appena in tempo, mimi (scusa, ma io continuo a chiamarti cosìXD)
e buon pomeriggio. i miei sono andati in francia per tre giorni, ed io sono diventata la padrona di casa...ma ciò non mi impedisce di fare il mio dovere anche questo lunedì....aggiornare!!!!
siete pronti per la terza parte?
allora, dove eravamo rimasti?
SETTEMBRE- FRAMMENTI DI FINE ESTATE
Terza Parte
Al termine della prima giornata, gli studenti lasciarono il Teitan per dirigersi verso le loro case, o verso karaoke, videogiochi, cinema e centri commerciali. Shiho ed i suoi amici, incitati da Hotaru, avevano programmato di incontrarsi all’ingresso ed andare a mangiare tutti insieme un bel gelato. La giovane Kudo fu la prima ad arrivare, e rimase un attimo perplessa di non trovare nessuno.
Ed io che pensavo di essere in ritardo! Cinque minuti dopo vide Akira venirle incontro insieme ad un paio di ragazzi della squadra; li salutò, e la raggiunse.
“Non sono in ritardo, vero?”
“Anche se lo fossi, qui non c’è nessuno.” Shiho si strinse nelle spalle, pescando il cellulare dallo zainetto. “Ora chiamo Yuri, vediamo che caspita stanno combinando.”
“Mi sembra un deja vu.”
La ragazza lo guardò negli occhi, arrossendo appena e smettendo di fare il numero. Ricordava un pomeriggio di qualche mese prima, quando un’uscita tra amici si era trasformata in un appuntamento con Akira.
È stato allora che ho capito che la nostra non era semplice amicizia. È stato allora che ho capito quanto mi piacesse Akira. Lo squillo del telefonino la destò dai ricordi. Hotaru le aveva mandato un messaggio.
Cambio di programma. Festeggiamenti a coppie. Divertiti.“Che succede?”
“Sembra che il tuo presentimento si sia rivelato giusto.”
“Ci hanno mollato, eh?” fu il commento divertito del ragazzo. Fece un sorrisetto. “Chissà perché lo sospettavo.”
“Adesso mi sentono quelle pettegole!" Cominciò a digitare il messaggio. “Scommetto che è stata Hotaru a...”
“Aspetta.” La mano di lui si chiuse attorno alla sua, fermandola. Shiho sollevò la testa ad incrociare i suoi occhi, e d’un tratto ebbe la sensazione che voci e rumori attorno a loro scomparissero: c’erano solo lei ed Akira, gli sguardi incatenati, i cuori che battevano all’unisono. “Dopotutto...non è una cattiva idea. Dovremmo ringraziarli.”
“Ma...”
“Non vuoi restare sola con me, Shiho?” le chiese il giovane, con voce bassa, inclinando la testa di lato e guardandola con un’intensità che la fece rabbrividire.
“Beh...si. Si.” mormorò lei, schiarendosi la voce con un colpo di tosse. “In fondo, noi...si, insomma...stiamo insieme, no?”
“Dall’ultima volta che ho controllato, direi di si.” replicò Akira, con ironia. Lei annuì, avvertendo le guance andarle in fiamme.
“Non...non sei...arrabbiato con me?”
Akira corrugò la fronte. “Arrabbiato? E perché?”
“Perché...beh, sono diventata la tua ragazza, ed appena pochi giorni dopo sono partita con lo zio Makoto.”
“Avevi preso un impegno.”
“Si, ma...
“Ed è anche per questo che mi piaci, no?” la interruppe lui, rivolgendole un sorriso divertito. “Se non fossi una ragazza seria e con dei principi, non saresti tu.”
“Quindi non sei arrabbiato?” gli chiese lei, compiaciuta dalle sue parole ma ancora dubbiosa. “Cioè, tu mi sei mancato tantissimo, e...ed avrei voluto...” Gli puntò addosso due occhioni colmi di ansia. “Io ti sono mancata almeno un po’?”
“Mi sei mancata tanto.” confessò Akira, togliendole il cellulare dalla mano e rivolgendole un mezzo sorriso malinconico. “Svegliarsi al mattino e pensare che non ti avrei vista...messaggi e telefonate non hanno certo lo stesso effetto. Però hai una bella voce, potresti lavorare in uno di quei centri un po’ equivoci...faresti un sacco di soldi, secondo me.”
“Scemo.” borbottò lei, lasciandosi sfuggire un sorriso, ed apprezzando il suo tentativo di risollevarle il morale. “Mi dispiace.”
“Non hai niente di cui essere dispiaciuta.” Le prese la mano, stringendola nella sua. “Ed ormai comunque siamo insieme, no? Quelle tre settimane fanno parte del passato...ed ho un anno di tempo per prepararmi al tuo prossimo viaggio.”
“Forse lo zio Makoto mi chiederà di nuovo di fargli da assistente.”
“E tu accetterai. Fa parte del tuo carattere.” Le strizzò l’occhio con aria ironica. “Ad ogni modo, sarebbe il prossimo agosto...e fino ad allora, io ti avrò tutta per me. E mangerò degli ottimi biscotti.”
“Pensi solo a quello.”
“E potrò guardare i tuoi occhi ed il tuo sorriso tutti i giorni.” Shiho arrossì, avvertendo la carezza delle sue dita sulla guancia che bruciava. Akira sorrise, grattandosi la punta del naso con aria un po’ impacciata. “Guarda un po’ che cosa mi fai dire. Sto diventando stucchevole e mieloso.”
“Non sei male.”
“Se domani mi prepari il curry, vedrò di dare fondo alla mia scarsa cultura da shoujo.”
“Basta shonen ed horror. Solo romanzi d’amore.”
Akira fece una smorfia. “Povero me. Ma se è per farti felice...”
“Mi basta che tu stia con me.” mormorò Shiho, con un sussurro strozzato. “Non mi servono parole d’amore o smancerie.”
“Allora spero che questo ti piaccia.” Il giovane trasse dalla tasca una scatolina e gliela porse. Lei la aprì con mani tremanti: sul cuscinetto erano appoggiati due ciondoli a forma di cuore, intrecciati tra loro, legati a due catenine d’argento. “Ammetto che è stata Yuri a suggerirmelo, visto che non abbiamo potuto festeggiare il nostro primo mese: mi ha detto che queste cose sono importanti per le ragazze, perciò...”
“È bellissimo.” mormorò Shiho, avvertendo le lacrime pizzicarle gli occhi.
“Posso?” Il ragazzo prese i due ciondoli e li separò. Ne mise uno al collo di Shiho ed uno attorno al suo. “Non è proprio una cosa da maschi, ma...ehi, non ti metterai a piangere, vero?”
“No, no.” Tirò su con il naso, asciugandosi le lacrime. “Io però non ti ho regalato niente. Non credevo che...”
“Non importa. Non l’ho fatto mica con l’intento di avere qualcosa in cambio.” I suoi occhi castano-dorati brillarono maliziosi. “Ma se proprio vuoi, un bacetto lo accetto volentieri.”
“Akira, dai.” Divenne tutta rossa. “Siamo a scuola.”
“Non c’è nessuno.”
“Ma...”
“Non ci vede nessuno.” mormorò Akira, tirandola dolcemente per il polso sotto le fronde del grande albero del cortile. Le loro labbra si sfiorarono teneramente, e Shiho avvertì il cuore balzarle in gola.
Chi se ne importa se ci vedono? Non rinuncerei a questo nemmeno se ci fosse tutta Tokyo a guardarci...“Proprio un bel regalo.” fu il commento del giovane Saito, quando la lasciò andare.
“Non perdi mai occasione per fare lo spiritoso.” lo rimproverò lei, ancora emozionata e confusa dal bacio.
“Sei tu che mi ispiri.” disse lui, prendendola per mano. “Andiamo a mangiare un bel gelato?”
“Solo se lo offri tu.”
“Naturalmente.”
“Posso prendere la coppa maxi, con la cialda e le gocce di cioccolato?”
“Tutto quello che vuoi, padrona.” replicò Akira, solennemente. Shiho rise, stringendogli la mano, pensando che era davvero un degno finale per quell’estate che le aveva riservato tante sorprese.
ahwnnnn.....che dolcini che sono!!!!
akira si è fatto perdonare, dopotutto
e sempre viva hotaru!
e anche questa ff è finita. ma non temete, le avventure della nostra shiho continuano. ci vediamo lunedì prossimo, sempre qui, conuna nuova ff