Detective Conan Forum

G. - Piccolo... grande amore, Storia originale ^^

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Bejiita SSJ
view post Posted on 12/11/2010, 22:17     +2   +1   -1




Siccome potrei anche aver sbagliato (e quando mai :P), i moderatori possono naturalmente spostare/eliminare/cestinare/cancellare definitivamente dalla storia dell'umanità questa discussione, nel caso avessi sbagliato sezione... o per qualunque altro motivo che io nemmeno immagino xDD :lol:
Quindi... incrocio le dita e spero di aver imbroccato la sezione corretta :D

Comunque... come dice il titolo, questa è una storia originale che ho scritto, che avevo anche pubblicato da qualche parte ma che leggono solo poche persone (e ti pareva ù.ù)

Metto intanto il primo capitolo... spero vi piaccia!! ^_^



Capitolo 1

Passare le giornate davanti al computer... perché? Ah, già: per scrivere. Proprio in questo momento sto iniziando a scrivere questo testo... per chiunque vorrà leggerlo... perché ho qualcosa da raccontare.
Una storia che riguarda me e... no.
Non anticipo nulla... non per ora, almeno. Comunque, è meglio chiarire un po' qualcosa: mi chiamo Mark Charme e ho 17 anni.
Un'età nella quale si può fare di tutto, si potrebbe dire... ma, certamente, qualcuno della mia età che faccia la mia professione, in tutta sincerità, non l'ho mai visto: ebbene, sono uno... scienziato.
Non uno scienziato pazzo, ma uno scienziato. E la storia che voglio raccontarvi inizia proprio qui, in un laboratorio scientifico... della scuola:

“Ma non era qui? L'avevo appoggiato qui sopra!” - le mie grida si sentivano sicuramente fin fuori l'edificio.
“Ah... parli del contenitore dell'ammonio...? Scusami, devo averlo messo per sbaglio da qualche altra parte...”: questo che sta rispondendo è Darren Ymatthie, il mio “assistente”.
Desidererebbe anche lui diventare uno scienziato. Fatto sta che secondo me non ci riuscirà mai, ma è buono per tenere ferma la videocamera quando devo riprendere qualche esperimento.
Ma niente di più.

Quel giorno di inverno, durante la ricreazione, mi ero nuovamente diretto verso il laboratorio insieme a Darren, con l'intento di provare un nuovo esperimento: la caduta dei gravi, già tentata, secondo la leggenda, dal grande Galilei.
Peccato che da noi non ci fosse nulla che assomigliasse a un grave (diciamo pure che non sapevamo nemmeno cosa fosse), quindi ci arrangiammo con delle arance, misurando i tempi di caduta di queste ultime e cercando di verificare il valore dell'accelerazione di gravità tramite alcune formule di fisica.

“Sei sicuro che le arance vadano bene?” - mi chiese Darren.
“Certamente, sono sferiche e cadono alla perfezione” - risposi.
“Sì, ma ogni volta che cadono a terra si rompono, chi pulisce tutto poi?”
“Non si suol dire: per la scienza, questo e altro?”
“Chi suole dirlo, tu? Non certamente i bidelli, visto che poi si ritroveranno tutto questo...”
“1,56 secondi di caduta.”
“Cosa?”
“Nulla... lascia stare.”

Nel mentre, fra un'arancia e l'altra, e una misurazione e l'altra, la porta del laboratorio si aprì. Temetti che fosse qualche bidello, qualche prof... o il Preside. Ma nulla di tutto questo. Con la sua voce che definire “potente” è dir poco, urlò “Buongiorno!” in maniera così forte che il mio urlo di prima, al confronto, era nulla. Sto parlando di Cleo Daydream, studentessa in quella stessa scuola: un anno più piccola di me e di Darren, ma evidentemente con delle corde vocali già ben sviluppate. Il che vuol dire che se avesse voluto gridare per davvero, l'avrebbero sentita fino in Polinesia.
E considerate che io non so nemmeno dove si trovi, la Polinesia.

“1, 2, 3, 4... 4 arance rotte per terra? È uno strano modo per farsi una spremuta o c'è di mezzo qualche strano esperimento?” - chiese.
Al che risposi: “Gentilmente... non è che potresti farti gli emeriti fatti tuoi... per non dire qualcos'altro? Io e Darren ci siamo regolarmente iscritti al corso di scienze, quindi possiamo usufruire del laboratorio come ci pare. E noi sappiamo come fare... dimentichi che mio padre è un famoso biochimico? È da lui che ho imparato tutto quello di cui ho bisogno... per questo ormai anche io posso definirmi uno scienziato!”

A questo punto, però, ci tengo a precisare qualcosa... non che io volessi essere scorbutico, anzi: solitamente, il mio comportamento è... l'opposto. Ma ci sono 3 cose che mi fanno andare in bestia e, guarda caso, tutte e 3 erano lì presenti in quel momento:
L'essere interrotto durante un esperimento.
Una critica a un mio esperimento.
La presenza stessa di Cleo.

Sì, perché, in effetti... come dire... ah, già: in pratica, la trovo un po' troppo... appiccicaticcia: no, aspetta... questa parola si usa un po' più per le chewing-gum. Ma chissene, tanto, non c'è molta differenza fra lei e una gomma da masticare... non per niente, è l'unica ragazza la cui presenza non riesco proprio a sopportare.

“Ehi! Hai dimenticato me! - si intromise Darren – Io non ho parenti scienziati... ma ho la passione! E quella basta e avanza!”
“Oh sì sì sì!! Ce la farai anche tu, vedrai!!” - Cleo, come al solito, aveva fatto irruzione nel laboratorio e, ancora come al solito, non faceva alcun accenno ad andarsene.
Nonostante ciò, però, non faceva che disturbare. Quanta pazienza ci vuole!
Sarebbe finita come al solito? Beh, finora, tutto quello che ho raccontato è la routine per me, tutto ciò che, almeno 3-4 giorni alla settimana mi capita. Cosa rese allora quella giornata diversa dal solito? E cosa rese questa giornata e le seguenti... degne di essere raccontate?

Beh... la parola chiave è “Caraya”; sì, perché quest'argomento si aprì all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno. O come un'arancia che cade con un'accelerazione di 9,81 m/s2, dipende dai punti di vista.

“Piuttosto... - cominciò Cleo – Hai sentito della faccenda di Caraya?”
“Uh? - risposi – Caraya? Intendi... la valle di Caraya?”
“Sì, proprio quella.”

La Valle di Caraya, informazione dovuta, è un'impervia zona collinare che si trova proprio fra due montagne poco distanti dalla nostra città... è famosa perché vi si può trovare natura incontaminata, ed è raggiungibile soltanto da una strada, per giunta inaccessibile alle autovetture: il “sentiero di Venere”; in teoria si dovrebbe chiamare così perché soltanto sostando in un tratto qualunque di quella strada si dovrebbe riuscire a vedere Venere... ma in realtà Venere lo si vede dappertutto in città, quindi è un'altra di quelle enormi panzane che girano sempre.

“Beh... che è successo lì?” - chiesi con noncuranza mentre eseguivo qualche divisione, nel tentativo di verificare la riuscita dell'esperimento con le arance.
“Pare che si sentano strani rumori.”
“Strani... rumori? Del tipo?”
“Da quello che ho sentito... rumori fortissimi, non so descriverli, ma dicono che si riescono a sentire quasi sempre!”
“Dicono... chi?”
“Quelli che ci sono stati, no? Questa notizia gira da un bel po', ma... è ieri che è successo il fatto più interessante!”
“È aumentato il prezzo delle arance?”
“No! Sembra che... qualcuno abbia visto qualcosa, finalmente!”
“Ah, sì? E di che si trattava?”
“Beh... quel tizio da cui l'ho sentito ha detto di aver sentito che questi tizio di cui parlo non è riuscito a vedere bene!... anche perché era notte, lui era lì in campeggio... e ha visto un'ombra enorme venire verso di lui: lui allora si è riparato in tenda e non è uscito fino al mattino... ma a quel punto l'ombra era scomparsa!”
“Uhmm, uhmm... Sai che ti dico?”
“Cosa?”
“Che non me ne può importare assolutamente nulla.”

Con quella frase, ero riuscito a zittire definitivamente Cleo. O meglio, definitivamente per quel momento.
Però... però... se fosse vero... e se fosse un qualche animale sconosciuto? Sì, in quel caso, avrei preso tutti i diritti della sua scoperta... e, forse, tutti mi avrebbero riconosciuto come un vero scienziato! Certo, sarebbe stato comunque presto per ricevere un Nobel... ma è comunque un passo avanti.
Un passo avanti verso quello che è il mio sogno nel cassetto.
E finora questo cassetto era rimasto sigillato con l'attack.

Così, prima che Cleo uscisse dal laboratorio, ebbi il tempo di fermarla.
E di farle una proposta che sicuramente non avrebbe rifiutato.
 
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Bejiita SSJ
view post Posted on 21/3/2011, 18:46     +1   -1




Spero che stavolta commenti qualcuno!!! :lol: :lol: :lol:



Capitolo 2: Arrivo alla valle


“Caraya...” - dicevo fra me e me, pensando alla fama... che sarebbe potuta arrivare all'istante, se la mia ipotesi fosse corretta...
“Ehi, Mark... hai fatto quelle divisioni? - mi chiese Darren, ignaro di ciò che stessi pensando – Almeno dimmi il risultato, così vedo se l'esperimento è riuscito... ehm... Mark... Mark... ci sei?”
“Hmm... Cleo, quanto è lungo il Sentiero di Venere, di preciso?” - chiesi.
“E-Eh? Ehm... hmm... penso una decina di chilometri...” - rispose Cleo.
“10 chilometri... e non si può passare con la macchina lì, vero...?”
“No... c'è il divieto di transito a tutti i veicoli...”
“Uhm... capisco... ma suppongo che si tratti di veicoli a motore, quindi le biciclette in teoria dovrebbero poter percorrere il sentiero senza problemi... non ci sono mai stato, ma penso che ci si potrebbe andare così...”
“Che stai architettando?” - chiese a quel punto Cleo, mentre i miei occhi già brillavano per la prospettiva che si... prospettava.

Ormai, avevo già deciso:
“Darren! Vedi di non prendere nessun impegno! La scienza si impara sul campo... e sto parlando del campo di Caraya!!”
“C-Cosa?? Hai intenzione di and...”
“Sì, Darren! Improvvisamente sono stato colto dalla... ehm... ispirazione, e... ehm... ho voglia di andare a vedere Caraya di persona.”
“Che bisogno c'è? Non puoi guardarla da una guida turistica? È la stessa cosa!”
“Tsk! Non sarà su una guida che...”

A quel punto dovetti interrompermi.
Perché Cleo volse lo sguardo verso di me, e quasi sussurrando mi chiese:
“Posso venire anche io?”

E a quella domanda risposi, radiosissimo: “Certamente!”
In realtà le stavo proponendo di venire con noi non perché gradissi la sua presenza (sarebbe stato meglio finire sul rogo con quel simpaticone di Savonarola), ma perché ci avrebbe sicuramente fornito tutto: bici, cibo al sacco... e magari anche qualcos'altro che nemmeno mi veniva in mente in quel momento.
D'altronde, visto che mi sta sempre attaccata come un'ostrica, farebbe di tutto pur di fare una “gita” con me.

Ma non ebbi nemmeno il bisogno di chiedere qualcosa: travolta dall'entusiasmo, cominciò a blaterare, ma fra le parole che sparò credo di aver anche capito che lei avrebbe portato ciò di cui avevamo bisogno: soprattutto le biciclette, che io e Darren non avevamo... ma che Cleo aveva, e ne aveva ben 3, visto che ne hanno una lei... e una ognuno dei suoi 2 fratelli!
Sì, evidentemente la fortuna stava guardando verso di me, in quel momento.

Restava soltanto da chiarire il “quando”, perché il “cosa” e il “come” lo avremmo stabilito una volta riunitici per iniziare il viaggio.

“Possiamo farlo anche oggi, dopo la scuola” - dissi con fermezza.
Proprio in quel momento, suonò la campanella che indicava la fine della ricreazione. Ciascuno di noi, quindi, tornò nelle proprie classi, ognuno con un proprio obiettivo.
Il mio, ovviamente, era riuscire a fare una sensazionale scoperta... evitando che qualcun'altro la faccia prima di me.

Comunque sia, dopo le lezioni, all'1 e mezza la campana suonò, e un fiume di ragazzi uscì dalla scuola: e in mezzo a quella folla c'eravamo anche noi.
Non senza un bel po' di fatica, ci distaccammo da tutti gli altri e ci dirigemmo verso la casa di Cleo.

Si vedeva fin da lontano, tanto era alta: abitava all'ultimo piano di uno dei più imponenti grattacieli della città... eh, già, la nostra città è piena di simili palazzoni. La Valle di Caraya, assieme alle due montagne dalle quali è delimitata, invece, è l'unico posto nel raggio di centinaia di chilometri dove la natura può proliferare tranquillamente.
Ma mentre questi pensieri scorrevano nella mia mente, l'enorme ascensore al centro della sala d'ingresso del palazzo si aprì... e ne uscirono Cleo con 3 bici.
Una era rosa... speravo che quella la usasse lei.
Uscì dal portone, e venne di fronte a noi, che aspettavamo sul marciapiede.

“Ecco... sbuff! Mi tieni questo cestino, Mark? Per favore...”
“Glab!! Ma cosa ci hai messo qui dentro?”
“Il pic-nic, no? Dovremo pur mangiare!”
“Ma se qui dentro hai messo così tanto da sfamare l'intero esercito per un secolo!”
“Ma visto che dobbiamo fare tutta quella strada, ci vuole tanto cibo...”

Era sicuramente inutile contestare. Salimmo quindi sulle biciclette e, seguendo le varie indicazioni stradali, procedevamo in direzione del Sentiero di Venere.
E io dovevo anche portare qualche decina di chili di pranzo.
Ma non mi lamentavo.
C'è a chi è andata peggio.
Cleo ha mollato a Darren la bicicletta rosa.

In ogni caso, dopo qualche minuto giungemmo all'inizio del sentiero: da lì, potevamo vedere alle nostre spalle la città. Davanti a noi, un cartello che indicava la fine del territorio cittadino, un altro che imponeva l'assoluto divieto di transito a tutti i veicoli, e un altro con su scritto: “Caraya: 13.500 m”

“Ok, andiamo!” - dissi.
“Ehm... hai portato qualche telefono, per ogni necessità...?” - mi domandò, a quel punto, Darren.
“Sì, ne ho portati due...” - risposi. E, da quel momento in poi, imboccammo la via e nessuno di noi parlò.
Ciò mi stupiva... perché nemmeno Cleo aprì bocca. Ma dovevo capirla... stava guardando, estasiata, la stupenda natura che pian piano andava aumentando raggiungendo poi il culmine nella Valle, un luogo che non ci si può spaventare a definire “selvaggio”.
Ogni tanto qualche cartello ci confortava: “Caraya: 8.000 m”; “Caraya: 4.500 m”; “Caraya: 2.000 m”.

Ormai eravamo quasi arrivati: Le due montagne erano quasi a un tiro di schioppo da noi... e già la Valle si vedeva. Io più di tutti ero stremato (provate voi ad andare in bicicletta portandovi dietro un elefant... ehm, un pic-nic di qualche quintale di peso), ma, con un ultimo sprazzo di forza, arrivammo a Caraya giusto alle 15:10.
Quello era davvero il mio ultimo sprazzo di forza, tant'è che, mentre Cleo e Darren leggevano un cartello con su scritto “Benvenuti alla Valle di Caraya”, io stavo quasi per andare all'altro mondo.
Ma mi è bastato fare fuori metà del pic-nic di Cleo per riprendermi.

Comunque... fatto ciò, cominciai subito a stabilire cosa fare:
“Allora... - iniziai – Siamo arrivati... e sinceramente non avrei mai sperato che ce l'avremmo fatta prima di stanotte, ehm... comunque... Darren! Tira fuori la videocamera, l'hai portata, no? Inizia a riprendere già da ora... la scoperta va documentata dall'inizio! Mentre... ehm... Cleo: dobbiamo cominciare a dividerci i compiti; purtroppo, in qualunque modo ci dividiamo, uno di noi resterà sempre solo, e dato che io devo stare con Darren perché deve riprendermi... ehm... tu puoi andare sola?”
“Cosa? Mi hai fatta venire fin qui per farmi poi andare da sola?”
“Ah, io ti ho fatta venire? E comunque non è colpa mia! Se ci dividiamo, avremo più possibilità di trovare quell'animale!”
“Bah! A te importa soltanto que...”

BOOOOOOM!!

Ok, probabilmente non era proprio così. Ma che volete farci, è difficile riprodurre a parole i suoni. Fatto sta che il nostro discorso si interruppe proprio in quel momento, quando sentimmo questo rumore tanto sordo quanto profondo e potente, che proveniva proprio dalle parti della Valle più lontane a noi.
In quel momento, un sorriso apparve sul mio volto: di qualunque cosa si trattasse, quelle voci sembravano essere vere.

Il che significa che quel viaggio che stavamo facendo non era del tutto vano.
Pensato ciò, Darren prese la videocamera, mentre io iniziavo già ad inoltrarmi nella Valle.

“E quindi?” - chiese Cleo mentre io ormai stavo entrando nella Valle vera e propria.
“Quindi... ehm... Ah!!”
In quel momento, mi era venuta un'idea per evitare di averla fra i piedi: se davvero Cleo aveva intenzione di stare con me... l'avrei fatto: ma a modo mio.

“Senti Cleo... - cominciai quindi – Hai... hai sentito quel rumore giusto ora, no? Sembrava venire proprio dal fondo della valle... – dissi mentre indicavo il punto più lontano che vedevo – Potremmo tagliare dritto e arrivarci subito, però potremmo invece dividerci, e ciascuno andare in quel punto passando per i due versanti delle montagne... questo perché più strada facciamo nella Valle, più probabilità avremo di incontrare l'animale... e non preoccuparti!! È solo una divisione temporanea, ci ritroveremo al fondo della valle! Garantito!”

L'avevo convinta? Ci speravo... ma pensavo di non esserci riuscito.
D'altronde, era anche la prima cosa che mi era passata per la testa.
Invece, incredibilmente, ricevetti questa risposta:
“Uhmm... e va bene. Però ti raccomando... alle 5 dobbiamo essere tutti già là, d'accordo?”
“Eh? A..ah.. D...D'accordo! D'accordissimo!!”
“Però mi raccomando, stai attento... da quello che ho sentito in giro, riguardo al racconto di quel campeggiatore, dicono che sia davvero gigantesco...”
“Ah, non preoccuparti... il progresso scientifico non si ferma certo per queste cose...”

Senza perdere tempo (per evitare che potesse cambiare idea) presi metà di quello che era rimasto nel cestino da pic-nic, la videocamera, qualche altra cosina che mi ero portato dietro e, dopo aver afferrano Darren per un braccio, insieme a lui mi incamminai per il versante sinistro della montagna.




Spero che vi piaccia... e spero di ricevere qualche commento, stavolta, come avevio scritto!! >.< :P :P :P
 
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Bejiita SSJ
view post Posted on 3/6/2011, 14:37     +1   -1




Anche stavolta spero commenti qualcuno... T.T :huh:



Iniziava già a tirare un venticello freddo... non che fossi sorpreso, d'altro canto era inverno... ma era qualcosa che mi dava fastidio: oltretutto, Darren non faceva che battere i denti.
Per qualche decina di minuti continuammo imperterriti, salendo anche un po' di altitudine, motivo per cui la temperatura si abbassò ancora.
“Uhm... ancora nulla. - dissi – Strano, eppure un rumore l'abbiamo sentito!”
“Tsk! Se fosse così facile trovarlo, l'avrebbero già fatto tutti quelli che hanno già sentito questi strani suoni...” - rispose Darren un po' contrariato per il fatto di essere stato trascinato in questa impresa.
“Che c'è, già ti vuoi buttare giù? Ma non eri anche contento di venire, perché così saresti potuto diventare un vero scienziato anche tu?”
“Oh, lascia stare! Tu ti definisci tale, ma in realtà nemmeno tu lo sei!”
“Beh... ehm... e allora? Lo diventerò... anzi, lo diventeremo oggi, se riusciremo a fare questa scoperta... ma tu devi aiutarmi, da solo non posso farcela.”
Speravo di riuscire a risollevare gli animi... e forse ci riuscii: Darren si ricaricò e addirittura mi sorrise.
Ho davvero tutte queste doti di risollevatore morale?
Comunque sia, tirai fuori una bussola... lo strumento indispensabile per ogni scienziato... in trasferta.
“Allora... uhm... quello è il nord... e... e quello l'est... quindi... quindi...”
“Quindi?”
“Quindi dobbiamo cotinuare ad andare dritto!”

Mi chiedo però perché coloro che si perdono utilizzino una bussola. Indica soltanto i punti cardinali, ma non ti dà uno straccio di indicazione su dove andare!

“Questo non l'hai dedotto guardando la bussola... vero, Mark?”
“In effetti...”

Comunque sia, proseguimmo ancora dritto. La vegetazione si faceva sempre più folta, e spuntavano sempre più animali: uccelli, insetti, e anche qualche altro animale di taglia maggiore.
Accidenti, ce n'erano davvero tanti! Se ce n'è qualcuno fra questi che è ancora sonosciuto, non sarà facile individuarlo! Ma visti gli “indizi” che si potevano dedurre dai racconti di Cleo, sarebbe dovuto essere un animale enorme... quindi almeno questo era un aiuto a nostro favore: se è davvero così grande, sarà impossibile lasciarselo sfuggire.

Purtroppo, però, ormai era passata quasi 1 ora, e ancora non avevamo trovato nulla. O meglio, nulla di anomalo. La mia bussola era quanto di più inutile avessi: secondo me, se le avessi dato retta avrei finito per girare in tondo tutto il tempo. Comunque, sia per la stanchezza che anche per un po' di delusione, io e Darren ci sedemmo su una roccia che dava direttamente su un piccolo laghetto, mentre prendevamo qualcosa da mangiare dal cesto.

“Certo che è davvero un bel posto! - esclamò Darren – Adesso capisco perchè vi facciano anche dei campeggi...”
“Come no, ed è bellissimo anche ammazzarsi la vita in bicicletta per venire fin qui...”
“Oh, dai Mark, non fare così... vedrai che qualcosa troveremo.”
“Magari! Sono venuto qui apposta!”
“Lo so... ehi, vuoi un cioccolatino?”
“Ma lo fai apposta? Lasciami in pace per un po', per favore!”

Mentre dicevo così, diedi uno schiaffo leggero alla mano di Darren... e gli feci volare il ciocciolatino di mano.
Non che fosse una gran perdita, in quel cesto ce n'erano almeno altri 800.
Ma Darren, evidentemente, senza quel cioccolatino non poteva vivere, e scese dalla roccia per andare a riprenderlo: purtroppo, il dolcetto prese così tanta velocità che finì a qualche metro di distanza, prima di cadere in un dirupo.
Darren, che lo aveva inseguito fino a quel punto, si rese adesso conto che... non l'avrebbe potuto recuperare più.

Tuttavia, scesi dalla roccia e lo raggiunsi (con un altro cioccolatino in mano). Ma non appena arrivai dov'era lui, e guardai il dirupo... ecco che i miei occhi caddero esattamente dove dovevano cadere: su quello che si potrebbe definire “qualcosa di strano”.

“Ehi, Darren... guardà laggiù...”
“Uh? Cosa?”
“Giù, in fondo a questo baratro... quella cosa lì sotto non è una casa?”
“Hmm... sarà qualche casetta dei boy-scout...”
“Ma è grigia, sembra fatta in acciaio... i boy-scout secondo te vanno a costruire qualcosa del genere in un ambiente come questo? Se fosse loro, l'avrebbero fatta di legno!”
“Che vuoi che ti dica! Tanto, noi siamo qui per cercare quell'animale, non per cercare edifici, no?”
“Non capisci? Non me ne può fregar nulla di chi sia quella casa lì sotto, so solo, però, che potrebbe tranquillamente nascondersi lì dentro, quell'animale! Non dobbiamo tralasciare nessun posto... ed è anche plausibile, se si trovasse lì... in questo modo, sarebbe difficilissimo avvistarlo, e questo spiega perché nessuno l'abbia ancora visto...”

Sì, l'ipotesi era davvero buona. E plausibile: nella scienza, quanto più un'ipotesi è verosimile, tanto più è probabile che sia vera.
Mi pare che qualcuno l'abbia detta, questa frase.

Così, bastava semplicemente trovare un punto dal quale la dicesa fosse agevole, e il gioco era fatto. Per mia fortuna, Darren la trovò subito, poco distante da noi: non c'è che dire, la motivazione può tutto nella vita.
E Darren era motivatissimo a ritrovare quel cioccolatino.

Così, in pochi minuti, potemmo scendere, e trovarci sul fondo del dirupo. Da lì, non potemmo fare che pochi passi, prima di incontrare una recinzione. E, sulla recinzione, un cartello:
“Pericolo: Non oltrepassare.”
Tsk! Se tutti gli scenziati si fossero fermati davanti a un cartello di pericolo, a quest'ora non avremmo nemmeno l'energia elettrica! Le grandi scoperte SONO pericolose, d'altronde.
Quindi, con estrema nonchalance, io e Darren oltrepassammo la recinzione scavalcandola, mentre io continuavo a sorridere: Darren stava riprendendo tutto, quindi dovevo fare bella figura, sul video.

Ma, subito dopo aver oltrepassato l'ostacolo, io e Darren cademmo in un'enorme fossa.
Ahi, fa male solo a ricordarlo.

“Ahh..!!. Ma chi maledizione ha scavato questo buco?” - urlai mentre cercavo di rialzarmi.
“Oh, non te la prendere come fai sempre... non è poi così profondo!”

In effetti, quel buco non era profondissimo, in verità, tanto che ne uscimmo praticamente con nessuna difficoltà: però era bello grande, altroché! Dovemmo camminare un bel po', prima di giungerne al bordo.

Tuttavia, non appena usciti di lì, davanti a noi potemmo vedere quell'edificio che già avevamo notato precedentemente.
Come supponevo, era fatto in acciaio... certo, sarebbe un po' improbabile, se i boy-scout circondassero i propri rifugi con delle recinzioni e dei cartelli di pericolo.
Quindi...

CLASKANN!!!

In quel momento, un altro rumore... e, stavolta, ne individuai subito la presenza: Darren aveva urtato contro delle lastre di ferro appoggiate a un muro, facendole cadere per terra:

“Darren!! Idiota!! Non fare rumore!! O farai scappare l'animale!!”
“S...Scusa, ho sbatt...”

BOOOOOM!!

Un altro rumore, e questa volta come quello che avevamo sentito insieme a Cleo: sarà stato... sì, non c'è dubbio! L'animale doveva trovarsi proprio là!
Allora proseguimmo avendo ormai la speranza di farcela: e quando giungemmo nel luogo dal quale quel rumore sembrava provenire, notammo subito un enorme capannone. Era fatta!! Sicuramente si nascondeva lì dentro!!

Quindi, pieno di sicurezza, spalancai il portone, mentre Darren riprendeva tutto, prondo a incidere su video quel momento. Ma...

“Ehi! - fece Darren proprio in quel momento – Non hai sentito anche tu?”
“Che cosa?”
“Una voce da lì dentro... sembrava quella di Cleo!”
“Cosa?? Vuoi vedere che quella ragazza ci ha preceduti... ed è già dentro questo edificio??”

Non potevo certo permettere che ci soffiasse la scoperta!
Così entrai nel capannone di scatto e... nulla.
Non vidi niente, né nessuno.

“Darren! Non avevi detto che c'era Cleo, qui dentro?”
“B-beh, sembrava la sua voce... ho sentito... la voce di una ragazza... ah! Ah!!”
“C-che c'è...?”
“Dietro di te...”

Mi girai di scatto... e... vidi quella... cosa!! O meglio, non so se fosse la stessa cosa che vide quel campeggiatore... ma fatto sta che anche io m trovai davanti agli occhi qualcosa di gigantesco.
Però, subito notai qualcosa di strano...
Perché quella cosa lì non assomigliava ad un animale...



Sperando che vi piaccia!! :lollo: :lollo: :lollo:
 
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LittleAvril
view post Posted on 1/8/2011, 16:33     +1   +1   -1




Ooooh prima a commentare!! È una storia vera giusto?? Fantastico!! Dai non lasciarci sul più bello!!
 
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Bejiita SSJ
view post Posted on 30/8/2011, 11:35     +1   -1




CITAZIONE (LittleAvril @ 1/8/2011, 17:33) 
Ooooh prima a commentare!! È una storia vera giusto?? Fantastico!! Dai non lasciarci sul più bello!!

Sono contentissimo che tu abbia commentato la mia storia ^^
Però... spero di non deluderti, perché la storia non è una storia vera, ma una storia in chiave più... fantastica T.T Infatti adesso metto il nuovo capitolo, e capirai cosa intendo *.*

Spero che comunque ti piaccia lo stesso ^_^ E in ogni caso... ancora grazie mille per il commento!!! =)


Capitolo 4


“Groan... chi è che fa tutta questa confusione...?”

Quello che appariva davanti ai miei occhi era qualcosa alla quale non avrei mai potuto credere: voglio dire, se almeno qualcuno ne avesse parlato prima, in qualche libro, magari vedendolo con i miei occhi avrei anche potutuo crederci, ma così, all'improvviso, salta fuori qualcosa che non avrei mai immaginato...

Ehm... in effetti, questo pensiero che ho appena scritto è così ingarbugliato che nemmeno con un dizionario in mano si riuscirebbe a capirne il senso. Ma riflette alla perfezione lo stato di... ehm... confusione mentale che in quel momento si era generato nella mia testa.

Comunque sia, ciò che vidi... non era un animale, no... per niente. Quella che avevo davanti sembrava essere in tutto e per tutto una ragazza. Cosa mi rendeva così esterefatto, allora? Credo che a questo punto lo abbiate capito tutti: a dispetto del fatto che non fosse un animale, quel campeggiatore sulle dimensioni ci aveva azzeccato... e davanti a me avevo una ragazza che poteva essere alta all'incirca 50 m!! Probabilmente “gigantesca” è dir poco!! E... cosa aveva detto? Aveva anche chiesto: “Chi è che fa tutta questa confusione?”
Ma non dovrei essere io a fare domande, in una situazione come questa?

Beh, se non ne ebbi il tempo è perché Darren cacciò un urlaccio di almeno 150 decibel che a momenti mi creava nei timpani un buco ancora più grande di quello che c'è per ora nell'ozono.
Sembrava la giornata degli urli, quella.

Ma... ehm... confesso di aver gridato un tantino anche io... e di essere scappato all'istante da quel capannone, assieme a Darren.
Subito dopo essere usciti di gran carriera, sentimmo ancora la sua voce:
“Chi c'è lì? Accidenti, per una volta stavo dormendo così bene...”

Ma né io né Darren rispondemmo o facemmo alcunché... a parte il fatto che eravamo stati spaventati a morte, uscendo da quel capannone avevamo corso ad almeno 220 km/h... quindi dovevamo attendere almeno una settimana, prima di recuperare tutto il fiato perduto.

Dopo qualche secondo, Darren si girò verso di me e mi chiese:
“Allora... hanf... hanf... che... si... hanf... fa...?”
E io, che ancora avevo adrenalina dappertutto, gli urlai:
“Che diavolo ne so!!! Lasciami pensare un attimo, no???”

“Ah! Allora c'è davvero qualcuno! - Forse avevo esagerato, stavolta... si era definitivamente accorta del fatto che c'era qualcuno – Dove sei?”
“N-Non uscire dal capannone!” - gridai.
“E-Eh? Sei lì fuori?”
“S...sì... ma non uscire. Se vuoi parlare, parla stando lì dentro!”
“M-Ma chi...?”
“Chi sei? E... che ci fai qui?”
“Io? Io... ehm... b-beh...”
“Allora? N...Non vuoi rispondere? A...Allora dimmi: perché mai... sei così grande?”
“B-Beh... ecco...”

Quel dialogo sembrava totalmente fermo: per quanto domandassi, non riuscivo a ottenere una risposta... anzi, direttamente, non riuscivo a ottenere due parole che, messe una dietro all'altra, avessero un senso logico.
Visto che così non ottenevo nulla... presi il coraggio a due mani, presi anche Darren, e insieme a lui entrai nel capannone. La luce filtrava da delle grandi finestre poste alte sui muri, quasi a ridosso del tetto: e, nonostante la poca luce... riuscii comunque a vederla.
Posso confermare adesso quanto detto precedentemente, dopo una prima occhiata... era davvero alta supergiù una cinquantina di metri! Ma, a dispetto della sua mole, aveva anche lei un vestito... o meglio, era un enorme telone sommariamente tagliato e indossato come se fosse un vestito; se l'era fatto da sola, o aveva anche uno stilista privato?

“E...Ehi... quel "vestito"... dove l'hai trovato...?” - le domandai.
“A...Ahhhhhhhhhhhh!!!!”
C...Che c'è?!?”

Non appena entrai nel capannone e poté vedermi meglio anche lei, si mise a gridare come un'ossessa... ma ormai, quel giorno, agli urli c'ero ben abituato.
Ma non ai suoi!! Essendo così grande, già il suo solo parlare arrivava forte alle mie orecchie... ma un suo urlo aveva decisamente fatto passare i miei timpani a miglior vita! Al che mi vene spontaneo chiedere:

“B...Beh?!? Che succede??”
“E...Eh?”
“Uff... hai... hai finito di gridare?”
“Non... non sei di qui?”
“Uh? Che intendi?”
“Non sei... uno di quelli... di qua...”
“Eh? Scusa, ma non capisco...”
“Nulla... lascia stare.”

Dal momento che si era calmata un po', mi avvicinai di poco, e le chiesi:
“Ehm... posso sapere... come ti chiami?”
“B...Beh... chiamami... chiamami G.”
“Eh? G.?”

A quel punto, Darren si intromise, con quella che, nella sua mente ancora probabilmente scossa, sarebbe dovuta essere una battuta:
“G.? Ahah, sta per “gigante”, no...?”

Sentendo ciò, lei rispose:
“C..Cosa? N...No, io int...”
“Eh?” - tornai nella discussione.
“...”
“No, scusa... stavi dicendo?”
“Niente. Sì... hai ragione. È... un diminutivo di questo.”

Devo dirlo: stavo iniziando a guardarla in modo strano... perché io me ne accorgo al'istante, quando qualcuno o non me la racconta giusta... o mi nasconde qualcosa.
E lei forse l'aveva anche capito.

“Ehi!!! C'è nessuno??”
Qualcuno?
Stavolta non c'era possibilità di errore: questo “qualcuno” che aveva appena parlato... era Cleo. È giunta anche lei qui? La voce proveniva da appena fuori il capannone. Quindi, mandai Darren a vedere se fosse davvero lei.

“Oh! Darren! Allora siete stati voi??” - chiese a Darren che le era appena corso incontro.
“Eh? A... fare cosa?”
“Ho sentito un rumore... metallico, poco fa. Sembravano pezzi di ferro che sbattevano... e poi mi è sembrato di sentire anche un urlaccio... veniva da questa parte, così ho deviato e sono venuta a dare un'occhiata...”

Darren si rese immediatamente conto del fatto che il rumore di cui parlava era quello che aveva procurato lui stesso sbattendo contro quelle lamiere... e tranquillizzò Cleo anche riguardo all'urlo, dicendo che ero stato io a farlo.

“Eh? È stato Mark? Strano... mi sembrava una voce femminile, e in ogni caso non quella di Mark... è forse lì dentro, comunque?”

Indicò il capannone.

“S...Sì, però... però non entrare!”
“Uh? Perché?”
“Perché... beh, p...potrebbe anche venirti un attaco di cuore...”
“Ah! Quindi avete trovato l'animale? Tsk! Non preoccuparti! Per quanto spaventoso sia, non mi lascio intimorire da una bestiolina...”
“Ehm... per l'appunto, non è una “bestiolina”... e a dirla tutta, non è nemmeno un “animale”...”
“Oh, andiamo, lasciami entrare...”

Darren non poté fare nulla, e, rassegnato, lasciò che entrasse: quando mi vide, notai un sorriso spuntare sulle sue labbra... ma, nemmeno a dirlo, quando dopo nemmeno un secondo il suo sguardo si spostò su G., il suo volto si incupì... e partì l'ennesimo urlo della mia giornata.
Povere le mie orecchie.
 
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view post Posted on 16/6/2013, 16:03     +2   +1   -1
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Ho solo letto il primo capitolo.
Probabilmente questo commento non sarà mai letto dall'autore, né riceverò mai risposta.
Commento quindi non per dire all'autore quel che penso ma per upparla, per darle visibilità, quella che merita. Spero che questo racconto sia letto da altre persone. Lo stile è brillante e in tutto il primo capitolo si respira intelligenza umoristica.
Rispondo anche per poterlo vedere in prima a pagina, domani quando leggerò il secondo capitolo.
 
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5 replies since 12/11/2010, 22:17   220 views
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