Il compleanno di Conan

Portalo dove vuoi, anche nel covo di un gruppo di malviventi, ma non al centro commerciale. Non voglio che veda il regalo in anticipo.”

Avrebbe potuto non regalargli niente (cosa molto facile), ma voleva essere gentile e non la solita fredda e cinica Ai che era di solito.
In fondo, ma molto in fondo, Conan se lo meritava un regalino. (più che in fondo, direi in profondità. Nd calvin)

Ai si concesse a un gelato prima di cominciare a setacciare i negozi.

Doveva raccogliere le idee, capire che persona era Conan e quali erano i suoi gusti.

“ma, Ai... perché non c'è il succo di frutta?” le chiese Conan, che la stava osservando.

“no, non ricordo. Però rammento che avevi il pigiama con gli orsacchiotti.

“ti va del succo di frutta?” chiese Conan.
“sì, volentieri.”
Conan andò in cucina a prendere due succhi e poi tornò in soggiorno.
Entrambi aprirono le loro lattine e bevvero un sorso.
“buono.” commentò Ai e si girò verso Conan, che aveva assunto un espressione ebete.
“ehm... Conan? Stai bene?” chiese incerta.
“scerto, che sciò bene, Ai. Hic!”
Non era possibile! Conan era ubriaco!
Ai si affrettò a leggere sul retro della lattina i componenti di quel succo, ma non c'era niente di strano.
Questo significava una sola cosa: Conan si era ubriacato con del semplice succo di frutta.
Conan bevve dell'altro succo.
“smettila di bere, Shinichi! Questa roba ti fa male!” disse Ai, cercando di togliere dalla mano di Conan la lattina.
“Shinichi? Ma scerto, io!” e diede una risatina. “lo scesso Shinichi che Ran sta ascettando da un'eternità!”
Solo dopo aver bevuto un altro sorso, Ai riuscì a strappare di mano a Conan la lattina.
“Ran, quella fessa che sta anciora aspettando il suo Shinichi. Hic!”
In quel momento, dalla porta entrò Ran, che reggeva in mano un cesto con dentro dei biscotti, fatti per Conan e Ai.
Ai gettò occhiate penetranti, molto penetranti, a Conan, sperando che capisse che Ran era lì con loro, ma Conan sembrava deciso più che mai a buttare la sua copertura al vento.
“quella scemotta di Ran che ogni volta che penscia che io sia Shinichi casca sempre nelle mie trappole difenscive. È da mesi che sospetta che io sia Shinichi! Hic! E non ha mai capito che sci ha azzescato! Hic!” e poi cascò a terra, addormentato.
Ran stava guardando a occhi sbarrati Conan, non avendo capito una sola parola di quello che aveva detto.
“è solo lo stress, non preoccuparti.” si affrettò a dire Ai, caricandosi in spalla Conan, portandolo in camera da letto.

Due ore e mezza più tardi, dove, per finire, Conan aveva fatto un bel ballo in cui aveva sculettato a go go, la festa era giunta al termine.

“vado a vedere come mi sta!” e corse verso il bagno, saltellando a più non posso, continuando a dire cose del tipo “è il giorno più bello di tutta la mia vita!”, “chissà cosa dirà Ran quando mi vedrà!” e “non ci posso credere!”

“ti va di giocare al detective e al ladro? Tu scappi e io ti prendo con addosso il mio nuovo costume.” Una pausa. “non me ne separerò mai.” aggiunse, facendo intuire che non se lo sarebbe tolto neanche per fare la doccia o per andare a dormire.