Detective Conan Forum

Mio figlio

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calvin93
view post Posted on 27/7/2009, 16:29 by: calvin93     +1   -1
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"Se una cosa è così complicata da non poter essere spiegata in 10 secondi, allora non vale la pena di saperla."

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Mi fa piacere che, sia ShinxRan che non, la fiction piaccia!
Ora sono a quota 6 pagine, e forse posso azzardarmi a dire che la metà della storia è stata superata.
Se divido bene i pezzi, posso postarvi una parte della storia regolarmente senza arrivare fino al punto in cui sono sul mio documento di Open Office.


Capitolo 2


Ormai il termine della gravidanza era quasi arrivata, ancora tre settimane e il pupo sarebbe arrivato.
Eri pretendeva che Ran la chiamasse ogni ora (anche della notte) per dirle come si sentiva.
Se Ran tardava anche solo di cinque minuti nel chiamarla, Eri si faceva prendere dall'ansia e chiamava lei a casa della figlia.
Shinichi aveva perso il conto di quante volte aveva staccato il filo del telefono per poter dormire in santa pace.
La stanza per il bambino era pronta, arredata di tutto quello che poteva servirgli.

Era una giornata di fine luglio, con un bel sole, ma con una piacevole brezza estiva.
Shinichi stava tranquillamente leggendo il giornale, la prima pagina, in cui spiccava una sua foto gigante, e una scritta a caratteri cubitali recitava “SHINICHI KUDO, RISOLTO L'ENNESIMO CASO”.
Non avrebbe potuto chiedere di meglio.
“forse avrei dovuto allungare ancora un pochino il sorriso, mi da un aria ancora più professionale.” si disse Shinichi, appuntandosi la cosa su un block notes.
“Shinichi! Shinichi!” chiamò ansiosamente Ran dal piano di sopra.
Shinichi mollò subito la presa sul giornale, alzandosi di scatto.
Non aveva mai sentito Ran chiamarlo con quel tono.
Che cos'era successo?
Si precipitò subito al piano di sopra, facendo i gradini due a due, trovando Ran in camera da letto.
“che succede, tesoro?” chiese, allarmato.
Che avesse visto una persona sospetta girare per il quartiere?
“mi si sono rotte.” rispose lei, con un tono di voce rotto.
“rotte che cosa, tesoro?”
A cosa poteva riferirsi Ran?
Sperò con tutto il cuore che non si fosse rotto niente di suo, altrimenti non sapeva come avrebbe reagito.
“come che cosa?” reagì lei, aggressiva. “le acque! Cos'altro credi che mi si siano rotte?!”
Un momento.
Shinichi si estraniò dal mondo intero per riflettere col suo cervello super intelligentone.
Se a una donna si rompevano le acque significava che il bambino stava per uscire.
Nascere.
Venire al mondo.
Vedere la luce.
“STA NASCENDO?!” urlò Shinichi, sicuro che tutto il quartiere lo avesse appena sentito. “ma mancano ancora tre settimane!” (be', credici, fessacchiotto. Io sono nata tre settimane in anticipo. Nd calvin)
“non è colpa mia se il bambino vuole uscire adesso!”
Ecco, lo sapeva che Shinichi l'avrebbe presa male.
Be', se lui non si dava una mossa entro i prossimi dieci minuti, Ran non aveva alcun problema a chiamare la madre e a farsi accompagnare in ospedale dal lei.

Era da nove mesi che Shinichi si preparava a diventare padre.
Aveva immaginato tutta le cose che avrebbe insegnato al figlio, quello che gli sarebbe piaciuto e cosa no, addirittura la prima cotta per una ragazzina e anche il suo matrimonio.
Ma non aveva mai pensato alla fase chiamata 'parto'.
Lui era abituato a vedere cadaveri, non a far nascere bambini!
Perché Ran non aveva mai accennato a iniziare una discussione su questo argomento?
Il panico cominciava ad assalirlo, e prima che prendesse del tutto il sopravvento, agguantò il cellulare.


Fine secondo capitolo.
 
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