| E qui si conclude il quarto capitolo. La parte è piuttosto lunga, spero che non vi annoi! ^^
6.6 Nessun Addio, un Solo Arrivederci
Jane sferrò il primo attacco, ma la Lama Vendicativa colpì soltanto l'aria: nonostante non fosse propriamente umana, la creatura sapeva muoversi agilmente. Con la sua mano spinosa, la finta Fannie tentò di rendere la ragazzina un puntaspilli, ma fallì nel suo intento. Jane era riuscita a sparire appena in tempo. La sfuggente ragazzina sembrava non avere fretta, mentre la mostruosità non accennava a muoversi, la tensione di Wesley saliva sempre più... Jane ormai era l'ultima speranza. La ragazzina sbucò improvvisamente da un muro, e tentò di cogliere di sorpresa la pianta fallace, ma il Deep Green sfoderò un qualcosa che l'avversaria non si sarebbe mai aspettata: i suoi arti posteriori, simili a radici, subirono una crescita pantagruelica, superando le dimensioni persino di Jane, che fu costretta ad indietreggiare. Quel groviglio vegetale era riuscito momentaneamente a dividere le due avversarie. Il Deep Green cominciò a ridacchiare, sembrava possedere realmente una sorta di malata ragione, senza però un briciolo di umanità. Una marionetta senza anima, che Jane non riusciva a sopportare: "Somiglierà anche ad una ragazza, ma come dico sempre, quello che conta è ciò che custodiamo nel profondo. Alla fine quell'essere non è poi così diverso dagli altri..." pensò Jane tentando di rassicurarsi. La ragazzina intravide un varco tra le radici ostili e cercò subito di perforare le difese del Deep Green: roteando con il suo spadone, Jane si fece strada tra le radici intrecciate, e riuscì ad approssimarsi al suo obiettivo. Quando però raggiunse il Deep Green, dovette constatare nuovamente che la creatura aveva come un infinito arsenale di soluzioni da adottare. Un soffio leggero, candido come l'aroma di un campo di lavande, sprizzò fuori dalle orrende fauci del Deep Green. Senza nemmeno accorgersene, Jane cominciò a tossire e a piangere forzatamente, lasciando cadere a terra la sua fidata Lama Vendicativa: "Oh, no! Quel soffio conteneva sicuramente del gas lacrimogeno!" commentò Wesley, facendosi prendere dal momento e tentando di avvicinarsi a Jane. "Stai indietro!" gridò la ragazzina, che ricacciò indietro il ragazzone solo con lo sguardo "Sono perfettamente a mio agio, ora la sistemo io..." La ragazzina strabuzzò gli occhi, e lacrimando copiosamente, tentò di scorgere la Lama Vendicativa, celata da chissà quante radici, una partita di moscacieca persa in partenza. Il Deep Green dimostrò tutta la sua scorrettezza, e colpendo Jane alle gambe con i suoi mastodontici ceppi, riuscì a buttarla a terra con non poca violenza. La ragazzina, caduta di schiena, prese quasi le fattezze di una tartarughina in difficoltà, mentre si dondolò per posizionarsi prona, prima di rialzarsi dopo il torto subito. Appena le sue gambe riuscirono nuovamente a reggere quel completino rosa, ecco che vennero nuovamente percosse, da delle vere e proprie frustate che le radici riuscivano a provocare. Jane era rimasta in ginocchio, impotente, sfinita. La disgustosa creatura ebbe finalmente l'opportunità di darle il colpo di grazia. Avvicinandosi quasi levitando, grazie alle sue gambe dalle lunghe radici, che riuscivano a trasportarla con la loro robustezza naturale, la mostruosità dalle fattezze semi umane raggiunse la ragazzina. Le percosse subite da Jane cominciavano a farsi sentire, le sue ossa gridavano dal dolore, e il suoi polmoni colpivano la sua gabbia toracica, chiedendo libertà, chiedendo aria: "Hai fatto male ad impicciarti. Perché morire tentando di annichilire una crudele realtà? L'uomo è la specie peggiore che esista al mondo, e la più regredita delle evoluzioni." affermò con tono caritatevole il Deep Green, avvicinando il suo viso a quello della sua preda "Io potevo farti sognare un mondo migliore, ma hai scelto di morire. Ti accontenterò immediatamente!" Mentre Wesley urlò disperato il nome della ragazzina a cui teneva quasi più della sua stessa vita, il Deep Green rispolverò il suo braccio acuminato come un cactus, e lo scagliò al volto di Jane: "Non...non è possibile." disse lentamente il mostro sconcertato, nel vedere la ragazzina che, sopportando il dolore, aveva fermato tutti gli aghi con la sua mano sinistra. La Risorsa di Jane aveva impedito agli aghi di conficcarsi nel profondo, ma il gesto della ragazzina rimase apparentemente sconsiderato. Prima di fare qualsiasi ripensamento, con una furia da Valchiria, scagliò un distruttivo montante sul mento del Deep Green, il quale si accorse a suo discapito di quanta forza la ragazzina avesse ancora in serbo. Senza nemmeno aver il tempo di respirare, Jane afferrò la veste della creatura per scagliarle un altro pugno sul viso, che finì per deformarsi orribilmente. Quella che si stava battendo con le unghie e con i denti non sembrava affatto una ragazzina. Aveva la stessa foga di una leonessa affezionata ai suoi cuccioli.
"Come sarebbe a dire trenta minuti?! Stiamo scherzando forse?!" cominciò a blaterare Leila, con una frangetta dei capelli che le copri minacciosamente il viso. "E' crollato tutto, non è facile trovare quella botola di cui tu parli." rispose rammaricato Chester, appena giunto sul posto "E' questo il tempo stimato dai miei uomini, per sgomberare tutte le macerie e per estirpare tutte le piante avvinghiate alla botola." "Ma laggiù c'è la mia bambina! Assieme ad altri due ragazzini di cui io sono responsabile! Dovete fare più in fretta...dobbiamo fare più in fretta!" strepitò la donna, iraconda. Leila corse verso il triste spettacolo davanti ai suoi occhi, c'erano soltanto tristi macerie, e pezzi di cocci infranti. La donna tentò di scaraventare il disastro alle sue spalle, scavando a mani nude, ma era tutto inutile. Senza degli attrezzi, raggiungere la botola scaraventata in un informe abisso sarebbe stato semplicemente impossibile. Leila perse il controllo, e cercò di spazzare via tutte le macerie utilizzando al massimo i suoi poteri. Ma Chester afferrò con forza il suo braccio. Consapevole delle condizioni della donna il Generale doveva spegnere la miccia bollente, o Leila avrebbe rischiato la vita compiendo degli sforzi deleteri: "Non posso permetterti che tu ti faccia del male. Lo sai." disse stringendo la presa, e guardandola negli occhi ribelli e cremisi. "Cosa devo fare, dimmelo! Chester!" gridò la donna, in preda al panico. Il Generale Massimo, con un abbraccio forte, caloroso ed immobilizzante, cercò di congelare le emozioni di Leila. Le sussurrò calde parole nelle orecchie, come una tempesta del deserto: "Credo in Jane. E' la tua piccola, ma dentro nasconde un lato davvero temerario. Ho avuto la possibilità di conoscerla meglio ultimamente. Dentro di lei esiste un lato temerario che mi ricorda...tuo marito." "Quello sprezzo del pericolo...si, me lo ricordo molto bene. Lei forse ha preso più dal padre, in quanto al caratterino niente male." commentò Leila piuttosto confusa. "Lei ha bisogno di te. Non si farà debellare, non ti potrebbe mai fare questo. Lo sa quanto hai sofferto, e la sua unica condanna a morte sarebbe farti piangere ancora." la rassicurò Chester, sorreggendola mentre Leila si calmò una volta pe tutte. Leila aveva scacciato la violenta tempesta interiore che forse per la prima volta le aveva fatto perdere il controllo. Ma il suo respiro era affannato, il suo volto rassegnato. Era come se avessero mandato la sua dolce bambolina, dalle guance tonde e dal sorriso apparentemente innocente, in una guerra persa in partenza, che l'avrebbe fatta a pezzi per sempre.
Il grido quasi impazzito del Deep Green trapanò i timpani di Wesley, che non riuscì a resistere alla paura: si era rannicchiato, non aveva il coraggio di guardare lo scontro, voleva solo diventare piccolo, invisibile. Si era creato un angolo tutto suo, mentre Jane stringeva i denti, evitando magistralmente ogni minaccia con le sue fulgide sparizioni. Il volto deformato dell'essere che sarebbe dovuto assomigliare a Fannie era decisamente repellente. In tutto quel soqquadro di volto, si intravedeva soltanto un occhio assassino, spalancato, mentre la bocca aveva tirato fuori i denti, pronta per il fiero pasto. Jane si materializzò proprio davanti al disgustoso nemico, che concentrò tutte le sue forze e le sue radici per schiacciare la ragazzina come un moscerino. Il possessore della Lama Vendicativa sorrise sotto i baffi, mentre le radici furono ad un centimetro di distanza. I violenti e mastodontici ceppi fecero un fragore rivoltante, mente collisero tra loro per eliminare la loro preda: "Mi hai mancata, di nuovo!" disse Jane esultante, in piedi al groviglio di ceppi che aveva tentato di assalirla senza scrupoli. Il Deep Green provò a muovere le radici per un ultima sommossa, ma si accorse presto che tutti gli spostamenti di Jane furono calcolati al millimetro: la creatura aveva fatto intrecciare tra loro tutti i ceppi, che si erano irrimediabilmente annodati tra loro, rendendola vulnerabile. Jane corse in equilibrio sui ceppi, che l'avrebbero portata dritta dalla sua antagonista. Nessuno in quel momento la poteva fermare. La Lama Vendicativa, ricomparsa nelle sue mani, era assieme a lei. Due onde viola, distruttive e inarrestabili. Jane sferrò un affondo feroce, e il Deep Green tentò di anticiparla, emanando nuovamente il gas lacrimogeno dalla sua deturpata bocca. In un battito di ciglia, dal petto del Deep Green fiorì la lama della Risorsa appartenente a Jane, che aveva aperto un apertura dimensionale alle spalle della creatura giusto qualche secondo prima. Il colpo mortale era stato abilmente sferrato dall'ambasciatrice del bene, una cinica, puntigliosa, straordinaria ragazzina.
Il Deep Green si lasciò cadere a terra, col la schiena trapassata dalla Lama Vendicativa. Era un ammasso informe di pura malvagità. Jane si allontanò con cautela e si sincerò delle condizioni di Wesley, quasi le sue ferite non fossero contate nulla, in confronto allo strappo emotivo che il povero ragazzone aveva subito: "Wesley, come stai?" disse la ragazzina come se niente fosse. "Tu...sei matta da legare!" la riprese il ragazzone biondo, prendendole con forza la mano sinistra, e cominciando lentamente a rimuovere uno per uno, gli aghetti conficcati nella sua pelle "Sciocca! Non dovevi metterti in gioco in questo modo! Se non ce l'avessi fatta io..." "Avevo un valore da proteggere Wesley." disse con convinzione Jane, senza abbassare mai lo sguardo "Dovevo difenderlo, a tutti i costi." "Posso farti una domanda?" rispose Wesley tranquillizzato dalla sicurezza della ragazzina "Dove trovi tutta questa forza di reagire? Come riesci a reggere il peso della vita con questa leggiadra? Io...ti invidio profondamente per questo. Ogni volta che l'ostacolo è troppo alto, non riesco a riprendermi dalla caduta, non riesco mai ad alzarmi da solo. Mi sento...debole." aggiunse scoraggiato, cercando di non incrociare gli occhi furenti di Jane. "E' difficile... forse sono semplicemente stanca. Stanca di essere la vittima, stanca di essere un peso. Si vive una volta sola, ed io non voglio restare dietro le quinte per sempre. Voglio creare il mio destino, ed essere felice grazie alle mie forze." rispose sinceramente la ragazzina, con un tono amichevole, quasi Wesley si fosse tramutato nel fratello "Anche tu puoi reagire Wesley, devi scavare dentro te stesso, e trovare quella forza che tutti possediamo, sono sicura che ce la puoi fare." aggiunse Jane prima di emettere un leggero lamento, causato dall'ultimo ago di cactus estratto dalla sua mano vibrante. La vera Jane era riuscita ad innescare qualcosa. Un ordigno che avrebbe fatto esplodere una sicurezza interiore, che Wesley aveva gettato nel pozzo della sua angustiata memoria. Forse accadde tutto per caso, o forse furono le ferite della ragazzina che riuscirono a colpire Wesley più di ogni altra cosa. Ma in quegli istanti, ripensando a tutta la sua vita in fulgidi attimi, Wesley smise di esistere. Lasciò il posto ad un ragazzo nuovo di zecca, che riuscì perfino a sorridere, dopo tanto tempo: "Non pensare a quello che ti ho detto, adesso dobbiamo tirare fuori Mike da quei ceppi spinosi." esclamò Wesley risoluto. "Questo è lo spirito giusto!" rispose Jane facendo un gesto vittorioso. "Spero che avrete il tempo per perdonare le mie debolezze, e spero anche di avere un tempo perpetuo per ringraziarvi una volta per tutte." pensò timidamente Wesley, riconoscente come non lo era mai stato.
Bastò qualche schiaffetto cordiale di Jane a far riprendere coscienza a Mike, che, intrappolato come un insetto sembrava si fosse svegliato da un pisolino pomeridiano: "Che diamine è successo?" esordì sbadigliando, rendendosi conto solo in seguito di non potersi muovere liberamente "Ehi! Voi due! Esigo che mi tiriate fuori all'istante! Spero davvero che sia tutto uno scherzo!" Jane e Wesley si guardarono divertiti, e poi cominciarono a liberare il malcapitato. Liberare Mike dalla ragnatela fu questione di minuti silenziosi, o quasi. Jane si era accorta che la rosa nera in mezzo alla stanza non aveva smesso di scuotersi, quasi si fosse messa a danzare per onorare la sconfitta del Deep Green. Anche Mike aveva tentato di distogliere lo sguardo dal fiore oscuro, ma non aveva potuto trascurare quei rovi sinistri, che segretamente avevano inghiottito la carcassa del Deep Green in un solo boccone. Un terribile presentimento aveva invaso le loro menti, pregarono con tutte le loro forze che fosse solo un illusione. Quando Mike fu liberato, tutto il gruppetto si diresse verso l'enorme ingresso che li avrebbe ricondotti al labirinto d'acciaio. Ma era impossibile ignorare quel rumore, quella voglia di uccidere, che non aveva fatto altro che agglomerarsi, proprio dove si trovava la rosa nerastra. Il fiore si era nuovamente richiuso, e dentro di esso, qualcosa stava crescendo: quei petali oscuri avrebbero generato la morte. Mike e Jane avevano avvertito tutto questo, e non poterono tergiversare ulteriormente. Una nuova ed orripilante creatura sarebbe venuta alla luce da un momento all'altro, portando con se soltanto la desolazione, il vuoto. Sfortunatamente, anche Wesley si accorse che qualcosa non andava, e che per l'allegra combriccola, l'odissea non era ancora giunta al suo epilogo: "Ma...il fiore...sembra voglia racchiudere qualcosa al suo interno!" esclamò Wesley con voce pimpante e terrorizzata allo stesso tempo. "Accidenti Jane, avresti dovuto disintegrare quel mostro, non credo che ti sia molto riconoscente per averlo trafitto senza troppi complimenti..." scherzò Mike sdrammatizzando. "Non avrei potuto distruggere la rosa senza prima liberarti. I suoi rovi erano proprio gli stessi che prima ti imprigionavano, se l'avessi colpita avrei rischiato di farla adirare, e tu saresti stato il primo agnello sacrificale." ribatté Jane spocchiosa. "Uh, sono lusingato." esclamò Mike sghignazzando "Mi hai svegliato solo per farmi andare in prima linea contro quella belva sanguinaria? A questo punto potevi chiedermi di buttarmi da un grattacielo..." "Piantala con questi capricci da bambino! Lo affronteremo assieme." tuonò Jane con fare autoritario, poi si rivolse al ragazzone biondo "Wesley, questo è il momento perfetto per scappare." "No! Non posso scaricare tutto il peso sulle vostre spalle per l'ennesima volta!" ribatté il ragazzo dalla pelle scura, in conflitto con se stesso. "Ma non puoi fare nulla per aiutarci, anche se mi addolora dirtelo, al momento saresti solo un intralcio. Tuttavia tu se l'unico che può andare a chiamare aiuto." disse Jane con un tono stranamente gentile e cordiale. "Ce la caveremo, secchione!" esclamò Mike, appagato per aver trovato un soprannome anche per Wesley "Forza, fuori dai piedi!" tentò di esortarlo il bulletto, col suo solito tatto. Wesley annuì, sconsolato. Doveva adempire al compito che i suoi due nuovi amici gli avevano assegnato, ma per abbandonarli gli servì uno sforzo sovraumano: avrebbero potuto essere gli ultimi momenti passati con loro, e lasciarli da soli nel campo di battaglia, gli inflisse una forte nostalgia. Il ragazzone biondo, con una nuova sicurezza, riuscì ad ammaestrare il suo animo, addomesticando le sue selvagge e conflittuali emozioni, e cominciò a ritornare sui suoi passi: "E un problema è sistemato...ora però, passiamo dalla padella..." disse Mike rincuorato. "Alla brace? No. Questo è molto peggio." rispose Jane finendo la frase con un pizzico di ironia, osservando con gli occhi vigili la rosa nera, che lentamente, stava per sbocciare ancora una volta.
Era come assistere alla nascita del sole all'orizzonte. Ogni petalo cominciò a rivendicare libertà, aprendosi energicamente, e degli spirargli di luce verdastra squarciarono l'interno del fiore. Cosa avrebbe rivelato quel simbolo di malignità? Cosa si nascondeva nel cuore dell'oscurità? Jane e Mike rimasero increduli, quando videro sbocciare una bambina di straordinaria e mostruosa bellezza. Senza dubbio la morte aveva indossato una maschera davvero sgargiante: la somiglianza con l'essere umano era stata accentuata al massimo, tanto che sarebbe potuta tranquillamente passare per una bizzarra fanciulla vestita da madre natura. Il viso era stato riprodotto fedelmente, ma gli occhi gialli e la pelle verde chiaro, vanto di tutti i Green Blood, erano rimasti immutati. Lo sguardo da bimba avrebbe potuto ingannare chiunque, mentre le guance, tinte con una sferzata di nero dalle palpebre in giù, parevano delle rotonde pesche profumate. Il corpicino della creatura era coperto di un giallo ocra, che celava le sue reali fattezze. Infine, una corona di rose nera, poggiava sulla testa calva della mortale fanciulla: "Com'è possibile...com'è possibile che quel mostro si sia trasformato in una bambina?!" disse Jane incredula. "Quella non è una bambina qualunque." rispose Mike chiarendo le sue idee annebbiate "Questo Deep Green e Fannie sono davvero due gocce d'acqua, te lo assicuro." "E' terribile." sussurrò Jane, quasi le sue forze si fossero prosciugate di colpo "Non credevo che la Green Soul fosse capace di questo. Io...non riesco nemmeno ad immaginare quanta follia ci sia dietro questa bellissima bimbetta." "Ti capisco Jane." la appoggiò Mike, toccandole la spalla con tenerezza "Anche io, quando guardo quel volto puro e semplice, non vedo bellezza, ma solo crudeltà. E' il rancore che la Green Soul prova per noi ad aver creato quella bambina, non la grandiosità della natura. E questo fa soffrire anche me, credimi." Jane sfoggiò un sorriso così dolce e timido, che nemmeno un bacio appassionato avrebbe potuto suscitare la stessa reazione che provò il poetico bulletto. Quella bambina aveva davvero sconvolto la ragazzina dalla faccia tosta, ma sapere che la sua sofferenza non era solitaria, fu un regalo di ineccepibile importanza per lei: "Mike, voglio essere felice. Sconfiggiamo questa creatura insieme." disse Jane riacquistando grinta. "Non chiedo di meglio!" rispose allegro il bulletto. Mentre la rosa nera stava per appassire, in seguito alla sua ultima rinascita, rilasciando un odore quasi mefitico, Jane e il bulletto si prepararono al combattimento decisivo.
Mike non aveva mai mostrato a nessuno la sua Risorsa, l'aveva sempre celata nell'ombra, come la sua passione per la poesia. Ma il bulletto, sentendosi inspirato in qualche modo da Jane, che diventò una perfetta musa, decise di manifestare le sue reali capacità: "Jane, hai mai sentito parlare di Risorse Simbiotiche?" le chiese Mike prima di prepararsi al surreale scontro. "Forse...ma potrei anche ricordarmi una stupidaggine, quindi sputa il rospo!" rispose Jane con tono inquisitorio. "Devi sapere, mia cara saputella, che al mondo esiste una variante di Risorsa, leggermente diversa dalla tua Lama Vendicativa. In particolare, le Risorsa Simbiotiche sono quelle che entrano a far parte dell'organismo del possessore a tutti gli effetti." spiegò Mike saccente. "Mi stai dicendo che la tua Risorsa...è dentro di te?!" esclamò Jane disgustata. "Esattamente! Due anni fa, un famoso lottatore di box mi fece l'autografo, e mi regalò una gomma da masticare come gesto simbolico. Invece di tenerla come ricordo, la misi in bocca e la ingoiai per sbaglio. Dopo qualche giorno mi accorsi di poter sfondare un muro di mattoni con le mie sole forze, non è fantastico?" esclamò Mike gioviale. "Avresti potuto strozzarti, razza di zuccone!" lo sgridò Jane "Ma alla fine, la tua ingenuità è stata premiata... sono davvero commossa. Ora quello che dobbiamo fare è sbarazzarci di questa mocciosa." aggiunse Jane completamente apatica. "Ricevuto, mia signora!" esclamò scherzosamente Mike, osservando la bambina avvicinarsi come una piccola fatina. "Dov'è Wesley? Io voglio giocare con il mio fratellino!" esordì la creatura con una tenue vocina, cosa che fece imbestialire il bulletto. "Ti farò chiudere quella boccaccia, maledetto mostro!" gridò il bulletto gettandosi contro quella che pareva una fanciulla indifesa. Mike fece trasformare il suo braccio destro in roccia lavica nera, e non esitò a colpire al ventre quella bambina che si prendeva gioco della morte. L'esito del colpo però, fu sconcertante: la bambina non venne mossa dalla sua stoica posizione, nemmeno di un millimetro. La mano rocciosa di Mike si infranse come un onda contro un gigante scogliera. Jane osservò allibita come il colpo di Mike era stato vanificato: il Deep Green era ricoperto da un materiale poroso, che al contatto si solidificava, diventando un elemento solido molto simile ad un vetro antiproiettile. Sembrava uno scudo impenetrabile: "Avevo detto di voler giocare col mio fratellino!" strepitò il Deep Green rinato, poco prima di scaraventare Mike dall'altra parte della stanza, solo con la forza del palmo della sua mano. Il bulletto impattò contro le coriacee mura d'acciaio e cadde a terra di peso. Avevano fatto un terribile errore di valutazione, era stati condannati ad uno scambio mortale. Ora non erano più i cacciatori.
Esseri inutili. Non hanno ancora capito che la mia creatura non li farà uscire vivi da quella stanza? Non è un esemplare comune, no. La mia magia scorre nelle sue vene, è stata una vera e propria opera d'arte. Ho seguito passo passo la sua crescita, come una balia, dalla piccola cellula ad un raggiante fiore, in grado di falciare la vita ad un mio misero cenno. E' la mia miglior creazione. Gli umani hanno sprecato la loro evoluzione. Sono regrediti. Indifesi. Deboli. Come può esserci posto per una razza così indegna? Sfruttano la vita come se fosse inutile spazzatura, mentre chi ha veramente vissuto, vede la clessidra dell'esistenza esaurirsi fino all'ultimo granello di sabbia. Sono solo degli insetti! Scacceremo per sempre questi inutili parassiti, fino a che sarà tutto come prima. La morte regnerà nuovamente sull'intero globo. Sarà il mio impero, eterno.
Wesley si fermò di colpo. Aveva la pelle d'oca, e il suo corpo fremeva come una foglia trasportata dal vento. Quasi dannò il suo maledetto sesto senso, che non la smetteva di torturarlo. Una vocina che non la smetteva di strillare: "Cosa devo fare?" sussurrò il ragazzone biondo in preda all'indecisione "Se la loro vita dipendesse da me...scappare sarebbe come mandarli al patibolo." Wesley non sapeva cosa fare. I nervi erano tesissimi, e il sudore gli colava giù dalle tempie, gelido. Il ragazzone biondo trovò la forza per sorridere, quando riuscì ad afferrare con forza la sua sofferta decisione.
Jane e Mike erano a terra, esausti. Erano bastati pochi colpetti innocenti per ridurli allo stremo delle forze. Le loro Risorse avrebbero potuto cedere da un momento all'altro: "Stupida mocciosa..." disse Jane stremata, vedendo anche Mike rialzarsi a fatica "Non è ancora finita!" Entrambi i ragazzini effettuarono un ultimo assalto, e con le loro gambe affaticate, scattarono verso il Deep Green, calmo e composto. Durante la corsa, i due ragazzini si misero in fila, con Mike al comando, e Jane in coda. All'improvviso la ragazzina, con un balzo selvaggio, superò il bulletto al fine di attaccare dall'alto per prima, cercando di sorprendere l'acerrimo nemico. La bambina guardò Jane avvicinarsi come se si fosse materializzata l'attrazione più spettacolare mai creata. In seguito, con una mutazione dalla rapidità impressionante, il suo braccio si tramutò in lunghe ed affilate canne di bambù. Jane fu costretta a farsi risucchiare da un apertura dimensionale, mentre Mike sferrò nuovamente un potente gancio al Deep Green diretto al volto, senza alcun risultato. Il bulletto venne scaraventato a terra con un poderoso schiaffo, mente la ragazzina, che ricomparì alle spalle della malefica fanciulla, venne sorpresa da rovi spinosi che fuoriuscirono dalla schiena del Deep Green. Erano in due contro un nemico solo, eppure sembrava una battaglia impari. Due contro cento. Le orribili deformazioni subite dal Deep Green si arrestarono, e il mostro tornò a recitare il ruolo della piccola bambina indifesa. Sembrava tutto un gioco, e la posta in palio era la cosa più preziosa al mondo. Nonostante ciò la creatura sembrava non curarsene molto: "Questo gioco...è no-io-so!" esclamò la fanciulla mostruosa "Mi sono stufata, voglio giocare con qualcun altro!" Detto questo la ragazzina aprì le braccia e rivolse lo sguardo al cielo. La stanza cominciò a tremare, e Jane, ancora lucida nonostante le cose si stavano mettendo male, osservò dei piccoli ceppi spinosi emergere dal corpo del Deep Green, come orrendi vermi impazziti: "Non vorrà mica..." pensò Jane, prima di tentare una disperata resistenza. Fu tutto vano. Dalla creatura, centinaia di rovi si liberarono in una bolgia spinosa, invadendo tutta la stanza, e travolgendo i due poveri ragazzini.
"Io voglio giocare con qualcuno di più forte!" disse il Deep Green piagnucolando, mentre fissava Jane e Mike da pochi a quattrocchi "Se non mi dite dove posso trovare qualcuno di più forte, io mi arrabbio!" I due ragazzini, stretti da rovi pieni di spine, sembravano aver rinunciato persino alle parole. Jane tuttavia non perse l'occasione di parlare a vanvera: "Marcirai qui con noi, principessa dei miei stivali!" esclamò Jane, prima di gridare dal dolore. I ceppi la stringevano sempre più, mentre la fanciulla mortale continuava a guardarla negli occhi. "Sei cattiva. Io ti odio!" rispose per le righe la ragazzina, prima di cambiare totalmente tono di voce "Ora ti uccido. Così imparerai a trattarmi male." L'esecuzione era pronta, ma nel silenzio, la Lama Vendicativa si infranse sul coriaceo collo della bambina. Jane e Mike spalancarono gli occhi, vedendo l'estremo atto altruistico che Wesley fece davanti a loro: "Fannie non era così, sarai uguale a lei d'aspetto, ma mia sorella non era un assassina. Lei si è sacrificata per salvarmi la vita, e se sarà necessario, io farò lo stesso per i miei amici!" esclamò col fiatone, stringendo la Risorsa di Jane con le mani ancora tremanti. La bambina, col collo solamente graffiato, girando in modo atroce la testa a centottanta gradi, si rivolse al fratellino come un corpo senza vita: "Fratellino, il mio semino! Perché l'hai perso?" chiese il Deep Green teneramente. "Mi sono accorto del tuo seme impiantatomi dietro l'orecchio poco fa, quando sono incappato nelle ragnatele. Per togliermele dai capelli, ho tastato proprio le mie orecchie. Ora non sono più il tuo burattino!" gridò Wesley prima di sferrare un altro fendente, che non impensierì troppo la bambina letale. Il Deep Green aprì la bocca in modo smisurato e raccapricciante, e una feroce lingua biforcuta tentò di catturare Wesley. Ma la Risorsa di Jane fu provvidenziale, e lo fece scomparire prima dell'impatto, inoltre, riuscì a liberare gli altri due ragazzini dai rovi spinosi. Il gruppo aveva un altra chance. Ma il Deep Green aveva perso la pazienza: "Vi ucciderò lentamente, patetici umani!" gridò la bambina, che dopo aver rimesso la testa al suo posto, decise di evocare un altro esercito di rovi assassini. "O la va o la spacca!" esclamò Jane, mentre attirò a se entrambi i compagni, tentando di proteggerli col suo corpo. "Jane! Cosa diamine stai facendo?!" disse Mike attonito. "Non posso dirtelo, incrocia le dita!" rispose la ragazzina, prima di cacciare un urlo vedendo i ceppi spinosi arrivarle addosso.
Non si udì più nulla. Nemmeno un respiro. Mike e Wesley presero Jane in braccio, temendo che oramai fosse stata trafitta dai rovi, ma quando la ragazzina si riprese dallo spavento, sorrise beffarda: "Non occupatevi di me, piuttosto, osservate cos'è successo..." Con un tempismo pressoché perfetto, Jane aveva evocato decine di aperture dimensionali attorno alla combriccola, che aveva protetto i tre egregiamente. Inoltre, aveva aperto altrettanti buchi neri attorno al Deep Green, ed aveva fatto fuoriuscire i suoi stessi rovi proprio da quelle aperture dimensionali. La creatura venne sfregiata dagli stessi rovi che aveva tentato di utilizzare come armi sterminanti: "Jane, sei grande! Si è beccata tutti i rovi addosso, ben le sta!" esclamò il bulletto esultante. "Non si è ancora deciso ad arrendersi, ma abbiamo conquistato un importane vantaggio, è questo il nostro momento!" lo appoggiò Jane, prima di guardare Wesley in segno di ringraziamento "Servirà anche il tuo aiuto, ma stai attento, capito?" Il giovane Wesley annuì, si sentì finalmente parte di una famiglia di amici. Morire oramai non aveva quasi importanza per lui. Se fosse capitato, se ne sarebbe andato come il ragazzino più felice di sempre. Il Deep Green, sfregiato e ferito in più punti, riuscì a ripristinare il materiale vischioso che lo proteggeva, e senza proferire una parola, claudicante, cominciò ad avvinarsi pericolosamente con passo flemmatico. "Ora ti faccio vedere io, state indietro!" sbraitò Jane, prima di aprire una piccola apertura dimensionale davanti a se, che presto divento il suo mirino. Tre meteoriti scintillanti vennero sferrati dall'universo di Jane. Due di essi vennero elusi dal mostro, che piegando la schiena all'indietro in maniera completamente innaturale, vide la loro scia davanti ai suoi occhi gialli. Il terzo asteroide riuscì a centrare la spalla del Deep Green, che investita da una folgorante fiammata, si riprese subito, spense il piccolo incendio con qualche tocco deciso. Era irrefrenabile. Jane non sapeva più che pesci pigliare, mentre Wesley toccò timorosamente la spalla di Mike, che si girò di scatto: "Cosa c'è?!" esordì minaccioso. "Io...credo di essermi ricordato qualcosa di determinante. Ma non ne sono sicuro. Se mi dovessi sbagliare sarebbe la fine." rispose Wesley sulla difensiva. "Sentiamo un po'!" disse Jane girata di spalle, mentre tentava di tenere a bada il Deep Green con gli asteroidi.
"Questo è quello che mi ricordo, e mi riconosco molto in questo ragionamento. Spero davvero che sia mio, e non solo qualcosa partorito dalla mia mente." concluse Wesley dopo una rapida spiegazione. "Non ci sono altri treni da prendere, questo è l'ultimo!" esclamò Jane, con la fanciulla mortale sempre più vicina "Ce la faremo, vedrete!" I tre ragazzini si divisero senza preavviso, sparpagliandosi nello spazio vuoto della stanza, tentando di occuparne il più possibile. Mike cercò di attirare l'attenzione del mostro: "Ehi! Piantina da quattro soldi! Perché non vieni a fare a pugni con qualcuno della tua taglia?" esclamò quasi allietato, mentre il Deep Green fece un sorriso rivoltante. Il bulletto, vedendo il pericolo incombente procedere a vele spiegate verso di lui, decise di sfoderare un diversivo davvero inusuale: avvicinò la mano destra, tramutata in roccia lavica davanti alla bocca, come se avesse voluto gonfiare un palloncino. Invece, una grande bolla nerastra cominciò a gonfiarsi sempre più, dalle fattezze simili a quelle di un enorme gomma da masticare. Quando la cupa bolla superò le dimensioni di una persona adulta, il bulletto la spinse contro il Deep Green, che rimase intrappolato attorno alla pasta appiccicosa. Non si sarebbe mai aspettato che quella ammasso di gomma avesse posseduto le stesse capacità del cemento armato: la bolla divento una vera e propria sfera rocciosa che intrappolò inevitabilmente la fanciulla vegetale. Sarebbe passato qualche munito, prima che il Deep Green avesse trovato la forza per liberarsi dalle sbarre che lo avvolgevano contro la sua volontà: "Sei sicuro che il suo punto debole sia il fuoco?" chiese per l'ennesima volta Jane, sempre più scettica. "In quei momenti ero ancora in me, e mi ricordo una cosa: nel caso l'esperimento fosse andato male, avrei dovuto trovare un modo semplice e veloce per sbarazzarmi della pianta. Per questo ho fatto in modo che la sua superfice fosse altamente infiammabile...almeno credo." disse Wesley, rimuginando sul passato, distratto dal presente. "Allora forza, quel mostro è intrappolato! Usa quel cavolo di accendino!" urlò Jane sentenziosa. Wesley avanzò verso la trappola di roccia, dalla quale un arto sbucava fuori immobile, esanime. Sembrava tutto troppo facile, e infatti, quando il ragazzone biondo fece un passo di troppo, l'arto lo ricacciò indietro trasformato in bambù appuntiti. Il malcapitato si ritrovò il fianco graffiato e bruciante, e l'accendino lontano dalla sua portata. Il Deep Green distrusse parte della roccia con la testa, che fece capolino dalla trappola color carbone: "Fratellino...ti ho fatto male?" sorrise la creatura con volto derisorio. Jane diventò una furia, e con uno sguardo invincibile, aprì un apertura dimensionale accanto alla creatura, facendo risucchiare l'arto che aveva ferito il ragazzone biondo. Poi, con la sua solita avventatezza, si lanciò nel suo Universo. Volteggiando con leggerezza, circondata dallo spazio viola, raggiunse in un attimo il suo trofeo: le canne di bambù si agitavano frenetiche, cercando una via d'uscita che mai avrebbero trovato. Con uno sforzo estremo, la ragazzina si avvinghiò al bambù con tutte le forse, impedendo che queste avessero potuto sfuggire dall'apertura dimensionale. Solo in quel momento la creatura era davvero paralizzata, senza nessuna capacità d'agire. Toccando la sua ferita, Wesley raccolse l'accendino e camminando con una bizzarra freddezza, raggiunse la testa della creatura. Nonostante il tempo non fosse dalla sua parte, il ragazzone biondo volle proferire le ultime parole: "Questo accendino...fu un regalo di mia sorella. Rappresenta per me tutta la sua energia, tutta la sua voglia di vivere, e ora, anche tu la proverai, tra le fiamme dell'inferno!" esclamò Wesley prima di premere il solito pulsante. Lo premette una volta, poi una seconda, poi una terza...all'infinito. Quel marchingegno non aveva alcuna intenzione di accendersi. Wesley spalancò la sua bocca, sbalordito.
La creatura rise a crepapelle, non aspettando altro che la roccia cedesse sotto la sua forza. Nell'imbarazzo di Wesley e nell'espressione smarrita di Jane, che riusciva ad udire ogni cosa, sembrava davvero che il destino li avesse giocati tutti. Almeno fino a quando, con il suo accendino rosso fuoco, Mike non fece prendere fuoco alla malefica creatura: "Non preoccuparti Wesley." disse Mike illuminato dal raccapricciante falò che aveva appiccato "La fiamma che rappresentava tua sorella non è come quell'accendino sgangherato. La sua fiamma resterà sempre in te, e non si spegnerà mai." "Mike...gr-grazie!" disse il ragazzone biondo scoppiando in lacrime, trovando il conforto del bulletto. La malefica fanciulla venne investita dalle fiamme come un potente combustibile, e strepitando il nome del ragazzone biondo un ultima volta, si sciolse come cera al sole e si dissolse in nebbia verdognola. Pochi secondi dopo Chester accorse nella stanza, e guardò incredulo l'agghiacciante scena. Cercò lo sguardo di Jane, tornata sulla terraferma, ed annuì in segno di approvazione: "Piccoli eroi crescono..." pensò soddisfatto.
I brontolii quasi osceni di Leila risuonarono nella notte, mentre riuscì a riabbracciare finalmente la figlia, che si era sperduta nel paese delle meraviglie. I tre ragazzini, dopo qualche accertamento, venne subito spediti al pronto soccorso, per medicare tutte le escoriazioni subite. Arrivo il lunedì. Matt, Mike e Wesley sembravano tornati da una rissa di strada, tanto li avevano incerottati. Il resto della classe, al loro ingresso, non aspettò un attimo prima di denigrargli, ma Matt cercò subito di confortare Wesley: "Non farci caso. E' sempre stato così, per quanto mi riguarda." sorrise il ragazzino, scrollando un po' il volto spossato del ragazzone biondo "Quando si è speciali, come nel tuo caso, le altre persone diventano gelose, è solo questo il motivo per cui si finisce isolati." Mentre Wesley contraccambiò il sorriso di Matt, quest'ultimo gli suggerì di restare a guardare la scena: Mike avrebbe terrorizzato tutti gli alunni, pur di farli tacere una volta per tutte. Parve un toro inferocito in mezzo ad una folla disperata, fu una scena memorabile. Al termine delle lezioni, la solita voce interiore di Wesley ricominciò a battere le pareti del suo cranio intelligente. Ma questa volta, il ragazzone biondo rimase sereno, aveva capito che un azione che proviene dal cuore era sempre un azione legittima, in ogni situazione: "Fermi tutti!" gridò Wesley poggiando i piedi sopra il suo banco, senza temere nemmeno lo sguardo glaciale di Loretta "Io...vorrei dire una cosa. La perdita di memoria di tanti studenti è stata causata da una spora, ma anche io mi ritengo pienamente responsabile. Vi chiedo umilmente scusa, e spero che diventeremo amici." disse il ragazzone biondo concludendo il suo numero. Dopo uno sgradevole silenzio, Wesley venne investito da una pioggia di palline di carta. Il ragazzone rimase esterrefatto, immobile, fino a che Loretta non fece cessare il bombardamento con uno dei suoi ruggiti. La professoressa poi si diresse verso Wesley, e i malevoli compagni di classe, che speravano l'avesse sgridato a morte, furono contraddetti: Loretta aiutò Wesley a scendere dal banco, poi gli strinse la mano in modo professionale: "Come vicepreside di questa scuola, accetto le tue scuse, Wesley." "Mike, hai visto? Ha conquistato la professoressa!" esclamò Matt meravigliato. "Soltanto perché è un secchione..." sbuffò il bulletto rallegrato.
"Wesley, è ora di alzarsi." gli bisbigliò la madre, dagli stessi lunghi capelli biondi "E' ora." "Va bene mamma." rispose il geniaccio. Un vento caldo muoveva le foglie, e un sole che spaccava le pietre accompagnarono Wesley, che passeggiando sopra dell'erbetta soffice, raggiunse la sua agognata meta. Era tutti li che lo aspettavano, vestiti di nero. Dalla O.A.G a Chester. Accanto alla lapide di marmo appartenente a Fannie, che rifletteva la luce come uno specchio. Wesley aveva dei ricordi offuscati del funerale della sorella, dato che i Green Blood l'avevano già trasformato. Era un gesto d'amore, da parte di tutti i suoi amici, accompagnare il ragazzone dalla sorella per un ultimo saluto. Mentre Wesley guardò l'epitaffio di Fannie, Leila gli porse la pallina antistress appartenente alla sorella. La Risorsa, splendendo di bianco, non vedeva l'ora di abbracciare il suo nuovo possessore: "Questa è tua Wesley, sono sicura che la userai nel migliore dei modi." disse Leila con tono confidenziale. "Certamente. E il modo migliore per ricordare mia sorella, sarà entrare a far parte della vostra O.A.G. Jane me ne ha parlato tanto, vorrei redimermi per ogni guaio che vi ho fatto passare. Permettetemi di unirvi a voi." rispose Wesley pregante. Leila non se la sentì di rifiutare, e con l'accordo dei genitori di Wesley, il ragazzone biondo diventò un membro effettivo dell'organizzazione: "A proposito di Jane, c'è una cosa che mi turba. Lo dico per esperienza...a me sembra quasi che voglia nascondere al fratello il suo affetto, ma per quale motivo?" chiese Wesley pacifico. "Jane vuole tanto bene al fratello, credimi...è solo troppo orgogliosa per dimostrarlo, stai tranquillo!" rispose Leila lusingata dalla sua domanda.
Wesley rimase da solo davanti alla lapide. Appoggiò l'accendino sull'erba, con una delicatezza impressionante. La sua mano non tremava più ormai, come nemmeno la sua voce: "A presto sorellona. Continuerò quello che tu hai iniziato. Non ti dimenticherò mai." Non c'era più niente da dire. Il ragazzone si allontanò dalla sorella, l'epitaffio sembrò splendere ancor di più.
Qui giace Fannie Peyron Adorata figlia, sorella amata.
Il giorno dopo, un aria nuova invadeva tutta Casa Wolfram. "Ho deciso! Si, sono veramente sicuro!" esclamò Matt di fronte a Leila e a Chester, seduto al tavolo di casa sua. "Forza, dimmi il nome della O.A.G, dovrà essere registrata come tale, e il suo nome sarà irrevocabile." rispose Chester molto serio. "Si chiamerà...la Vecchia Alleanza." disse Matt leggermente impacciato "Non chiedetemi il perché." "E il segno distintivo?" chiese Leila "Ogni O.A.G deve avere una caratteristica che la faccia riconoscere al pubblico, pur non rivelando l'identità dei singoli." "Vorrei...che ci vestissimo di rosso. Era il colore preferito di papà." rispose fiero il ragazzino. "Sarà fatto allora. Dovremo avere la massima cautela, la Green Soul ha compiuto qualcosa di impensabile, e potrebbe anche riprovarci." concluse il Generale. Un altra voce, a poca distanza, stava ascoltando la conversazione da tempo. Appollaiato sul tetto, con un auricolare all'orecchio, stava riportando ogni minima informazione ad un altra persona: "La O.A.G si chiamerà Vecchia Alleanza, e si vestiranno di rosso. Credo che al momento sia tutto. Passo." disse una figura incappucciata, e bardata con uno sciarpone rosso e giallo. "Ironico..." rispose una seconda voce dall'altra parte dell'apparecchio "Ottimo lavoro Enigma, ora puoi tornare alla base." "Ricevuto. Sarà un gioco da ragazzi."
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