| LA FORGIA DEGLI DEI
"Flint...ti vedo...cresciuto..." Destino si trovava di fronte a suo figlio. Non si vedevano da molto tempo, Destino tremava di fronte allo sguardo atterrito di suo figlio. "Dopo cinque anni che non mi vedi...l'unica cosa che dici è che sono cresciuto? Sei incredibile papà..." "Coraggio raggiungiamo gli altri...sai che non sono mai stato bravo come padre. Ma mi rifarò in futuro, ne sono certo. Vedo che hai la mia spada..."disse indicando l'arma alla cintura di Flint "Sapevo che eri stato tu a farla. Si vede il tuo tocco...insomma parla!" "Eheheh sapevo che ti sarebbe piaciuta, è il tuo spirito che la possiede riuscirà ad aiutarti e a rimanere protetto dentro quella spada." "Destino!" "Dimmi Malax" "La Forgia...come vi si accede?" "Non sarà facile...per nulla anzi...la Forgia è il più complicato complesso labirintico di Valexenia. Penso di ricordarmi la strada ma cerchiamo di non perderci va bene? State dietro di me. Entriamo coraggio. Per accedere si passa di qua, non si tratta di una vera e propria entrata è più una caverna". La caverna in cui entrarono era lunga e stretta si vedeva ben poco in quel cunicolo, Destino prese una torcia e la accese, la tenue luce arancione illuminò le pareti scure della grotta. "Seguitemi" fece Destino, l'eco della caverna proiettò per parecchio tempo la sua voce "non incontreremo nulla di strano qui dentro ma se non c'è una persona esperta che sa dove portarvi perdersi è facilissimo." Le vie sembravano tutte uguali, Destino non vacillava sceglieva sempre con attenzione la giusta via. "Eccoci qui...benvenuti alla Forgia degli Dei" la sala in cui si trovavano era immensa, i loro piedi poggiavano su un pavimento di cristallo. Sotto si vedeva il fiume di lava che scorreva docile nel suo letto infuocato. Al centro c'era una cavità circolare, la lava rossa riempiva quel buco, di fianco c'era una vasca altrettanto grande con della acqua fredda. "Con cosa le faremo le armi?" chiese Ginevra "Con l'ambra" rispose Destino "Ambra?! Ma è impossibile forgiare qualcosa con l'ambra!" Daniel sembrava sbigottito dalle parole del re degli elfi "Ragioni come un umano Daniel dovresti smetterla...Flint, Wolfing venite con me gli altri rimangano qui." "Fox è possibile forgiare armi con l'ambra?" Daniel si rivolse al suo spirito, non aveva più parlato con Fox da quando aveva lasciato la grotta di Ulchioma. "Stai a vedere. L'ambra viene rafforzata con la magia. Vedi quell'enorme trogolo? Tra poco sarà riempito di carbonella e di lava. L'ambra fonde a circa 380°." Destino e Flint riempirono di carbonella il trogolo, il giovane pricnipe elfico prese l'ambra sostenendola con due mani la porto dentro la vasca. "Wolfing apri la diga per fare entrare la lava preparati a chiuderla al momento giusto" "Ora guarda attentamente Daniel, l'ambra si fonderà in poco tempo tuttavia la lava che sarà presente nel trogolo renderà la lama molto più resistente e potente." "La lama quindi sarà ambra e..." "Lava" concluse Fox al posto di Daniel "Perfetto Wolfing chiudi! Flint prendi i due pezzi di ambra attento alla lava dentro di essi" quando l'elfo prese con delle pinze l'ambra Daniel si lasciò sfuggire un esclamazione di stupore. L'ambra era stata in precedenza forata, adesso il buco si era chiuso ma dentro il pezzo malleabile c'era il rosso della lava. "Incredibile!" esclamò Ginevra "è una cosa fantastica!" Destino iniziò a battere la calda ambra imitato dal figlio. Battuta dal pesante martello l'ambra iniziò a prendere la forma di una sottile spada, dorata con dentro un fiume di rossa lava. Destino infilò l'incandescente lama nell'acqua fredda accanto a se. Una nuvola di fumò si levò verso l'alto. Entrambi ripeterono quest'azione per diverse volte. "Wolfing portami quei blocchi di ghiaccio magico vicino a te" il lupo portò vicino a Destino due enormi blocchi di ghiaccio, vi erano delle cavità per le spade. "Adesso..."disse Destino "vedrete come si forgia una spada nella Forgia degli Dei" mise la spada nella feritoia e con l'aiuto di Wolfing fece scivolare della calda lava dentro l'apertura insieme alla spada. "Ghiaccio e fuoco si annullano a vicenda ma intanto la spada rimarrà per sempre con la lava che le scorre dentro, quello è ghiaccio magico". Le spade erano complete. Per Daniel era stato forgiato uno spadone a due mani, era leggero, si poteva maneggiare facilmente anche con una mano. La lama era d'orata ma dentro scorreva un fiume di lava, emanava un leggero bagliore. L'elsa era nera, semplice, nulla di speciale. Destino sosteneva che era inutile fare un elsa per bene dato che non era quello l'importante in una guerra. La spada di luna era più corta, a una sola mano. Sempre dorata ma la lava all'interno era azzurra, l'elsa come quella precedente era semplicissima ma maneggevole. "E adesso facciamo qualcosa per la nostra cara Ginevra. Flint dammi ancora una volta il tuo aiuto...fare un bastone magico è decisamente più complicato che forgiare una spada. Malax sento dei rumori provenire da fuori cosa diamine succede?" Malax scomparve e poco dopo tronò con una brutta notizia. "Maestà...fuori c'è un drappello di Orchi che si dirige verso codesta dimora. Sono numerosi che cosa facciamo?" "Allora tentate di trattenerli dovete tenerli fuori dalla Forgia il più a lungo possibile. Non è facile creare uno scettro, prima bisogna formare il bastone poi preparare la pietra ad ospitare il potere della natura ed infine unirlo al bastone. Molto lungo e molto complicato da fare. Malax devi darmi più tempo possibile...pensi di farcela?" "Certamente maestà, le lascio i prescelti gli altri mi seguano"
Dopo parecchi minuti le due situazioni erano disastrose. Nella Forgia degli Dei Destino tentava di costruire la verga per Ginevra. Una verga è il più potente bastone magico che si possa creare. Il metodo di costruzione di una verga è difficile, il bastone da creare deve contenere pagliuzze di oro e argento, bisogna , come per una spada sciogliere il bastone con la magia e modellarlo insieme all'oro e all'argento fuso. La pietra deve essere infine fissata sulla punta del bastone. Fuori, nella valle, la situazione era catastrofica. Gli Orchi sono decisamente forti in gruppo. Completi neri gli coprivano il corpo. Gli Orchi tendono ad usare armi leggere ma la maestria con cui le usano è paragonabile soltanto agli Elfi. Malax e Wolfing erano in uno stretto cunicolo dell'ingresso della Forgia, era facile combattere in quel posto, i nemici arrivavano due alla volta e per lo Spettro e il Licantropo combattere era facile ma la stanchezza si faceva sentire. Shadow era stato costretto ad usare la sua corta daga, la magia gli consumava troppe energie e non era la cosa migliore da fare. Valery usava i pugni e il suo coltello, detestava mordere i nemici anche se ciò gli avrebbe permesso di ucciderli subito, la sua più grande paura era che il sangue gli colasse lungo la gola. Detestava persino l'odore del sangue non di Vampiro. "Ragazzi ritiriamoci, facciamoli perdere dentro il labirinto!" nessuno fece in tempo a muovere un passo, da lontano un enorme massa nera si stava avvicinando. Nella valle riuscirono a capire dopo di cosa si trattava, era uno sciame di locuste. Una voce rieccheggiò nella valle, sembravano più voci sovrapposte fra di loro ma il messaggio risultò chiaro a tutti. "Voi Orchi delle terre oscure come osate profanare questo luogo. Il mio sovrano il sommo Sark ha mandato me e i miei fratelli a proteggere i prescelti chiunque si metta contro di noi si mette contro il signore dei Morti! Io sono Colui che porta le piaghe. Io sono Colui che dell'Egitto fece la rovina. Io sono Pestilenza." il cavaliere era disgustoso, il corpo bianco come quello di un cadavere. Da alcune ferite sul corpo fuoriuscivano quelle che sembravano locuste. Alla cintura portava sette maschere con diverse espressioni, proprio come quelle di Morte. Al contrario del precedente cavaliere il cavallo di Pestilenza era formato da delle locuste, gli occhi neri. Il ronzio era decisamente sgradevole. Ma ciò che si vedeva attraverso il cappuccio era la stessa oscurità di Morte. Non aveva vestiti, delle bende gli coprivano l'intero corpo quasi come se fosse una mummia. Prese una della maschere, non erano le stesse di Morte, quella che Pestilenza si mise era la maschera della peste. Una maschera che nel periodo della malattia veniva usata dai medici che dovevano guarire i malati. Era bianca, un lungo becco al posto del foro per la bocca. "Non ci fai paura Pestilenza!" il generale degli Orchi iniziò a urlare al cavaliere delle locuste "Io forse no generale...ma loro si..." la bianca mano coperta di bende indicò un punto in lontananza. In mezzo al deserto cavalcava un enorme stallone rosso. In groppa al gigantesco cavallo torreggiava un altro cavaliere. Il petto coperto da squame nere. Delle braghe metalliche del medesimo colore. In mano, con estrema facilità, teneva un enorme spadone, circa il doppio del suo corpo. La larghezza era spropositata ma lui lo faceva roteare come se fosse un fuscello. La lama era coperta da delle bende, parecchio rovinata ma di sicuro ancora tagliente. Fissate alla sella del destriero c'erano nuovamente sette maschere, il cavaliere ne prese una con la mano sinistra e se la mise sotto il cappuccio, un espressione feroce fece accendere due occhi gialli. "Io sono Colui che tutti conduce in battaglia. Io sono Colui che nel cuor di tutti porta terrore. Io sono Colui che mai perderà. Io sono Guerra!" Gli Orchi sembravano preoccupati ma non si mossero, rimasero ai loro posti le armi ancora in pugno. Ruggivano al nuovo arrivato che continuava a cavalcare verso di loro. Dinanzi agli Orchi, allora, comparve un terzo cavaliere. Forse più terrificante del primo. Il cavallo sotto di lui era deperito, le ossa s'intravedevano sotto il sottile strato di pelle. Lo stesso valeva per il cavaliere che lo montava, il corpo era tutto nudo. Un leggerissimo pantalone a coprire le gambe. Si vedevano le ossa, il sottile lembo di pelle serviva a ben poco. Come i compagni anche lui aveva sette maschere, se ne mise una un volto di sofferenza e di pietà. "Io sono Colei che la fame toglie. Io sono Colei che al cibo fa bramare. Io sono Colei che il corpo fa sparire. Io sono Carestia" la voce di quell'essere era terrificante, acuta, sicuramente la voce di una donna, ma le parole erano dette con cattiveria e con sofferenza. Quando anche la Morte si unì al gruppo dei cavalieri per nessuno ci fu scampo. La Signora dei Morti, con la sua falce che trasudava acido colpiva senza pietà gli Orchi. Una volta raggiunto il drappello il Signore della Guerra, con il suo enorme spadone, iniziò a mietere vittime ovunque, niente scalfiva la sua armatura nera. Il Signore delle Piaghe attaccava in modo diverso, non si gettava mai in battaglia. Le locuste facevano tutto per lui, entravano dentro i corpi dei malcapitati divorando gli organi dall'interno lasciando solo un guscio vuoto. La Signora della Fame toccava solo i suoi nemici. Ogni cosa che Carestia toccava iniziava a deperire fino a diventare polvere. I guardiani guardavano inorriditi i quattro cavalieri sterminare gli Orchi. Una volta concluso il massacro un uomo si fece avanti. Portava un completo scuro, un cappuccio calato sul viso a coprire il volto. Non un centimetro della sua pelle era esposto ai raggi solari. "Io sono Sark. Ho un conto in sospeso con l'usurpatore di Valexenia, Darkness. Questi che vedete dietro di me sono i Cavalieri dell'Apocalisse. Miei fedeli compagni e alleati. Gli ho risvegliati dal loro sonno per aiutarvi a vincere la guerra che state per cominciare con il re delle Tenebre. Badate, ora vi ho dato una mano, ma anche fra di voi ci sono persone che hanno provocato la mia ira in passato..." a quel punto fece una leggera pausa volgendo il suo sguardo verso Flint "perciò il mio aiuto lo riceverete solo tramite uno dei miei cavalieri. Essi arriveranno solo se è veramente necessario. Un ultima cosa, ho trovato questo giovane Angelo nei miei territori..." fece un gesto con la mano a Guerra che sceso da cavallo mostrò un giovane dietro di lui, svenuto "credo si chiami Axel, è vostro amico vero?" "Si...rispose Malax è uno dei guardiani" "Bene...Guerra lascialo alle cure dei suoi amici. Cavalieri è il momento di andare" e così com'erano arrivati i cavalieri scomparvero insieme al loro sovrano. "Quelli erano i Cavalieri dell'Apocalisse non e vero?" il gruppo si voltò, dietro di loro c'erano Destino, Daniel, Luna e la piccola Ginevra. A quanto pare il bastone era stato finito e i quattro erano arrivati giusto in tempo per vedere i cavalieri sparire. "Si altezza" rispose Shadow "sono venuti sotto ordine di Sark per aiutarci contro gli Orchi." "Capisco" disse infine il re "proprio come temevo. Ragazzi..."questa volta si voltò verso i tre giovani prescelti "la guerra che sta per iniziare sarà quella finale contro Valexenia, Darkness si sta muovendo e sta radunando le truppe. Noi dobbiamo fare lo stesso, Valexenia è divisa da troppo tempo ma le prove che vi verranno chieste dal consiglio ci permetteranno di schierare un esercito il giorno della battaglia. Dovete parite immediatamente verso le altre terre, Malax, Wolfing, Valery, Irashi e Flint verranno con voi gli altri mi seguiranno. Prima andremo dai Nani e poi proseguiremo verso nord. "Con noi verrà anche Axel anche se al momento non è in piena forma. È un combattente micidiale e sarà sicuramente utile alla causa" "Molto bene allora le nostre strade si dividono. Malax, Wolfing, Valery è stato bello fare la vostra conoscenza siete speciali e molto particolari. Irashi sei una creatura fantastica. In quanto a te figliolo sono contento di averti rivisto. Sei la cosa più bella che mi sia mai potuta capitare e sarai un ottimo re per gli Elfi." "Grazie padre" i due si abbracciarono poi Destino, Shadow e Kimpus presero la via del ritorno verso la città dei Nani.
|