| Shinichi non dà giudizi morali su vittime e carnefici, cerca i colpevoli. Se poi le vittime erano delle carogne, il tribunale provvederà a dare le attenuanti, non è compito di Kudo fare il predicozzo finale (infatti è fastidiosissimo quando Gosho si mette a fare la morale della favola, come l'altra volta Sonoko nel caso della gothic lolita) e non toglierebbe né aggiungerebbe nulla al giallo che il pubblico segue.
Kudo, quindi Gosho per bocca sua, l'ha detto mille volte "non c'è alcun motivo valido per togliere una vita umana, se lo fai ne paghi le conseguenze". Sia chiaro, io personalmente potrei anche non essere d'accordo, alcuni strxxxx li ammazzerei volentieri, ma l'autore ha questa visione e su questo percorso fa procedere la storia. Nel principio "non uccidere", rientra quindi anche il caso in cui il tizio, scoperto, decida di suicidarsi, che, per Kudo, è la scelta del codardo. Hai voluto uccidere, perché convinto di essere nella ragione, allora mantieni questa rotta, troppo facile prima ammazzare (con piani super complicati, quindi non dettati da un'impeto d'ira) e poi farsi il piantino, buttarsi in ginocchio e commiserarsi, cercando d'ucciderti, hai fatto la tua scelta, ora affronti le conseguenze.
Senza contare che, molte volte, il trucco per scoprire il colpevole non reggerebbe alla prova del tribunale, spesso è il colpevole a confessare, ed un buon avvocato smonterebbe il caso in tre minuti. Sarebbe infatti interessante sapere quanti, dei colpevoli scoperti da Kudo, sono stati effettivamente condannati (io, ad occhio, direi che una metà la fa franca).
|