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La saga di Sarah Smith, Quando una criminale fa perdere la testa a un detective

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Shinichina_93
view post Posted on 2/4/2011, 14:57     +1   -1




Lei è Sarah Smith, membro di un'oraganizzazione americana, di lei si sa poco, ma andando avanti con la storia, si scopriranno varie cose sul suo passato.
Lui è Heiji Hattori, brillante investigatore, capo del dipartimento di polizia di Osaka.
Cosa succederà??
Buona lettura!!!


Ecco come tutto ebbe inizio

Love or War?
 


Washington DC

“Questo Heiji Hattori adesso mi ha davvero stufato. È arrivato il momento di toglierlo di mezzo!”
“Vuole che chiami Bryan?”
“No. Lui non c’è..Voglio Lei...”
Sono poche le informazioni certe che si hanno su di Lei, ad esempio la sua vera identità è ignota a molte persone. Ha ventuno anni e malgrado la giovane età fa parte di una delle agenzie di serial killer professionisti più famosa di tutta l’America.
Divenne orfana all’età di quattordici anni, e fino alla maggiore età visse con vari parenti. Una volta compiuti sedici anni decise di diventare indipendente e cercò un lavoro presso un’agenzia immobiliare, senza però sapere cosa si nascondeva al suo interno. Il capo, vedendola, capì fin dall’inizio che Lei sarebbe stata la ragazza perfetta per le situazioni “più delicate”. La prese sotto la sua protezione, con l’intento di farla diventare la killer migliore dell’organizzazione, dopo un po’ scoprì altre sue qualità e in poco tempo divenne l’amante perfetta: voluta da tutti ma avuta da pochi.
“Mi hai fatto chiamare?”
“Si. Ho qui un lavoretto per te..”
Sul grande schermo, posto sul muro dietro alla scrivania, apparve una foto della nuova vittima. Quando la ragazza la vide scoppiò a ridere:
“Ahahah ma dai! Adesso ti metti a dare la caccia ai mocciosi?”
“Come può sembrarti un bambino? Ha ventuno anni. È a capo del dipartimento di polizia di Osaka e sta mettendo il naso in questioni che non lo riguardano!”
“Osaka? E dove sarebbe?”
“È in Giappone..”
“Giappone? Ma è dall’altra parte del mondo!”
“Lo so,ma tu qui sei la più brava e io mi fido solo di te!”
“Dai non sparare cazzate! Non ho mai fatto fuori nessuno. Qui c’è gente che fa questo lavoro da una vita, perché hai scelto proprio me?”
“Perché sei giovane e attraente. Non avrai difficoltà ad entrare nelle sue grazie e a trovare tutte le informazioni che ci servono. Dovrai fare il possibile affinché lui possa fidarsi di te, e con fare il possibile intendo qualsiasi cosa, anche andarci a letto se lo riterrai necessario!”
“Come scusa? Andarci a letto?”
“Oh dai su..non vorrai mica diventare una santarellina proprio adesso! Una o più notti di sesso non hanno mai ucciso nessuno, anzi così gli lascerai un bel ricordo di questo mondo!”
“E..non ti da fastidio pensare al fatto che sia nel letto di un altro?”
William la guardò e si accese una sigaretta, prima di rispondere fece qualche tiro, la trovava semplicemente fantastica, quel suo modo di vestirsi così provocante lo mandava completamente in estasi, quante volte vedendola abbigliata in quel modo la faceva chiamare con la scusa di qualche nuova missione e poi chiudendo lo studio ci faceva sesso, non gli importava nulla dei sentimenti o del fatto che qualcuno potesse scoprirli, a lui interessava soltanto averla per soddisfare le sue voglie, che Lei scaturiva in lui e che soddisfaceva sempre in maniera impeccabile.
“Sinceramente? Non mi interessa..lo so che ti sei fatta mezza organizzazione. E poi sappi che tu non sei l’unica per me, sei solo una fra le tante altre. Ma in ogni caso rimani la mia preferita!”
“Sei uno stronzo lo sai?”
“Forse..ma se fossi in te non mi sbilancerei più di tanto con le offese. Perché io ne avrei una per te proprio qui, sulla punta della lingua, non è molto carina, però ti rispecchia alla grande!”
“Sei un codardo! Non riesci a dirmi nemmeno che per te sono solo una puttana, ti credevo diverso sai?”
“Ma come ti permetti? Dopo tutto quello che ho fatto per te, tu mi ripaghi dandomi del codardo? Sei un’ingrata!”
“Hai ragione! Scusami in realtà volevo ringraziarti, infatti è solamente grazie a te se oggi sono quella che sono!”
“Smettila mi stai facendo arrabbiare. E lo sai che quando poi mi arrabbio non sono più in grado di controllarmi!”
“Dai su..cosa aspetti? Vieni qui vuoi farmi la bua per caso? Mi piace quando ti arrabbi è più..come posso dire..movimentato, e poi qui ci sono ancora diversi posti che non sono stati sperimentati..come ad esempio questa bella scrivania, o il pavimento. Devo dire che la poltrona e il divanetto cominciano a starmi stretti ho voglia di spazi più ampi!”
“Non è il momento di scherzare..ora dobbiamo parlare di lavoro..ti darò solamente i dettagli essenziali, tutte le altre informazioni le troverai in una busta sulla macchina che ti porterà all’aeroporto. Il tuo aereo partirà esattamente fra quattro ore, vestiti, armi e quant’altro sono già nella tua casa.”
“Casa?”
“È vicina all’abitazione dell’obbiettivo in questo modo potrai seguire meglio tutti i suoi movimenti!”
“Bene allora io vado!”
“Non ti stai forse dimenticando qualcosa?”
“Hai ragione! Entro quando devo farlo fuori?”
“Prenditi pure tutto il tempo che vuoi! In ogni caso non mi stavo riferendo a questo..”
“No adesso non ne ho voglia! Ciao, ciao William!”
Uscì dallo studio soddisfatta di se, non poteva sottomettersi tutte le volte al suo volere, anche se non le dispiaceva affatto, però anche lei aveva la sua dignità e ogni tanto doveva pur farsi rispettare.
“Ho saputo che andrai in Giappone! Mi mancherai tanto sai?”
“Adrian, non ti smentisci mai!”
“Stai attenta, se ti scoprono per te sarà la fine!”
“Sei carino a preoccuparti per me! Ma purtroppo ti dovrai accontentare di un bel grazie! Tranquillo farò attenzione!”
“Ma..”
“Ne riparleremo quando tornerò dal Giappone..bye bye my darling!”
Come le aveva detto William, fuori dalla sede dell’organizzazione c’era una macchina che la stava aspettando, salì e trovò una busta sul sedile accanto al suo, la prese e l’aprì: al suo interno c’erano i documenti falsi e il biglietto aereo per il Giappone, l’indirizzo della sua nuova casa e poi notò una foto, la prese e la osservò:
“Almeno non è un vecchio..è giovane e soprattutto è molto affascinante. Spero proprio di divertirmi ne ho bisogno!”.
Arrivata all’aeroporto fece il check-in e aspettò che venisse chiamato il suo volo. Si imbarcò sull’aereo e tirò fuori di nuovo tutti i documenti e la foto, la osservò cercando di capire che tipo d’uomo potesse essere: “Vediamo un po’ cosa dovrò fare con esattezza…ma siamo impazziti. Devo fargli da assistente..io non so cosa si fa in una centrale di polizia, ma non è possibile, tutto questo per delle stupidissime carte..va beh tanto meglio, potrò stargli vicina tutto il giorno..farlo fuori sarà un giochetto da ragazzi..peccato però visto da qui ha una faccia davvero simpatica!” Il viaggio fu lunghissimo, e passò la maggior parte di esso a leggere tutte le informazioni che le erano state consegnate e le restanti sei ore le passò dormendo.

Osaka
Quando arrivò, all’aeroporto di Osaka, trovò un altro uomo che la stava aspettando, si diresse verso di lui e lo seguì fino al parcheggio dove c’era una macchina uguale a quella che l’aveva portata in aeroporto in America:
“Si può prendere tutto il tempo necessario affinché possa compiere la missione, non deve fare passi falsi altrimenti Game Over. Dovrà essere l’assistente del nostro obbiettivo, in centrale sanno già tutto dato che hanno ricevuto una sua domanda d’ammissione, che ovviamente è stata accettata, oltre a dover uccidere quel detective da strapazzo dovrà anche impossessarsi di tutte le informazioni che hanno raccolto sulla nostra base in Giappone. Ha forse qualche dubbio?”
“Si! Verrò pagata il doppio visto che mi tocca fargli anche da baby sitter vero?”
“A questa domanda non posso risponderle, non è di mia competenza l’aspetto economico.”
“Uffa che palle..”
La macchina si fermò davanti ad una villa in perfetto stile giapponese:
“Eccoci siamo arrivati!”
L’uomo le consegnò le chiavi e se ne andò. Aprì la porta e iniziò a perlustrarla rimanendo stupefatta dalla grandezza della casa e dal gusto con cui era stata arredata: “E questo villone sarebbe tutto per me? Mi piace..poi dovrò mandare un’email a William per ringraziarlo!” arrivò al piano superiore che contava una mezza dozzina di camere più due bagni.
“Finalmente sei arrivata! Non ci speravo più!”
“Bryan! Che sorpresa vederti qui! A cosa devo la tua presenza?”
“Ho saputo che saresti venuta qui per un lavoretto, e mi hanno detto di occuparmi di casa tua, e allora ho pensato di mettertela a posto. Ti piace?”
“Moltissimo!”
Si avvicinò a lei e l’abbracciò, le era mancata davvero tanto, a causa delle sue continue missioni non poteva vederla spesso ma quando si incontravano i loro incontri erano ricchi di intensità e passione, posò le sue labbra sull’orecchio di lei e sussurrò:
“Allora, che ne dici di ringraziarmi?”
Sorrise e si voltò verso di lui:
“Ringraziare non implica per forza quello a cui stai alludendo tu..sai ci sono diversi modi per dire grazie! Se vuoi ti preparo una torta!”
“Ahahah non ricordavo che fossi così divertente! Dai andiamo in una di queste stanze, se vuoi puoi scegliere tu dove andare e inaugurare così questa bella casa!”
“No Bryan, non sto scherzando..sono seria, e poi sono stanca morta, come puoi pretendere certe cose da una donna che ha appena affrontato un viaggio lunghissimo?..e poi non vorrei mai che tutta la stima che hai nei miei confronti possa diminuire..lo sai che quando sto con te voglio essere al massimo..abbi un po’ di pazienza!”
“Ora capisco non sei al meglio, e io che avevo voglia di strapazzarti, da quando sono qui in Giappone non ho avuto mai molto tempo per relazionarmi con le signorine giapponesi, e poi ce n’è una in particolare, che ora è qui davanti a me, che mi teneva la mente occupata!”
“Bene allora continua a pensare a lei e vedrai che il tuo lavoretto verrà benissimo! Adesso sono obbligata a chiederti di lasciare la mia casa voglio farmi un bagno e riposarmi. Grazie per tutto quello che hai fatto ma adesso sei di troppo!”
“Chiamami quando ti verrà voglia!”
“Sai potresti anche aspettare anni..non so quando potrò dedicarmi a te, visto che adesso ho un nuovo passatempo!”
“Quel detective che devi fare fuori?”
“Esattamente..”
“Non stancarti troppo..ti voglio in forma quando ti deciderai a tornare da me!”
“Tranquillo io non mi stanco facilmente lo sai che mi piace darmi da fare, ma non così tanto da sfinirmi, l’unico che mi fa questo effetto sei solo tu! Adesso però ciao!”
“Sento che ci rivedremo molto presto!”
Quell’uomo era un pozzo senza fondo, non riusciva a fare a meno di Lei, era diventata la sua fonte dalla quale attingere ogni volta che ne avesse voglia.
Perché si faceva usare così dagli uomini? Nemmeno Lei lo sapeva, ci andava per il semplice fatto che si sentiva bene in loro compagnia, e poi c’erano William e Bryan che erano diventati in qualche modo i suoi due chiodi fissi, non riusciva a fare a meno di loro, non era innamorata provava semplicemente un’irrefrenabile attrazione e voglia di loro, dato che erano gli unici a farla sentire donna nel vero senso della parola.
“Meglio se mi faccio un bel bagno…così mi rilasso un po’..”
Dopo essersi preparata la vasca, vi si immerse facendosi coccolare dall’acqua calda e inebriandosi dell’essenza del bagno schiuma che stava usando. Ma qualcuno suonò alla porta e la svegliò da quella sensazione di pace che la stava avvolgendo, scocciata più che mai uscì dalla vasca e avvolse il corpo in un asciugamano che lasciva largo spazio alla fantasia di chiunque l’avesse vista . Andò alla porta e l’aprì, di fronte a lei si ritrovò colui che sarebbe diventato il suo bersaglio: Heiji Hattori. La vide e rimase senza parole, sapeva che da un giorno all’altro sarebbero arrivati dei nuovi vicini, ma non si sarebbe mai aspettato quel genere di vicina. Iniziò ad osservare con particolare interesse una gocciolina d’acqua che scendeva giù dal collo, andandosi ad insinuare nell’incavatura del seno che poi scomparve nell’asciugamano, ma subito dopo la ritrovò sulla coscia e poi continuò il suo percorso fino a quando non cadde per terra. Quella ragazza, tutta bagnata, avvolta in un asciugamano, era uno spettacolo sublime per i suoi occhi, rimase in silenzio per alcuni secondi, doveva aspettare che il sangue ricominciasse a circolare in tutto il suo corpo e Lei, lo osservava, divertita da una sua reazione in particolare.
“Heiji Hattori. Piacere di conoscerla!”
“Sarah Smith. Il piacere è tutto mio! Ma dammi pure del tu, non sono poi tanto vecchia!”
“Oh..ehm..come preferisci! Sarah Smith hai detto? Non sarai mica..”
“Si sono io, ho fatto domanda per il posto da assistente!”
“Oh..bene!”
Sarah si appoggiò alla porta con fare seducente e incrociò le braccia al petto mettendo in risalto il suo decolté, e questo movimento non passò di certo inosservato a Heiji.
“Ti aspettavi qualcun’altra? Forse è meglio darsi del lei..non vorrei sembrare scortese..”
Heiji aveva riacquistato tutta la sua sicurezza così poté partire all’attacco:
“No ma va..figurati, non devi preoccuparti, non mi da fastidio anzi mi fa piacere avere un’assistente come te!”
“Bene, sono sicura che lavoreremo benissimo insieme!”
“Ne sono certo e poi ho letto la tua domanda d’ammissione e mi sei sembrata perfetta e ora che ti vedo posso ritenermi più che soddisfatto della mia scelta! Sei giovane e si vede che hai voglia di lavorare!”
“Ooh non puoi immaginare quanta!”
“Bene allora da domani ti metterò alla prova!”
“Non vedo l’ora! Senti io non so dove si trovi la centrale, e inoltre non mi so muovere in questa città..”
“Tranquilla ti passo a prendere io domani mattina alle sette e mezza, fatti trovare pronta!”
“Perfetto! Che fortuna averti come vicino di casa, spero che presto potremo diventare buoni amici!”
“Certo! Scusa ma ora devo scappare, ci vediamo domani. Ciao Sarah!”
“A domani!”
Sarah chiuse la porta, la sua missione era appena iniziata, certo che dal vivo aveva tutto un altro fascino era sensuale e ammiccante, in poche parole quel genere di uomo che piace a lei. “Ci divertiremo Heiji Hattori, vedrai ti farò perdere la testa!”
Heiji rimase ancora qualche secondo davanti alla porta, ripensando a quell’incontro, di donne ne aveva viste tante, e ne aveva avute altrettante, ma nessuna poteva paragonarsi a lei, aveva quel qualcosa che la rendeva completamente diversa dalle altre: “Eh va beh..meglio se me ne torno a casa. Qui ci vuole una bella doccia fredda…anzi, ghiacciata..”
Quando uscì dalla doccia, tornò in camera sua e quello che vide dalla finestra lo lasciò di stucco, per sua immensa fortuna, la finestra della sua camera era di fronte a quella di Sarah e poteva vedere quello che stava facendo. La vide sdraiata sul letto in biancheria intima, molto probabilmente si stava riposando e lui poteva gustarsi in tutta tranquillità quello spettacolo “Accidenti Sarah, i miei più sentiti complimenti, anche se ti vedo da una finestra riesci comunque ad eccitarmi, penso proprio che ci sarà da divertirsi con te!”.
Sarah si svegliò e sorprese Heiji intento a spiarla, così si alzò e si affacciò:
“Che fai Hattori sbirci?”
“No stavo ammirando il paesaggio generale, mi capita spesso quando non ho niente da fare!”
“Aah capisco, allora ti consiglio di ammirarlo da vicino rende di più!”
“Non ho capito..”
“Un giorno, forse, capirai Hattori! Ci vediamo domani!”
E così dicendo chiuse la finestra e tirò le tende mettendo la parola fine a quello che Heiji aveva appena battezzato come: Il Nuovo Paradiso Terrestre.
“Hai capito il giapponesino…è furbo e intraprendente! Giocare con lui sarà un immenso piacere, in tutti i sensi..” Si fece cadere sul letto e si riaddormentò, pensando alla giornata che sarebbe arrivata e al fatto che avrebbe avuto, di nuovo, a che fare con il suo affascinante vicino, voleva conquistarlo a tutti i costi, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riuscire nel suo intento.
Nel frattempo Heiji continuava a girovagare per casa, senza una meta precisa, sperava che camminando il tempo passasse più velocemente facendo arrivare così l’indomani, giorno in cui avrebbe iniziato a lavorare a fianco della sua sexy vicina. Ogni tanto andava a controllare la finestra della sua stanza nella speranza di poterla rivedere, ma purtroppo per lui le tende erano ancora chiuse. L’immagine delle sue curve così sode e invitanti continuava a venirgli in mente, non aveva nient’altro in testa se non quel corpo: “Sembra una ragazza alla mano, non dovrebbe essere difficile diventagli amico, e alla prima occasione che mi si presenta me la porto a letto! Ma io sono un genio e poi non mi ci vuole molto a convincere una ragazza, sono loro che cedono subito, non sanno resistere al mio fascino e alle mie doti. L’ho vista quando sono andato a trovarla, era molto interessata ad una cosa in particolare e io non ho nessun problema a farla felice!” Quando Heiji Hattori si prefissa uno scopo deve raggiungerlo per forza, è difficile fargli cambiare idea su qualsiasi cosa, è impulsivo nell’agire, non è in grado di riflettere e proprio per questo molte volte si è trovato in situazioni difficili che spesso hanno messo a repentaglio la sua vita. Ora, a sua insaputa, si trova nella stessa situazione, vuole perdersi fra le braccia di colei che da un giorno all’altro potrebbe ucciderlo, anzi deve ucciderlo. Perché è questo l’obbiettivo di Sarah, è andata in Giappone perché il suo scopo è quello di farlo fuori, e perché no divertirsi con lui prima di fargli dire addio per sempre al mondo.
Un dubbio però lo assillava, lui è sempre stato abituato alla classica scopata e via, dimenticando nella stramaggioranza delle volte il nome della ragazza con cui stava, ma questa volta era diverso, con lei ci doveva lavorare non poteva averla e poi buttarla via nel dimenticatoio l’avrebbe vista il giorno dopo e il giorno dopo ancora, andando a creare così una situazione di imbarazzo che sicuramente avrebbe rovinato il rapporto professionale che dovrebbe tenerli uniti e inoltre si era sempre dato la regola di tenere ben separata la vita lavorativa da quella privata. Come poteva fare allora? Lei era una sua dipendente ma in ogni caso ispirava in lui tutto quello che non ha vissuto in cinque anni di intensa attività sessuale. Doveva assolutamente trovare una soluzione, non poteva lasciarsi sfuggire dalle mani un’occasione simile, si sarebbe vergognato tremendamente di sé stesso se non fosse riuscito nel suo intento, forse Sarah la pensava come lui, magari anche lei era interessata a lui e in questo caso non ci sarebbero stati problemi, avrebbero fatto tutto di comune accordo senza rovinare niente e così avrebbero anche potuto continuare a lavorare insieme senza andare a creare situazioni imbarazzanti.
Quella mattina la sveglia suonò presto e Sarah iniziò la sua preparazione per il primo giorno di lavoro, dopo essersi fatta una doccia veloce, fece colazione e poi si vestì, facendosi trovare davanti al cancello di casa sua in perfetto orario. Quando Heiji, le passò davanti con la macchina, ebbe la stessa reazione del giorno prima, questa volta partì dal basso: indossava delle scarpe nere con il tacco alto, collant neri che fasciavano perfettamente le lunghe gambe della ragazza, sopra al ginocchio si imbatté in un cappotto nero, che gli impedì di andare avanti nella sua esplorazione, ma poco gli importava, dato che avrebbe avuto tutta la giornata per osservarla.
“Buon giorno anche a te Hattori!”
“Buon giorno Sarah! Sali che siamo in ritardo!”
“Mica è colpa mia! Sei tu che ti sei imbambolato!”
“Cercavo di capire cosa potresti portare sotto a quel cappotto!”
“Ora capisco! Beh di solito non porto niente..oggi non lo so, sta a te scoprirlo!”
“Davvero? La cosa si fa interessante!”
“Non eravamo mica in ritardo?”
“Si ma in certi casi il lavoro può attendere…”
“Sei proprio un cretino lo sai? Secondo te cosa potrei avere sotto il cappotto? I vestiti..possiamo andare adesso?”
“Andiamo..ma sappi che da te mi aspetterei qualsiasi cosa..”
“No, no carino…ferma la macchina! Cosa intendi dire con: sappi che da te mi aspetterei qualsiasi cosa?”
“Semplicemente che non mi stupirei se ti dovessi trovare con addosso solo la biancheria intima..”
“E come mai?”
“Ieri mi hai aperto la porta mezza nuda e ti sei affacciata alla finestra indossando solo reggiseno e mutandine, così ho dedotto che non ti fai tanti problemi a farti vedere svestita..quindi questa mattina osservando la lunghezza delle tue gambe e la misura del cappotto ho provato ad immaginare che cosa potresti avere sotto..tutto qui..”
“E bravo il mio capo, iniziamo già a far volare la fantasia? Non oso immaginare cosa farai quando mi vedrai senza cappotto..”
“Vedremo..”
La macchina sfrecciava per le vie di Osaka, verso la centrale di polizia, nonostante Heiji fosse concentrato a pieno sulla strada, non poteva fare a meno di lanciare ogni tanto delle occhiate a Sarah, che guardava tranquillamente fuori dal finestrino pur sapendo di essere osservata:
“Se non la smetti potresti sciogliermi..non scappo mica, guarda la strada che è meglio!”
“Non ne sono così sicuro! Sai ci sono certe curve..”
“Se farai il bravo..”
“Mmh..”
“Ahahah ma ce l’hai la ragazza?”
“Più o meno..”
“Capisco..”
“Siamo arrivati!”
Scesero dalla macchina ed entrarono nell’edificio, salendo su all’ultimo piano, dove si trovava l’ufficio di Heiji. Non appena entrarono tutti gli sguardi si posarono su di lei, era raro vedere una donna in una centrale di polizia e quelle poche che c’erano non erano sicuramente come lei, anzi l’esatto contrario. Dopo averla presentata a tutti e aver dato i diversi incarichi per la giornata la portò nel suo studio, dove avrebbero potuto parlare in tutta tranquillità senza essere disturbati. Quando Heiji fu di spalle Sarah si tolse il cappotto e lo fece cadere per terra:
“Allora ti aspettavi qualcosa del genere Hattori?”
Si girò e la vide con una minigonna nera attillata e una camicetta bianca con le maniche a tre quarti, che faceva intravedere tutto quello che madre natura le aveva cortesemente donato. Sicuramente si sarebbe aspettato qualcosa di più ardito, ma era già un buon inizio:
“Mi aspettavo qualcosina in meno..”
“Se vuoi posso provvedere immediatamente!”
“No meglio di no..adesso voglio vedere come te la cavi con il lavoro..sai usare il computer?”
“Certamente..e non solo quello..”
“Sarah..fai la brava, ti ho assunto come segretaria..”
“Quindi vuoi dirmi che far divertire il proprio capo non rientra nelle mansioni di una buona segretaria?”
“Non in quelle del primo giorno di lavoro..”
“Ho qualche possibilità allora?”
“Se oggi lavorerai bene si..”
“Sappi che io lavoro sempre con il massimo impegno..”
“Non ho dubbi su questo..adesso ti prego fai quello che ti dico!”
“Agli ordini capo!”
La fece sedere accanto a se e le mostrò tutti gli archivi dei casi che erano stati risolti negli ultimi anni, spiegandole in che modo dovevano essere archiviati, poi le mostrò i vari casi ancora aperti a cui stava lavorando, ma delle informazioni sull’organizzazione nessuna traccia:
“Scusami la domanda, ma penso di non aver capito in cosa consiste il mio lavoro..”
“Allora tu dovrai archiviare i casi man mano che verranno risolti, rispondere al telefono e aggiornarmi su tutte le novità..”
“E non puoi pensarci da solo?”
“No..io ho altro a cui pensare, mi sto occupando di un caso molto delicato..”
“Di cosa si tratta?”
“Non te lo posso dire..mi dispiace, è una faccenda molto importante e della massima segretezza.”
“Tipo organizzazioni criminali che fanno fuori tutti quelli che si impacciano nelle loro faccende?”
“Più o meno..Comunque oggi dovrai limitarti a rispondere al telefono dato che non sono stati risolti nuovi casi. Come primo giorno di lavoro ammetto che sarà un po’ noioso ma vedrai che con il passare del tempo rimpiangerai le giornate come queste!”
Sarah si avvicinò a lui appoggiandogli una gamba sulla sua, mettendo così in evidenza la perfezione delle sue gambe, un braccio attorno al collo e il viso vicinissimo al suo:
“Allora che ne dici di rendere questa giornata così monotona più movimentata?”
“Heheh sarebbe bello ma non posso devo lavorare..”
“E io non sono un tuo lavoro?”
“No sei la mia assistente…oh il telefono, rispondi!”
Sarah prese il telefono e rispose usando una voce calda e seducente che fece rabbrividire Heiji ma anche l’interlocutore: “Ma cosa sta facendo..non è un call center hot questo…però mi piace questa voce..quasi quasi quando finisce la telefonata..”
“Ehm è la polizia di Osaka?”
“Certo..con chi ho il piacere di parlare?”
“Sono Shinichi Kudo, dovrei parlare con il signor Hattori..”
“Certo, attenda in linea controllo se è disponibile..”
“Grazie..”
<<hattori è un certo Kudo vorrebbe parlare con te…te lo passo o gli dico che hai altro da fare?>>
<<passamelo..>>
“Glielo passo subito..arrivederci..”
“Grazie signorina..”
Quando Heiji finì la telefonata si mise a fissare Sarah e lei ricambiava il suo sguardo:
“Beh che hai da guardare?”
“Dimmi che lo fai apposta..”
“Che cosa?”
“A comportarti in questo modo..”
“Non ti capisco..cosa ho fatto?”
“Ma ti sembra il modo di rispondere al telefono?”
“Io ho sempre risposto così..se poi a te non va bene problemi tuoi..”
“Ma qui non sei a casa tua..”
“Ammettilo, ti piace il modo in cui parlo al telefono vero?”
“Sarah se non la smetti torni a casa a piedi..”
“Dai non sono stupida..ho visto la faccia che hai fatto. Se ti piace tanto posso parlarti così..vuoi?”
Si era buttata fra le sue braccia e lui la stava stringendo erano a un passo dal baciarsi ma sul più bello qualcuno bussò alla porta:
“Dannazione..Avanti!”
“C’è stato un altro omicidio e sembra proprio che porti la stessa firma dei precedenti..”
“Arrivo subito..Sarah non muoverti da qui, appena avrò finito ti verrò a prendere per portarti a casa..”
Gli si avvicinò e sussurrò: “Starò buona solo se questa sera verrai a mangiare a casa mia..abbiamo un discorso da finire noi due..”
“D’accordo!”
Appena Heiji uscì dal suo studio Sarah iniziò a metterglielo sotto sopra, cercando quei dannati documenti. Allora era vero, lui si occupava di quei casi, quindi una volta trovate tutte le informazioni necessarie avrebbe dovuto per forza farlo fuori, non prima però di essersela spassata con lui nei dovuti modi. In fondo ad un cassetto trovò una cartelletta: “Brava Sarah…dai che forse ci siamo..” al suo interno vi erano diversi fogli riguardanti alcuni casi di omicidio, però non sapeva se erano quelli messi in atto dall’organizzazione di cui faceva parte: “Sono tutti uomini di una certa rilevanza..dovrebbero essere quelli che hanno fatto fuori i nostri..ma non ne sono sicura, nel dubbio farò una fotocopia di questo fascicolo..da sottoporre a William..devo riuscire però a tirargli fuori qualcosa..mi dispiace Hattori ma dovrò torturati giusto un po‘..Ahahah” Dopo aver fatto tutte le fotocopie rimise in ordine il casino che aveva fatto, e aspettò pazientemente il ritorno del suo capo, rispose al telefono e fissò qualche appuntamento per il giorno dopo, e il resto del tempo lo passò annoiandosi. Verso le sette e mezza Heiji ritornò alla centrale:
“Ciao scusa ma era inevitabile il mio intervento..”
“Tranquillo hai fatto il tuo dovere..è andato tutto bene? Hai risolto il caso?”
“Purtroppo no..l’assassino sembra essere svanito nel nulla..abbiamo solo ritrovato l’arma del delitto ma la scientifica non ha trovato le impronte…ma ora basta parlare di queste cose..tu cos’hai fatto mentre non c’ero?”
“Ecco ti ho messo in ordine la scrivania e ti ho fissato un po’ di appuntamenti per i prossimi tre giorni!”
“Bene allora possiamo andare, devi essere stanca!”
“No sono abituata a lavorare, non mi stanco tanto facilmente!”
“Buono a sapersi!”
Si diressero verso la macchina e tornarono a casa. Sarah si stupì di tutta la sua ospitalità, non riusciva a capire da dove le fosse uscito tutto quello spirito casalingo, fece accomodare Heiji in soggiorno mentre lei era in cucina a preparare la cena. In verità non sapeva nemmeno da dove cominciare dato che non aveva mai cucinato in vita sua, era già tanto se sapeva usare il microonde. Cominciò a litigare con i fornelli non sapeva come accenderli e continuava ad imprecare contro di loro. Heiji sentendola andò in cucina e la trovò praticamente sdraiata sul piano cottura, così incrociò le braccia al petto e si appoggiò con una spalla allo stipite della porta gustandosi così lo spettacolo che gli stava offrendo:
“Accidenti che bel panorama che c’è qui..non l’avrei mai detto quelli non sono collant ma autoreggenti…interessante, come altrettanto interessante è l’impalcatura che li regge, se così la si può chiamare dato che è pressoché inesistente..”
“Hattori smettila di farmi l’autopsia..piuttosto aiutami a cucinare visto che non so usare i vostri gingilli..”
Heiji si avvicinò e la prese per un braccio avvicinandola a se
“Sappi che i miei sono uguali a quelli americani se non meglio..”
“Così però mi istighi a voler sapere di più..che cosa intendi?”
“Ma come non hai capito?”
“Forse..ma penso di aver bisogno di qualche accertamento..”
“Se vuoi ti posso dare una dimostrazione..”
“E la cena?”
“Può aspettare..ora mi è venuta un’altra fame..”
La prese in braccio e la fece sedere sul tavolo
“Come la si può saziare?”
“Mi è venuto in mente un piatto molto succulento..”
“E come si prepara? Sai io non sono brava in cucina, dovrai aiutarmi..”
“Beh innanzitutto bisogna accendere il fuoco..”
“Ecco già qui mi perdo, non sono capace..”
“Non ti devi preoccupare, basta guardarti e si accende..”
“A si..e a che temperatura?”
“La massima…”
Si tolse la giacca e si tirò su le maniche della camicia, la prese per le gambe e la avvicinò a se:
“Allora chef..dopo aver controllato la temperatura come bisogna procedere?”
“Beh a questo punto si prende l’unico ingrediente necessario e si tolgono tutte le parti superflue..”
Con una calma, quasi disumana, cominciò a sbottonarle la camicetta e a sfilarle la gonna, tolti questi due indumenti di intralcio li buttò dietro di se centrando il lavandino:
“Se hai una mira del genere per le cose lontane chissà com’è per quelle a distanza ravvicinata…”
“In questi anni mi sono esercitato abbastanza..sono pur sempre un detective mirare e centrare è la mia specialità!”
“Bene allora mettimi la preda nel bel mezzo del mirino e fammi divertire!”
“Ti divertirai vedrai..”
“Però il piatto non è ancora pronto..a questo punto come bisogna procedere?”
“È semplice, basta stendere la pietanza sul piano di lavoro e iniziare a lavorarla!”
“Mmh..però così non vale..tu ti sei divertito e io no..”
Si sedette sul tavolo e fece sdraiare Heiji sedendosi sopra di lui:
“Ma il piatto non è ancora pronto..”
“Lo so, ma mia nonna diceva sempre che il contorno va preparato prima..”
“Donna saggia la tua nonna..”
“Certo..peccato che non abbia appreso molto da lei..tutto quello che so io è farina del mio, sacco quindi ti dovrai accontentare..”
“Se sei in grado di accendere il fuoco senza fare il minimo sforzo ti assicuro che anche il contorno non farà fatica a venirti..potresti scrivere un ricettario, servirebbe a molte donne poco esperte di cucina..”
Gli sfilò la camicia e i pantaloni, e iniziò a baciargli il collo scendendo giù sul petto
“Hattori ma io sono una semplice segretaria, non potrei mai scrivere un libro e poi non vorrei mai che le mie tecniche segrete possano diventare di dominio pubblico..solo io posso far impazzire un uomo..”
L’istinto di baciarla era troppo forte, non ce la faceva più resistere, doveva assolutamente fare qualcosa, altrimenti sarebbe diventato matto. La prese per le spalle e la tirò a se lei gli sorrise e lo baciò, ma non era un semplice bacio quello, no, era un bacio carico di passione e desiderio, quando si staccò gli prese il volto in una mano e lo strinse: “Mai cogliermi di sorpresa Hattori..”
“E se ti dicessi che mentre mi stavi baciando ti ho sfilato le calze?”
“Ti direi che sei più bravo di quanto mi aspettassi..ma ti manca ancora un bel po‘ di roba qui..”
“Non è un problema sono abile in queste cose..”
E in men che non si dica le tolse anche il reggiseno e glielo mostrò
“Bravo..sei veloce, non me ne sono nemmeno accorta. Sto iniziando a preoccuparmi, spero di non dover rimanere delusa. Sarebbe un vero peccato dopo tutta questa preparazione..”
“Io sto iniziando ad annoiarmi..credo che sia arrivato il momento di far ballare un po’ questo tavolo..”
La mise sotto di sé e le tolse quello che rimaneva da togliere, ormai la ragione era un ricordo lontano, l’unica cosa a cui riusciva a dare retta era il suo istinto, non c’era una parte di lei che non era stata toccata dalle sue mani o baciata dalla sue labbra, e lo stesso valse per Heiji, era uno scambio continuo di “attenzioni”, ma soprattutto quel tavolo è stato la base dove poter soddisfare i desideri più nascosti e stuzzicanti di entrambi. Mai, Sarah era stata così bene con uomo, nemmeno Bryan e William riuscivano a trasportarla così tanto, peccato però che di lì a poco avrebbe dovuto ucciderlo, altrimenti se lo sarebbe tenuta tutto per se. La stessa cosa la provò Heiji, si sentiva pienamente soddisfatto e appagato, le mani di lei sul suo corpo si muovevano con tale maestria, che nessuna aveva, i suoi baci ardivano di passione, e il suo corpo era caldo e morbido.
La mattina successiva si svegliò in un letto accanto a lei, non si ricordava nemmeno come ci erano arrivati, si ricordò solamente che ad un certo punto erano finiti per terra e allora Sarah lo trascinò sulle scale. La guardò era riuscito nel suo intento, però qualcosa gli impediva di essere completamente felice. Certo se l’era portata a letto, ma rimaneva comunque la sua segretaria, doveva starle accanto per tutta la giornata chissà per quanto tempo. Non poteva affrontare una situazione simile e soprattutto non poteva aspettare che si svegliasse, doveva andarsene e fare ordine nella sua testa.
Solo un biglietto sul cuscino:
“Scusami è stato un errore, mi dispiace non fare tardi a lavoro..”
Quando Sarah si svegliò e vide l’orario segnato dalla sveglia sul comodino si allarmò dato che era tardissimo:
“Hattori svegliati è tardissimo!”
Ma quando si girò per svegliarlo non lo trovò, prese il bigliettino lo lesse e scoppiò a ridere:
“Ahahah ma stai scherzando? Hai rotto le palle fino a ieri e adesso dici che è stato un errore? Ok starò al gioco, vuoi che faccia l’offesa? Va bene ti farò vedere di che pasta è fatta Sarah Smith..”
Si preparò e chiamò un taxi per andare in centrale. Prima di entrare nello studio di Heiji, si concentrò per recitare al meglio la sua parte. Quando sentì di essere pronta entrò e chiuse la porta a chiave:
“Come hai potuto? Lo sai come mi sono sentita questa mattina? Eh lo sa? Certo che non lo puoi sapere!”
Heiji rimase sconcertato da quella reazione, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da parte sua
“Sei per caso impazzita? Ti rendi conto di cosa abbiamo fatto ieri?”
“E allora? Già che c’eri mi potevi lasciare la mancia sul comodino..”
“Sarah non dire assurdità..la mancia?”
“Beh di solito gli errori si pagano..”
“Senti io non rimpiango nulla di quello che è successo ieri..però non potrà più succedere. Quindi ti chiedo di dimenticare e di andare avanti!”
Si tolse il cappotto e lo appese all’appendi abiti che c’era vicino alla porta, andò verso di lui e si sedette sulla scrivania:
“Dimenticare? E io che pensavo di fare il bis..cosa ti ha fatto cambiare idea? Dai Hattori dillo a Sarah che vedrà di rimediare..”
“Il lavoro e la vita privata vanno tenuti separati, non potrei mai lavorare con una che fa parte anche della sfera privata della mia vita..”
“Tutto qui il problema? È risolvibilissimo sai? Io non pretendo di fare parte della tua vita, a me basta averti quando ho voglia..tutto qui, tipo adesso ho un’irrefrenabile voglia di ripetere quello che successo ieri perché voglio farti capire che io non sono da considerare un errore..”
Scese dalla scrivania e si sedette a cavalcioni su di lui, il suo profumo lo inebriò. Aveva perfettamente ragione, lei non era un errore, ma una donna stupenda capace di farti sentire in paradiso ogni volta che ti tocca o che ti parla. Gli sbottonò la camicia mentre lo stava baciando con foga, lui, invece, andò con le mani ad accertarsi subito di una cosa. Portava ancora le autoreggenti.
“Ti agghindi sempre in questo modo per venire a lavoro?”
“E tu fai sempre domande idiote?”
Le sfilò il vestitino grigio e cominciò a baciarle il collo, quando qualcuno bussò alla porta:
“Che rottura di palle! Hattori ci penso io, tu non ti muovere!”
Prese il vestito e se lo infilò mentre Heiji cercò di riassumere un minimo d’aria professionale rimettendosi la camicia. Sarah si diresse alla porta e la aprì:
“Chi è a quest’ora?”
“Ehm..sono Shinichi Kudo..e tu saresti?”
“Lieta di fare la sua conoscenza! Sarah Smith, ho risposto io al telefono ieri!”
“Piacere..c’è Heiji?”
“Si..però in questo momento..”
“Sarah fallo entrare è una cosa importante!”
“..è libero, prego si accomodi!”
Shinichi entrò e salutò il suo amico, aveva notizie fresche riguardanti l’organizzazione doveva aggiornare il suo amico:
“Ma non saresti dovuto arrivare domani? Hai delle novità?”
“Si ma io ieri ti ho chiamato sia a casa che sul cellulare ma non mi hai risposto, così ti ho lasciato un messaggio in segreteria ma a quanto pare non l’hai ascoltato. Comunque si e sono anche fresche di giornata! Ti ho portato alcuni fascicoli e una notizia bomba..”
Sarah era particolarmente interessata a quell’argomento così si mise ad ascoltare con massima attenzione, Heiji se ne accorse e la mandò via con una scusa:
“Sarah per favore ci porti due caffè? Non ho fatto colazione..”
“Ma io non sono capace..”
“Non è difficile saprai usare la macchinetta…adesso vai..”
Sarah uscì dallo studio, lasciando i due detective soli:
“Ottima scelta amico..che bel bocconcino. Ti assicuro che quando mi ha risposto al telefono ieri credevo di aver sbagliato numero..Adesso ho capito perché non hai risposto alle mie chiamate, e suppongo che anche prima del mio arrivo vi stavate dando da fare..”
“Smettila Kudo, non eri venuto qui per parlare di lavoro?”
“Si hai ragione…pare che abbiano mandato un nuovo membro qui in Giappone, è una donna, però non si sa ancora dov’è. Ora siamo sulle tracce di un certo Bryan, è molto influente all’interno dell’organizzazione e pare che gli omicidi più importanti vengano affidati a lui.”
“Quindi è probabile che dietro ai numerosi casi, avvenuti negli ultimi mesi ci sia dietro una sola persona?”
“Esattamente..”
“E sulla donna?”
“Non so molto, pare che questa sia la sua prima missione, quindi dovrebbe avere ancora le mani pulite, non ci sarebbe bisogno di una condanna pesante per lei, potremmo portarla dalla nostra parte e farci aiutare..”
“Si sarebbe bello. Peccato che non sappiamo niente su di lei..”
“Dai su Hattori, si tratta di una donna..trovala te, sei bravo in questo genere di cose..”
“Ahahah spiritoso! Informazioni sull’età?”
“È giovane tranquillo..”
Dopo aver ascoltato tutta la conversazione Sarah rientrò con le due tazze di caffè, appoggiando il vassoio sulla scrivania:
“Questa è la prima e ultima volta che ti faccio il caffè..e soprattutto ieri è stata la prima e ultima volta in cui hai visto casa mia..chiaro?”
“Si Sarah..l’appuntamento delle dodici è stato spostato mezz’ora prima. Grazie!”
Sorrise e uscì dallo studio.
“Complimenti l’hai già persa..”
“Non ci vorrà molto a riconquistarla..”
“Vedremo..va beh io ti saluto..devo tornare a Tokyo e vedere se scopro qualcosa di nuovo. Tieni il cellulare acceso..e non lavorare troppo! A presto Hattori!”
“Divertente come sempre Kudo!”
Appena Shinichi uscì, Sarah rientrò e si accomodò dove prima si era seduto Shinichi:
“Dai Sarah non dicevi sul serio vero?”
“Non lo so..vedrò come si svolgerà la giornata e poi prenderò una decisione..”
“Sarah..”
“Scusami ma adesso devo lavorare..”
Si alzò e si andò a sedere alla sua postazione, svolgendo le mansioni che le erano state assegnate per quel giorno.
Quando arrivò il momento di tornare a casa Heiji le appoggiò le mani sulle spalle e gliele massaggiò:
“Allora..torniamo a casa?”
“Pensavo di essere stata chiara..Sbaglio o ti ho detto che tu a casa mia non ci metti più piede?”
“Sei stata chiarissima! Infatti andiamo a casa mia!”
“E cosa pensi di fare?”
“Andiamo dai..”
Per tutta la durata del viaggio Sarah non aprì bocca, se non in rare occasioni. Heiji la fissava divertito, il viso imbronciato la rendeva ancora più affascinante e lui non riusciva proprio a resisterle:
“Hattori se non la smetti di fissarmi giuro che ti tiro un cazzotto in pieno viso, così vedremo se ti passerà la voglia di guardarmi!”
“Dai Sarah come siamo violente questa sera! Ce l’hai ancora con me per questa mattina? Non pensavo che la prendessi così, mi dispiace mi farò perdonare..”
E così fu, appena arrivarono, non le diede nemmeno il tempo di togliersi il cappotto che la portò in camera da letto. Non sapeva con precisione cosa doveva farsi perdonare, ma solo il fatto di averla nel suo letto lo rendeva felice. L’unico problema, però, era proprio lei che sembrava non voler collaborare, impassibile, silenziosa e soprattutto immobile, la sua vendetta era appena cominciata, non voleva dargli nessuna soddisfazione, così tentò di trattenersi nonostante fosse impossibile, solo quando era davvero al limite si faceva sfuggire qualche cosa. Non aveva nulla da ridire su di lui, era stato a dir poco fantastico, però in qualche modo doveva fargliela pagare. La mattina successiva lo ripagò con la stessa moneta:
“Ma Buon Giorno!!
Hai visto Heiji, questa volta sono stata io ad andare via…
Allora che effetto fa svegliarsi soli?? Non è una bella sensazione vero??
Che ti serva di lezione per la prossima volta (sempre se ci sarà una prossima volta…)
Non arrivare tardi a lavoro e soprattutto devi fare colazione!! Perché io il caffè non te lo preparo più!
(Ieri è stata la prima e ultima volta)
Ci vediamo in centrale
Baci
Sarah Smith”
Quando Heiji si svegliò e iniziò a tastare il materasso nella speranza di incontrare qualcosa di più morbido, non trovò niente. Così si girò e vide il foglietto:
“Adesso ho capito! Come ho fatto a non arrivarci prima? E va bene, ti piace il gioco pesante? Allora giocheremo ad armi pari mia cara Sarah!”
Quando arrivò in centrale la trovò seduta sulla sua poltrona con le gambe stese sul tavolo, indossava un paio di stivali neri lunghi fino al ginocchio, dei pantaloncini e una maglia dolcevita bianca:
“Hattori sei in ritardo!”
“Chiedo scusa..ma sai io sono il capo e posso arrivare quando mi pare e piace!”
“Oh ci siamo svegliati male questa mattina?”
“Abbastanza! Ma non importa. Comunque oggi andrò via prima, ho da fare..”
“Che cosa?”
“Devo vedermi con la mia ragazza..”
“Ohohoh poverina mi dispiace per lei..”
“E perché?”
“Beh è facile. Mi sento un po’ in colpa, visto che a causa mia si ritrova due belle corna sulla testa. C’è da dire però che il suo ragazzo è anche un po’ stronzo visto che non si accontenta solo di lei, ma ha bisogno di andare a navigare da altre parti..tutto qui..”
“Questi non sono problemi tuoi, sbaglio o ti è piaciuto stare con me?”
“Mmmh…pensandoci bene devo ammettere che ieri ero un po’ distratta. A proposito hai una crepa sul muro e poi ti consiglio di verniciare il soffitto, ha bisogno di un po’ di colore tutto quel bianco dopo un po’ stufa. Adesso scusami ma è arrivato il momento di lavorare, pensa a quello che ti ho detto!”
Dopo aver rimuginato sulle parole di Sarah, si mise a lavorare, controllò la posta elettronica e trovò un’email del suo amico Kudo, dove gli svelava l’identità della donna dell’organizzazione. Erano riusciti ad arrestare Bryan, e lui aveva confessato tutto. Rimase di stucco. Non poteva crederci che proprio Lei facesse parte di quell’organizzazione, ma la cosa che lo colpì ancora di più era che proprio Lei doveva farlo fuori.
Passò il resto della giornata perso fra i suoi pensieri, senza dare ascolto alle frecciatine che gli lanciava ogni tanto, così Sarah rinunciò a dargli fastidio. Verso le cinque si alzò e se ne andò senza dire niente a nessuno. Sarah non sapeva cosa pensare, così optò per la soluzione più facile, la sua ragazza l’aveva lasciato e per la frustrazione si era andato a rinchiudere in qualche pub per bere fino allo sfinimento.
“Povero Hattori..magari poi vado a casa sua e lo consolo mi dispiace vederlo così, forse non avrei dovuto dirgli quelle fesserie questa mattina…Ma che razza di ragionamenti sto facendo? Io devo farlo fuori e mi preoccupo per lui..sto diventando pazza!” Fino alla fine del turno non fece altro che pensare a lui e a quanto le dispiacesse vederlo così affranto. Senza sapere che la vera causa era l’amara scoperta che aveva fatto su lei quella mattina.
Quando tornò a casa trovò la porta semi aperta e un biglietto attaccato alla maniglia:
“Vieni in bagno..troverai una sorpresa…”
Arrivò in bagno e trovò Heiji in piedi davanti a lei, che le sorrideva, almeno in quel momento doveva eliminare dalla mente tutti i pensieri che si erano andati a creare al suo interno e godere della sua presenza, fino a quando non avrebbe deciso di ucciderlo:
“Come hai fatto ad entrare?”
“Ho preso le chiavi dalla tua borsa..”
“È reato lo sai? Come si dice? Ah si violazione della proprietà privata. Giusto?”
“Si. Ma a volte certi rischi bisogna correrli..”
“E la tua ragazza…”
“Non esiste..ho architettato tutto questo solo per te..”
“Davvero? Allora dovrei sentirmi lusiganta..”
“Ti ho anche preparato il bagno..”
“Ho notato. Ma è solo per me?”
“Dipende da cosa vuoi..”
“Mmh..ora come ora voglio te..”
“Davvero? Non hai paura di distrarti ancora come ieri? In ogni caso ho controllato tutti i muri. Non hanno crepe e segni vari..”
“Ma io stavo scherzando stupido..non dirmi che ci sei cascato..”
“No..volevo solo farti ammettere che con me non puoi resistere..”
“Può darsi..però dai sono stata un’ottima attrice!”
“Ma se si vedeva lontano un miglio che non ce la facevi più…”
“Allora ti faccio una proposta..siccome questa vasca è grande e invitante, possiamo farci un bel bagno e poi magari ricordare com’è andata la scorsa notte..”
“Ci sto..”
Eppure non sembrava un’assassina, sembrava una donna normalissima, forse in cerca d’amore oppure alla ricerca di qualche avventura, ma sicuramente non avrebbe mai pensato che potesse far parte di un’organizzazione criminale. Ora gli era tutto più chiaro, una ragazza qualsiasi non si sarebbe mai comportata come lei, tutto quel suo spirito libertino doveva per forza averlo acquistato durante la sua permanenza nell’organizzazione, certo una donna può essere provocante ma non fino a quel punto. Il suo era un livello alto, non aveva mai trovato una donna tanto esperta quanto lei, lei si che sapeva davvero cosa bisognasse fare per far impazzire un uomo. E con lui c’era riuscita alla grande, ogni volta che lo toccava o che semplicemente lo guardava lo faceva andare su di giri:
“Ma è mai possibile che ti devi sempre imbambolare quando sei con me?”
Entrò nella vasca e la tirò verso di se abbracciandola, voleva farle confessare tutto e provare a farle cambiare idea tirandola dalla sua parte, così avrebbero fermato quell’organizzazione e messo la parola fine ai numerosi omicidi che hanno colpito il paese:
“Allora Sarah, io ti ho raccontato la verità sulla mia ragazza inesistente. Tu hai qualcosa da dirmi?”
“Niente di speciale..”
“Va bene tanto questa sera avremo molto tempo per parlare..”
“Davvero? Come mai?”
“Ti porto a cena fuori..sai sono due sere che non mangio..”
“Guarda che lo stesso vale per me..facciamo così questo sarà l’antipasto..”
“Il mio piatto preferito…”
“Preparati a gustarlo..”
Un suo bacio bastava a fargli perdere la testa, era, di nuovo, fuori di se, aveva la capacità di separargli mente e corpo, il suo corpo fremeva ad ogni tocco e movimento di lei, mentre la sua mente continuava a ripetergli che quello che stava facendo era sbagliato, ma lui se ne infischiava e si abbandonò completamente a lei e ai suoi modi di fare così seducenti e irresistibili. A lei aveva dato privilegi che non aveva mai dato a nessun’altra, a lei permetteva di fare di lui ciò che desiderava. E quello che voleva lei era quello che voleva lui. Quando Sarah finì la sua opera, lo abbracciò e continuò a baciarlo, cosa le aveva fatto? Perché non riusciva ad ucciderlo? Perché il desiderio che aveva di lui era più forte di quello di impugnare una pistola e premere il grilletto? Di occasioni ne aveva avute, ma le aveva sfruttate tutte in un altro modo, soddisfacendo se stessa, la voglia di apparire e di diventare una killer professionista era sfumando, lasciando spazio ad un’altra voglia. Voleva solo soddisfare e soddisfarsi con quell’uomo che è riuscito a cambiarla in così poco tempo.
“Io direi di andare. Ho prenotato un tavolo per le otto e mezza..”
“Ma avevi pianificato tutto..”
“Certo io non improvviso mai..”
“E bravo Hattori..allora vado a prepararmi..”
“Vado anch’io..alle otto e un quarto passo a prenderti..”
“Ma sono le otto..”
“Allora dovrai fare in fretta..”
Dopo essersi salutati, andarono a preparasi.
Sarah entrò in camera sua e aprì l’armadio, nella speranza di trovare qualcosa di adatto alla serata: per sua fortuna trovò un vestito da sera, dopo aver scelto con la massima attenzione la biancheria intima, si vestì. L’abito era splendido, lungo fino alla caviglia, stretto fino alla vita per avere poi una gonna leggera con uno spacco che arrivava fino a metà coscia, scarpe nere e borsa coordinata, un filo di trucco e un paio di orecchini. Era pronta. Uscì di casa e trovò Heiji:
“Caspita oggi abbiamo le gambe coperte..”
Sarah sorrise e fece uscire una gamba dallo spacco:
“Eh no Hattori hai sbagliato..”
“Bel vestito Sarah!”
“E non hai visto cos’ho sotto…”
“Spero niente..”
“Vedrai..”
Andarono al ristorante e cenarono in tutta tranquillità, parlando del più e del meno. Heiji provò a farla parlare di se, ma lei cercava di evitare l’argomento stuzzicandolo e parlando d’altro. Non aveva voglia di parlare del suo passato e soprattutto non voleva raccontargli i fatti suoi, perché sicuramente le sarebbero scappate cose che non avrebbe dovuto sapere.
“Sai il mio amico Kudo, quello che è venuto in centrale l’altro giorno mi ha detto che sono riusciti ad arrestare un membro di quell’organizzazione. Non so se ti ricordi, te ne avevo parlato l’altro giorno..”
Sarah si bloccò di colpo. Gli unici membri dell’organizzazione attivi in Giappone erano lei e Bryan, questo voleva dire che avevano arrestato lui e che sicuramente aveva spifferato tutto, quindi Heiji era a conoscenza delle sue reali intenzioni. Era arrivato il momento. Doveva ucciderlo, le dispiaceva parecchio ma non poteva rischiare di finire in prigione.
“Davvero? Che bello! Allora hai finito di lavorare così intensamente..potrai riposarti un po’..”
“Mi piacerebbe, ma pare che in giro ci sia un altro membro, è una donna ma non ha ancora commesso nessun delitto..”
“Caspita come sei informato!”
“Beh devi sapere che il mio amico Kudo lavora all’FBI, quindi è informatissimo su tutto!”
“Wow l’FBI, allora è una persona importante!”
“Abbastanza, anche se non ama ammetterlo sai è una persona modesta!”
“Senti io sono un po’ stanca..andiamo a casa..”
“Va bene..”
Sarah non aprì bocca, doveva prepararsi psicologicamente a quello che avrebbe dovuto fare di lì a poco. Quella sarebbe stata la sua prima esecuzione, e dentro di se sentiva un vuoto immenso, non voleva ma era inevitabile, sapeva tutto su di lei e doveva chiudergli al bocca per sempre.
Quando arrivarono scese dalla macchina e Heiji la seguì. Quando entrarono in casa la prese un braccio e la bloccò:
“Allora quando ti deciderai a dirmi la verità Kazuha Toyama?”
Si girò verso di lui e lo guardò:
“Non mi chiamano così da quando avevo sedici anni..non osare Hattori”
Si liberò dalla prese e gli sferrò un pugno, e corse nascondendosi dietro al divano. Heiji la raggiunse tirandola su per i capelli:
“Perché non mi hai detto niente?”
“Perché avrei dovuto farti fuori subito..non sarebbe dovuto succedere niente. Ora scusami ma ho da fare.”
Gli tirò un calcio nello stomaco pensando di metterlo k.o ma non ci riuscì, la prese e la tirò giù mettendola sotto di se:
“Non ho mai picchiato una ragazza ma ora è inevitabile”
Provò a tirarle un pugno ma lei lo bloccò, il secondo però la centrò al labbro inferiore, per liberarsi da lui gli tirò una testata che lo fece cadere e sbattendo la testa per terra perse per qualche minuto i sensi. Così poté andare in camera sua e prendere la pistola. Heiji la raggiunse e lei gliela puntò:
“Non ti muovere oppure sparo!”
“Fossi in te non lo farei. Ho tolto le munizioni quando sono venuto a casa tua questo pomeriggio!”
“Bastardo..”
La prese per una spalla e la buttò per terra a pancia giù e lui si sedette sopra di lei:
“Vuoi confessare?”
“Mai sedersi su di una donna quando è sdraiata a pancia in giù. Pervertito!”
E con il collo della pistola lo colpì in faccia.
Continuarono a rincorrersi per tutta casa, dandosele di santa ragione, i mobili erano semi distrutti come lo erano anche le loro facce.
Heiji riuscì poi a bloccarla sulla credenza, ce la mise sopra e blocco legandole le mani con la sua cravatta:
“Puoi legarmi le mani Hattori ma non i piedi!”
Così gli terrò un calcio perfetto nelle zone basse che lo fece urlare dal dolore, ma non fu abbastanza forte per annientarlo definitivamente la catturò di nuovo e la buttò per terra mettendosi sopra di le immobilizzandola completamente:
“Sarah cosa vuoi fare?”
“Caspita ma hai le palle di ferro!”
“Non scherzare..cosa vuoi?”
“Quello che vuoi tu..”
Alzò la testa e lo baciò. Quello fu un bacio strano per entrambi era amaro per il sangue ma in un certo senso era anche dolce, perché finalmente stavano giocando a carte scoperte.
“Come fai a sapere quello che voglio io?”
“Lo so e basta..toglimi questa cravatta che mi sta bloccando la circolazione..”
Le liberò i polsi e tornò a baciarla:
“Sappi che questa volta però comanderò solo io..”
“Va bene capitano!”
Prese lo spacco della gonna e partendo da lì le strappò il vestito fino alla parte stretta, tirò giù la zip e glielo sfilò:
“Ma sei pazzo? Mi hai strappato il vestito!”
“Ti devo tappare la bocca?”
“Ma era costoso..”
Tornò a baciarla, non poteva sentirla lamentarsi per uno stupidissimo vestito quando avevano questioni più importanti da affrontare. Dopo averlo spogliato, gli permise di toglierle ciò che rimaneva.
Sarah lo abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo per sentirlo ancora di più, aveva bisogno di lui in quel momento, sapeva che poteva salvarla da quel triste destino che per tutti quegli anni era stata costretta a vivere. Si sentiva diversa, stava iniziando a provare qualcosa, il cuore le scoppiava in petto e soprattutto era felice. Non c’era solo godimento e desiderio, c’era qualcosa di nuovo che con il tempo avrebbe imparato a conoscere, e lo stesso valeva per Heiji, più la guardava e più sentiva che i suoi sentimenti per lei stavano cambiando.
Si addormentarono per la prima volta abbracciati, si sentiva in dovere di proteggerla, infatti continuava a ripetergli di non abbandonarla. La mattina successiva erano ancora lì su quel pavimento abbracciati. Heiji si era svegliato. Quella volta non sarebbe scappato, voleva parlare con lei abbracciarla, farle sentire che per lei ci sarebbe sempre stato.
“Non mi lasciare Heiji..”
“Non lo farò..”
Le spostò una ciocca di capelli e la baciò, percependo le sue labbra, lo catturò e lo baciò a sua volta:
“Ben svegliata! Lo sai che ore sono?”
“No..”
“È mezzo giorno!”
“Beh mi ci voleva una bella dormita! Dopo tutta quella ginnastica ieri sera..”
“Devo dire che per essere una ragazza picchi bene!”
“Mi hanno addestrata così…”
“Perché?”
“Cosa?”
“Perché fai parte di questa organizzazione?”
“Perché non ho avuto niente di meglio da fare. A quattordici anni sono rimasta orfana, e così ho vissuto con diversi parenti in America e poi a sedici anni ho deciso di diventare indipendente trovandomi un lavoro, pensavo fosse una semplice agenzia immobiliare e invece era una vera fabbrica di morte..ho dovuto accettare quello che mi è stato offerto ed eccomi qui..”
“Non hai mai ucciso nessuno vero?”
“No, inizialmente ero un diversivo, seducevo le vittime e poi ci pensavano gli altri ad ucciderli..poi sei arrivato tu, la mia prima missione..fallita..”
“Non direi..mi hai conquistato sai?”
“Davvero? Ti ho conquistato perché sono facile e sono venuta a letto con te subito..”
“All’inizio per questo motivo, ma ieri ho sentito che qualcosa in me è cambiato e sto iniziando a provare dei sentimenti d’affetto per te!”
“Dici sul serio? Anch’io ieri mi sono sentita strana ma pensavo che fosse a causa delle botte che mi hai dato..”
“È probabile..”
“Guarda che stavi scherzando ti concio per le feste..anch’io ho dei sentimenti da difendere!”
Fece per tirargli un pugno ma la bloccò facendola sdraiare per terra e la baciò, gli cinse il collo con le braccia e si gustò quel momento tutto loro. Sapendo che da quel giorno in poi le cose sarebbero andate in maniera diversa.
“Mi aiuterai a fermare questa organizzazione?”
“Insieme ce la faremo!”
Le loro labbra si incontrarono di nuovo, permettendogli di ricominciare da dove il sonno, la sera prima, li aveva interrotti.
Sboccerà l’amore fra di loro?
Non si sa.
Però sappiamo che solo stando insieme potranno completarsi e provare emozione che mai nessuno sarà in grado di regalargli.


_FINE_



 
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Shinichina_93
view post Posted on 13/4/2011, 20:35     +1   -1




Cosa sarà successo dopop quella sera?
Heiji ci racconterà come sta vivendo questa sua nuova avventura!!

L'Hattori Innamorato


Sono sicuro di non essere mai stato qui.
Per il momento questa è la mia unica certezza.
La luce, del grande lampadario di cristallo, mi acceca e il marmo, posato sul pavimento circolare, rende questa sala ancora più luminosa.
Non so dove sono e nemmeno come ci sono arrivato.
Eppure sono qui, tanto vale scoprire qualcosa di più su questo posto.
Un pianoforte attira la mia attenzione, o meglio, chi ci è seduta sopra mi attira ancora di più.
E chi sarà mai se non Lei?
Le lunghe gambe accavallate mi fissano e io, gentilmente, ricambio lo sguardo, Sarah mi guarda sorridendomi maliziosamente, alza la mano destra e con l’indice mi invita ad avvicinarmi.
Va bene il tavolo, la doccia, la poltrona e la scrivania, ma un pianoforte penso che sia troppo anche per noi.
Ma nonostante sia fermamente convinto di non voler assecondarla, una forza maggiore, a me sconosciuta, mi spinge verso di Lei.
Dietro al pianista ci sono dei violinisti e un uomo con una chitarra classica.
Che cos’ha intenzione di fare?
Appena le sono abbastanza vicino, scende dal piano e mi viene incontro.
È bellissima, i capelli sciolti le incorniciano il volto e gli occhi sono pieni di una luce che io conosco bene.
Indossa un abito nero da favola, con una scollatura audace ma perfetta per Lei, è lungo fin sopra al ginocchio e dietro ha un’ampia gonna che tocca il pavimento.
Non indossa le calze, molto strano…
Prende una mia mano e la porta sul suo fianco e l’altra la intreccia alla mia.
“Cosa vuoi fare Sarah? Ti sei resa conto che non siamo soli?”
“Aspetta e vedrai..”
Fa un cenno col capo e il pianista inizia a suonare seguito a ruota dal chitarrista e dai violinisti.
Comincia a muoversi. Sta ballando..
“Tu non balli..”
“Quante cose che non sai su di me Hattori”
Hattori? Non mi chiama più così da quando le ho chiesto se voleva venire a vivere con me.
No qui ci deve essere un errore, questa non è la mia Sarah.
I suoi piedi si muovono veloci ed eleganti e io la seguo, assecondando i suoi movimenti.
Non so con precisione cosa stiamo facendo, forse stiamo ballando, ma io non ho mai ballato in vita mia.
Il suo piede disegna cerchi perfetti sul pavimento. Mi sorride e a un certo punto, sento il collo del suo piede, che mi accarezza la gamba in tutta la sua lunghezza, un paio di volte. Poi si stacca da me, tendendo comunque le sue mani strette alle mie, e a tempo di musica si avvicina a me incrociando i piedi, quando è a un passo dal mio naso si abbassa, allungando una gamba in mezzo alle mie. La tiro su alzandole le braccia.
Ho voglia di baciarla.
Ma una porta si spalanca.
Entra lui.
Bryan.

MAD!


Si avvicina a Sarah e le accarezza la schiena.

ROXANNE
You don't have to put on that red light
Walk the streets for money
You don't care if it's wrong or if it is right
ROXANNE


Si gira verso di lui e inizia a ballare con quell’uomo.
Sento la gelosia bruciare dentro di me.
Ma sono impotente, non posso fare niente per fermarli.


You don't have to wear that dress tonight
ROXANNE

You don't have to sell your body to the night


La prende per la vita e le sfila il vestito, lasciandola con indosso solo una sottoveste di seta nera:
“L’hai persa per sempre Hattori!”
La stringe a se e continuano a ballare.
Non curanti della mia presenza si baciano.
Ma il loro non è un bacio normale.
È osceno.
E se lo dico io, vuol dire che sono veramente scandalosi!

His eyes upon your face
His hand upon your hand
His lips caress your skin
IT'S MORE THAN I CAN STAND!

Odio i suoi occhi su di Lei.
Odio la sua mano che stringe quella di Lei.
Ma più di tutto odio le sue labbra sulla sua pelle.
Quella pelle che posso toccare e baciare solo io!


Why does my heart cry?
Feelings I can't fight!
You're free to leave me but
Just don't deceive me!
...And please believe me when I say
I LOVE YOU!


La sento ridere, ha una risata sguainata.
Insopportabile.
Mentre continua a ridere viene verso di me.
Mi porge la sua mano e torna a ballare con me, più sensuale che mai.
Sapevo che non mi avrebbe mai abbandonato.
Ma ad un certo punto dice qualcosa che non avrei mai voluto sentire:
“Bye bye Hattori”


Y yo que te quiero tanto que voy hacer
Me dejaste, me dejaste por un montòn de monedas
El alma se me fue
se me fue el corazòn
Ya no tengo ganas de vivir
porque no te puedo convencer
que no te vendas corazòn


Si stacca da me e torna da quell’uomo ora ridono tutti e due.
Ballano.
Inizia a farla girare.
Sempre più veloce, sembra una trottola, guardo il suo corpo mentre gira alla velocità della luce, la sua testa fa degli spot incredibili per mantenere l’equilibrio e non perdere l’orientamento durante quei giri.
Mentre la guardo, mi domando dove possa aver imparato a ballare in quel modo e soprattutto con quei tacchi.
È bellissima.
D’altronde lei è stupenda in tutto quello che fa.
Quando ha finito di farla girare, la solleva.
Sembra un angelo.
Si l’angelo che mi ha appena spezzato il cuore.
Mi distraggo un attimo e la ritrovo sospesa in aria.
Intorno a me ci saranno altri quattro uomini, sbucati dal nulla, che se la passano, lanciandola, come se fosse una palla.
E lei cosa fa?
Ride beatamente.
Avrei fatto meglio a chiuderla in galera e a buttare via la chiave.
Tutto attorno a me comincia a muoversi.
Non mi sento per niente bene i suoni sembrano ovattati e le figure sempre più contorte.
“NOOOOO!!!”
Mi ritrovo seduto e sudato nel mio letto. Mi manca l’aria, vicino a me c’è Sarah, si è spaventata:
“Heiji tutto bene?”
La guardo e con il dorso della mano le sfioro una guancia:
“Adesso si..”
Mi sorride e si avvicina:
“È da quando sei venuto a letto che ti ho visto agitato. Poi ti sei addormentato e hai cominciato a muoverti e a farfugliare cose incomprensibili..hai fatto un brutto sogno?”
“Un incubo..”
“Dovresti mangiare cose più leggere a cena..”
“Fino a quando cucinerai tu sarà impossibile, riusciresti a rendere indigesta perfino un’insalata!”
“E io che mi ero preoccupata per te, ma a quanto pare non c’è n’è bisogno, sei il solito simpaticone!”
“A dire il vero sono molto preoccupato..”
“Perché?”
“Ci sei andata a letto con quel Bryan?”
Quando finisco la mia domanda, lei sgrana gli occhi e sposta il suo sguardo da un’altra parte.
“Non c’entra niente questo discorso adesso..”
“Sarah! Guardami in faccia quando ti parlo! Allora?”
“È successo..”
Mi da le spalle e spegne la luce, che c’è sul comodino accanto a lei, accendo la mia e la strattono per farla voltare dalla mia parte.
“Quando? Quante volte?”
“Non mi ricordo..adesso dormi, mi sembri un po‘ troppo agitato per parlare!”
“Qui non stiamo parlando di me, ma di te! Forse dovrei fare questa domanda a un’altra persona, visto che Sarah non ha voglia di collaborare. Allora signorina Kazuha Toyama cos’è successo con il signor Bryan?”
Si siede di scatto sul materasso, pronta a tirarmi uno dei suoi micidiali ceffoni:
“Ti ho detto mille volte che detesto essere chiamata in quel modo! Hai capito?”
Ormai ho imparato, per questo l’afferro tempestivamente per il polso e la porto sotto di me, bloccandola completamente.
“Lo so. Però a mali estremi..estremi rimedi. Perché non mi vuoi rispondere?”
“Perché fa parte della mia vita passata, non mi va di parlarne. Ormai è andata, quel che è fatto è fatto. Posso esserci stata due o anche dieci volte, ma era solo sesso, non avranno mai lo stesso valore di quelle in cui ho..” E qui la sua voce si fa più flebile diventando quasi un sussurro impercettibile “…ho fatto l’amore con te..” si tira sul il lenzuolo fino alla punta del naso, come se volesse riprendere le forze e poi con il suo tono di sempre continua: “Ti è chiaro il concetto? Per essere un detective a volte sei talmente idiota che mi fai dubitare sul modo in cui tu possa essere diventato capo prefettura di Osaka..”
Le stringo i polsi e inizia a ridere, pensa di avermi offeso ma si sta sbagliando di grosso:
“Guarda che tu a livello di idiozia non scherzi mica. Però sei l’idiota più sexy che io abbia mai visto!”
Non si è offesa, basta dirle che è sexy per farla calmare, evitando così la sua ira funesta.
“Heiji..”
La guardo, ha la faccia arrossata, so quanto deve essere stato difficile, per lei, dirmi quelle cose. È troppo orgogliosa e non ammetterà mai di essersi innamorata di me e lo stesso farò io. Le voglio un bene dell’anima, anzi no io la amo, ne sono certo, l’ho capito la sera in cui ci siamo presi a botte, lì ho capito che nessun’altra donna è come lei, però è ancora presto per dirle questo, aspetterò, quando lei mi aprirà definitivamente il suo cuore allora io le aprirò il mio.
“Dimmi..”
Sento però che questa è la volta buona. Finalmente mi dirà quelle due paroline che le ragazze comuni dicono tutti i giorni a chiunque, ma lei no. Lei deve essere diversa..
“..sei pesante..mi sa che sei ingrassato un po’!”
Rimango interdetto per alcuni secondi. Perché deve rovinare sempre tutto? Sarebbe stato un momento perfetto!
“Stai scherzando vero?”
“No..mi stai schiacciando!”
Effettivamente la sto schiacciando sul serio, appoggio le mai ai lati della sua testa, così il mio ‘dolce peso’ non potrà più soffocare la principessina delicata a modo suo e soprattutto quando le fa comodo.
“Va meglio così?”
Mi circonda il collo con le braccia e sorride, quando fa così mi fa impazzire, sono stato fortunato ad averla incontrata, e soprattutto sono stato molto fortunato nel momento in cui ha deciso di non farmi fuori.
“Decisamente…” il suo tono si sta facendo sensuale, brutto segno! “…però Heiji calibra meglio il peso, non puoi schiacciarmi, guarda che io sono una donna delicata..”
Ha iniziato il suo momento logorroico, guardo la sveglia sul comodino segna le tre e trenta. Fra quattro ore e mezza dovremmo essere alla centrale di polizia per lavorare. Io sono stanco morto, mentre lei ha una verve difficile da contenere, vorrei tanto spegnerla, ma il problema è che non ho ancora capito come si fa, malgrado viviamo sotto lo stesso tetto da più di sei mesi.
So cosa vuole, ce l’ha scritto in faccia e inoltre sento una coscia cingere il mio fianco, più esplicito di così si muore. Il problema è che se l’accontento rischiamo di arrivare tardi al lavoro e io non posso permettermelo dato che ho un appuntamento importante. Ma come faccio a resisterle? È troppo invitante e poi l’altra gamba sta andando a stuzzicare ciò che non dovrebbe essere stuzzicato. Continua a guardarmi, in questi momenti non parla, mi fissa e basta, sono i suoi occhi a parlare per lei e ora stanno urlando a gran voce. Sono a un passo dal cedere ma non posso, anche se voglio:
“Dai Sarah, è tardi, domani ci dovremo svegliare presto e poi io sono stanco!”
Quanto mi è costato dirle queste cose anche se quando ha iniziato a muovere su di me le sue deliziose gambe la stanchezza è passata del tutto! Ha tolto la gamba che circondava il mio fianco e soprattutto ha tolto la gamba che mi aveva fatto ‘risvegliare’
“Faccio tutto io! Tu non dovrai fare niente..ti prego Heiji cosa ti costa?”
Ha ragione. Cosa mi costa? Rifletto un attimo, dunque l’appuntamento è a mezzogiorno se arrivo in ufficio verso le undici e mezza non dovrebbero esserci problemi e poi devo ammettere che mi è venuto un certo languorino.
Le sfioro i bordi, di pizzo, della camicia da notte, che le arriva appena a metà coscia. Sorride e le sue gambe tornano dov’erano posizionate in precedenza.
“Sapevo che non avresti resistito, ormai ti conosco, so come farti cambiare idea..”
“Davvero? Io non ho ancora detto niente..”
La stretta della sua gamba sul mio fianco si fa più forte
“Diciamo che è una sensazione..sento che vuoi anche tu..”
Ha ragione, è arrivato il momento di entrare in azione, magari dopo riuscirò a dormire meglio. Le afferro i bordi della camicia da notte e con molta delicatezza gliela tiro su, soffermandomi all’altezza della pancia. Mi è venuta voglia di giocare.
La sua pelle è così bianca e liscia che sembra fatta di seta. Mi soffermo sul suo ventre caldo e piatto che si muove seguendo il suo respiro, ancora regolare, so che sarà così ancora per poco..Le sue mani ora sono sulle mie e mi incitano a liberarla definitivamente da quel leggero pezzo di stoffa. La guardo e mi abbasso su di lei per baciarla, le sue mani tornano sulla mia schiena e io posso continuare l’esplorazione che avevo interrotto. Scendo sul collo e la mia mano, posta ancora sulla sua pancia, avverte l’accelerazione del suo respiro:
“Sarah siamo solo all’inizio e già ti manca l’aria?”
“Vuoi vedere che adesso l’aria te la faccio mancare io?”
“No oggi no, magari la prossima volta..”
Le sorrido ancora e catturo di nuovo le sue labbra, sono morbide, e io le adoro perché sono solo mie. Nel frattempo la sua camicia da notte sta salendo sempre più su, la bacio a lungo fino a quando decido di toglierla, lanciandola, poi, in un punto non definito della stanza. Torno a torturarle il collo, uno dei miei punti preferiti del suo corpo. Il suo profumo mi assale e mi fa perdere i sensi, adoro la sua fragranza così dolce e amo il sapore che acquista la sua pelle. Sento la sua mano sui miei boxer e inizia a giocarci, tirando l’elastico, quando lo lascia andare inizia a ridere, così io faccio lo stesso con quella sottospecie elastico, se così lo si può chiamare, del suo perizoma.
“Ti piace Heiji?”
Vanitosa. Ogni volta che si compra qualcosa di nuovo vuole sempre sapere come le sta, anche se, sinceramente, i suoi acquisti le stanno poco addosso, visto che glieli sfilo quasi subito facendoli finire sul pavimento. Spende un capitale in lingerie, ne ha una cassettiera piena e sono tutti uno più bello dell’altro. Ma lei non lo sa che mi piacciono..
“Che cosa?”
Distolgo l’attenzione da lì e la porto su una sua spalla. Mi prende una mano e la riporta su quel capo.
“Come cosa? Questo, non dirmi che non l’hai notato, l’ho comprato apposta per te..”
Glielo sfilo e l’osservo meglio: è di pizzo nero e dietro dove inizia quella finissima strisciolina ci sono tre brillantini che formano un triangolo. Come faccia ad indossare certe cose ancora non lo so, però mi piacciono! Inizio ad allargarlo davanti alla mia faccia, se continuo così rischio di essere picchiato, ma se mi picchia rende il gioco ancora più bello..
“L’hai preso per me? Non pensi che sia un po’ stretto?”
Me lo toglie dalle mani e lo butta giù dal letto.
“Stupido..non in quel senso..è per te perché solo tu puoi vederlo..”
“Questo lo sapevo già! Non c’è bisogno che sia tu a dirmelo, certi privilegi li posso avere solo io!”
Torniamo a baciarci e mentre la bacio sposto lo sguardo sulla sveglia, sono le quattro e un quarto. È tardissimo, devo darmi una mossa se no stiamo qui fino a mezzo giorno. Sento le sue labbra muoversi sulle mie in un sussurro:
“Ti voglio adesso..”
Era ora! L’accontento subito e nel farlo le strappo uno dei suoi sorrisi più belli.
Le sue mani si muovono sensuali sul mio corpo e il suo respiro mi sazia. È riuscita davvero a farmi rimanere senza fiato, come sempre del resto.
Sentire il suo corpo contorcersi sotto il mio mi manda in visibilio, il suo ansimare è musica per le mie orecchie e le sue braccia che si aggrappano con forza alle mie spalle mi fanno capire che ormai anche lei sta arrivando al limite. Infatti poco dopo, raggiungiamo insieme il massimo dell’estasi, è sempre un piacere immenso e grazie a lei mi posso sentire veramente appagato.
Così alle prime luci dell’alba, ci addormentiamo felici, stringendoci come non abbiamo mai fatto.
Completamente ignari di quello che in seguito sarebbe successo.

_FINE_

 
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Shinichina_93
view post Posted on 8/12/2011, 19:10     +1   -1




Your Eyes In The Sea

Sei nervosa e i tuoi movimenti rispecchiano alla perfezione il tuo stato d’animo.
Cammini avanti e indietro, da una parte all’altra di quel bagno che ormai conosci bene.
Guardi il tuo orologio e lanci delle lunghe occhiate alla mensola di un mobile, accanto a te.
“Che ansia, è tutta colpa sua, guarda te se mi devo ritrovare in questa situazione assurda…
- Visto che casa tua è distrutta, potresti venire a stare da me..-
Tsk…approfittatore, molto furbo il detective! Ma per chi mi ha presa, per il suo svuota palle personale? Per non parlare poi di quello che è successo due settimane fa….
- Dai Sarah è tardi…ti prometto che farò attenzione, almeno ci sbrighiamo prima…-
Farò attenzione un corno, mi basta abbassare la guardia un attimo per farmi fregare come una ragazzina!”
Senti bussare alla porta, è lui, istintivamente prendi il test e lo nascondi dietro la schiena.
“Hey Sarah, tutto bene?”
“Certo perché?”
“Non ti trovavo da nessuna parte, mi stavo preoccupando..”
“Volevo stare un po’ da sola, per caso c’è una legge che vieta di chiudersi in bagno?”
“No, però è da mezz’ora che sei chiusa qui dentro!”
“Eheheh quando rifletto perdo la cognizione del tempo….vorrei vedere te al mio posto! Ci ho messo un quarto d’ora per trovare il coraggio, e un quarto d’ora per fare la pipì…ora che stavo per avere il risultato arrivi tu a rompermi le palle…Hai per caso bisogno di qualcosa?”
“Beh visto che oggi è il nostro primo giorno di vacanza, avevo pensato che potremmo passare un po’ di tempo insieme. Cosa ne pensi?”
Ti guarda con il suo solito sorrisino, ha una spalla appoggiata allo stipite della porta e le braccia incrociate al petto.
Certe volte è veramente insopportabile, ma uno dei suoi pregi è quello di saper celare i suoi difetti dietro a un irresistibile sensualità, lo guardi alzando un sopracciglio, ha un concetto alquanto singolare sul passare del tempo insieme.
Ma a te piace ‘passare del tempo con lui’, era stato proprio questo desiderio a spingerti a trasferirti a casa sua, ma poi con il tempo hai capito anche altre cose.
“Certo va bene…tu vai, io ti raggiungo subito!”
“Ok...un’ultima cosa…cos’hai dietro alla schiena?”
“Io? Niente, cosa dovrei avere? Sono comoda così!”
“Sarah ma sei sicura di stare bene?”
“Te l’ho già detto sto benissimo!”
Ti si avvicina e appoggia la fronte sulla tua.
Non sei ancora abituata a questi suoi gesti così ‘intimi’ per questo non sostieni il suo sguardo e guardi altrove:
“Te lo chiedo per l’ultima volta: che cos’hai?”
“Niente…”
Ti sfiora una guancia e poi il braccio, arriva al polso che hai dietro alla schiena e lo afferra, provi a fare resistenza ma lui è più forte di te, lo solleva e prende il bastoncino che stavi stringendo in mano:
“E questo che cos’è?”
“Non ti riguarda!”
La presa sul tuo polso si fa più forte i suoi occhi sono fissi nei tuoi e ti guardano con rabbia:
“Sarah!”
“È un test di gravidanza..”
Heiji lascia, immediatamente, la presa sul tuo polso e ti guarda, strabuzza gli occhi ma non dice una sola parola. A tua volta lo guardi, aspettandoti qualsiasi tipo di reazione, il suo silenzio ti snerva. Stringi i pugni e li porti sui fianchi, i tuo piede comincia a picchiare sul pavimento. È lì difronte a te, completamente inerme alla situazione.
“Beh non dici niente? Hai fatto tanto lo spavaldo fino a poco fa, e adesso, per caso hai perso l’uso della parola?”
“Perché non mi hai detto niente?”
“Non mi sembrava il caso…te ne avrei parlato in seguito…”
“Quindi…sei incinta?”
“Non lo so…quando stavo per vedere il risultato sei arrivato tu…”
“Ti prego controlla…”
Prima di controllare il risultato inspiri profondamente e poi guardi lui, prendi la confezione e rileggi, per l’ennesima volta, le istruzioni e come si sarebbero presentati i diversi risultati, continuavi a ripetere a te stessa:
“Due lineette incinta una no…”
Finalmente guardi il test e non puoi fare a meno di sorridere, Heiji a sua volta ti guarda e sorride anche lui:
“Sei incinta?”
“Ma stai scherzando spero! È negativo!”
“Ah...quindi non aspetti nessun bambino…”
“No…cos’è ti dispiace?”
“No…volevo solo essere sicuro di aver capito bene…”
Rimanete a fissarvi per alcuni minuti, ma dopo un po’ distogli lo sguardo e inizi a guardarti intorno, in questo momento la sua presenza ti intimorisce e non te la senti di mantenere un contatto visivo costante. È lui a interrompere quel silenzio, che stava diventando insopportabile per entrambi:
“Sarah…perché hai fatto il test?”
“Per sicurezza…devo forse ricordarti cos’è successo due settimane fa?”
“No…però sapevi di non essere a rischio altrimenti me l’avresti detto…”
“Si…va bene…hai ragione te…”
“Si può sapere che ti ho fatto? Perché mi tratti in questo modo?”
“Niente sono solo nervosa…sarà l’estate…non lo so…”
E dopo questa risposta, esci dal bagno e lo lasci da solo.
Stai scappando da lui e dai tuoi sentimenti.
Non riesci a parlare con lui civilmente, ogni volta finisci con il litigarci.

Perché?
Perché ti comporti così?
Forse è cambiato qualcosa fra di voi.
O forse tu sei cambiata.

Ti segue e ti blocca nel corridoio.
Ti mette con le spalle al muro, e le sue braccia sono ai lati della tua testa.
Il cuore ti martella nel petto e le gambe sembrano non voler reggere il tuo peso.
“Che cosa c’è?”
“Dobbiamo parlare…”
Quelle parole ti fanno paura.
Ti prende per il polso e ti conduce fino al salotto, lo segui giù per le scale, come un cagnolino segue il suo padrone.
Forse vorrà dirti che il vostro gioco è finito, che si è stufato di te.
Mille pensieri ti annebbiano la mente e tu non sai nemmeno come zittirli.
Sei seduta sul divano e lui è accanto a te, ti guarda, aspettando il momento migliore per iniziare a parlare.
“Ieri ho parlato con mia madre…”
Bene ci mancava solo sua madre.
Già te la immagini la solita donna gelosa del suo bambino, che vorrebbe tenerselo per se fino alla fine dei suoi giorni.
“…ha detto che vorrebbe conoscerti…”
“Come scusa?”
“I miei genitori vorrebbero conoscerti!”
“E perché mai?”
“Mi sembra ovvio, viviamo insieme!”
“Ma viviamo insieme le palle di Fragiullo! Se io mi trovo qui è perché tu hai voluto fare il grande detective! Mi hai distrutto la casa a suon di botte e poi ti sei gentilmente offerto di ospitarmi a casa tua! Dividere la casa non mi sembra un evento tanto eclatante…”
“Ma noi non dividiamo solo la casa…”
“Cosa c’entra? Hai per caso detto a tua madre che ti porti a letto la tua segretaria?”
“È palese, dividere una casa con una donna comporta anche questo…”
“Tu non sei registrato davvero! Il fatto di dividere il letto con te è per togliermi uno sfizio personale…mi piace e basta…ma da qui a conoscere i tuoi genitori, ne deve passare di acqua sotto i ponti…”
“E il discorso di quella sera? Sulle emozioni che provi solo con me? Sai io ci avevo letto qualcosa…”
“Ero stanca…e poi dovevo trovare una risposta alle tue domande stupide!”
“Infatti sei troppo acida per pensare certe cose. In ogni caso tu verrai con me e conoscerai i miei genitori!”
“Si certo, vado lì e dico ‘Salve io sono Sarah la segretaria di vostro figlio e oltre a lavorare con lui sono anche la sua scopamica…’ va bene così?”
“Ahahah dai fai la seria, non hai più quindici anni…non dovrai dire niente tranquilla!”
“Io sono tranquillissima perché so che non verrò!”
“Tu verrai invece, ci aspettano domani nella casa al mare. Partiremo domani mattina verso le cinque e mezza, ti consiglio di andare a preparare i bagagli!”
“Non preparo proprio niente!”
“Sei sicura?”
“Sicurissima!”
“L’hai voluto tu, mi costringi ad usare le maniere forti!”
Ti solleva dal divano, caricandoti sulla spalla. Vani sono i tuoi tentativi per liberarti da lui, come altrettanto vani sono i pugni che gli tiri sulla schiena.
Salite le scale fino ad arrivare nella ‘vostra’ stanza.
Ti butta sul letto e si mette sopra di te.
Senti il suo fiato sulla tua pelle, e nonostante fosse caldo il tuo corpo si riempie di brividi, deglutisci e ancora una volta eviti il suo sguardo.
“Se cerchi di convincermi così, stai sbagliando tattica, mio caro Heiji…”
“Così come….Sarah….”
Sussurra il tuo nome all’orecchio e una sensazione di calore ti avvolge completamente…
“È inutile provare a sedurmi, quando ho un’idea nessuno può farmela cambiare…”
“Ma io ti ho già sedotta…Sarah…”
Il tuo nome pronunciato da lui è diventato come un’arma a doppio taglio, non puoi fare a meno di sospirare.
“Allora verrai?”
“N-no…”
“Perché devi fare i capricci? Lo so che vuoi venire…e so soprattutto che la mia tattica sta funzionando alla grande!”
Giri la testa dall’altra parte, trovando il comodino molto più facile da osservare, ma così gli offri una ricca porzione del tuo collo, lasciato libero dai capelli raccolti.
“T-ti stai s-baglian-do…”
Senti la punta del suo naso sul collo, e una mano ti sta sciogliendo la coda
“Io non sbaglio mai ricordatelo…”
Chiudi gli occhi e dischiudi le labbra, non hai via d’uscita, puoi solamente lasciarti travolgere, affondi le mani nei suoi capelli e lo spettini ancora di più, invitandolo ad approfondire l’approccio appena iniziato con il tuo collo.
Ti accarezza con le labbra e dopo qualche minuto ti bacia, non si lascia scappare nemmeno un centimetro di quella pelle bianca e profumata, che lo manda tanto in visibilio.
Istintivamente gli circondi la vita con le gambe, e gli permetti di sfilarti il top, lasciandolo proseguire nel suo viaggio lussurioso sul tuo corpo. Gli sfili la maglietta e gli stringi le spalle, si siede e ti porta sopra le sue gambe, fa scorrere le mani lungo la schiena fino ad arrivare al gancetto del reggiseno, lo slaccia e te lo sfila, ora cerchi le sue labbra e lo baci, ti stringi a lui facendo entrare in collutta i vostri corpi, le tue mani stringono il suo viso, mentre le sue sono sotto la tua gonna, che ti stringono le natiche. Il suo petto fa pressione sul tuo e ti spinge sul materasso, la sua bocca è vicino al tuo orecchio:
“Allora vieni con me?”
Questa volta lo guardi in faccia, più sicura che mai.
“No..”
Dopo la tua risposta, lo vedi alzarsi e riallacciarsi i pantaloni che avevi iniziato a slacciare, riprende la maglietta e la indossa. Tu sei seduta sul letto e lo guardi:
“Che cosa stai facendo?”
“Niente vacanza, niente sesso!”
“Stronzo!”
“Mi dispiace, è la vita Sarah. Peccato oggi eri proprio in vena, sarebbe stato molto divertente!”
“Mi stai ricattando?”
“Prendila un po’ come vuoi…”
Ti inginocchi sul letto, e porti i pugni serrati sui fianchi. Non può prenderti per poi lasciarti proprio quando stavi iniziando a divertirti:
“E no carino! Monti tutta questa sceneggiata e poi mi lasci a vuoto? Non va per niente bene! Sai cosa ti dico, vengo con te! Ma niente sesso!”
“Come?”
“ Te la sei cercata! Qui sono l’unica che può ricattare! Ora dovrai aspettare fino a quando non mi passerà l’incazzatura…ti avviso ci vorrà molto tempo!”
Ti prende per i fianchi e ti avvicina a se.
“E brava Sarah, stai tornando quella di un tempo…allora il divertimento sarà doppio”
Gli appoggi le mani sul petto e ci tamburelli sopra, lo guardi, sorridi e poi lo spingi lontano da te:
“Divertimento doppio un corno! Sparisci dalla mia vista!”
“Un’ultima cosa…portati un bel po’ di roba, visto che staremo via due settimane, e soprattutto non ti dimenticare di mettere in valigia i tuoi completini…noto con piacere, che sei abbastanza nervosa, il che rende ancora tutto più eccitante quando sei a letto!!!! Ahahah”
Prendi un cuscino e glielo tiri, centrando alla perfezione il suo volto, ma per chi ti ha presa, per la sua geisha personale?
Quando è troppo, è troppo, la tua pazienza, ormai, ha di gran lunga superato i limiti massimi della sopportazione.
Può essere bello, affascinante e sexy quanto vuole, ma con la bocca (anzi con le parole, non ci sa proprio fare.
“Esci IMMEDIATAMENTE, se non vuoi andare da mammina con il naso rotto!”
“Va bene, va bene…sei nervosetta, meglio non innervosirti ulteriormente. Altrimenti rischierei di andare al mare da solo…”
“Ma tu non ci andrai da solo. Voglio renderti impossibile questa vacanza!”
“Farò lo stesso con te! Sarina!”
Così dicendo, si chiude la porta alle spalle e ti lascia da sola in camera.
Sbuffi e inizi a girare intorno alla stanza.
Ti senti strana, ma nemmeno tu riesci a capire cosa ti tormenta così tanto.
Sarà forse Heiji?
Oppure sei tu?
“Non lo so, e la cosa mi scoccia a dir poco…ci sono dei momenti in cui vorrei prenderlo a botte…però, la maggior parte delle volte vorrei abbracciarlo, baciarlo, stare con lui e dirgli quanto sia importante per me!”
Quanti pensieri ti ronzano in testa.
Ultimamente prima di agire pensi e ripensi.
Prima non eri così, agivi e basta.
Eri impulsiva. Non guardavi in faccia nessuno.
Pensavi solo a te stessa.
E adesso?
C’è lui che è sempre presente.
Ti riempie le giornate, come nessun altro ha mai fatto.
Non hai mai condiviso niente con nessuno e ora che vivi con lui ti senti la donna più importante del mondo, quando ti svegli lo trovi al tuo fianco, ti sorride e ti accarezza, inizialmente ti davano fastidio, ma poi con il passare del tempo hai capito che questo è il modo in cui cerca di farti capire che a te ci tiene, così tutte le mattine vai fra le sue braccia e ti gusti le sue carezze, i suoi baci.
Come faresti senza di lui?
Ormai sei abituata alla sua presenza, è diventato indispensabile per te.
Potrebbe essere l’uomo della tua vita.
O forse no.
Prendi le tue valigie dall’armadio e le butti sul letto. Inizi a scegliere con cura i vestiti, i costumi, le scarpe e gli accessori che ti saresti portata. Ci tieni ad apparire bella ai suoi occhi, per questo non ti trascuri mai, quando stai con lui vuoi essere sempre al massimo, e lo sai che apprezza, lo capisci dal modo in cui ti guarda. Per te i suoi occhi sono come un libro aperto, ti dicono tutte quelle cose che Heiji non ti ha mai detto.
Apri il cassetto della biancheria intima e lo fissi. Ci pensi un po’ su e alla fine decidi di svuotarlo e di mettere tutto il suo contenuto in una ‘borsa speciale’.
“Questo Heiji lo apprezzerà”
Inizi a ridere di gusto, in qualche modo dovrai fargliela pagare, per quello che è successo oggi, ma la sua ‘punizione’ non durerà in eterno, in fondo sei fatta di carne pure te!
“Sarah perché stai ridendo?”
“Non sono affari tuoi! E non azzardarti ad entrare!”
“Ohohoh stai facendo le valigie e hai tirato fuori l’artiglieria! Va bene non entro, tanto vista così non ha senso, meglio vederla addosso a te!”
“Finiscila non è come pensi! Non voglio vedere la tua faccia tutto qui!”
Non ti risponde, lo senti scendere le scale.
Non puoi far altro che sorridere per la piccola vittoria ottenuta.
Dopo aver chiuso anche l’ultima valigia, esci dalla camera e ti dirigi verso il soggiorno.
Heiji è seduto sul divano e sta guardando una partita di baseball
“Che novità…ma sempre le partite di baseball danno in tv? Bah…”
Nel frattempo ti sei cambiata, al posto della gonna indossi un paio di coulotte e un top, questo abbigliamento lascia intravedere perfettamente le tue forme, lo vuoi provocare giusto per il gusto di fargli perdere il controllo. Prendi l’aspirapolvere e inizi a passarla davanti alla televisione mettendo in bella mostra il tuo corpo.
“Sarah lo so che hai un bel culo, però adesso voglio guardare la partita!”
Tu non lo ascolti, anzi inizi ad ancheggiare, sapendo che da un momento all’altro ti salterà addosso. Lo senti respirare, e ti lasci sfuggire un risolino. Spegni l’aspirapolvere e ti pieghi per spolverare il ripiano sotto alla televisione. Ora la prospettiva è più che invitante, continui a togliere polvere, aspettando una sua reazione, ti sporgi ancora di più per arrivare fino in fondo. Era da un po’ che non facevi la polvere, e questa è davvero l’occasione perfetta. Senti dei passi sempre più vicini, e visto che in casa ci siete solo voi due, naturalmente è Heiji che si sta avvicinando.
“Ti avevo detto che volevo guardare la partita…”
“Questa casa è piena di televisori, cambia stanza…”
Le sue mani sono sui tuoi fianchi, tu sei ancora piegata, e ti stai sforzando per non ridere, ti tira verso di se
“Si è vero, ma improvvisamente lo sfondo qui si è fatto più interessante”
“Davvero? Io vedo lo stesso prato verde da quando sono qui…non noto nessun cambiamento…”
“Sai a cosa mi riferisco”
“No…”
Avverti la stoffa dei suoi jeans sulla tua pelle, questo vuol dire che sei vicina alla ‘casa base’. Inizi a strusciarti su di lui, attendendo una sua ‘risposta’. Ti stringe i fianchi, e il suo fiato scorre sulla tua colonna vertebrale. Quando ottieni quello per qui hai lottato, ti alzi, prendi l’aspirapolvere e ti giri vero di lui:
“Terzo strike, battitore eliminato! Good bye!”
Ti allontani e lasci un Heiji alquanto scioccato, è ancora lì in piedi, davanti al televisore, e sembra che ha ancora tra le mani il tuo sedere. Tu vai in cucina e ti siedi al tavolo, trovando un’angolazione che ti permetta di osservare Heiji, senza farti scoprire, appoggi una mano sul mento e lo guardi compiaciuta, la sua faccia ti fa morire, ha gli occhi sbarrati e la bocca semi aperta. Ammettilo un po’ di tenerezza ti fa, però, prima, non si è fatto tanti scrupoli con te, quindi lo ripagherai con la stessa monete. La legge del taglione vale anche in questi casi no? Occhio per occhio e dente per dente!
“Heiji com’è farlo con un ente invisibile?”
Gira la testa dalla tua parte, mantenendo ancora quella posizione con il corpo, la faccia è sempre la stessa, lo guardi, sorridi e gli fai l’occhiolino. Finalmente si distoglie dalla sua posizione e ti raggiunge in cucina:
“Che cosa significa?”
“Non ti capisco…”
“Prima, mentre stavo guardando la partita!”
“Aaah, niente, stavo spolverando!”
“Ma davvero?”
Annuisci semplicemente, non dici niente, vuoi solo fargli perdere la pazienza.
“E tu per fare le pulizie ti strusci addosso alle persone?”
“Io non mi stavo strusciando, sei stato tu ad intralciarmi i movimenti, nessuno ti ha chiesto niente!”
“Ma smettila che il tuo culo urlava ‘prendimi sono qui prendimi!’”
“Da quando il mio culo parla?”
“Da quando me lo sbatti in faccia!”
“Io non sbatto in faccia niente a nessuno…quello lo lascio fare a te…”
“Sempre molto fine…”
“Grazie, sei tu che mi ispiri! Ora scusa ma ho voglia di mangiare!”
La cena è silenziosa, non vi parlate, ti limiti a sospirare e a lanciargli qualche occhiata, lui ti guarda di sottecchi, pensando che tu non te ne accorga, ma si sbaglia, perché tu ne accorgi eccome, per questo ti senti veramente compiaciuta. Sai di avere un certo potere su di lui, tra i due, in questo momento, sei tu quella che ha in mano la situazione, e puoi farne quello che vuoi, perché ti è succube, pende completamente dalle tue labbra, farebbe qualunque cosa se tu gliela chiedessi. Prima di alzarti punti il tuo sguardo su di lui, che ti guarda a sua volta:
“È solo l’inizio…”
“Ancora la storia di oggi pomeriggio? Dai è acqua passata!”
“Non per me…e non osare toccarmi questa notte, nemmeno con la forza del pensiero! Ti tengo d’occhio sappilo!”
“Se solo sapessi cosa succede nei miei pensieri fra di noi…”
Alzi un sopracciglio e storci un labbro:
“Ti metti a fare fantasie su di me? E io che pensavo di averle soddisfatte tutte…”
“Hai pensato male…ci sono così tante cose che si potrebbero fare…”
“Non mi tenti affatto! Ti è andata male Heijino!”
Torni in soggiorno e ti stendi sul divano, aspettando che ti raggiunga, infatti poco dopo ti ritrovi la sua faccia a pochi centimetri dalla tua, è seduto sul bracciolo del divano e ti osserva, apri un occhio e lo guardi:
“Che cosa vuoi?”
“Dai facciamo pace!”
“No…piuttosto, renditi utile e portami le valige qui, sono troppo pesanti e da sola non ce la faccio!”
“Non sono il tuo facchino…portatele da sola le valigie!”
“Ma allora non ci siamo proprio capiti! Vuoi farmi arrabbiare sul serio! Se vai avanti così faccio il voto di castità!”
“Ahahah ma non farmi ridere! Tu il voto di castità! Ma per piacere! Lo so che stai soffrendo come una matta, e che vorresti riprendere da dove abbiamo interrotto, ma il tuo orgoglio non te lo permette!”
“Ha parlato…ma ti sei visto? Ti sei eccitato semplicemente guardandomi mentre spolveravo!”
“Mi fai questo effetto, che ci posso fare…”
“Lo so…per questo mi piace stuzzicarti!”
“E a me piace essere stuzzicato, perché so che poi mi darai quello che voglio!”
“Ma questa volta no! Dovrai penare un po’…l’hai combinata davvero grossa! Con me non si interrompe mai quello che si è iniziato, soprattutto, quando inizio a divertirmi!”
“Se solo mi lasciassi concludere…”
“No…devi pagare!”
“Vedremo quanto tempo resisterai senza di me…”
“Va bene…ma se vinco io si farà a modo mio!”
“Mi vuoi alla tua merchè?”
“Esattamente!”
“Allora soddisferai tutte le mie fantasie?”
“Chi lo sa…”
“Dove sono le valigie?”
“Sul letto…”
Si alza e si avvia su per le scale, mentre tu continui il tuo riposo.
Meglio dormire adesso, visto che ti attende una lunga notte.
La vendetta è un piatto che va servito caldo e tu te lo stai gustando lentamente, anche se la porzione più sostanziosa la gusterai domani, durante il viaggio.
“Vedremo chi è più forte fra i due…”
Nel frattempo è tornato Heiji, senti il suo fiato sul viso, prendi un cuscino e te lo metti in faccia, non hai nessuna voglia di discutere con lui, cerchi di mantenere la calma, ti alzi dal divano e ti dirigi verso la camera da letto, ma lui ti raggiunge e ti blocca il passaggio:
“Dove credi di andare?”
“A letto…”
Lo superi e sali le scale, arrivi al letto e ti sdrai.
Devi trovare un’idea per superare la notte.
Come puoi dividere il letto con lui senza nemmeno sfiorarlo?
È una tentazione troppo grande, ma devi resistere e proseguire con il tuo piano.
Quando ti sarai riscattata, allora, potrai darti alla pazza gioia e tornare alla vita di tutti i giorni.
Adesso però hai un altro problema d’affrontare.
Come ti comporterai con i suoi genitori?
In fondo tu non sei la sua ragazza e la parte della fidanzatina premurosa non è affatto nelle tue corde.
Devi pensare a troppe cose, e purtroppo al momento non hai nessuna idea.
Improvvisare è troppo rischioso.
Come bisogna comportarsi con i genitori di qualcuno?
Tu hai vissuto poco con i tuoi genitori e i ricordi che hai di loro, stanno via via diventando sempre più oscuri.
Vorrà dire che ti comporterai come sempre, è il minimo che puoi fare.
Sei distesa sul letto, e la luce della luna, che entra dalla finestra, illumina una parte del tuo corpo. Heiji che è vicino alla porta ti osserva.
Se solo sapessi cosa prova per te, gli perdoneresti qualsiasi cosa.
Peccato che il tuo orgoglio te lo impedisce.
Senti il materasso muoversi.
È arrivato.
Le sue dita sono sul tuo braccio, mentre la sua bocca è sul tuo orecchio.
“Sarah…sei sveglia?”
Non rispondi. Meglio fingere di dormire.
Allora il suo braccio passa sulla tua pancia, sotto la maglietta e ti accarezza.
Sospiri, ti piacciono le sue carezze. E nonostante tu gli abbia detto di non toccarti, lui lo fa comunque. Lo lasci fare solo perché il suo tocco ti rilassa.
“Allora sei sveglia…perché fai finta di dormire?”
“Lasciami…”
Gli afferri la mano e la sposti, mettendola sul tuo fianco, che lui prontamente stringe, facendoti sussultare:
“Te l’avevo già detto, sei una pessima attrice…lo so che non vuoi che ti lasci, anzi sono sicuro che tu stia apprezzando…”
“Smettila…”
“Ecco inizi a implorarmi di smettere…allora io vado avanti…”
Sta giocando pericolosamente con l’elastico delle coulotte, ci mette un dito, ma s’imbatte nell’elastico del perizoma, così ride, e prendendoti per la vita ti stringe a se.
“Proprio questa sera dovevi vestirti a strati?”
“Pff…”
“Ma sbaglio o oggi non dovevo sfiorarti nemmeno con la forza del pensiero?”
“Mi fai talmente tenerezza, che posso concederti questo…ma non di più! Buonanotte!”
Ti sistemi meglio fra le sue braccia e ti addormenti, lasciandolo per la seconda volta sbigottito. Ti stringe e si addormenta anche lui, poco dopo.
Siete destinati a stare insieme, ma questo ancora non lo sapete.
Forse sei l’unica a non averlo ancora capito.
Hai paura. Temi che da un giorno all’altro potrebbe lasciarti.

La mattina fa presto ad arrivare, ma stai ancora dormendo beata fra le braccia di Heiji, che si è già svegliato da un pezzo. Facendo attenzione ti sistema sul materasso e va a prepararsi.
Quando è pronto si siede vicino a te, ti guarda e poi guarda l’orologio.
“Sarah svegliati è già mattina!!! Sarah sono le quattro e mezza e tu ti devi preparare!!”
Ti svegli ma non sei del tutto cosciente, così lo guardi, ti strofini gli occhi e sbadigli
“Mamma mia Sarah appena sveglia hai la sensualità pari a quella di una bambina di 3 anni…”
“Va a cagare! E comunque io a tre anni ero sensuale! Lo sono sempre stata, la sensualità fa parte del mio DNA”
“Non dubito su questo…alzati e preparati, per la colazione non ti preoccupare la faremo strada facendo…”
Ti alzi dal letto e ti chiudi in bagno. Avevi preparato il giorno prima tutto il necessario per il viaggio, dopo una doccia rigenerante inizi la tua preparazione. Indossi un paio di pantaloncini che risaltano le tue curve e un top bianco con una scollatura audace, gli occhiali da sole e un paio di sandali, prendi la borsa e ti avvii in soggiorno.
“Allora andiamo?”
“Si…”
Salite in macchina ma non parlate, il tuo sguardo è rivolto fuori dal finestrino, guardi il paesaggio scorrere sotto i tuoi occhi. Dopo mezz’ora di viaggio la noia inizia a farsi sentire, così prendi la borsa, e tiri fuori l’i-pod, lo colleghi allo stereo della macchina e inizi a far scorrere le canzoni fino a quando non arriva quella che ti interessa. Ti guardi nello specchietto e ti sistemi i capelli raccogliendoli in una coda.
Quando la cantante inizia a cantare tu la segui e canti con lei.

“I'm telling you loosen up my buttons baby (Uh huh)
But you keep fronting (Uh)
Saying what you going to do to me (Uh huh)
But I ain't seen nothing (Uh)”

Heiji ti ascolta e ti guarda, distogliendo ogni tanto lo sguardo dalla strada, gli sorridi e continui a cantare

“I'm telling you loosen up my buttons baby”

Ogni tanto vorresti che fosse lui a esagerare con te, provi a farglielo capire, ti giri verso di lui, la macchina è ferma, prendi il suo viso tra le mani e ti avvicini al suo orecchio

“Uh huh”

Stringe il volante tra le mani, non se lo sarebbe mai aspettato uno spettacolo del genere in macchina, forse è una mossa azzardata la tua, ma vuoi solamente testare il suo livello di resistenza.

“But you keep fronting (Uh)
Saying what you going to do to me (Uh huh)
But I ain't seen nothing (Uh)”

Heiji parla tanto ma alla fine non conclude mai niente, all’inizio ti prendeva davvero.
Era lui che puntualmente ti provocava.
Ora i ruoli si sono invertiti.
Rifletti un attimo.
Questa canzone è perfetta per voi.
Speri solo che lui capisca.

“Typical
Hardly the type I fall for
I'm liking the physical
Don't leave me asking for more”

Abbassi il completamente il sedile e inizi a ballare sensualmente seguendo il ritmo della canzone.

“I'm a sexy mama
Who knows just how to get what I want and”

Ti accarezzi in corpo, ti sfili i sandali e metti i piedi sul sedile. Lo sai che Heiji ti sta guardando, per questo continui il tuo mini ‘show’

“What I want to do is spring this on you
Back up all of the things that I told you”

Lo guardi e lui fa lo stesso.
Lo indichi.
Ha capito il messaggio, per questo ti sorride e si indica a sua volta
“Me too…”
“You been saying all the right things all along
But I can't seem to get you over here to help take this off
Baby, can't you see? “

Adesso è diventato un dialogo fra di voi, dove tu balli e canti, mentre lui ti risponde guardandoti, quando gli è possibile

“How these clothes are fitting on me
And the heat coming from this beat”

Tocchi i tuoi vestiti, facendo finta di strapparli, ti sollevi appena il top e Heiji fischia in segno di approvazione.

“I'm about to blow
I don't think you know”

Avvicini un dito al suo viso e lo scuoti vicino al suo nasco, lo stesso fai con la testa.
Lui invece annuisce.
Ha capito eccome.

“I'm telling you loosen up my buttons baby (Uh huh)
But you keep fronting (Uh)
Saying what you going to do to me (Uh huh)
But I ain't seen nothing (Uh)”

La macchina si ferma ancora, nonostante l’orario, la strada è abbastanza trafficata.
Ti guarda, godendosi ogni tuo minimo movimento.
Incrocia le braccia al petto, assumendo così quella posa, che ti piace tanto.

“I'm telling you loosen up my buttons baby (Uh huh)
But you keep fronting (Uh)
Saying what you going to do to me (Uh huh)
But I ain't seen nothing (Uh)”

Inarchi la schiena, buttando la testa indietro.
Porti una mano sulle labbra e la fai scendere giù, sul collo, fino all’incavatura del seno.
A quel gesto Heiji sospira rumorosamente.
Avvicina una mano al tuo corpo, ma purtroppo per lui, deve riprendere a guidare.

“You say you're a big boy
But I can't agree
'Cause the love you said you had
Ain't been put on me
I wonder
If I'm just too much for you”

Scuoti la testa

“Wonder
If my kiss don't make you just
Wonder
What I got next for you
What you want to do? (Do)”

Ti avvicini ancora a lui, per fargli sentire il tuo fiato sulla pelle.
Gli sfiori con le labbra una guancia.

“Take a chance to recognize that this could be yours
I can see, just like most guys that your game don't please”

Il tuo viso è ancora vicino al suo, gli stai sussurrando la canzone all’orecchio, sfiorandogli la faccia con le dita.

“Baby, can't you see?
How these clothes are fitting on me
And the heat coming from this beat
I'm about to blow
I don't think you know”

Visto che la macchina si è fermata, di nuovo, prendi una sua mano dal volante e la porti sulla tua pancia che è bollente.
“Se vuoi te li sfilo adesso questi vestiti che ti opprimono così tanto…”
Lo afferri per il colletto della camicia, avvicini le labbra alle sue e poi lo lasci andare.

“I'm telling you loosen up my buttons baby (Uh huh)
But you keep fronting (Uh)
Saying what you going to do to me (Uh huh)
But I ain't seen nothing (Uh)”

Improvvisamente non senti più la musica, e ti blocchi.
Vedi Heiji con in man il tuo i-pod:
“Daiii! Perché l’hai tolto mi stavo divertendo così tanto!”
“Appunto, stavi facendo divertire anche me…troppo…non ce la facevo più a vederti così, stavo per saltarti addosso…”
Gli sorridi, tiri su il sedere e ti allacci la cintura, tornando a guardare fuori dal finestrino.
“Ho fame…”
“Alla prima stazione di servizio mi fermo…”
“Va bene…”
Non vi dite nient’altro, fino a quando non arrivate alla stazione di servizio, scendi e ti avvii al bar, lui ti segue silenzioso, ordini la colazione anche per lui, e vi sedete ad un tavolino. Tu ti guardi in giro, mentre lui guarda la sua tazza:
“Quanto durerà ancora questa storia?”
“Non lo so…”
Ti alzi paghi e torni alla macchina.
Vi rimettete in viaggio.
Leggi della malinconia negli occhi di Heiji e ti dispiace.
Basta hai deciso.
Non appena arriverete, farete pace.
“Quanto manca?”
“Se non ci saranno più code dovremmo arrivare fra una mezz’oretta…”
“Va bene...come sono i tuoi genitori?”
“Fra poco li vedrai…”
Ti sciogli i capelli e inizi a giocarci, ti annoi, vorresti parlare con lui, ma a quanto pare, non è ben disposto al dialogo
“Sarah, ti prego, almeno in quest’ultima mezzora, puoi startene ferma?”
“Scusa…”
Guardi la strada davanti a te.
Questa volta l’hai fatto davvero arrabbiare.
Devi assolutamente fare pace con lui.
Dalle colline scorgi il mare.
L’ultima volta che l’hai visto è stato in America.
Eri stata nelle isole più belle, e gli hotel erano fantastici, però con te non c’era Heiji.
Con lui ti saresti divertita di più.
Chissà se farete altre vacanze insieme.
Hai un brutto presentimento.
Temi che questa sarà la vostra prima ed ultima vacanza insieme.
“Siamo quasi arrivati, mi raccomando non mi far fare figuracce, usa un linguaggio consono e soprattutto niente giochetti. Chiaro?”
“Per chi mi hai preso per una bambina?”
“In certi casi bisogna trattarti come tale”
“Sai cosa ti dico? Che mi comporterò da bambina. Ti avevo avvisato Heiji, questa vacanza sarà la peggiore che tu abbia mai fatto!”
“Non ho paura di te…vuoi rendermi la vacanza impossibile? Perfetto, io farò lo stesso con te!”

Perché non riesci a creare un equilibrio tra quello che pensi e quello dici?
Perché devi apparire agli occhi degli altri, soprattutto ai suoi, arrogante e piena di te?
Il problema è che, comportandoti in questo modo, ti senti al sicuro, sai che nessuno potrà ferirti perché sei tu la più forte.
Ma in questo caso non è così.
È lui il più forte.
E tu lo sai, per questo cerchi in tutti i modi di dimostrare il contrario.
Vuoi essere tu la più forte fra i due, ma facendo così lo allontanerai e basta.
E allora rimarrai sola…

Siete arrivati, Heiji parcheggia la macchina in un vialetto, e appena la spegne, vi viene in contro una donna bellissima, seguita da un uomo. Quei volti ti ricordano qualcosa, ma non ti ricordi bene.
Scendi dalla macchina e segui Heiji, che va subito ad abbracciare la donna, e poco dopo l’uomo, tu osservi la scena dietro di lui. Heiji si gira verso di te, ti porge una mano, tu la stringi e ti avvicini a lui:
“Lei è Sarah…”
“Salve…”
La madre di Heiji si avvicina e ti abbraccia:
“Finalmente ti conosciamo! Heiji ci ha parlato così tanto di te! Ma vederti di persona è tutta un’altra cosa!”
“Grazie!”
Heiji e suo padre prendono le valigie in macchina, .mentre tu entri in casa sua madre.
Non l’avresti mai immaginata così, nella tua mente si era formata una donna completamente diversa da quella che hai di fronte. Ti guardi intorno e osservi la casa.
È bella, si capisce subito che la famiglia di Heiji è una famiglia agiata, guardi l’arredamento e ti accorgi dell’immensità del salone:
“Che bella casa, complimenti!”
“Grazie, seguimi ti faccio vedere dov’è la vostra stanza, dovete essere stanchi…”
La segui su per le scale, che sembrano non finire mai. Se la casa dove vivi a Osaka è grande, questa è enorme.
“Ho pensato di mettervi nella stanza di Heiji, ho solo cambiato il letto sostituendolo con uno matrimoniale, almeno potete dormire insieme!”
“Oh…grazie, ma non era necessario…”
“Non dire sciocchezze, non è stato un problema. Non avrei mai potuto farvi dormire separati, siete cos carini insieme!”
Sorridi e non puoi fare a meno di arrossire.
Se solo sapesse cosa sta succedendo fra di voi ultimamente.
Nel frattempo Heiji vi ha raggiunte e posa le valigie sul letto, si guarda intorno e subito dopo guarda te.
Gli occhi dei suoi genitori sono puntati su di voi, allora Heiji ti prende per la vita e ti abbraccia:
“Grazie mamma! Adesso ci diamo una rinfrescata e vi raggiungiamo subito, tanto il viaggio è stato rilassante…vero Sarah?”
E la presa sul tuo fianco si fa più stretta:
“Oh si molto rilassante!”
“Bene allora noi andiamo! A dopo!”
“Si mamma…ciao!”
Non appena chiudono la porta Heiji ti molla e torna a guardarti.
“Essere più convincente no?”
“Scusa…ma sai non so fare la fidanzatina tutta baci e abbracci, la prossima volta farò meglio…”
“Dovresti impegnarti di più!”
“Sei una scocciatura Heiji, non ti sopporto più! Vedi di starmi alla larga quando siamo qui dentro, hai capito?”
“Io non ho nessun problema, basta solo che non mi fai fare figuracce con i miei genitori!”
“Tranquillo, mammina e papino non sospetteranno niente. Non ti rovinerò la commedia!”
“Lo spero per te!”

La giornata è andata avanti così tra un battibecco e l’altro, mentre in presenza dei suoi genitori sembravate la coppia perfetta.
Avresti fatto meglio a restartene a casa, litigare in continuazione con lui ti fa stare male, questa situazione è pesante.
Perché non riuscite ad essere felici?
Sei seduta sulla sabbia e osservi il tramonto.
Stai pensando alle vostre continue discussioni.
È strano vederti così, sei assorta nei tuoi pensieri e un velo di malinconia nasconde i tuoi occhi verdi sempre luminosi.
Ammettilo ti è dispiaciuto scoprire la verità.
In fondo ti sarebbe piaciuto.
Sarebbe stato bello costruire una famiglia con lui.
"Hey cosa stai facendo?"
"Secondo te?"
"Va beh...con te non si può mai parlare.."
"Hai ragione...con me non si può mai parlare...e oggi sono più insopportabile del solito, visto che sono stata costretta a seguirti qui..."
"Sei strana Sarah...ti devi decidere o stai con me o senza di me! Ma ti rendi conto di come va avanti il nostro rapporto?"
"Ma se non stiamo nemmeno insieme!"
“È colpa tua!"
"Me l'hai mai chiesto?"
Non ti risponde.
Hai ragione non te l’ha mai chiesto, e ci dovrà pur essere un motivo se non l’ha mai fatto.
“No…”
“Vedi! E allora non dare sempre la colpa a me di tutto!”
Te ne vuoi andare da lì.
Quel posto è troppo stretto per te.
L’ambito famigliare non è fatto per il tuo essere.
Il tuo IO è troppo grande per convivere con altre persone.
E allora cosa fai?
Scappi.
Fai la cosa che ti riesce meglio.
Evadi dalla realtà.
Ma lui ti blocca e ti abbraccia.
“Hai ragione Sarah. È colpa mia…ma tu non mi dai nessuna certezza. Ho paura di fallire con te…”
“Anch’io ho paura. Ho paura perché non so cosa mi succede, ma soprattutto ho paura di perderti, e senza di te non so proprio cosa potrei fare!”
“Io ti starò sempre accanto è una promessa!”
“Mi stai forse facendo una dichiarazione?”
“Più o meno…”
“Bene allora niente di troppo sdolcinato per favore!”
“Lo sai che non ne sarei capace…”
“Hai ragione!”
Ti prende una mano e la stringe fra le sue
“E se noi diventassimo qualcosa di più dell’essere amici? Tipo fidanzati?”
Fai una faccia interrogativa e continui a girare gli occhi.
“Non è proprio la dichiarazione che ho sempre sognato, ma può andare…”
“Quindi?”
“Si…”
Vi sorridete stringendovi le mani.
Non sarà stata una di quelle dichiarazioni d’amore plateali, ma per voi due è già un inizio.
“Heiji…va bene tutto però potresti almeno baciarmi!”
“Ahahah che scema che sei!”
Ti prende il volto fra le sue mani e lo avvicina al suo.
Finalmente avete fatto pace.
Questo è un nuovo inizio per voi.
Speri solo che possa durare…
Appena le sue labbra toccano le tue senti un brivido correre giù lungo la schiena.
Quante cose si possono nascondere dietro ad un bacio?
Tante.
Ma il tuo nasconde solo una frase. Semplice ma carica di significato.
“Ti amo”
Vorresti dirglielo.
“Ti amo”
Vorresti urlarlo.
“Ti amo”
Non è mai troppo tardi per imparare ad amare.
Questo è stato di sicuro il bacio più bello di tutta la vita, finalmente riesci a guardarlo negli occhi e a sorridergli sinceramente.
Ti prende per mano e insieme andate a casa, dove vi aspettano per la cena.
“Finalmente! Dove vi eravate cacciati? Ormai vi avevamo dato per dispersi!”
“Siamo stati in spiaggia!”
Aiuti la madre di Heiji in cucina, anche se il tuo aiuto non è particolarmente indispensabile, data la tua scarsa capacità ai fornelli.
La osservi, è proprio bella e poi è elegante in tutto quello che fa.
Dopo cena, Heiji con la scusa della stanchezza ti porta in camera.
Chiude la porta a chiave e ti sbatte contro.
“Allora Sarah, visto che abbiamo fatto pace…”
Ma tu non gli fai nemmeno finire la frase. Lo baci e lo stringi a te.
Ti prende in braccio e ti porta sul letto
“Hai capito tutto vero?”
“Due giorni sono troppi non credi?”
“Hai ragione…”
Tornate a baciarvi, ti era mancato tremendamente.
Questa volta non vuoi perderti niente.
“Un attimo…”
“Che c’è?”
Ti alzi dal letto e ti dirigi verso il bagno:
“Torno subito?”
“Sei sicura? Non è che poi scappi?”
“No…non scappo!”
Vai in bagno e ti spogli completamente, prendi la tua borsa ‘speciale’ e prendi una camicia da notte color seppia, quando torni dal bagno trovi Heiji nudo coperto solamente dal lenzuolo.
“Hai tirato fuori l’artiglieri a quanto pare…”
Ti siedi sopra di lui e lo baci, le sue mani sono sotto la tua camicia da notte. Lo aspetterà una bella sorpresa:
“Ma qui sotto non c’è niente…”
“Te ne sei accorto allora…”
Sorridi sulle sue labbra e con le mani scendi giù sul suo corpo è caldo e il suo cuore batte sotto le tue mani
“Non pensi che questa sera faccia un po’ caldo?”
Ti sfila la camicia da notte e ti osserva, sembra che questa sia la prima volta in cui guarda il tuo corpo. Ogni suo sguardo è come una carezza per te. Ti avvicini al suo orecchio e ci soffi dentro:
“Penso che sia giunto il momento di realizzare qualche fantasia…tu che ne dici?”
Prendi il lenzuolo e te lo porti sulle spalle, nel frattempo lo baci, scendendo giù sul collo e via via sempre più giù, fino a quando non arrivi all’ ‘oggetto’ del tuo desiderio.
“S-Sarah….”
Ma tu non dici niente, continui il tuo lavoro fino a quando non lo senti soddisfatto, e solo in quel momento, torni a baciare le sue labbra
“Mi hai sorpreso sai?”
“Siamo solo all’inizio…”
Ti stende sul materasso e si sdraia sopra di te.
“Ti chiedo solo una cosa….trattieniti, visto che ci sono i miei genitori…”
“Vedrò cosa riuscirò a fare…non ti prometto niente!”
Ti bacia come non ha mai fatto, senti le sue labbra ovunque.
Non avresti mai pensato di provare così tanto piacere con così poco.
I tuoi sospiri si fanno sempre più forti, per questo lo allontani da te e aspetti che il tuo respiro si regolarizzi.
Heiji appoggia la testa sul tuo petto e inizi ad accarezzargli i capelli
“Già stanca?”
“No…devo riprendere fiato…siediti!”
“Cosa?”
“Ho detto siediti…non ti fidi di me?”
Ti è appena venuta in mente, una delle tue idee. Hai voglia di qualcosa di nuovo e visto che ci pensavi già da un po’ di tempo, questa è la serata perfetta per mettere in pratica la tua fantasia.
Ti siedi sopra di lui dandogli le spalle e appoggi la schiena sul suo petto
“E questa da dove ti è uscita?”
“Dalla mia mente…dovrebbe piacerti…”
“Vedremo…”
Prendi le sue mani e le porti sul tuo corpo, inizia ad accarezzarti, mentre tu ti muovi, facendolo sospirare. Ti intriga, infatti ci prendi subito gusto, metti la testa sulla sua spalla, ti bacia il collo, mentre stringendoti i fianchi, da un ritmo ai tuoi movimenti.
“Che periodo è?”
“Ahahah vai tranquillo…”
“Sicura?”
“Si…”
Ma proprio sul più bello qualcuno bussa alla porta.
Heiji ti butta sul materasso, iniziando una disperata ricerca dei suoi vestiti, si veste alla meno peggio, ma prima di aprire si gira verso di te:
“Copriti!”
“Si un attimo…fammi riprendere…”
Apre la porta e appare sua madre tutta sorridente:
“Io e tuo padre stiamo andando alla fiera vicino al molo, volete venire con noi?”
Lancia uno sguardo verso di te e capisce tutto:
“Mi dispiace…tolgo il disturbo! Comunque noi siamo lì. Buona serata!”
“Si…ciao mamma….”
Si chiude la porta alle spalle e ci sbatte la testa contro, tu sorridi, non vi era mai successo prima, questo è il vantaggio di avere una casa propria!
“È simpatica tua madre!”
“Si…anche se a volte è un’impicciona!”
Sorridi, tu non ti ricordi com’è avere una famiglia, e il calore che c’è in quella di Heiji, ti fa stare bene.
Avvolgi il corpo nel lenzuolo e ti avvii in terrazza, poco dopo Heiji ti raggiunge.
“Vista mare, proprio come nelle migliori suite…è bello il mare di notte!”
“Anche tu lo sei!”
“Solo di notte?”
“No…tu sei bella sempre!”
“Meno male!”
Ti prende per i fianchi e ti bacia.
È un bacio tenero, quasi impercettibile.
Sembra un sussurro.
“Ti amo…”
Ma non lo capisce, gliel’hai detto troppo piano.
Non lo sapete ma qualcuno vi sta osservando, non c’è spettacolo migliore al mondo di due ragazzi che si amano.
I suoi genitori sono nel viale sotto al vostro balcone e vi osservano sorridenti.
Sapevano che prima o poi, dopo tanto tempo, vi sareste ritrovati.
 
Da quella notte è passata una settimana, e le cose fra di voi vanno a gonfie vele.
In accordo con i suoi genitori avete deciso di passare tutto il mese lì. Avete bisogno di ritrovarvi, e quello è il posto ideale.
Da quando siete lì. Sembra che il vostro equilibrio si sia ristabilito e voi state bene.
Le vostre discussioni sono diminuite e i vostri momenti di intimità sono, qualitativamente e quantitativamente, migliorati.

Osservi soddisfatta quel livido violaceo sul suo collo, e con la punta di un dito ne ripassi il contorno.
“Si può sapere che cosa stai facendo?”
“Contemplo la mia opera d’arte!”
“Ma io non sono tuo figlio!”
“Tu no…ma quello che c’è sul tuo collo si!”
“Sul mio…Sarah!”
Si alza dal letto e va a controllare allo specchio ‘la tua piccola dimostrazione d’affetto’.
È completamente nudo davanti a te, arrossisci leggermente e cerchi di guardare altrove: l’armadio, le spalle di Heiji, il comò, la schiena di Heiji, la finestra, il culo di Heiji.
“Hattori ti prego copriti! Sei tutto nudo!”
Si gira verso di te e ti guarda sbigottito, tu ti metti una mano davanti agli occhi e ti tiri su il lenzuolo fino alla testa.
“Daiiii!”
“Ma smettila! Le volte in cui mi hai visto nudo te, sono superiori rispetto a quelle in cui mi ha visto mia madre!”
“E questo è un bene o un male?”
Ti scopre dal lenzuolo e si mette al suo posto, sopra di te.
“Dipende dai punti di vista…”
Gli cingi il collo con le braccia e lo avvicini al tuo volto.
“Io dico che è un bene…”
“E la santarellina che c’era fino a poco fa?”
“È scappata dalla finestra…”
“Benissimo…”
Gli accarezzi il collo e ti soffermi sul ‘regalino’ che gli hai fatto nel pomeriggio.
“Hai visto che bello?”
“Con tutto il tempo che hai perso qui, avresti potuto dedicarti ad altro…”
“Ma sentilo…adesso ci mettiamo anche a fare le richiese mister Hattori?”
“Ti dispiace?”
“What do you think about?”
“Mmmh non mi parlare in inglese…potrei perdere il controllo!”
“Do it now!”
Ti bacia con violenza, schiacciandoti completamente sotto il suo corpo, non ti lascia nemmeno il tempo di respirare, mentre le sue mani bruciano letteralmente il tuo corpo.
Gli stringi la schiena, facendo attenzione a non graffiarlo, ma nel preciso momento in cui senti i suoi denti sul tuo collo che ti morsicano, soffochi un urlo e per reprimere il dolore, conficchi le unghie nella sua pelle e lo graffi.
“Ma sei un coglione! Mi hai morsicata!”
“E tu mi hai graffiato!”
“Certo! Ti va bene che non abbia urlato! Vedrai che livido che verrà fuori!”
“Cosa vuoi che sia, quante storie per un morsetto, guarda qui cosa mi hai fatto!”
“Se vuoi te lo faccio anche da un’altra parte…”
Sorride e torna sopra di te.
“Quale parte?”
Ti prende per i fianchi e ti porta sopra di lui, appoggi il mento sul suo petto e gli stringi il viso in una mano
“Sul culo maniaco!”
Ti alzi dal letto e ti leghi i capelli in una coda, avviandoti verso il bagno.
“Ma dove vai?”
“A farmi una doccia, mi hai tenuta chiusa qui dentro tutto il pomeriggio, non sono andata nemmeno in spiaggia…vuoi che scenda in queste condizioni?”
“E la tua proposta di prima?”
“Fattelo da solo!”
“Dai Sarah…”
Entri in bagno, lasciando volontariamente la porta spalancata, sai che da un momento all’altro ti raggiungerà.
Senti il getto dell’acqua scorrere sulla pelle e subito dopo una sensazione di freddo, vedi una mano girare la manopola dell’acqua e il suo fiato caldo sul collo.
“Dimmi Smith, da quanto tempo non facciamo la doccia insieme?”
“Parecchio…”
Rigiri la manopola dell’acqua e riprendi a lavarti
“Quindi?”
“Quindi sei qui…cos’altro vuoi?”
“Mi sembra palese…”
Ti mette con le spalle al muro e ti bacia, sotto le dita senti i segni che gli hai lasciato graffiandolo, dev’essere stato doloroso per lui, avverti le sue labbra sulla zona, dove poco prima ti aveva morso.
“Ti ho fatto male?”
“Abbastanza…”
“Mi dispiace Sarah…”
“Mi hai appena chiesto scusa?”
“Ogni tanto anch’io tiro fuori il mio lato tenero…”
“Mi stupisci quando fai così…davvero…”
“Per così poco? A me piacerebbe stupirti in un altro modo!”
Appoggi le mani sul suo petto e lo allontani dal tuo corpo. Per oggi ti basta , non hai mai avuto una giornata tanto intensa come questa e sicuramente non giova al periodo in cui ti trovi, devi trovare un modo per dirglielo, cercando di essere il più delicata possibile.
“Dai Heiji basta! Se andiamo avanti così va a finire che rimango veramente incinta!”
Ma lui sembra non ascoltare e bacia languidamente il tuo collo accarezzandoti i fianchi, sottolineandone le forme sinuose e morbide.
“Proprio in questi giorni ho parlato con un mio amico…sai lui se ne intende di queste cose, e mi ha detto che per evitare questi problemi basta che tu prenda la pillola! Così non ti lamenterai più!”
“Simon? Tu hai parlato con lui dei fatti miei? Non basta parlarne con tua madre, lo devi andare a dire pure al tuo amico!”
Chiudi il rubinetto, prendi l’asciugamano che avevi lasciato sul lavandino e ti copri, uscendo dalla doccia più furiosa che mai. Heiji ti segue, allacciandosi in vita un asciugamano. Tornate in camera e ti siedi sul letto.
“Se fossi rimasta incinta, penso che sarebbero stati fatti miei o sbaglio?”
“Si, sarebbero stati fatti tuoi, ma da qui a rendere la notizia di dominio pubblico ce ne vuole!”
“Diamine fa il ginecologo è l’unico che mi può dare consigli!”
Ti alzi e vai verso di lui, ti avvicini e lo guardi con aria di sfida
“Allora sai cosa ti dico? Quando torniamo, vado nel suo studio e mi faccio fare una bella visita, cosi potremo decidere il da farsi!”
Inizia a sudare freddo e a deglutire rumorosamente, forse questa tua idea non gli piace più di tanto.
“Voi due da soli?”
“Si soli soletti!”
“No no! Non se ne parla proprio! Tu lì da sola non ci vai!”
“Cosa c’è non ti fidi di me?”
“Non è che non mi fida di te, è che non mi fido dei tuoi ormoni!”
Lo schiaffo è inevitabile, dopo tutto questo tempo, dovrebbe aver imparato a conoscerti, e anche minimante, dovrebbe aver capito che tu a lui ci tieni, ma a quanto pare ti sei sbagliata; non ha capito niente di te. Per quanto possa sembrare strano, sotto il suo punto di vista, tu non lo tradiresti per nessuna ragione al mondo, da quando stai con lui non ti è mai venuta l’idea di tradirlo con qualche altro uomo, quella era la Sarah del passato, quella senza scrupoli e che pensava solamente a divertirsi, la Sarah del presente, invece, sta bene così, accanto all’uomo che l’ha cambiata e che le vuole bene, anche se in questo momento inizia a sorgere qualche dubbio.
Tu gli hai fatto quella domanda perché pensavi di conoscere la risposta eri sicura che si fidasse di te, ma a quanto pare lui dubita di te.
“E secondo te io andrei con un tuo amico che per di più è il ragazzo di una mia amica? Fammi capire perché mi sto arrabbiando sul serio! Per chi mi hai presa Hattori?”
“Hai ragione, scusa, però anche te non puoi dire certe cose!”
“È colpa tua bello mio! Nessuno ti ha chiesto di andare a chiedere pareri medici!”
“Ma io l’ho fatto solo perché ci tengo a te!”
Ti stringe a se e scappare dalla sua stretta è impossibile, appoggi la testa sul suo petto e gli circondi il collo con le braccia, stritolandoglielo con tutta la forza che hai, ti lascia e ti metti di fronte a lui, colpendolo con dei pugni sul petto:
“Se ci tieni veramente a me, compreresti dei dannatissimi preservativi, come fanno tutte le persone normali! Questa è una dimostrazione d’affetto! Almeno eviterei di vivere con il patema ogni mese!”
Ti blocca entrambi i polsi e si lascia cadere sul materasso, portandoti sopra di se, scioglie la tua coda e ti annusa i capelli, avvicina il tuo volto al suo, accarezzandoti la schiena:
“Non fanno per me. Mi piace sentirti senza impedimenti vari!”
“Fai tanto lo spiritoso ma che cavolo facciamo se ci scappa un bambino?”
La sua faccia diventa improvvisamente seria e il suo abbraccio si fa ancora più stretto, mentre la sua voce diventa un sussurro percepibile solamente al tuo orecchio più vicino alle sue labbra.
“Lo facciamo nascere e lo cresciamo no? In questi anni ho messo via un sacco di soldi! Posso mantenere tranquillamente tutti i mocciosi che vuoi!”
“A te può andare bene così ma a me no! Per il momento voglio godermi la vita, non fare bambini!”
Grandissima balla.
Ci sei rimasta male quando hai scoperto di non essere incinta.
Perché non lo vuoi ammettere?
Perché l’idea di desiderare qualcosa che non sia il suo corpo ti fa paura?
Così menti a tutti, ma soprattutto, menti a te stessa.
“Non pensi che diventare madre sia la cosa più bella del mondo?”
“Non so darti una risposta, mi dispiace…”
Grandissima balla (di nuovo)
Quando eri bambina giocavi con le bambole, facevi finta di essere la loro mamma, e non vedevi l’ora di avere una famiglia tutta tua per poter concretizzare quel gioco che ti piaceva tanto. Hai sempre desiderato avere dei bambini, non puoi negarlo, eppure adesso, lo stai facendo.
“Per me è così. Pensa, fare l’amore e dare alla luce una nuova vita, creata dall’unione di due corpi. Voglio condividere qualcosa con te che non sia la casa o il letto. Voglio te al mio fianco fino al mio ultimo giorno, perché ti amo e non so come potrei fare senza di te!”
Lo guardi, provando a trattenere le lacrime.
Questa è una dichiarazione d’amore vera e propria, con tanto di proposta di matrimonio allegata.
Se prima avevi paura ora sei terrorizzata.
Ha detto che ti ama e che ti vuole al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni.
E se poi si stufa?
Potrebbe anche illuderti e alla fine scaricarti.
Ma lui non è così, è sincero.
Tu, però, non sei preparata ad una cosa simile.
Silenziosamente ti alzi e cominci a vestirti, per poi scendere e raggiungere la veranda.
Tiri fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloncini, e chiami l’unica persona, che in questo momento può ascoltarti e soprattutto aiutarti.
“Pronto?”
“Rachel sono io…disturbo?”
“No…ma è successo qualcosa? Hai una voce…”
“Heiji mi ha fatto una specie di proposta di matrimonio…”
Silenzio.
Dall’altra parte della cornetta non senti niente, a parte qualche rumore:
passi, carte, acqua, ma nessuna risposta.
“E tu cosa gli hai detto?”
“Non gli ho risposto…”
“Come non gli hai risposto?”
“Cosa dovevo fare? L’ho mollato dove eravamo e sono venuta a chiamarti…”
“Ma come l’hai lasciato dove eravate…cos’hai intenzione di fare?”
“Non lo so! Per questo ti ho chiamata! Mi serve il tuo aiuto…”
“Capisco…a proposito hai fatto il test”
“Si l’ho fatto…”
“E quindi?”
“Negativo…”
Lo dici con una punta di amarezza.
Proprio come ti senti te in questo momento:
amara e fuori posto.
“Ti dispiace?”
“Non lo so…mi sento fragile e insicura, questa non sono io. È tutta colpa di Heiji. è sempre colpa sua!”
“E allora lascialo, se senti che con lui non riesci ad essere felice al 100% è inutile che tu spreca il tuo tempo così!”
“Ma io non voglio lasciarlo, sto bene con lui.”
“La cosa migliore da fare a questo punto è parlarne con lui, dovete chiarirvi a tutti i costi! Vedrai che dopo averlo fatto ti sentirai meglio!”
“Speriamo…grazie mille! Scusa se ti ho chiamata per assillarti…a te come vanno le cose?”
“Come sempre, devo tenere a bada Simon affinché non faccia qualcuna delle sue cavolate, ma complessivamente va tutto bene. Tu quado torni?”
“A fine mese…non vedo l’ora di tornarmene a casa!”
“Ecco così mi racconterai tutto bene!”
“Ovviamente!”
<< Mc Adams Morris Rachel è attesa al reparto chiavi! Ora!
Ciao Sarah salutami il mio amico Hattori e digli di non fare pasticci perché di donne
Incinte ne vedo già troppe, c’è tempo per te!>>
“Simon se non la smetti di fare l’idiota l’unico letto che vedrai sarà quello dell’ospedale!
Scusalo, ma è appena tornato dal lavoro…”
“Non fa niente, ti lascio andare! Ci sentiamo un’altra volta!”
“Certo! Ciao!”
Chiudi il telefono e ti appoggi alla balaustra della veranda. Guardi il sole sull’orizzonte, che si riflette sul mare. Vedi alcune coppiette che camminano mano nella mano lungo la riva. Il suono delle onde che si infrangono sugli scogli ti rilassano. Chiudi gli occhi e ti fai cullare dalle percezioni che ti regalano i tuoi sensi.
“Sarah che cosa ci fai qui?”
La tua quiete viene interrotta dalla madre di Heiji, ti ritrovi i suoi occhi puntati su di te e una sua mano sulla tua spalla.
“Oh…è lei signora, mi ha spaventata!”
“Mi dispiace…senti ti va se parliamo un po’?”
Annuisci e la segui sulla panchina che c’è sotto la finestra, lei ti guarda e ti sorride, il suo sorriso ti incute tranquillità.
“Allora, da quanto tempo conosci mio figlio?”
“Saranno all’incirca sette mesi…”
“È parecchio tempo…”
“Si abbastanza.”
“E come vi siete conosciuti?”
Pensare solamente al vostro primo incontro ti fa sorridere, te lo ricordi alla perfezione, come se fosse successo ieri, non è stato un incontro normale il vostro, anzi, però dal primo sguardo è scattato in entrambi qualcosa, ed è stato impossibile reprimerlo.
“Mi ero appena trasferita dall’America e lui ha suonato alla mia porta. Abbiamo parlato un po’ e abbiamo scoperto che il giorno dopo avremmo iniziato a lavorare insieme. Durante il primo giorno di lavoro ci siamo baciati e subito dopo l’ho invitato a cena a casa mia, ma io non avevo niente da dargli così ci siamo ritrovati sul tavolo della cucina a fare…”
La madre di Heiji ti guarda con gli occhi sbarrati, hai parlato troppo e sicuramente non era quello che voleva sentirsi dire.
“….a fare la lista della spesa, siamo andati al supermercato e abbiamo comprato delle cose per la cena!”
Ti senti in imbarazzo, di sicuro non avrai fatto una buona impressione, dopo questo racconto.
Però cosa ci puoi fare?
Tra di voi non ci sono state smancerie, tra di voi si è accesa subito la passione, facendovi arrivare dritti al sodo.
“Mi fa piacere sapere che tra di voi vada tutto bene! Non ti devi imbarazzare sono cose che fanno parte della vita!”
Ti sorride e tu le sorridi a tua volta.
Guardandola meglio, ti accorgi di quanto il sorriso assomigli a quello di Heiji.
“Sa signora, Heiji ha il suo stesso sorriso!”
“Davvero? Non me l’ha mai detto nessuno, però se me lo dice la sua ragazza mi fido! Ormai lo conosci bene!”
“Già…”
“Senti Sarah, io non volevo parlarti di questo…”
Il tuo cuore inizia ad accelerare il battito, lo senti premere contro la cassa toracica.
Cosa ti vorrà dire? Che non sei la ragazza adatta a suo figlio?
Oppure che ha scoperto cose su di te che sarebbe stato meglio non scoprire?
“Mi dica…”
“Ecco…Heiji mi ha detto del test di gravidanza e di quello che è successo poco fa…”
Abbassi lo sguardo e guardi per terra, e come sottofondo senti il rumore delle onde che si infrangono a riva.
“Posso sapere per quale motivo non gli hai risposto e perché non gli hai detto niente del test?”
“Non lo so…”
La tua voce è un soffio quasi impercettibile.
Perfino tu fai fatica a sentirti, senti la sua mano sul tuo ginocchio e una lacrima rigarti il volto. L’ultima volta in cui hai pianto è stata quando ti hanno detto che i tuoi genitori erano morti. E questa è la seconda, stai piangendo per un ragazzo.
“Sarah…”
La sua voce dolce ti fa alzare lo sguardo e la guardi, lei ti sorride e ti asciuga le lacrime con il dorso della mano.
“Tu sei innamorata di lui vero?”
Fai cenno di si con la testa. Per la prima volta sei riuscita ad ammettere di esserti innamorata.
“L’avevo capito sai? Si vede dal modo in cui vi guardate, vi parlate. Solo che tu avevi bisogno di fare un po’ di chiarezza nella tua testa, ma soprattutto qui”
E indica il tuo cuore.
Tu sorridi, ha perfettamente ragione, avevi solo bisogno di fare chiarezza.
“Posso farti un’altra domanda?”
“Certo…”
“Perché non ti fai chiamare con il tuo vero nome?”
“Ma lei come fa…”
“Non voglio sapere per quale motivo tu abbia deciso di cambiare il tuo nome, però assomigli in una maniera impressionante a tua madre! Non mi sfuggono certe cose! Ormai anch’io ho l’occhio del detective, questo vuol dire vivere con due investigatori, ci farai l’abitudine vedrai! Devi sapere che fino all’età di tre anni, hai vissuto in Giappone vicino alla casa che adesso dividi con Heiji. Tu e Heiji eravate talmente legati, e avevamo deciso che una volta cresciuti vi sareste sposati, e adesso eccovi qua! I tuoi genitori sarebbero fieri di te, guardati sei una ragazza stupenda e hai realizzato il loro desiderio, vederti accanto al ragazzo che avevano scelto per te!”
“Grazie, mi ha fatto bene parlare con lei! Ora so cosa devo fare!”
“Sapevo che avresti fatto la scelta migliore!”
“Dov’è Heiji?”
“È uscito, ti conviene aspettarlo….nel frattempo vieni con me voglio farti vedere una cosa!”
Andate in soggiorno e ti trovi davanti ad una grande libreria, la madre di Heiji prende un album di fotografie e inizia a sfogliarlo, le immagini di Heiji da bambino ti scorrono sotto gli occhi, sorridi e ti accorgi che non è cambiato per niente, poi un’immagine attira la tua attenzione: ci sono i genitori di Heiji, visibilmente più giovani, accanto ad un’altra giovane coppia, ai loro piedi due bambini che si abbracciano: il bambino è Heiji, mentre tu sei la bambina.
“Ma questi sono i miei genitori!”
“Si l’abbiamo scattata prima della vostra partenza per l’America…”
“La mia mamma e il mio papà…”
Accarezzi i loro volti immaginando di poterlo fare veramente, quanto ti mancano…
“Se vuoi te la regalo…”
“Veramente?”
“Certo!”
“Grazie mille!”
“Hai visto come assomigli a tua madre? Anche se gli occhi sono senza ombra di dubbio quelli…”
“Quelli di mio padre…e così gli occhi verdi sono di mio padre, ero convinta che li avesse mia madre…”
La porta si apre e Heiji fa il suo ingresso, alzi la testa e incontri il suo sguardo, si siede vicino a te e ti accarezza i capelli.
“Tutto bene?”
“Si…”
Si alza e si avvia verso le scale, hai fatto la tua scelta, sai perfettamente cosa vuoi per la tua vita e con chi la vuoi passare:
“Heiji dopo cena ti va se andiamo a fare una passeggiata lungo mare?”
“Va bene!”
Dopo averti risposto si defila su per le scale lasciandoti ancora da sola con sua madre, parlate a lungo del periodo che hai trascorso in Giappone e poi l’aiuti in cucina.
“Per caso ha una coperta o un lenzuolo da prestarmi?”
“Certo che voi giovani siete davvero instancabili! Ahahah si ce l’ho!”
“Ma no cos’ha capito…ho visto che questa sera ci saranno i fuochi d’artificio e quindi…”
“Ok ok…te l’ho già detto non ti devi vergognare guardati sei tutta rossa!”
Abbassi lo sguardo e continui ad apparecchiare. Dopo cena corri in camera e ti cambi.
Indossi un abito bianco lungo fino al ginocchio, un paio di sandali e i capelli li lasci sciolti, prendi il lenzuolo che ti ha dato la madre di Heiji e lo metti nella borsa. Quando scendi in soggiorno c’è Heiji che ti aspetta, ti prende la mano e la stringe nella sua, salutate i suoi genitori e uscite.
“Allora dove vuoi andare?”
“Sorpresa…”
Camminate fino a quando non trovi quell’angolo di spiaggia scoperto la mattina prima, prendi dalla borsa il lenzuolo e lo stendi sulla sabbia, ti siedi e guardi Heiji rimasto in piedi che ti guarda a sua volta.
“Beh non ti siedi?”
Ti raggiunge e prendi le sue mani nelle tue, continuate a guardarvi senza dire niente, mentre da un posto poco lontano arriva alle tue orecchie l’inizio della tua canzone preferita, così inizi a cantarla, guardando Heiji fisso negli occhi,

“For so many years we were friends
And yes I always knew what we could do
But so many tears in the rain
Felt the night you said
That love had come to you”

Il fatto di aver scoperto che tu e Heiji vi conoscevate già, ti ha lasciata di stucco, non lo avresti mai immaginato, certo hai sentito una strana sensazione quando lo hai visto davanti alla porta di casa tua, ma pensavi fosse semplicemente attrazione. Invece vi tiene uniti un legame più profondo da ben vent’anni…

“I thought you were not my kind
I thought that I could never feel for you
The passion and love you were feeling
And so you left
For someone new
And now that you're far and away
I'm sending a letter today”

Chi l’avrebbe mai detto che proprio te, prima o poi ti saresti innamorata?
E invece è andata a finire proprio così, nel preciso momento in cui Heiji ti ha completamente aperto il suo cuore hai capito di essere innamorata di lui.

“From Sarah with love
She'd got the lover she is dreaming of
She never found the words to say
But I know that today
She's gonna send her letter to you”

“Ho sempre sognato il vero amore, ma ho sempre avuto paura di cercarlo, nella mia vita ho trovato solo uomini che volevano il mio corpo, ma con lui è stato diverso. Con lui ho trovato il vero amore. All’inizio mi sono spaventata, ma poi ho capito che per essere felici bisogna scommettere, e lui è la mia scommessa, non ho niente da perdere, se mai ho solo da guadagnare…”


“From Sarah with love
She took your picture to the stars above
And they told her it is true
She could dare to fall in love with you
So don't make her blue when she writes to you
From Sarah with love”

Heiji ti guarda, ormai perso nel verde luminoso dei tuoi occhi, stringe con forza le tue mani e ti ascolta estasiato.
“Com’è bella! Sapevo che prima o poi sarebbe tornata, e infatti eccola qui. Ringrazio con tutto il cuore chi me l’ha mandata, perchè so che è lei la donna della mia vita, l’unica che può veramente rendermi felice!”

“So maybe the chance for romance
Is like a train to catch before it's gone
And I'll keep on waiting and dreaming
You're strong enough
To understand
As long as you're so far away
I'm sending a letter each day”

“Spero che tu possa capire. Per quanto possa sembrare fredda e distaccata io per te provo un sentimento vero e profondo. Mi sono innamorata di te, però ho paura a confessarti i miei sentimenti. Ci vuole pazienza con me e ormai penso proprio che tu l’abbia capito…”

“From Sarah with love
She's gotta know what you are thinking of
'Cause every little now and then
And again and again
I know her heart cries out for you”

“Lo so che hai pianto, ti ho vista mentre parlavi con mia madre, e se stavi piangendo per me, ti assicuro che mi dispiace…però devi sapere che io ti amo! Come posso fartelo capire? Ti prego aiutami te!”

“From Sarah with love
She took your picture to the stars above
And they told her it is true
She could dare to fall in love with you
So don't make her blue when she writes to you
From Sarah with love
So don't make me blue when I write to you
From Sarah with love”

“Hai capito grande detective? Sei tu quello che cercavo! Io ti amo! Aiutami a dirtelo, perché davvero non so come fare…”

Quando finisce la canzone il volto di Heiji si avvicina sempre di più al tuo e tu non mostri nessuna resistenza.
“C’è qualcosa che mi devi dire forse?”
Chiudi gli occhi e poggi le labbra sulle sue, ma le ritiri poco dopo.
“Ti amo…”
Appoggi ancora le labbra sulle sue in un piccolo bacio a fior di labbra
“Ti amo…”
Vai avanti così fino a quando Heiji appoggia una mano sulla testa, baciandoti con passione, ma non è il bacio che vuoi te, per questo baciandolo gli trasmetti tutto l’amore che provi per lui, e continui a dirglielo tra un bacio e l’altro.
Ti stende con delicatezza sul lenzuolo e inizia a tirare su il tuo vestito:
“Oggi si cambia posto Smith!”
Gli circondi il collo con le braccia e lo baci ancora:
“Ogni tanto fa bene cambiare, vero Hattori?”
Dopo averti sfilato il vestito, si lascia spogliare, ma non ti permette di proseguire, oggi guida lui il gioco, ti bacia il collo mentre con le mani sfila gli ultimi indumenti che ti erano rimasti addosso. Quando sei completamente nuda sotto di lui si ferma e ti guarda:
“Sei stupenda…”
Mentre fate l’amore iniziano a scoppiare in cielo i fuochi d’artificio accompagnandovi a lungo.
“I miei fuochi d’artificio non li batte nessuno!”
“Ahahah scemo!”
Si siede e ti porta seduta sulle sue ginocchia
“Me lo dici ancora?”
“Ti amo!”
“E con questo ti sei meritata un altro giro sulla giostra Hattori!”
“Mmmh e se te lo dicessi fino all’alba?”
“Andrei avanti fino all’alba!”
Con uno spintone lo fai sdraiare e cominci a baciargli il collo, continuando a sussurrargli quelle due paroline che tanto ti facevano paura.
Andate avanti così per tutta la notte, per poi addormentarvi stretti l’uno all’altra, verso le prime luci dell’alba.
“Non mi è mai piaciuto come oggi fare l’amore con te…è stato qualcosa di indescrivibile!”
“È vero, dev’essere per forza successo qualcosa di speciale…e io so cosa!”
“A si? E che cosa?”
“Beh ti ho ripetuto fino alla nausea che ti amo, se non è un evento speciale questo!”
“Hai ragione, però è bello sentirlo dire da te!”
“Heiji…ti amo!”
“Anch’io ti amo Sarah…”

Chissà se in questa notte è successo veramente qualcosa di speciale.
Fatto sta che anche i cuori più duri e più difficili da scolpire, accanto alla persona giusta possono sciogliersi ed imparare ad amare.
Ed è proprio questo quello che ti è successo Sarah.
Grazie a Heiji hai scoperto cosa vuol dire amare una persona.
Hai scoperto che è lui l’uomo della tua vita, il vostro destino era segnato, solo che voi non lo sapevate.
Adesso non ti resta che goderti questi momenti e quelli futuri, sperando che siano sempre più belli ed intensi.

Edited by Sarah Smith - 1/1/2012, 21:47
 
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Shinichina_93
view post Posted on 17/5/2012, 18:08     +1   -1




Ed ecco un'altra parte, in questi giorni sto preparando il proseguo, ma non prometto niente visto che ultimamente parlo parlo ma concludo ben poco.

Just the way you are.


Spalanco gli occhi e non vedo niente, scalcio le coperte giù dal letto e mi siedo, prendo il cellulare per guardare l’ora: le tre meno venti.
Impreco legandomi i capelli, siamo a fine dicembre eppure ho un caldo allucinante, scendo dal letto ed esco da quella stanza che improvvisamente è diventata soffocante, ho quasi paura ad aprire la porta che ho difronte, una mano è sulla maniglia e l’altra è sull’interruttore, faccio un lungo respiro ed entro nella stanza accendendo la luce, è tutto apposto.
Meno male, questo vuol dire che ho fatto solo un brutto sogno.
Ora riesco a percepire la temperatura reale, torno nella mia camera, sotto le coperte, ma prima di riaddormentarmi prendo il suo cellulare e gli cambio l’orario spostandolo indietro di due ore, lo rimetto sul suo comodino facendo attenzione a non svegliarlo, è uno scherzo idiota lo so, però è anche divertente, visto che io domani avrò la mattinata libera mentre lui dovrà lavorare tutto il giorno.
Finalmente sto per riprendere sonno, quando sento il suo braccio sul mio fianco
“Sarah facciamo lo spuntino di mezza notte?”
“Ma cosa stai dicendo? Dai su vai a cuccia, domani devi andare a lavoro!”
“Non dire idiozie, l’altra volta ti avevo detto la stessa cosa e tu per tutta risposta mi avevi detto che avresti fatto tutto tu…”
Ha la voce impastata dal sonno e la sua mano è già finita sotto la maglia del pigiama ad accarezzarmi la pancia.
Ma è mai possibile che tutte le volte in cui mi mette le mani addosso mi devono venire i brividi?
Si perché lui è così e mi piace proprio per questo.
Mi giro verso di lui e la mano scivola ‘accidentalmente’ nei pantaloni.
“Parliamo!”
“Stai scherzando vero?”
“Certo che no, è una cosa importante!”
“Più importante di fare l’amore con me?”
Bella domanda, ma in questo caso si è più importante.
“Se io fossi incinta…”
“Frena, frena, frena…tu non puoi essere incinta, stai prendendo la pillola!”
“Infatti non sono incinta, se non ti tappi la bocca giuro che ti lascio a digiuno per un bel po’…”
“Io me la tapperei anche la bocca, però tu odi non essere guardata in faccia mentre parli”
“Infatti, adesso cagami!”
Però non posso fare un discorso sensato con la sua mano parcheggiata lì, mi distrae troppo, a questo punto devo far intervenire il carroattrezzi per una rimozione d’emergenza. Gli prendo il polso e tiro fuori la sua mano, mi guarda con disappunto e io gli sorrido, stringendogliela.
“Stavo dicendo, se mai dovessimo avere una bambina è vero che non la chiameremmo mai e poi mai Kazuha?”
“Se a te non piace non la chiameremo Kazuha…”
Tira via le coperte e mi alza la maglietta arrotolandola.
E no lui mi ha dato il contentino comportandosi così.
Appena lo vedo spalancare le fauci gli metto una mano sulla faccia spingendolo all’indietro, ma lui è più furbo di me e mi lecca la mano
“Ma sei uno schifoso che hai fatto?”
“Ti ho leccato la mano…”
Scuoto la testa allibita, a volte i suoi ormoni si comportano come quelli di un ragazzino pervertito delle superiori, dovrebbe avere un maggiore autocontrollo, non può comportarsi così io stavo facendo un discorso serio nonostante l’ora e lui mi rovina tutta l’atmosfera comportandosi da idiota.
“Senti ho sonno dormiamo, non ce la faccio proprio non ho la concentrazione adatta!”
L’unica cosa vera è che ho sonno, la concentrazione adatta per quello c’è sempre, però quel sogno mi ha lasciata con una strana sensazione che non so nemmeno spiegare, è stato strano mi ha fatto capire che devo sempre stare all’erta, non si sa mai cosa potrebbe succedere…
“Quando mai tu non hai la concentrazione adatta?”
“Ho fatto un sogno…”
“Ho fatto un sogno, ho visto della gente che si occupava degli affari miei e mi diceva ‘stai facendo male’”
“Idiota è stato un incubo…”
Si mette su un fianco, reggendosi la testa con una mano, si avvicina e mi copre con le coperte
“Raccontamelo…”
Giro la testa da un’altra parte per non guardarlo in faccia, visto che è abbastanza imbarazzante quello che gli sto per raccontare, ma come al solito porta una mano sotto al mio mento e mi obbliga a guardarlo in faccia
“…guardandomi in faccia!”
“Eravamo vecchi…”
“Quanto vecchi?”
“…tipo trent’anni…”
“E com’eri gnocca come adesso?”
“Certo! Tu no avevi le rughette intorno agli occhi e sulla fronte!”
Non è vero però mi piace prenderlo in giro
“Meno male che è stato solo un sogno!”
“…e avevamo una bambina, Kazuha, era bellissima con gli occhi verdi e il tuo sorriso…”
“Oh beh allora è da mettere sotto chiave, non vorrei mai che qualcuno ci provasse con lei!”
Ignoro completamente i suoi commenti e proseguo con il racconto, non posso distrarmi anche se la sua mano è finita dentro il mio reggiseno
“Da quando dormi con il reggiseno?”
Lo guardo male e con la testa mi fa cenno di continuare.
“Eravamo felici e ci stavamo per sposare, poi un giorno ero uscita e quando sono tornata a casa eri in soggiorno con una donna…e mi stavi tradendo…”
Ecco quella sensazione al cuore, la stessa che ho provato durante il sogno, stringo i pugni e chiudo gli occhi, che sento già gonfi
“Ti stavo tradendo…nel senso che…”
Annuisco e la sua espressione cambia, sbiancando completamente, mi prende la testa e mi avvicina a se facendomi appoggiare il capo sul suo petto, mi accarezza i capelli e sento le sue labbra sul mio orecchio
“…e poi cos’è successo?”
Me lo chiede con una voce dolce, quasi dispiaciuta
“…aspettavo un altro bambino e ci siamo lasciati poi era tornato Bryan, ti ho quasi ucciso e poi mi sono svegliata perché non ce la facevo più…”
Ed ecco che tutte quelle scene riaffiorano nella mia mente, come lunghi flash back, penso di non aver mai fatto un sogno così in tutta la mia vita.
È più forte di me e scoppio a piangere, odio farlo davanti a lui però questa volta è inevitabile, almeno gli dimostro che gli voglio bene.
Mi stringe, provando a calmarmi, lo abbraccio e respiro il suo profumo.
“Shh tranquilla piccola è tutto apposto, stato solo un brutto sogno…”
Mi prende il viso e asciuga le lacrime.
Si lui è mio e nessuno deve permettersi di portarmelo via.

Che sogno, non avrei mai pensato che potesse turbarsi così tanto, mentre me lo raccontava mi sembrava così fragile, vederla così mi ha stretto il cuore.
Fa tanto la dura, ma in fondo ha un cuore tenero e io lo sto imparando con il tempo, più sto con lei più capisco quanto sia fragile, devo proteggerla da tutto e da tutti è la mia bambolina di porcellana delicata e bellissima.
Manca un’ora al suono della sveglia, e oggi eviterei volentieri di andare al lavoro per rimanere qui nel letto con lei, sarebbe un vero peccato svegliarla, sta dormendo beata tra le mie braccia, sposto una ciocca dal suo viso e la guardo sorridendo.
Arriccia il naso e si sveglia.
“Scusa ti ho svegliata, non volevo”
Si passa una mano sulla faccia, stiracchiando le gambe
“Lo sai che se mi tocchi i capelli mentre dormo mi sveglio!”
“Lo so scusa, però dovevo trovare un modo per spostarti tra un po’ devo andare…”
Le circondo la vita con le braccia mentre lei si sistema, spalmandosi addosso a me, il mio petto sembra fatto apposta per la sua schiena, siamo una combinazione perfetta, ci completiamo a vicenda.
“Tra un po’ quanto?”
“Circa un’oretta…”
La sento sorridere e le sue unghie iniziano a scorrere sul mio braccio, che goduria, tracciano un percorso immaginario che va dal polso e arriva fino al gomito, per non parlare del suo fantastico sedere che non smette di muoversi e so già che molto presto si sveglierà l’inquilino del piano inferiore.
“Allora potremmo passare quest’oretta insieme…che ne dici? Penso di aver recuperato tutta la concentrazione necessaria…”
Passare l’oretta che ci rimane insieme?
Non me lo faccio ripetere due volte, le afferro i polsi e la faccio sdraiare sul materasso, mi posiziono fra le sue gambe e la osservo, tenendole i polsi sopra la testa.
“Mi devi spiegare un paio di cosette…”
“Tutto quello che vuoi…”
“Primo perché hai il reggiseno e secondo perché hai questo pigiama anti sesso!”
“Primo ho il reggiseno perché in questi giorni mi fanno male e non volevo lasciarle libere nel sonno, secondo ho questo pigiama anti sesso perché ultimamente il signorino passa le notti a lavoro e io dovrò pur scaldarmi in qualche modo…”
“Hai ragione scusa, lo sai che stiamo impazzendo per trovare quel maledetto e non abbiamo ancora concluso niente…ma appena lo troveremo potrai tornare ad indossare le tue care camice da notte che mi piacciono tanto!”
Mi abbasso sul suo collo e respiro fino a riempire i miei polmoni del suo profumo.
“Ok ti prego toglimi questo pigiama sto facendo la sauna”
Sorrido sul suo collo, e abbasso le mani sui fianchi, alzandole la maglietta, sbatte i piedi sul letto per incitarmi ad essere più veloce, gliel’arrotolo fino sotto al seno e scendo a baciarle i fianchi e la pancia, porto una mano dietro la schiena e le slaccio il reggiseno, mentre lei si sfila la maglietta e la butta per terra
“Se devo aspettare te non arriviamo nemmeno a domani mattina…non mi hai nemmeno dato il bacio del buongiorno…”
“Buon giorno Sarah, dormito bene?”
Ma non la faccio rispondere perché mi avvento sulle labbra, gliele mordo e poi la bacio, le sfilo anche il reggiseno e mi stacco da quel bacio focoso per andare a salutare le mie due care amiche
“Grazia, Graziella, finalmente ci rivediamo! Mi siete mancate amiche mie!”
Quando mi perdo in mezzo a tanta morbidezza non capisco niente, adoro giocarci perché il suo è il seno perfetto bello, grande, ma non troppo, e morbido, cosa posso volere di più?
“Hey potrei anche essere gelosa di Grazia e Graziella…”
Mi tira uno scappellotto sospirando, si si gelosa, tanto lo so che le piace, altrimenti le sue graziose manine non sarebbero sulla mia testa a strapparmi i capelli, se andiamo avanti così rimarrò pelato.
“Heiji avevi detto un’oretta…muoviti!”
Ha ragione devo darmi una mossa, le sfilo i pantaloni prendendo dentro anche le mutande, lei mi sfila i miei e finalmente siamo corpo a corpo la pelle bollente e il respiro corto, mi sto eccitando solamente guardandola e se non mi muovo rischio di fare una gran figuraccia.
Si aggrappa a me a mo’ di koala e facciamo l’amore era da una settimana che non andavamo fino in fondo, ci fermavamo sempre a metà per vari motivi ma oggi niente potrà fermarci, nemmeno la sveglia se arrivo con qualche minuto di ritardo a lavoro non cascherà il mondo.
“Heiji la sveglia…”
“Lasciala suonare…”
Fino a quando non finiamo non la mollo, e poi lei è già venuta due volte, che cacchio ha questa mattina?
Non era mai successo prima.
Devo averla messa in imbarazzo con il mio sguardo stupito visto che è arrossita di colpo, anche questa cosa non era mai successa.
Sarah che arrossisce ma quando mai.
Mi abbraccia in una morsa quasi soffocante, oh Cristo santissimo tre volte…
mi sento un Dio e dopo questa posso ritenermi pienamente soddisfatto.
Una settimana in bianco e poi questo, sono realizzato.
Ecco in momenti come questi quelle due paroline non ci starebbero poi così male, però mi dispiace dirglielo solo in queste circostanze, anche se in questa circostanza ci starebbe.
Mi stendo accanto a lei e le faccio un po’ di coccole, lo so che le piacciono quindi mi prendo altri dieci minuti.
Si sistema fra le mie braccia e mi accarezza il petto con un dito sorridendo
“Mi sa che devi rimanere in bianco un po’ più spesso se i risultati sono sempre così!”
“Uhm dici?”
“Si…”
No le fusa no se fa così non mi alzo più.
Inizia a strusciarsi miagolando, perché deve essere così di prima mattina non può mettersi in pausa e riattivarsi quando torno a casa?
Provo a scollarmela di dosso con scarsi risultati, infatti me la ritrovo sopra
“Sarah devo andare a lavoro…continuiamo quando torno va bene?”
Annuisce e mi bacia.
“Vado a farmi la doccia…”
La rimetto sul letto e la copro prima di andare in bagno mi giro verso di lei che mi sorride e mi saluta con la mano.
Non è tanto tardi se mi sbrigo con la doccia riesco ad arrivare ad un orario accettabile.
Quando esco dal bagno trovo Sarah al telefono con una faccia divertita, mi siedo vicino a lei e noto che quello che ha in mano è il mio cellulare.
“Chi è?”
“Simon”
Mima la parola con le labbra passandomi il telefono
“Pronto?”
“Si può sapere dove sei?”
“Sono a casa?”
Non capisco perché è così nervoso
“E cosa stai facendo a casa?”
“Beh….è una cosa intima….”
“Ma bene tu sei in ritardo di due ore perché dovevi divertirti con Sarah?”
“In ritardo di due ore?”
“Sono le nove e mezza…muovi il culo e vieni qui se non vuoi essere licenziato…poi però mi racconti cos’avete combinato!”
Chiude la conversazione e guardo il telefono sono le otto meno un quarto…com’è possibile?
Un momento, guardo Sarah che è già sparita sotto le coperte, le tiro via e lei scoppia a ridere
“Ti prego ti scongiuro non dirgli cos’abbiamo fatto è imbarazzante!”
Mi butto sul letto, facendole il solletico e lei ride.
Che ragazza idiota. Ma sono scherzi da fare?
Lo sa che è un periodo delicato e lei si mette a giocare come una bambina.
“E invece gli dirò tutto…così impari a fare questi scherzi idioti!”
“Scusa volevo stare con te!”
Mi guarda con gli occhi da cucciolo e le lascio un bacio sulla fronte.
L’amo troppo per tenerle il muso.
E poi dopo quello che è successo questa mattina non se lo merita affatto.
Entro nel mio ufficio alle dieci e mezza, se non avessi trovato traffico per strada sarei arrivato prima, ma così non è stato.
Non è colpa mia se a casa un genio ha pensato bene di cambiare l’orario del mio cellulare, chiudo la porta e trovo il grande capo è appoggiato alla mia scrivania con le braccia incrociate al petto
“Alla buon’ora Hattori. Spero che questo tuo ritardo sia dovuto ad una prestazione degna di questo nome e che tutti i miei insegnamenti siano stati utilizzati!”
Mi sfilo il cappotto, l’appendo all’appendiabiti e mi vado a sedere alla mia scrivania seguito dal suo sguardo, se non gli racconto qualcosa non se ne va…
“I tuoi insegnamenti? È stata tutta farina del mio sacco e sono stato talmente bravo, ma talmente bravo che le ho fatto fare una tripletta di quelle epiche!”
“Cosa? Ma tu sei un grande. Ti perdono questo ritardo adesso però mi devi dire tutto dall’inizio alla fine devo capire com’è successo!”
E così inizio il racconto dal sogno fino alla fine, senza tralasciare nulla.
È sempre un piacere raccontare le proprie imprese soprattutto quando sono di questo genere.
Arriva l’ora di pranzo e io ho appena finito il mio racconto, spero solo che Sarah non lo venga a sapere altrimenti si incazzerebbe come non mai.
La maniglia si abbassa e Sarah fa il suo ingresso, ci guarda e si toglie il cappotto.
Rimango a guardarla imbambolato, adoro quando si mette la minigonna scozzese con la camicetta, fa tanto scolaretta giapponese.
“Voi due vi ammazzate sempre di lavoro vero? E poi vi lamentate se non riuscite a catturare quel criminale!”
“Ciao anche a te tesoro! Hai portato il pranzo?”
“Certo che no…io ho mangiato a casa…”
Che carina, ma che fine ha fatto la Sarah di questa mattina? Vi prego ridatemela indietro, non voglio quella stronza, voglio quella focosa.
Simon si alza sorridendo, si avvicina e le appoggia una mano sulla testa.
Cos’ha intenzione di fare?
“Complimenti per la tripletta di questa mattina!”
Ma è scemo o mangia i sassi?
Adesso mi ammazza!
Infatti si slancia verso di me, spero solo che su quei tacchi perda l’equilibrio e finisca per terra
“HEIJI HATTORI TU SEI UN UOMO MORTO! TI AVEVO DETTO DI STARE ZITTO E TU COSA FAI? VAI IN GIRO A RACCONTARE I FATTI MIEI?”
“Ti prego bloccala se no mi ammazza veramente!”
“Posso toccarla?”
“Muoviti!”
L’assale da dietro bloccandole mani e braccia, ovviamente osservo attentamente la scena per assicurarmi che le sue mani non vadano troppo per i fatti loro, la stringe e lei alza le gambe scalciando all’aria,
continua a muoversi come una pazza quando una gamba arriva all’altezza del mio stomaco e mi guarda con un’aria minacciosa
“Se non vuoi un tacco conficcato in fronte ti conviene sparire dalla mia vista!”
L’ho fatta arrabbiare sul serio, però io che c’entro? Mica le ho fatto io i complimenti, è assurdo arrabbiarsi con me.
“Simon ti prego lasciami!”
“Perché? Mi sto divertendo! E poi non vorrei mai che facessi fuori il mio sottoposto! Però stai ferma con sta testa se mi arriva una testata mi spacchi la faccia!”
Questa è una scena davvero comica se non fossi coinvolto mi metterei a ridere.
Riderei soprattutto se non ci fosse la mia ragazza appiccicata al mio capo, le avevo detto di bloccarla, mica di spalmarsela addosso
Provo ad avvicinarmi ma ricomincia a tirare calci all’aria, così mi tocca allontanarmi di qualche passo
“Se tu mi lasciassi stare non ti arriverebbe nessuna testata!”
“Possiamo farle una punturina per calmarla, almeno dorme un po’…”
“Ma che punturina, non dire idiozie…”
“Fatevela voi la puntura!!”
Lo spinge all’indietro facendolo sedere sulla poltrona dietro di loro, adesso sta esagerando, lei seduta lì non ci può stare
“Oh adesso siamo più comodi!”
Provo di nuovo ad avvicinarmi ma lei ricomincia a muovere le gambe, fortunatamente Simon gliele blocca con le sue.
Adesso però sono un po’ troppo vicini.
Prendo una sedia e mi metto di fronte a lei ora non può farmi niente visto che è completamente immobilizzata.
“Possiamo parlare?”
“Lasciami…non gli faccio niente lo giuro!”
“Va bene, però appena ti vedo fare mosse azzardate ti riacchiappo subito!”
“L’acchiappo io…tu l’hai già toccata abbastanza!”
“Allora vi lascio soli! Sei forte Sarah!”
La libera dalla sua presa ed esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, le metto una mano sul ginocchio e la guardo.
“Mi dispiace, però devi capire che vantarsi fa parte dell’indole maschile, che ci posso fare?”
“Idiota!”
Si slancia verso di me e mi bacia. Eccola la mia Sarah.
La prendo per i fianchi e la faccio sedere sulle mie gambe, le accarezzo i capelli mentre lei mi stringe le braccia al collo, se non molla la presa rischio di soffocare
“Sar..”
“Un po’ devo fartela pagare…”
Va bene, posso concederglielo.
Sorrido baciandola e le infilo una mano sotto alla camicetta.
Sento il sapore del suo lucidalabbra, sa di ciliegia e io adoro le ciliegie, quando arrivo al gancetto del reggiseno la porta si spalanca e un fischio ci interrompe
“Sono felice che avete fatto pace, adesso Hattori puoi tornare a lavorare!”
“Simon ci dai la giornata libera?”
“A te si, a lui no, deve recuperare il tempo perso oggi!”
“Evviva!! Vado a fare shopping! Ci vediamo a casa!”
Si avvicina e mi da un bacio leggero sulle labbra.
Benissimo lei va a fare shopping, mentre io devo rimanere qui a lavorare.
Che gioia, già non fa niente inoltre interrompe anche le sue giornate lavorative per andare in giro a spendere soldi, fa proprio la bella vita, come la invidio.
Se andiamo avanti così mi ritroverò pelato e senza soldi!
Prende la sua borsa da terra e dopo aver indossato il cappotto si avvia alla porta
“Mi raccomando lavorate e non perdete tempo!”
“E tu non prosciugare il conto in banca!”
Troppo tardi ormai è già fuori
“Adesso che mi hai privato della mia fonte d’ispirazione come faccio a lavorare?”
“Dai su ce la puoi fare benissimo, pensa a quando tornerai a casa e ti accoglierà con qualcosa di nuovo…ne è valsa la pena! Tu trova quel delinquente e avrai tutti i giorni liberi che vorrai!”
Non è una cattiva idea, quando va a fare shopping torna sempre con qualcosa di interessante.
Adesso ho un motivo in più per lavorare…
Dopo un intenso pomeriggio di shopping, torno a casa esausta, controllo la casella della posta e tra la pubblicità trovo un cartoncino interessante, di una scuola di ballo Alvarez Academy e la faccia del proprietario non mi è nuova, così mollo all’ingresso tutte le buste e faccio alcune ricerche.
Come immaginavo ha usato un nome falso ma non ci sono dubbi è lui, non avrei mai pensato che potesse essere così famoso nel mondo della danza, ecco perché tutte le sue vittime sono ballerine, ora è tutto chiaro, non mi resta che dirlo a Heiji.
Vado sul sito di questa scuola e effettuo l’iscrizione per me e Heiji, ovviamente ho utilizzato due nomi fittizi, caro Ferdinando hai i giorni contati!
Come ho fatto a non pensarci prima?
Le sue vittime sono giovani ballerine e alcune di loro appartenevano alla sua compagnia, perché nessuno ha pensato di indagare nel mondo della danza?
Gli uomini…sono bravi solo a vantarsi!
Meno male che ho trovato questa pubblicità altrimenti questo caso non si sarebbe più chiuso.
Spero soltanto di non aver fatto un buco nell’acqua…
Giornata nera, ecco come si può classificare questo giorno.
Iniziato alla grande e finito di merda.
Due nuovi casi legati a quel pazzo fissato con le donne.
Per fortuna che adesso sono arrivato a casa, sono già in ritardo e non vedo l’ora di scoprire cosa si è comprata.
Apro la porta e inciampo in una busta, guardo per terra e trovo buste ovunque, bene non ha aperto i suoi acquisti, questo vuol dire solo due cose: o ha già indossato quello che vuole farmi vedere, oppure non ha comprato niente di interessante.
Spero vivamente che abbia scelto la prima opzione.
"Ci siamo iscritti a un corso di ballo!"
La guardo incredulo, mentre lei mi sorride dal divano. Sono appena tornato da una giornataccia e lei invece di accogliermi a braccia aperte mi da certe notizie?
"E perchè hai fatto questa idiozia? Lo sai che io non verrò..."
"Perchè l'insegnante è quel tipo losco che tu stai cercando da tempo! Quando sono tornata ho fatto un po' di ricerche e indovina un po'...l'ho trovato!"
Quel suo sorrisino alla Hermione Grenger mi manda in bestia, però devo ammettere che è stata brava...
“Come fai ad esserne così sicura? Sono mesi che lo cerchiamo…”
“Puro istinto femminile…”
Mi siedo accanto a lei e le prendo le gambe che erano sul tavolino
“Ma che brava la mia segretaria sexy…e dimmi cos’hai comprato di bello?”
“Niente di speciale…”
Spegne il computer e lo mette per terra stendendosi sul divano.
Come niente di speciale? E tutte quelle buste?
“Niente?”
“Niente che potrebbe interessarti…mi dispiace!”
Le alzo la gonna tanto per controllare e purtroppo è vero, è tutta roba che conosco già.
Appoggio la mano sulla sua coscia e ci tamburello con le dita, che delusione e io che pensavo di replicare lo spettacolo di questa mattina. Appoggia la mano sulla mia e mi sorride
“Sono stanca, per oggi basta così!”
Perfetto oltre al danno la beffa, cos’altro deve succedere ancora?
Non lo so sembra che il mondo intero ce l’abbia con me.
“Cosa c’è per cena?”
“Non lo so…non ho cucinato niente. Puoi fare qualcosa? Non ce la faccio proprio…”
“Certo, tanto io non ho fatto niente sono stato seduto tutto il pomeriggio!”
“Grazie ti adoro!”
Mi alzo dal divano sbuffando sonoramente, non vedo l’ora di andare a dormire e cominciare una nuova giornata, nella speranza che sia migliore di questa.
Dopo aver improvvisato la cena, se così la si può definire vado a chiamare Sarah, che ovviamente si è addormentata sul divano, mi siedo accanto a lei e provo a svegliarla, ma è inutile visto che ha il sonno pesante ed è impossibile svegliarla, la prendo in braccio e la porto in camera da letto, la stendo sul materasso e la spoglio, prima di metterla sotto le coperte, mi soffermo a guardarla e le do un bacio sulla fronte.
Che bella serata.
Quando mi sveglio sono nel mio letto ed è già mattina, Heiji sta ancora dormendo e io ho addosso solo la biancheria, è possibile che sia successo qualcosa e che non mi ricorda niente?
“Heiji è ora…”
Si gira dall’altra parte dandomi le spalle
“Cinque minuti”
“…per caso hai approfittato di me mentre stavo dormendo?”
“Ci ho pensato, ma alla fine non l’ho fatto…sarebbe stato troppo squallido…”
Bene si è svegliato male, non lo capisco proprio.
Una cosa è certa: lavorare troppo gli fa male, su questo non ci sono dubbi.
“Questo tuo comportamento è dovuto a qualcosa oppure sei così per opera dello spirito santo?”
Si gira verso di me guardandomi in faccia
“Sono le sette e mezza del mattino…”
“Ho capito sto zitta!”
Mi alzo dal letto, vado verso l’armadio e lo fisso alla ricerca di qualcosa da mettermi , quando le braccia di Heiji mi afferrano stringendomi a sé.
“E se approfittassi di te adesso, visto che sei sveglia?”
“Fa un po’ come ti pare…”
Chiude le ante dell’armadio e mi ci sbatte contro, facendomi girare verso di lui.
Ovviamente ‘fa come ti pare’ per lui vuol dire sempre si, il pomello dell’anta si è conficcato nella mia schiena, non si è nemmeno preoccupato di mettere una mano per evitare il contatto.
Quando vuole fare il violento non mi piace per niente.
“Heiji non mi va…lasciami stare.”
Prendo al volo dei vestiti dall’armadio e vado in bagno a prepararmi.
Non so cosa gli sia preso, va bene essere stressato per il lavoro però non può portare il suo nervosismo anche a casa, io non ce la faccio, sono tornata a lavorare con lui perché me l’ha chiesto però se le cose devono andare avanti così io mollo tutto, è troppo per me.
Vado a lavoro con la mia macchina senza aspettarlo, appena arriverà me ne dirà di tutti i colori già lo so.
Prima di andare nell’ufficio di Heiji vado da Simon per fargli vedere quello che ho trovato ieri, busso alla porta e mi dice di entrare.
“Come mai sei qui?”
“Ieri ho fatto varie ricerche e ho trovato questi…”
Gli metto sulla scrivania tutte le carte che ho stampato questa mattina prima di uscire di casa, inerenti alla scoperta che ho fatto ieri.
Le esamina attentamente annuendo di tanto in tanto.
“A quanto pare abbiamo una pista…chiama tutti, fra dieci minuti li voglio nella sala delle riunioni.”
“Va bene…”
E dopo dieci minuti eccoci qui.
Heiji mi evita completamente, non l’aveva mai fatto.
È proprio vero c’è una prima volta per tutto.
E fa sempre male.
“Vi ho fatto chiamare perché sembra che, finalmente, abbiamo trovato una pista per questo caso. Molto probabilmente il nostro uomo gioca a fare il ballerino provetto, con ottimi risultati, e poi si diverte a fare fuori le sue ballerine…quello che dobbiamo fare è entrare nel suo mondo e controllarlo.
Voglio sapere tutto di lui, anche quante volte va al bagno se riuscite a scoprirlo. Sarah sei al capo della missione, Hattori le farai da spalla, il resto della squadra organizzatevela voi. Alla fine di ogni giornata voglio un rapporto dettagliato. È tutto adesso andate”
Heiji lo guarda allibito e io faccio lo stesso.
Ma è fuori di testa?
Che cosa gli è saltato in testa? Io non posso gestire una missione di questo calibro.
Ho avuto una missione in tutta la mia vita e l’ho fallita miserabilmente, mi scoccerebbe alquanto ripetere lo stesso errore.
“Sarah? Ma ti è andato di volta il cervello?”
“Ho detto è tutto adesso andate…”
Heiji esce prima di tutti e va nel suo ufficio, entro dopo di lui e chiudo la porta.
“Heiji…”
Mi guarda ma non mi risponde, vado vicino a lui sedendomi sulla scrivania.
“Scusa non volevo…gli ho fatto vedere tutte le cose che ho trovato ieri, volevo solo che questo caso finisse il prima possibile perché non sopporto vederti così nervoso…”
“Smettila!”
“Non mi vuoi più bene perché mi sono preoccupata per te?”
Si alza di scatto dalla sedia e appoggia le mani ai lati delle mie gambe
“Io non ti ho mai voluto bene….”
Spero che stia scherzando dopo tutto questo tempo, perché sta dicendo queste cose?
“…io ti ho sempre amata…”
Scioccata, non ci posso credere.
L’ultima volta in cui ha detto di amarmi è stata al mare, poi basta non me l’ha più detto.
Porto le mani sul suo viso e lo avvicino al mio, appoggio la fronte sulla mia, sorridendo
“Ridimmelo…”
“Ti amo!”
Lo bacio
“Ancora…”
“Ti amo!”
Un altro bacio
“Ti amo anch’io”
Forse sto diventando un po’ troppo sentimentale, oppure è normale non lo so.
“Aspetta…”
Si allontana e va a chiudere la porta a chiave, è completamente fuori di testa.
“…dove eravamo?”
“Dunque questa mattina mi hai chiesto se potevi approfittare di me visto che ero sveglia…e io non ti ho risposto…”
Gli circondo il collo con le braccia e lui mi prende le gambe, allacciandole intorno alla sua vita.
“Quindi la tua risposta è?”
“Si”
Pazzo!
Libera la scrivania con un braccio facendo cadere tutto, tranne il computer, il pavimento si riempie di carte e penne.
Proprio oggi dovevo mettere i jeans?
Che stupida che sono…
“Mi piacciono questi jeans ti fanno un bel culo, però non sono molto pratici per le cose veloci…”
“Allora aspettiamo questa sera…”
“Scordatelo, non voglio fare la stessa fine di ieri”
E invece penso proprio che dovrà farla visto che qualcuno si è messo a bussare alla porta, ma a quanto pare non ha nessuna intenzione di staccarsi da me.
Preme il suo viso contro il mio e le sue mani arrivano velocemente al bottone dei jeans, sembra proprio che non gliene importi nulla della persona che continua a bussare imperterrita alla porta; lo avvicino a me stringendo le gambe intorno alla sua vita, gli accarezzo il collo senza lasciare le sue labbra.
“Finitela di pomiciare e venite da me. ORA!”
Appoggia la fronte sulla mia e mi guarda sorridendo
“Dobbiamo cogliere il doppio senso della tua frase o interpretarla nel senso letterario?”
Che idiota.
Gli accarezzo una guancia e torno a baciarlo.
“È meglio se andiamo…”
“Già…”
Un ultimo bacio e ci avviamo alla porta.
“Alla buon’ora, andiamo dobbiamo lavorare…”
Ci incamminiamo lungo un corridoio che non ho mai visto, arriviamo davanti a una porta e questa si apre da sola, entriamo in una stanza con quattro sedie e una era occupata
“Rachel che bello vederti qui!”
Finalmente posso parlare con la mia amica era da un po’ di tempo che non ci vedevamo, ma adesso possiamo recuperare il tempo perso.
Mi siedo accanto a lei con l’intenzione di farmi una bella chiacchierata, quando improvvisamente mi vedo penzolare davanti alla faccia un paio di scarpe da ballo.
“Non siete qui a fare salotto…”
“Come sei noioso Simon…abbiamo tempo, non devi mettere fretta ogni volta!”
Heiji annuisce in segno di approvazione, posso immaginare a cosa si riferisce, che pervertito.
“Ti ho gentilmente invitata nel mio territorio, affinché insegnassi la tua arte a loro due, non per chiacchierare amorevolmente con la tua cara amica, quello potete farlo anche a casa a condizione che qualcuno non le stia sempre appiccicato come una cozza…”
Sprofondo nella sedia imbarazzata, anche se siamo noi quattro parlare di queste cose mi imbarazza, anche se Heiji non è della stessa idea visto che è scoppiato a ridere.
“Cosa ridi idiota! Se non ti scolli rischio di non avere più una vita sociale!”
Viene a sedersi accanto a me e mi circonda le spalle con un braccio
“Sono io la tua vita sociale!”
“Ma smettila! Allora cosa dobbiamo fare?”
“Lezioni di ballo…”
Risponde Rachel, alzandosi dalla sedia.
“Cosa?”
Heiji rimane sbigottito e tutti e tre lo guardiamo male.
Certo pensava di frequentare un corso di ballo, per di più avanzato, senza nemmeno muovere un passo.
Poveretto.
“Sei vuoi fare una pessima figuraccia fa pure tanto non mi pagano per fare questo…”
“Io ti pago in natura, non c’è pagamento migliore!”
Ecco che iniziano, penso che questa discussione sarà molto lunga
“Vai al supermercato e prova a pagare la spesa in natura…”
“Se ti dicessi che l’ho già fatto mi faresti fuori, quindi lo farò e ti dimostrerò che ho ragione!”
“Ok adesso basta! Questa discussione sta degenerando, cosa dobbiamo fare?”
Caspita, Heiji che si rende utile in qualcosa mi stupisce.
Complimenti ha evitato una discussione infinita.
“Io ti faccio vedere dei passi, tu li esegui e se non capisci qualcosa me lo dici…”
“E lei?”
“Lei sa ballare…”
Si gira verso di me con la bocca spalancata, gli metto una mano sotto il mento e gli faccio chiudere la bocca.
Pensavo che lo sapesse, a quanto pare mi sono dimenticata di dirglielo, beh non era un’informazione poi così importante.
“E da quando?”
“A Washington ho seguito un corso…me la cavo…”
“C’è qualcosa che non sai fare? A parte un pasto completo…”
“Si…insegnarti a smettere di dire idiozie!”
Scoppiamo tutti a ridere tranne lui.
Si è offeso, ma la cosa non mi tocca più di tanto.
Mi cambio le scarpe e mi metto in piedi di fronte a lui porgendogli la mano.
“Muovi il culo Hattori…dobbiamo darci una mossa visto che tu non sai nemmeno da che parte incominciare..”
Afferra la mia mano stringendola con troppa enfasi
“Sempre simpatica…”
Mi sorride sarcastica e lascia la presa sulla mia mano.
Benedetta ragazza, non la capirò mai.
“Allora il passo base è semplice: sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra, destra”
Certo facilissimo loro la fanno tanto facile perché sono capaci.
Mi soffermo a guardare quello che ho davanti, è uno spettacolo davvero interessante.
Chi se ne frega dei passi quando ho due culi danzanti che mi ballano sotto al naso.
“Hattori smettila di guadarci il culo e balla!”
Peccato, maledetti specchi…
“Hattori ma cosa fai, ti sembra un comportamento adeguato?”
“Simon la stessa cosa vale per te…piuttosto renditi utile e fai partire la musica!”
“Agli ordini mia cara SS!”
Ma che schifo di musica è? Non ho mai sentito niente di più noioso.
Le uniche canzoni che ho sentito in vita mia in spagnolo sono quelle di Pitbull, quelle si che hanno significati profondi!
“Il ritmo è un, due tre, pausa, cinque, sei, sette, pausa”
E il quattro e l’otto che fine hanno fatto?
Questi ballerini sono proprio strani, ma non lo saranno mai quanto questo schifo di musica!
Guardo Sarah ballare e mi rendo conto che è veramente brava, mi avvicinerei per toccarla, ma non vorrei mai scatenare la sua ira funesta.
“Ma lo sai che hai proprio un bel culo?”
Continua a ballare, senza girarsi, si porta solo un braccio dietro la schiena, mostrandomi il dito medio.
“Sempre molto fine!”
Mi fa la linguaccia attraverso lo specchio.
È una ragazza da sposare, quasi quasi se questa missione va bene glielo chiedo!
Involontariamente inizio a muovere i piedi a tempo di musica.
È vero, non è poi così difficile se lo sai fare.
Ma in ogni caso rimane una palla unica.
“Bene adesso che hai imparato passo base, puoi passare alle figure!”
Ma in che lingua sta parlando?
Che cosa sono le figure, le uniche che conosco sono quelle che si studiano in geometria e basta.
“Figure?”
“Se devo spiegarti anche la parte teorica non ci muoveremo più…Simon puoi darmi una mano?”
“Anche due, sono qui apposta per te!”
“Si si…allora mano sinistra sul fianco e la destra stringe la mano della donna”
Fin qui ci arrivo anch’io.
Faccio come mi è stato detto ma Sarah scuote la testa
“Non mi devi stare appiccicato, allontanati un po’…”
“La prima figura si chiama setenta: due tempi di passo base e poi un due tre al cinque l’accompagni verso di te, tu ti devi spostare, sei e sette vi scambiate di posto, di nuovo un due tre alzi il braccio destro e cinque sei e sette la fai passare sotto, un due tre vi scambiate ancora di posto e la fai passare sotto al braccio. Vedi che le braccia sono incrociate?”
Annuisco poco convinto, vedendo quel groviglio che hanno creato.
Cuds mi deve spiegare un po’ di cose.
“Le porgi la mano destra e la fai passare di fronte a te, le fai fare un mezzo giro così e a questo punto siete con le mani parallele, la fai passare alle tue spalle, mezzo giro e passo base.”
Se le dicessi che sono rimasto ai due tempi di passo base si arrabbierebbe?
Penso proprio di si.
“Adesso provate voi!”
Sono po’ terrorizzato e Sarah se ne accorge si mette in posizione e si avvicina al mio orecchio
“Guido io, però fa finta che sia il contrario…”
Con lei è tutto più facile.
E poi è così brava, non l’avrei mai immaginato, mi ricorda quel sogno che avevo fatto qualche mese fa, stavamo ballando proprio come in questo momento, solo che nel sogno aveva una faccia strafottente, adesso , invece, è seria è concentrata, si vede che sa quello che sta facendo.
Nella seconda parte della figura, riesco perfino a guidarla io e la continuiamo a ripetere anche con la musica, fino a quando Rachel ci dice di fermarsi.
“Bravo, anche se all’inizio ha guidato Sarah, sei stato in grado di riprendere in mano la situazione, forse non sarà un’impresa così ardua come pensavo!”
Infatti non lo è stata ho imparato cinque figure, il problema è che non mi ricordo più come si chiamano, però le so eseguire.
“Se ogni tanto ti cade la mano tu palpala senza farti troppi problemi tanto non se ne accorge!”
“Taci tu, mica ti ho detto che puoi parlare, devi solo usare le mani!”
In effetti, ogni tanto la mano mi è caduta però non ho fatto niente, questo vuol dire che la prossima volta ne approfitterò, tanto è Sarah, la palpo tutti i giorni!
“Penso proprio che entro settimana prossima sarai in grado di frequentare quel corso senza troppe difficolta, per oggi basta!”
Certo che Rachel è una bravissima insegnante, ho capito tutto quello che ha spiegato, non è poi così cattiva come dice Simon, almeno quando è tranquilla non lo è, quando si arrabbia non saprei, e soprattutto non ci tengo a scoprirlo…
Ho visto la soddisfazione sul viso di Sarah quando abbiamo finito la nostra ‘lezione’, era soddisfatta di me.
Finalmente siamo a casa non ho più le forze per muovere un passo, sono sul divano con Sarah completamente spalmata addosso che mi fa le coccole
“Sei stato bravo! Pensa che tra una settimana dovremo fare cose molto più difficili!”
“Visto che ci sarai tu con me sembreranno facilissime!”
“Ti prego Heiji, non ho mai avuto carie in vita mia, non vorrei mai iniziare ad averle adesso…”
“Sei il mio limone preferito!”
“Magari adesso vuoi anche una bella limonata come ricompensa…”
“Non mi dispiacerebbe!”
“Vado a vedere se ce n’è in frigo allora!”
Fa per alzarsi ma la blocco, riportandola sulle mie gambe
“Scema…”
“Buona notte Heiji!”
Mi da un bacio sulla guancia e se ne va, lasciandomi solo sul divano.
Quindi quando aveva detto che mi avrebbe lasciato in bianco più spesso, diceva sul serio…
Ecco che il giorno tanto atteso è arrivato.
Controllo un’ultima volta la borsa per accertarmi di aver preso tutto, guardo l’orologio che ho al polso, sono in ritardo, ormai potrebbero arrivare da un momento all’altro, infatti il campanello della porta sta suonando.
Scendo al piano di sotto per aprire ma Heiji mi ha preceduta.
“Scusate per il ritardo ma c’è stato un contrattempo…”
“E che contrattempo!”
“Non importa…avete portato tutto?”
Ci dirigiamo in soggiorno e Rachel tira fuori alcune scatolette dalla borsa, da quella più grande tira fuori una collana
“Questa era l’unica modificabile, il ciondolo ha una perla e l’ho potuta sostituire con un’altra contenente una videocamera!”
Me la passa e l’osservo, beh un ciondolo a forma di cuore non è proprio nel mio stile, però mi devo accontentare.
“Un cuoricino? Ahahah non è proprio il tuo genere Sarah!”
“Taci Hattori…preferisci metterla te?”
Fortunatamente ho il dono di zittirlo con poche parole, infatti distoglie subito lo sguardo senza dire mezza parola, forse sto iniziando ad addomesticarlo, ma ho ancora tanta strada da fare prima di fargli raggiungere la perfezione…
“Il microfono non sapevo dove metterlo, quindi dovrai metterlo da qualche parte nei tuoi vestiti, e non si deve vedere…”
“Mettilo nel reggiseno lì non ci mette le mani nessuno, a parte Hattori!”
“Ormai non ci metto più le mani nemmeno io…”
“No! Perché fai questo al mio amico?”
“Ma ti vuoi fare gli affaracci tuoi?”
Meno male che c’è Rachel, altrimenti non saremmo più usciti da questa discussione, prendo il microfono e lo posiziono dove mi è stato, gentilmente, suggerito
“Per favore non fate giochini sconci, perché noi vediamo e sentiamo tutto attraverso questi aggeggi…”
Rimango con la collana a mezz’aria e lo guardo interdetta.
Lo sa benissimo che non facciamo niente da una settimana, perché sono sicura che gli ha raccontato per filo e per segno la nostra discussione.
Sono stata chiarissima, non avremmo più avuto nessun contatto fisico fino alla fine della missione.
“Gli auricolari sapete dove vanno messi quindi non avete bisogno del mio aiuto.”
Questa è la seconda missione che affronto in vita mia, solo che questa volta non devo fare fuori nessuno.
Spero che questa, a differenza della prima, vada bene, non ho molta dimestichezza in queste situazioni alla fine finisco sempre con combinare qualcosa che manda tutto all’aria.
“Allora la tua missione è quella di entrare nelle grazie del caro maestro…”
“Senza entrare nel suo letto!”
“…grazie Hattori per la precisazione. Comunque stavo dicendo, il tuo obbiettivo è quello di entrare nelle sue grazie, ovviamente evitando di entrare nel suo letto, per il bene mentale del caro Hattori! Devi riuscire a scoprire tutto quello che tiene nascosto, dalla sua vita privata alle minime sfaccettature della sua carriera.”
“Ma è impossibile…”
“Se ti abbiamo affidato la missione ci sarà un motivo no? Ce la farai!”
Perfetto devo fare la gattamorta con uno sconosciuto, rischiando addirittura di rimanerci secca, evviva, ora come ora mi sta passando la voglia, me ne rimarrei volentieri a casa, a recuperare questa settimana passata in bianco.
Simon guarda l’orologio e si alza dal divano
“È meglio se iniziate ad avviarvi, noi vi osserveremo da casa. Tutti gli altri uomini sono già sul posto, sia all’interno che all’esterno dell’edificio, inoltre abbiamo organizzato una squadra che alla fine dei corsi seguirà l’obbiettivo a casa. Noi andiamo in bocca al lupo e date il meglio di voi!”
“In bocca al lupo ragazzi! Vedrete che andrà tutto bene!”
“Crepi…vi terremo aggiornati!”
Li accompagniamo alla porta e poi vado a prendere la mia borsa, mi metto il cappotto e usciamo di casa.
“Sai dov’è questa benedetta scuola?”
“Ho impostato l’indirizzo sul navigatore!”
“Ma che brava la mia Sarah!”
Idiota, quando ci si mette è davvero irrecuperabile.
Tanto lo so che ce l’ha a morte con me, è inutile che fa tanto lo splendido; cosa crede che a me non scoccia questa situazione?
Lo so che ho sbagliato, ho detto una cretinata di dimensioni colossali e me ne pento amaramente, ma che ci posso fare?
Volevo avere la mente sgombra per la missione, invece mi ritrovo incavolata nera e con gli ormoni in subbuglio, potrei saltargli addosso da un momento all’altro.
Siamo fermi al semaforo, tiene gli occhi sulla strada e le mani strette sul volante si sta trattenendo, i miei complimenti, vuole fare l’uomo maturo, e io che mi sono messa il cappotto corto apposta per questa gradevole gitarella fuori porta.
Mi sistemo sul sedile, alzando un po’ il vestito, facendo vedere la balza in pizzo delle calze.
Ovviamente gli cade l’occhio poco prima che scattasse il verde, e un sorriso compiaciuto fa capolinea sul mio volto e poco dopo anche sul suo.
“Indosserai quel vestito per la lezione?”
“Certo che no…ho preparato qualcosa di più pratico.”
Finalmente arriviamo nella via della scuola ma siccome è a senso unico dobbiamo fare il giretto dell’isolato ed entrare dall’altra parte della via, parcheggiamo vicino al parchetto che c’è di fronte alla scuola, siamo in anticipo e rimanere qui in macchina con lui mi fa ribollire il sangue.
“Sarah…”
“Uhm!?”
“…non riesco più a trattenermi…”
“Non sei l’unico…”
Appoggia una mano sul mio ginocchio e lentamente la fa risalire sulla gamba fino alla coscia, trattengo il respiro, non posso eccitarmi solo per questo…
…e invece si che posso, cazzo se posso, in un secondo si è slacciato la cintura di sicurezza e adesso mi è quasi completamente addosso, ho il cappotto mezzo slacciato e vestito completamente tirato su.
Come mi era mancato averlo a contatto con il mio corpo
“Ehm…ehm…scusate ma noi non vogliamo assistere a un film porno!”
Heiji è un idiota!
Chi gli ha detto di slacciarmi il cappotto, scoprendo così la collana?
“Ma un po’ di intimità?”
“Togli la faccia dalle sue tette e iniziate ad entrare, manca un quarto d’ora…”
Che figura di merda, solo a noi possono succedere certe cose, questo significa avere una relazione con Heiji Hattori, sempre se così si può chiamare.
“E se noi diventassimo qualcosa di più dell’essere amici? Tipo fidanzati?”
Non so proprio cos’è cambiato da quel giorno.
Anzi lo so non è cambiato proprio un bel niente.
“Prima di entrare voglio dirti solo una cosa caro Simon…”
“Ti ascolto!”
“Adesso mi tolgo la collana, e quando uscirò dallo spogliatoio la rimetterò…”
“Perché?”
“Perché sicuramente ti metteresti a guardare e non è giusto nei confronti delle donne che sono lì dentro…”
“Va bene va bene…questo spirito femminista non lo capisco proprio…”
Mi sfilo la collana e la metto nella tasca del cappotto.
Prendo la borsa ed esco dalla macchina seguita da Hattori.
Entriamo nella scuola e rimaniamo a bocca aperta, le pareti sono gialline, decorate da scritte in spagnolo e vicino all’entrata c’è la reception, inizio a guardarmi intorno quando una voce, alquanto fastidiosa, attira la mia attenzione
“Ciao sono Isabel , posso esserti d’aiuto?”
Mi giro di scatto e vedo una moretta che fa gli occhioni dolci a Heiji e lui, da perfetto imbecille, è stravaccato sul bancone con la bava alla bocca.
“Si, ho proprio bisogno del tuo aiuto…”
“Sei nuovo vero? Allora dammi tutti i tuoi dati così possiamo fare l’iscrizione!”
Penso che le farò molto male se continua così!
Improvvisamente mi sento tirare per un braccio e mi ritrovo faccia a faccia con la gallina.
“Ci ha pensato lei all’iscrizione…”
A si? E da quando in qua sono diventata lei?
Andiamo sempre meglio, questa me la pagherai caro Hattori.
“Allora dobbiamo solo fare le tessere….puoi darmi i nomi?”
Quel suo sorrisino falso mi fa innervosire, ma la cosa che mi fa imbestialire più di tutte è il fatto che non toglie gli occhi di dosso da quell’idiota.
Ma come si permette?
Cosa pensa di fare questa qui, non ha nessun diritto su di lui!
“Samantha James, mentre lui è…..”
Oddio non mi ricordo più come si chiama.
Mi sono distratta un attimo e adesso non ricordo più nulla, ho un vuoto in testa assurdo.
“Seth Law”
Giusto, meno male che stanno ascoltando tutto almeno possono aiutarmi in situazioni come queste.
Ho rischiato grosso, bene iniziamo alla grande!
“Potresti darmi la documentazione inerente all’iscrizione..”
Prendo le varie scartoffie e le sbatto ‘elegantemente’ sul bancone, tanto lei non si è accorta di niente, visto che guarda solamente cose che non dovrebbe guardare.
“Benissimo a fine lezione vi darò le vostre tessere!”
Mi incammino verso lo spogliatoio senza degnarla di uno sguardo.
“Vai in bagno ORA!”
Faccio come mi ha detto Rachel e chiudo la porta a chiave
“Cos’è successo? Perché appena sono arrivata ho sentito dire che non ti ricordavi più i nomi?”
Tiro fuori la collana e la piazzo davanti alla mia faccia
“Quell’imbecille di Heiji ha fatto il cascamorto con quella della reception, mi ha chiamata lei e quella lì non gli toglieva gli occhi di dosso. Mentre ero lì, ad assistere a quella scena pietosa, l’unica cosa che avevo in mente era quella di prendere la pistola e farle un buco in testa!”
“Va bene, ho capito, a lei ci penseremo dopo tu però, adesso, ti devi concentrare sulla missione, quando tutto sarà finito potrai farle quello che vuoi e ovviamente avrai il mio aiuto!”
“Grazie sei un’amica!”
“Figurati! Adesso va’ a cambiarti e stendi tutti!”
“D’accordo!”
Esco dal bagno e mi cambio, dopo aver sistemato tutte le mie cose metto la collana ed esco dallo spogliatoio e chi mi ritrovo davanti?
Ovviamente Heiji.
“Ciao Samantha!”
“Ciao coglione!”
Dall’auricolare arrivano grasse risate e io sorrido soddisfatta.
Sarah 1 Heiji 0.
Anche lui ha sentito la conversazione, tanto meglio, almeno ha capito che il suo comportamento mi ha dato fastidio, quindi deve comportarsi bene, altrimenti mi toccherà castigarlo!
La lezione dovrebbe iniziare a minuti però non si vede ancora nessuno, così ne approfittiamo per fare un giro di perlustrazione.
I muri sono pieni di fotografie ovviamente sue, alcune con il gruppo per il resto è lui il soggetto principale.
C’è da dire che è un gran bell’uomo, ha tutte le cose apposto ma ovviamente aspetterò di incontrarlo di persona per giudicare.
“Sembra un monumento autocelebrativo, penso che al mondo non ci sia nessuno più narcisista di lui!”
In effetti ha ragione, perfino le porte non sono normali, c’è una sua foto su ogni porta a grandezza naturale, questo è fuori di testa non c’è niente da fare.
“Va’ a vedere dove ci sono le coppe e dimmi che data ha la più vecchia…”
Faccio come mi è stato detto e vado verso le coppe, ce ne sono di tutti i tipi, incredibile, sono pieni di riconoscimenti e trofei, devono essere molto bravi se sono così riconosciuti a livello internazionale.
“La più vecchia è datata 2005”
“Quindi questo è da sei anni che è a piede libero…”
“No…sono undici, il gruppo è nato nel 2000.”
“Dobbiamo andare…è arrivato!”
“La missione Alvarez entra nel vivo adesso!”
Entro nella sala seguita da Heiji e ci piazziamo infondo in un punto dove possiamo osservare tutto.
La sala è ampia e ha una porta che da sulla strada, ovviamente anche qui ci sono delle sue foto e alcuni disegni fatti da dei bambini, saranno sicuramente da parte dei suoi alunni più piccoli.
Lo osservo con attenzione, avevo visto bene è un bell’uomo, i suoi trentatré anni se li porta alla grande e il suo fisico è a dir poco perfetto.
“Bene io sono Ferdinando, alcuni di voi mi conoscono già altri no, ma ovviamente avremo tempo fino a giugno per conoscerci meglio! Per questo secondo quadrimestre voglio creare una coreografia da portare al saggio di fine anno, non sarà semplice come quella dell’anno scorso, quindi pretendo il massimo impegno da ognuno di voi! Direi di incominciare con il riscaldamento, qualche pasistos e poi il ripasso delle figure, così giusto per carburare dopo queste vacanze natalizie. Vi ricordo inoltre che dopo domani ci sarà la festa di capodanno nella nostra discoteca, per qualsiasi informazione chiedete pure a Isa!”
Ha pure una discoteca ma quanto guadagna per mantenere tutto questo?
I pasitos sono semplici, principalmente sono quelli che abbiamo provato con Rachel settimana prossima, almeno Heiji non ha problemi, anche le figure non sono poi così difficili, solo però ha avuto qualche difficoltà in più.
A un quarto d’ora dalla fine spegne la musica e si piazza al centro della sala, guardando tutti, la sua ballerina è uscita salutando chissà perché se n’è andata, come vorrei seguirla…
“La ragazza con i capelli castani…”
Tutte iniziano a scalpitare, è dall’inizio della lezione che non fanno altro che sbavargli dietro, alcune sbagliavano di proposito per farsi mettere le mani addosso da lui.
Fortunatamente la mia Sarah non è così.
Non può nemmeno immaginare quanto ho apprezzato la sua scenata di gelosia, temevo che non fosse in grado di ingelosirsi però oggi ne ho avuto la conferma.
“La ragazza nuova, quella con i capelli lunghi là infondo!”
Si avvicina a noi e prende Sarah per mano.
Ma come si permette?
“Puoi venire al centro un attimo? È da quando abbiamo iniziato che ti osservo, mi servi un attimo!”
Lei mi guarda e le faccio un cenno con la testa, così va al centro della sala con lui.
“Fate un semi cerchio e osservate con attenzione…ti chiami?”
“Samantha…”
“Samantha, bel nome…allora Samantha puoi far vedere i pasitos che abbiamo fatto all’inizio per favore?”
“Certo…”
Inizia a fare quello che l’è stato detto quando improvvisamente questo maestro da quattro soldi si inginocchia davanti a lei prendendola per i fianchi.
“Donne vedete come li muove bene? Adesso facciamo l’ultima figura e fermati quando te lo dico”
Ovviamente proprio nella posizione più ambigua doveva fermarsi mi sembra ovvio.
Ha il braccio intorno alla sua vita e l’altro sulla coscia, non mi ricordavo che in questo punto le mani dovessero essere così
“Guardate com’è dritta la gamba e il bacino com’è posizionato bene, uomini dovete formare una specie di esse con il vostro corpo in modo che la donna possa adagiarsi con le linee del suo, deve aderire perfettamente, se no la figura viene male…adesso il passo successivo…”
Vederla avvinghiata a un perfetto estraneo mi fa salire il nervoso alle stelle, ma come si permette di toccarla così adesso gli spezzo qualcosa!
“Ma hai visto che culo che ha?”
“Ma perché le tette? Meno male che è arrivata lei a portare una ventata d’aria fresca in questo corso!”
Adesso basta!
Penso che abbiano visto abbastanza, non devono permettersi di fare altri commenti sul suo corpo.
Mi avvicino e la prendo per un braccio, per poco non perde l’equilibrio così la tengo con tutte e due le braccia.
“Usa la tua ballerina per fare queste dimostrazioni!”
“E tu chi sei? Suo fratello?”
“No, sono il suo fidanzato!”
“La lezione è finita, ci vediamo settimana prossima!”
Sarah mi guarda con una faccia stupita, come tutti gli altri presenti.
La prendo per mano e la trascino fuori dalla sala, fino agli spogliatoi.
“Tu sei fuori di testa!”
“Certi spettacoli mi innervosiscono!”
“Ma…”
Non sopporterei una parola di più, la spingo verso il muro e la bacio sotto gli occhi di tutti.
Se non si fosse ancora capito lei è mia, nessuno ha il diritto di guardarla e tanto meno di toccarla.
“Cambiati ce ne torniamo a casa…”
Entra a testa bassa nello spogliatoio, e io l’aspetto fuori, appena lei entra, dalla sala esce Ferdinando, la voglia di prenderlo a botte è alta ma non posso farlo altrimenti manderei tutto all’aria, stringo i pugni e guardo da un’altra parte.
“E così è la tua ragazza…niente male davvero. Attento però perché da un giorno all’altro potrebbe anche spiccare il volo e lasciarti solo!”
Se ne va senza nemmeno lasciarmi la possibilità di replicare.
Ma chi si crede di essere?
Appena lo sbatterò in galera lo riempirò di botte fino a quando non gli farò sputare sangue, ci deve solo provare a toccare ancora la mia donna.
“Con chi stavi parlando?”
“Lascia perdere, andiamo!”
La prendo per un braccio e la trascino fuori fino alla macchina.
Metà tragitto la passiamo in silenzio, è lei che inizia a parlare senza guardarmi in faccia, ha il viso rivolto al finestrino.
“Mi hai sorpresa…non mi sarei mai aspettata da parte tua una reazione simile…”
“Perché scusa?”
“In una situazione del genere mi sarei aspettata una reazione in stile uomo cavernicolo: ‘giù le mani mia donna io suo uomo augh’. Invece mi ha fatto piacere, mi sono sentita importante!”
Vedo il suo riflesso nel finestrino sta sorridendo.

Oh her eyes her eyes
Make the stars look like they're not shining.
Her hair , her hair
falls perfectly without her trying
She's so beautiful and I tell her every day

“Ahahah ma cosa c’entra augh? Quelli sono gli indiani, non i cavernicoli!”
“Pff è la stessa cosa, non fare tanto il saputello!”
“Non è la stessa cosa! Sono periodi differenti!”
“Uffa! Vuoi una sberla?”
Parcheggio la macchina nel vialetto di casa e mi giro verso di lei.
“Si! Voglio essere punito da te!”
“Hattori non istigarmi alla violenza! Lo sai che poi ti faccio male…”
“Provaci…”
Le prendo un polso e la tiro verso di me
“…hai tolto tutti quegli aggeggi?”
“Sono in borsa. E con questo cosa vorresti insinuare?”
“Che puoi punirmi senza essere scoperta!”
“In macchina?”
“E allora? Tanto è grande…”
Si morde il labbro inferiore guardandomi, quando fa così mi fa perdere il controllo, si toglie il cappotto e lo lancia sui sedili posteriori.
“Ti sto viziando troppo, non va bene!”
“Ma smettila!”
La trascino su di me e faccio andare indietro il sedile
‎"Aah ma non lo sapevo che il Mercedes avesse i sedili reclinabili"
"Adesso che lo sai cambia qualcosa?"
"Uhm...no..."
"Attenta a non far suonare il clacson con quel culo che ti ritrovi...se quello osa ancora una volta metterti le mani addosso gli spacco la faccia!"
"Non fare il violento se ci scoprono salta tutto...e poi anche se suono il clacson che succede?"
“Svegli i vicini!”
“Perché secondo te stanno dormendo?”
“Non lo so…vuoi andare a controllare?”
“No, magari la prossima volta!”
È una settimana che non lo facciamo e lei deve perdere tempo così, non è possibile, io sto impazzendo perché lei è così tranquilla?
“Sarah ti prego…già sei in una posizione ambigua se non ti dai una mossa entro due secondi ti butto sui sedili posteriori…”
Appoggia il gomito sul mio petto e mi guarda
“E poi che faresti?”
“Ti scongiuro mi stai schiacciando…lo sai cosa farei quindi fallo tu e basta!”
“Se qualcuno ci dovesse vedere te la farò pagare fino alla fine dei tuoi giorni!”
Ma chi ci deve vedere, quante storie che fa!
Si sfila il vestito e lo mette sul sedile accanto a noi.
Con le punta delle dita le accarezzo i fianchi fino ad arrivare alle gambe, autoreggenti, mi piacciono. Risalgo fino alla schiena alla ricerca del gancetto del reggiseno ma non lo trovo, com’è possibile?
“Imbecille si apre davanti!”
“Reggiseni normali no eh?”
Via il reggiseno.
E subito dopo via tutti i miei vestiti, è stata veloce, meno male.
Via i boxer e via le mut…
Un momento non ha le…oh mamma
“Sorpresa…”
“Sei incredibile!”
“Degno di me no?”
“Già…degno di te! Adesso però fa qualcos’altro degno di te!”
Le sue labbra a contatto con la mia pelle sono qualcosa di assolutamente unico, ecco perché non voglio cederla a nessuno, lei è compatibile solo con me, nessun’altra donna sarebbe in grado di darmi quello che da lei con un semplice bacio.
Io amo questa donna, ormai è un dato di fatto, però ci tengo a ricordarlo, sarebbe crudele da parte mia non ricordarmi quanto sono fortunato, forse dovrei farlo presente anche a lei, però penso che se ne renda conto da sola.
Vorrei sapere perché è dolce solo quando facciamo l’amore, perché?
Non riesco a trovare una ragione, eppure ci dev’essere, forse non è abbastanza lucida e non si rende conto di cosa fa e cosa dice?
Le prendo una ciocca di capelli e l’annuso adoro il suo shampoo ha un odore dolce e delicato, proprio come lei in questo momento, tiro sul il sedile e le bacio il collo, arrivando all’orecchio.
“Perché ti stai trattenendo? Lo sai che sei una pessima attrice…”
“Perché so che andrai a fare lo spavaldo in giro e questa cosa mi secca!”
“Scusa…prometto che non lo farò più!”

I know, I know
When I compliment her she wont believe me
And it's so, it's so
Sad to think she don't see what I see
But every time she asks me 'Do I look okay?' I say
Si accascia su di me e si rilassa
“Stavo per morire…”
“E tu metti a rischio la vita per questo? So di essere terribilmente eccitante e bravo…”
“Frena sto facendo tutto io!”
“Ah si?”
Ribalto nuovamente il sedile e la porto sotto di me.
“Adesso vedremo…”
Il risultato che ottengo, ovviamente, è lo stesso di quella famosa mattina.
Solo una cosa mi devo ricordare, non usare mai più la macchina, si muove troppo e i vetri si appannano.
“…allora?”
“Sei incredibilmente bravo ed eccitante Heiji Hattori…”
Le sposto la frangetta dalla fronte sudata e la bacio sorridendo, aveva forse qualche dubbio a riguardo?
Penso proprio di no.
“Heiji sto soffocando…tiriamo giù i finestrini e poi guarda si sono appannati tutti i vetri, se qualcuno dovesse passare penserebbe male…”
“Non avrebbe torto a pensare male…”
Tiro giù i finestrini e iniziamo a rivestirci, quando usciamo dalla macchina l’impatto con l’aria fredda della notte è traumatizzante, non so nemmeno che ore sono e domani mattina dobbiamo andare a lavoro.

“Scenate di gelosia a parte, ieri come primo giorno non è andato poi così male. Sarah ha attirato subito l’attenzione e questo è un punto a nostro favore, adesso non ci resta che aspettare la prossima lezione. Ovviamente è scontato che domani sera andremo tutti quanti alla loro festa di capodanno!”
Grandioso, mi toccherà passare l’ultima serata dell’anno in compagnia di quell’individuo.
Già non lo sopporto, figuriamoci quant’è cresciuto il mio odio nei suoi confronti dopo quella piacevole chiacchierata su Sarah dell’altra sera.
“Ci aspetterà una bella serata di merda!”
“Lo sappiamo che non lo sopporti, trova una persona qui dentro che la pensa in maniera differente da te…”
Non ha tutti i torti però ha fatto apprezzamenti sulla mia ragazza, mica sulla sua…
Vorrei proprio vederlo al mio posto.
“Ehm…ragazzi abbiamo un problema!”
“Che succede?”
“Mi è appena arrivato un messaggio…da Ferdinando…vuole vedermi questo pomeriggio…”
Questo non ama molto la sua vita, si vede…
“Non andarci!”
“Vai!”
“Non ci voglio andare!”
“Non sarai da sola, noi ti guarderemo da una postazione vicino a casa sua, e inoltre ci sarà anche la squadra che ieri sera l’ha inseguito, portati la pistola e nel caso in cui le cose dovessero mettersi male interverremo noi! Giusto Hattori?”
“In verità ho appena detto che secondo me non ci deve andare…”
Non ci deve andare, sento che le cose potrebbero andar male, ho questo brutto presentimento.
È un assassino fuori di testa, potrebbe farle qualsiasi cosa e nonostante sia una ragazza forte, non potrebbe fare niente contro di lui.
“Va bene…”
Come va bene?
Non può andarci, si esporrebbe troppo è un rischio troppo grande per lei.
“A che ora devi essere lì?”
“Alle tre e mezza…”

When I see your face
There's not a thing that I would change
Cause your'e amazing
Just the way you are
And when you smile
The whole world stops and stares for a while
'Cause girl you're amazing
Just the way you are

Usciamo dall’ufficio di Simon senza dirci una parola.
È sbiancata e ha lo sguardo assente.
Appena entriamo nel mio ufficio si butta sulla sedia distendendo le gambe.
“Heiji ho paura…”
Mi inginocchio davanti a lei e le prendo le mani, devo darle fiducia, non posso farle capire che anch’io ho paura.
“Andrà tutto bene tranquilla. Noi saremo lì, pronti ad intervenire…”
“Perché così in fretta?”
Perché ce l’ha con me, ecco cosa intendeva ieri…
Ma me la pagherà, se solo oserà torcerle un capello dovrà vedersela con me!
“Perché è un criminale. Non si fanno tanti scrupoli quando si tratta di queste cose…”
“Pensi che morirò?”
“Non dirlo neanche per scherzo…”
Si abbassa su di me e scoppia a piangere.
Non mi ricordo quand’è stata l’ultima volta in cui l’ho vista piangere, però mi fa stare male vederla così.
Le accarezzo i capelli e la trascino con me sul pavimento.
Si me la pagherà in qualsiasi caso.
Anche se tornerà a casa con un’unghia rotta dovrà vedersela con me.

È incredibile come il tempo passi velocemente.
Sono le tre e mezza e mi trovo davanti alla porta di casa sua.
Non ho mai avuto così tanta paura in tutta la mia vita, prima di suonare il campanello faccio un lungo respiro.
La porta si apre e un Ferdinando raggiante mi invita ad entrare.
“Che bello rivederti! Soprattutto dopo così poco tempo!”
Mi fa accomodare sul divano e lui si siede sulla poltrona accanto.
“Vuoi qualcosa da bere?”
“No grazie…”
Meglio evitare qualsiasi cosa da parte sua, potrebbe metterci dentro di tutto.
Appoggio la borsa sul pavimento e apro i bottoni del cappotto, spero con tutto il cuore che sia una cosa breve, non vedo l’ora di tornare a casa.
“Come vuoi…comunque ti ho invitata qui perché voglio farti una proposta che non puoi rifiutare. Voglio che quest’estate tu venga con me a Las Vegas come mia ballerina…”
Ecco lo sapevo, vuole farmi fuori.
“Tua ballerina? Non sono così brava!”
“Si che lo sei! Ti ho osservata ieri sera, per gli stage base e intermedi sei perfetta!”
Si alza e viene a sedersi vicino a me, troppo vicino, mi allontano ma lui continua ad avvicinarsi, fino a quando non arrivo dall’altra parte del divano, rimanendo così in trappola.
“Inoltre sei perfetta per tante altre cose…”
Appoggia la mano sulla mia gamba, guardandomi negli occhi.
Mi sto agitando.
“Io ho già il ragazzo…”
“E io ho una moglie…dov’è il problema? Ti voglio solo come amante.”
Ecco dove voleva andare a parare.
Sarah calmati, basta rispondere con educazione e tutto si risolverà.
Il problema è che io non sono mai stata educata con uomo, quindi mi toccherà usare i miei soliti metodi.
Mi alzo di scatto guardandolo fisso negli occhi
“Senti io non so che viaggi ti sei fatto su di me, sappi però che non sono quel tipo di donna, quindi scordatelo non diventerò mai la tua amante e soprattutto non ho intenzione di fare un viaggio con te!”
Prendo la borsa e mi avvio verso la porta, sfortunatamente è più veloce di me e mi blocca, mi afferra le braccia e le porta dietro la schiena, legandole con una corda presa sicuramente dalla tenda, il nodo è ridicolo, ma non faccio niente voglio proprio vedere fino a dove riesce a spingersi.
“Non sei quel tipo di donna? Allora provvederò subito a farti diventare come voglio io!”
Si abbassa su di me e prova a baciarmi.
Gli tiro una testata e mi slego le mani, prendo la pistola e la nascondo sotto la camicia.
“Non cambio per un uomo viscido come te! Sono già cambiata una volta e l’ho fatto per la persona che amo!”
“Oh ma che carina!”
Si alza e si avvicina.
Mica avevano detto che appena la situazione si metteva male sarebbero venuti in mio soccorso?
Alla faccia del tempismo!
A questo punto mi tocca fare tutto da sola.
Mi scaglio contro di lui riempiendolo di calci e pugni, peccato però che non hanno nessun effetto, mi prende un polso e sento il rumore delle ossa infrangersi sotto la sua presa.
Maledetto, lurido schifo.
Meno male che il mio calcio sulle parti basse fa effetto.
Mi ha rotto il polso e adesso dovrà pagarmela.
Tiro fuori la pistola e gliela punto contro.
Ho appena fatto una cazzata grande quanto una casa, adesso tutta la missione andrà a puttane.
“Ma che brava allora tu sei una poliziotta! Allora mi divertirò un mondo!”
Non so come fa, so solo che mi ritrovo sul pavimento schiacciata dal suo corpo con la camicia stracciata.
Ho male alla testa e non sto capendo più niente.
Gli mordo il braccio e mi tiro su, il problema è che ho tacchi perdo l’equilibrio e la caviglia mi cede, fa malissimo.
“Adesso mi hai stancato!”
Mi tira una sberla, un’altra e un’altra ancora, seguita da chissà cos’altro.
Mi fa male l’addome è la testa sta per esplodere, ormai non ce la faccio più cado per terra e lui si fionda su di me.
“H-heiji…”
La porta si spalanca e una decina di uomini capeggiati da Heiji e Simon fanno capolinea nel salotto.
“Fermo FBI”
Mi sento afferrare per la vita e qualcosa di freddo sulla tempia.
È la canna della pistola…
“Fate un altro passo e potrete dire addio alla vostra amichetta!”
Con le ultime forze che mi restano in corpo gli tiro un calcio e mi libero dalla sua presa, provo ad avvicinarmi a Heiji ma qualcosa mi blocca.
Mi ha sparato questo brutto stronzo, mi accascio sul pavimento, quando sento un altro colpo accompagnato dal rumore di vetri infranti.
“È mai possibile che senza di me voi maschietti non riuscite a fare niente?”
È arrivata Rachel, finalmente un attimo di pace.
“Chi ti ha detto di venire? È pericoloso!”
“E lascio morire la mia amica? Ma fammi il piacere!”
Mentre loro incominciano a discutere qualcuno mi prende e inizia a trascinarmi per il salotto, alzo appena la testa per vedere chi è.
Dannazione non posso nemmeno morire in santa pace?
“Mentre voi discutete io e questa signorina andiamo a farci un giro!”
Un altro sparo e io torno sul pavimento, non so quante volte ho sbattuto la testa in questo pomeriggio.
“Ti dichiaro in arresto per omicidio multiplo, occultamento di cadavere, tentata violenza e tentato omicidio a danno di un agente federale!”
Bene ha tentato di far fuori anche uno di loro, è veramente senza scrupoli!
“Portiamola fuori, c’è l’ambulanza…”
Le voci si fanno sempre più lontane e l’ultima cosa che ricordo è il suono delle sirene, finalmente sono passata a miglior vita…

Her lips, her lips
I could kiss them all day if she'd let me
Her laugh, Her laugh
She hates but I think it's so sexy
She's so beautiful and i tell her every day
Oh you know, you know, you know I'd never ask you to change
If perfect is what you're searching for
Then just stay the same
So don't even bother asking if you look okay
You know I say


È da ventiquattro ore che siamo qui dentro e lei non si è ancora svegliata.
Dopo averla lasciata nelle mani dei dottori sono andato a fare una visitina al nostro caro maestro, Sarah si era difesa bene, ma non era niente in confronto a quello che ha subito lei.
La voglia di saltargli addosso e di dargliele di santa ragione era tanta, mi sono trattenuto perché sarebbe stato inutile sporcarsi le mani con quello lì.
Avrà molto tempo per riflettere sulle sue azioni in cella, la giusta punizione per un individuo come lui, ora come ora il mio unico pensiero è Sarah.
Apre gli occhi e li richiude.
“Sono morta…”
Ma cosa sta dicendo?
“…però non pensavo di trovare degli angeli simili ai miei amici. Ho sempre pensato che una volta morta avrei incontrato i miei genitori…”
Simon si avvicina e le prende il polso per controllarle il battito
“Sarah…ci sei?”
“…e non pensavo che in Paradiso ci fosse odore di disinfettante…”
“Dev’essere ancora sotto l’effetto dell’anestesia!”
“…disinfettante purificazione…sono nel purgatorio…allora tu che assomigli a Simon sei Catone…e loro due…Rachel e Heiji…aaah Dante e Virgilio…”
“Sarah mi senti?”
Le controlla la dilatazione delle pupille e la scuote leggermente
“…quando ero al liceo mi avete fatto impazzire…tu con i tuoi viaggi mentali…se Beatrice non te l’ha data ci sarà un motivo, non serve drogarsi…e tu…la disperazione di Titiro e Melibeo…che palle…però la pecorella speranza del gruppo mi è sempre piaciuta…allora Catone cingimi con il ramoscello di giunco a portami verso la salvezza…”
Riempio un bicchiere d’acqua e glielo butto in faccia, non ce la faccio più a sentirla delirare.
“Ma che…”
“Finalmente!”
“…sono viva?”
“Si!”
Mi siedo accanto a lei e le prendo una mano, finalmente si è svegliata, spero solo che abbia finito di delirare.
“Ah…meno male…quindi se sono viva e lui ha il camice…oddio sono incinta?”
Scoppiamo tutti a ridere, l’anestesia sta ancora facendo effetto non c’è che dire
“Non sei incinta, sono venuto a trovarti…però se ci tieni a saperlo hai: un polso rotto, una distorsione alla caviglia destra, la milza semi distrutta, ti hanno tolto un proiettile, che era nelle prossimità del fegato, durante l’operazione inoltre ti hanno fatto una trasfusione perché hai perso un bel po’ di sangue e per finire un bellissimo trauma cranico.”
Ripone la sua cartella clinica e controlla la flebo.
“E questa sensazione di rincoglionimento?”
“L’operazione è avvenuta sotto anestesia totale, dopo di che ti hanno dato degli antidolorifici per endovena, inoltre non ti dimenticare del trauma cranico! Adesso vado a chiamare il dottore così la visita, andiamo Rachel…”
“Io resto qui, tanto devi tornare…”
“Vieni con me così lo troviamo prima!”
La porta fuori così possiamo rimanere soli.
Chiude gli occhi e poi li riapre.
“Ho sete…mi daresti un po’ d’acqua per favore?”
“Certo…”
Le verso dell’acqua in un bicchiere e l’aiuto a bere, a ogni movimento che fa si lamenta per il dolore.
Sono sempre in tempo per tornare indietro e riempirlo di botte.
“Sai…pensavo di essere morta…ho visto mia madre…ha detto che mi stavano aspettando…”
“Vuol dire che non era il tuo momento no?”
“È stato bello…aveva ragione tua madre…le assomiglio…”
Deglutisce e fa un lungo respiro prima di riprendere, non dovrebbe parlare, si è appena svegliata adesso deve solo riposarsi e riprendersi, non deve pensare a nient’altro.
Le accarezzo una guancia e in una frazione di secondo ripenso a tutto quello che abbiamo passato insieme dai momenti belli a quelli meno belli.
Forse è arrivato il momento di farle quella domanda, sicuramente non mi prenderà sul serio e molto probabilmente non capirà niente, però devo farlo.
“Sai dopo tutto quello che è successo in questi giorni ho capito una cosa importante…”
Alza gli occhi al cielo e si sistema nel letto.
Vederla ridotta così mi fa uno strano effetto, pensavo che fosse invincibile e invece non è così, anche lei, se cade, si rompe, come tutte le persone normali.
“E che cos’avresti capito di così importante?”
“Che per me sei fondamentale e che voglio stare con te…mi vuoi sposare?”
“Ma ti sembrano domande da fare ad una persona che è sotto l’effetto di chi sa quale potente droga? Correrei il rischio di risponderti di si contro la mia volontà!”
“Sei davvero astuta, Smith!”
“Hattori, baka…”

When I see your face
There's not a thing that I would change
'Cause you're amazing
Just the way you are
And when you smile
The whole world stops and stares for a while
'Cause girl you're amazing
Just the way you are
 
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Shinichina_93
view post Posted on 26/5/2012, 13:52     +1   -1




Alla fine ce l'ho fatta.
Ho iniziato a scrivere una nuova parte, anche se non so dire quando potrò aggiornare.

Every breath you take
Mi stiracchio e arriccio il naso.
Sento i raggi caldi del sole sul mio viso, questo vuol dire che ieri sera Heiji non ha chiuso le persiane, è sempre il solito, non gli si può chiedere mai un favore. tengo gli occhi chiusi e muovo la mano, finalmente libera dal gesso, sull'altra parte del letto. Sono passati due mesi da quella ''piacevole'' avventura. Non dimenticherò mai quel pomeriggio, avevo rischiato parecchio, fortunatamente ne sono uscita con qualche osso rotto e un gran mal di testa.
Ovviamente dopo quell'incidente, non è stato per niente facile scrollarmi di dosso Heiji.
Non mi ha lasciato nemmeno un momento per respirare, alla faccia del riposo.
"Sarah ti serve qualcosa? Sarah ti fa male da qualche parte? Sarah hai bisogno di aiuto? Sarah vuoi che vada a comprarti qualcosa?''
Ovviamente ne ho approfittato per un po', ma poi mi sono stufata di tutta questa sua disponibilità.
Tocco il letto, è tiepido, ma Heiji non c'è.
Sorrido, continuando a tenere gli occhi chiusi.
Anche questa mattina si fa la colazione a letto.
Quanto mi piace il mio Heiji.
Certo che quella botta in testa, o meglio, quelle svariate botte in testa, devono essere state proprio forti, devo fare qualcosa per recuperare la mia stronzaggine, non mi riconosco più.
Lo sento salire le scale, mi ricompongo e torno a dormire.
Ultimamente riesce a non rompere più niente, all'inizio c'erano giorni in cui rovesciava l'intero vassoio mentre saliva le scale, un'altra volta ha rovesciato le tazze sul letto e per poco non mi centrava in pieno.
Meno male che ha fatto progressi.
Ecco che appoggia il vassoio sul materasso ed ecco lui, spero solo che non si sieda sulla mia caviglia, altrimenti lo castro.
Nonostante stia iniziando a guarire, la caviglia mi fa ancora male, il dottore ha detto che c'è stato il danneggiamento di un tendine a quanto pare si tiene legato ad un filo e alla prossima botta che prenderò si spaccherà, e io mi dovrò operare, quindi devo fare molta attenzione, perchè non ho nessuna voglia di finire sotto i ferri, piuttosto mi faccio monaca.
Sento aria calda sul collo, mi appiattisco, maggiormente, contro il materasso e poi eccola li: la sua mano tra i miei capelli.
Tiro su col naso e mugugno qualcosa di incomprensibile perfino per me, apro e chiudo la bocca diverse volte, non ho voglia di svegliarmi, sto così bene con gli occhi chiusi, tra l'altro ho ancora sonno, quindi non mi dispiacerebbe dormire ancora un'oretta o due.
"Ti ho portato la colazione a letto, dai lo so che sei sveglia, se non vuoi che finisca tutto nel mio stomaco faresti bene a girarti, altrimenti mangerò tutto io."
Apro di scatto gli occhi, non se ne parla proprio, ho fame pretendo la mia parte di colazione, non si deve permettere di toccarla nemmeno con lo sguardo, anzi non può nemmeno annusarla.
Mi metto seduta e tiro tutto il lenzuolo e le coperte verso di me, fa troppo freddo in questa stanza, alla faccia del sole, siamo a febbraio mica a giugno.
"Non ti permettere, la colazione è mia!"
"Buongiorno anche a te!"
Giro la testa verso di lui e gli faccio la linguaccia, prendo un cornetto dal piatto e lo addento assottigliando lo sguardo, tenendo gli occhi fissi su di lui.
Gli do dieci secondi di tempo, e allo scadere del tempo si alzerà sbuffando, lo so che mi odia quando lo fisso così, però questa mattina ho voglia di infastidirlo.
Mastico tranquillamente il mio cornetto senza staccargli gli occhi di dosso, addento, mastico e mi avvicino a lui, assottigliando sempre di più lo sguardo.
Dieci
"Sarah, smettila..."
Dai lo so che puoi fare di meglio, questo è il mio modo per darti il buon giorno.
Nove
"...mi spieghi perchè mi devi fissare in questo modo? Lo sai che mi da fastidio..."
Certo che lo so, faccio così proprio perchè ho voglia di infastidirti.
Otto
"...se non la smetti mi alzo e vado a lavoro."
Ti prego fallo! Sono settimane, anzi mesi, quasi, che non rimango più a casa da sola, non ce la faccio più. Ho bisogno della mia intimità, voglio girare liberamente per casa, vai non mi offendo, lasciami pure a casa da sola sono grande ormai.
Sette
"Ho capito la tua tattica..."
Ma per favore, non mi prendere in giro, tu non hai capito proprio un bel niente, a chi vuoi darla a bere.
Prende il cornetto rimasto.
Non è giusto, volevo mangiarlo io, è buono, e poi dentro c'è la confettura all'albicocca, è la mia preferita.
Metto su il broncio e lo guardo ancora più male, adesso mi ha proprio fatto arrabbiare.
"...per chi mi hai preso, per un deficiente?"
In effetti, a volte è questa l'impressione che mi da, anche se altre volte dimostra di avere una mente brillante.
Annuisco e faccio uno di quei sorrisini falsi, così, anche se non c'entra niente, ma quel sorrisino non gli è mai piaciuto, quindi tanto vale inserirlo.
Sei
"Il sorrisino da bambinetta scema, era da tanto che non lo vedevo...."
Finisce il cornetto e beve il mio succo di frutta.
Eh no!
Adesso mi ha proprio fatto arrabbiare.
Guardo il vassoio alla ricerca di qualcosa destinato solo a lui.
Caffè.
Scuro, senza zucchero e senza latte.
Una bomba per lo stomaco.
Come faccia a berlo così non l'ho ancora capito.
Prendo la tazza e butto giù il contenuto in un colpo solo, come se fosse uno di quei bicchierini che contengono dei super alcolici.
Ecco, diciamo che mi sono fatta un chupito al caffè di prima mattina.
Tiro fuori la lingua disgustata, è andato via il sapore dell'albicocca, che schifo.
"Arrenditi, dovresti vedere la tua faccia!"
Adesso ha lui il coltello dalla parte del manico, maledizione, mi sta facendo innervosire, e non va per niente bene.
Passo la lingua sulle labbra per inumidirle e catturo alcuni residui di caffè.
Disgustoso.
Mi mordo il labbro superiore e sorrido dentro di me, no, lui non ha mai avuto il coltello dalla parte del manico, quello ce l'ho avuto sempre io.
Abbasso la testa e tiro su con il naso, fingendomi dispiaciuta.
"Va bene mi arrendo..."
Sussurro con un filo di voce, devo mantenere la calma e soprattutto non devo scoppiare a ridere.
Adesso è lui quello che si dovrebbe guardare allo specchio.
"Come scusa?"
Sgrana gli occhi e io alzo appena lo guardo per guardarlo meglio, penso che ci sia cascato in pieno, che fesso che è.
"...ho detto che mi arrendo..."
Faccio camminare indice e medio verso di lui e gli sfioro il dorso della mano con un dito.
Sospiro e guardo il pavimento.
"Volevo attirare la tua attenzione..."
Cinque
Piano infastidisci Hattori: fallito
Piano illudi Hattori e lascialo imbambolato come un imbecille: work in progress.
Tesoro mio bello, ma è veramente così facile attirare la tua attenzione?
Bastano un paio di occhi dolci e due moine per farti cedere così?
Come sei debole!
"Ma tu hai la mia attenzione. Forse non ho fatto abbastanza per te?"
Hai fatto anche troppo credimi.
Scuoto il capo e sospiro nuovamente, mi sento una cretina in questo momento.
Una ragazzina come tante, come cavolo fanno a comportarsi in questo modo dalla mattina alla sera proprio non lo so, penso che sia insito nel loro DNA, non trovo nessun'altra spiegazione logica.
"...mi mancano le tue coccole..."
Sbatto le ciglia più volte, quanto mi manca il mascara, è da troppo tempo che non mi trucco e non indosso un bel paio di scarpe.
Devo ammettere, però, che quelle mi mancano veramente, in tutte le sue proposte di aiuto non ha mai menzionato una coccola, qualche carezzina particolare, niente di tutto ciò, solo qualche bacetto, adesso devo dire che sto iniziando a risentirne e se lui è così calmo e sereno possono esserci solo due possibilità:
o ha la mante, e in quel caso le prenderebbe e molto probabilmente non ne uscirebbe vivo;
oppure quando si chiude in bagno non sta chiuso lì dentro parecchio tempo, perchè tiene particolarmente alla sua igiene personale, ma perchè mentre effettua le normali azioni che le norme igieniche richiedono, diciamo che ne approfitta per alleviare la tensione, che i suoi ormoni, poco abituati a periodi così lunghi di reclusione, devono subire. Di certo non è colpa mia io sono sempre disponibile, mi ha reclusa in camera da letto, inizialmente, pensavo che si sarebbe fatta festa grande, ma invece non si è concluso niente.
Quattro
"Hai ragione, mancano anche a me..."
Ma brutto idiota, mi hai qui, inerme, a tua completa disposizione e non ne approfitti?
Ma sei diventato più scemo del solito?
Mi sta facendo innervosire, e non va bene, se no salta il piano.
Faccio salire le due dita fino al suo polso e le faccio scorrere avanti e indietro, dal polso alla mano.
"...non saprei, un bacio, una carezza. Qualsiasi cosa..."
Passo ancora la lingua sulle labbra, mentre le due dita continuano ad accarezzagli il braccio, mi sposto verso di lui e sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio
"...qualsiasi cosa..."
Ripeto, con un filo di voce vicino al suo orecchio.
Respiro a pieni polmoni il suo profumo, chiudo gli occhi e rimango lì per qualche secondo.
Dio Heiji Hattori ti odio, sei maledettamente irresistibile.
"Tutto quello che vuoi..."
E no bello, io ti ho detto qualsiasi cosa, assumiti le tue responsabilità e sorprendimi, ti aspetterà una bella sorpresa.
Tre
"...qualsiasi cosa...."
Si è incantato il disco, mi dispiace.
Appoggio il mento sulla sua spalla, il suo braccio è intorno alla mia vita e fra di noi c'è qualcuno che ha già iniziato a far festa.
Ma ciao Heijino non ci vediamo da tanto!
"Non vuoi nient'altro per colazione?"
Si!
Rivoglio il mio cornetto, era particolarmente buono questa mattina e poi quello aveva più confettura del mio!
Prende il vassoio e lo appoggia per terra.
Debole!
Sei un debole!
Ecco il tuo nuovo soprannome.
Scuoto il capo e gli stringo il bicipite, mi erano mancati i suoi muscoli.
Le sue dita sono sulla mia colonna vertebrale.
Heiji tieni le mani apposto, non è il momento, io adesso voglio farti uno scherzo, non puoi farmi questo, se no poi fallisco la mia missione.
Cerco di recuperare quel poco di lucidità che mi è rimasta in testa.
"...allora, hai pensato a qualcosa?"
"Certo, mi farò perdonare"
Mi esce fuori un risolino stridulo, da perfetta oca, ma che schifo.
Però a quanto pare apprezza.
Mi sposta i capelli da una parte e avvicina il viso al collo.
Due
Ci siamo, ormai manca poco.
Passo la punta del naso sulla sua spalla e poi sul suo collo.
Ha già il respiro pesante, io invece ho il pieno controllo delle mie facoltà.
Sono fiera di me.
Cerca pure il gancetto del reggiseno, tanto non lo troverai mai, visto che non lo porto quando dormo.
Sono indecisa se buttarlo giù dal letto oppure se alzarmi completamente indifferente a quello che sta succedendo, facendo finta di niente, non so proprio cosa fare.
"Non ce l'ho il reggiseno Heiji..."
Soffio le parole contro la sua pelle, lo sento irrigidirsi per poi rilassarsi.
"E' vero, che sciocco che sono."
Che tenero, ormai ha capito anche lui che è uno sciocco, anche se io preferisco idiota, ma va bene anche così, d'altronde non mi posso mica aspettare grandi cose da lui.
Uno
Rido e affondo una mano tra suoi capelli, come sono soffici, arriccio una ciocca nera intorno a un dito e gli lascio un bacio sulla giugulare che ha iniziato a pulsare freneticamente, la sento sotto le labbra, mentre il mio corpo è completamente aderito al suo, sento il suo petto muoversi seguendo il ritmo del suo respiro, e il mio lo segue, con la stessa frenesia, ma non lo do a vedere, non vorrei mai che si facesse qualche strana illusione.
"Mi sei mancata..."
Inarco un sopracciglio, ci siamo visti tutti i giorni a tutte le ore del giorno e della notte, e ha la faccia tosta di dirmi che gli sono mancata?
Te la sei cercata tu!
Tu mi hai evitata da quel punto di vista, io non mi sono di certo tirata indietro, sicuramente non potevo fare un cartellone per attirare la tua attenzione, spettava te prendere l'iniziativa visto che sei tu l'uomo di casa.
Allontano le labbra dal suo collo, e faccio scorrere la mano sul suo petto.
Penso proprio che sia arrivato il momento di salutarci.
Zero
"Mi sono appena ricordata che devo andare in bagno. Scusa!"
Gli lascio un bacio sulla guancia e mi alzo dal letto, prendo alcune cose dai cassetti e una maglia e un jeans dall'armadio.
Prima di entrare in bagno mi giro verso di lui.
In ginocchio sul materasso con un'espressione da ebete stampata sul volto.
Missione compiuta!
Ammetto che un po' mi dispiace, però vederlo così mi fa morire dal ridere.
Sorrido ed entro in bagno chiudendomi la porta alle spalle.
Prometto che prima o poi mi farò perdonare.
Dopotutto se lo merita.
 
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view post Posted on 26/5/2012, 14:32     +1   -1
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Hot Baroness

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Ingegnosa l'idea del conto alla rovescia!!! Sarah è più cattivella del solito, ma povero Hattori...e dire che provo pena per lui (in quanto scrivo da Rachel), vuol dire tanto eh...è stato illuso come non mai, per di più in un periodo di sciopero totale! Ho visto che cosa ha scritto nel suo status ma non ha fatto una brutta figura, d'altronde posso capirlo benissimo!! (ma chi è, è Simon che parla ora? :lollo:).
Beh era da tanto che non aggiornavi, fa sempre piacere leggere le tue storie! Avrà un proseguimento, vero? O il povero Hattori si ridurrà a self-work come qualcun altro per il resto dei suoi giorni :asd: complimenti!
 
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Shinichina_93
view post Posted on 26/5/2012, 14:50     +1   -1




Grazie mille mi mancava Hattori e anche se ci ho messo un po' a scrivere questa parte ne è valsa la pena, visto che mi piace particolarmente. Ovviamente arriverà anche il proseguo dove arriverà anche la figuraccia di Heijino perchè non può mancare!! Spero di aggiornare al più presto a proposit i dvo anche aggiornare con le ultime novità su Simon. XD
 
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view post Posted on 26/5/2012, 15:00     +1   -1
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Ah allora manca la figuraccia di Hattori!!!!!EHnon ti si vedeva più da queste parti!!sei mancata a tutti :lollo: comunque io sto scrivendo, ma non penso di riuscire ad aggiornare oggi!!
 
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Shinichina_93
view post Posted on 27/5/2012, 13:51     +1   -1




No che cosa tenera!!! Anche a me è mancato tutto questo e tutti!! Adesso sto preparando le ultie verifiche e interrogzioni e dal12 giugno tornerò ad aggiornare regolarmente.nel frattempo aspetterò Simon :lol:
 
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view post Posted on 27/5/2012, 14:08     +1   -1
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ecco io dal 20 Giugno sono in sessione estiva per un mese...o mi do una mossa con gli aggiornamenti o starò fino alla sera tardi a scrivere! :lollo:
 
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Shinichina_93
view post Posted on 27/5/2012, 15:12     +1   -1




Dai che ce la farai perchè sei bravissima!! ;)
 
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view post Posted on 27/5/2012, 15:48     +1   -1
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ahahha in cosa...sopravvaluti le mie capacità!!! ci sono giorni che faccio in contemporanea studio - disegno - scrittura e finisco col non completare una mazza in nessuna delle 3 :lollo:
 
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Shinichina_93
view post Posted on 27/5/2012, 16:01     +1   -1




Anche se dici così ti stimo lo stesso sisisi a volte capitata a tutti di non concludere niente ma non è grave :D
 
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view post Posted on 27/5/2012, 16:07     +1   -1
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ah beh grazie xD ...tipo oggi ne è un esempio!!! che giornate perse :S
 
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Shinichina_93
view post Posted on 27/5/2012, 16:17     +1   -1




Figurati cara! Ormai per me è un bel pezzo che non riesco più a concludere niente, fortunatamente mi sto riprendendo
 
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121 replies since 2/4/2011, 14:57   1352 views
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