"Che cos'è quello mamma?"
mamma:"è il simbolo del nostro clan piccolina, è sinonimo di grandezza...gli uchiha sanno padroneggiare il fuoco già da piccoli e quel ventaglio significa che siamo in grado di dominare le fiamme.."
Casa sua, nel giardino, sul cancello dell'entrata vi era inciso il simbolo del clan uchiha, lei curiosa aveva all'incirca 4 anni, stava fissando quel ventaglio bianco e rosso con espressione interrogativa.
Una donna, con una maglietta nera con collo largo e pantalone blu tipico di un jonin si fece avanti e accompagnò la piccola Akane fino al cancello. Insieme toccarono il simbolo inciso sul metallo e con poche parole cercò di farle capire il suo significato. La bambina aveva uno sguardo sognatore e gli occhi scuri come la pece brillarono per l'emozione. La sorella Ayame di qualche anno più grande di lei avvisò le due con poche parole e un gran sorriso che era quasi pronto il pranzo. Doveva essere una domenica quella che stava ricordando, si perchè solo in quel giorno la famiglia mangiava all'aperto...in giardino tutti insieme con un bel barbecue. La tavola era già apparecchiata, la sorella e il padre di Akane stavano aspettando solo lei e la madre..quest'ultima subito andò a sedersi mentre la piccola iniziò a fissare le piccole fiamme del barbecue. Con calma iniziò a seguire la direzione presa dalla mamma.. tutti avevano già iniziato a mangiare della carne squisita ma lei all'impiedi stava fissando il fuoco. Tutto ad un tratto alzò la testa e iniziò a soffiare forte contro il barbecue, voleva "dominare" le fiamme come una vera uchiha! Senza saperlo però stava facendo il contrario, le fiamme infatti si alimentarono e la carne che le spettava si stava letteralmente bruciando!! La mamma si pentì all'istante di ciò che le aveva raccontato, la sorella maggiore invece rideva prendendola in giro...il padre si decise ad alzarsi e la allontanò dalle fiamme...
Da li nacque la sua passione per le arti ninja e qualche anno più tardi si iscrisse all'accademia.
Akane finalmente un giorno decise di iscriversi all'accademia e ad accompagnarla fu la sorella maggiore Ayame. Chi non le conosceva avrebbe potuto affermare tranquilamente che fossero due goccie d'acqua, certo si notava la differenza d'età ma i lineamenti erano chiaramente gli stessi e se non fosse stato per il differente colore di capelli si sarebbero potete spacciare per gemelle. Così simili nell'aspetto eppure così profondamente diverse nella vita. La prima, la maggiore, aveva sempre avuto tutto e come preferita dei loro genitori veniva coccolata e viziata..Aaah se non fosse mai nata la piccola Akane! Molto probabilmente adesso non si ritroverebbe ancora li a rodersi il fegato per la gelosia o chissà che altro. Fatto stava che dopo la nascita della minore Ayame dovette dedicarle sempre più tempo e questo sottraendone ai suoi interessi ed ai suoi allenamenti. Il culmine fu raggiunto quando i loro genitori fecero una malaugurata fine in una particolare missione. Rimaste orfane la sorella maggiore aveva da poco raggiunto la maggiore età ed infatti evitarono per un pelo l'affidamento e tutto lo squallore che ne sarebbe derivato. Non per questo però l'adolescenza di Akane (allora tredicenne) fu delle migliori, anzi, più il tempo passava e più la sorella maggiore iniziava a pretendere da lei; forse stanca di farle anche da madre e sacrificare il suo prezioso tempo per lei iniziò ad assumere atteggiamenti ben poco corretti nei suoi confronti e diventò con il passare degli anni sempre più scontrosa. Akane al contrario cercava di non caricare di troppe responsabilità la sorella ed infatti si iscrisse tardi all'accademia ninja ma nonstante la giovane età non era una sprovveduta né tantomeno stupida da non percepire l'odio di Ayame nei suoi confronti. Di li in avanti ogni giorno l'uchiha imparava molte cose e quando venne il momento di dimostrarlo, non si tirò indietro. In sala pratica fece un combattimento molto lungo e faticoso, il suo avversario fu un certo Slash. I due avevano le stesse abilità e quando Akane se ne rese conto, si arrese, se avrebbero continuato lo scontro non si sarebbe mai concluso con un vincitore in quanto fin troppo equilibrato. Nonostante questa sua apparente sconfitta Akane ricevette il coprifronte per l'ipegno e le qualità dimostrate, di conseguenza quindi ebbe la promozione a Genin. Al compimento del suo primissimo traguardo l'emozione fu grande, era al settimo cielo.
Dopo qualche giorno di riposo, decise di andare alla sede del clan Uchiha e qui, decisa ad attivare il suo sharingan per la prima volta, sperò di incontrare qualcuno che glielo insegnasse. In pochi giorni la kunoichi fu addestrata da un abile membro del clan, il suo nome era Kyosuke, un ragazzo molto strano e non solo fisicamente. Tralasciando gli aspetti in questione, in pochi giorni il ninja le fece completare diversi addestramenti per migliorare la precisione, i riflessi, la forza, la difesa e soprattutto trovò il modo di risvegliare il suo sharingan dormiente. Bastò metterla sotto pressione durante uno degli allenamenti e arrivata al limite riuscì nell'intento superando se stessa. Fatto ciò le insegnò anche la tecnica del triplice attacco del mulino sharingan fornendole il materiale necessario. Ci mise un pò più del previsto, ma alla fine ebbe successo. Orgoglioso di lei Kyousuke, le consegnò cinque Uchiha shuriken, molto simili a quelli normali ma che variavano per via della forma particolarmente arrotondata dele punte, in più ebbe alcuni metri di filo. Congedandosi Akane parve soffrire già del distacco, era dispiaciuta di dover lasciare quel posto a lei così poco familiare ma allo stesso tempo così accogliente. La sede del suo clan riusciva ad affascinarla come poche altre cose al mondo, purtroppo però doveva fare ritorno a casa e quindi sperando in cuor suo di reincontrare Kyosuke un giorno, si avviò verso casa. Per quanto fosse strampaalato quel ragazzo dai capelli rossicci e scompigliati, desiderava rivederlo e magari quando sarebbe diventata un chunin esperto avrebbe potuto mostrargli i progressi fatti. Camminando tra i vicoli del villaggio Akane pensò che se voleva fortificarsi e dimostrare davvero le sue capacità, doveva fare esperienza e dunque prendere parte alla sua prima missione.
Quando Akane si recò alla residenza dell' Hokage per partecipare alla sua prima missione, trovò lì il suo compagno di accademia Nimuo ed insieme allo Hyuga avrebbe partecipato alla missione anche un certo Kairi Uchiha e Kimiko Nara, la jonin che avrebbe fatto da guida al team e soprattutto che in caso di bisogno li avrebbe aiutati a costo della sua stessa vita. Per avere maggiori informazioni sulla missione si recarono alla fattoria del signor Tetsumoto (il richiedente della missione). Il viaggio del team fu lungo e dovettero anche accamparsi su una collina. Quella fu una delle occasioni per Akane di fare amicizia con il nuovo compagno, infatti la sera chiacchierò un pò con lui attorno al fuoco. Stanchi per il viaggio la mattina seguente Kimiko li dovette svegliare urlando e dopo aver preso tutto il necessario tuti insieme presero a correre dritti verso la loro meta. I campi coltivati e le risaie sembravano non finire mai ma verso sera i quattro ninja arrivarono a destinazione. Finalmente conobbero l'anziano che aveva richiesto la missione e la sua nipotina. Dopo le presentazioni e una rapida cena finalemente Tetsumoto disse ai ninja cosa avrebbero dovuto fare:dovevano entrare nella villa di un certo Kazuki e prendere una Katana che gli era stata rubata. Akane vide imbarazzata le lacrime scorrere sul volto dell'anziano e promise di portare a termine la missione, dopodichè andò nella stanza che era stata assegnata a tutti e 4 i ninja. Qui dopo essersi messi tutti in pigiama iniziarono a mettere su una strategia grazie ai dettagli forniti dall'anziano. La mattina seguente Kimiko svegliò i genin con molta più calma e dopo aver fatto colazione si avviarono verso la foresta che portava alla villa di Kazuki. Appena arrivati al cancello stettero tutti attenti ai vari turni di guardia e quando fu tutto chiaro il gruppo si divise. Kimiko e Akane proseguendo verso destra inciampò e cadendo si fece male alla caviglia. Per lei quello fu davvero un gran discpiacere, non voleva essere un peso per la jonin. Per sua sfortuna, proprio in quell'istante passarono le due guardie di ronda e sentirono Akane cadere, lei impaurita cercò riparo dietro un albero. Tra la paura e il nervosismo riuscì a riflettere e decise in pochi secondi di trasformarsi in un sasso. Le guardie corsero nella sua direzione per poi sorpassarla, senza nemmeno far caso a quel grande masso che era la genin. Appena furono a debita distanza Kimiko scese dal suo nascondiglio e medicò la caviglia della giovane Uchiha. I pochi metri che mancavano per finire il loro giro li percorse sostenuta dalla jonin. Quando i compagni la videro si preoccuparono molto ma lei li tranquillizzò subito. Zoppicando andò a sedersi dietro un cespuglio e insieme agli altri due genin ed elaborò un piano per eludere le guardie. Finito il piano ripercorsero tutti insieme la strada intorno alla recinsione, ma ad un certo punto, mentre saltavano da un albero all'altro videro arrivare dalla direzione opposta due guardie. Sensa farsi vedere i tre genin sfruttarono a loro vantaggio l'effetto sorpresa e attaccarono con estrema violenza i due uomini. Kairi, dal ramo su cui era nascosto, sferrò un'enorme palla di fuoco che fece volare per diversi metri la guardia carbonizzandola in pochi secondi...l'uomo morì. L'altra guardia si vide costretto invece ad evitare ben due attacchi, ma ebbe scarsi risultati per sua sfortuna. Akane attivò lo sharingan e furtiva scese dall'albero; appena mise piede a terra si accorse che finalmente la caviglia non le doleva più e quindi decise di sferrare un potente calcio al torace dell'uomo. Nimuo usò una tecnica del suo clan, il palmo di chakra e colpì la guardia sul fianco. Al contatto con l'uomo, si sentì un rumore sordo:le costole di ruppero come se fosse carta e ora erano visibili...era morto anche lui. Irritata Kimiko sgridò il gruppo di genin per aver esagerato, in fondo erano solo delle semplici guardie e non ninja. Akane solo allora capì di aver appena eliminato qualcuno, senza un motivo valido: era molto giù di morale, glielo si poteva leggere negli occhi. Era molto pensierosa, cercava di convincersi che non poteva incolparsi per ciò che era successo, anche se ciò la faceva soffrire molto, era stata troppo impulsiva e ora doveva pagarne le conseguenze. Dopo pochi istanti cercò per quanto poteva la lucidità di sempre e si trasformò nell'uomo che aveva appena eliminato mentre Nimuo prese le sembianze della guardia grossa eliminata da Kairi. I Vestiti intatti se li divisero e poi con calma e si diressero alla porta per dare il cambio. Andò tutto liscio, infatti Nimuo prese l'anello e Akane il guinzaglio con il cane. Quando furono al sicuro sciolsero la trasformazione e Kimmiko avvicinandosi con Kairi addormento il cane. Aperta la porta con la "chiave"(cioè l'anello) attraversarono insieme una foresta che ad un certo punto terminò offrendo loro uno spettacolo: appena dopo la foresta, c'era un sentiero che portava ad una splendida villa, tutt'attorno c'erano piante di ogni genere e colore. Dopo una discussione i genin decisero di sfruttare l'innata dello Hyuga: con i suoi occhi potè vedere la sistemazione delle guardie e quindi potettero entrare nella sala principale con più sicurezza. Giunti al centro della sala, le varie porte si aprirono e con grande sorpresa del gruppo ben nove guardie li accerchiarono. Akane ascoltò le parole di uno di loro e capì che ora erano davvero in pericolo. Kimiko invece compose dei sigilli che fecero allungare la sua ombra fino a raggiungere quella dei nove uomini. Con stupore i genin videro che nessuno di loro potè più muoversi e dopo aver preso la katana di Kimiko e 3 tonici dalla Nara si avviarono verso la stanza successiva. Dopo essersi ripresa dallo shock Akane seguì i due compagni e insieme si avviarono verso un giardino interno bello come quello precedente. All'improvviso dagli alberi si sentì un fruscio e davanti ai loro occhi apparvero tre guerrieri armati fino ai denti che dopo averli insultati e chiesto cosa volevano passarono alle presentazioni. Satoshi era un ragazzo sulla ventina con i capelli lungi legati in una cosa, vestito con un kimono bianco, alla cintura portava 2 lunghe katane; Takuya invece era un uomo grosso e muscoloso che indossava un'armatura sopra una veste di seta blu e aveva una barba lunga e crespa, minaccioso si appoggiava alla sua possente lancia; Isako invece sembrava la meno pericolosa, era una ragazza esile e molto attraente vestita con abiti colorati e impugnava due lame circolari. Dopo pochi istanti lo scontro 3 Vs 3 iniziò e all'iniziò in svantaggio furono i ninja di Konoha, infatti Nimuo riportò una ferita al braccio. Dopo aver sfruttato qualche sostituzione i genin applicarono una strategia vincente. Akane grazie ai suoi occhi lanciò con maestria gli uchiha shuriken e immobilizzò Isako. Così facendo diede l'opportunità allo Hyuga di stenderla con un solo potente palmo. Kairi invece con la sua palla di fuoco eliminò Takuya e le sua katane. Così facendo riuscirono ad isolare il più veloce dei nemici che solo dopo ben due genjutsu di Akane e un palmo di chakra di Nimuo cadde a molti metri di distanza. Akane vide il suo corpo immobile sulla ghiaia e capì che era morto, questa volta se l'era cercata, lo avevano avvisato più volte di arrendersi, ma non gli diede ascolto. Stanca per il gran consumo di chakra la ragazza prese il tonico e si diresse insieme ai compagni nella stanza successiva. Nimuo come la volta precedente guardò l'interno della stanza con il byakugan e poi entrarono. Dopo poco arrivo Kimiko sana e salva, senza nemmeno un graffio e addormentò con uno spiedo Kazuki. Rapidamente prese la katana e dopo averla sigillata in un rotolo compose dei sigilli. Con quella tecnica tutto il pavimento iniziò a tremare e poi la parete difronte a loro crollò offrendo una via di uscita. Da lì si diressero correndo a gran velocità verso la porta metallica con a guardia due uomini. Kimiko ancora una volta diede dimostrazione di forza sfondando la porta e poi colpendo con un pugno allo stomaco le guardie. Veloci arrivarono alla fattoria di Tetsumoto e consegnarono la preziosa katana per poi caricarla su un carro già stracolmo. Il viaggio fino a Konoha fu lungo ma la noia fu ricompensata dalla gratitudine dei due che dopo averli abbracciati uno per volta se ne andarono tra la gente, diretti a Kiri.
Decisa a migliorare le sue capacità tornò alla sede del clan uchiha e cercò qualcuno disposto ad allenarla. Lei sperava di poter essere seguita dal suo precedente sensei Kyosuke, lo strano jonin dai capelli rossi...appena entrò nello splendido giardino vide un ragazzo su una sdraio che rilassato beveva un drink e si godeva una giornata di riposo...appena lei si avvicinò, notò quel particolare che solo una persona di sua conoscenza aveva, quei capelli color arancio spettinati, era proprio kyosuke!! Akane lo salutò e avvicinandosi l'espressione dell'uomo sembrava sempre più confusa...non si ricordava di lei. La genin dispiaciuta cercò di non dare molto peso alla cosa e senza perdere tempo iniziò l'allenamento per sviluppare il suo sharingan.
Inizialmente il jonin le fece fare un test: doveva guardare le vie del villaggio e fissandole con il suo sharingan doveva cercare di prevedere gli spostamenti di persone, animali foglie...la cosa purtroppo le risultò totalmente impossibile e quindi i due insieme uscirono da Konoha e si diressero ad est verso una montagna rocciosa molto particolare. Qui Akane restò per due giorni ad allenarsi, scalava la montagna, rompeva rocce, nuotava nel fiume, correva in ogni dove in cerca del suo equilibrio tra mente e corpo. Allo scadere dei due lunghi e faticosi giorni di allenamento Kyosuke le diede un compito apparentemente semplice:pescare. Fu proprio in quell'occasione che Akane dopo diversi tentativi riuscì a concentrarsi al massimò e riuscì a prevedere con chiarezza i movimenti dei pesci, e dopo averne presi due uscì dal fiume. Stanca per l'allenamento disattivò lo sharingan e iniziò a preparare la colazione...ma come ultimo test il jonin le lanciò due kunai, tra cui uno aveva incorporata una carta-bomba. Akane pensò che quello era l'ultimo test e infatti appena riuscì a difendersi al meglio dall'esplosione l'uomo sparì. Akane rialzandosi dalla caduta sorrise e un pò dispiaciuta per non aver potuto salutare il sensei si addentrò nel bosco diretta verso Konoha. La prima cosa che avrebbe fatto era quella di andare dalla sorella Ayame e raccontarle come aveva fatto ad avere il vero potere degli uchiha, lo sharingan.
Akane ritornò dopo pochi giorni alla sede del clan Uchiha e con se portò anche la sua nuova katana sperando che le sarebbe tornata utile nello svolgere l'allenamento. Giunta sul luogo trovò il suo sensei e dopo aver scambiato 4 chiacchiere e stupidi scherzi, entrarono nei sotterranei della sede uchiha. Appena i due finirono di attraversare un lungo e silenzioso corridoio, giunsero in una stanza con un altare sul quale era poggiato uno strano artefatto. Le istruzioni del jonin furono piuttosto semplici: doveva imprimere una quantità minima di chakra su quell'affare...nel centro era inciso uno sharingan che teletrasportava chiunque lo toccasse in un'altra dimensione. La genin eseguì le istruzioni e appena la mente si divise dal corpo si ritrovò proiettata in una stanza buia...nel nulla più assoluto. All'improvviso apparvero quattro porte ognuna di esse con un peccato capitale ben illuminato sopra di esse. Una voce molto autorevole le parlò invitandola a scegliere una direzione da prendere, il peccato più commesso dalla sua persona...per ottenere ulteriori abilità doveva liberarsene....superbia, ira, lussuria, accidia. Dopo una lunga riflessione Akane decise di liberarsi della superbia. Una volta incamminata verso ovest, la genin si ritrovò nel mezzo di una montagna innevata, in Siberia. Da li iniziò un lungo viaggio, la ragazza dovette superare diversi ostacoli e fare scelte in base alla sua idea di pericolo...la difficoltà maggiore la ebbe nel combattimento con un cavaliere. La sua armatura di ghiaccio era quasi invulnerabile, per sconfiggerlo l'uchiha dovette ricorrere a tutta la sua forza...riconobbe però il fatto che al mondo c'erano avversari molto più abili di lei. Se aveva vinto forse in parte era merito del grande uchiha sigillato in quella dimensione...Durante la battaglia la ragazza riportò alcune ferite, ma quando superò il test finale, l'illusione finì e si risveglio senza nemmeno un graffio. Alzandosi di colpo Akane ricordò gli ultimi avvenimenti, il grande uchiha, i suoi occhi...uno sharingan superiore che la guardavano con sicurezza. Quell'uomo era fatto di una sostanza nera, intoccabile come se fosse gas. Quando lo incontrò, alla fine del test, gli poggiò l amano sulla fronte sviluppando le sue capacità, il dolore fu forte, ma appena cessò senti in lei il nuovo potere. Alzandosi la genin vide che il suo sensei stava per uccidersi per timore di aver perso la sua allieva per sempre...era rimasta a lungo svenuta...per fortuna era solo uno scherzo, appena lo capì si arrabbiò molto con Kyosuke, ma infondo era solo uno scherzo...sorridendo infatti uscì da quel sotterraneo pronta per godersi il meritato riposo
Nei giorni seguenti Akane trascorse due giornate nella pace e nella tranquillità più assoluta. L'allenamento svolto nell'illusione era stata troppo stressante, infatti da quel giorno non aveva più impugnato nessun arma ne richiamato il suo chakra. Semplicemente si riteneva soddisfatta di ciò che aveva portato a termine e trascorreva il suo tempo libero insieme alla sorella. Una di quelle mattine decisero di passare una giornata al fiume poco distante da Konoha e fu li che Akane restò affascinata dalle abilità della sorella. Insieme pescarono dei pesci e quando venne il momento di cuocerli Ayame diede una dimostrazione alla genin...Un'enorme palla di fuoco si estese sull'acqua facendola evaporare. Finalmente Akane aveva trovato qualcosa da fare, un'ulteriore abilità da sviluppare, altre lezioni da apprendere alla sede del suo clan. Il mattino seguente infatti lo disse alla sorella e dopo che le augurò buona fortuna la giovane uchiha uscì di casa correndo verso la sede. Giunta lì incontrò nuovamente il suo adorato Kyosuke sensei e quando seppe il motivo per cui era arrivata li decise di partire per andare a chiedere al suo vecchio maestro se poteva supervisionare il suo allenamento sulle tenshijutsu di fuoco. Arrivato al villaggio del vecchio ebbero una brutta sorpresa, alcuni banditi stavano terrorizzando i cittadini ed erano intenti a bruciare le case. Insieme al jonin il villaggio fu salvato e i banditi uccisi dalla lama della genin. Tra la gente impaurita finalmente trovarono il vecchio maestro di nome Jibungai..questo sembrò subito andare d'accordo con la giovane uchiha, solo per il suo lato femminile logicamente, con Kyosuke invece si comportava in maniera molto sgarbata e ogni volta che ne aveva l'occasione lo colpiva. Vista l'ora tarda il vecchio invitò i due a casa sua e dopo aver finito la cena e fatto 4 chiacchiere ognuno andò a riposare nella sua stanza..mentre Akane si svegliava da un incubo all'altro Kyosuke si fece cogliere impreparato da un'improvvisa crisi e iniziò a bere fino al punto di ubriacarsi. La mattina seguente Akane fu svegliata dagli schiamazzi del vecchio che a quell'ora ascoltava musica country e ballava come un pazzo...l'allenamento sarebbe iniziato da li a pochi minuti..arrivata in cucina però vide lo stato in cui era il jonin dai capelli arancio si sentì un pò in colpa per averlo lasciato solo quella notte, avrebbe potuto anche tenergli compagnia, aveva notato il suo strano stato d'animo..Cercando di non pensare a ciò Akane trascorse 2 giorni ad allenarsi nelle immersioni e il 3° dovette mettere alla prova i suoi polmoni. Sorprendendo tutti la ragazza a fine giornata aveva trovato diversi modi per potenziare la palla di fuoco e la barriera infuocata, come ad esempio prolungare il tempo di emissione, cambiare la rotazione delle fiamme o addirittura quella di fare una palla dentro l'altra. Finito l'allenamento Jibungai e Kyosuke sembrarono aver recuperato il loro rapporto, grazie ad una confessione del vecchio che Akane aveva origliato inconsciamente..dopo un'ultima notte trascorsa li si salutarono e insieme al jonin Akane tornò al suo villaggio.
Dopo il successo della prima missione Akane seguì ben tre addestramenti nella sede del suo clan, furono giorni faticosi e stressanti. Il suo adorato Kyosuke sensei riuscì a farla migliorare molto in diversi campi. Passarono delle settimane dalla fine degli allenamenti, la genin trascorreva le giornate senza far nulla, vagava per il villaggio in cerca di svago ma. Una mattina però si diresse al campo di allenamento e li incontrò un genin del villaggio che come lei era voglioso di combattere. Il suo nome era Shinichi un giovane ragazzo con un fisico molto allenato..la sua specialità erano le taijutsu. Lei era convinta delle sue abilità almeno quanto lui ma nonostante ciò l'incontro per lei ebbe un esito negativo. Aveva fatto affidamento solo sulla forza, non applicò un minimo di strategia: un errore che le costò un brutto ematoma al braccio sinistro. Un'amara sconfitta dopo tanto allenamento la mise molto giù di morale, aveva sottovalutato il suo avversario. Dispiaciuta e allo stesso tempo adirata Akane passò per l'ospedale accompagnata dal nuovo amico e dopo aver ricevuto le dovute cure mediche rientrò in casa.
Quando Akane fu convocata per la sua seconda missione era appena uscita dall'ospedale e si stava dirigendo verso casa. Un membro della squadra anbu la chiamò prima che girasse l'angolo e le diede la notizia. Curiosa di sapere di cosa si trattasse andò immediatamente nell'ufficio dell'Hokage. Li ad attendere informazioni c'era anche un altro genin, un ragazzo appartenente al clan burattinaio, se ne stava molto sulle sue e non era molto socievole.
Hokage:"Qualche giorno fa abbiamo catturato un ninja della roccia ai confini del nostro territorio e, dopo parecchie ore di interrogatorio, non troppo amichevole, siamo venuti a conoscenza di un intruso nel nostro villaggio. Un loro esperto genin, con l'aiuto del complice già catturato, ha rapito uno dei nostri studenti e si è camuffato per poter entrare nella nostra accademia e scoprire così le nostre strategie d'addestramento, nonché le nostre tecniche.
Il vostro compito sarà quello di entrare nell'accademia, fingendovi studenti e senza disturbare le lezioni, individuare il nemico ed aspettare che finiscano le lezioni per poi inseguirlo fino al covo di ritrovo e, una volta trovato il ragazzo rapito, fermare i suoi loschi piani con le buone o con le cattiva..."
Ricevute tutte le informazioni al riguardo i due genin uscirono per poi darsi appuntamento all'accademia la mattina seguente. Il ragazzo non rispose al saluto, forse il gioco di squadra non era il suo forte. La notte trascorse in modo irrequieto, strani incubi si susseguirono nella sua mente..tutti inerenti all'ipotetica giornata che avrebbe dovuto affrontare l'indomani. Quando sul serio si trovò all'accademia era molto nervosa e soprattutto a disagio per le sembianze che aveva dovuto assumere:era come tornata bambina, purtroppo la trasformazione era necessaria alla buona riuscita della missione. All'entrate non c'era nessuno, nemmeno il suo compagno di missione era molto in ritardo..solo una bambina di nome Irina che le fece da guida. Tra bulli presuntuosi e maestre severe la giornata fu molto stressante per la genin e quando la campanella risuonò nei corridoi finalmente tirò un sospirò di sollievo. Salutati i nuovi "amici" si avviò verso casa e quando era a pochi metri dalla sua abitazione annullò la tecnica della trasformazione nascondendosi dietro un cespuglio.Senza finalmente tante distrazioni e studentelli vari, riesci a tornare a casa. Sulla soglia di casa sua un uomo sembrava la stesse aspettando, ma quando la genin si avvicinò questo iniziò a scappare lasciando cadere un bigliettino a terra: presentava un codice che non conosceva, non fu in grado di leggerlo. Il suo stupore nell'incontrare qualcuno sotto casa la mise in allarme. Quel tizio poteva mai essere l' obbiettivo della sua missione?e perchè era li? come faceva a sapere la sua identità e il suo indirizzo? Queste erano le domande che bombardarono la testa dell'uchiha..istintivamente iniziò a rincorrere quel tizio, voleva saperne di più. Dopo alcuni minuti di inseguimento uno strano ronzio si presentò alle sue spalle, un'ape gigante la stava attaccando alle spalle, rapidamente l'uchiha si sostituì e con un colpo di spada sferrò un fendente diagonale alle sue spalle. L'insetto fu sconfitto ma subendo il colpo esplose..le sue budella velenose di un colore verdastro si appiccarono al corpo di lei. Akane pensò che quelle era semplicemente il sangue dell'ape, certo verde non si era mai visto ma non poteva immaginare che quell'insetto possedesse così tanto veleno. Riposta l'arma la genin iniziò a sentirsi strana, la testa le girava sempre più e ben presto cadde in ginocchio...incredula si portò la mano destra sul volto completamente aperta, era parecchio confusa. L'effetto di quel veleno si stava diffondendo in tutto il suo corpo, ora non riusciva nemmeno a muoversi, era completamente distesa a terra a pancia in giù, era senza forze e pochi secondi dopo la vista iniziò ad annebbiarsi. Il suo corpo non riusciva a reagire, il veleno era stato assorbito in quantità eccessive, le serviva al più presto un antidoto..l'unica soluzione era quella di andare all'ospedale, ma era molto lontano dal vicolo isolato dove si trovava lei. Con uno sforzo immane iniziò a muoversi strisciando, si stava spostano con la sola forza del mento e delle piccole spinte con il busto, gli arti le si erano come paralizzati. Quella situazione per lei era davvero drammatica era completamente indifesa chiunque poteva approfittare di lei, ucciderla, rapirla..la sua mente iniziò a pensare di tutto era praticamente in uno stato di shock. Come se non bastasse, a peggiorare la situazione Akane avvertì la presenza di qualcuno nei dintorni, la stavano osservando da lontano...lei era un tipo facilmente impressionabile. Le ore passarono lunghe come giorni e i giorni alla fine le sembrarono mesi...era da tempo che non mangiava e non beveva, era in condizioni disperate eppure fino ad allora nessuno l'aveva notata o soccorsa, nessuno....All'improvviso nella sua mente ci fu un flash, per alcuni secondi vide tutto bianco, rivide alcuni dei momenti più belli della sua vita. Mentre Akane riviveva il suo passato iniziò ad avere freddo, tremava dalla paura, inoltre quella presenza che aveva sentito attorno a se più volte si era fatta avanti e senza proferire parola si avvicinò a lei..di certo non era di Konoha... ..Un manto di sabbia granulosa l' avvolgeva, sentì un dolce calore riscaldare il suo corpo. Era quasi certa che davanti ai suoi occhi vi era una tazza fumante, una mano gliela porse. Non riusciva ancora a parlare, la vista era offuscata e il corpo era ancora indolenzito. Qualcuno era seduto davanti a lei, un ragazzo con dei capelli rossi..parlò ma lei impaurita alzò a fatica un braccio e respinse la tazza di tè. Lentamente i due iniziarono a rompere il ghiaccio, lui sembrava un esperto ninja, con poche osservazioni capì che era una genin appartenente al clan uchiha e vista la situazione in cui l'aveva trovata si dichiarò disposto ad aiutarla. Quando lei finalmente si decise ad aprirsi con quel misterioso ragazzo di Suna, un gruppo di banditi invase l'abitazione in cui si trovavano. In pochi attimi il ragazzo li sistemò stritolandoli con della sabbia che portava nella sua giara, i tre morirono e il loro sangue si sparse ovunque. Allarmato da quello che era successo riconsegnò alla genin il biglietto e poi sparì in una folata desertica. Sotto al codice vi erano degli appunti. "Pericolo di tradimento....sommossa del villaggio....missione suicida. Scappa.". Le altre parti non era stato in grado di tradurle, il codice doveva essere molto complesso. Dalle poche righe che riuscì a leggere dedusse una cosa: la sua missione era una missione suicida, qualcuno stava cercando di impossessarsi del villaggio. In pochi attimi il cuore iniziò a battere freneticamente, l'uchiha prese a correre in direzione del villaggio. Un paio di genjutsu inquietanti le fecero perdere il senso dell'orientamento ma proprio quando credeva di essere perduta..da sola, nel buio più totale trovò la fora di reagire. Attivò lo sharingan e tutto tornò alla normalità. Quelle creature di dissolsero davanti ai suoi occhi e finalmente capì che in realtà non aveva mai percorso tutta quella strada, era ancora ferma in quell'edificio mezzo sfondato. Il ragazzo che l'aveva salvata si alzò all'impiedi e uscì all'aperto e le propose di andare insieme al villaggio. Seguì il giovane fino a Konoha.
Arrivati a destinazione i due notarono che le porte del villaggio erano chiuse e nessun jonin faceva la guardia. Furtivi si arrampicarono sulle mura cittadine, nessuno li ostacolò. A konoha regnava un silenzio sepolcrale, un sinistro vento soffiava gelido. Silenziosamente i due avanzarono tra le strade del villaggio, regnava il silenzio più assoluto. Attivando la sua innata l'uchiha notò un flusso di chakra irregolare che prese a correre da dietro le loro spalle fino alla residenza dell'Hokage, decisa a inseguirli Akane iniziò a correre insieme al compagno, ad un certo punto però i due si divisero..La tensione era massima, l'uchiha cercò di reagire come meglio poteva la mascella le si era come bloccata, iniziò quasi a farle male ma non ci fu verso, i muscoli non volevano rilassarsi. L'entrata non fu delle più furtive, infatti i mille pezzi di vetro della finestra che aveva appena sfondato caddero sul pavimento e il frastuono echeggiò nel corridoio. Insicura dei suoi passi e col cuore in gola per le sorti del suo kage Akane avanzò fino a scoprire la cruda verità: segni di uno scontro e fogli per terra le fecero intuire che li c'era stata una cruenta battaglia. Disteso li sul pavimento vi era l'Hokage, colui che teneva in ordine il villaggio e ne era il simbolo..il suo compagno di accademia nonché migliore amico. Il più potente membro della casata Hyuga quella notte era caduto in battaglia. Scoppiata in lacrime la ragazza si inginocchiò e disperandosi per la perdita fece una promessa a se stessa e al suo caro amico Nimuo: giurò vendetta. Con gli occhi colmi di lacrime Akane diede un ultimo saluto al nindaime Hokage e poi saltò fuori dalla finestra, delle urla stavano chiedendo aiuto non molto lontano da li. Avanzò rapida come non mia, col cuore ricolmo di rabbia e sete di vendetta, i suoi pensieri erano annebbiati e non riusciva a ragionare ludicamente. Giunse quasi all'estremo ovest di Konoha poi all'improvvisò cadde, aveva i piedi bloccati da delle ragnatele. Per "fortuna" non cadde per terra, delle liane la tenevano sospesa a mezz'aria. Era prigioniera. Dall'alto di un albero, un ninja se la rideva. Solo in quel momento Akane notò una strana vegetazione interna a Konoha stavolta non poteva essere una genjutsu. Quello strano ninja possedeva ben sei braccia e tendendo un arco con due portava un coprifronte rigato di Suna, era un mukenin. Al suo fianco c'era un secondo nemico, era però nascosto nell'ombra non riuscì ad identificarlo. Accecata dalla rabbia Akane insultò quel ninja, non aveva mia perso le staffe in situazioni del genere ma questa volta era diverso, in lei tutto era cambiato, ormai non si riconosceva più. Quello che stava per fare forse avrebbe danneggiato anche il suo stesso villaggio, ma ormai la ragione non era più dalla sua parte. Lo sharigan si attivò in una frazione di secondo e un'immensa sfera di fuoco lanciata dalla ragazza fece divampare un incendio di grosse dimensioni. I nemici furono sconfitti in quell'unico colpo ma lei era in pericolo, cercò un riparo ma senza riuscirci, le fiamme erano inarrestabili, la vegetazione le alimentava sempre più.. debole svenne e cadde a terra priva di sensi. Quando si risvegliò dal sogno che aveva fatto si ritrovò avvolta dalla cenere di molti alberi. Stranamente Konoha era intatta, solo qualche casupola era bruciacchiata, in lontananza due corpi carbonizzati. Era molto debilitata, durante l'incendio aveva respirato molto fumo e ora tutte le vie respiratorie erano compromesse. un paio di gocce di sudore le scivolarono lentamente lungo la fronte fino ad arrivare agli occhi. Bruciava, ma sembrò quasi non accorgersene, stava cadendo di nuovo, un dolore molto più forte le fece perdere completamente il controllo. L'adrenalina le aveva nascosto quella grave ustione al braccio fino a quel momento, ma ora che l'effetto era svanito il dolore era atroce. Tentò di urlare, la voce non uscì. Proprio in quell'istante apparve dal nulla una quantità di sabbia fine sotto di lei, la accolse come un soffice materasso e subito dopo avvertì attorno a se molte presenze, nessuna le era familiare, ma tutte sembravano in grande agitazione. Il respiro di uno dei medici sfiorò appena le sue carni, quel soffio così leggero e insignificante le sembrò un'arma tagliente che la stava infilzando. La sensazione di avere 1000 spilli conficcati nel braccio svanì dopo alcuni "ore" di sofferenza...Akane pensò fosse l'effetto di un'anestesia, o almeno lo sperava, l'amputazione di un arto non l'avrebbe mai accettata, la sua carriera ninja sarebbe stata troncata definitivamente. La fronte le veniva costantemente bagnata, aveva la febbre alta. Tramite tecniche mediche proibite quel ragazzo riuscì a salvarle il braccio, altri lo ritennero impossibile optarono per l'amputazione ma lui si rifiutò, da solo le salvò la vita. Risvegliatasi dopo cinque giorni di lotta tra la vita e la morte Akane vide che quel ragazzo era stremato, disteso su un letto di sabbia..ma per fortuna vivo. Tranquillizzata dalle sue nuove condizioni e quelle dell'amico la genin uscì dalla tenda in cui si trovava e scoprì cosa era realmente successo. Tutt'intorno un vero e proprio accampamento per i pochi superstiti, c'è un via vai continuo di gente e molti sguardi erano rivolti verso di lei; non capì il perchè ma tutti erano rivolti a guardare soprattutto il coprifronte che portava in vita..erano tutti meravigliati della sua presenza, della sua integrità fisica. Come avvoltoi si catapultano ai suoi piedi, chiedendo aiuto e domandando dei loro cari, cercavano spiegazioni che però lei non poteva dare. Proprio come le era stato detto dal sabbioso lei era l'unica ninja rimasta a Konoha, l'unica in grado di combattere combattere. Qualcuno allontanò la massa bruscamente, un superstite jonin, senza occhi, senza una gamba.
Iniziò a raccontarle cosa era successo: qualcuno aveva attaccato Konoha o per meglio dire tradito rivelando ai nemici l'attuale condizione di Konoha e ne avevano approfittato subito. Maestri del mokuton avevano evocato una fitta foresta piena di trappole e al suo interno a centinaia erano caduti. L'uomo disse "Fortuna che qualcuno ha avuto la bella idea di darle fuoco, molti di quei bastardi erano nascosti li dentro...abbiamo visto un'onda nera nella notte avventarsi sulle fiamme e spegnerle prima che potessero dilaniare Konoha...". Credette che lei era rimasta coinvolta nell'incendio, non immaginava che invece ne era stata la fonte. Tempo dopo, verso sera uno dei messaggeri diede un'importante news. Gli attacchi erano stati fatti da un'organizzazione criminale chiamata Abukara, uno delle colonne portanti del gruppo prendeva il nome di Kentaro Abukara..desiderosa di vendetta Akane fu aiutata solo dal suo salvatore, questo infatti si offrì di aiutarla, ergo, si era ripreso da pochi minuti! Insieme quei due tornati a Konoha trasportata da un fiume di sabbia ingaggiarono una guerra a senso unico. In pochi istanti arrivarono alla residenza Hokage lasciandosi alle spalle decine e decine di nemici sconfitti o sopraffatti dalla sabbia. Nell'ufficio dove pochi giorni prima era deceduto l'Hokage, Akane trovò il nemico. Il combattimento ravvicinato si rivelò qualcosa di impossibile, lui impugnava una katana lucente cosparsa interamente di un chakra elettrico. Evitò agilmente le saette che sferrava e appena ne aveva l'occasione lanciava una genjutsu..tutto inutile la sua resistenza era superiore..Quando ormai priva di forze si era arresa, uno scudo di sabbia la difese dalla saetta che la stava raggiungendo..da li lentamente apparve una katana di sabbia gentilmente offertagli dall'amico. Con la nuova arma impugnata e una pasticca si chakra ingerita Akane contrasto la spada dell'avversario e con una potente esplosione l'intera stanza tremò, le finestre implosero verso l'esterno..aveva vinto il contrasto e ucciso il suo nemico, vendetta era stata fatta. Aveva avuto la meglio, lasciò cadere a terra la pesante katana ed insieme ad essa senti andare via anche tutte le angosce che l'avevano consumata. Con fierezza l'uchiha si affacciò da quel che restava di quelle finestre, da li si vedeva tutta Konoha. Fece un respiro profondo, la rilassò. La sabbia stava scorrendo per le strade del villaggio ripulendola da ogni entità maligna e mettendo in salvo i feriti. In basso quel ragazzo con i capelli rossi alzò la mano in segno di vittoria mentre con l'altra stava curando uno dei tanti bisognosi. Akane si sentì leggera come non mai, la mano che la teneva poggiata alla finestra si abbassò e senza alcun preavviso iniziò a cadere nel vuoto a testa i giù...il sorriso sul volto e gli occhi con malinconici. Arrivata quasi a terra si rannicchiò e fece un atterraggio perfetto. Poggiò una mano sulla spalla dell'amico, quello era il suo ennesimo ringraziamento:Konoha era stata ripresa, l'Abukara ricacciata e sconfitta...per il momento. I due si salutarono con la speranza di rivedersi presto e lui sparendo in una folata desertica le diede una rosa del deserto..
Konoha stava passando giorni buoi dopo l'attacco dell'Abukara, niente era come prima. Il villaggio aveva cambiato aspetto, le abitazioni e i vari edifici erano distrutti, le vie irriconoscibili e la gente..la gente più di tutto era cambiata. Portava con se il ricordo di quei giorni infernali passati tra la vita e la morte, tutto per la follia di pochi.Questa fu la motivazione per cui i due anziani saggi di Konoha convocarono l'uchiha al palazzo quel giorno, avevano qualcosa di importante da comunicarle. Quando ricevette la convocazione la ragazza era intenta ad aiutare alcuni carpentieri, le riparazioni da fare erano molteplici e una mano era necessaria. Con in spalla 3-4 travi di legno andava avanti e in dietro da un cantiere all'altro, il sudore dalla fronte colava sul volto di lei...dalla grande battaglia di quella fatidica notte non si era risparmiata nemmeno per un attimo, si concedeva giusto qualche ora di sonno a notte. Finito lultimo carico di legname Akane andò alla fontana più vicina e cercò di pulirsi al meglio, non poteva presentarsi ai due saggi in quello stato. Ancora con mani e faccia bagnate la genin si avviò verso ciò che restava del palazzo Hokage. Giunta nell'ufficio i due saggi le diedero un equipaggiamento tipico dei ninja esperti, una giacca verde, dei panta-ninja blu e delle protezioni metalliche per le braccia...Quei doni furono accompagnati dalle gentili parole dei due anziani, l'avevano promossa chunin. Non sapendo se gioire o meno l'uchiha restò impassibile e prese gli indumenti ricevuti in dono. Con un grazie si congedò e prima di chiudere la porta alle sue spalle tirò fuori dal portaoggetti qualcosa che la legava tanto a quel ragazzo misterioso, ancora senza nome, che l'aveva dapprima salvata e poi aiutata a compiere la sua vendetta. La rosa del deserto. A cosa le sarebbe servita quella promozione ora che non aveva più il suo migliore amico e Hokage, a risollevare le sorti del villaggio erano rimasti in pochi. Di certo non si sarebbe tirata indietro, quello era solo l'inizio della sua rivincita su quella vita che da quando era diventata ninja l'aveva prese in giro.
Ottenuta la promozione la neo-chunin non attese molto per tornare alla sede del suo clan, le sembrava dirivivere vecchi momenti come la promozione a genin di qualche anno addietro. Erano passati alcuni giorni dalla sua promozione al memnto in cui rientrò nella sede uchiha, era da tempo che non si presentava li, ricodava però di aver fatto una promessa e cioè quella di tornare in quel posto appena diventata chuunin e così fu. Poggiata con il suo solito fare disinvolto ad una lanterna attese con le braccia conserte che passasse qualche conoscente. Nel tempo lei era un pò cambiata ma qualcuno prima o poi l'avrebbe riconosciuta di certo. Dopo pochi minuti conobbe uno strano ragazzo dai capelli lunghi e biondi, stava lavorando sul tetto della sede, martellava con forza le tegole cercando di riparare una grossa voragine. Notata la ragazza ferma in giardino distrattamente fece cadere il martello a pochi metri dalla sua testa. Akane si arrabbiò molto per quel gesto e cercò di rilanciargli l'arnese ma qualcosa andò storto durante il lancio...sentì le forze venirle meno. Il ragazzo di nome Beck scese rapidaemnte dal tetto ed arrivato a pochi centimetri dal suo volto, con la mano destra le prese la mascella e continuando insistentemente a fissarla negli occhi le consigliò di stare attenta .., suonava quasi come una minaccia, lei l'avvertì in questa maniera come soggiogata dallo sguardo di quel tipo, in realtà quello voleva solo essere un consiglio. Non aveva mai interrotto il contatto visivo fino ad allora, improvvisamente chiuse le palpebre e Akane instintivamente tirò un sospiro di sollievo e fece un passo indietro. La presa della mano però non cedette e quando quel tizio riaprì gli occhi erano diventati rossi, non vi era più traccia di quel magnificolo color cielo simile agli hyuga. Era un uchiha e per di più il suo sharingan era di un livello superiore al suo, era completo. Akane fissò le tre tomoe nere aprirsi dalla pupilla, era qualcosa di incredibile, una sensazione mai provata prima. Era sicura di non essere caduta in nessuna trappola o in qualche strana genjutsu..eppure iniziò a sentirsi male, la testa si appensantì e presto vide che la lanterna li affianco si stava piegando. Fu così colpita da uno strano giramento di testa che poi fu seguito da una leggere nausea, sbiancò in viso. Solo allora il ragazzo lasciò la presa e allontanandosi dai lei ammise di essere anch'egli un chunin e che avrebbe potuto insegnarle qualcosa. Il ragazzo però non fece in tempo ad elencarle le tecniche da apprendere che una bambina altrettanto bionda lo stese con un calcio alla testa. Miya era il suo nome, era un jonin esperto e le sconsigliò di frequentare quel tipo, infondo era un parigrado di Akane. La neo-chunin scelse di addestrarsi con la piccoletta e in meno di un mese riuscì ad ottenere ben tre tecniche su quattro. ora riusciva a soggiogare la mente altrui con un semplice sguardo ed a fare altrattanto per bloccare il flusso di chakra di un avversario. La cosa che più le dava soddisfazione era quella di poter copiare tecniche, le sarebbe tornato di sicuro molto utile.
Ad insegnarle invece l'ultima complessa tecnica sarebbe stato il suo tanto stimato Kyosuke sensei, doveva lanciare genjutsu dalle dita. Il meccanismo per imparare ciiò fu molto semplice e anche facilitato da un gioiello prestatole dal jonin. Quell'anello riusciva a far concentrare meglio il chakra in un punto esatto delle dita e in questo modo il chakra che veniva trasmesso direttamente dallo sharingan veniva risucchiato più velocemente. Senza dover faticare molto la chunin fece un solo tentativo e riuscì a mandare il chunin Beck in una dimensione astratta. Quel ragazzo si trovava sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato! Salutato il jonin dai capelli color arancio Akane uscì dalla sede dirigendosi verso casa, era più di un mese che non vi faceva ritorno, vedere la sorella le avrebbe fatto molto piacere, avevano molte cose da raccontarsi.
Uscita di casa dopo una brutta litigata con la sorella maggiore Akane iniziò a vagare tra le strade del villaggio.Passata un'ora da quando era uscita di casa quasi senza rendersene conto si era fatta ora di pranzo. Trovandosi sulla strada del chiosco Akane vi entrò e con poche parole ordinò del sushi da portare, non le andava di mangiare li, c'erano troppi occhi indiscreti che la osservavano. Con la confezione stretta tra le mani raggiunse l'ombra di un grosso albero all'entrata del campo di allenamento numero cinque. Tranquillamente seduta li l'uchiha iniziò a mangiare e allo stesso tempo osservava la gente che passava nei paragi. Passò di li una coppia molto giovane, dovevano avere pressapoco la sua età; i due passarono a pochi centimetri da lei correndo, si tenevano per mano e romanticamente si scambiavano sguardi e carezze.
(che pazzi, sono proprio idioti, io non cadrò mai in quella trappola mortale che chiamano "amore"...però sembrano stare bene insieme, ridono scherzano tra loro, non hanno problemi ne pensieri, sono liberi di fare quel che vogliono...beati loro, un pò li invidio infon- Eh!? Ma che mi passa per la testa?! Maledizione sto diventando troppo sentimentale)
I loro movimenti bruschi fecero rovesciare ad Akane l'ultima parte del pranzo a terra, scusandosi i due si allontanarono, ridevano tra loro. Mentre il ragazzo girava l'angolo qualcosa nel suo volto cambiò, rivide in lui quel ragazzo sabbioso conosciuto durante la sua seconda missione, pensando di averlo proprio li a due passi il battito cardiaco aumentò improvvisamente...lei stessa non capì cosa le stava accadendo. Pensando che fosse stato il cibo ad averle fatto venire una sorta di malore smise di mangiare ed alzandosi si stiracchiò gambe e braccia. Intensionata a smaltire tutto il pranzo ingerito Akane entrò nel campo e iniziò a correre con passo inizialmente lento e poi a man a mano che si abituava diventava sempre più sostenuto. Di li a poco sarebbero arrivati degli insegnanti per allenarla, ne aveva richiesti ben tre alla segreteria della residenza hokage. La sua voglia di migliorarsi era davvero incredibile, non smetteva mai di pensare alle sue doti da kunoichi, era però consapevole che continuando a sforzasi a quel modo con il passare del tempo ne avrebbe iniziatoa risentirne il suo fisico Non sapeva ancora cosa aspettarsi ma di certo non immaginava che due gemelli ed una signora avanti con l'età l'avrebbero allenata. Erano arrivati da pochi minuti e già stavano discutendo tra di loro, forse dovevano ancora ultimare gli ultimi dettagli dell'allenamento. Vedendosi chiamare la ragazza si avvicinò ai tre ed arrivatagli difronte iniziò a scrutarli con un certo timore. I due ragazzi erano praticamente identici sia nei tratti somatici che nell'abbigliamento tipico di un jonin. Lei invece parve essere una loro superiore, portava lunghi capelli grigi ed aveva un fisico asciutto. Sorridente la donna iniziò a fare le presentazioni ed infine le chiese se era pronta per iniziare. Finiti i convenevoli Akane iniziò a battersi con i due gemelli e ad ogni round migliorava notevolmente. All'iniziò subì una potente gomitata al volto ma successivamente trovò il modo di evitare colpi di quel genere. Dopo meno di un'ora l'allenamento si concluse con una situazione di parità, era quello l'obbiettivo prefisso dalla jonin Hitomi. Salutato il gruppetto l'uchiha decise di uscire dal li, e superato il cartello con su scritto "n.5" spiccò un salto per poi finire sul tetto di un edificio li vicino. Correndo e saltando da una parte all'altra Akane fece ritorno a casa...
Tutto ebbe inizio con una convocazione, quando i due saggi anziani di Konoha affidarono alla kunoichi una missione più delicata del previsto. Le direttive furono poche e la premessa molto strana: Suna, una semplice missione di scorta finita male, il cuore strappato ancora pulsante dal petto di una ragazza, la testa mozzata, nessuna traccia del traditore. Il suo obbiettivo era quello di trovare l’omicida e scoprire per quale motivo aveva agito in quel modo. Le possibilità di affrontare ninja spietati ed esperti erano alte ma Akane accetta ugualmente, fa delle supposizioni ed accenna qualche domanda!Di tutta risposta i due fornirono nuove informazioni come se fossero di secondaria importanza:alcuni dei membri più anziani del clan uchiha avevano fatto una richiesta di recupero (o almeno di informazioni) di tre smeraldi preziosi che erano stati loro sottratti tempo addietro e li volevano riappropriarsene approfittando di quell’occasione. Prima della partenza le fu consegnato un fascicolo con delle informazioni su gente probabilmente coinvolta nell’incidente , una foto colpisce la chunin, raffigura un giovane dai capelli rossi con una giara legata dietro la schiena-somigliava al suo “salvatore”- non ne era certa per via della scarsa qualità dell’immagine però troppi dettagli coincidevano.. era un medico, un medico in grado di usare tecniche proibite e per giunta di suna. L’uchiha partì diretta al villaggio della sabbia ma percorsi pochi chilometri viene raggiunta da due genin, Jin e Murai che senza farsi troppi problemi le chiedono di potersi unire a lei per la missione. Credendola segreta Akane pensò bene di raggirare i due ma cambiò rapidamente idea, quei piccoletti facendo anche loro parte del clan uchiha erano in possesso di informazioni molto utili sulle pietre preziose e sui loro creatori. Accettata quindi la loro richiesta e si fece raccontare tutto:quelli che cercava non erano semplici preziosi ma una sorta di concentrato di energia con strani poteri, erano stati creati per sviluppare lo sharingan nelle nuove leve del loro clan, durante questi addestramenti incredibili illusioni portavano le menti dei giovani alla pazzia, il loro lato oscuro veniva risvegliato provocando così gravi conseguenze. Il loro sensei di nome Arashi era contrario a questi metodi ma nonostante ciò fu costretto ad eseguire la procedura ed in quella occasione l’ allievo uscì dall’illusione con poteri smisurati, non erano a conoscenza dei dettagli ma avevano sentito dire che Arashi era intenzionato a distruggere o sigillare quelle pietre ma non essendo dello stesso parere il capoclan uchiha non gli diede retta, non vedeva il pericolo..il sensei fu costretto così a lasciare il villaggio diventando di conseguenza un mukenin molto ricercato. Prima di ripartire Jin aggiunse altro, disse che a custodire quelle pietre era un ninja in grado di tenere a bada quel potere oscuro, poi le consigliarono di andare alla ricerca del kazekage che era l’unico a conoscenza di questa storia. Annuendo Akane riprese il viaggio seguita dai due ragazzi, dovevano cercare più informazioni su quell'omicidio sapeva davvero poco, soltanto che uno dei tre fosse un abile spadaccino ed un altro un marionettista. Arrivati ai confini della calda Suna il trio si imbatte in un accampamento di guerrieri , nomadi del deserto, li accolgono amichevolmente facendoli accomodare al fresco ed offrendogli da bere. Il loro capo incuriosito dalla loro presenza chiede spiegazioni e poi li avverte di una guerra imminente, avevano intenzione di attaccare il villaggio della sabbia per mancanza di giustizia. Capito che si trattava dell’omicidio sulla quale lei stessa doveva indagare Akane accetta di aiutarli, promette di catturare il colpevole per evitare la guerra ed inutili spargimenti di sangue. Annuendo la chini cercò di tirare su il morale dei due genin terrorizzati dallo scontro impetuoso ma subito dopo notò la presenza di un monaco la stava fissando negli occhi turbando il suo animo, fissava il suo sharingan ancora attivo. Il chakra che vedeva grazie all'innata era in grande fermento, pregava in modo strano un dio a cui era devoto. Il mantra ebbe effetto quasi subito sulla giovane che perdendo i sensi fu costretta a vedere in “sogno” l’omicidio di quella povera ragazza ed i relativi assassini.
Al risveglio Akane si accorse di aver dormito a lungo, era notte ed il freddo iniziava a diventare pungente. Iniziando da li le ricerche, i tre si addentrano in una foresta dove però incontrano due avversari temibili, il primo sembrò essere fatto d’ombra ma dopo un po’ fuggì via, l’altro invece era determinato, voleva ucciderli tutti e tre. Ingaggiata la battaglia con l’uchiha dopo diversi scambi di colpi la chunin ricorse ad una strategia invidiabile anche da un jonin, combinò la sua tecnica del mulino sharingan al suo chakra elettrico, sfruttò la luce emanata dal chakra per scovare il suo avversario nascosto fino a poco prima nelle tenebre e riuscì a colpirlo. Così facendo però scatenò involontariamente un incendio di grosse dimensioni, colpa dei fili incandescenti che toccavano in vari punti la corteccia degli alberi. Senza capirne il motivo Akane vide il suo avversario fuggire via invece di assestarle il colpo di grazia, pensò che le fiamme lo avevano spaventato. Iniziò così la ricerca dei due genin, li aveva persi di vista da un bel po’ ed ora in quell’incendio rischiavano di morire per mano sua. Le fiamme iniziarono ad avanzare veloci alimentate da folate di vento e nella confusione la kunoichi dopo diverse ricerche inciampò nel filo incandescente, urla, dolore. Ferita anche se non gravemente si accorse che una strana sostanza collosa era entrata in circolo dai tagli. Senza sapere come la kunoichi si ritrovò con gli arti inferiori paralizzati, continuò ad avanzare trascinandosi fino ad arrivare in un vicolo cieco;tutt'attorno il fuoco avanza e divampa, nella sua mente un pensiero avanza. Prese la decisione, farla finita per non soffrire. Falli miseramente, non ebbe il coraggio e mentre si preparava ad affrontare la morte si addormentò mentre uno strano canto già udito risuonava nell'aere perse i sensi. Si risvegliò, debole ma viva. Era in una tenda dei nomadi probabilmente ed accanto al suo lettino un monaco, lo stesso, pregava ostinatamente il suo Dio. Le diede qualche informazione, consigli utili e le mostrò la via da seguire. Con destinazione Kiri la chunin uscì di corsa dalla tenda dopo aver ringraziato il suo salvatore per poi affrontare il deserto ostile, sotto i raggi del sole impetuosi. Passano ore, correva veloce nonostante gli acciacchi e stremata trovò riparo presso un'oasi. Pensando fosse un miraggio l'uchiha si avvicinò cauta e accertatasi della su autenticità si abbeverò. Ancora con la faccia immersa nel liquido freddo qualcosa la graffia, ancora una volta cade preda di uno strano veleno. Paralizzata non riesce ad impedire che una vecchia conoscenza apparsa dal nulla la caricasse in spalla. Il cacciatore la portò in una caverna dove inaspettatamente si trovavano anche i due genin che dormienti stavano ricevendo le cure da uomo incapucciato. Terminate le cure si avvicinò a lei ed autorevole chiese informazioni sulla sua missione. Parlando prima con ostilità poi con rassegnazione Akane capì di avere davanti a se due alleati. Quella sera nella foresta lei e i due compagni erano stati scambiati per nemici, fu tutto un equivoco. Cercò di perdonare le azioni del guerriero nonostante le conseguenze, stava soltanto eseguendo gli ordini dell'amico...Arashi. La kunoichi capì di avere davanti l'importante membro del clan uchiha maestro di Jin e Murai, mukenin esiliato dalla foglia e sigillatore degli smeraldi, si era lui non vi erano dubbi. Le iniettò qualcosa nel braccio con una siringa e sintomi della paralisi iniziarono ad attenuarsi. Togliendosi la maschera il medico mostrò due caverne buie al posto degli occhi, era stato costretto a farseli implodere per non fornire ulteriore potere alle pietre preziose che portava con se un tempo. Parlano tra loro i due amici, confabulano poi tornano a lei, quello mascherato le porge un'anpolla dicendole di imprimere al suo interno del chakra. Lo fece ed il liquido ribollendo cambiò colore, aveva ottenuto una pozione per potenziare la sua kekkei genkai molto forte. con quell'asso nella manica Akane salì sulle spalle del guerriero, in sole due ore sarebbero ritornati al campo per impedire l'avvenire di una guerra insensata, aveva con se degli alleati, forse c'era ancora speranza! Non molto convinta di ciò che stavano per fare Akane comodamente aggrappata al guerriero Akane si addormentò e cadde in una sorta di trance. Vide immagini strane e confuse, inizialmente volava su un destriero d'argilla nei panni di qualcun altro, qualcuno con capelli corti, una volta atterrata capì di trovarsi a Suna, alle porte del villaggio e stava scortando una bambina. Vide poi il suo braccio muoversi alzando nel contempo della sabbia per raccogliere un cadavere..si diresse poi accompagnando la bambina alla residenza di un clan.. La scena cambiò scurendosi, stavolta si trovò in uno studio un uomo dai capelli argentei le stava parlando, non a lei ma a chiunque stesse impersonando, sembrarono parole importanti anche se non le aveva ascoltate, sentì una sensazione di stupore crescere. L'immagine sparisce ancora per poi farne apparire una terza. Era in un'altra stanza buia, ambiente meno informale, una casa.
Prese a fare le valigie e prima di uscire osservò una fotografia tre ragazzi, amici spiccano dal gruppo dei fotografati: il primo un giovane marionettista l'altro un ragazzo dai capelli rossi con una giara sulle spalle ed il terzo con capelli biondi e strane bocche sulle mani. Anche l'ultima visione scomparve e stavolta perchè Akane si era risvegliata, erano arrivati a destinazione. La folla di guerrieri era distribuita confusamente tra le dune di sabbia, per fermarli tutti con un solo colpo la kunoichi aveva bisogno di trovare una buona postazione, magari in alto..Correndo furtiva all'ombra delle tende bevve l'intera ampolla e gettandola a terra raggiunse la cima di un'immensa duna, la più alta. Da quella posizione sferrò una genjutsu a raggio totale di una potenza inaudita che investì le menti di tutti i combattenti, Akane sentì per la prima volta di essere superiore e come un giudice di un tribunale con quella mossa emise la sua sentenza. La gente avvoltà dall'oscurità urla e scappa e vedendo i propri corpi bruciare dalle fiamme ardenti si rotola a terra tentando invano di spegnerle. Sashin subito approfitto della situazione venutasi a creare e attaccò con le sue armi micidiali i nemici. A fiumi caddero, si accasciarono a terra spegnendosi. Tutto sembrò andare per il meglio fino a quando il guerriero mirò ad una tenda, al suo interno vi era il monaco degli strani mantra che Akane aveva già avuto modo di incontrare più volte. Senza alcu preavviso l'arma esplose e frantumandosi le schegge finirono per colpire il proprietario stesso. Il canto mistico risuonò anche in quell'occasione colpendo la giovane chunin,tentò di tapparsi le orecchie ma il tentativo fu vano. In pochi istanti l'ipnosi riuscì. Quello che vide stavolta fu il peggior incubo mai fatto, tutti gli amici, i familiari, gli affetti..tutti le voltarono le spalle e perfino la sorella, il rosso e Nimuo Hyuga le furono ostili, la insultavano senza alcuna ragione. Non riuscì a spiegarsi quegli eventi strani finchè non si presentò alle sue spalle una sua copia era alle sue spalle e capì all'istante che c'era qualcosa di malefico in quell'essere. Con poche parole quella figura predisse la sua morte, l'avvisò dicendole che presto sarebbe giunta, lui stessa l'avrebbe accolta tra le porte dell'inferno, risate sinistre riecheggiarono nella sua testa e mentre le immagini dei suoi cari scomparivano, l'ultima cosa che vide furono due sharingan quasi fluorescenti, verde smeraldo. Quando si risvegliò tutt'intorno era calmo, non c'erano morti tutti si trovavano in uno stato di semi incoscienza. Alzò la testa ancora dolorante per l'accaduto e vide cosa stava accadendo. Aiutati dall'uomo incapucciato, Jin e Murai stavano distruggendo la statua di argilla sbriciolandola in pezzi sempre più piccoli. Tutti i nomadi sono a terra, eccetto il monaco che continua a recitare i suoi mantra, spaventata da quel vecchio Akane tentò di avvicinarsi ma le gambe cedettero, cadde sulla sabbia calda senza riuscire ad avvertire i compagni. Improvvisamente la voce si fermò ed i blocchi d'argilla staccati dai tre alleati della chunin eplosero provocando esplosioni a catena di una potenza impressionante. L'onda durto rase al suolo l'intero paesaggio circostante, addirittura le dune del deserto dovettero piegarsi ad una tale potenza, tutto e tutti furono distrutti...e lei? Perchè lei poteva vedere tutto questo? Era ancora viva, solo lei era scampata ad una tale potenza esplosiva..no, qualcun'altro in vita c'era. Il monaco. Sempre li fermo al suo posto come una figura indissolubile la fissava negli occhi. Un miscuglio di sentimenti, passioni ed intensioni si cocentrò nello sguardo di Akane che fissando il saggio tentò di disperdere quell'apparente illusione. Nulla di fatto. Il monaco le parlò incolpandola per le numerose vite che erano state spezzate, non doveva dirigersi verso Kiri e ironia della sorte fu proprio li che Akane, o meglio il suo spirito fu strasportato. Assiste ad una scena agghiacciante del torneo chunin dove i genin più deboli vennero uccisi senza pietà, un uomo ride compiaciuto dietro la schiena portava una possente spada. La scena cambiò e stavolta la chunin si vide sospesa in aria, dall'alto osservava uno stadio fatto di lame diviso in tante arene, era li che si stavano svolgendo gli scontri. Solo a quel punto capì di essere poggiata su un tappeto di sabbia e che accanto a lei c'era qualcuno..un ragazzo che pensieroso giocava con la sabbia creando vortici con essa fino a formare una rosa del deserto identica a quella che aveva con se quando lo riconobbe capì che stava pensando a lei. Sorpresa da quel gesto la bella kunoichi fu colta da un miscuglio sentimenti confusi, emozioni forti la invasero. Tutto ad un tratto l’insieme di lame che formavano quel luogo iniziò a contorcersi su se stesso, presto i suoi amici, compaesani e non sarebbero morti per la follia di uno, rabbia e risentimento verso quello spadaccino visto poco prima la distrassero. Per fortuna il sabbioso dalla chioma rossa protesse tutti i presenti con una tecnica a raggio totale. Le lame si piegarono alla consistenza di quella sabbia densa di chakra e passato il pericolo la kunoichi fu trasportata al centro dello stadio. Tentò di avvicinarsi a lui ma il suo spirito fu trasportato altrove, in un corridoio sugli spalti di quello stadio. Ascoltò una conversazione molto interessante tra il rosso ed una giovane kunoichi: aprì bene le orecchie, voleva sapere cosa si stavano dicendo li dentro tutti soli, era curiosa, gelosa, come un’ amante segreta. Non capì bene a cosa si riferivano le rimasero impressi due nomi, Shizue e Keiichi-sama. Venne così a conoscenza del nome di quel ragazzo, suo salvatore e persona speciale. Quel che accadde in seguito ebbe dell'incredibile, un incubo nell'incubo. Il kazekage svenne e appena toccò terra l'uchiha entrò nella sua mente. Assistì nei panni del giovane ad un dialogo con un clone dagli occhi verdi smeraldo. Parole le sue in rima, discorsi fatti di promesse e onore, minacce e accuse a cui non credette..quando il clone si riferì al suo sharinagan Keiichi si infuriò e con una mano di sabbia disintegrò quell'essere. Al suo risveglio Akane scoprì che l'esplosione non era mai avvenuta e che erano tutti vivi. Il capo dei nomadi era li e si scusò con lei per la confusione, avevano deciso di non attaccare più Suna, disse che avevano una pista da seguire. Poco lontano il monaco la osserva ancora, è li ma nessuno riusciva a vederlo all'infuori di lei. Le parlò mostrandole infine due occhi misteriosi, iridi fatte di cerchi concentrici, le disse addio poi un consiglio ed augurandole un futuro felice si dileguò con l'ausilio di una luce abbagliante.
Facendo tesoro di quelle parole l'uchiha si riunì ai compagni di missione e fece ritorno verso Konoha. Quella era la prima volta che non aveva portato a termine nemmeno obiettivo. Come mise piede nel villaggio quattro anbu la bloccarono due stordirono Jin e Murai, mentre gli altri due presero lei per i gomiti, costringendola a seguirli.Venne portata alla sede del clan e con modi violenti venne costretta a terra. Di fronte a lei tutti gli anziani del clan Uchiha, volevano sentire le sue giustificazioni riguardo il fallimento e la presenza dei due genin. La chunin provò a spiegarsi ma furono parole buttate al vento, sapevano tutto anche dei contatti che aveva avuto con il traditore per eccellenza, Arashi. Quest’ultimo comparve all’improvviso nella stanza abbattendo gli anbu che tenevano bloccata la kunoichi nonostante non avesse più gli occhi era riuscito a materializzare lo sharingan con il suo chakra. La battaglia ebbe così inizio, si unì anche Sashin ed insieme ai due Akane stanca di quella follia, si alzò. Si battè come una furia dimostrando un’abilità straordinaria, la sua katana carica di chakra elettrico sorprese molti nemici. Nonostante la loro superiorità numerica i nemici vennero respinti ma proprio quando tutto sembrò calmarsi una fiammata nera si avvicinò pericolosamente ad Akane. Sashin la protesse frapponendosi tra lei e l’amaterasu, caddè a terra agonizzante. Dopo poco insomma la battaglia prese una brutta piega, il capoclan Hideki afferrò Akane per il collo ed attivando il suo manegkyou sharingan sembrò avere tutta l’intenzione di torturarla con una tecnica chiamata Tsukyomi. Quando ormai la tortura stava per avere inizio ed iniziò a girarle la testa improvvisamente una frusta di sabbia si abbattè sul braccio di Hideki. Successe tutto rapidamente, una seconda tecnica lo colpì stavolta si trattava di una lancia molto particolare. Era arrivato perfino Keiichi a salvarla! Senza avere il tempo di dire nulla il giovane kazekage avvolse con la sua sabbia l'uomo e lo stritolò ponendo fine alla sua misera vita. Akane si avvicinò al ragazzo dai capelli rossi senza badare più alla presenza degli altri. Lo strinse forte a se, la faceva sentire..al sicuro. Arashi fu costretto ad uccidere l’amico, stava soffrendo troppo e non vi era modo di spegnere le fiamme di amaterasu…Dicendo addio al valoroso guerriero che l’aveva salvata l’uchiha lasciò l’edificio dirigendosi verso la casa accompagnata da Keiichi.
Rientrando in casa la kunoichi decise di andare a riposare lasciando Keiichi al piano inferiore; prima però si concesse un attimo di pausa, un bagno rigenerante, sembrò quasi non voler più riemergere da quell'acqua bollente..ma quando lo fece nei suoi occhi iniettati di sangue per via del sapone fece il suo ingresso lo sharingan, senza che se ne accorgesse si era attivato, era mutato. Stava pensando ai suoi amici, quelli che amava e che aveva amato, quelli persi, quelli scomparsi. Uscì dal bagno e andò a dormire portando con se nonostante la stanchezza un'energia negativa notevole. Al suo risveglio l'uchiha ancora in camice da notte scende al piano inferiore per fare colazione, Keiichi era ancora li ad aspettarla, la fissa imbarazzato per via dell'abbigliamento "leggero". Offrì del thè anche a lui, lo sorseggiarono insieme ma ad un tratto lui si fermò ed iniziò un discorso autodistruttivo, parlava scusandosi per tutto ciò che le era accaduto prendendosene la colpa. Akane non ascoltò le parole che uscivano dalla sua bocca, vedeva le sue labbra muoversi in quell'espressione pensierosa, preoccupata..attraente. C'era in lui qualcosa di magnetico, un qualcosa che la attirava sempre più. Erano vicini, fin troppo e la tentazione in quel momento per la donna fu irresistibile. D'impulso fermò il suo parlare con un bacio. Non capì cosa le stava succedendo, sensazioni nuove come improvvise ed inaspettate le inondavano il corpo. Distaccandosi pronunciò parole di conforto poi consapevole del folle gesto fatto si dedica ad altro. Colto di sorpresa Keiichi esitò per qualche istante ma poì reagì ricambiando il bacio con più passione. Akane si lasciò andare ad effusioni che mai avrebbe pensato di essere in grado ne di fare ne di ricevere. Per lei era tutto una scoperta, come una nuova terra da eplorare, da conoscere e da apprezzare...fino infondo. Purtroppo i due furono bruscamente interrotti dall'arrivo della sorella maggiore Ayame. Nel giro di pochi attimi i due amanti si dileguarono, lei per paura lui per non creare problemi. Ayame con fare superiore avvisò la sorella minore che le serviva la casa libera per dare una festa. Obbedì. Uscendo si diresse con il rosso verso la residenza dell'hokage dove dopo un acceso dibattito tra Keiichi e i vecchi Akane riceve la promozione a jonin per le capacità che dimostrate sul campo. Pensando che due vecchi non sapevano ricoprire una carica così importante come quella di un hokage la bella kunoichi uscì furiosa dall'edificio e mentre Keiichi si recò all'ospedale per far visita ad Arashi lei vagò a vuoto tra le vie di Konoha. Verso sera si imbattè in Shinichi ed ingaggiò una battaglia con lui ottenendo finalmente la sua rivincita ed inoltre approfittò dell'occasione per copiare con il suo sharingan una particolare tecnica tipica del clan loto. Qualcosa di strano però accadde subito dopo, gli occhi le bruciarono più del normale, del sangue colò come lacrime. Fece finta di nulla e salutando l'amico fece ritorno a casa; la festa era terminata e lei scossa per quello che era accaduto ai suoi occhi attese l'arrivo del compagno seduta su una sedia, era di spalle alla porta e fissava i suoi occhi riflessi in un piccolo specchio. Insicura rivelò a Keiichi di aver sviluppato il mangekyou sharingan, gli stessi occhi che avevano ucciso Sashin e non sapendolo controllare gli chiede aiuto, lui accettò ma non parve molto sicuro. Continuarono a parlare tranquillamente finchè qualcosa fece scattare Keiichi, si avvertì un'energia spaventosa, durò poco e per fortuna il kazekage si riprese. In quel momento Ayame, che aveva osservato la scena fece strane accuse, affermò sicura che Keiichi era un traditore le sarebbe bastato guardare il suo braccio; aveva già provveduto ad avvisare gli anbu ma alla fine non riuscì a fare molto perchè Keiichi la addormentò con una genjutsu. Era giunta per lui l'ora di andare non era più al sicuro li, un ultimo abbraccio e si dissolse in sabbia fine. Al risveglio le sorelle cercarono di chiarirsi ma ad un certo punto nella foga Ayame si fece scappare un segreto ovvero che Keiichi non era quello che diceva di essere, non era più il kazekage in carica, le aveva mentito. Essenzialmente non era importante la cosa ma evidentemente, pensò, aveva fatto o VOLEVA fare qualcosa di sbagliato, tremendamente sbagliato, al punto tale da dover prendere una decisione come quella di lasciare prestigioso titolo. Era quello il punto, cosa aveva in mente? Ayame vedendola piangere decise di rispettare quel suo momento di debolezza. Tormentata dal dubbio Akane si addormentò.
Al risveglio una critica della sorella fece andare su tutte le furie Akane provocando un piccolo incidente domestico: una bottiglia di vetro si ruppe ferendo la mano della neo jonin, il liquido lattiginoso si mischiò al sangue fondendosi fino a creare un'unica sostanza omogenea. Quel dettaglio insignificante fu associato dalla sua mente a lei ed al rosso, la loro unione oramai non più possibile, le fece male più del taglio. Nei giorni seguenti il silenzio avvolse quasi completamente l'abitazione. Le sorelle a stento si salutavano al mattino e alla sera si davano a la buona notte di malavoglia; entrambe iniziarono ad evitare il contatto visivo fino a quando addirittura la presenza di una infastidiva l'altra. Le litigate di tanto in tanto si presentavano ed ogni volta si facevano più accese delle precedenti. Trascorse una settimana in questo modo, giorni dove il solo pensare a lui la faceva star male, giorni vuoti avvolti da un oscuro silenzio. La sua vita si ridusse a semplici azioni di routine, azioni meccaniche come mangiare e dormire. Aveva trascorso tutto il tempo cercando di non pensare ai suoi tormenti, ma più tentava di farlo e più questi sembravano prendere il sopravvento su di lei. Resasi conto del modo squallido con cui stava affrontando i suoi problemi sentì il bisogno di uscire, in casa non riusciva a focalizzare quelli che erano i suoi desideri e le necessità primarie. Raggiunse un luogo suggestivo [IMG] e vi si fermò per la notte, nascosta in una caverna dietro una cascata, qui la ragazza tentò di sgombrare la mente ma non riuscì nell'impresa. Era notte fonda e nel buio strane ombre iniziarono a suggestionare la sua mente fino a farla urlare. Per un attimo il suo chakra illuminò le pareti rocciose ristabilendo in lei la calma, era stupido aver paura del buio infondo..Si addormentò ma in sogno l'incubo continuò vide alcune immagini, si sovrapponevano, si moltiplicavano, poi si dissolvevano lasciando posto ad altre. Sforzandosi la kunoichi cercò di scacciarle ma queste tornavano più chiare e nitide, più persuasive ed eloquenti di prima. Quando riuscì a ristabilire la calma una voce mistica risuonò nella sua testa. Parole strane quelle dove il concetto di VERITA' fu messo in discussione, forse erano consigli che la sua stessa coscienza le stava dando, cercò di fare chiarezza nella sua mente mostrandole la via più facile, l'odio verso lui ma le offrì anche un'alternativa ovvero considerare che la verità non sta nei fatti ma nei sentimenti. Non riuscì a fare la sua scelta perché fu svegliata da rumori anomali che attirarono la kunoichi nelle profondità della caverna. Avanzò con cautela nell'ombra, delle strane luci la accecarono poi una strana sensazione di soffocamento poi la costrinse a terra, svenne. Quando riaprì gli occhi si accorse di essere stata come teletrasportata in un altro luogo, un deserto. Accertatasi che non fosse un'illusione iniziò a seguire le continue luci abbaglianti che provenivano dall'orizzonte, alle spalle di una duna enorme. Corse sulla sabbia cocente, il vento tagliente la graffiò ma continuò a correre senza mai cedere, faceva un caldo assurdo. Si chiese se quello fosse reale o meno, forse, pensò, era un mondo parallelo. La fame e la sete iniziarono a farla cedere ma fu proprio allora che apparve davanti a lei un ragazzo, Keiichi. Non sapendo come reagire al suo sguardo rabbioso e alle sue minacce la bella kunoichi indugiò. Il rosso scagliò diversi attacchi su di lei continuando ad offenderla, a farla sentire insignificante e a spronarla dicendole di affrontare le sue paure. Ferita nell'orgoglio e colpita nei suoi punti deboli Akane capì che quello non poteva essere veramente lui, decise così di affrontarlo, di affrontare quindi le sue paure. Gli si avvicinò, il suo corpo viene illuminato da scariche elettriche, si fece coraggio e arrivatagli di fronte tremante gli diede uno schiaffo, poi facendosi coraggio tirò fuori tutto quello che aveva dentro, espose il suo pensiero riguardo al suo tradimento verso Suna, verso il suo nindo, verso lei..Non essendo quello un essere reale non fu in grado di darle spiegazioni al riguardo ma in compenso le disse che era forte e che avrebbe dovuto fare lo stesso in presenza del vero Keiichi. Si disgregò in sabbia e lasciò l'uchiha ai suoi impicci.
Ancora confusa la neo jonin riprese il suo viaggio raggiungendo finalmente l'immensa duna dal quale provenivano quelle luci abbaglianti. La sabbia sotto i suoi piedi prese a tremare a muoversi facendola sprofondare, riemergono ossa, teschi inquietanti e...una pietra antica con su scritte incisioni che le permisero di salvarsi: concentrandosi Akane attivò il mangekyou sharingan e come spiegavano le incisioni riuscì ad aprire un varco dimensionale che la riportò nei pressi della caverna. Con ancora nella mente quelle ultime parole che le avevano dato coraggio e determinazione Akane fece una sosta all'ospedale per farsi medicare e poi fece ritorno a casa. Ad attenderla ci fu come sempre Ayame che osservando le sue ferite fasciate la stuzzicò mettendo a dura prova la sua pazienza. Akane perse così la voglia di mangiare, le diede le spalle e proprio allora avvertì un'energia impressionante, non ebbe il coraggio di voltarsi. Ayame prese a leggere una lettera ignorata poco prima dalla neo jonin, contenevano informazioni riservate che aveva ottenuto tramite il capoanbu. La informò della nomina del nuovo kazekage, un certo Kroxigor Azashi, tralasciò inutili particolari sul tizio in questione per poi passare ad una notifica importante. Lesse piano scandendo ogni parola come per farla ben intendere ala sorella minore: erano state confermate le ipotesi di tradimento del rosso. A cotanta sfrontatezza Akane rispose voltandosi di scatto fermando il suo parlare, non voleva sapere altro. Attivò il suo mangekyou sharingan e le si avvicinò pericolosamente: occhi misteriosi e potenti si misero a confronto.. in eterno contrasto. Affermò con decisione di voler trovare da sola quelle risposte...il luogo dove ora si trovava lui, la verità.
Senza badare a ciò che disse l'uchiha quella sera fece una promessa importante, grande e soprattutto al di fuori della sua portata. Trovare un mukenin non era cosa da poco e di certo non ne sarebbe stata capace una semplice neo jonin come lei..quello era un compito che solo un anbu era adatto a svolgere. Un anbu. Aveva sempre ammirato quella figura autorevole e misteriosa fin da genin quando per la prima volta ne incontrò uno. Entrare a far parte della squadra speciale ecco cosa doveva fare, aveva le sue buone ragioni e tutto sommato anche le abilità giuste, non le restava che avanzare la richiesta agli anziani saggi di Konoha;entrata nello studio notò la presenza di un terzo, un anbu senza la maschera dai tratti familiari che poi scoprì essere l'attuale kazekage e amico di Keiichi. Quando gli strinse la mano delle minuscole palline d'argilla fomarono un messaggio sul palmo della sua mano, voleva parlarle in privato.. successivamente alle presentazioni le fu detto di rivolgersi al capo anbu per l'addestramento. Uscendo l'uchiha scambiò qualche domanda con quel ragazzo dai capelli biondi ed infine promise di tenerlo informato sul rosso tramite un canarino d'argilla che aveva ricevuto, le sarebbe bastato imprimere del chakra e registrare un messaggio vocale poi sarebbe volato verso suna dal suo proprietario. Così i due si salutarono ed Akane si diresse verso i campi di allenamento, per strada incontrò Shinichi ed insieme andarono a parlare dal capo anbu richiedendo di essere addestrati. Il ninja entusiasta accettò e dopo averli avvisati dei vari rischi che avrebbero corso chiese ai due le loro motivazioni. Il chunin partì diretto dicendo che era un suo desiderio, che voleva proteggere il suo villaggio, mise molta grinta in quelle parole, ne era convinto; Akane non potendo rivelare le sue vere ragioni si innervosì e si limitò a concludere il discorso introdotto dall'amico aggiungendo poche parole. Il senpai non conoscendo le abilità del chunin lo mise subito alla prova con un esercizio e una volta che si fu allontanato tornò alla jonin, aveva intuito il suo disagio e chiese spiegazioni. Senza scendere nei particolari lo tranquillizzò dicendo che non si lascerà condizionare da sentimenti come l'amore, l'infelicità ed il rancore. Chiarito il dubbio l'anbu iniziò ad assegnare i primi esercizi ai due aspiranti anbu, li superarono tutti senza troppe difficoltà, in una prova di inseguimento Akane si era perfino dovuta già mettere realmente nei panni di anbu con tanto di maschera ed inseguire in incognito l'amico.Sfinit dall'inseguimento dei due anbu entrambi svennero. Al risveglio Akane si ritrovò in una piccola stanza, vide uno strano fascicolo su una scrivania con un titolo che diceva tutto "Sabaku no Keiichi", fu tentata ad aprirlo ma riuscì a resistere anche perchè l'anbu le aveva appena detto di volerle parlare fuori ed in privato. Quando uscì le furono invece assegnati altri esercizi, li completò e vinta dalla curiosità e dalla sete di sapere chiese al capoanbu cosa contenesse quel fascicolo. Non ebbe risposta, soltanto le fu lanciato un manifesto dei ricercati: sopra vi era stampata una foto del rosso con scritto "alto tradimento" con tanto di taglia sulla sua testa, e che taglia! Avuta la conferma che cercava Akane svolse l'allenamento in modo un pò confuso e non riuscì ad apprendere la tecnica, per fortuna l'anbu le spiegò che non era colpa sua ma che le serviva saper controllare più chakra alla volta e con il tempo avrebbe imparato sicuramente. Shinichi non aveva ancora imparato a controllare un ultima tecnica e l'anbu decise che ad aiutarlo sarebbe stata lei, avvicinandosi all'amico con lo sharingan attivo vide due anbu esperti allenarsi poco più in la e vide eseguire una tecnica interessante, la osservò bene e subito dopo propvò a riprodurla contro Shinichi. Durante lo scontro fece diverse prove e tra un colpo e l'altro imparò a controllarla; inoltre aveva sfruttato l'occasione per copiare al giovane del clan loto uno dei suoi attacchi rapidi ed anche la tecnica che aveva appena appreso, una sorta di contraccolpo rapido che riusciva a sfruttare gli angoli cechi dell'avversario in caso di un colpo subito.
Ad un certo punto il capoanbu fermò lo scontro e soddisfatto dei risultati consegnò loro equipaggiamento e divisa da anbu ufficiali. Era riuscita ad entrare, ormai il più era fatto, presto le sarebbero state assegnate missioni importanti, magari riguardanti ricercati famosi. Shinichi fatti i dovuti ringraziamenti andò via e a quel punto il suo capo avendo vagamente intuito il coinvolgimento della kunoichi nella questione "Sabaku no Keiichi" le fece le dovute raccomandazioni, da li in avanti esigeva un maggior controllo delle emozioni in quanto reazioni come quella avuta poco prima in missione avrebbero potuto danneggiare se stessa o un suo compagni;poi le diede informazioni preziose: una mappa segnata,raffiguravano zone a nord di Konoha ed era li che si trovava il rosso, probabilmente in un villaggio che prendeva il nome di Oto. Prima di congedarsi le fece promettere di non avvicinarsi in quelle zone, guidata da chissà quale sentimento,se non in una missione ufficiale approvata dai saggi e da lui stesso.
Era riuscita a diventare un anbu anche se infrangendo in partenza una delle regole basilari per uno shinobi: aveva mentito al suo capo promettendo di non immischiare i propri sentimenti con il lavoro. Poco le importava. Presto le sarebbero state affidate missioni importanti e prima o poi si sarebbe avvicinata anche se di poco a lui..un passo alla volta. Rientrando in casa Akane ha tutta l'intenzione di concedersi il meritato riposo ma dovette rinunciare, la sorella rientrando le propose di festeggiare la sua entrata negli anbu con una cena in un ristorante raffinato; con loro sarebbe uscito anche Dan, il ragazzo della sorella. L'entusiasmo con cui aveva ricevuto quell'invito la convinse subito, indossò un lungo abito da sera nero e dopo essersi fatta scattare delle foto da quel simpaticone di Dan uscì di casa. Pochi minuti e passeggiando i tre arrivarono al ristorante, entrando Akane notò un gesto strano del ragazzo, aveva allungato la mano verso la borsa della sorella mentre da gentiluomo le prendeva il soprabito, non gli diede molta importanza. Si accomodarono al tavolo prenotato. Mentre la cena andava avanti con le diverse portate i due non fecero molto per metterla a suo agio e invece di concentrarsi su di lei, sulla festeggiata in fin dei conti, finirono per isolarsi. Tra le chiacchierare ed i discorsi smielati soltanto uno dei tanti fu recepito con interesse dalla jonin, quel ragazzo era un Nara, potente clan che controllava le ombre; soltanto un paio d'ore dopo, quando ormai la cena era finita presero l'iniziativa di fare un brindisi per lei. Bevve del sakè per poi tornare a seguire lo spettacolo ce andava in scena quella sera su un piccolo palco, alcuni minuti dopo Ayame volle fare il bis ma nel farlo notò una busta bianca nella sua borsetta messa sul tavolo, curiosa Akane osservò la reazione della sorella maggiore con molta attenzione, forse troppa infatti le sfuggi un secondo movimento del ragazzo sedto al suo fianco:Dan abile e silenzioso come pochi fece scivolare dalla manica dello smoking una bustina ed aprendola ne fece scivolare il contenuto nel bicchiere semivuoto di Akane. Intanto Ayame finì di leggere la lettera e si allontanò con una scusa banale. Quando arrivò alla porta e sparì dalla loro visuale Dan si rivolse ad Akane ed insistette nel voler versare dell'altro sakè ad Akane comprendo così le poche tracce di quel gesto assurdo compiuto poco prima: era rimasta della polverina bianca nel lato interno del bicchiere e versato del nuovo liquido queste sparirono del tutto. Akane si concesse quell’ultimo brindisi ed ignara di quel che sarebbe accaduto di li a poco lo considerò di buon augurio, in seguito i due si continuarono a seguire lo spettacolo seduti du un divanetto. Con il passare dei minuti però la jonin iniziò a sentirsi a disagio al fianco del giovane in parte perchè la gente che li conosceva avrebbe potuto pensar male ed in parte perchè iniziò a sentirsi strana come confusa, sentiva troppo caldo e vedere doppio. Come se non bastasse il Nara le rivolgeva strani sorrisi ammiccanti e sguardi curiosi...pensando fosse colpa dell'alcool bevuto e quindi della sua immaginazione continuò a far finta di nulla ma quando Dan allungò le mani verso di lei fingendosi uno sbadato si allontanò dalla sala con la scusa della toilet. Barcollando entrò nei bagni e con una strana agitazione in corpo provò a rilassarsi ed a rinfrescarsi lavando la faccia con dell'acqua ghiacciata; passarono pochi secondi e Dan da falso preoccupato entrò nel bagno e con la scusa di volerla aiutare le si avvicinò sussurrandole all'orecchio strane parole. Akane si vide spinta all'indietro e quando arrivò al limite qualcuno spense le luci, erano al buio e soltanto una misera luce d'emergenza alle sue spalle illuminava la stanza. Erano andati via tutti e ormai chiedere aiuto sarebbe stato inutile...ma da quel che stava lasciando fare la kunoichi urlare per chiedere aiuto non sembrava affatto la sua priorità. Il giovane smettendo di fissarle il decolté e di baciarle il collo la sollevò per i fianchi e la fece accomodare sullo spazio libero tra due dei numerosi lavandini; si stava agitando, prese le mani di lei ed afferrati i polsi le alzò le braccia fino ad immobilizzarla contro lo specchio poi con frenesia riprese a baciarla e sempre più eccitato prese a scendere per il collo. rmai Akane era nelle grinfie di quel pervertito di un Nara che stava approfittando sempre più di quella situazione a dir poco squallida, sopraffatta da quella droga Akane invece di respingerlo rideva e lo lasciava fare. Non riuscendo ad attendere oltre il Nara iniziò a spogliarsi, le incitazioni della ragazza lo stupirono e lo eccitarono maggiormente.Lui con una mano iniziò ad accarezzarle le gambe, salì piano fino ad arrivare allo spacco dell'abito e lesto si infilò facendo salire ancora più su l'abito. La donna che era in lei iniziò gradire quel gioco erotico, chiuse gli occhi e quando la mano arrivò oltre l’inguine emise un gemito di piacere. Da quel momento in Akane si verificò una sorta conflitto interiore, la parte di lei ancora cosciente però era debole per via di quella droga che aveva assunto ed infatti fu sopraffatta dalla parte maliziosa di lei, quella curiosa e stanca di aspettare..Mentre la mano sapiente lavorava nell’intimità ormai grondante della donna un gesto fatto con più rabbia la risvegliò da quell'incubo, aprì gli occhi e poggiando le mani sul petto di lui provò ad allontanarlo. In quel momento però accadde qualcosa di strano, come una sorta di illusione vide il volto del Nara mutare forma e di conseguenza smise di opporsi, era come se l' immagine di Keiichi e quella del Nara li presente si stessero sovrapponendo fino a sostituirsi. Non le era chiaro cosa le stesse accadendo ma vedere il rosso la fece sentire al sicuro e smise di opporre resistenza, questo “inconveniente” era bastato per far svanire quell'attimo di lucidità. In balia di quelle emozioni fasulle Akane era ben felice di vedere quel ragazzo inginocchiarsi ed avvicinarsi sempre più alla sua intimità con la lingua, bastò un piccolo assaggio per farla tremare dal piacere e mentre i suoi occhi privi di vita ed un sorriso sadico ricoprivano adesso il suo splendido volto Dan si rialzò spogliandosi anche dei pantaloni. Qualcosa cambiò, ma se fu la sorte o la sua volontà questo non fu chiaro: avvertì come un senso di pericolo e quando gli occhi ripresero vita vide le caratteristiche di Keiichi svanire e capì di essere stata denudata quasi del tutto. Provò ad allontanarlo mentra provava ad allargarle le game ma la sua forza non bastò, gli diede uno schiaffo in pieno volto ma ottenne soltanto maggiore furia da parte dell'uomo, le fu assestato un pugno allo stomaco che mandò in frantumi addirittura lo specchio alle sue spalle; deciso a continuare la sua opera il Nara sfruttando la sua ombra immobilizzò la kunoichi fino ad impedirle quasi di respirare. Un urlo diede inizio al pianto, vide il suo corpo tremare e a tratti balzare per via delle spinte poderose dell'uomo che agiva veloce e pieno di se, convinto che mai nessuno avrebbe creduto alla versione di una povera ragazza traumatizzata. Accumulò rabbia e desiderio di vendetta in quantità nei pochi minuti che erano bastati al Nara per raggiungere l'apice del piacere. Il dolore che sentiva per la violenza di quell'atto fu alto ma ciò che la spaventò maggiormente fu il termine ovvero quando l'uomo riverso in lei il suo seme rischiando così di metterla incinta. Sfinito in quel momento Dan senza rendersene conto perse il controllo della sua ombra ed Akane ne approfittò subito, lo voleva morto: attivò in un istante il suo magekyou sharingan e fissando gli occhi di quello schifoso di un Nara utilizzò la tecnica dell'implosione..ma poi direzionò il colpo altrove, al braccio che si staccò dal corpo all'altezza della spalla, Dan svenendo cadde a terra in un lago di sangue. Perchè dare la morte si era chiesta Akane, Era troppo facile e infondo non doloroso. Doveva fargliela pagare e la morte non era sufficiente a placare la sua ira. Doveva soffrire voleva ripagarlo con la stessa moneta facendolo sentire umiliato e ferito come si sentiva lei in quel momento. Scesa dal lavandino sentì le gambe molli e la vista di tutto quel sangue che sgorgava accentuò la nausea che già aveva, voltandosi vomitò e quando dopo alcuni minuti quella sensazione sembrò abbandonarla tornò a fissare il corpo nudo e mutilato del Nara, si abbassò fino ad inginocchiarsi, tra le mani teneva un frammento appuntito di specchio, stava decidendo se finirlo o meno e a farle prendere la decisione finale fu il vedere una bustina bianca e sporca di polvere bianca caduta poco più in la. soltanto adesso aveva collegato gli eventi di quella sera e quando sentì una voce femminile molto familiare provenire da lontano aveva capito quanto quell'atto fosse stato diabolicamente premedito. Alzò entrambe le mani sopra la testa e poi le abbassò di colpo mirando al cuore le urla della sorella arrivata in quel bagno però la fermarono ad un passo dalla fine. Aperta la porta del bagno fraintese tutto l'accaduto e senza capire cosa fosse successo diede ordini e la allontanò. Agì in fretta, prima coprì il ragazzo con la sua giacca, poi mandò un suo clone ad avvisare una squadra medica e mentre cercava di svegliare
l'amato minacciò Akane dicendole di andarsene da li per il suo bene. Via da quel ristorante, via da quell'incubo e da sua sorella..pioveva. Confusa e bagnata entrò in casa buttandosi sul letto iniziando a disprezzare se stessa per la sua mancanza di dignità. Passarono pochi minuti ed Ayame tornata dall'ospedale irruppe nella camera della sorella, le porse una valigia e la invitò a lasciare per sempre quella casa, in cambio avrebbe avuto salva la vita. Akane provò a spiegare com'erano andati realmente i fatti ma fu tutto inutile, amava troppo quel Nara per poter anche solo ascoltare le sue parole. Rassegnata l'uchiha accettò l'invito e prima di vederla uscire le disse poche parole "..quando capirai non cercarmi" -una minaccia mascherata con un avviso? Chissà...Di nuovo sola riprese a riflettere mentre si guardava. Si vedeva sporca di fango, di sangue suo e non ma non era per quello che avvertiva quella sensazione; alzandosi dal letto andò a farsi una doccia, l'ultima in quella casa ma quando ne uscì quella sensazione non l'aveva ancora abbandonata ma anzi sembrava aumentare a man a mano che i suoi pensieri tornavano su quei pochi minuti d'orrore e tradimento; il tempo che l'amor carnale aveva preso il sopravvento su di lei..quando disinibito lui aveva fatto le sue mosse. Si riproverò e promise a se stessa di non fare più errori banali come quelli, al costo di sembrare un'altra persona e di modificare il mio modo di essere.