Capitolo 02 – Un angeloI’ll be there as soon as I can
But I’m busy mending broken
Pieces of the life I had before
“ Ehilà svegliati! Ti prego dimmi che stai bene!”.
Stefano aprì leggermente gli occhi e vide un volto femminile davanti a lui. Aveva capelli lunghi neri, occhi color verde contornati da una graziosa montature, la bocca era sottile e priva di trucco, i lineamenti erano semplici e aggraziati.
“ S- sei un angelo?” chiese lui guardandola stralunato.
Lei lo guardò un con aria stupida e ridacchiando rispose “ No stupido! Non sono un angelo, ma grazie per il complimento!”.
Lui aprì completamente gli occhi e si guardò intorno, era in quella che si capiva essere la stanza di una ragazza, sdraiato sul suo letto e con la giovane seduta su una sedia vicino a lui.
“ Ma, che è successo?”.
“ Ehm…” cominciò lei imbarazzata. “ Diciamo che ti sono venuta addosso con la bici. Mi dispiace, mi dispiace tanto! Perdonami!”.
Stefano al guardò, come poteva non perdonarla, quegli occhi per lui erano irresistibili.
* Deve essere per forza un angelo, è troppo bella per essere su questo mondo!”.
“ Si, ti perdono! Tanto non mi sono fatto nulla!”.
“ Meno male!” rispose tirando un sospiro di sollievo. “ Almeno tu stai bene!”.
Il ragazzo alzò un sopracciglio. “ Almeno io? Non ne avrai tirato sotto anche un altro!?”.
Questa volta lei rise di gusto. “ No, tu sei l’unico! Parlavo della mia bici! Ma di cosa sei fatto? Di ferro?”.
Lui non capì cosa intendesse.
“ Appena ti sono venuta addosso la ruota davanti si è completamente accartocciata, è stato incredibile! È per questo che pensavo non stessi bene!”.
Stefano cercò di riordinare le idee e trovare una soluzione plausibile al fatto ma la cosa gli sfuggì.
“ Bhè, non so, sarà stato un caso! Io non faccio neanche palestra! Mi hai visto?”.
A quelle parole la ragazza si alzò.
“ Ti vado a prendere dell’acqua!”.
“ Ma no, non disturbarti! Ora me ne vado!”.
La giovane non gli diede ascolto e scese al piano di sotto.
Lui ne approfittò per alzarsi dal letto e dare un’occhiata in giro. Nulla di che, una normalissima camera, peluches sparsi dappertutto e una scrivania piena zappa di articoli di giornale.
* Gli piace i giornalismo… bellissima e colta…*
In quel momento la giovane rientrò nella stanza e gli porse il bicchiere. “ Tieni!”.
“ grazie!” rispose lui, ad un tratto starnutì potentemente.
Crack!
Il ragazzo riaprì gl’occhi e non potè credere ai suoi occhi. Il bicchiere gli si era rotto in mano.
“ Caspita!” esclamò lei. “ Ma quanto sei forte?”.
Stefano osservò i resti del bicchiere nella sua mano, nemmeno un graffio.
* Ma che diavolo sta succedendo?*
Ad un tratto un flash nella sua mente: la porta, la chiave, il fascio di luce e quella voce.
*Forse c’entra con tutto questo? Forse mi è successo davvero qualcosa oggi!*
“ S-scusa! Non so come sia potuto accadere! Veramente io…”.
“ Non ti scusare, non fa niente, erano vecchi!”.
Stefano guardò ancora il bicchiere chiedendosi se fosse veramente così.
“ Comunque devo andare! A quanto pare ho dormito tre ora qui e mia madre si starà preoccupando!”.
“ C-certo!” rispose lei. “ Vai pure!”.
I due scesero le scale e lei gli aprì la porta.
“ Una cosa!” disse lei. “ Non mi hai detto nemmeno come ti chiami!”.
Lui sorrise. “ Il mio nome è Stefano, piacere di conoscerti…”.
“ Clara!” rispose lei dandogli un bacio sulla guancia e salutandolo
* Che bel nome!*
Il ragazzo se ne andò dalla casa visibilmente felice e fece l’intero tragitto pensando a quanto fosse liscia la pelle della giovane ragazza che abitava a pochi isolati da lui.
“ Ciao mamma sono a casa!”.
Non fece in tempo a rientrare che la genitrice gli fu subito addosso.
“ Ti sembra cosa? Rientrare con tre ore di ritardo?”.
“ Ehm scusa è che
* sono stato investito da una bicicletta e mentre ero svenuto ho fatto un sogno stranissimo in qui attraversavo una porta di luce e parlavo con una persona del mio destino!*
c’era coda alla cartoleria e il mezzo non arrivava!”.
* Dio mio che scusa scema!*
“ Vabbè” rispose la madre. “ Si capisce che stai mentendo ma adesso non ho ne il tempo ne la voglia di indagare sulla verità! Sali in camera e riordina la roba!”.
Il ragazzo annuì e salì in camera sua. Era una classica stanza di un ragazzo adolescente: letto sfatto, scrivania con computer eterna,ente in disordine, armadio che non si chiede mai e disseminati in giro per il pavimento indumenti di vario genere.
“ Ah, come sono felice!” esclamò lui chiudendo a chiave la porta. “ Oggi ho visto un angelo!”.
“ Ehilà, non confondiamo! L’angelo c’è, ma hai sbagliato persona!”.
Il ragazzo si girò di scattò e lo vide. Un ragazzo della sua stessa età, con un sorrisetto beffardo in faccia e un paio di vistose ali dietro.
“ AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!”