Bando alle ciance, e ciancio alle bande...
SCESI DAL TRENO 2- LA VENDETTA DI SHIHOKUDO
Nagoya! Stazione di Nagoya! Stazione d’arrivo! I passeggeri sono pregati di scendere! Le Ferrovie del Forum vi ringraziano per aver viaggiato con noi. Ricordatevi di prendere tutti i bagagli, le uscite sono nel blocco A, C e S.Il giovanotto lanciò un’occhiata veloce allo specchio.
Perfetto, così, nessuno mi riconoscerà! Senza occhiali sparaflashanti, senza foularino e senza quell’aria da fighetto sembrava totalmente un’altra persona. Anche se quella scuffia non lo convinceva del tutto... Beh, era solo per un po’, il tempo di arrivare a casa e sarebbe tornato tutto come prima.
Recuperò la borsa e si dispose in coda per la discesa, salutando tutti e promettendo di rivedersi per il prossimo, folle viaggio per Naogoya. Oltrepassò i bambini che insieme al dottor Agasa stavano raccontando le loro avventure a Ran e Sonoko, calcandosi per bene la scuffia sulla testa. Quella cosa gli dava fastidio, decisamente. Non vedeva l’ora di togliersela e rimettersi i suoi amati okkiali sparaflashanti. Così si sentiva nudo.
Un po’ come ieri, quando sono rimasto in mutande davanti a tutti.Ridacchiò tra sé e sé, mentre aggirava un gruppetto di passeggeri che si scambiavano numeri di cellulare e mail. Vide il Bro Mitsu che corrompeva Capotreno2 e lo convinceva a fargli tenere tutte le bottiglie di alcool avanzato. Vide lo Zietto Boss che con il suo solito sorrisone da ricco sfondato rilasciava interviste ai giornalisti accalcati sulla banchina. Poi vide il Bro Amuro...e qui cominciò a sudare freddo.
Oh, cavoli! Oh, cavoli! Se è qui, significa che...Si guardò intorno con aria impaurita, ma non sembrava esserci traccia di lei. Guardò il Bro Amuro e la donna davanti a lui con l’aria arrabbiata. Il suo povero compagno di minchiate aveva un’espressione abbattuta, ed era chiaro a tutti che la bellissima sventola gli stava facendo una di quelle paternali che non si sarebbe dimenticato facilmente.
Povero Bro Lampadato. Magari più tardi gli telefono. Di nuovo, lanciò occhiate allarmate intorno a sé, temendo che gli toccasse la stessa sorte.
No, non devo andare in paranoia. Lei non può essere qui. Non potrebbe mai fare un viaggio così lungo per...“Pensavi forse che non ti avrei riconosciuto con quella scuffia, la parrucca nera e l’eyeliner che mi hai fregato?”
OMMERDA!!!Il giovanotto si voltò di scatto, deglutendo a vuoto e fissando la giovane donna che lo stava guardando con espressione omicida. “Oh...pasticcino mio...che sorpresa vederti qui...”
“Piantala.” sibilò lei, e il giovanotto si fece piccolo piccolo davanti al suo sguardo di fuoco. “E così era questo il lavoro importante che non potevi rifiutare, eh?”
“Te-tesoro mio, io...ecco, io...lo zietto aveva bisogno di un cuoco, e sai che non potevo dirgli di no...”
“Ma davvero?” La giovane donna sollevò un sopracciglio, con ironia. “E dimmi, occhialino mio, qual è il tuo compenso?”
“Beh, veramente...” Il giovanotto si schiarì la voce, evitando di incrociare i suoi occhi furiosi.
“Non ti sei fatto pagare.”
“Beh, era più un favore...e poi, io sono giudice di Masterchef Japan, quindi...”
“Quindi?”
Il giovanotto tacque, comprendendo che stava solamente peggiorando la sua situazione. Doveva assolutamente distrarla e cambiare argomento. “Gattina mia, non avresti dovuto affrontare questo lungo viaggio. E non dovresti nemmeno stare in piedi, nelle tue condizioni non...”
“Le mie condizioni?” lo interruppe lei, furente. “Oh, adesso te ne preoccupi? Adesso ti preoccupi di tua moglie incinta di nove mesi dei tuoi dannatissimi gemelli? Di tua moglie che sembra una balena, che ha le caviglie gonfie, che ha voglia di peperoni per colazione e che non riesce nemmeno ad allacciarsi le scarpe da sola?”
“Ma, patatina mia...sei bellissima, non...”
“Non ci provare, eh? Non ci provare nemmeno! So benissimo che sembro un capodoglio spiaggiato...e so benissimo che te la sei spassata, mentre io ero a casa ad aspettare di sfornare i tuoi maledetti marmocchi!”
Il giovanotto indietreggiò di qualche passo davanti a quella furia scatenata che era sua moglie. L’aveva già vista altre volte così infuriata, e ne aveva sempre avuto paura. Velocemente, lanciò un’occhiata in direzione del suo Bro. Anche lui non se la passava tanto bene, i tentativi di blandire l’affascinante donna non sembravano efficaci.
“Ma, carotina mia, io ero qui per lavorare, non per divertirmi! Sono stato praticamente tutto il tempo in cucina, a preparare i pasti per gli altri passeggeri. E la sera ero così stanco che mi addormentavo di botto, con la foto della mia piccola biscottina stretta al petto...”
Il brillio minaccioso negli occhi della giovane donna gli suggerì che nemmeno la sua tattica stava funzionando.
“Ti assicuro, cucciolina mia, che io non ho fatto niente di...”
“Ah, no?” La donna cacciò dalla borsa un pacco di foto. “E allora questo qui chi sarebbe?”
Il giovanotto cominciò a sudare freddo. “Ehm...un sosia?”
“Ma davvero? Un sosia!” esclamò lei, e il giovanotto temette che lo avrebbe strangolato. “Questo qui sarebbe un sosia, dunque?”
Iniziò a lanciargli le foto che aveva in mano.
“È un sosia quello che si diverte a fare i tuffi a bomba? È un sosia quello che si intrattiene con la bionda tettona, Veronica, Minerva e tutte le altre? È un sosia quello che si fa cavalcare senza vergogna e senza pudore? È un sosia quello che surfa sul babbon? È un sosia quello che balla in mutande sul tavolo, scolandosi litri d’alcool? È un sosia quello che corre con il cosino al vento e si lascia ammirare da tutte? È un sosia quello che fa le radiografie a tutte le donne presenti? È un sosia quello che si guarda i porno scientifici di Agasa? È un sosia quello con il grembiule e niente addosso?
“Ma, gelatina mia, come fai a sap...”
Si zittì bruscamente, sudando freddo. Si era tradito come un pirla. Accidenti, non aveva imparato niente dal Bro Lampadato e dallo Zietto Boss? Per un momento, guardò il suo compagno di viaggio, chiedendosi come si sarebbe tirato fuori da quell’impiccio. Ma nemmeno lui se la stava passando bene, la secsi donna l’aveva afferrato per un orecchio e lo stava tirando senza pietà.
“Cioè, volevo dire...”
“Ma io lo sapevo che c’era sotto qualcosa! Lo sapevo che non stavi andando a lavorare, che mi nascondevi qualcosa! Tutte quelle mail che ti scambiavi con i tuo Bro dicendo che era per il tuo lavoro di giudice...è per questo che io e la mia Colly ci siamo messe d’accordo, e grazie alle sue conoscenze abbiamo disseminato il treno di spie e assoldato un paio di investigatori privati affinché vi tenessero d’occhio e documentassero l’intero viaggio!” Con un gesto teatrale, indicò la coppia a pochi metri da loro. Il povero Bro aveva le lacrime agli occhi, per quanto la sua fidanzata lo stava tormentando. “A quanto pare, avevamo pienamente ragione!”
“Ma, biscottina mia...”
“Almeno l’altra volta non hai fatto niente e mi sei stato fedele, nonostante la sbandata per quella gnocca! Ma stavolta...stavolta...” La voce le si spezzò, e grosse lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance arrossate dall’ira. “Stavolta te la sei spassata con quelle donne! Ti sei fatto sbaciucchiare, toccare, limonare, sbattere...con la tua povera moglie incinta di nove mesi a casa, che si disperava sapendo che il suo adorato marito non la amava più!”
“Ma no, amore mio!!!!” esclamò il giovanotto, allarmato e ansioso. “Ti prego, non piangere! Non è vero che non ti amo più! Sei mia moglie, la madre dei miei figli...”
“Ma questo non ti ha impedito di divertirti con quella gnoccona bionda! E di correre nudo per tutto il treno!”
“Beh, tecnicamente, non era tutto il treno...”
Lei lo incenerì con un’occhiata. “Ho una voglia matta di fare un falò di tutti i tuoi foularini.”
“No, pasticcina mia!!! Tutto, ma quello no!” esclamò il giovanotto, gettandosi in ginocchio con espressione implorante. Lo stesso aveva fatto il suo Bro Abbronzato, che stava anche baciando i piedi della sua incazzatissima fidanzata. “Ti prego, ti prego! Farò qualunque cosa per farmi perdonare! Ma non bruciarmi i foularini!”
“Allora ammetti di aver fatto questo viaggio con l’intenzione di divertirti, di limonare e di mostrare il tuo subarino a tutti?”
“Si, si! Lo ammetto, lo ammetto!”
“Ammetti di aver fatto *bip e *bip e *bip e ancora *bip con la gnoccona tettona?”
“Si, lo ammetto! Lo ammetto!”
“Ammetti di aver visto i porno scientifici di Agasa con l’intenzione di fare *censored e *censored e *censored?”
“Si, lo ammetto!”
“Ammetti di aver mostrato il tuo subarino al vento perché volevi *xxx e *xxx e *xxx e *xxx?”
“Lo ammetto! Lo ammetto!” piagnucolò il giovanotto, e come il suo amico biondone si mise a baciarle i piedi, ormai privo di qualunque dignità. “Perdonami, tesoro, ti prego! Tu sei l’unica donna per me! Sei solo tu quella che amo! Dimmi cosa posso fare per farmi perdonare da te ed essere degno del tuo amore!”
“Dovrai faticare parecchio per riconquistare la mia fiducia.”
“Qualunque cosa, amor mio!”
“Bene, allora per cominciare non dovrai più fare questi folli viaggi a Nagoya.”
“Promesso!”
“E dovrai farmi leggere tutti i messaggi tra te, i tuoi Bro e lo Zietto.”
“Lo farò!”
“E dovrai dichiarare pubblicamente che sono io l’unica donna che può sbatterti e che devi sbatterti.”
“Consideralo fatto!”
“Niente più curry.”
“Ma certo!”
“Farai tutti i servizi di casa!”
“Ai tuoi ordini!”
“Mi porterai tutti gli anni ai Lucca Comics.”
“Sicuro!”
“E quando saranno nati i gemelli, ti sveglierai tu la notte per dargli da mangiare.”
“Sarà un onore per me!”
“E dovrai cambiarli tu, quando avranno il cagotto.”
“La cacca dei bambini è sacra!”
La giovane donna guardò il giovanotto prostrato ai suoi piedi, in completa balia del suo volere, e giudicò che era abbastanza. Anche se non avrebbe mai finito di pagare per quello che aveva fatto. Guardò la sua collega di disavventure, notando soddisfatta che anche il biondo cameriere stava facendo mea culpa.
Forse è la volta buona che impareranno a non sfidarci mai più...“Ehm...devo fare qualcos altro?”
“Magari alzarti e pulirti il moccio al naso. Ti stanno guardando tutti, sembri un pirla...e levati quella scuffia e quella parrucca, per favore! Sei ridicolo!”
Il giovanotto si affrettò a obbedire. Meglio non farla più arrabbiare, per quel giorno. “Amorino mio, ti assicuro che sei tu l’unica donna che amo.”
“Si, si.”
“E che d’ora in avanti guarderò solo te.”
“Si, si.”
“E che farò tutto quello che vuoi.”
“Si, si.”
“E che sarò un bravo marito e un bravo padre.”
“Si, si.”
“Allora...sono perdonato?”
Lei lo squadrò da capo a piedi, accigliata. “Non so. Devo ancora decidere.”
“Ma...posso tornare a casa con te?”
“Mh. Si.”
“Posso cucinarti una bella cenetta?”
“Mh. Si.”
“Posso farti un bel massaggio ai piedi?”
“Mh. Si.”
“Posso prepararti un bel bagno caldo, con petali di rose e sali rilassanti?”
“Mh. Si.”
“Posso...” Si schiarì la voce, posandole le mani sulle spalle. Lei non si sottrasse, era un buon segno. “Posso avere un bacio? Anche uno piccino piccino, anche a schiocco, anche sulla guancia, anche...”
“Ma quanto cazzo parli?” lo interruppe lei, afferrandolo per la maglietta e tirandolo a sé, tappandogli la bocca, limonandolo duro finché entrambi rimasero senza fiato.
“Wow!” esclamò lui, compiaciuto e soddisfatto. “Se l’effetto è questo, forse dovrei fare più spesso questi viaggetti a Nagoya...” Colse la sua occhiata di fuoco e si affrettò a ridacchiare nervosamente. “Stavo scherzando, tesoro. Stavo scherzando!!”
“Buon per te.”
Il giovanotto si schiarì la voce con un colpo di tosse, prendendole le mani tra le sue. “Patatina mia, è stato un lungo viaggio fino a Nagoya per te. Che ne diresti se restassimo qui per qualche giorno? Come una seconda luna di miele, insomma. Io e te, tu e io...”
“Oh, tesorino! Come sei dolce!” mormorò la giovane donna, abbracciandolo e riempiendogli il volto di bacini. “Mi fai girare le scatole, hai troppi foularini e quegli okkiali sparaflashanti a volte vorrei spaccarteli in testa, ma...ti amo davvero tanto, mio piccolo fiorellino fedifrago!”
Il giovanotto la strinse a sé, lanciando una breve occhiata al Bro Abbronzato. Anche lui si stava sbaciucchiando la sua donna, segno che anche tra di loro era stata scoppiata la pace.
“Allora, dove mi porti?”
“Conosco giusto un alberghetto tranquillo e intimo che fa per noi. Potremmo gustare i piatti locali, fare il bagno nelle piscine riscaldate, e tanti bei massaggi...e poi io e te potremmo...”
“Si?”
“Beh, potremmo approfittare della vasca idromassaggio per fare...beh, *bip e *bip e *censored.”
“Mh...”
“Insomma, me la darai più e più volte, vero?”
“Amorino mio?”
“S?.”
“Mi si sono rotte le acque.”
... ... ...
MAPPPORC...!!!!! Penso non ci sia nemmeno bisogno di dire chi ero, vero?
Anche quest’anno mi sono divertito, e ringrazio pubblicamente la Belmotta che mi ha regalato bei momenti...sappi che ti lovvo, tanto tanto. E sono felice di essere stato una dei tuoi oggetti sessuali, anche se mia moglie non me lo perdonerà facilmente (ma tanto ti lovva anche leiXD)
Ovviamente ringrazio anche i miei inseparabili Bro e lo Zietto, con loro il divertimento è sempre assicurato.
Sappiate che dovrà passare parecchia acqua sotto i ponti prima che la sottoscritta perdoni quello spacciatore di foularini (però è vero che adoro la Belmotta, sia davanti che dietro
).
Ma intanto beccatevi la foto dei nostri due cuccioli ed eredi foulardinati, Akito e Madoka. Non sono dolcissimi? Hanno preso tutti dalla mamma, ovviamenteXD
Per chi non lo sapesse, questa ff è il seguito di un’altra ff da me scritta per celebrare la fine del precedente BTE. Da questa, si spiega anche il fatto che la fighetta sparaflashante diceva di avere una moglie
Perchè non ero io se mi svelavo in modo normale
(la foto è presa dal manga “love so life”, l’unico tra le mie conoscenze ad avere due gemelli maschio e femmina).
purtroppo non ho potuto giocare come volevo perchè tra malanni, pc da ammazzare e ospiti per capodanno sono stata poco presente. e giocare da tablet non era il massimo della comodità.
Al prossimo GDR, allora. E come diceva milordo, adieu
ps. fily, se ero haibara, avevo occhi solamente per il mio amorino okiya!!! e la davo solo a lui, gli altri puah