senza farsi notare, chiunque fosse venuto a contatto con lui, a cominciare dai Detective Boys, gli agenti di polizia, Sonoko, Kogoro, Kazuha (che attualmente era ad Osaka) e Ran.
Ovviamente tutti ne erano ignari, solo Conan ed Heiji se ne accorsero. Agasa e Ai lo sapevano e quest’ultima non era felice affatto, anzi, questo non fece che crescere l’irritazione che aveva nei confronti di Shin, e i due non si erano più rivolti la parola.


La porta di casa Mohri si aprì e Ran corse verso l’entrata tutta felice, sperando fosse Conan
“Conan! E ci sei anche tu Heiji?” esclamò la Karateka tutta contenta, poi vedendo l’espressione indecifrabile sul volto del bambino, assunse subito un aria preoccupata
“Conan…ma che cos hai?”
Noi riusciva a guardarla in faccia. Il suo viso, così dolce, pronta a fare qualunque cosa per gli altri, subito a tendere una mano d’aiuto al prossimo, era troppo in quel momento.
Abbassò lo sguardo, andando verso il tavolino, accese la tv e poi gli rispose
“Niente Ran, sono solo stanco..”
Heiji lo guardò di sott’ecchi, poi si rivolse a Ran,
“Abbiamo avuto una giornatina movimentata!”
“He?”
Improvvisamente Heiji sentì il suo cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni, così lo prese e ripose
“Chi parla?”
Ran si avviò in cucina per preparare la cena.
“DOVE DIAVOLO SEI??” urlò dall’altro capo una Kazuha incollerita
“Come dove sono? A Tokyo!”
“APPUNTO! BRUTTO DETECTIVE DA STRAPAZZO! Potevi anche dirmelo, così avrei rivisto Ran!!”
“E non urlare!!”
Conan si girò per lancire un occhiata interrogativa all’amico, che decise di scendere in ufficio per avere un po’ più di privacy.
“Io urlo quanto mi pare e piace! Questa non te la perdono…”
Silenzio.
Scese le scale buie e in quel momento gli sembrò di sentire l’amica piangere
“Eddai, guarda che domani torno!”
“Se ti sono d’intralcio, allora dimmelo e non ti starò più tra i piedi.”
“Ma no Kazuha, che stai dicendo?”
“La verità Heiji!”
“Kazuha, senti…” in quel momento sentì chiaramente la povera ragazza piangere. Piangeva per lui? Perché?
“Perché non capisci?…” e mise giu.
Le donne…un mistero ignoto…
Tirò un sospiro rassegnato e salì le scale, aprì la porta e andò a sedersi vicino a Conan, il quale lo guardò con la coda dell’occhio e vide la sua espressione vuota. Sorrise amaramente e si rimise a guardare la tv.
La cena fu consumata in religioso silenzio, senza il Detective del Kansai che dava spiegazioni di cucina, o senza Goro che urlava alla tv alla sua amata Yoko Okino.
Anzi, per dirla tutta, il detective dormiente era ancora a giocare a Ma Jong.
Durante la cena, Ran continuava a fissare i due a tavola con lei.
“Insomma, si può sapere che vi prende?” sbottò in un colpo, facendoli tornare alla realtà.
“Cosa? Noi? Niente!” cercarono di scusarsi in coro.
Ran tirò un sospiro, prese i piatti sporchi e andò verso la cucina.

La notte calò, accompagnata da un cielo stellato e una bellissima falce di luna.
Tutti dormivano in casa Mouri, o quasi…
Conan continuava a girarsi e rigirarsi nel suo fotun, così decise di andare in sala a vedere se l’amico Hattori era sveglio.
Aprì piano la porta, attento a non svegliare Goro, uscì e la socchiuse.
Sentì il respiro del ragazzo del Kansai nel futon, così si mise a camminare in punta di piedi per non svegliarlo.

Anche la Karateka non riusciva a dormire.
Si mise a sedere sul letto e il suo sguardo cadde sulla foto che c’era sulla scrivania: due ragazzi sorridenti al Tropical Land, Lei e Shinici.
Già…Shinici…chissà come stava, che cosa stava facendo, ma soprattutto dov’era?
Poi di colpo un flash back di qualche giorno prima sulla Torre Tokyo
Lei era semi svenuta e la sua voce gli disse di stare li ferma e che ci avrebbe pensato lui…
Ma come faceva a sapere che lei era lì e che era in pericolo?
Prese d’istinto il cellulare e cercò nella rubrica il suo numero.
Rimase a fissare il piccolo display per qualche secondo, indecise se chiamarlo o no.
Guardò l’ora che segnava le 2.00 della notte.
Di sicuro stava dormendo pensò.
Dispiaciuta e rassegnata rimise il telefonino al suo posto e si buttò nel letto, decisa a prendere sonno.

Il cellulare di Gin squillò improvvisamente, costringendolo a mettersi la sigaretta nell’altra mano e a prendere il piccolo oggetto squillante.
“ Pronto?”
“ E’ tutto pronto Gin” disse una voce maschile
Quella frase riempì Gin di una felicità pari alla follia e il suo sorriso si allargò ancora di più.
“Molto bene…” e chiuse la telefonata
“Chi era Capo? Chiese Vodka incuriosito nel vedere il suo compagno tanto felice
“Era l’ultimo biglietto d’andata per l’inferno per quel piccolo bambino…” disse con voce cavernosa. Buttò la sigaretta ormai consumata e ancora accesa, un rivolo di fumo si levava in aria, lasciando che la porche nera la lasciasse lì, a consumarsi pian piano fino a spegnersi.
 
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view post Posted on 26/6/2012, 20:33     +1   -1
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Bellissimo questo capitolo *.*

La parte finale con Gin e Vodka è fatta davvero bene, con una descrizione finale abbastanza dettagliata :D E questa cosa mi è molto piaciuta! *O* Anche il resto del capitolo però è bello! *O*

Quindi i miei complimenti! :clap:
 
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view post Posted on 28/6/2012, 19:11     +1   +1   -1
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Grazie di cuore veramente a tutti!!!
voglio subito farvi leggere il prossimo capitolo che spero vi piacerà...^^
(oggi sono di poche parole =P)

CAPITOLO 9: Attacco

La sveglia era prevista per le sette a casa del detective Goro, così tutti si alzarono pigramente, baciato da un sole mattutino caloroso.
Ran preparò la colazione per tutti, Heijii spostò il suo futon e tutti si sedettero a tavola, affamati ed assonnati.
Fuori splendeva un bel sole caldo.
-“ Ti va di accompagnarci a scuola Heiji?” domandò la karateka, mettendosi in bocca un pezzo di riso.
Lui alzò lo sguardo incollato alla ciotola e la guardò d’apprima con aria interrogativa, poi rispose
“ma certo!”
Lei sorrise e poi si rivolse a Conan
-“Sei contento?”
-“Certo!” rispose con la sua solita aria da bambino innocente.
Ran fu sollevata di vederli di umore migliore del giorno prima,ma quella sensazione che l’accompagnava da giorni non voleva abbandonarla.
Quando ebbero finito di mangiare si avviarono per le strade ormai animate dai Giapponesi intenti nei propri affari.
Conan, Heiji, Ran e Sonoko stavano camminando verso scuola, le due liceali contente di quella magnifica giornata, quando arrivarono anche i giovani detective, sempre allegri e sorridenti di prima mattina.
Tutti iniziarono a chiacchierare allegramente, perfino Heiji, che cercò di distrarsi; a Kazuha ci avrebbe pensato più tardi.
Ai era dietro di loro e non gli fuggì l’occhiata furtiva di Conan il quale si voltò immediatamente poco prima che i loro sguardi s’incrociassero.
Fu un attimo, un battito di ciglia, gli parve che in quel millisecondo Ai lo abbia guardato con uno sguardo pieno di rancore, così decise di far finta di niente.
Durante la camminata i due si evitarono, e a poco a poco qualcosa dentro l’ex liceale stava crescendo; una strana sensazione.
Improvvisamente si alzò una folata di vento che prese alla sprovvista tutti.
Ad un passante volò via il giornale che teneva in mano, ad una signora invece scivolò il capello si finto vimini che aveva in testa.
“Accidenti, che folata!” esclamò Ran
“Gia…speriamo non venga su brutto tempo. Forza, affrettiamoci!” rispose l’amica.
Il bambino con gli occhiali si guardò intorno, cercando di scacciar via quella sensazione che non se ne voleva andare, ma anzi, rimase a fargli compagnia.

Non poco lontano dalla comitiva, per le strade una Porche nera percorreva le strade della grande metropoli a velocità spedita, quasi la macchina fosse arrabbiata tanto quanto il guidatore: quest’ ultimo aveva dipinto sul volto un sorriso compiaciuto, il suo sguardo lasciava trasparire pazzia pura.

La combriccola arrivò a scuola e le due liceali andarono verso l’entrata del Liceo Teitan, mentre i bambini, alla scuola elementare.
“Mi raccomando Conan, fai il bravo bambino che oggi verrò a prenderti!” lo prese in giro Hattori con un sorriso furbo, che fu ricambiato da un occhiataccia da parte di Shin, mentre i bambini scoppiarono in una risata maliziosa.
“Andiamo…” disse scocciato.
La scienziatina gli si avvicinò e si mise a camminargli di fianco, lui, sorpreso, non disse niente.
Arrivarono all’entrata della scuola, salirono le scale e finalmente arrivarono in classe.
Tutti i bambini entrarono e si sedettero nei propri posti, cominciando a parlare contenti con i propri amici.
Conan e Ai si sedettero nei proprio posti, senza spicciare parola.
Ai tirò fuori con calma i suoi quaderni, perfettamente ordinati, Conan si mise con la testa appoggiata ad un braccio ad osservare ciò che succedeva intorno a lui. Ma la sua testa, i suoi pensieri, erano altrove.
C’era troppa calma…non era normale che l’organanizzazione fosse sparita, che quei tre nuovi membri che l’avevano rapito non si fossero ancora fatti vivi.
La Maestra entrò e gli allievi si sedettero dopo averla salutata, pronti a cominciare un'altra lezione.
Passò un ora tranquilla e in quell’ asso di tempo, il cielo si era riempito di nuvole grigie e bianche, il vento si era alzato e le folate si erano fatte più frequenti.
La maestra uscì un attimo dall’aula e i ragazzini si alzarono e molti si avvicinarono alle finestre
“Avete visto? Sta arrivando il brutto tempo…” si lamentò Genta.
Anche i Detective Boys si erano affacciati alle grandi vetrate della classe.
“Già…mi sa che oggi pomeriggio ci toccherà rinchiuderci in casa.” Disse sconsolata Aiyumi.
Conan, che li stava a guardare, dando le spalle alla finestra, si girò per ammirare il cielo ormai plumbeo, ma qualcosa attirò la sua attenzione, lo fece paralizzare, il suo corpicino iniziò a tremare di terrore, i battiti accelerarono, quasi il suo cuore volesse uscire.
‘ No…’
Dall’ altro lato della scuola, vicino al marciapiede vi era parcheggiata una macchina, una Porche che Conan conosceva molto bene.
Il cuore accellerò i suoi battiti, Conan divenne rigido come una statua, gli occhi fissi, spalancati verso quella vettura della morte.
‘ Non è vero…no, non può essere…’
Gli sembrò che il tempo si fosse fermato. I bambini continuavano a chiacchierare allegramente intorno a lui, incuranti del pericolo a loro vicini.
La maestra stava entrando in classe e richiamò i bambini, invitandoli a sedere per iniziare la lezione.
Lo sguardo del bambino era fisso su quella macchina e sui due individui appoggiati ad essa.
Li poteva vedere chiaramente, i loro sorrisi e lo sguardo folle di Gin.
I bambini presero posto nei propri banchi.
Conan si ridestò, il suo cervello e il suo sangue freddo tornarono in funzione, azionò i suoi occhiali per vederli più da vicino. Qualcosa aveva catturato la sua attenzione.
La mano di Gin stringeva una piccola forma che riconobbe come un piccolo telecomando.
‘ No!’
Non c’era un secondo da perdere.
La signora Kobayashi, notando Conan ancora alzato e non al suo posto lo rimproverò
“Conan, tutti i tuoi compagni sono già seduti e…” ma non ebbe tempo di finire, poiché accadde tutto troppo in fretta…
Il bambino si girò terrorizzato verso di lei urlando
“Presto, faccia evacuare…”
Poi uno scoppio e tutto l’edificio tremò.
I bambini furono presi dal panico e si alzarono dai loro posti.
La maestra aprì la porta, per capire da dove provenisse quella forte esplosione.
Nell’ala sud della scuola si poteva intravedere del fumo seguito dalle fiamme.
Presto il corridoi fu preso d’assalto dai maestri e alunni, che si affacciarono alle vetrate per cercare di scoprire la causa di tutto.
Il panico prese il sopravvento di tutti, i maestri cercarono di mantenere la calma e di portare i bambini fuori in giardino.
C’era chi chiedeva di chiamare i vigili del fuoco, chi di portare fuori i bambini…
“State tranquilli, ora usciremo da qui.” Disse la signorina Kobayashi accucciandosi vicino agli amici di Conan.
L’incendio si stava propagando a vista d’occhio, i maestri e tutto il personale cercava di coordinare l’uscita ordinata dei bambini. I vigili e l’ambulanza erano stati chiamati.
Mentre erano in fila Ai rimase indietro, così si fece largo tra i compagni per raggiungere il bambino con gli occhiali che appariva e scompariva tra la folla.
Finalmente arrivò e lo prese per il polso, facendolo voltare di scatto
“Cos…”
“Si può sapere che cosa sta succedendo?” chiese con espressione seria
“Non lo immagini?”
Lei rimase immobile a guardarlo, iniziò impercettibilmente a tremare.
“Sono loro…”
Conan chiuse gli occhi e si voltò.
“Coraggio, usciamo da qui.” La prese per la manina e insieme seguirono la loro classe che si era allontanata parecchio.
 
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Che bello questo capitolo *-* Mi è piaciuto davvero molto è tanto elettrizzante e hai ricreato un'atmosfera da brividi con la pazzia di Gin! :D

Complimenti Aru, stai sempre migliorando! :clap:
 
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view post Posted on 28/6/2012, 20:50     +1   -1
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Bellissimi questi ultimi due capitoli!!

L'ultimo davvero avvincente^^ La parte dell'attacco alla scuola, con il successivo incendio e la fuga dei bambini, descritta molto bene :)

Complimenti Aruka :clap: :clap:
 
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view post Posted on 28/6/2012, 22:41     +1   -1
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Che posso dire?
VAI, GIN :muhaha:!
Metti un po' di vita in questo manga :asd:!
OK, stavolta ho esagerato :lol:... ma non ho potuto farne a meno: già adoro i momenti in cui i MIB scatenano casini incontrollabili, dunque non posso proprio resistere alla visione di Gin che fa esplodere un edificio :aaah:.

P.S.: ok, ormai è assodato... sono da manicomio :sisi:.

Passiamo alle solite e pedanti note :lol::
Nel cap. 8 hai scritto "Mohri", mentre nel 9
CITAZIONE
Tutti iniziarono a chiacchierare allegramente, perfino Heiji, che cercò di distrarsi; a Kazuha ci avrebbe pensato più tardi.

hai ripetuto il dativo ;)...
CITAZIONE
gli parve che in quel millisecondo Ai lo abbia guardato

qui ti consiglierei di mettere "avesse" per rispettare la consecutio temporum :).
Ho visto anche qualche altra svista, ma a problemi del genere puoi facilmente ovviare usando la correzione ortografica di Word (io la uso spesso per evitarlo :D).
 
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view post Posted on 1/7/2012, 21:26     +1   -1
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Grazie ancora ragazzi, davvero! i vostri commenti mi lusingano e mi danno nuova forza ^ ^
in questi giorni sto scrivendo a più non posso!
Grazie Man in Black per le correzzioni, e scusatemi ma ultimamente sono più distratta e subito non mi accorgo degli erroracci che faccio >.<
ecco a voi il decimo capitolo!!
^-^

Capitolo 10: …Dove Siete?

Intanto in giardino, tutte le classi stavano facendo l’appello e i maestri pregavano che ci fossero tutti
“Ci siete tutti bambini?manca qualcuno?” chiese la Kobayashi
I detective boys si guardarono attorno, facendo un orribile scoperta: qualcuno mancava all’appello.
“Maestra!mancano Conan e Ai!” urlò Aiyumi preoccupata
Alla signorina venne quasi da svenire e subito si girò verso l’edificio ormai una buona parte inghiottita dalle fiamme rosse.
“Maestra, magari si sono persi tra le altri classi.” Provò a suggerire Mitzuhiko
“Facciamo così, Aiyumi tu rimani qui, io e Genta andiamo a cercarli, ci teniamo in contatto con le spille”
La bambina annuì con sguardo deciso e i due amici si misero a correre per il cortile, mischiandosi tra le classi.

Intanto il Detective del Kansai, ignaro di tutto, se ne stava passeggiando tranquillamente per la città. Di stare in ufficio con un Goro ubriaco, a guardare la sua Yoko cantare, non se ne parlava proprio.
All’improvviso sentì delle sirene in lontananza, così il suo istinto di Detective ebbe il sopravvento e si fermò a cercare la fonte di tale baccano.
Ascoltando meglio si accorse che erano sirene dei vigili del fuoco e dell’ambulanza
“Chissà cosa sarà successo…”
Qualcosa cominciò a vibrare nella sua tasca dei pantaloni, il suo cellulare.
“Mamma mia, ma non si può stare tranquilli un attimo!” disse prendendo l’aggeggio che squillava e rispose con un secco
“Pronto?”
“Heiji!” una voce allarmante dl un bambino lo mise subito in allerta. Poi non sa neanche lui come, collegò le sirene al suo amico.
“Shinici, tutto a posto??”
“No. Ti prego, Vieni subito qui a scuola e proteggi Ran!”
“Come? Ma che stai…” ma cadde la linea
“Idiota! Perché hai messo giu!?” e si mise a correre a più non posso.
Perché dovrei proteggere Ran? Da cosa da chi?…
Chi…’ Fu quell’ultima domanda ad accendere uan lampadina nella sua mente.
Si fermò in mezzo alla sua folle corsa e subito comprese che forse doveva trattarsi di Loro…L’organizzazione!
Ricominciò a correre e le sirene dei vigili si fecero più vicine. Si stavano avvicinando!
‘ Perfetto!’
Quando vide i grossi camion ormai di fianco a lui, si mise a correre più veloce, poi con uno scatto balzò sulla scaletta di fianco al camion dei pompieri e questi allarmati iniziarono a inveire contro il ragazzo dalla carnagione scura.
“Hey tu!ma sei pazzo!? Scendi subito!”
“Mi serve un passaggio!”
“Esistono gli autobus e la Metrò!!” gli urlarono
Un bambino, vedendo tutta la scena, gli si illuminarono gli occhi e urlò alla madre che lo teneva per mano
“Wow!anche io voglio!!”
E intanto il camion sfrecciava a tutta velocità verso la scuola, dove stava avvenendo il finimondo.

Accanto alla scuola elementare, gli studenti licelali si allarmarono a vedere quello spettacolo.
Il cielo ormai nero avanzava, coprendo il cielo limpido della mattina, il vento impetuoso aveva cominciato a soffiare fortissimo, spostando le fiamme e propagandole al di là della costruzione.
Gli insegnanti allarmati fecero evacuare pure il loro istituto, e gli studenti corsero fuori per strada, allarmati, impauriti.
“Conan!!” Ran urlò disperata vedendo quello spettacolo. Il suo istinto le disse di correre, Conan era in pericolo, se lo sentiva. Si cacciava sempre nei guai e qualcosa le diceva che ne era coinvolto.
Sonoko fermò l’amica con tutta la forza che aveva.
“Ran ,ma cosa fai?”
“Devo andare a…salvare Conan!”
“Ma cosa stai dicendo?”
A quel punto la karateka si calmò e Sonoko mollò la presa.
“Sento che è in pericolo…”
“Ma va la, vedrai che è in cortile insieme agli altri bambini. Stai tranquilla!”
Ma lei non era del tutto convinta, così si limitò a guardare quell’edficio in fiamme, il cuore che martellava forte nello sterno.
‘ Shinici…ho bisogno di te…’
Sentiva il bisogno irrefrenabile di sentire la sua voce, così prese il cellulare, cercò il suo nome nella rubrica e schiacciò il tastino verde per avviare la chiamata.
Il cellulare non emise alcun suono.
Partì la suoneria.
Riattaccò, ancora più sconsolata e arrabbiata, mettendosi l’aggeggio in tasca.

Aiyumi intanto scrutava all’orizzonte in cerca dei due amici spariti., ma di loro nessuna traccia.
“Conan…dove sei? Ai…” la piccola bambina aveva le lacrime agli occhi.
Tutti gli adulti intorno a lei erano allarmati per la scomparsa dei due bambini, ma non riuscivano ad entrare nell’edificio che ormai era inagibile, almeno per loro.
La signorina Kobayashi era scoppiata in un pianto isterico, sedendosi per terra.
Il senso di colpa era troppo forte, tantè che cominciarono a temere un attacco isterico da parte sua.
“E’ colpa mia! Non sono stata capace di salvarli tutti!!” qualcuno cercava di incoraggiarla con delle pacche sulla spalla, e qualcuno ricordò che i vigili stavano arrivando e ci avrebbero pensato loro a salvarli. Ma questo non bastò a rincuorarla.
 
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view post Posted on 1/7/2012, 21:58     +1   -1
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Super detective

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Davvero bello Aruka!!
Fortissimo Heiji che salta al volo sul camion dei pompieri :D
Chissà dove sono andati a finire Conan e Ai, speriamo bene :unsure:
Poverina la maestra Kobayashi, è davvero disperata :(

Complimenti, un capitolo molto avvincente xD
Aspetto il seguito :)
 
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view post Posted on 2/7/2012, 13:30     +1   -1
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Mente Enigmistica

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Bellissimo Capitolo Aru!!! :D
Mi è piaciuto molto ed è anche molto attivo *-*

Adesso che cosa accadrà? :unsure:
Ai e Conan... Spero che li trovino prestoooo!!!!

Complimentoniii!!!Brava!! :D
 
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view post Posted on 4/7/2012, 13:36     +1   -1
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Sicario dei MIB

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Scusami per il ritardo (causa esami)!
Povera Kobayashi... lei non sa che i due se ne sono già andati (almeno credo :D).
Concordo con Deamatta riguardo alle mirabolanti imprese di Heiji... che si conferma un mito :)!
Chissà cosa ci aspetta adesso...
 
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view post Posted on 5/7/2012, 18:27     +1   -1
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- Scouting Legion -

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Vi ringrazio come sempre di cuore!!
He si, Heiji è...be, è Heiji!! xD
Bene, scusate il ritardo ma siccome sto ancora scrivendo il gran finale e avevo le idee un pò confuse (ora sono un pò più ordinate diciamo)
spero che questo capitolo vi piaccia e che non deluda le vostre aspettative *__*
sapete come mi piace l'azione, la suspance...!
Buona lettura!!

CAPITOLO 11: Inferno

Intanto, dentro la struttura l’incendio si stava propagando, i muri cedevano e pezzi d’intonaco si staccavano dai muri e pure il soffitto iniziò a creparsi e a dare i primi segni di cedimento.
Faceva caldo, troppo, così Conan si sbottonò la mogliettina.
Aveva perso Ai.
Durante la corsa una parete aveva ceduto e i due si erano divisi, così ora era bloccato la dentro a cercarla.
“Ai! Dove sei?” per fortuna c’era poco fumo e di ossigeno cen era ancora, ma doveva sbrigarsi. Si guardò intorno, ma nulla.
Una nuvola di fumo stava avanzando verso di lui, ma intravide qualcos’altro; vi scorse una figura alta e snella che avanzava verso di lui.
Conan rimase immobile, i sensi all’erta, in posizione, pronto a scattare.
“Ci si rivede…” una voce familiare.
Presto la figura prese contorni ben definiti e si mostrò per quello che era.
Un uomo alto, magro, vestito di nero dalla testa ai piedi.
Smilzo.
Ma non era solo. Notò che reggeva qualcosa nel braccio.
Con la mano sinistra gli teneva puntata una pistola, con l’altra reggeva una bambina dai capelli ramati che guardava l’amico, lo sguardo evidentemente preoccupato e impaurito.
“Ai!” Gridò il bambino
“Sai, si era persa…”
Conan digrignò i denti dalla rabbia
“Lasciala andare!” ma sapeva sarebbe stato inutile.
‘ che sappia anche la sua vera identità?’
“Facciamo così…”
mise giù per terra la piccola scienziatina, puntandogli la pistola alla testa.
L’ex liceale iniziò a sudare freddo. Poteva minacciarlo quanto voleva, ma non i suoi amici. Non lei.
“ Facciamo uno scambio equo…io lascio andare la tua amichetta, e…tu verrai con me.”
Conan non rispose subito, ma stesse a fissarlo con uno sguardo pieno di odio.
“Ok, va bene!” rispose con rabbia
“No!” protestò la bambina
“Ma lasciala andare subito!”
Il fumo intanto stava colmando tutto il corridoi e il caldo aumentò. Il fuoco si stava avvicinando.
“Vieni verso di me, lentamente, le mani in alto. Non c’è bisogno di ricordarti che se farai un passo falso…bang!”
Conan ubbedì, alzò le mani e si avviò verso il nemico.
Era fatta. Tra poco sarebbe stato faccia a faccia con Gin. I suoi amici sarebbero stati salvati e protetti.
Poteva dargliene quante ne voleva, a tutti loro.
Lo invase una strana forza…adrenalina mista a rabbia e voglia di prenderli e sbatterli in cella.
almeno non sanno la vera identità di Ai…’ si rincuorò.
Il bambino con gli occhiali avanzava lentamente, mentre guardava quell’uomo con uno sguardo di sfida, misto a rabbia.
Ai era ferma immobile.
Quando Conan fu a un passo da lei, gli sussurrò alcune parole
“Mi dispiace Shinici…”
Lui si girò e cercò di scrutarle lo sguardo ,ma i suoi occhi erano coperti dalla frangetta. Riuscì comunque a intravedere un piccolo luccichio.
‘sta piangendo…’
“Bene, tu te ne puoi anche andare!” così dicendo spinse con una mano Ai che si ritrovò per terra, qualche passo avanti.
Purtroppo non si accorsero che il fumo ormai aumentava, la vista si annebbiava ed iniziarono a tossire per mancanza d’ossigeno.
Smilzo puntò l’arma alla testa del bambino, poi gli diede uno schiaffo in faccia che lo fece volare contro il muro, sbattendo forte la testa.
Ora l’uomo gli era addosso, lo bloccò con una mano.
“Nessun rancore…”
Poi prese il suo cellulare e digitò tre volte, poi si mise il ricevitore all’orecchio e dopo pochi istanti rispose
“Preso!” con tono soddisfatto.

Gin, che era stato spettatore dell’incendio, sghignazzò di felicità.
Di fianco all’auto di Gin ora c’era quella di Lady Creme, anche lei insieme all’altro suo compagno in piedi, ad osservare lo spettacolo in prima fila.
“Bene…hai fatto un buon lavoro.”
Tirò fuori la mano dalla tasca e la mise in alto.
La donna vide che teneva qualcosa in mano e subito si allarmò
“Aspetta! Che cosa vuoi fare?” cercò di fermarlo, ma Vodka, più veloce e più robusto, la fermò senza problemi.
“Addio…” e schiacciò di nuovo il pulsante del telecomando.
Ci fu un'altra esplosione e questa volta fu più forte, più violenta.
Schegge di vetri, cocci di pietra si levarono in aria e Gin e Vodka salirono sull’auto e se ne andarono., sentendo le pattuglie della polizia in lontananza.
La donna rimase lì, immobile, lo sguardo fisso sulla struttura ormai incendiata del tutto.
Il suo compagno cercò di scuoterla, ma fu inutile.
“Forza…dobbiamo andarcene!lo so che è dura, ma ormai è andato.” Mentre gli diceva quelle parole, la mise di forza nella macchina e partirono anche loro a tutto gas.

Questa volta l’esplosione fu più violenta e il rumore assordante. Conan cercò di coprirsi con le mani, poi sentì qualcosa di pesante cadergli addosso e quando riaprì gli occhi aveva addosso a se Smilzo. Cercò subito con lo sguardo la piccola amica e la richiamò a se, così lei corse senza indugi da lui.
Si accorse di avere ferite da taglio lungo il corpo, ma cercò di non darci troppo peso.
Conan si fece scudo con il corpo dell’uomo e strinse forte a sé l’amica.
Quanto avrebbe voluto che la stringesse sempre così! D’un tratto l’arrabbiatura che provava nei suoi confronti svanì. Si sentiva al sicuro tra le sue braccine, anche se erano braccia di bambino, ma per un attimo gli sembrò di vedere un ragazzo di diciassette anni, lui, Shinici. Le sue braccia forti, il suo sangue freddo, a proteggerla.
Quando tutto si fu calmato, Lui mollò la presa e tirarono un sospiro. Ai si riscosse.
“E’ morto?” chiese lei
“No, è svenuto. Dev’essere stato colpito da quel macigno” disse indicandolo a pochi passi da loro.
L’uomo sanguinava copiosamente, ma cercò di alzarsi e balbettò qualcosa.
“Non sforzarti…ora ti tiriamo fuori da qui.” Così lo prese sotto i bracci,ma era troppo pesante nonostante la sua corporatura minuta, così Ai corse in loro aiuto.
“Sono…sono stato tradito…” sussurrò per la fatica.
“Non sei il primo…” disse amaramente Conan.
“Perché…mi state…aiutando?”
“Non posso permettere che anche tu muoia!” rispose il bambino, riferendosi a Irish. Ma Smilzo, non lo capì e continuò a parlare.
“Sei…un Detective in gamba…altruista.”
I due bambini erano quasi a metà corridoi e già faticavano a portarlo via.
Poi un altro tremolio. L’edificio stava chiaramente per cadere in mille pezzi
Poi un altro rumore.
I due bambini si girarono e tra il fumo videro spuntare tre vigili del fuoco, insieme ad un ragazzo con il berretto e la carnagione scura.
“Osaka!” esclamò con sorpresa Ai
“Hei, ho un nome!” disse offeso.
Conan cercò di alzarsi,ma gli uscì una smorfia di dolore.
“Shinici, stai bene?” chiese Heiji preoccupato.
Poi iniziò a tremare tutto. L’edificio era ormal al limite.
Ecco che arrivò una vampata di fuoco che fece arretrare tutti.
I vigili presero Smilzo sotto braccio e intimò il ragazzo e i bambini di seguirli. Heiji prese in braccio Conan, pieno di ferite, mentre Ai veniva presa dal terzo uomo.
Insieme corsero per la strada aperta poco fa proprio da loro,ma il passaggio era ostacolato da varie macerie cadute poco fa e il fuoco e caldo si erano fatti più intensi.
Con grande difficoltà riuscirono ad uscire e per loro respirare aria fresca fu una gioia immensa.
“Fu…aria fresca!” esclamò Heiji sollevato. Ai venne messa giù e il vigile andò ad aiutare i suoi compagni a spegnere l’incendio.
Aiyumi, Genta e Mitzuhiko raggiunsero i loro amici salvati, la piccola bambina aveva le lacrime agli occhi.
“State bene??” chiese Mitzuhiko
“Certo, grazie ad…Hattori” si corresse all’ultimo Ai
Lui la guardò male, poi mormorò a Shinici qualcosa, ma si accorse che non gli rispose e sentì il suo corpo più pesante.
“Sh…Conan?…Conan??”
riuscì a contorcersi il collo e vide l’amico svenuto.
L’ambulanza portò d’urgenza in ospedale sia Conan che Smilzo, il quale fu messo sotto stretta sorveglianza dalla polizia, non conoscendone l’identità.
La signorina Kobayashi pianse dalla gioia nel vedere i due bambini sani e salvi. Be, sani mica tanto, feriti, ma comunque vivi.
 
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150 replies since 28/5/2012, 11:04   3066 views
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