Detective Conan Forum

Il ritorno dell'Oscurità

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view post Posted on 22/7/2016, 20:49     +1   -1
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Bella teoria. Chi lo sa? Domani ci saranno novità.
 
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view post Posted on 23/7/2016, 08:58     +1   +1   -1
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Seconda Parte - Shiho

Capitolo 11 Il contrattacco di Shiho

Beika, Luglio 2046

Caro Diario,
riprendo a scrivere questo diario dopo circa un mese di interruzione. Quello che è accaduto sfiora l’assurdo e c’è voluto del tempo per trovare la lucidità e la calma per riordinare le idee e vedere il tutto sotto la giusta prospettiva. Posto questo preambolo, caro Diario, vado a narrare ciò che accadde quella sera di fine Giugno.


Lasciai l’albergo intorno alle 18:15. Avevo chiesto a Ran di farmi uno squillo quando suo padre avesse lasciato la casa; come previsto, un quarto d’ora dopo essere partita, arrivò la chiamata di mia figlia. Shinichi, come ipotizzato, era uscito per giungere a destinazione alle 19:30.

Durante il tragitto, a dire il vero, mi sembrò che un’auto mi stesse seguendo. Per un paio di volte credetti di vedere una vettura sportiva rossa che faceva la mia stessa strada, ma arrivata al bivio che conduceva alla residenza di Sheryl, l’altra auto tirò dritto proseguendo per Izu. Evidentemente era solo un tizio che faceva il mio stesso percorso; supposi d’essere divenuta paranoica a furia di frequentare il detective dell’Est e non prestai più attenzione alla questione.

Come detto, la villa dei Kawashima sorge sul mare. Un unico vialetto la collega alla statale per Izu; il tracciato è come incastonato tra un ampio bosco a sinistra ed il mare a destra (da questo lato la costa è quasi a strapiombo), pertanto chiunque mettesse un’auto di traverso sulla carreggiata bloccherebbe completamente il transito.

Decisi di fermarmi a 800 metri dal cancello della residenza. La strada, subito dopo, effettua una curva e si conclude davanti al palazzo; posizionandomi in quel punto avrei evitato che Sheryl mi vedesse, nel caso in cui si fosse affacciata da qualche finestra mentre aspettava il suo cavaliere. Per prudenza, in attesa di Shinichi, collocai la macchina tra gli alberi così da essere invisibile per mio marito che fosse sopraggiunto.


Attesi circa dieci minuti. I dieci minuti più lunghi della mia vita; il cuore mi batteva all’impazzata, cosa avrei dovuto dirgli? In verità avevo studiato il piano per costringerlo a parlare con me, ma non m’ero minimamente soffermata su cosa dire. Ero stata davvero astuta!!

Mentre mi rimproveravo per questa leggerezza (avere un bel discorso pronto sarebbe stato in effetti molto meglio), sentii l’inconfondibile rombo della nostra porsche che accedeva alla strada privata. Calcolai bene i tempi e sbucai con l’auto proprio davanti alla vettura di mio marito; mentre sbarravo così il passaggio, vidi la nostra macchina sterzare bruscamente verso il mare e frenare.
Nonostante ciò, Shinichi rimase a bordo. Incuriosita, fui io a scendere e m’avvicinai. Quando mi vide, e mi riconobbe, il mio scaltro marito uscì a sua volta dall’abitacolo.

“Che ci fai qui, Shiho?”

“Dobbiamo parlare, in modo franco e senza interruzioni. Questo era l’unico modo!”

“Non abbiamo nulla da dirci, vai via!”

Mi afferrò per un braccio e mi spinse verso la mia auto. Mi liberai e lo guardai negli occhi:

“Non mettermi le mani addosso, o sarà peggio per te. Sai di cosa sono capace! Cos’è, hai fretta di raggiungere la tua amante? Non puoi perdere cinque minuti a parlare con me?”

“Non è così; ma devi andare via, immediatamente!”

“No, maledizione, no! Non andrò da nessuna parte se prima non mi dici che sta accadendo. Non posso credere che i tuoi sentimenti per me siano mutati solo perché non ho più 20 anni; non sei mai stato un uomo così superficiale, altrimenti non t’avrei sposato. Dimmelo ancora una volta, dimmi che sono così vecchia e brutta da non poter competere con una ventenne. Dimmelo guardandomi negli occhi, non tenendo il capo abbassato; hai ribrezzo di osservare il mio viso? È il volto di una donna di 55 anni che ha avuto 4 figli; non sapevi che sarei invecchiata quando mi sposasti? O pensavi che le mie pozioni mi avrebbero tenuta sempre bella come quando avevo 18 anni? Ho usato ogni mezzo messo a disposizione dalla cosmetica moderna per attenuare il corso del tempo, faccio ginnastica regolarmente, ma non sarò mai più ventenne; se vuoi una ragazzina al tuo fianco, non faccio per te. Se vuoi una donna con cui passare il resto della tua vita, e con cui invecchiare, allora devi rimanere con me. Cosa credi? Anche tu stai invecchiando; pensi che non m sia accorta che stai mettendo su la pancetta, credi che non incontri uomini e ventenni affascinanti in facoltà? Pensi che non noti quando qualche studente mi osserva con sguardo lascivo? Ma mai ho pensato di lasciarti o tradirti, per me ci sei solo tu, sempre tu. E non posso vivere senza di te! Credevo che lo stesso fosse per te; non posso immaginare d’aver sbagliato il mio giudizio. Ti prego, dimmi la verità: cosa si nasconde dietro le tue pazzie di questo mese?”

Avevo detto tutto ciò che m’era passato per la mente, speravo d’aver fatto colpo o quanto meno d’averlo fatto ragionare; ma non sapevo cosa aspettarmi. Il vecchio Shinichi, l’uomo che avevo sposato, m’avrebbe di certo ascoltato, ma lo Shinichi che aveva corso la cavallina in quel mese non so come avrebbe reagito. Effettivamente mio marito sembrava totalmente distratto, non faceva altro che guardarsi intorno e non mi rivolgeva la parola; questo atteggiamento mi fece imbestialire. Gettai un’occhiata nella sua auto e vidi, sul lato del passeggero, un mazzo di fiori; agii di impulso e di questo, ora, mi vergogno.

Corsi verso la porsche ed aprii lo sportello del passeggero. A questo punto mio marito si destò e mi si avvicinò:

“Ferma, che vuoi fare?”

“Per chi sono le rose? Ed i cioccolatini?”

“Per … per Ami”.

“Risposta sbagliata!”

Afferrai i fiori e li gettai via; le rose precipitarono dallo strapiombo e finirono in acqua, subito dopo stessa sorte fece la scatola di cioccolatini.

“Cosa fai, sei pazza!”, urlò disperato Shinichi (ci teneva così tanto a portarli a quella ragazza?).

“E di chi credi che sia la colpa, se mi comporto così? È tua, maledettissimo idiota, solo tua! Ho commesso solo una stupidaggine in vita mia ed è stata quella d’innamorarmi di un insensibile come te”.

“Shiho, ti prego, per amore dei nostri figli, vai via. Vai a casa, aspettami lì. Tra un paio d’ore sarò di ritorno e ti spiegherò ogni cosa. Lasciami il tempo di sistemare due cose e sarò tutto per te, ti darò tutte le informazioni che vuoi, ma vai via, ascoltami!”

“NO, dannazione, basta bugie e sotterfugi! Voglio risposte, e le voglio ora. Non vado da nessuna parte!”

“Non essere irragionevole, ascoltami, per favore. Devi andartene!”

“Perché? Forse la sciacquetta che ti spupazzi potrebbe venire qui e fare una scenata? Che venga! Le insegnerò che non si fregano i mariti alle altre donne. Ho finito con le buone maniere!”

“Non dire assurdità! Non è questo il motivo”.

“Ed allora che accade?”

“Non è il momento ora! Vai a casa, ti dirò tutto, ma quando saremo a casa”.

“No!”

“Maledizione! Sei peggio di un mulo testardo. Va bene, vuol dire che ti riporterò io alla villa. Verrò con te, sei contenta?”

“Non mi muovo, se non ti sarai spiegato!”

Vidi che mio marito era titubante e molto agitato. Non capivo quel suo comportamento, la cosa mi puzzava, e molto. Non sembrava un adultero che teme una scenata, ma più un marito in apprensione. Era come le tante volte in cui m’aveva protetto dall’Organizzazione nascondendomi le cose ed agendo in modo apparentemente illogico, ma erano cose accadute 20 anni prima. Da anni non faceva nulla alle mie spalle. Ad un tratto mi venne un’illuminazione. Ripensai a quello che dice sempre Sherlock Holmes, e che Shinichi ripete in continuazione: “Se elimini l’impossibile, quello che rimane, per quanto improbabile, è la verità!" Tutto apparve chiaro e limpido nella mia mente e non so se fui più sollevata o più infuriata da quello che stavo iniziando ad immaginare. Quindi gli chiesi:

“Non mi dirai che tutto questo fa parte di una qualche tua maledettissima indagine, vero?”

Chinò il capo e non disse nulla.

“Ma cos’hai nel cervello? Sei tutto cretino? Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Si può giungere ad un livello d’idiozia tale per un caso da concludere? Ehi, sto parlando con te, signor detective dell’Est!”

“Perdonami, ti prego! Hai ragione su tutto, ti spiegherò ogni cosa, ma vai via, sei in pericolo mortale, vai via, ti scongiuro!”

Stavo per ribattere, quando sentimmo il rumore di pneumatici in avvicinamento dalla statale.

“Scappa, Shiho, scappa immediatamente, vai via!”, Shinichi urlava come un disperato, ma l’essere all’oscuro di ogni cosa mi impediva di agire con sollecitudine. Tre suv neri si fermarono intanto dietro la porsche e bloccarono l’unica via di salvezza, uno dei mezzi s’avvicinò al bosco per impedirci di andare tra gli alberi.

“Shinichi, che succede?”

“Stai dietro di me!”

Così dicendo mi spinse alle sue spalle e si pose tra me e le persone che stavano scendendo dai mezzi. Sbucarono dodici uomini e, devo ammettere, ebbi paura. Dal modo di fare e per come erano vestiti sembravano chiaramente dei delinquenti, infatti estrassero le pistole e ce le puntarono contro. Quindi, quello che doveva essere il capo, disse:

“Signor Kudo, credo che dovremmo fare due chiacchiere. La prego di salire in auto”.

“D’accordo, ma fate andare via la donna!”

“E lasciare la sua bella consorte da sola su questa brutta strada? Ma per chi ci ha preso? Siamo gentiluomini! Verrà anche lei con noi e ci terrà compagnia!”

Gli scagnozzi di quel tizio si fecero avanti, Shinichi mi prese per mano e mi bisbigliò:

“Andiamo, vedrai che tutto si risolverà in breve, non ti preoccupare”.




Capitolo 12 Prigionieri

Non ci stavo capendo più nulla! Fummo bendati, legati e fatti salire su uno dei veicoli; quindi il piccolo convoglio, fatta retromarcia, ritornò sulla statale. Per tutto il tragitto rimanemmo in silenzio; i nostri rapitori non dissero una parola e nemmeno mio marito. Ad un tratto fu proprio lui a rompere la quiete di quel viaggio:

“Non avete bisogno di lei; lasciatela andare, non è neppure mia moglie, ormai: stiamo quasi per divorziare, lo avrete saputo di certo”.

I criminali non risposero. Dopo una mezz’ora, il gruppo raggiunse la propria destinazione. Ci fecero scendere e sedere per terra, quindi ci tolsero le bende. Eravamo in un magazzino, penso abbandonato; ma quanti magazzini avrò visto in vita mia? Poi i nostri rapitori uscirono e ci lasciarono soli.

“Allora, Shinichi, mi vuoi spiegare? Chi sono questi e cosa vogliono?”

“La sera in cui Ami venne a cena da noi, se ti ricordi, volle che fossi io a riaccompagnarla a casa”, come avrei potuto dimenticare quella serata?, “Durante il tragitto, la ragazza mi spiegò d’essere nei guai e che per questo motivo aveva chiesto a Conan di presentarle suo padre: voleva il mio aiuto (forse hai notato che Conan voleva venire con noi, quella sera, quando dovevo riaccompagnare Ami a casa, ma lei glielo impedì con uno sguardo. Il piano originale prevedeva che i due ragazzi mi parlassero insieme, ma dal momento che nostro figlio non sapeva nulla del caso, Ami gli aveva solo detto che mi voleva chiedere un favore, la ragazza preferì tenerlo fuori, almeno per il momento, e parlarmi a quattr’occhi. Quella sera tornai tardi perché passai diverse ore a farmi spiegare la situazione e trovare la strategia d’azione migliore). La giovane attrice è rimasta orfana dei genitori e potrà entrare in possesso dell’eredità solo al compimento dei 21 anni, ossia tra tre mesi. Finora un vecchio amico di suo padre ha gestito il suo enorme patrimonio, ma la cosa finirà con il compleanno della ragazza.

Ami m’ha detto d’aver subito pressioni da parte del suo tutore affinché lasciasse a lui l’amministrazione di tutto, così da potersi dedicare alla sua carriera d’attrice. Ma lei è testarda e vuole occuparsi in prima persona dei propri soldi. Mentre era in America aveva notato che qualcuno la teneva d’occhio e s’era preoccupata, erano giunte anche minacce contro il suo ragazzo e …”.

“Ha un ragazzo?”

“Sì, quel biondino che interpretava Mercuzio nel Romeo & Giulietta di nostro figlio. Come ti dicevo, avevano minacciato il suo fidanzato, cercando pure di rapirlo. Lei sospettava che fosse il suo tutore a manovrare il tutto e così, per evitare che avesse altri guai, Ami mollò in malo modo il giovane e tornò in Giappone con Conan. Mi propose di fingere che il nostro ragazzo fosse il suo nuovo fidanzato così da attirare l’attenzione su di lui e costringere i criminali a rapirlo. Ovviamente io e la polizia saremmo stati pronti ad intervenire”.

“Non mi dirai che Conan sapeva ciò che la sua amica stava tramando e che era d’accordo!”

“No, assolutamente! Come t’ho detto, Ami gli aveva solo confidato che voleva conoscermi per avere il mio aiuto; l’avrebbe informato del piano solo dopo che io le avessi dato il mio appoggio. Ma c’era un problema. L’idea in sé era buona, ma non volevo che Conan, che non ha mai fatto parte del nostro mondo investigativo, finisse in pericolo, non me lo sarei mai perdonato. Così le proposi di fare io il suo nuovo innamorato. Quando ebbe accettato, divenne superfluo avvertire nostro figlio delle nostre mosse, più i miei familiari si fossero stupiti, indignati, per il mio comportamento, più la cosa sarebbe sembrata credibile.

Per allontanare Conan, quindi, le dissi di trattarlo male; una sera pertanto, lei lo congedò con durezza dicendogli che aveva un altro impegno (ossia andare in discoteca con me)”.

“Vi vidi anch’io quella sera al Moebius, ballavate in un modo indecente!”

“Eri lì?”

Per una volta vidi Shinichi stupito, non s’era accorto di me, evidentemente! Ripresosi dalla sorpresa, continuò il racconto, sempre più incredibile ed assurdo:

“Per fare in modo che tutti sapessero della mia sbandata, come la chiamarono poi, ovviamente, dovevamo renderci molto visibili e far parlare di noi. Per questo feci tutte quelle cose strane, come andare in discoteca e ballare in quel modo: speravo di farmi notare. Ma non ottenni alcun risultato; allora decisi di attuare un piano più audace, come portarla al parco e lì baciarla. In precedenza avevo, anonimamente, avvisato dei paparazzi che ci sarebbe stato un scoop sul detective dell’Est e quando li vidi appostati iniziai a baciare e palpare Ami (che essendo un’attrice resse perfettamente il ruolo); non sai quanto mi sia costato farlo, sapendo che stavi guardando da dietro la siepe (credi che non t’avessi vista?). In origine avevo pensato infatti di avvisarti della mia infatuazione prima della pubblicazione dello scoop giornalistico, per cercare di prepararti psicologicamente al mio tradimento, ma la tua iniziativa mandò all’aria il mio progetto; purtroppo non potevo rimandare il tutto dal momento che il fotografo era lì per noi e dovetti andare avanti con l’operazione.

Tu assistesti a quella brutta sceneggiata e vi credesti, a quel punto lasciai che la storia seguisse il suo corso. Temevo però che tu finissi nei guai; giunto a questo punto, cercai pertanto di avvalorare la tesi della mia sbandata per spingerti a lasciarmi: tornai a casa ad orari improponibili, mi rifiutai di fare il “bagno” con te (e non sai quanto m’è costato questo), mi feci sporcare la camicia di rossetto, tutto per renderti sospettosa e fatti agire come una donna gelosa, tradita dal marito (confidavo, conoscendoti, che alla fine avresti lasciato casa nostra, del resto è quello che volevi fare quella volta famosa con Sonoko). Speravo che i nostri nemici, vedendo che c’eravamo separati, credessero al mio rapporto amoroso con Ami e non toccassero te ed i ragazzi (avrai visto che qualcuno controllava casa nostra! Erano loro che studiavano la situazione). Decisi di rimanere a vivere alla villa per permettere ai nostri avversari di notare che avevo delle uscite molto abitudinarie e che quindi sarebbe stato facile aggredirmi poco prima della residenza dei Kawashima (seguendo il sistema che hai attuato tu)”.

“Ma allora, quando al parco le dicesti ‘Sarò al tuo fianco fino alla fine’ intendevi parlare dei pericoli che correva?”

“Precisamente!”

“E come speravi di evitare il tuo sequestro?”

“Semplice, ho sempre agito in accordo con il questore Megure ed il commissario Sato. Miwako era perfettamente informata di ogni mia mossa. Nelle rose che hai buttato in mare c’era un microfono tramite il quale ero in contatto con la polizia, nei cioccolatini c’era un segnalatore. Ho effettuato quella strada ogni giorno, con fiori e cioccolatini, nella speranza d’essere rapito, ma senza risultato. Quando vidi la tua auto bloccarmi il passo, sulle prime pensai che fossero loro, per questo non scesi dal veicolo. Quando ti riconobbi, avvisai Sato e Takagi che era un falso allarme e dissi loro di non fare nulla. Speravo di farti allontanare velocemente da lì; poi, però, hai fatto la tua scena madre, buttando tutto di sotto ed ora la polizia non sa dove ci troviamo”.

“Scena madre? Ma hai idea di come mi sia sentita quando ho visto che avevi un’altra, quando trovai il rossetto sul colletto, quando ti vidi al parco fare quelle cose indecenti con il rischio di farti vedere dai passanti, quando non mi parlavi al telefono, quando m’hai detto che ero una vecchia e che mi lasciavi per questo? Ti avrei ammazzato, altro che scena madre! E poi, mi vuoi dire che quando Sheryl mi rispose in malo modo al telefono era una recita?”

“Esatto! Visto che continuavi a chiamare, la prima volta le dissi di farsi sentire mentre mi diceva che il bagno era pronto e poi la spinsi a parlarti in quel modo. Lei non voleva, era contraria all’idea di farti soffrire. Infatti al parco, prima che la baciassi, mi chiese se non era il caso di dirti tutto, che tu avresti capito la situazione. Devo ammettere però che fu un po’ sibillina e posso capire che tu abbia compreso altro. Poi commisi un errore e raccontai ad Ami che tu eri dietro quella siepe; lei ci rimase male e si sentì dispiaciuta per averti fatto assistere a tutta quella sceneggiata, così, di nascosto da me, ti inviò un messaggio in cui ti confortava e ti faceva forza”.

“Era suo? Ma dove ha preso il mio numero di telefono? Io non gliel’ho mai dato!”

“Sì, fu lei (mi disse d’averlo ottenuto da Conan la sera in cui venne a cena da noi dicendogli che sarebbe stato per lei un onore avere il numero della sua scrittrice preferita), mi arrabbiai moltissimo! Se tu avessi capito, saresti stata in pericolo ed anche il piano sarebbe potuto andare a rotoli. Per questo fui duro con te quando vi vidi al parco. Temevo che t’avesse detto qualcosa, ma per fortuna ero arrivato in tempo (infatti la pedinavo di nascosto per tenerla sott’occhio, per ciò ho annullato tutte le altre indagini che avevo in corso; dovevo concentrarmi solo su questo caso)”.

“Ma cosa vogliono ora questi rapitori?”

“Se, come credo, sono scagnozzi del tutore, vorranno costringere Ami a firmare la delega minacciando di ammazzarmi. Per questo non dovevi essere qui. A quest’ora ci sarebbe Sato con i suoi uomini qua fuori”.

“Sei un idiota patentato. Dovevi dirmi tutto. Non so proprio se potrò mai perdonarti!”


“Allora, signor Kudo, ha riflettuto un po’? Credo che sia il momento di fare due chiacchiere”.

Il capo della banda di rapitori fece il suo ingresso. Era davvero un brutto ceffo, con la testa rasata ed una lunga cicatrice sulla guancia destra.

“Credo che dovrebbe chiamare la signorina Kawashima e dirle cos’è accaduto”.

“Prima però liberate la signora, non c’entra nulla!”

“Come, noi pensavamo che fosse felice di poter parlare con sua moglie, dopo tanto tempo!”

“Non è più nulla per me. È solo un peso, mandatela via!”

“Allora, se è un peso, non le dispiacerà se i miei ragazzi passeranno un po’ di tempo con lei, prima d’ammazzarla. Sa, non è niente male. Ma se lei è tanto idiota da preferire una ragazzina … i gusti sono gusti! Ragazzi, è tutta per voi!”

Vidi quattro dei rapitori avvicinarsi ed afferrarmi. In pochi attimi fui in piedi, mentre i tizi mi trascinavano in un’altra stanza. Però il capo li fermò.

“Bene, signor detective, che ne dice? La facciamo questa telefonata?”

Shinichi non rispose nulla, ma lanciava sguardi di sfida verso il suo avversario.

“Come vuole lei, detective. Ragazzi, perché non vi divertite di qua? Magari al signor Kudo fa piacere osservare sua moglie stuprata. Ed andate a chiamare anche gli altri; non è giusto che vi divertiate da soli. Come si dice: più si è, meglio è!”

Si mise a sghignazzare in modo lascivo. Io avevo la nausea e sinceramente temevo per quello che sarebbe accaduto. Non saremmo mai usciti vivi da là; la polizia non sapeva dove fossimo ed io non avevo detto niente a nessuno. Ci avrebbero fatto a pezzi. Guardai mio marito, lo vidi pallidissimo, mentre gli altri delinquenti (ne contai rapidamente un otto, forse gli altri quattro erano fuori di guardia) si avvicinavano a me ed iniziavano a mettermi le mani addosso strappandomi la camicetta (erano troppi per poterli respingere, in più ero legata, e quindi non riuscivo a far altro che dimenarmi senza concludere nulla). Ero ormai in reggiseno, quando il mio uomo urlò:

“Lasciatela, … maledetti, … lasciate … mia moglie!”

“Non vi siete separati? Con tutte le cose brutte che va dicendo in televisione, ora si preoccupa per lei?”

“Lasciatela … per favore … è mia moglie … mia moglie!”

“La telefonata, signor Kudo!”

“Va bene, va bene, farò quello che vuoi, ma lasciatela stare!”

Il capo schioccò le dita, quegli energumeni si fermarono e mi riportarono accanto a mio marito.

“Stai bene?”

Annuii senza dire nulla (quante volte, in vita mia, ho partecipato ad eventi come questi? Credo d’aver perso ormai il conto!).

“Farò come vuoi, ma prima voglio vedere il tuo mandante!”

“D’accordo, signor Kudo, purché si finisca questa storia”.

Dal fondo della stanza apparve un uomo, un signore di circa 50 anni, alto e robusto, con capelli bianchi ed ampi baffi, vestito molto elegantemente, sembrava un gentiluomo d’altri tempi.

“Lei, se non sbaglio, è il tutore di Ami. Il signor Nagaishi, vero?”

“Vedo che mi conosce! Bene, questa telefonata?”

“Che ne sarà della ragazza quando avrà firmato la delega?”

“Non preoccuparti per la tua amichetta, quando avrà portato i documenti firmati nel posto che le dirò la manderò nel luogo dove ho spedito i suoi genitori; così il patrimonio dei Kawashima sarà tutto mio, finalmente!”

“Tutto questo grazie ad una delega?”

“Non mi interessa più la delega! Quella che firmerà sarà un testamento in cui mi lascia erede universale di tutti i suoi beni; quando avrò messo le mani sui soldi sistemerò quella stupida come merita! Ed ora chiami!”

“Va bene, ma liberate la donna! Non vi serve a nulla!”

“Non sei nella condizione di chiedere niente”; così dicendo, uno degli scagnozzi diede un pugno a mio marito e gli spaccò il labbro, il sangue iniziò a colargli sul colletto.

“Kudo, poche storie, chiami subito o sua moglie farà una brutta fine!”

“Non credo proprio!”

La voce femminile che pronunciò questa frase ci fece alzare la testa verso l’alto. In un punto della passerella sovrastante si vedeva un’ombra stagliarsi contro la luce della Luna.



CONTINUA


Nel prossimo capitolo:

"Dovrei offendermi, non m’avete riconosciuta? Ma che razza di zoticoni! Che gente senza un minimo di buon gusto! Ma chi cavolo frequenti, Shin-chan?”
 
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view post Posted on 23/7/2016, 17:16     +1   -1
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The Dark One

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indagini di sto caxxo, kudo. un calcio nelle palle e il divorzio ti meriti solamente :angry:
 
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view post Posted on 23/7/2016, 19:48     +1   +1   -1
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Detective avanzato

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CITAZIONE
“Per chi sono le rose? Ed i cioccolatini?”

“Per … per Ami”.

“Risposta sbagliata!”

Afferrai i fiori e li gettai via; le rose precipitarono dallo strapiombo e finirono in acqua, subito dopo stessa sorte fece la scatola di cioccolatini.

Battute taglienti e violenza gratuita; così la vogliamo la nostra Shiho

L'ennesima indagine di Kudo... dopo l'ultimo capitolo ci avrei scommesso. Quando si tratta di fare imbecillate, è un fenomeno, solo che una cazzata di queste proporzioni non l'aveva mai fatta.
 
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Mithian~
view post Posted on 23/7/2016, 21:42     +1   -1




Caro Shinichi, se fossi stata in Shiho ti avrei tirato un calcio là sotto talmente forte da farti castrare :grrr:
Va bene l'indagine, ma con una boiata (per non dire altro) del genere ha decisamente superato il limite.
 
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view post Posted on 24/7/2016, 08:34     +1   -1
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Concordo. Se finora avete visto una moglie disperata per aver perdo il marito, ora vedrete una donna che scopre quanto è scemo suo marito!

Ma per ora una figura femminile si staglia contro la luce della luna: che sia Sailor Moon?
 
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view post Posted on 28/7/2016, 15:04     +2   +1   -1
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Niente da fare, tutta la tetralogia (più il prequel), è perfettamente curato. Del giallo in sè frega relativamente (sarebbe Gosho che dovrebbe impegnarsi maggiormente in questo campo), perchè quello che interessa sono le relazioni tra personaggi.
Vediamo Yukiko che combina (credo che nello spoiler sia proprio lei).

Quasi quasi... avrei una mezza idea di mettermi a scrivere anch'io una FF di cui ho una buona metà del soggetto base in mente da un paio di mesi. Tanto alla fine... non concorriamo per il nobel per la letteratura ^^.

Magari provo a buttare giù le idee su carta e poi trasferirle su word e pubblicare mano a mano il tutto. Anche se sarà un diretto seguito delle vicende del manga e non sarà ambientato dopo un'ipotetica fine delle vicende.
 
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view post Posted on 29/7/2016, 07:52     +1   -1
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Dopo essermi ispirato a famosi film nel prequel, nel sequel è toccato a Disney. Da bambino lessi "La sbandata di Topolino", storia in cui il nostro topo sembrava mollare Minni per una topolona con un km di gambe e soldi a palate (ovviamente doveva difenderla da dei brutti ceffi). Così ho pensato: se l'ha fatto Topolino (che è il prototipo del bravo ragazzo), perché non potrebbe farlo Kudo (che è il prototipo dell'idiota)?

Questo per la prima parte, la seconda parte della storia, invece è originale 100%. Mi sono ispirato solo a quanto avevo scritto alla fine della tetralogia (sull'estate "ormai famosa" in cui Ran Kudo s'era sposata. Ora sapete perché era famosa questa estate).
 
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view post Posted on 30/7/2016, 07:59     +1   +1   -1
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Che succede quando tua moglie scopre che sei un idiota ed ha il tempo per rifletterci su? Ma prima... ecco a voi la paladina degli oppressi che arriva in soccorso!


Capitolo 13 Liberazione

“Chi cavolo sei tu?”, urlò Nagaishi, mentre i suoi uomini puntavano le armi contro quella figura.

“Dovrei offendermi, non m’avete riconosciuta? Ma che razza di zoticoni! Che gente senza un minimo di buon gusto! Ma chi cavolo frequenti, Shin-chan?”

A quella frase non potei credere alle mie orecchie e neppure Shinichi che, infatti, spalancò occhi e bocca. Intanto delle luci s’accesero verso la persona misteriosa che fu così totalmente illuminata: il nostro presentimento si tramutò in realtà!

“Sono l’unica ed inimitabile Baronessa della Notte! Liberate mio figlio e mia nuora ed arrendetevi!”

“Chi saresti tu? Sei solo una vecchia sclerotica! Ragazzi, fatela fuori e continuiamo con il nostro lavoro!”

Mentre i criminali s’apprestavano a fare fuoco, Yukiko, per nulla intimorita, aggiunse:

“Mi prendete per scema? Pensate che sia qui da sola?”

Schioccò le dita e tutto il magazzino fu illuminato a giorno. Eravamo totalmente circondati da poliziotti. Apparvero Megure, Sato e Takagi, oltre ad Ami Kawashima. Il questore, con il solito cappello in testa, disse:

“Polizia, siete circondati, gettate le armi ed arrendetevi, vi dichiaro in arresto per sequestro di persona e ricatto!”

“Non è possibile! Dove sono i quattro che erano di guardia?”

“Dovresti scegliere meglio i tuoi collaboratori, zio Nagaishi! È una vergogna che degli uomini fatti e finiti non sappiano resistere ad una povera ragazzina a cui, accidentalmente, scoppi il primo bottone della camicetta mettendo in mostra un po’ di seno!”

Ami, mentre diceva ciò, si mise a mimare il gesto che, evidentemente, aveva compiuto all’esterno distraendo, e non stento a crederlo, le sentinelle.

“Dannazione!”, urlò il tutore che s’avventò su di me, mi fece alzare da terra e mi prese come scudo, puntandomi la pistola alla tempia, poi continuò, “ora mi farete uscire di qui o questa vecchia puttana ci rimette il cervello!”

Potevo tollerare tutto, ma dopo un mese infernale come quello, se c’era una cosa che mi mandava in bestia era che qualcuno scherzasse sulla mia età. Non persi tempo: con il tacco della scarpa colpii il piede del mio sequestratore che mollò la presa, poi ruotai su me stessa e, nonostante le mani legate dietro la schiena, lo presi in pieno volto con un calcio di quelli che mi aveva insegnato qualche tempo prima la nostra amica Ran.

Il malvivente volò ad alcuni metri, i suoi uomini gettarono le armi e s’arresero. Takagi provvide a liberarmi le mani, mentre Yukiko andava da Shinichi.

“Ancora con la Baronessa della Notte? Ma non ti vergogni alla tua età? Da dove spuntano quei riflettori? E come hai fatto a trovarci? Potevi farti ammazzare!”

“Semplice, ho pedinato Shiho per tutto il pomeriggio e poi vi ho seguiti fino a questo magazzino del porto, inoltre il questore m’ha dato un giubbotto antiproiettile, sebbene sia scomodo e poco elegante!”

“Allora era tua l’auto sportiva rossa che mi era sembrato di aver visto dietro di me!”

“Esatto!”

“Confessa, mamma, è stato papà a dirti cosa fare, vero? Scommetto che aveva capito tutto, quel vecchiaccio!”

“Be’, in effetti Yusaku, a cui facevo un resoconto completo delle tue follie ogni sera, m’ha suggerito di non perdere di vista tua moglie. Poi anche tua figlia Ran, tornata a casa, mi raccontò del piano di sua madre per parlarti e sollevò perplessità sul tuo operato da scapestrato sostenendo che stavi certamente facendo qualcosa di pericoloso e di stupido ed avevi inscenato la farsa della sbandata per proteggere la famiglia. Così ho affittato la prima macchina che ho trovato e sono partita all’inseguimento”.

“Nel frattempo noi, dopo aver perso i contatti, siamo giunti vicini alla residenza dei Kawashima ed abbiamo trovato le vostre auto abbandonate”, proseguì Megure, “quindi abbiamo contattato la signorina Ami per sapere novità. In quel momento è arrivata la chiamata di Yukiko che ci ha indirizzati verso questo luogo che, per inciso, è parte dei beni della famiglia Kawashima”.

Shinichi, mentre la spiegazione andava avanti, si tolse la giacca e me la diede per farmi coprire, essendo rimasta praticamente con il pantalone ed il reggiseno. S’avvicinò intanto Ami che chinò il capo:

“Signora Kudo, le chiedo perdono per quanto ha sofferto. Sono mortificata!”

La ragazza era certamente sincera ed il racconto di mio marito mostrava che era lui il maggior responsabile del pasticcio, ma non potevo togliermi dalla mente le scene di loro due che amoreggiavano ovunque capitasse. Sebbene fosse stata una finzione, il mio dolore era stato autentico. La giovane alzò la testa, io mi avvicinai e le diedi un violentissimo ceffone che le lasciò l’impronta sulla guancia.

Shinichi mi rimproverò:

“Shiho, smettila ora! T’ha chiesto scusa, era solo lavoro. Ti giuro che tra noi non è accaduto nulla, abbiamo solo fatto finta! Datti una calmata!”

Non ci vidi più dagli occhi, mi voltai contro di lui e lo aggredii:

“Darmi una calmata? Ma lo sai, pezzo di deficiente, cosa ho passato in questo mese? Quanto ho sofferto? Ho rischiato di finire in depressione per il tuo caso. Maledetto insensibile! Ed ora mi dici di calmarmi? Non mi calmo proprio, invece. Ti chiesi se c’era un’indagine di mezzo e tu mi giurasti, MI GIURASTI, che non era così! Hai giurato il falso, a me … a tua moglie! Mi hai guardata negli occhi e mi hai detto una menzogna; una falsità gravissima! Ti odio, ti odio da morire!”

Mio marito si avvicinò e cercò d’abbracciarmi, ma lo respinsi; avevo le lacrime agli occhi.

“Su, non fare così! Si sistemerà tutto. Torniamo a casa!”

“Vacci tu a casa … e portati la tua amichetta! Basta! Sono stufa di te e delle tue investigazioni; è una vita che mi prendi in giro ed io perdono ogni cosa. Questa volta hai superato il segno. Non ci torno a casa: voglio il divorzio!”

L’avevo detta! Avevo detto quella parola! È incredibile il cuore degli esseri umani: fino ad un paio d’ore prima ero uscita dall’albergo pensando al modo di riconquistare mio marito, ero partita per l’incontro decisa a fare di tutto per riprendermelo; ed ora, avendo scoperto che non l’avevo mai perso, l’unica cosa a cui ero riuscita a pensare era stato il divorzio (ero stata irrazionale ed impulsiva?). Il gelo calò sul magazzino. I poliziotti erano andati via con gli arrestati, erano rimasti, oltre a noi, Ami, Yukiko, Megure, Takagi e Sato. Nessuno fiatava; penso che avessero in mente il detto: “tra moglie e marito non mettere il dito”; sembrava quasi che non respirassero. Shinichi era rimasto impietrito, suppongo che non s’aspettasse tale reazione da parte mia, ma come poteva pensare che potessi far finta che non fosse successo nulla? Cercò pertanto d’avvicinarsi:

“Shiho … io …”.

Anche lui si prese il suo bello schiaffone, tra l’altro era un mese che sognavo di darglielo!

“Stammi lontano e non mi toccare! Non voglio più vederti. Voglio il divorzio, lo dico e lo ripeto qui, davanti ai tuoi amici del dipartimento ed a tua madre”.

A questo punto Megure, poverino, cercò di mettere pace:

“Shiho, capisco il tuo stato d’animo, però Shinichi …”.

“Ed a proposito, signor questore: che razza di poliziotto può approvare un piano che faccia soffrire una povera donna che crede d’essere tradita da suo marito? Che avrebbe fatto Midori se fosse stato lei a comportarsi così? Mi risponda!”

Il questore rimase in silenzio per qualche attimo, poi, incalzato da me, mormorò:

“Al tuo posto, … mi avrebbe ucciso!”

“E tu, Sato, cosa faresti se Takagi si comportasse come mio marito?”

La commissaria preferì rimanere in silenzio, ma si capiva che mi dava tacitamente ragione.

“Signora Kudo, per favore, ragioni …”, riprese Ami.

“Fai silenzio tu! Ovviamente non sei più la benvenuta al matrimonio di mia figlia e gradirei che scomparissi dalla mia vista per sempre. In quanto a te, Shinichi, dopo le nozze di Ran procurati un avvocato, ne avrai bisogno!”

Gli gettai la sua giacca in faccia, non volevo avere nulla di suo su di me, cercai di sistemare alla meno peggio quello che rimaneva della mia camicetta ed uscii da quel magazzino. Avevo il cuore a pezzi, ma una parte di me era felice per aver detto tutto quello che covavo dentro da un mese.

Mi misi a respirare a pieni polmoni l’aria della sera. Sentii dei passi alle mie spalle; mi voltai, era mia suocera.

“Sei venuta a perorare la causa di tuo figlio?”

“No; è un idiota e se per questa sua bravata dovesse perdere una donna come te se lo sarà solo meritato. Non spenderò una parola per difenderlo. Però, se vuoi, ti posso dare una giacca ed un passaggio in hotel. Per quanto riguarda la tua auto, Takagi ti fa sapere che domani mattina la riporteranno al tuo albergo”.

L’abbracciai e salii sul suo veicolo.

Il tragitto da Yokohama, dove ci trovavamo, ad Haido, non fu lunghissimo. Ne approfittai per far riposare la mente. In effetti Yukiko non disse nulla su quanto avvenuto nel magazzino. Rimase in silenzio per tutto il tragitto, forse non sapeva cosa dire (e già questo era un miracolo). Fui io a prender discorso:

“Sbaglio, forse?”

“Non lo so. Ti consiglio di riflettere sulla tua vita con mio figlio; avete vissuto insieme per trent’anni ed avete avuto tre figli. Avete avuto certamente momenti difficili, molti dovuti alla stupidità di Shinichi ed al suo modo malato di proteggerti tacendoti la verità, ma avete avuto anche momenti da fiaba. Devi valutare tutto attentamente; se quest’ultima bravata è stata tale da annullare da sola quanto di bello e di buono c’è stato nella vostra vita coniugale, allora divorzia e rifatti una vita, nessuno ti potrà biasimare. Se però l’incanto dello svegliarti al suo fianco, del fare l’amore, del vivere insieme, dall’accudire e crescere i bambini, dell’affrontare le difficoltà della vita, sopravanzano questa sua ultima alzata di testa … allora perdonalo e torna da lui. Mio figlio è certamente uno stupido, ma sono sicura che ti ama alla follia. Ho visto come ha cercato di proteggerti in quel magazzino. Ecco … siamo all’albergo”.

“Tu cosa faresti al mio posto?”

“Ho tante volte discusso con Yusaku che, per certi versi, assomiglia inquietantemente a suo figlio. A volte ho sbraitato, ho urlato, sbattuto la porta, sono andata via di casa, ho minacciato il divorzio, … ma stiamo ancora insieme dopo tutti questi anni, e sono ormai 55. Il nostro amore ha superato ogni avversità e difficoltà, ci siamo completati a vicenda e non potrei immaginare la mia vita senza quello scrittore scriteriato e sbruffone. Non posso essere io a dirti cosa fare; rifletti, figlia mia, rifletti e troverai la soluzione!”

Scesi dall’auto più confusa di prima, ringraziai Yukiko, a cui dovevo a questo punto la vita, ed entrai.





Capitolo 14 La vendetta di Shiho

I giornali della notte e quelli del giorno seguente e le televisioni parlavano come sempre di Shinichi. Ma questa volta la suonata era cambiata. Mio marito, affiancato da Ami e da Megure, aveva convocato una conferenza stampa e spiegato a tutto il Giappone quanto avvenuto.

Rimasero tutti basiti e ci volle tutto il peso di Megure per convincere i giornalisti che la “sbandata di Shinichi” non era altro che un piano per catturare dei criminali. Ami, poi, aggiunse che a breve sarebbe partita per raggiungere il suo vero fidanzato, il ragazzo che interpretava Mercuzio, che l’attendeva a Los Angeles.

Un giornalista della Nichiuri Tv domandò quindi:

“Signor Kudo, sua moglie come l’ha presa? Era anche lei d’accordo?”

Shinichi rimase un attimo in silenzio, poi rispose:

“No, mia moglie non sapeva nulla ed ha creduto che la stessi tradendo. Ha sofferto enormemente per questa mia indagine e sono profondamente addolorato che ciò sia avvenuto. Ovviamente s’è infuriata quando ha saputo la verità, ma confido che, in poco tempo, mi perdonerà e tornerà al mio fianco!”

Aveva parlato troppo, infatti, un altro inviato chiese:

“Vuol dire che al momento siete separati?”

Penso che maledisse la sua lingua lunga in quel momento; dopo qualche attimo d’esitazione:

“Sì … ecco … Shiho ha bisogno di far ordine nella sua mente. Credeva d’avermi perso ed invece non era vero, perciò sta passando qualche giorno sola con se stessa per riprendersi. Ma sarà di sicuro tornata a casa per le nozze di nostra figlia tra cinque giorni”.

Era il solito ottimista, pensava che qualche giorno bastasse a cancellare le sue pazzie. Ma era un mese che vivevo da sola e non ero pronta a perdonarlo. Anzi, passando le ore, l’idea del divorzio sembrava sempre più allettante, una panacea al mio dolore; soffrivo ancora come quando credevo d’essere tradita, per me quel tradimento era stato reale, lui sapeva d’essere nel giusto, ma per me era stato un fedifrago e l’era stato per un mese. Come poteva pensare che tutto tornasse alla normalità così, schioccando le dita?

Per passare il tempo decisi di cambiare canale. Saltando da una rete all’altra fui colpita dal faccione allegro e sghignazzante del nostro vecchio amico Kogoro Mori. Incuriosita ascoltai quello che diceva. Era davanti a casa sua, quella dove vivevano lui ed Eri da quando erano ritornati insieme; un giornalista gli stava chiedendo un’opinione sulla storia di Shinichi.

“Che cosa v’avevo detto quando mi incontraste davanti a villa Kudo? Shinichi ama sua moglie e nessun’altra; io, il grande detective Mori, sebbene in pensione, avevo capito fin da subito che il tradimento di Kudo era solo una farsa, ma voi non m’avete creduto, m’avete preso per un vecchio sentimentale. Invece Kogoro Mori, il detective in trance, ha fatto colpo ancora una volta … ah, ah, ah!”

Mi faceva tenerezza il modo in cui si convincesse da sé di quello che più gli faceva comodo: nonostante l’età era rimasto sempre lo stesso!



Trascorsi la giornata al telefono. Tutti gli amici e conoscenti, appresa la notizia, chiamarono, felici che Shinichi non m’avesse tradita. Risposi a tutti con cortesia ed affabilità, ma non riuscivo ad essere allegra come loro. Ultima telefonata del pomeriggio giunse quella di mio marito. Questa volta era lui a cercarmi; questa volta fui io a negarmi: non risposi, anzi feci cadere la chiamata. Nelle due ore seguenti mi richiamò ad intervalli di cinque minuti, sperando che rispondessi, ma non fu così. Che provasse lui cosa significa non ricevere attenzioni da chi ami, essere ignorato, cancellato!

Si fecero le 20:00; il cellulare continuava a suonare, era sempre lui. Lasciai in camera il telefonino ed andai al ristorante per la cena. Avevo appena finito il primo che me lo ritrovai, ansimante e sudato, davanti al tavolo.

“Il famoso detective dell’Est mi degna della sua presenza!”, fui un po’ acida, devo ammettere; forse fui pure carogna, ma devo confessare che vederlo in quello stato mi ripagava delle sofferenze patite in quei trenta giorni.

“Ti devo parlare, se permetti!”, aveva un tono da cane bastonato. Con non celata sufficienza gli diedi il permesso di sedersi.

“E dove hai lasciato la tua dolce fidanzata?”

“In questo momento è al Narita, sta partendo per l’America per raggiungere il suo ragazzo. Comunque, prima di andarsene, ha portato un regalo di nozze a Ran ed ha scritto questa per te”.

Mi consegnò una lettera che posai in tasca:

“Vuoi mangiare qualcosa?”, gli chiesi; del resto non si dica che lasci qualcuno morire di fame. Negò con il capo, chiese solo un po’ d’acqua: era assetato.

“Avrai seguito la conferenza stampa, perché non rispondi alle mie telefonate? Ho chiamato anche al centralino dell’hotel, hanno negato che tu alloggiassi qui; per poter entrare al ristorante ho dovuto dare un pugno al cameriere”, e questo spiegava anche il suo rossore sul volto, evidentemente il cameriere, che avevo pagato per impedire a chiunque di avvicinarsi a me, aveva preso sul serio il suo incarico.

“Sì, ho sentito tutta la spiegazione, ho letto anche i quotidiani, del resto si parla di te da un mese; ma tutto questo a cosa dovrebbe portare? In che modo la conferenza stampa con il tuo amicone Megure dovrebbe cambiare la situazione? Mi hai tradito!”

“Ma non è vero!”

“Come lo chiami uno che abbandona sua moglie, non la cerca, non le parla, e quando lo fa le dice solo cattiverie e bugie, e questo per un mese intero?”

“Ma l’ho fatto per te, per proteggerti!”

“Facendomi credere che avessi un’altra? Hai uno strano senso della protezione; ma del resto hai sempre fatto così: di cosa mi stupisco? Solo che questa volta non perdono più: sono stanca di passare per stupida e poi perdonare tutto davanti al tuo viso sbruffone che chiede scusa. Sono trent’anni che ti prego di non comportarti così, anzi lo faccio da quasi quaranta, da quando ero Ai Haibara, e siamo sempre allo stesso punto. Tu prometti di smetterla, poi lo rifai sistematicamente, io mi arrabbio, tu fai gli occhi da cucciolone smarrito, mi prometti che non accadrà più, ti perdono e si ricomincia. Ora basta, sono stanca: metà del nostro matrimonio s’è basato sulle bugie; te lo ripeto: voglio il divorzio con addebito!”

Rimase in silenzio, con il capo chino; poi disse, quasi mormorò:

“Hai ragione, sono stato uno sciocco ed alla fine non sono nemmeno riuscito a proteggerti. Non avevo proprio pensato che potessi aspettarmi in quella strada, proprio nel giorno in cui avevano deciso di rapirmi. Hai rischiato d’essere violentata ed uccisa davanti a me; t’ho fatto soffrire un mese per nulla. Ma, ti prego, ti scongiuro, per amore dei nostri figli, perdonami! Perdona questo stupido idiota che ti ama; ho agito male con te, lo so, ma l’ho fatto per amore, solo per amore!”

Rimase nuovamente in silenzio; io finii di cenare e m’alzai da tavola, senza dire nulla. In compenso avevo lo stomaco attorcigliato (non si deve cenare mentre si discute di cose così complesse). Stavo per andarmene quando sentii un rumore alle mie spalle; mi voltai e vidi che Shinichi s’era messo in ginocchio (essendo io mezza inglese ed avendo trascorso l’infanzia in America non avevo mai compreso fino in fondo questa mania nipponica del gettarsi sempre a terra per chiedere scusa. Di sicuro, però, il gesto di mio marito mi colpì; non l’aveva mai fatto con nessuno).

“Ti prego in ginocchio, Shiho, torna a casa con me!”

Il mio primo istinto sarebbe stato d’abbracciarlo e baciarlo lì, dove ci trovavamo, davanti a tutti gli altri clienti che iniziavano a mormorare. Ma mi trattenni, mi voltai ed andai via, mi sentivo molto turbata. Shinichi rimase lì inginocchiato ed a capo chino.



La mattina seguente giunse mia figlia Ran e le raccontai ogni cosa. Credo che tutti, in famiglia, sperassero che si tornasse alla normalità ed io riprendessi il mio posto a villa Kudo. Di sicuro la mia primogenita, incinta e quasi sposa, colei che più m’aveva aiutato in quel mese d’Inferno, era anche la più convinta sostenitrice della concessione del perdono a suo padre:

“Sappiamo che è un bambinone, io l’ho capito quando avevo 3 anni, ma a questo punto è chiaro che ti vuole bene, non puoi proprio perdonarlo, mamma?”

Fui irremovibile e preferii cambiare discorso, i preparativi per il matrimonio erano ormai completati. Io non avevo potuto fare nulla, ed anche questo mi faceva infuriare contro quello scemo patentato. Ran mi mostrò l’enorme collier che Ami le aveva regalato; devo ammettere che la ragazza aveva buon gusto. Mia figlia mi fece anche notare che, unica della famiglia, non avevo un abito per il gran giorno: ero la madre della sposa. Rimasi allibita: grazie tante, Shinichi!

Decidemmo di andare da Fusae e scegliere qualcosa di adeguato; alla fine presi un bel tailleur color grigio perla con gonna e giacca più tutti gli accessori necessari. Scoprii pure che mia figlia non aveva ancora un completo per la prima notte di nozze; l’aiutai a sceglierlo e prendemmo un sensualissimo babydoll in seta nero. Se Toichi aveva i gusti di mio marito, sarebbe uscito pazzo. Mia figlia non era troppo convinta, gli sembrava troppo sfacciato; ma alla fine la persuasi, anche con l’aiuto di Fusae, ed ebbi il piacere di pagare io l’acquisto, così potei regalare qualcosa di importante alla mia futura sposina. Uscite dall’atelier andammo dal parrucchiere per concordare l’acconciatura per me (oltre a manicure e maschera facciale, un mese di afflizioni stava lasciando il segno sul mio viso!). Fu una mattinata frenetica ma facemmo tutto quello che nel mese precedente non avevo potuto fare (visitai anche la vecchia villa di mio padre Hiroshi ed osservai come era stata rimodernata). La giornata con Ran mi fece dimenticare, per qualche ora, mio marito.

Questi si rifece vivo nel tardo pomeriggio e mi chiese di potermi parlare di persona. Accettai e ci incontrammo al parco, proprio su quella panchina su cui s’era dato da fare con Ami. Shinichi comprese subito che non era una scelta casuale:

“Era il caso di scegliere questo posto?”

“Perché, mi sembra che tu ti ci trovi bene; o sbaglio?”, lo punsi acidamente.

Si capiva subito che, se avessimo proseguito con questo andazzo, avremmo finito per litigare in modo grave, mio marito, quindi, saggiamente, non assecondò le mie frecciatine e cambiò discorso:

“Shiho, ho bisogno del tuo aiuto. Domani sera ci sarà il furto di Kid al museo, devo impedire che avvenga ma devo anche parlare con quel ladro”.



CONTINUA


Nel prossimo capitolo:

“Non posso restare con te, questa notte?”
 
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view post Posted on 30/7/2016, 17:54     +1   +1   -1
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The Dark One

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di-vor-zio, di-vor-zio, di-vor-zio!!!!!!!!!


altro che sailor moon, goku, robottoni e maghette varie.... c'abbiamo la baronessa della notte qui!!!!!
 
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view post Posted on 30/7/2016, 19:30     +1   -1
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Shiho spiazza tutti; divorzio!!! Ahahahah.
 
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Mithian~
view post Posted on 31/7/2016, 21:04     +1   -1




L'entrata di Yukiko è decisamente ad effetto, è proprio da lei!
E brava Shiho, il divorzio mi sembra il minimo!
 
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view post Posted on 5/8/2016, 08:31     +1   +1   -1
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...IN SHIHO WE TRUST...
targ

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Ecco il nuovo capitolo, Akemi avrà un ruolo fondamentale nella questione. Dato che tra poco vado in villeggiatura, posto oggi l'appuntamento di domani. I prossimi aggiornamenti saranno ballerini, ma comunque settimanali, non è detto che siano però di sabato. Intanto buona lettura.



Capitolo 15 Una richiesta inaspettata

Rimasi stupita, non solo mi chiedeva aiuto per un caso, ma voleva parlare con Kid.

“Se cerchi un modo per farmi rientrare nella tua vita, trova qualcosa di meglio!”, feci per alzarmi, ma lui mi trattenne.

“Aspetta, ascolta, poi deciderai! Prima che iniziasse tutta questa storia con Ami ti dissi che avevo scoperto cose sul conto di Kid che mi davano da pensare. Ti dissi pure che non volevo che Ran partecipasse all’azione, ricordi?”

Annuii.

“Bene, ho proseguito le ricerche ed ho scoperto che il Kaito Kid attuale è il figlio del Kid che aveva operato in passato e che aveva sfidato mio padre. Questo è in attività da circa quarant’anni, da quando eravamo stati rimpiccioliti dall’APTX. Ho scoperto che il nostro ladro vuole vendicare suo padre, ucciso da dei criminali, e per farlo e sgominare la loro banda sta cercando un gioiello particolare. Per questo restituisce sempre la refurtiva, in quei gioielli non c’è ciò che cerca”.

“Tutto molto interessante, ma non vedo come la cosa dovrebbe interessarmi!”

“Ti interesserà di certo, dal momento che Kid non è altri che Kaito Kuroba il tuo futuro consuocero!”

Non credevo alle mie orecchie:

“Sei sicuro?”

“Al 100%; una volta Kid restituì un oggetto rubato dalla famosa Phantom Lady. In quell’occasione lo incontrai per caso e mi fece capire che la ladra era sua madre; feci diverse ricerche ed alla fine scoprii che dietro Phantom Lady si nascondeva Chikage Kuroba, madre di Kaito Kuroba e vedova del mago Toichi Kuroba. Notai che i furti di Phantom Lady cessarono proprio quando Chikage si sposò con Kuroba mentre Kid divenne famoso per il suo vestito bianco proprio in quello stesso periodo. Il mago Kuroba morì in un incidente durante l’allestimento di uno spettacolo; indagando ho scoperto che ci sono parecchi dubbi sulla natura dell’incidente in questione. Ho anche saputo che mio padre aveva scoperto che il primo Kid era Toichi Kuroba, me l’ha detto lui stesso, quando gli ho parlato il mese scorso, questa informazione mi ha convinto della bontà delle mie deduzioni: per farla breve, sono risalito fino a Kaito; ci sono voluti quarant’anni, ma il mistero di Kid è stato svelato. Per questo non voglio che Ran partecipi alla trappola contro di lui; cosa accadrebbe se nostra figlia scoprisse che il famoso ladro che odia è suo suocero?”

“Cosa vuoi fare?”

“Devo certamente impedire il furto, ma voglio parlare con Kid, voglio convincerlo a smetterla con le rapine; che lo faccia per i nostri ragazzi. Se vuole incastrare i criminali che uccisero suo padre gli darò una mano: abbiamo distrutto gli Uomini in Nero, questi non saranno poi tanto peggiori. Per questo voglio che tu sia il mio Watson in questa occasione, fosse anche per l’ultima volta. Dobbiamo farlo per Ran!”

Rimasi interdetta, non m’aspettavo tutto questo mistero; ma perché la nostra famiglia deve complicare anche una cosa semplice come un matrimonio? Sebbene non fossi felicissima di lavorare ancora con Shinichi, non potevo tirarmi indietro se c’era la felicità della mia bambina in ballo, quindi accettai. Dato che il parco doveva chiudere, decidemmo di spostarci nella camera del mio albergo per proseguire la discussione.



Parlammo per circa due ore e, devo ammettere, fu piacevole rientrare nel suo mondo; sembrava che non fosse accaduto nulla. Era giunto il momento che andasse a casa, lo accompagnai alla porta della stanza; prima d’aprire l’uscio, Shinichi si voltò e mi disse:

“Non posso restare con te, questa notte?”

Il suo viso iniziò ad avvicinarsi al mio, sentivo il suo respiro sul mio volto, era chiaro che voleva baciarmi ed io non avevo la forza di oppormi; stavo per cedere al suo fascino, che era immutato dopo tutti quegli anni, ma il ricordo di lui che baciava Ami irruppe nella mia mente. Fu un attimo, divenni rigida come un blocco di marmo e, prima d’accorgermene, gli diedi uno schiaffo. Mio marito non riuscì ad evitarlo, rimase stupito ed addolorato, lo vedevo nei suoi occhi.

“Non cambia nulla tra noi, Shinichi, non dimenticarlo! È finita, fattene una ragione! Quando il matrimonio si sarà celebrato, chiamerò Ran Mori e le chiederò il nome di un suo collega divorzista; ti consiglio di fare lo stesso”.

Lo cacciai e richiusi la porta. Cinque minuti dopo ricevetti una telefonata dalla hall; la sceneggiata di mio marito al ristorante era giunta ai giornali e diversi paparazzi s’erano riuniti al pianoterra per rubare qualche scatto. Ero stata trovata, dovevo cambiare aria.

Preparai le valigie, saldai il conto e chiamai un taxi. Quindi uscii dal retro e mi feci portare alla vecchia casa dei Miyano. Per lungo tempo, il mio vero padre l’aveva lasciata in affitto ad un suo amico che l’aveva usata come studio di design. L’avevo incontrato solo una volta, ai tempi in cui ero ancora Ai e lottavo con Conan contro gli Uomini in Nero. Il signor Souhei Dejima, questo il suo nome, era stato cortese e, indirettamente, c’aveva fatto scoprire le audiocassette registrate da mia madre e nascoste nel bagno da mia sorella Akemi; durante la nostra visita, come c’era da aspettarsi, il signor Dejima era morto, ucciso da un suo collaboratore, lo studio di design pertanto aveva chiuso i battenti (gli altri due assistenti erano andati per la loro strada). Quando l’Organizzazione fu sconfitta e ripresi il mio aspetto ed il mio nome, entrai in possesso dell’enormi beni dei Miyano, compresa la casa. Avendo scoperto il segreto di mio padre, e non volendo avere nulla a che fare con ciò che apparteneva ad Atsushi Miyano, alla fine ristrutturai l’edificio e lo affittai ad una coppia di sposini. Vi trascorsero la loro vita fin quando il marito non morì di vecchiaia ed i figli non posero la madre, ormai sola, all’ospizio. Erano passati tre anni da allora e la casa era rimasta vuota.

Giunsi alla villetta che era quasi sera. Avevo chiesto a Conan di portarmi le chiavi, che erano a casa nostra; trovai mio figlio ad attendermi. Entrammo, c’era polvere ovunque ma riuscimmo, con un po’ di fatica, a rendere agibili cucina, bagno ed una delle camere, almeno per poter dormire. Al resto si sarebbe pensato poi; avevo chiesto al mio piccolo di portare qualcosa per cenare, mi presentò degli spaghetti precotti (tipico di un ragazzo che vive solo e non vuol cucinare), ce li facemmo bastare (e per una volta cenai da sola con il mio bambino, cosa che non accadeva ormai da una vita).

Dopo cena, Conan mi disse:

“Ami è venuta a trovarci l’altro giorno, prima di partire per l’America. Ha portato un regalo a Ran ed ha chiesto scusa a tutta la famiglia; mi ha detto di riferirti che spera che potrai perdonare lei e papà e tornerai a casa da noi. Mamma, che cosa vuoi fare? Vuoi davvero lasciare papà? Sta soffrendo molto per questa situazione! So che hai sofferto anche tu, c’ero anch’io quando hai scoperto tutto, ma non risolverai nulla facendo disperare anche lui. Lo sai che in fin dei conti sei tu quella forte dei due; tu potresti anche reggere una separazione, ma lui ne uscirebbe distrutto. Sei tutta la sua vita!”

Ci mancava anche mio figlio a farmi vacillare nei miei propositi! Decisi di non replicare e lo invitai a tornare a casa e riferire a tutti dove mi trovavo.

Rimasi sola, sola nella vecchia casa dei miei genitori. Non c’avevo mai passato tanto tempo. Da quando avevo lasciato l’Organizzazione ero sempre rimasta da Agasa e poi a villa Kudo dopo le nozze. Del resto quell’edificio non aveva più nulla della sistemazione originale; prima era stato un ufficio, poi la casa dei miei inquilini. La residenza dei Miyano in pratica non esisteva più. Solo il bagno, per mio espresso volere, non era stato modificato: mi ricordava l’affetto di mia sorella Akemi. Misi le mani in tasca e trovai la lettera di Ami, decisi di leggerla:

Cara signora Kudo,
spero che sarà felice nell’apprendere che sto lasciando il Giappone e probabilmente non ci tornerò mai più. Ora che sono libera ho deciso di sposarmi con il mio ragazzo e lasciarmi alle spalle tutta questa storia. Spero che anche lei farà lo stesso; suo marito l’ama sinceramente, non ha smesso un attimo di parlarmi di lei nei momenti in cui eravamo soli ed il mondo credeva che facessimo chissà che cosa. In verità trascorrevamo le notti a parlare di lei; anzi io rimanevo in silenzio ad ascoltare suo marito che si vantava continuamente di che gran donna fosse colei che aveva sposato. Non ho mai visto nessuno amare la propria moglie come suo marito, spero che il mio ragazzo farà lo stesso con me. Non voglio tediarla ulteriormente, so di essere l’ultima persona che lei vorrebbe ascoltare, ma nel congedarla le ripeto: perdoni suo marito! Ha commesso un errore enorme nel nasconderle ciò che stava facendo, ma non rimedi ad un errore con uno sbaglio ancora più grande. Siete fatti l’una per l’altro e nessuno potrà mai dividervi o contestare questa verità.
Con affetto,
Ami Kawashima
”.

Rimasi stupita; forse avevo mal giudicato quella ragazza ma mi ribolliva il sangue ogni volta che la immaginavo tra le braccia di Shinichi. S’era fatto tardi, quindi decisi di andare a dormire, ma il sonno non durò molto. Fui svegliata dal cellulare: era lui!

“Ti ho svegliato?”

“In verità, sì!”

“Per domani sera, dovremo essere al museo per le 20:00; Kid ha annunciato il colpo per la mezzanotte”.

“Sì, l’avevo immaginato. Se non c’è altro …”.

“Aspetta! Conan c’ha detto che sei a casa Miyano, hai avuto una buona idea; lì non ti troveranno mai: maledetti giornalisti! Speravo che la conferenza stampa avesse chiuso la questione. Invece …”.

“Hai altro da comunicarmi?”

“No, … in verità … in verità volevo solo sentire la tua voce. Non riuscivo a prendere sonno pensandoti lontana e così ho chiamato … volevo solo sentire la tua voce!”

“Shinichi … Non ti sembra un po’ tardi?”

“Non sono nemmeno le undici!”

“Non intendevo questo! Dov’eri mentre io facevo questi stessi tuoi ragionamenti? Credi che non m’avrebbe fatto piacere sentire la tua voce che m’augurava la buonanotte almeno per una volta in questo mese? Anch’io non riuscivo a prendere sonno, pensandoti tra le braccia di quella ragazza; non credi che sarei stata meglio se, una volta ogni tanto, ti fossi preoccupato di me?”

“Io non ho smesso nemmeno per un secondo di preoccuparmi per te! Ho iniziato 37 anni fa e ho continuato fino ad oggi: temevo che avessero inserito cimici nei telefoni o che ci intercettassero! Se avessero sentito che parlavo con te avrei potuto far saltare tutto. Dovevo sembrare freddo e crudele!”

“Questo è il vero problema, Shinichi. Tu non sei sembrato freddo e crudele, tu lo sei stato! Nemmeno Gin m’ha mai trattata come hai fatto tu e questo non potrò mai dimenticarlo. Senti, s’è fatto tardi; è tardi, ormai! Vado a dormire, ci vedremo domani sera al museo!”

“No, Shiho, aspetta …”.

Chiusi la comunicazione e scoppiai in lacrime. Credevo d’essermi immunizzata dopo un mese intero di dolore, invece non era vero: faceva male, dannatamente male, come il primo giorno e non accennava a diminuire. Avrei pagato qualunque cosa per dimenticare Shinichi, per estirparlo dal mio cuore, ma era sempre lì e mi tormentava senza sosta.





Capitolo 16 Preparativi

La mattina seguente, il 5 Luglio, arrivarono da me le mie figlie. Ran mi voleva mostrare le ultime cose acquistate, un grazioso frullatore ed una macchina per l’espresso, ed i doni arrivati dall’America: Jodie e Shuichi avevano spedito uno scrittoio enorme per la loro investigatrice preferita, come recitava il biglietto. Ovviamente mia figlia mi mostrò una foto dell’oggetto, che era ancora alla dogana; secondo Jodie era una vera scrivania proveniente dalla sede centrale dell’FBI (non voglio nemmeno sapere come sia riuscita a farla sparire da là, ma lei è la direttrice, avrà trovato il modo), Shuichi, del resto, aveva inviato, in aggiunta, delle orchidee dalla sua serra (s’era scoperto che era in effetti un giardiniere provetto!) che sarebbero state impiegate per addobbare il palco della cerimonia; Hidemi Hondo, più pratica, inviò un regalo per il nascituro: una lente d’ingrandimento d’argento (suppongo che ipotizzasse che ci sarebbe stato un detective in famiglia anche in quella generazione: la cosa mi lasciava inquieta).

Il Gatto e la Volpe, ossia le mie ragazze, avevano anche uno scopo recondito. Mentre si parlava del più e del meno davanti ad una tazza di tè freddo, si fecero scappare, così, quasi per caso, quanto fosse afflitto il loro padre. Mi riferirono d’averlo visto, la notte prima, aggirarsi come un dannato in pena per le stanze della villa.

“Fa proprio tenerezza, mamma! Nessuno, con un po’ di cuore, potrebbe rimanere insensibile”, aggiunse Ran, ma io rimanevo irremovibile. Fu Akemi, allora, ad intervenire:

“Mamma, tu non capisci la situazione. Con papà che vaga per casa tutta la notte non posso più fare niente!”

“In che senso?”

“Ecco … ecco … io …”, iniziò a balbettare e divenne rossa.

“Non può pomiciare con Ethan e fare le altre sconcerie a cui è abituata! Teme che papà li scopra e sta andando in paranoia!”

“Ma non è vero! Sono preoccupata per i nostri genitori!”

“Sì, sì … naturalmente!”

Per la prima volta in un mese mi venne da ridere. Quelle due dovevano fare le comiche, non le studiose o le detective.

“Non ti preoccupare, questa sera la villa sarà tutta per te, papà sarà al museo per dare la caccia a quel dannato Kid. Se riuscisse a prenderlo sarebbe il più bel regalo”.

“Anche senza papà ci sarai ancora tu a prendermi in giro!”

“Ti sbagli, mia cara! Io seguirò papà, di nascosto, e cercherò di dare una mano nella cattura! Sai cosa me ne frega dei tuoi romanzetti rosa!”

“No! Te lo proibisco!”

Le ragazze saltarono in aria, non si aspettavano quel mio urlo.

“Perché?”, chiesero entrambe.

“Perché? Perché … perché … perché ci sarò io con vostro padre questa sera!”

“Tu?”

“Esatto; è convinto che questa notte lo prenderà e vuole il suo biografo vicino per non perdere un attimo dell’epico scontro finale”.

“Ed hai accettato?”

“Sì!”

Quelle due malandrine si guardarono negli occhi, poi si voltarono verso di me e, con occhi da birbanti, mi scrutarono a lungo.

“Che … che vi prende?”

“E così … sarai fianco a fianco con papà … ma non dovevate non vedervi più?”, chiese Ran.

“Poi, magari, mamma inciamperà durante l’inseguimento … papà tornerà indietro ad aiutarla …”, aggiunse Akemi.

“Si guarderanno negli occhi … i loro cuori palpiteranno …”, proseguì la sorella.

“La volete finire? Vado lì per lavoro e basta! Comunque non c’è necessità che tu venga, Ran, rimani a casa con Akemi”.

“Ok, ok! Se questo vi aiuterà a rimettervi insieme, rimarrò a casa e farò la brava!”

I due terremoti andarono via; sperai con tutto il cuore che Ran facesse quanto m’aveva detto.


Due ore dopo ritornò Akemi, da sola.

“Mi vuoi spiegare la storia di Kid? E perché tu e papà non volete che Ran partecipi? L’ha sempre fatto, come quando, a 12 anni, si mise ad inseguirlo sulla sedia a rotelle perché s’era rotta una gamba. Che sta accadendo?”

“Non te lo posso dire! Però ti chiedo un favore: questa sera, qualunque cosa succeda, non perdere d’occhio tua sorella fin quando non ti telefonerò! Ne va del suo futuro: Ran non deve lasciare la villa e non deve, per nessun motivo, andare al museo. Akemi, è importante!”

“Dimmi la verità, mamma! Non è che Kid in realtà è Toichi, vero?”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Se l’incontrare Kid potrebbe distruggere il futuro di Ran, è evidente che o Kid è il suo fidanzato o è, che so, magari suo padre!”

Il maledetto intuito investigativo dei Kudo aveva fatto centro! Evitai di confermare una delle sue ipotesi ma le chiesi di fare quanto le avevo domandato.

“Va bene, va bene, farò come mi chiedi, lo prometto! Se non mi vuoi dire la verità non sarà un problema, mi interessa relativamente, non vado dietro ad ogni mistero come papà e Ran; vuol dire che questo sarà solo un altro dei grandi segreti di questa famiglia strampalata”; detto ciò, con aria assorta, andò via.



All’ora di pranzo passò Conan che mi portò la moto e la tuta così che potessi spostarmi agevolmente. Il mio piccolino, che si crede adulto, non seppe resistere all’idea di pranzare solo soletto con la sua genitrice e questa volta, avendo fatto la spesa ed avendo cucinato io, il pasto fu quanto meno decente.

Il resto della giornata trascorse nella calma; nel primo pomeriggio andai al parco a distendere i nervi ed a riflettere sul mio futuro con Shinichi. Ero certamente ancora furiosa con lui, ma non così convinta di voler divorziare; in fin dei conti lo amavo ancora perdutamente, tuttavia ero combattuta. L’aveva fatta grossa e la sua mancanza di tatto, a cui sarei dovuta essere ormai abituata, mi faceva infuriare.

Alle 19:57 raggiunsi il museo per lo scontro con Kid. La struttura era circondata da un folto reparto della polizia diretto dal vecchio Nakamori che sperava di concludere la sua carriera arrestando il suo nemico di sempre. Come ogni volta che c’era un furto, s’era radunata una gran folla di curiosi e fan del ladro: è incredibile pensare che c’è gente che possa tifare per un delinquente; stranezze della psiche umana!



In quel momento, io ne ero all’oscuro (fu poi Akemi a raccontarmi tutto), quella sfrontata di mia figlia Ran, degna erede di suo padre, nonostante le promesse che m’avesse fatto, s’era preparata per recarsi sul luogo del furto per catturare Kid.

Akemi, avvicinandosi l’ora annunciata dal ladro, non aveva perso d’occhio sua sorella (conoscendola, era sicura che non avrebbe resistito al richiamo dell’indagine e della sfida).

“Dove vai?”, le chiese incrociando le braccia sul petto e fermandosi ai piedi della scalinata di casa nostra.

“Tu che dici? Vado a catturare Kid!”

“Hai promesso alla mamma di non farlo; dobbiamo lasciarli soli, se vogliamo che tornino insieme. La tua sfida con quel delinquente è più importante della riunione dei nostri genitori? Se sfugge quest’occasione, potrebbero divorziare!”

“Finiscila! Non succederà nulla se andrò là a dare un’occhiata veloce; nemmeno mi vedranno! Se ci sarà l’occasione di dare una mano, interverrò. Altrimenti tornerò a casa, nessuno si accorgerà di nulla … se tu non farai la spia!”

“Figurati! Sai cosa mi importa del tuo ladro! Io lo faccio per mamma e papà!”

“Non insistere, ho deciso ormai!”

“Allora, prima d’uscire, vieni a prendere del tè freddo in cucina: fa un caldo da morire oggi. Almeno ti rinfrescherai! Chissà quando potrai bere di nuovo!”

Ran la valutò una buona idea ed accettò di perdere due minuti per bere qualcosa.

“L’ho preparato io!”, le disse Akemi, “che te ne pare? Forse è troppo forte? Ho usato una nuova miscela”.

“Non sapevo che ti dilettassi nel preparare il tè! Come mai questa novità?”

“Ad Ethan piace e vorrei prepararglielo con le mie mani. Quindi sto testando diverse marche per trovare la miscela ideale. Che ne dici?”

“Che devo dire? È tè! Non ci vuole la laurea per farlo, sai!”

“Spiritosa!”

“Tu non ne vuoi?”

“No … l’ho preso prima, mentre lo preparavo. Eventualmente lo prenderò più tardi, a me piace ancora più freddo!”

“Sai, … non voglio solo catturare quel ladro, voglio essere sicura che quei due ricordino come si divertivano a lavorare insieme; è una grande occasione questa, se potrò cercherò di farli tornare insieme: non voglio che si separino, non voglio!”

“Fai sempre la dura e la strafottente, ma in verità hai il cuore di una bambina … sembri proprio nostro padre!”

“Io mi preoccupo per loro, tutto qui. Non sono insensibile come te!”

“Chi ti dice che io sia insensibile?”, mormorò Akemi, quasi parlando con se stessa.

“Bene, ho bevuto! … Cara sorella, ti saluto …”.

Fece un gesto con la mano per mimare il saluto e si voltò verso la porta. Fece due passi, ma s’appoggiò allo stipite, le girava la testa.

“Devi aver bevuto troppo di fretta, era una bevanda fredda e t’ha fatto male. Su, siediti!”

Akemi fece accomodare sua sorella che, nel giro di pochi attimi, perse i sensi.

“Credevi che t’avrei fatto rovinare ogni cosa? Mamma ha detto che devi rimanere a casa; con questo nuovo sonnifero insapore di mia creazione dovresti dormire per circa dodici ore e svegliarti rilassata e riposata come un fiorellino … mi serviva proprio una cavia umana. Buona notte, sorellina!”

Mia figlia controllò l’ora, la segnò sul suo taccuino (dove appuntava i dati delle sue ricerche e che teneva sempre nella tasca dei pantaloni), mise una leggera copertina sulle spalle di Ran ed andò a seguire il suo programma scientifico preferito in televisione in attesa che Conan, sua nonna e la Yonehara tornassero e fosse pronta la cena.




CONTINUA


Nel prossimo capitolo:

“Perché non vieni a dormire a casa?”
 
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Mithian~
view post Posted on 5/8/2016, 21:08     +1   -1




Shiho inizia ad avere alcuni dubbi sul divorzio... credo che alla fine riuscirà a perdonarlo per quello che ha fatto Shinichi, ma spero vivamente che lui abbia imparato la lezione!
L'idolo di questo capitolo però è Akemi, è proprio tutta sua madre :lol:
 
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view post Posted on 6/8/2016, 12:21     +1   -1
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Grande Akemi. Lei è il vero cervello della famiglia

Per me kudo può pure aggirarsi tutte le notti per la sua mega villa, io non lo perdonerei mai (visto che cmq cade sempre nello stesso errore e non impara)
 
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169 replies since 5/9/2015, 08:45   7248 views
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