Lei è Sarah Smith, membro di un'oraganizzazione americana, di lei si sa poco, ma andando avanti con la storia, si scopriranno varie cose sul suo passato.
Lui è Heiji Hattori, brillante investigatore, capo del dipartimento di polizia di Osaka.
Cosa succederà??
Buona lettura!!!
Ecco come tutto ebbe inizio
Love or War?
Washington DC
“Questo Heiji Hattori adesso mi ha davvero stufato. È arrivato il momento di toglierlo di mezzo!”
“Vuole che chiami Bryan?”
“No. Lui non c’è..Voglio Lei...”
Sono poche le informazioni certe che si hanno su di Lei, ad esempio la sua vera identità è ignota a molte persone. Ha ventuno anni e malgrado la giovane età fa parte di una delle agenzie di serial killer professionisti più famosa di tutta l’America.
Divenne orfana all’età di quattordici anni, e fino alla maggiore età visse con vari parenti. Una volta compiuti sedici anni decise di diventare indipendente e cercò un lavoro presso un’agenzia immobiliare, senza però sapere cosa si nascondeva al suo interno. Il capo, vedendola, capì fin dall’inizio che Lei sarebbe stata la ragazza perfetta per le situazioni “più delicate”. La prese sotto la sua protezione, con l’intento di farla diventare la killer migliore dell’organizzazione, dopo un po’ scoprì altre sue qualità e in poco tempo divenne l’amante perfetta: voluta da tutti ma avuta da pochi.
“Mi hai fatto chiamare?”
“Si. Ho qui un lavoretto per te..”
Sul grande schermo, posto sul muro dietro alla scrivania, apparve una foto della nuova vittima. Quando la ragazza la vide scoppiò a ridere:
“Ahahah ma dai! Adesso ti metti a dare la caccia ai mocciosi?”
“Come può sembrarti un bambino? Ha ventuno anni. È a capo del dipartimento di polizia di Osaka e sta mettendo il naso in questioni che non lo riguardano!”
“Osaka? E dove sarebbe?”
“È in Giappone..”
“Giappone? Ma è dall’altra parte del mondo!”
“Lo so,ma tu qui sei la più brava e io mi fido solo di te!”
“Dai non sparare cazzate! Non ho mai fatto fuori nessuno. Qui c’è gente che fa questo lavoro da una vita, perché hai scelto proprio me?”
“Perché sei giovane e attraente. Non avrai difficoltà ad entrare nelle sue grazie e a trovare tutte le informazioni che ci servono. Dovrai fare il possibile affinché lui possa fidarsi di te, e con fare il possibile intendo qualsiasi cosa, anche andarci a letto se lo riterrai necessario!”
“Come scusa? Andarci a letto?”
“Oh dai su..non vorrai mica diventare una santarellina proprio adesso! Una o più notti di sesso non hanno mai ucciso nessuno, anzi così gli lascerai un bel ricordo di questo mondo!”
“E..non ti da fastidio pensare al fatto che sia nel letto di un altro?”
William la guardò e si accese una sigaretta, prima di rispondere fece qualche tiro, la trovava semplicemente fantastica, quel suo modo di vestirsi così provocante lo mandava completamente in estasi, quante volte vedendola abbigliata in quel modo la faceva chiamare con la scusa di qualche nuova missione e poi chiudendo lo studio ci faceva sesso, non gli importava nulla dei sentimenti o del fatto che qualcuno potesse scoprirli, a lui interessava soltanto averla per soddisfare le sue voglie, che Lei scaturiva in lui e che soddisfaceva sempre in maniera impeccabile.
“Sinceramente? Non mi interessa..lo so che ti sei fatta mezza organizzazione. E poi sappi che tu non sei l’unica per me, sei solo una fra le tante altre. Ma in ogni caso rimani la mia preferita!”
“Sei uno stronzo lo sai?”
“Forse..ma se fossi in te non mi sbilancerei più di tanto con le offese. Perché io ne avrei una per te proprio qui, sulla punta della lingua, non è molto carina, però ti rispecchia alla grande!”
“Sei un codardo! Non riesci a dirmi nemmeno che per te sono solo una puttana, ti credevo diverso sai?”
“Ma come ti permetti? Dopo tutto quello che ho fatto per te, tu mi ripaghi dandomi del codardo? Sei un’ingrata!”
“Hai ragione! Scusami in realtà volevo ringraziarti, infatti è solamente grazie a te se oggi sono quella che sono!”
“Smettila mi stai facendo arrabbiare. E lo sai che quando poi mi arrabbio non sono più in grado di controllarmi!”
“Dai su..cosa aspetti? Vieni qui vuoi farmi la bua per caso? Mi piace quando ti arrabbi è più..come posso dire..movimentato, e poi qui ci sono ancora diversi posti che non sono stati sperimentati..come ad esempio questa bella scrivania, o il pavimento. Devo dire che la poltrona e il divanetto cominciano a starmi stretti ho voglia di spazi più ampi!”
“Non è il momento di scherzare..ora dobbiamo parlare di lavoro..ti darò solamente i dettagli essenziali, tutte le altre informazioni le troverai in una busta sulla macchina che ti porterà all’aeroporto. Il tuo aereo partirà esattamente fra quattro ore, vestiti, armi e quant’altro sono già nella tua casa.”
“Casa?”
“È vicina all’abitazione dell’obbiettivo in questo modo potrai seguire meglio tutti i suoi movimenti!”
“Bene allora io vado!”
“Non ti stai forse dimenticando qualcosa?”
“Hai ragione! Entro quando devo farlo fuori?”
“Prenditi pure tutto il tempo che vuoi! In ogni caso non mi stavo riferendo a questo..”
“No adesso non ne ho voglia! Ciao, ciao William!”
Uscì dallo studio soddisfatta di se, non poteva sottomettersi tutte le volte al suo volere, anche se non le dispiaceva affatto, però anche lei aveva la sua dignità e ogni tanto doveva pur farsi rispettare.
“Ho saputo che andrai in Giappone! Mi mancherai tanto sai?”
“Adrian, non ti smentisci mai!”
“Stai attenta, se ti scoprono per te sarà la fine!”
“Sei carino a preoccuparti per me! Ma purtroppo ti dovrai accontentare di un bel grazie! Tranquillo farò attenzione!”
“Ma..”
“Ne riparleremo quando tornerò dal Giappone..bye bye my darling!”
Come le aveva detto William, fuori dalla sede dell’organizzazione c’era una macchina che la stava aspettando, salì e trovò una busta sul sedile accanto al suo, la prese e l’aprì: al suo interno c’erano i documenti falsi e il biglietto aereo per il Giappone, l’indirizzo della sua nuova casa e poi notò una foto, la prese e la osservò:
“Almeno non è un vecchio..è giovane e soprattutto è molto affascinante. Spero proprio di divertirmi ne ho bisogno!”.
Arrivata all’aeroporto fece il check-in e aspettò che venisse chiamato il suo volo. Si imbarcò sull’aereo e tirò fuori di nuovo tutti i documenti e la foto, la osservò cercando di capire che tipo d’uomo potesse essere: “Vediamo un po’ cosa dovrò fare con esattezza…ma siamo impazziti. Devo fargli da assistente..io non so cosa si fa in una centrale di polizia, ma non è possibile, tutto questo per delle stupidissime carte..va beh tanto meglio, potrò stargli vicina tutto il giorno..farlo fuori sarà un giochetto da ragazzi..peccato però visto da qui ha una faccia davvero simpatica!” Il viaggio fu lunghissimo, e passò la maggior parte di esso a leggere tutte le informazioni che le erano state consegnate e le restanti sei ore le passò dormendo.
Osaka
Quando arrivò, all’aeroporto di Osaka, trovò un altro uomo che la stava aspettando, si diresse verso di lui e lo seguì fino al parcheggio dove c’era una macchina uguale a quella che l’aveva portata in aeroporto in America:
“Si può prendere tutto il tempo necessario affinché possa compiere la missione, non deve fare passi falsi altrimenti Game Over. Dovrà essere l’assistente del nostro obbiettivo, in centrale sanno già tutto dato che hanno ricevuto una sua domanda d’ammissione, che ovviamente è stata accettata, oltre a dover uccidere quel detective da strapazzo dovrà anche impossessarsi di tutte le informazioni che hanno raccolto sulla nostra base in Giappone. Ha forse qualche dubbio?”
“Si! Verrò pagata il doppio visto che mi tocca fargli anche da baby sitter vero?”
“A questa domanda non posso risponderle, non è di mia competenza l’aspetto economico.”
“Uffa che palle..”
La macchina si fermò davanti ad una villa in perfetto stile giapponese:
“Eccoci siamo arrivati!”
L’uomo le consegnò le chiavi e se ne andò. Aprì la porta e iniziò a perlustrarla rimanendo stupefatta dalla grandezza della casa e dal gusto con cui era stata arredata: “E questo villone sarebbe tutto per me? Mi piace..poi dovrò mandare un’email a William per ringraziarlo!” arrivò al piano superiore che contava una mezza dozzina di camere più due bagni.
“Finalmente sei arrivata! Non ci speravo più!”
“Bryan! Che sorpresa vederti qui! A cosa devo la tua presenza?”
“Ho saputo che saresti venuta qui per un lavoretto, e mi hanno detto di occuparmi di casa tua, e allora ho pensato di mettertela a posto. Ti piace?”
“Moltissimo!”
Si avvicinò a lei e l’abbracciò, le era mancata davvero tanto, a causa delle sue continue missioni non poteva vederla spesso ma quando si incontravano i loro incontri erano ricchi di intensità e passione, posò le sue labbra sull’orecchio di lei e sussurrò:
“Allora, che ne dici di ringraziarmi?”
Sorrise e si voltò verso di lui:
“Ringraziare non implica per forza quello a cui stai alludendo tu..sai ci sono diversi modi per dire grazie! Se vuoi ti preparo una torta!”
“Ahahah non ricordavo che fossi così divertente! Dai andiamo in una di queste stanze, se vuoi puoi scegliere tu dove andare e inaugurare così questa bella casa!”
“No Bryan, non sto scherzando..sono seria, e poi sono stanca morta, come puoi pretendere certe cose da una donna che ha appena affrontato un viaggio lunghissimo?..e poi non vorrei mai che tutta la stima che hai nei miei confronti possa diminuire..lo sai che quando sto con te voglio essere al massimo..abbi un po’ di pazienza!”
“Ora capisco non sei al meglio, e io che avevo voglia di strapazzarti, da quando sono qui in Giappone non ho avuto mai molto tempo per relazionarmi con le signorine giapponesi, e poi ce n’è una in particolare, che ora è qui davanti a me, che mi teneva la mente occupata!”
“Bene allora continua a pensare a lei e vedrai che il tuo lavoretto verrà benissimo! Adesso sono obbligata a chiederti di lasciare la mia casa voglio farmi un bagno e riposarmi. Grazie per tutto quello che hai fatto ma adesso sei di troppo!”
“Chiamami quando ti verrà voglia!”
“Sai potresti anche aspettare anni..non so quando potrò dedicarmi a te, visto che adesso ho un nuovo passatempo!”
“Quel detective che devi fare fuori?”
“Esattamente..”
“Non stancarti troppo..ti voglio in forma quando ti deciderai a tornare da me!”
“Tranquillo io non mi stanco facilmente lo sai che mi piace darmi da fare, ma non così tanto da sfinirmi, l’unico che mi fa questo effetto sei solo tu! Adesso però ciao!”
“Sento che ci rivedremo molto presto!”
Quell’uomo era un pozzo senza fondo, non riusciva a fare a meno di Lei, era diventata la sua fonte dalla quale attingere ogni volta che ne avesse voglia.
Perché si faceva usare così dagli uomini? Nemmeno Lei lo sapeva, ci andava per il semplice fatto che si sentiva bene in loro compagnia, e poi c’erano William e Bryan che erano diventati in qualche modo i suoi due chiodi fissi, non riusciva a fare a meno di loro, non era innamorata provava semplicemente un’irrefrenabile attrazione e voglia di loro, dato che erano gli unici a farla sentire donna nel vero senso della parola.
“Meglio se mi faccio un bel bagno…così mi rilasso un po’..”
Dopo essersi preparata la vasca, vi si immerse facendosi coccolare dall’acqua calda e inebriandosi dell’essenza del bagno schiuma che stava usando. Ma qualcuno suonò alla porta e la svegliò da quella sensazione di pace che la stava avvolgendo, scocciata più che mai uscì dalla vasca e avvolse il corpo in un asciugamano che lasciva largo spazio alla fantasia di chiunque l’avesse vista . Andò alla porta e l’aprì, di fronte a lei si ritrovò colui che sarebbe diventato il suo bersaglio: Heiji Hattori. La vide e rimase senza parole, sapeva che da un giorno all’altro sarebbero arrivati dei nuovi vicini, ma non si sarebbe mai aspettato quel genere di vicina. Iniziò ad osservare con particolare interesse una gocciolina d’acqua che scendeva giù dal collo, andandosi ad insinuare nell’incavatura del seno che poi scomparve nell’asciugamano, ma subito dopo la ritrovò sulla coscia e poi continuò il suo percorso fino a quando non cadde per terra. Quella ragazza, tutta bagnata, avvolta in un asciugamano, era uno spettacolo sublime per i suoi occhi, rimase in silenzio per alcuni secondi, doveva aspettare che il sangue ricominciasse a circolare in tutto il suo corpo e Lei, lo osservava, divertita da una sua reazione in particolare.
“Heiji Hattori. Piacere di conoscerla!”
“Sarah Smith. Il piacere è tutto mio! Ma dammi pure del tu, non sono poi tanto vecchia!”
“Oh..ehm..come preferisci! Sarah Smith hai detto? Non sarai mica..”
“Si sono io, ho fatto domanda per il posto da assistente!”
“Oh..bene!”
Sarah si appoggiò alla porta con fare seducente e incrociò le braccia al petto mettendo in risalto il suo decolté, e questo movimento non passò di certo inosservato a Heiji.
“Ti aspettavi qualcun’altra? Forse è meglio darsi del lei..non vorrei sembrare scortese..”
Heiji aveva riacquistato tutta la sua sicurezza così poté partire all’attacco:
“No ma va..figurati, non devi preoccuparti, non mi da fastidio anzi mi fa piacere avere un’assistente come te!”
“Bene, sono sicura che lavoreremo benissimo insieme!”
“Ne sono certo e poi ho letto la tua domanda d’ammissione e mi sei sembrata perfetta e ora che ti vedo posso ritenermi più che soddisfatto della mia scelta! Sei giovane e si vede che hai voglia di lavorare!”
“Ooh non puoi immaginare quanta!”
“Bene allora da domani ti metterò alla prova!”
“Non vedo l’ora! Senti io non so dove si trovi la centrale, e inoltre non mi so muovere in questa città..”
“Tranquilla ti passo a prendere io domani mattina alle sette e mezza, fatti trovare pronta!”
“Perfetto! Che fortuna averti come vicino di casa, spero che presto potremo diventare buoni amici!”
“Certo! Scusa ma ora devo scappare, ci vediamo domani. Ciao Sarah!”
“A domani!”
Sarah chiuse la porta, la sua missione era appena iniziata, certo che dal vivo aveva tutto un altro fascino era sensuale e ammiccante, in poche parole quel genere di uomo che piace a lei. “Ci divertiremo Heiji Hattori, vedrai ti farò perdere la testa!”
Heiji rimase ancora qualche secondo davanti alla porta, ripensando a quell’incontro, di donne ne aveva viste tante, e ne aveva avute altrettante, ma nessuna poteva paragonarsi a lei, aveva quel qualcosa che la rendeva completamente diversa dalle altre: “Eh va beh..meglio se me ne torno a casa. Qui ci vuole una bella doccia fredda…anzi, ghiacciata..”
Quando uscì dalla doccia, tornò in camera sua e quello che vide dalla finestra lo lasciò di stucco, per sua immensa fortuna, la finestra della sua camera era di fronte a quella di Sarah e poteva vedere quello che stava facendo. La vide sdraiata sul letto in biancheria intima, molto probabilmente si stava riposando e lui poteva gustarsi in tutta tranquillità quello spettacolo “Accidenti Sarah, i miei più sentiti complimenti, anche se ti vedo da una finestra riesci comunque ad eccitarmi, penso proprio che ci sarà da divertirsi con te!”.
Sarah si svegliò e sorprese Heiji intento a spiarla, così si alzò e si affacciò:
“Che fai Hattori sbirci?”
“No stavo ammirando il paesaggio generale, mi capita spesso quando non ho niente da fare!”
“Aah capisco, allora ti consiglio di ammirarlo da vicino rende di più!”
“Non ho capito..”
“Un giorno, forse, capirai Hattori! Ci vediamo domani!”
E così dicendo chiuse la finestra e tirò le tende mettendo la parola fine a quello che Heiji aveva appena battezzato come: Il Nuovo Paradiso Terrestre.
“Hai capito il giapponesino…è furbo e intraprendente! Giocare con lui sarà un immenso piacere, in tutti i sensi..” Si fece cadere sul letto e si riaddormentò, pensando alla giornata che sarebbe arrivata e al fatto che avrebbe avuto, di nuovo, a che fare con il suo affascinante vicino, voleva conquistarlo a tutti i costi, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riuscire nel suo intento.
Nel frattempo Heiji continuava a girovagare per casa, senza una meta precisa, sperava che camminando il tempo passasse più velocemente facendo arrivare così l’indomani, giorno in cui avrebbe iniziato a lavorare a fianco della sua sexy vicina. Ogni tanto andava a controllare la finestra della sua stanza nella speranza di poterla rivedere, ma purtroppo per lui le tende erano ancora chiuse. L’immagine delle sue curve così sode e invitanti continuava a venirgli in mente, non aveva nient’altro in testa se non quel corpo: “Sembra una ragazza alla mano, non dovrebbe essere difficile diventagli amico, e alla prima occasione che mi si presenta me la porto a letto! Ma io sono un genio e poi non mi ci vuole molto a convincere una ragazza, sono loro che cedono subito, non sanno resistere al mio fascino e alle mie doti. L’ho vista quando sono andato a trovarla, era molto interessata ad una cosa in particolare e io non ho nessun problema a farla felice!” Quando Heiji Hattori si prefissa uno scopo deve raggiungerlo per forza, è difficile fargli cambiare idea su qualsiasi cosa, è impulsivo nell’agire, non è in grado di riflettere e proprio per questo molte volte si è trovato in situazioni difficili che spesso hanno messo a repentaglio la sua vita. Ora, a sua insaputa, si trova nella stessa situazione, vuole perdersi fra le braccia di colei che da un giorno all’altro potrebbe ucciderlo, anzi deve ucciderlo. Perché è questo l’obbiettivo di Sarah, è andata in Giappone perché il suo scopo è quello di farlo fuori, e perché no divertirsi con lui prima di fargli dire addio per sempre al mondo.
Un dubbio però lo assillava, lui è sempre stato abituato alla classica scopata e via, dimenticando nella stramaggioranza delle volte il nome della ragazza con cui stava, ma questa volta era diverso, con lei ci doveva lavorare non poteva averla e poi buttarla via nel dimenticatoio l’avrebbe vista il giorno dopo e il giorno dopo ancora, andando a creare così una situazione di imbarazzo che sicuramente avrebbe rovinato il rapporto professionale che dovrebbe tenerli uniti e inoltre si era sempre dato la regola di tenere ben separata la vita lavorativa da quella privata. Come poteva fare allora? Lei era una sua dipendente ma in ogni caso ispirava in lui tutto quello che non ha vissuto in cinque anni di intensa attività sessuale. Doveva assolutamente trovare una soluzione, non poteva lasciarsi sfuggire dalle mani un’occasione simile, si sarebbe vergognato tremendamente di sé stesso se non fosse riuscito nel suo intento, forse Sarah la pensava come lui, magari anche lei era interessata a lui e in questo caso non ci sarebbero stati problemi, avrebbero fatto tutto di comune accordo senza rovinare niente e così avrebbero anche potuto continuare a lavorare insieme senza andare a creare situazioni imbarazzanti.
Quella mattina la sveglia suonò presto e Sarah iniziò la sua preparazione per il primo giorno di lavoro, dopo essersi fatta una doccia veloce, fece colazione e poi si vestì, facendosi trovare davanti al cancello di casa sua in perfetto orario. Quando Heiji, le passò davanti con la macchina, ebbe la stessa reazione del giorno prima, questa volta partì dal basso: indossava delle scarpe nere con il tacco alto, collant neri che fasciavano perfettamente le lunghe gambe della ragazza, sopra al ginocchio si imbatté in un cappotto nero, che gli impedì di andare avanti nella sua esplorazione, ma poco gli importava, dato che avrebbe avuto tutta la giornata per osservarla.
“Buon giorno anche a te Hattori!”
“Buon giorno Sarah! Sali che siamo in ritardo!”
“Mica è colpa mia! Sei tu che ti sei imbambolato!”
“Cercavo di capire cosa potresti portare sotto a quel cappotto!”
“Ora capisco! Beh di solito non porto niente..oggi non lo so, sta a te scoprirlo!”
“Davvero? La cosa si fa interessante!”
“Non eravamo mica in ritardo?”
“Si ma in certi casi il lavoro può attendere…”
“Sei proprio un cretino lo sai? Secondo te cosa potrei avere sotto il cappotto? I vestiti..possiamo andare adesso?”
“Andiamo..ma sappi che da te mi aspetterei qualsiasi cosa..”
“No, no carino…ferma la macchina! Cosa intendi dire con: sappi che da te mi aspetterei qualsiasi cosa?”
“Semplicemente che non mi stupirei se ti dovessi trovare con addosso solo la biancheria intima..”
“E come mai?”
“Ieri mi hai aperto la porta mezza nuda e ti sei affacciata alla finestra indossando solo reggiseno e mutandine, così ho dedotto che non ti fai tanti problemi a farti vedere svestita..quindi questa mattina osservando la lunghezza delle tue gambe e la misura del cappotto ho provato ad immaginare che cosa potresti avere sotto..tutto qui..”
“E bravo il mio capo, iniziamo già a far volare la fantasia? Non oso immaginare cosa farai quando mi vedrai senza cappotto..”
“Vedremo..”
La macchina sfrecciava per le vie di Osaka, verso la centrale di polizia, nonostante Heiji fosse concentrato a pieno sulla strada, non poteva fare a meno di lanciare ogni tanto delle occhiate a Sarah, che guardava tranquillamente fuori dal finestrino pur sapendo di essere osservata:
“Se non la smetti potresti sciogliermi..non scappo mica, guarda la strada che è meglio!”
“Non ne sono così sicuro! Sai ci sono certe curve..”
“Se farai il bravo..”
“Mmh..”
“Ahahah ma ce l’hai la ragazza?”
“Più o meno..”
“Capisco..”
“Siamo arrivati!”
Scesero dalla macchina ed entrarono nell’edificio, salendo su all’ultimo piano, dove si trovava l’ufficio di Heiji. Non appena entrarono tutti gli sguardi si posarono su di lei, era raro vedere una donna in una centrale di polizia e quelle poche che c’erano non erano sicuramente come lei, anzi l’esatto contrario. Dopo averla presentata a tutti e aver dato i diversi incarichi per la giornata la portò nel suo studio, dove avrebbero potuto parlare in tutta tranquillità senza essere disturbati. Quando Heiji fu di spalle Sarah si tolse il cappotto e lo fece cadere per terra:
“Allora ti aspettavi qualcosa del genere Hattori?”
Si girò e la vide con una minigonna nera attillata e una camicetta bianca con le maniche a tre quarti, che faceva intravedere tutto quello che madre natura le aveva cortesemente donato. Sicuramente si sarebbe aspettato qualcosa di più ardito, ma era già un buon inizio:
“Mi aspettavo qualcosina in meno..”
“Se vuoi posso provvedere immediatamente!”
“No meglio di no..adesso voglio vedere come te la cavi con il lavoro..sai usare il computer?”
“Certamente..e non solo quello..”
“Sarah..fai la brava, ti ho assunto come segretaria..”
“Quindi vuoi dirmi che far divertire il proprio capo non rientra nelle mansioni di una buona segretaria?”
“Non in quelle del primo giorno di lavoro..”
“Ho qualche possibilità allora?”
“Se oggi lavorerai bene si..”
“Sappi che io lavoro sempre con il massimo impegno..”
“Non ho dubbi su questo..adesso ti prego fai quello che ti dico!”
“Agli ordini capo!”
La fece sedere accanto a se e le mostrò tutti gli archivi dei casi che erano stati risolti negli ultimi anni, spiegandole in che modo dovevano essere archiviati, poi le mostrò i vari casi ancora aperti a cui stava lavorando, ma delle informazioni sull’organizzazione nessuna traccia:
“Scusami la domanda, ma penso di non aver capito in cosa consiste il mio lavoro..”
“Allora tu dovrai archiviare i casi man mano che verranno risolti, rispondere al telefono e aggiornarmi su tutte le novità..”
“E non puoi pensarci da solo?”
“No..io ho altro a cui pensare, mi sto occupando di un caso molto delicato..”
“Di cosa si tratta?”
“Non te lo posso dire..mi dispiace, è una faccenda molto importante e della massima segretezza.”
“Tipo organizzazioni criminali che fanno fuori tutti quelli che si impacciano nelle loro faccende?”
“Più o meno..Comunque oggi dovrai limitarti a rispondere al telefono dato che non sono stati risolti nuovi casi. Come primo giorno di lavoro ammetto che sarà un po’ noioso ma vedrai che con il passare del tempo rimpiangerai le giornate come queste!”
Sarah si avvicinò a lui appoggiandogli una gamba sulla sua, mettendo così in evidenza la perfezione delle sue gambe, un braccio attorno al collo e il viso vicinissimo al suo:
“Allora che ne dici di rendere questa giornata così monotona più movimentata?”
“Heheh sarebbe bello ma non posso devo lavorare..”
“E io non sono un tuo lavoro?”
“No sei la mia assistente…oh il telefono, rispondi!”
Sarah prese il telefono e rispose usando una voce calda e seducente che fece rabbrividire Heiji ma anche l’interlocutore: “Ma cosa sta facendo..non è un call center hot questo…però mi piace questa voce..quasi quasi quando finisce la telefonata..”
“Ehm è la polizia di Osaka?”
“Certo..con chi ho il piacere di parlare?”
“Sono Shinichi Kudo, dovrei parlare con il signor Hattori..”
“Certo, attenda in linea controllo se è disponibile..”
“Grazie..”
<<hattori è un certo Kudo vorrebbe parlare con te…te lo passo o gli dico che hai altro da fare?>>
<<passamelo..>>
“Glielo passo subito..arrivederci..”
“Grazie signorina..”
Quando Heiji finì la telefonata si mise a fissare Sarah e lei ricambiava il suo sguardo:
“Beh che hai da guardare?”
“Dimmi che lo fai apposta..”
“Che cosa?”
“A comportarti in questo modo..”
“Non ti capisco..cosa ho fatto?”
“Ma ti sembra il modo di rispondere al telefono?”
“Io ho sempre risposto così..se poi a te non va bene problemi tuoi..”
“Ma qui non sei a casa tua..”
“Ammettilo, ti piace il modo in cui parlo al telefono vero?”
“Sarah se non la smetti torni a casa a piedi..”
“Dai non sono stupida..ho visto la faccia che hai fatto. Se ti piace tanto posso parlarti così..vuoi?”
Si era buttata fra le sue braccia e lui la stava stringendo erano a un passo dal baciarsi ma sul più bello qualcuno bussò alla porta:
“Dannazione..Avanti!”
“C’è stato un altro omicidio e sembra proprio che porti la stessa firma dei precedenti..”
“Arrivo subito..Sarah non muoverti da qui, appena avrò finito ti verrò a prendere per portarti a casa..”
Gli si avvicinò e sussurrò: “Starò buona solo se questa sera verrai a mangiare a casa mia..abbiamo un discorso da finire noi due..”
“D’accordo!”
Appena Heiji uscì dal suo studio Sarah iniziò a metterglielo sotto sopra, cercando quei dannati documenti. Allora era vero, lui si occupava di quei casi, quindi una volta trovate tutte le informazioni necessarie avrebbe dovuto per forza farlo fuori, non prima però di essersela spassata con lui nei dovuti modi. In fondo ad un cassetto trovò una cartelletta: “Brava Sarah…dai che forse ci siamo..” al suo interno vi erano diversi fogli riguardanti alcuni casi di omicidio, però non sapeva se erano quelli messi in atto dall’organizzazione di cui faceva parte: “Sono tutti uomini di una certa rilevanza..dovrebbero essere quelli che hanno fatto fuori i nostri..ma non ne sono sicura, nel dubbio farò una fotocopia di questo fascicolo..da sottoporre a William..devo riuscire però a tirargli fuori qualcosa..mi dispiace Hattori ma dovrò torturati giusto un po‘..Ahahah” Dopo aver fatto tutte le fotocopie rimise in ordine il casino che aveva fatto, e aspettò pazientemente il ritorno del suo capo, rispose al telefono e fissò qualche appuntamento per il giorno dopo, e il resto del tempo lo passò annoiandosi. Verso le sette e mezza Heiji ritornò alla centrale:
“Ciao scusa ma era inevitabile il mio intervento..”
“Tranquillo hai fatto il tuo dovere..è andato tutto bene? Hai risolto il caso?”
“Purtroppo no..l’assassino sembra essere svanito nel nulla..abbiamo solo ritrovato l’arma del delitto ma la scientifica non ha trovato le impronte…ma ora basta parlare di queste cose..tu cos’hai fatto mentre non c’ero?”
“Ecco ti ho messo in ordine la scrivania e ti ho fissato un po’ di appuntamenti per i prossimi tre giorni!”
“Bene allora possiamo andare, devi essere stanca!”
“No sono abituata a lavorare, non mi stanco tanto facilmente!”
“Buono a sapersi!”
Si diressero verso la macchina e tornarono a casa. Sarah si stupì di tutta la sua ospitalità, non riusciva a capire da dove le fosse uscito tutto quello spirito casalingo, fece accomodare Heiji in soggiorno mentre lei era in cucina a preparare la cena. In verità non sapeva nemmeno da dove cominciare dato che non aveva mai cucinato in vita sua, era già tanto se sapeva usare il microonde. Cominciò a litigare con i fornelli non sapeva come accenderli e continuava ad imprecare contro di loro. Heiji sentendola andò in cucina e la trovò praticamente sdraiata sul piano cottura, così incrociò le braccia al petto e si appoggiò con una spalla allo stipite della porta gustandosi così lo spettacolo che gli stava offrendo:
“Accidenti che bel panorama che c’è qui..non l’avrei mai detto quelli non sono collant ma autoreggenti…interessante, come altrettanto interessante è l’impalcatura che li regge, se così la si può chiamare dato che è pressoché inesistente..”
“Hattori smettila di farmi l’autopsia..piuttosto aiutami a cucinare visto che non so usare i vostri gingilli..”
Heiji si avvicinò e la prese per un braccio avvicinandola a se
“Sappi che i miei sono uguali a quelli americani se non meglio..”
“Così però mi istighi a voler sapere di più..che cosa intendi?”
“Ma come non hai capito?”
“Forse..ma penso di aver bisogno di qualche accertamento..”
“Se vuoi ti posso dare una dimostrazione..”
“E la cena?”
“Può aspettare..ora mi è venuta un’altra fame..”
La prese in braccio e la fece sedere sul tavolo
“Come la si può saziare?”
“Mi è venuto in mente un piatto molto succulento..”
“E come si prepara? Sai io non sono brava in cucina, dovrai aiutarmi..”
“Beh innanzitutto bisogna accendere il fuoco..”
“Ecco già qui mi perdo, non sono capace..”
“Non ti devi preoccupare, basta guardarti e si accende..”
“A si..e a che temperatura?”
“La massima…”
Si tolse la giacca e si tirò su le maniche della camicia, la prese per le gambe e la avvicinò a se:
“Allora chef..dopo aver controllato la temperatura come bisogna procedere?”
“Beh a questo punto si prende l’unico ingrediente necessario e si tolgono tutte le parti superflue..”
Con una calma, quasi disumana, cominciò a sbottonarle la camicetta e a sfilarle la gonna, tolti questi due indumenti di intralcio li buttò dietro di se centrando il lavandino:
“Se hai una mira del genere per le cose lontane chissà com’è per quelle a distanza ravvicinata…”
“In questi anni mi sono esercitato abbastanza..sono pur sempre un detective mirare e centrare è la mia specialità!”
“Bene allora mettimi la preda nel bel mezzo del mirino e fammi divertire!”
“Ti divertirai vedrai..”
“Però il piatto non è ancora pronto..a questo punto come bisogna procedere?”
“È semplice, basta stendere la pietanza sul piano di lavoro e iniziare a lavorarla!”
“Mmh..però così non vale..tu ti sei divertito e io no..”
Si sedette sul tavolo e fece sdraiare Heiji sedendosi sopra di lui:
“Ma il piatto non è ancora pronto..”
“Lo so, ma mia nonna diceva sempre che il contorno va preparato prima..”
“Donna saggia la tua nonna..”
“Certo..peccato che non abbia appreso molto da lei..tutto quello che so io è farina del mio, sacco quindi ti dovrai accontentare..”
“Se sei in grado di accendere il fuoco senza fare il minimo sforzo ti assicuro che anche il contorno non farà fatica a venirti..potresti scrivere un ricettario, servirebbe a molte donne poco esperte di cucina..”
Gli sfilò la camicia e i pantaloni, e iniziò a baciargli il collo scendendo giù sul petto
“Hattori ma io sono una semplice segretaria, non potrei mai scrivere un libro e poi non vorrei mai che le mie tecniche segrete possano diventare di dominio pubblico..solo io posso far impazzire un uomo..”
L’istinto di baciarla era troppo forte, non ce la faceva più resistere, doveva assolutamente fare qualcosa, altrimenti sarebbe diventato matto. La prese per le spalle e la tirò a se lei gli sorrise e lo baciò, ma non era un semplice bacio quello, no, era un bacio carico di passione e desiderio, quando si staccò gli prese il volto in una mano e lo strinse: “Mai cogliermi di sorpresa Hattori..”
“E se ti dicessi che mentre mi stavi baciando ti ho sfilato le calze?”
“Ti direi che sei più bravo di quanto mi aspettassi..ma ti manca ancora un bel po‘ di roba qui..”
“Non è un problema sono abile in queste cose..”
E in men che non si dica le tolse anche il reggiseno e glielo mostrò
“Bravo..sei veloce, non me ne sono nemmeno accorta. Sto iniziando a preoccuparmi, spero di non dover rimanere delusa. Sarebbe un vero peccato dopo tutta questa preparazione..”
“Io sto iniziando ad annoiarmi..credo che sia arrivato il momento di far ballare un po’ questo tavolo..”
La mise sotto di sé e le tolse quello che rimaneva da togliere, ormai la ragione era un ricordo lontano, l’unica cosa a cui riusciva a dare retta era il suo istinto, non c’era una parte di lei che non era stata toccata dalle sue mani o baciata dalla sue labbra, e lo stesso valse per Heiji, era uno scambio continuo di “attenzioni”, ma soprattutto quel tavolo è stato la base dove poter soddisfare i desideri più nascosti e stuzzicanti di entrambi. Mai, Sarah era stata così bene con uomo, nemmeno Bryan e William riuscivano a trasportarla così tanto, peccato però che di lì a poco avrebbe dovuto ucciderlo, altrimenti se lo sarebbe tenuta tutto per se. La stessa cosa la provò Heiji, si sentiva pienamente soddisfatto e appagato, le mani di lei sul suo corpo si muovevano con tale maestria, che nessuna aveva, i suoi baci ardivano di passione, e il suo corpo era caldo e morbido.
La mattina successiva si svegliò in un letto accanto a lei, non si ricordava nemmeno come ci erano arrivati, si ricordò solamente che ad un certo punto erano finiti per terra e allora Sarah lo trascinò sulle scale. La guardò era riuscito nel suo intento, però qualcosa gli impediva di essere completamente felice. Certo se l’era portata a letto, ma rimaneva comunque la sua segretaria, doveva starle accanto per tutta la giornata chissà per quanto tempo. Non poteva affrontare una situazione simile e soprattutto non poteva aspettare che si svegliasse, doveva andarsene e fare ordine nella sua testa.
Solo un biglietto sul cuscino:
“Scusami è stato un errore, mi dispiace non fare tardi a lavoro..”
Quando Sarah si svegliò e vide l’orario segnato dalla sveglia sul comodino si allarmò dato che era tardissimo:
“Hattori svegliati è tardissimo!”
Ma quando si girò per svegliarlo non lo trovò, prese il bigliettino lo lesse e scoppiò a ridere:
“Ahahah ma stai scherzando? Hai rotto le palle fino a ieri e adesso dici che è stato un errore? Ok starò al gioco, vuoi che faccia l’offesa? Va bene ti farò vedere di che pasta è fatta Sarah Smith..”
Si preparò e chiamò un taxi per andare in centrale. Prima di entrare nello studio di Heiji, si concentrò per recitare al meglio la sua parte. Quando sentì di essere pronta entrò e chiuse la porta a chiave:
“Come hai potuto? Lo sai come mi sono sentita questa mattina? Eh lo sa? Certo che non lo puoi sapere!”
Heiji rimase sconcertato da quella reazione, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da parte sua
“Sei per caso impazzita? Ti rendi conto di cosa abbiamo fatto ieri?”
“E allora? Già che c’eri mi potevi lasciare la mancia sul comodino..”
“Sarah non dire assurdità..la mancia?”
“Beh di solito gli errori si pagano..”
“Senti io non rimpiango nulla di quello che è successo ieri..però non potrà più succedere. Quindi ti chiedo di dimenticare e di andare avanti!”
Si tolse il cappotto e lo appese all’appendi abiti che c’era vicino alla porta, andò verso di lui e si sedette sulla scrivania:
“Dimenticare? E io che pensavo di fare il bis..cosa ti ha fatto cambiare idea? Dai Hattori dillo a Sarah che vedrà di rimediare..”
“Il lavoro e la vita privata vanno tenuti separati, non potrei mai lavorare con una che fa parte anche della sfera privata della mia vita..”
“Tutto qui il problema? È risolvibilissimo sai? Io non pretendo di fare parte della tua vita, a me basta averti quando ho voglia..tutto qui, tipo adesso ho un’irrefrenabile voglia di ripetere quello che successo ieri perché voglio farti capire che io non sono da considerare un errore..”
Scese dalla scrivania e si sedette a cavalcioni su di lui, il suo profumo lo inebriò. Aveva perfettamente ragione, lei non era un errore, ma una donna stupenda capace di farti sentire in paradiso ogni volta che ti tocca o che ti parla. Gli sbottonò la camicia mentre lo stava baciando con foga, lui, invece, andò con le mani ad accertarsi subito di una cosa. Portava ancora le autoreggenti.
“Ti agghindi sempre in questo modo per venire a lavoro?”
“E tu fai sempre domande idiote?”
Le sfilò il vestitino grigio e cominciò a baciarle il collo, quando qualcuno bussò alla porta:
“Che rottura di palle! Hattori ci penso io, tu non ti muovere!”
Prese il vestito e se lo infilò mentre Heiji cercò di riassumere un minimo d’aria professionale rimettendosi la camicia. Sarah si diresse alla porta e la aprì:
“Chi è a quest’ora?”
“Ehm..sono Shinichi Kudo..e tu saresti?”
“Lieta di fare la sua conoscenza! Sarah Smith, ho risposto io al telefono ieri!”
“Piacere..c’è Heiji?”
“Si..però in questo momento..”
“Sarah fallo entrare è una cosa importante!”
“..è libero, prego si accomodi!”
Shinichi entrò e salutò il suo amico, aveva notizie fresche riguardanti l’organizzazione doveva aggiornare il suo amico:
“Ma non saresti dovuto arrivare domani? Hai delle novità?”
“Si ma io ieri ti ho chiamato sia a casa che sul cellulare ma non mi hai risposto, così ti ho lasciato un messaggio in segreteria ma a quanto pare non l’hai ascoltato. Comunque si e sono anche fresche di giornata! Ti ho portato alcuni fascicoli e una notizia bomba..”
Sarah era particolarmente interessata a quell’argomento così si mise ad ascoltare con massima attenzione, Heiji se ne accorse e la mandò via con una scusa:
“Sarah per favore ci porti due caffè? Non ho fatto colazione..”
“Ma io non sono capace..”
“Non è difficile saprai usare la macchinetta…adesso vai..”
Sarah uscì dallo studio, lasciando i due detective soli:
“Ottima scelta amico..che bel bocconcino. Ti assicuro che quando mi ha risposto al telefono ieri credevo di aver sbagliato numero..Adesso ho capito perché non hai risposto alle mie chiamate, e suppongo che anche prima del mio arrivo vi stavate dando da fare..”
“Smettila Kudo, non eri venuto qui per parlare di lavoro?”
“Si hai ragione…pare che abbiano mandato un nuovo membro qui in Giappone, è una donna, però non si sa ancora dov’è. Ora siamo sulle tracce di un certo Bryan, è molto influente all’interno dell’organizzazione e pare che gli omicidi più importanti vengano affidati a lui.”
“Quindi è probabile che dietro ai numerosi casi, avvenuti negli ultimi mesi ci sia dietro una sola persona?”
“Esattamente..”
“E sulla donna?”
“Non so molto, pare che questa sia la sua prima missione, quindi dovrebbe avere ancora le mani pulite, non ci sarebbe bisogno di una condanna pesante per lei, potremmo portarla dalla nostra parte e farci aiutare..”
“Si sarebbe bello. Peccato che non sappiamo niente su di lei..”
“Dai su Hattori, si tratta di una donna..trovala te, sei bravo in questo genere di cose..”
“Ahahah spiritoso! Informazioni sull’età?”
“È giovane tranquillo..”
Dopo aver ascoltato tutta la conversazione Sarah rientrò con le due tazze di caffè, appoggiando il vassoio sulla scrivania:
“Questa è la prima e ultima volta che ti faccio il caffè..e soprattutto ieri è stata la prima e ultima volta in cui hai visto casa mia..chiaro?”
“Si Sarah..l’appuntamento delle dodici è stato spostato mezz’ora prima. Grazie!”
Sorrise e uscì dallo studio.
“Complimenti l’hai già persa..”
“Non ci vorrà molto a riconquistarla..”
“Vedremo..va beh io ti saluto..devo tornare a Tokyo e vedere se scopro qualcosa di nuovo. Tieni il cellulare acceso..e non lavorare troppo! A presto Hattori!”
“Divertente come sempre Kudo!”
Appena Shinichi uscì, Sarah rientrò e si accomodò dove prima si era seduto Shinichi:
“Dai Sarah non dicevi sul serio vero?”
“Non lo so..vedrò come si svolgerà la giornata e poi prenderò una decisione..”
“Sarah..”
“Scusami ma adesso devo lavorare..”
Si alzò e si andò a sedere alla sua postazione, svolgendo le mansioni che le erano state assegnate per quel giorno.
Quando arrivò il momento di tornare a casa Heiji le appoggiò le mani sulle spalle e gliele massaggiò:
“Allora..torniamo a casa?”
“Pensavo di essere stata chiara..Sbaglio o ti ho detto che tu a casa mia non ci metti più piede?”
“Sei stata chiarissima! Infatti andiamo a casa mia!”
“E cosa pensi di fare?”
“Andiamo dai..”
Per tutta la durata del viaggio Sarah non aprì bocca, se non in rare occasioni. Heiji la fissava divertito, il viso imbronciato la rendeva ancora più affascinante e lui non riusciva proprio a resisterle:
“Hattori se non la smetti di fissarmi giuro che ti tiro un cazzotto in pieno viso, così vedremo se ti passerà la voglia di guardarmi!”
“Dai Sarah come siamo violente questa sera! Ce l’hai ancora con me per questa mattina? Non pensavo che la prendessi così, mi dispiace mi farò perdonare..”
E così fu, appena arrivarono, non le diede nemmeno il tempo di togliersi il cappotto che la portò in camera da letto. Non sapeva con precisione cosa doveva farsi perdonare, ma solo il fatto di averla nel suo letto lo rendeva felice. L’unico problema, però, era proprio lei che sembrava non voler collaborare, impassibile, silenziosa e soprattutto immobile, la sua vendetta era appena cominciata, non voleva dargli nessuna soddisfazione, così tentò di trattenersi nonostante fosse impossibile, solo quando era davvero al limite si faceva sfuggire qualche cosa. Non aveva nulla da ridire su di lui, era stato a dir poco fantastico, però in qualche modo doveva fargliela pagare. La mattina successiva lo ripagò con la stessa moneta:
“Ma Buon Giorno!!
Hai visto Heiji, questa volta sono stata io ad andare via…
Allora che effetto fa svegliarsi soli?? Non è una bella sensazione vero??
Che ti serva di lezione per la prossima volta (sempre se ci sarà una prossima volta…)
Non arrivare tardi a lavoro e soprattutto devi fare colazione!! Perché io il caffè non te lo preparo più!
(Ieri è stata la prima e ultima volta)
Ci vediamo in centrale
Baci
Sarah Smith”
Quando Heiji si svegliò e iniziò a tastare il materasso nella speranza di incontrare qualcosa di più morbido, non trovò niente. Così si girò e vide il foglietto:
“Adesso ho capito! Come ho fatto a non arrivarci prima? E va bene, ti piace il gioco pesante? Allora giocheremo ad armi pari mia cara Sarah!”
Quando arrivò in centrale la trovò seduta sulla sua poltrona con le gambe stese sul tavolo, indossava un paio di stivali neri lunghi fino al ginocchio, dei pantaloncini e una maglia dolcevita bianca:
“Hattori sei in ritardo!”
“Chiedo scusa..ma sai io sono il capo e posso arrivare quando mi pare e piace!”
“Oh ci siamo svegliati male questa mattina?”
“Abbastanza! Ma non importa. Comunque oggi andrò via prima, ho da fare..”
“Che cosa?”
“Devo vedermi con la mia ragazza..”
“Ohohoh poverina mi dispiace per lei..”
“E perché?”
“Beh è facile. Mi sento un po’ in colpa, visto che a causa mia si ritrova due belle corna sulla testa. C’è da dire però che il suo ragazzo è anche un po’ stronzo visto che non si accontenta solo di lei, ma ha bisogno di andare a navigare da altre parti..tutto qui..”
“Questi non sono problemi tuoi, sbaglio o ti è piaciuto stare con me?”
“Mmmh…pensandoci bene devo ammettere che ieri ero un po’ distratta. A proposito hai una crepa sul muro e poi ti consiglio di verniciare il soffitto, ha bisogno di un po’ di colore tutto quel bianco dopo un po’ stufa. Adesso scusami ma è arrivato il momento di lavorare, pensa a quello che ti ho detto!”
Dopo aver rimuginato sulle parole di Sarah, si mise a lavorare, controllò la posta elettronica e trovò un’email del suo amico Kudo, dove gli svelava l’identità della donna dell’organizzazione. Erano riusciti ad arrestare Bryan, e lui aveva confessato tutto. Rimase di stucco. Non poteva crederci che proprio Lei facesse parte di quell’organizzazione, ma la cosa che lo colpì ancora di più era che proprio Lei doveva farlo fuori.
Passò il resto della giornata perso fra i suoi pensieri, senza dare ascolto alle frecciatine che gli lanciava ogni tanto, così Sarah rinunciò a dargli fastidio. Verso le cinque si alzò e se ne andò senza dire niente a nessuno. Sarah non sapeva cosa pensare, così optò per la soluzione più facile, la sua ragazza l’aveva lasciato e per la frustrazione si era andato a rinchiudere in qualche pub per bere fino allo sfinimento.
“Povero Hattori..magari poi vado a casa sua e lo consolo mi dispiace vederlo così, forse non avrei dovuto dirgli quelle fesserie questa mattina…Ma che razza di ragionamenti sto facendo? Io devo farlo fuori e mi preoccupo per lui..sto diventando pazza!” Fino alla fine del turno non fece altro che pensare a lui e a quanto le dispiacesse vederlo così affranto. Senza sapere che la vera causa era l’amara scoperta che aveva fatto su lei quella mattina.
Quando tornò a casa trovò la porta semi aperta e un biglietto attaccato alla maniglia:
“Vieni in bagno..troverai una sorpresa…”
Arrivò in bagno e trovò Heiji in piedi davanti a lei, che le sorrideva, almeno in quel momento doveva eliminare dalla mente tutti i pensieri che si erano andati a creare al suo interno e godere della sua presenza, fino a quando non avrebbe deciso di ucciderlo:
“Come hai fatto ad entrare?”
“Ho preso le chiavi dalla tua borsa..”
“È reato lo sai? Come si dice? Ah si violazione della proprietà privata. Giusto?”
“Si. Ma a volte certi rischi bisogna correrli..”
“E la tua ragazza…”
“Non esiste..ho architettato tutto questo solo per te..”
“Davvero? Allora dovrei sentirmi lusiganta..”
“Ti ho anche preparato il bagno..”
“Ho notato. Ma è solo per me?”
“Dipende da cosa vuoi..”
“Mmh..ora come ora voglio te..”
“Davvero? Non hai paura di distrarti ancora come ieri? In ogni caso ho controllato tutti i muri. Non hanno crepe e segni vari..”
“Ma io stavo scherzando stupido..non dirmi che ci sei cascato..”
“No..volevo solo farti ammettere che con me non puoi resistere..”
“Può darsi..però dai sono stata un’ottima attrice!”
“Ma se si vedeva lontano un miglio che non ce la facevi più…”
“Allora ti faccio una proposta..siccome questa vasca è grande e invitante, possiamo farci un bel bagno e poi magari ricordare com’è andata la scorsa notte..”
“Ci sto..”
Eppure non sembrava un’assassina, sembrava una donna normalissima, forse in cerca d’amore oppure alla ricerca di qualche avventura, ma sicuramente non avrebbe mai pensato che potesse far parte di un’organizzazione criminale. Ora gli era tutto più chiaro, una ragazza qualsiasi non si sarebbe mai comportata come lei, tutto quel suo spirito libertino doveva per forza averlo acquistato durante la sua permanenza nell’organizzazione, certo una donna può essere provocante ma non fino a quel punto. Il suo era un livello alto, non aveva mai trovato una donna tanto esperta quanto lei, lei si che sapeva davvero cosa bisognasse fare per far impazzire un uomo. E con lui c’era riuscita alla grande, ogni volta che lo toccava o che semplicemente lo guardava lo faceva andare su di giri:
“Ma è mai possibile che ti devi sempre imbambolare quando sei con me?”
Entrò nella vasca e la tirò verso di se abbracciandola, voleva farle confessare tutto e provare a farle cambiare idea tirandola dalla sua parte, così avrebbero fermato quell’organizzazione e messo la parola fine ai numerosi omicidi che hanno colpito il paese:
“Allora Sarah, io ti ho raccontato la verità sulla mia ragazza inesistente. Tu hai qualcosa da dirmi?”
“Niente di speciale..”
“Va bene tanto questa sera avremo molto tempo per parlare..”
“Davvero? Come mai?”
“Ti porto a cena fuori..sai sono due sere che non mangio..”
“Guarda che lo stesso vale per me..facciamo così questo sarà l’antipasto..”
“Il mio piatto preferito…”
“Preparati a gustarlo..”
Un suo bacio bastava a fargli perdere la testa, era, di nuovo, fuori di se, aveva la capacità di separargli mente e corpo, il suo corpo fremeva ad ogni tocco e movimento di lei, mentre la sua mente continuava a ripetergli che quello che stava facendo era sbagliato, ma lui se ne infischiava e si abbandonò completamente a lei e ai suoi modi di fare così seducenti e irresistibili. A lei aveva dato privilegi che non aveva mai dato a nessun’altra, a lei permetteva di fare di lui ciò che desiderava. E quello che voleva lei era quello che voleva lui. Quando Sarah finì la sua opera, lo abbracciò e continuò a baciarlo, cosa le aveva fatto? Perché non riusciva ad ucciderlo? Perché il desiderio che aveva di lui era più forte di quello di impugnare una pistola e premere il grilletto? Di occasioni ne aveva avute, ma le aveva sfruttate tutte in un altro modo, soddisfacendo se stessa, la voglia di apparire e di diventare una killer professionista era sfumando, lasciando spazio ad un’altra voglia. Voleva solo soddisfare e soddisfarsi con quell’uomo che è riuscito a cambiarla in così poco tempo.
“Io direi di andare. Ho prenotato un tavolo per le otto e mezza..”
“Ma avevi pianificato tutto..”
“Certo io non improvviso mai..”
“E bravo Hattori..allora vado a prepararmi..”
“Vado anch’io..alle otto e un quarto passo a prenderti..”
“Ma sono le otto..”
“Allora dovrai fare in fretta..”
Dopo essersi salutati, andarono a preparasi.
Sarah entrò in camera sua e aprì l’armadio, nella speranza di trovare qualcosa di adatto alla serata: per sua fortuna trovò un vestito da sera, dopo aver scelto con la massima attenzione la biancheria intima, si vestì. L’abito era splendido, lungo fino alla caviglia, stretto fino alla vita per avere poi una gonna leggera con uno spacco che arrivava fino a metà coscia, scarpe nere e borsa coordinata, un filo di trucco e un paio di orecchini. Era pronta. Uscì di casa e trovò Heiji:
“Caspita oggi abbiamo le gambe coperte..”
Sarah sorrise e fece uscire una gamba dallo spacco:
“Eh no Hattori hai sbagliato..”
“Bel vestito Sarah!”
“E non hai visto cos’ho sotto…”
“Spero niente..”
“Vedrai..”
Andarono al ristorante e cenarono in tutta tranquillità, parlando del più e del meno. Heiji provò a farla parlare di se, ma lei cercava di evitare l’argomento stuzzicandolo e parlando d’altro. Non aveva voglia di parlare del suo passato e soprattutto non voleva raccontargli i fatti suoi, perché sicuramente le sarebbero scappate cose che non avrebbe dovuto sapere.
“Sai il mio amico Kudo, quello che è venuto in centrale l’altro giorno mi ha detto che sono riusciti ad arrestare un membro di quell’organizzazione. Non so se ti ricordi, te ne avevo parlato l’altro giorno..”
Sarah si bloccò di colpo. Gli unici membri dell’organizzazione attivi in Giappone erano lei e Bryan, questo voleva dire che avevano arrestato lui e che sicuramente aveva spifferato tutto, quindi Heiji era a conoscenza delle sue reali intenzioni. Era arrivato il momento. Doveva ucciderlo, le dispiaceva parecchio ma non poteva rischiare di finire in prigione.
“Davvero? Che bello! Allora hai finito di lavorare così intensamente..potrai riposarti un po’..”
“Mi piacerebbe, ma pare che in giro ci sia un altro membro, è una donna ma non ha ancora commesso nessun delitto..”
“Caspita come sei informato!”
“Beh devi sapere che il mio amico Kudo lavora all’FBI, quindi è informatissimo su tutto!”
“Wow l’FBI, allora è una persona importante!”
“Abbastanza, anche se non ama ammetterlo sai è una persona modesta!”
“Senti io sono un po’ stanca..andiamo a casa..”
“Va bene..”
Sarah non aprì bocca, doveva prepararsi psicologicamente a quello che avrebbe dovuto fare di lì a poco. Quella sarebbe stata la sua prima esecuzione, e dentro di se sentiva un vuoto immenso, non voleva ma era inevitabile, sapeva tutto su di lei e doveva chiudergli al bocca per sempre.
Quando arrivarono scese dalla macchina e Heiji la seguì. Quando entrarono in casa la prese un braccio e la bloccò:
“Allora quando ti deciderai a dirmi la verità Kazuha Toyama?”
Si girò verso di lui e lo guardò:
“Non mi chiamano così da quando avevo sedici anni..non osare Hattori”
Si liberò dalla prese e gli sferrò un pugno, e corse nascondendosi dietro al divano. Heiji la raggiunse tirandola su per i capelli:
“Perché non mi hai detto niente?”
“Perché avrei dovuto farti fuori subito..non sarebbe dovuto succedere niente. Ora scusami ma ho da fare.”
Gli tirò un calcio nello stomaco pensando di metterlo k.o ma non ci riuscì, la prese e la tirò giù mettendola sotto di se:
“Non ho mai picchiato una ragazza ma ora è inevitabile”
Provò a tirarle un pugno ma lei lo bloccò, il secondo però la centrò al labbro inferiore, per liberarsi da lui gli tirò una testata che lo fece cadere e sbattendo la testa per terra perse per qualche minuto i sensi. Così poté andare in camera sua e prendere la pistola. Heiji la raggiunse e lei gliela puntò:
“Non ti muovere oppure sparo!”
“Fossi in te non lo farei. Ho tolto le munizioni quando sono venuto a casa tua questo pomeriggio!”
“Bastardo..”
La prese per una spalla e la buttò per terra a pancia giù e lui si sedette sopra di lei:
“Vuoi confessare?”
“Mai sedersi su di una donna quando è sdraiata a pancia in giù. Pervertito!”
E con il collo della pistola lo colpì in faccia.
Continuarono a rincorrersi per tutta casa, dandosele di santa ragione, i mobili erano semi distrutti come lo erano anche le loro facce.
Heiji riuscì poi a bloccarla sulla credenza, ce la mise sopra e blocco legandole le mani con la sua cravatta:
“Puoi legarmi le mani Hattori ma non i piedi!”
Così gli terrò un calcio perfetto nelle zone basse che lo fece urlare dal dolore, ma non fu abbastanza forte per annientarlo definitivamente la catturò di nuovo e la buttò per terra mettendosi sopra di le immobilizzandola completamente:
“Sarah cosa vuoi fare?”
“Caspita ma hai le palle di ferro!”
“Non scherzare..cosa vuoi?”
“Quello che vuoi tu..”
Alzò la testa e lo baciò. Quello fu un bacio strano per entrambi era amaro per il sangue ma in un certo senso era anche dolce, perché finalmente stavano giocando a carte scoperte.
“Come fai a sapere quello che voglio io?”
“Lo so e basta..toglimi questa cravatta che mi sta bloccando la circolazione..”
Le liberò i polsi e tornò a baciarla:
“Sappi che questa volta però comanderò solo io..”
“Va bene capitano!”
Prese lo spacco della gonna e partendo da lì le strappò il vestito fino alla parte stretta, tirò giù la zip e glielo sfilò:
“Ma sei pazzo? Mi hai strappato il vestito!”
“Ti devo tappare la bocca?”
“Ma era costoso..”
Tornò a baciarla, non poteva sentirla lamentarsi per uno stupidissimo vestito quando avevano questioni più importanti da affrontare. Dopo averlo spogliato, gli permise di toglierle ciò che rimaneva.
Sarah lo abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo per sentirlo ancora di più, aveva bisogno di lui in quel momento, sapeva che poteva salvarla da quel triste destino che per tutti quegli anni era stata costretta a vivere. Si sentiva diversa, stava iniziando a provare qualcosa, il cuore le scoppiava in petto e soprattutto era felice. Non c’era solo godimento e desiderio, c’era qualcosa di nuovo che con il tempo avrebbe imparato a conoscere, e lo stesso valeva per Heiji, più la guardava e più sentiva che i suoi sentimenti per lei stavano cambiando.
Si addormentarono per la prima volta abbracciati, si sentiva in dovere di proteggerla, infatti continuava a ripetergli di non abbandonarla. La mattina successiva erano ancora lì su quel pavimento abbracciati. Heiji si era svegliato. Quella volta non sarebbe scappato, voleva parlare con lei abbracciarla, farle sentire che per lei ci sarebbe sempre stato.
“Non mi lasciare Heiji..”
“Non lo farò..”
Le spostò una ciocca di capelli e la baciò, percependo le sue labbra, lo catturò e lo baciò a sua volta:
“Ben svegliata! Lo sai che ore sono?”
“No..”
“È mezzo giorno!”
“Beh mi ci voleva una bella dormita! Dopo tutta quella ginnastica ieri sera..”
“Devo dire che per essere una ragazza picchi bene!”
“Mi hanno addestrata così…”
“Perché?”
“Cosa?”
“Perché fai parte di questa organizzazione?”
“Perché non ho avuto niente di meglio da fare. A quattordici anni sono rimasta orfana, e così ho vissuto con diversi parenti in America e poi a sedici anni ho deciso di diventare indipendente trovandomi un lavoro, pensavo fosse una semplice agenzia immobiliare e invece era una vera fabbrica di morte..ho dovuto accettare quello che mi è stato offerto ed eccomi qui..”
“Non hai mai ucciso nessuno vero?”
“No, inizialmente ero un diversivo, seducevo le vittime e poi ci pensavano gli altri ad ucciderli..poi sei arrivato tu, la mia prima missione..fallita..”
“Non direi..mi hai conquistato sai?”
“Davvero? Ti ho conquistato perché sono facile e sono venuta a letto con te subito..”
“All’inizio per questo motivo, ma ieri ho sentito che qualcosa in me è cambiato e sto iniziando a provare dei sentimenti d’affetto per te!”
“Dici sul serio? Anch’io ieri mi sono sentita strana ma pensavo che fosse a causa delle botte che mi hai dato..”
“È probabile..”
“Guarda che stavi scherzando ti concio per le feste..anch’io ho dei sentimenti da difendere!”
Fece per tirargli un pugno ma la bloccò facendola sdraiare per terra e la baciò, gli cinse il collo con le braccia e si gustò quel momento tutto loro. Sapendo che da quel giorno in poi le cose sarebbero andate in maniera diversa.
“Mi aiuterai a fermare questa organizzazione?”
“Insieme ce la faremo!”
Le loro labbra si incontrarono di nuovo, permettendogli di ricominciare da dove il sonno, la sera prima, li aveva interrotti.
Sboccerà l’amore fra di loro?
Non si sa.
Però sappiamo che solo stando insieme potranno completarsi e provare emozione che mai nessuno sarà in grado di regalargli.
_FINE_